LINGUAGGI VECCHI PER NASCONDERE IL ... - Il...

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di Francesco Storace S badigli. Noia. Telecomando. Pure quest’anno ci siamo sorbiti il 25 aprile. In televi- sione l’alternativa era rap- presentata da qualche car- tone animato non resistenzialista su qualche lontano canale non ufficiale. Il resto, orgia retorica e accuse in casa tra post-partigiani. Doveva essere la festa di tutti, si è trasformata nel conflitto su chi ha diritto a marciare. Chissà a quanti italiani gliene frega qualcosa. Liberarci sì, ma dal nemico che ci invade. E che ha le fattezze di Juncker - eppure tra i resistenzialisti di adesso si festeggia quel Macron che in Francia adora l’ubriacone lussem- burghese a capo della Commissione europea - o dell’immigrazione clan- destina che non riusciamo più a sopportare perché loro hanno preso il posto nostro e noi il loro, come stranieri in Patria. Guai ad essere italiani, tra qualche tempo ci cuci- neranno nel pentolone con carote e patate, tanto per dire. Oppure di quel delinquente che si intrufola in casa nostra e che se osiamo reagire la fa franca lui e la prigione la ri- schiamo noi. Quest’Italia liberata non pronuncia una parola sulle nefandezze del tempo che scorre; e magari nega la preghiera a chi ricorda i Caduti che nella Guerra civile combattevano dall’altra parte. La Storia è di chi vince, si continua così. Ovviamente, neanche una parola sulla barbarie di piazzale Loreto. Eppure, gli anni che si succedono potrebbero suggerire riflessioni più serene. Se c’è ancora livore; se gli animi si surriscaldano ancora; se le divisioni permangono; un motivo ci sarà. E sta in quel bisogno di nemico che chi ha il potere in mano - a par- tire da quello mediatico e culturale - deve parare dinanzi ai nostri occhi. Perché se si mostrano le nudità del re il popolo potrebbe insorgere contro le oscenità di una gestione della cosa pubblica che non può essere coperta con la retorica sui Padri. Anche a destra si scorge una voglia di riflettere, pure in senso critico, sul passato. Non per rinnegare ciò in cui si è creduto, ma per guardare al domani sapendo dove è collocato il nemico della Patria. Che non ha più un fazzoletto rosso da indossare, ma i polsini preziosi della gendar- meria comunitaria che mette le mani al collo dei popoli. Di tutto questo chi “festeggiava” ieri non intendeva fare parola. Perché in fondo anche questa Europa è figlia della stessa retorica. Anche lì c’è un potere che ha bisogno di un nemico che chiamano populismo. Che è voglia di libertà dai parassiti che pretendono di dominarci. Ma il loro destino è segnato. In Francia resterà uno solo e noi speriamo che sia donna. Ma co- munque andrà, il consenso di Marine Le Pen sarà enorme e si rifletterà anche sulle prossime legislative. Gli euromani saranno sempre di meno, la nostra Liberazione (da loro) si avvicina. È passato anche questo 25 aprile; in attesa del prossimo che ci augu- riamo sia preceduto da una svolta autentica nel nostro Paese, che fi- nalmente sarà chiamato a votare per il rinnovo del Parlamento. Sarà difficile che possa rappresentare il cambiamento chi si dovesse ostinare ad adoperare il linguaggio, vecchio, vecchissimo, delle piazze di ieri. Anno VI - Numero 97 -Mercoledì 26 aprile 2017 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 QUATTRO ANNI SENZA TEODORO Sognatore rivoluzionario Giovanni Buontempo a pag. 3 IL VIAGGIO DEL PAPA IN EGITTO FRANCESI CHIAMATI A RACCOLTA Roma Occupato il teatro dei Coronari a pag. 7 Attualità Alitalia “in volo” verso il commissario Barbara Fruch a pag. 3 Cultura Vittorio Martini, il grande epurato Carlo Sburlati a pag. 9 LA NOIA Passato il 25 aprile tra le accuse nell’universo resistenzialista, la retorica omette di pronunciare una sola parola su chi ci invade oggi: l’Europa, i clandestini, la delinquenza LINGUAGGI VECCHI PER NASCONDERE IL RINNOVAMENTO CHE È NECESSARIO NEL NOSTRO PAESE: MA IL NEMICO DI OGGI È LA GENDARMERIA COMUNITARIA La paura, la speranza Franco Bucarelli a pag. 4 Lo sprint di Marine Cristina Di Giorgi a pag. 5

Transcript of LINGUAGGI VECCHI PER NASCONDERE IL ... - Il...

di Francesco Storace

Sbadigli. Noia. Telecomando.Pure quest’anno ci siamosorbiti il 25 aprile. In televi-sione l’alternativa era rap-presentata da qualche car-

tone animato non resistenzialista suqualche lontano canale non ufficiale.Il resto, orgia retorica e accuse incasa tra post-partigiani.Doveva essere la festa di tutti, si ètrasformata nel conflitto su chi hadiritto a marciare. Chissà a quantiitaliani gliene frega qualcosa.Liberarci sì, ma dal nemico che ciinvade. E che ha le fattezze di Juncker- eppure tra i resistenzialisti di adessosi festeggia quel Macron che inFrancia adora l’ubriacone lussem-burghese a capo della Commissioneeuropea - o dell’immigrazione clan-destina che non riusciamo più asopportare perché loro hanno presoil posto nostro e noi il loro, comestranieri in Patria. Guai ad essereitaliani, tra qualche tempo ci cuci-neranno nel pentolone con carotee patate, tanto per dire. Oppure diquel delinquente che si intrufola incasa nostra e che se osiamo reagirela fa franca lui e la prigione la ri-schiamo noi.Quest’Italia liberata non pronunciauna parola sulle nefandezze deltempo che scorre; e magari nega lapreghiera a chi ricorda i Caduti chenella Guerra civile combattevanodall’altra parte. La Storia è di chivince, si continua così. Ovviamente,neanche una parola sulla barbariedi piazzale Loreto.Eppure, gli anni che si succedonopotrebbero suggerire riflessioni piùserene. Se c’è ancora livore; se glianimi si surriscaldano ancora; se ledivisioni permangono; un motivo cisarà. E sta in quel bisogno di nemicoche chi ha il potere in mano - a par-tire da quello mediatico e culturale- deve parare dinanzi ai nostri occhi.Perché se si mostrano le nudità delre il popolo potrebbe insorgerecontro le oscenità di una gestione

della cosa pubblica che non puòessere coperta con la retorica suiPadri.Anche a destra si scorge una vogliadi riflettere, pure in senso critico,sul passato. Non per rinnegare ciòin cui si è creduto, ma per guardareal domani sapendo dove è collocatoil nemico della Patria. Che non hapiù un fazzoletto rosso da indossare,

ma i polsini preziosi della gendar-meria comunitaria che mette le manial collo dei popoli.Di tutto questo chi “festeggiava”ieri non intendeva fare parola. Perchéin fondo anche questa Europa èfiglia della stessa retorica. Anche lìc’è un potere che ha bisogno di unnemico che chiamano populismo.Che è voglia di libertà dai parassiti

che pretendono di dominarci. Ma illoro destino è segnato.In Francia resterà uno solo e noisperiamo che sia donna. Ma co-munque andrà, il consenso di MarineLe Pen sarà enorme e si rifletteràanche sulle prossime legislative. Glieuromani saranno sempre di meno,la nostra Liberazione (da loro) siavvicina.

È passato anche questo 25 aprile;in attesa del prossimo che ci augu-riamo sia preceduto da una svoltaautentica nel nostro Paese, che fi-nalmente sarà chiamato a votareper il rinnovo del Parlamento. Saràdifficile che possa rappresentare ilcambiamento chi si dovesse ostinaread adoperare il linguaggio, vecchio,vecchissimo, delle piazze di ieri.

Anno VI - Numero 97 -Mercoledì 26 aprile 2017 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

QUATTRO ANNI SENZA TEODORO

SognatorerivoluzionarioGiovanni Buontempo a pag. 3

IL VIAGGIO DEL PAPA IN EGITTO FRANCESI CHIAMATI A RACCOLTA

Roma

Occupato il teatrodei Coronari

a pag. 7

Attualità

Alitalia “in volo”verso il commissario

Barbara Fruch a pag. 3

Cultura

Vittorio Martini,il grande epurato

Carlo Sburlati a pag. 9

LA NOIA

Passato il 25 aprile tra le accuse nell’universo resistenzialista, la retorica omette di pronunciare una sola parola su chi ci invade oggi: l’Europa, i clandestini, la delinquenza

LINGUAGGI VECCHI PER NASCONDERE IL RINNOVAMENTO CHE È NECESSARIO NEL NOSTRO PAESE: MA IL NEMICO DI OGGI È LA GENDARMERIA COMUNITARIA

La paura,la speranzaFranco Bucarelli a pag. 4

Lo sprint di MarineCristina Di Giorgi a pag. 5

Mercoledì 26 aprile 2017ATTUALITA’ 82

di Robert Vignola

Pochi. Però divisi. L’ereditàdella resistenza antifasci-sta si è cristallizzata ineloquenti immagini. Conun 25 aprile di divisione,

stavolta non più (e non solo) tra chiavrebbe militato da una parte e chidall’altra, ma soprattutto tra coloroche attendono ogni anno questagiornata per rinnovare un repertoriod’odio e al contempo per rivendi-care l’eredità, in esclusiva, dellalotta intrapresa tra i vincitori della“guerra civile” dal 1943 in poi (pe-riodo post-conflitto compreso). Il che ha finito per mettere in graveimbarazzo proprio le istituzioni, co-strette a Roma, tanto per citare ilcaso più clamoroso, a dividersi. Re-gione e Campidoglio sono stati quin-di presenti con altrettante delegazionialle due manifestazioni, frutto deidistinguo sulla opportunità della pre-senza, o meno, di simpatizzanti dellacausa palestinese. La Comunità ebraica ha così ma-nifestato davanti a quella che era

la sede della Brigata Ebraica, l'Anpicon un lungo corteo fino a portaSan Paolo. Il Pd, osservato speciale,ha aderito solo a quella della Co-munità ebraica. Il presidente del partito, MatteoOrfini, ha cercato di mandare unmessaggio di unità: "spero questosia ultimo anno separati, riunirel'antifascismo". "Chi esclude al Bri-gata ebraica nega la storia", il mo-nito del sottosegretario Maria ElenaBoschi nel corso della manifesta-zione, alla quale hanno partecipatocirca duecento persone."E' una bellissima giornata con ungrandissimo spirito unitario perchi c'è e per chi non c'è", ha dettoil presidente dell'Anpi Roma, Fa-brizio De Santis partecipando in-vece al corteo dove si trova unarappresentanza dei movimenti proPalestina. Cinuemila, secondo gliorganizzatori, i presenti. Non pro-prio una folla oceanica. Ad aprirela sfilata è stato proprio lo striscionedell'Anpi con la scritta "Partigiani",seguito dagli striscioni delle variesezioni. C'era poi la sezione Uni-

versità Castro Pretorio Walter Rossidell'Anpi che ha portato un grandestriscione con scritto: "Partigianisempre. Per la messa fuori leggedelle organizzazioni fasciste". Unaltro tema di stretta attualità... Maa comporre il mix, tra le tante ban-diere è comparsa anche quelle delcircolo di cultura omosessuale de-dicato a Mario Mieli, un sostenitoredella pedoflia. Il tutto, in mezzo aivessilli più consueti della Funzionepubblica Cgil di Roma e Lazio, ban-diere della pace, della Fiom, di Ri-fondazione comunista e moltissimedelle comunità e associazioni pa-lestinesi.In questo contesto, c’è pure chi hapreso i fischi: Virginia Raggi, sin-daco di Roma. Durante il suo in-tervento a Porta San Paolo, quindialla manifestazione Anpi, è stataoggetto di contestazioni e schernodi parte della piazza, mentre l’altraparte di piazza contestava a suavolta i contestatori. L’apoteosi della."Grazie di avermi accolto" ha dettola Raggi."Un onore essere qui convoi. Noi siamo qui perché qualcuno

si è sacrificato. La Resistenza la sifa tutti i giorni, e loro la fanno nelladifesa quotidiana della Costituzio-ne". Parole dette come se ci fosseun conflitto ancora in corso. Ma inquesto, per una volta, chissà che laRaggi non abbia avuto – non vo-lendo – ragione…Infatti, anche a Milano sono andatein onda grosso modo le stesse sce-ne: qui il corteo è stato unitario,nel senso che ce n’è stato uno solo,ma con momenti di tensione ripe-tuti. Prima da un gruppo di attivistidei centri sociali sono partite ac-

cuse nei confronti di iscritti del Pd.Poi, il blitz di simpatizzanti palesti-nesi si è manifestato proprio neipressi dei rappresentanti della co-munità ebraica, con critiche allostato d’Israele. È rimasta infine a schemi antichiGenova: ovazione per Marco Doria,sindaco venuto dalle fila di Sel, efischi per Giovanni Toti, presidentedella regione del centrodestra. Qui,evidentemente, la sinistra ha saputoessere unita. Sarà perché alle ele-zioni comunali manca un mese emezzo?

Tra fischi e retorica, divisi alla metaIl 25 aprile di Roma, con Anpi da una parte e Comunità ebraica dall’altra: contestata Virginia Raggi

Tensioni durante il corteo meneghino, mentre a Genova le proteste toccano al presidente Toti

LA GIORNATA

Giornata di ten-sione a Mila-no, fin dalle

prime ore del mat-tino, tra militanti an-tifascisti e il movi-mento di Forza Nuo-va, i cui esponentisi trovavano all'in-terno della sede divia Palmieri, in zonaChiesa Rossa. Leforze dell'ordinesono intervenute intorno alle 8 per im-pedire il contatto fra i due schieramenti.Dai manifestanti di sinistra è partito unlancio di oggetti contro le finestre dellasede del movimento di destra. Molto rumore è stato fatto attorno allostriscione, comparso in nottata, con lascritta 'Partigiani assassini e stupratori'.Messaggio che è stato poi rimosso. Si è pure registrato un momento ditensione tra alcuni militanti di sinistrae un esponente di Forza Nuova, subitorientrata, nel quartiere periferico diStadera, dove si trova un Sacrario dei

caduti partigiani.Nel capoluogo lombardo per la primavolta prefettura e questura hanno inoltrevietato la sfilata di Casa Pound e Lealtàe Azione. Il timore era che accadesseroscontri: carabinieri e polizia in tenutaantisommossa e tre blindati delle forzedell’ordine sono state schierate davantiall’ingresso del Cimitero Maggiore diMilano, dove gli esponenti della destramilanese hanno organizzato una com-memorazione in forma privata, comedisposto da prefettura e questura, alCampo X. V.B.

Scontri sfiorati più volte a MilanoMilitanti di destra ed estremisti di sinistra quasi a contatto in due occasioni. Rimosso uno striscione “vietato”

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Rieccola: abituata a “santi-ficare” ogni festa laica conla sua crociata, non poteva

saltare l’appuntamento col ca-lendario proprio ieri. E ancorauna volta Laura Boldrini,presi-dente della Camera, ha scritto alsuo chiodo fisso Mark Zuckerbergsulla madre di tutte le sue battagli:le pagine su Facebook che sim-patizzano per il fascismo storico."In Italia - scrive Boldrini - nonsono consentite manifestazionifasciste né atti di apologia neiconfronti del fascismo. Lo voglioricordare oggi, anche perché l'An-pi ha prodotto una ricerca, incontinuo aggiornamento, secondola quale questo tipo di pagineFacebook sono in aumento. Que-sto rappresenta un pericolo reale

perché, come sappiamo, Face-book è uno strumento molto fre-quentato dai giovani"."Lo voglio dire chiaro e tondo -continua la presidente della Ca-mera - L'apologia del fascismonon può essere vietata in ognicircostanza, tranne che su Face-book. Non è tollerabile! Ho scrittoa Mark Zuckerberg per denunciarequesta situazione: loro rispon-dono dicendo che hanno regolee politiche di carattere interna-zionale e che, quando possono,tengono conto delle legislazioninazionali. Ma il fascismo non èuna semplice questione di leggilocali, come dicono loro. Il fa-scismo e il nazismo sono stategrandi tragedie mondiali, che ipopoli e le nazioni libere hanno

sconfitto pagando prezzi altissimi.Anche dagli Stati Uniti, che è ilPaese in cui è nato Facebook,vennero migliaia di ragazzi in di-

visa a combattere per la libertà.Altro che fatto locale! E nessunopuò ignorare che l'Olocausto restala più grande tragedia, la più ter-

ribile creatura del nazifascismo".Secondo Boldrini, "non un singoloPaese, come può essere l'Italia,ma tutto il mondo moderno èfrutto della sconfitta del nazifa-scismo. Con le Costituzioni de-mocratiche, con la Dichiarazioneuniversale dei diritti umani, conle Nazioni Unite e l'Unione Euro-pea. Questa memoria e questaconsapevolezza dovrebbero quin-di appartenere pienamente allapolitica di Facebook, in ogniPaese del mondo. E allora, signorZuckerberg, glielo voglio direoggi, 25 aprile, il giorno in cuil'Italia sconfisse il nazifascismo.Glielo voglio dire dal palco diBologna, città medaglia d'orodella Resistenza: prenda coraggioe cancelli una volta per tutte lepagine della vergogna!". O quanto meno, le metta unlike… R. V.

La Boldrini riparte con la solita crociataLETTERA A ZUCKERBERG SULE PAGINE FACEBOOK CHE SIMPATIZZANO COL FASCISMO

Mercoledì 26 aprile 2017 ATTUALITA’3

di Barbara Fruch

Niente ricapitalizzazione,per Alitalia si prospetta ilcommissariamento. Èquanto emerge dal Con-siglio di Amministrazione

(Cda) dell’azienda che si è riunitaieri mattina, dopo che i dipendential referendum hanno bocciato il pre-accordo siglato tra sindacati e com-pagnia.Il Cda ha “preso atto con rammaricodella decisione dei propri dipen-denti” si legge in una nota, in cui sispecifica come l’approvazione delverbale d’intesa (che prevedeva 980esuberi e una riduzione della retri-buzione del personale navigantedell’8%, nonché interventi su altrevoci della busta paga, sui riposi esulla dimensione degli equipaggidi volo) “avrebbe sbloccato un au-mento di capitale da 2 miliardi, com-presi oltre 900 milioni di nuova fi-nanza, che sarebbero stati utilizzatiper il rilancio”. “Data l’impossibilità

di procedere alla ricapitalizzazione”il consiglio ha “deciso di avviare leprocedure previste dalla legge e haconvocato un’assemblea dei sociper il 27 aprile al fine di deliberaresulle stesse”. La decisione più probabile pare siaquella del commissariamento: saràquindi il ministero dello SviluppoEconomico a procedere con la no-mina di uno o più commissari, il cuicompito principale sarà quello dipensare ad un nuovo piano indu-striale, oppure dichiarare il fallimento.Anche se sono previste anche altreprocedure:si potrebbe richiedereun’amministrazione straordinariaspeciale che avrebbe il compito diprocedere verso una liquidazionepreceduta da una vendita degli assetmigliori della compagnia. Il problema principale da affrontareal momento è la liquidità: soldi incassa non ci sono. La compagniaprecisa comunque come per oranon c’è nessuna modifica a “pro-gramma e operatività dei voli”.

Un esito quello del refe-rendum che, come spie-ga il personale Alitalia,non è affatto sorpren-dente. “Il No al preac-cordo al Piano di salva-taggio è stata certamenteuna scelta rischiosa daparte della categoria maadesso speriamo di scri-vere una nuova pagina –dicono – che permetta,una volta fatta chiarezza,la sopravvivenza”. Nettala bocciatura al piano in-dustriale di gran partedei dipendenti: su un to-tale di 10.101 votanti, iNo sono stati 6.816, paria oltre il 67%, e i Sì 3.206.Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTra-

sporti e Ugl Trasporto aereo hannoparlato di una “votazione sofferta”,decisa “contro un’azienda che pocoha fatto finora per risollevare le pro-prie sorti”. “Attendiamo le valutazionie le decisioni degli azionisti e delgoverno - scrivono i sindacati - nellaconsapevolezza di cercare sino al-l’ultimo ogni soluzione possibile perevitare decisioni che sarebbero trau-matiche e non più modificabili”. Per Susanna Camusso, segretariadella Cgil “bisogna ripartire da unpiano industriale credibile, sostenutoanche dalle banche e dal governo,con l'ingresso di Cassa depositi eprestiti” ha detto chiedendo di ria-prire una discussione sull’accordo“segnato dalla sfiducia dei lavoratorie da un gruppo che ha seguito treristrutturazioni successive, tutte conesiti fallimentari. Paghiamo e scon-tiamo le privatizzazioni così comesono state fatte nel nostro Paese,che si dimostrano anche a distanzadi anni disastrose”. L’amministrazionestraordinaria e la messa in liquida-

zione dell’azienda “significa la per-dita di un patrimonio industriale peril Paese, cosa che dobbiamo primadi tutto mantenere”. Sulla stessa linea l’intervento delsegretario generale della Uil, Car-melo Barbagallo. “L'Italia non si puòpermettere di perdere Alitalia, dob-biamo fare il possibile e percorreretutte le strada - ha spiegato - Ab-biamo firmato un pre-accodo dimassima che era il massimo possi-bile, ma i lavoratori hanno dettono. Chiederò al governo di incon-trarci e poi vedremo cosa decideràl’azienda”.Sulla questione i ministri dello Svi-luppo Economico, delle Infrastrutturee del Lavoro, Carlo Calenda, GrazianoDelrio e Giuliano Poletti hanno pre-cisato che “l'obiettivo del Governo,in attesa di capire cosa decideranno

gli attuali soci di Alitalia, sarà quellodi ridurre al minimo i costi per i cit-tadini italiani e per i viaggiatori”. La Commissione europea ha fattosapere di non aver “ricevuto notificadi alcuna misura di sostegno a favoredi Alitalia e non può formulare con-getture”,come spiegato da un por-tavoce dell'esecutivo comunitariodopo che una fonte di Bruxelles haconsiderato “non improbabile” cheil governo italiano prenda contattocon l'esecutivo sul tema di eventualiaiuti alla compagnia aerea. Secondofonti Ue, è un'opzione “possibile”fare richiesta di aiuti di Stato per lacompagnia perché “sono passati piùdi 10 anni dall'ultima volta” che que-sta è stata fatta. La Corte Ue avevainfatti riconosciuto la discontinuitàtra le società Alitalia, ultima benefi-ciaria, e Cai.

DOPO IL NO DEI LAVORATORI ALL’ACCORDO RAGGIUNTO SUL PIANO INDUSTRIALE

Alitalia rischia grossoLa compagnia va verso il commissariamento. Impossibile ricapitalizzare e il Cda convoca

l’assemblea dei soci per il 27 aprile per deliberare sulle procedure di legge necessarie

N ell'accogliere l'invito ascrivere la presente ri-flessione sulla figura di

Teodoro Buontempo in occa-sione del quarto anniversariodella sua prematura scomparsadesideriamo innanzitutto espri-mere la nostra profonda grati-tudine verso coloro che lo ri-cordano e lo portano semprenel cuore. Anche in questa cir-costanza il nostro impegno èteso a valorizzare l'eredità dellesue battaglie ideali in una letturadi prospettiva, tesa, come egliavrebbe voluto, a guardare alfuturo. Instancabile innovatorenel linguaggio della politica eglicon le sue battaglie era riuscitoad imporsi e a farsi interpretedei bisogni dei più deboli senzadistinzioni di tessere o di coloripolitici.Quest’anno oltre che con unacerimonia religiosa, lo ricorde-

remo anche con un incontroculturale che ne legga l’impe-gno e la straordinaria persona-lità. Riteniamo importante con-dividere il patrimonio ideale dinostro padre, perché ci rimandaal suo “pensiero rivoluzionario”legato alla tutela delle fasce piùdeboli come vero motore diuna nazione. La sua coerenzanel portare avanti quelle ideesociali gli ha permesso di sal-varsi dalla strada e di trovareuna ragione di vita per alzarsitutte le mattine e combattere.L'idea di unire le persone inun'unica comunità deve basarsisulla cultura dell'impegno edell’amore per la propria terra,per le proprie origini perchésenza la memoria del propriopassato e il rispetto delle diffe-renze diventa impossibile so-gnare il futuro. In questo contestodiventano utili gli insegnamenti,

di Teodoro Buontempo, certoda attualizzare, per vocazioneanticonformista e moderna maanche legati alla tradizione. Lasua concezione politica e socialeoggi è più che mai questa vocelibera fuori dal coro.Era consapevole dei mutamentipolitici che ci sarebbero statima crediamo che neanche lasua lungimiranza avrebbe po-tuto immaginare il degrado, lacrisi e la fine di quella politicacosi come la conosceva. Il viverefrenetico dei nostri giorni inibi-sce un bene prezioso: la co-municazione, quella vera chetrasmette sentimenti, bisogni eche richiede semplicementeascolto. Oggi abbiamo solo latecnologica dei "like", dei video,del web e dei media, che uccide"la memoria e il senso critico".La comunicazione vera è quellatra popoli, tra generazioni, tra

diversità e disabilità nel rispettodelle differenze. Teodoro Buontempo è statoprotagonista e leader dei gio-vani, uomo di popolo e delleistituzioni, ma come molti hannoevidenziato, ricercando riferi-menti storici su di lui, non esi-stono cenni sufficienti della suastoria. In lui, invece, le nuovegenerazioni possono trovareun punto di riferimento perispirare la militanza su idealinuovi senza ricorrere ad ope-razioni nostalgiche di anni ormaitroppo lontani. Eppure sempre nostro padre,da giovane amava urlare unoslogan che forse oggi può es-sere riletto e attualizzato: "Lacomunità può vincere!". Con ilsuo esempio di vita abbiamol’opportunità di rispondere allenuove metamorfosi in atto, e ri-costruire un senso civico, ri-partendo dai giovani che hannoil dovere di capire la politica ,per costruirsi il proprio futuro.La vera essenza del suo lascitomorale e ideale è la speranzaper una Italia migliore.

Giovanni Buontempo

Teodoro Buontempo: un sognatore rivoluzionario

IL RICORDO

Tragico epilogo di una bravata a Li-vorno. Un 18enne, Giordano Cerro,originario di Roma, è morto fol-

gorato dalla linea elettrica sovrastanteun locomotore dopo essere salito sultetto del treno in sosta. A dare l’allarmee a riferire l’accaduto ai soccorritori èstato un amico 17enne che era con lui,anch’esso originario della capitale eunico testimone. Entrambi sono studentidi un istituto alberghiero romano e sitrovavano a Livorno per un tirociniopresso una struttura ricettiva locale.La tragedia è avvenuta l’altra notte,attorno alle 2, nella zona della stazionedella città toscana. Secondo quanto ri-

costruito dai carabinieri, i due ragazziavrebbero scavalcato il recinto del de-posito ferroviario, Cerro si sarebbe poiarrampicato, probabilmente per gioco,sul tetto di una locomotiva in sostalungo il binario 9, in un’area di parcheggiodei treni, urtando però inavvertitamentei cavi aerei dell’alta tensione: è morto al-l’istante. L’amico si è salvato ma è orasotto choc.Sul posto, insieme ai vigili del fuoco,sono intervenuti i sanitari inviati dal 118,carabinieri, polizia e medico legale cheha constatato il decesso del ragazzo.L’intervento dei vigili si è concluso intornoalle 6.30 di ieri mattina.

LIVORNO

Bravata finisce in tragedia:giovane muore folgorato

Mercoledi 26 aprile 2017ATTUALITA’ 84

Valorizzare sempre più la lin-gua sarda nella pietà po-polare e nella liturgia, sulla

scia di quanto stabilito dal Con-cilio plenario sardo, oltre chenel rispetto delle norme e delleprocedure prescritte dalla SantaSede in materia. È questo quanto sottolinea ora laConferenza episcopale sarda, dopola riflessione sul tema nel corsodella riunione delle scorse setti-mane, presieduta dall’arcivescovodi Cagliari e presidente della stessaConferenza, mons. Arrigo Miglio. “Accogliendo le sollecitazionipervenute da un dialogo tra ilpresidente della Conferenza epi-

scopale e il direttivo della Fon-dazione ‘Sardinia’, la Conferenzaha individuato alcune piste daseguire nel prossimo futuro”,riporta una nota a firma del se-gretario della Ces, mons. Seba-stiano Sanguinetti, ampiamenteripresa dall’agenzia Sir. Per quanto riguarda la pietà po-polare e i molteplici riti e praticheche la esprimono, “si ribadisce– si legge ancora nella nota –che non vi sono norme universalida seguire o autorizzazioni darichiedere alla Santa Sede. È uncampo, pertanto, che ricade nel-l’esclusiva competenza dell’Au-torità ecclesiastica locale, che

trova nella Conferenza episcopalesarda la convergenza e la colle-gialità di tutti i vescovi, i qualisposano e incoraggiano ognisana ed equilibrata iniziativa voltaall’utilizzo della lingua sarda nelledue principali varianti: quellacampidanese e quella logudo-rese. Si coinvolgeranno studiosidi lingua sarda, di tradizioni po-polari e di teologia liturgica, per-ché predispongano e proponganotesti adeguati. Senza dimenticareche in questo campo la Sardegnaha un patrimonio sterminato ditesti, di canti e di tradizioni, chehanno bisogno solo di essereripresi e valorizzati”.

Circa la Santa Messa, per la qualeserve l’approvazione della SantaSede, la Ces ha deciso di inoltrare“una richiesta previa di approva-zione ‘ad experimentum’, alla qualeseguirebbe, se vi fossero le con-dizioni, la richiesta di approvazionedefinitiva”. Per avanzare tale ri-

chiesta serve una traduzione dellaBibbia, attraverso “una ricognizionecritica delle tre traduzioni finoraprodotte, ad opera di linguisti ebiblisti, scelti dalla Ces”, una tra-duzione dell’ordinario della SantaMessa e una traduzione di unadecina di “Messe proprie”, relati-

vamente ai tempi liturgici, alle so-lennità del Signore e alla memoriadei Santi. “Come per i riti dellapietà popolare, la traduzione deitesti – raccomandano i vescovi –sarà fatta nelle due principali va-rianti della lingua sarda, campi-danese e logudorese”.

INIZIATIVA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL’ISOLA

Processioni e riti in sardoPoi (forse) anche la Messa

VENERDÌ E SABATO IL VIAGGIO DI BERGOGLIO. IMPONENTI LE MISURE DI SICUREZZA

Con questo articolo, Franco Bu-carelli inizia a collaborare con IlGiornale d’Italia. Decano dei va-ticanisti (ha incontrato e intervi-stato sei Papi) Franco Bucarelli èstato anche inviato di guerra sututti i fronti mondiali. Dopo il pri-mo articolo, appena 17enne, sulCorriere dello Sport e il passaggioa Il Mattino, va negli Stati Uniti esi mette subito in evidenza perTime, Life e l’Abc. Tornato inItalia all’Europeo, poco dopo entrain Rai e lega il suo nome soprat-tutto al Giornale Radio di GustavoSelva, come inviato nel momentobuio degli anni di piombo. Parte-cipa anche alla prima esperienzatv di Canale 5. Tra i suoi tantisuccessi professionali, ricordiamoun’intervista esclusiva a padrePio, nella cella del frate a SanGiovanni Rotondo, quella ad AliAgca in un carcere turco, mentrein Polonia assiste alla liberazionedalla prigionia comunista dei car-dinali Wyszynski e Beran, che poiaccompagno a Roma dopo il lororilascio.

di Franco Bucarelli

Sessantamila soldati e poli-ziotti sono pronti a vigilaresulla sicurezza del Papa intutta l’area metropolitanadella capitale, che si esten-

de per 453 chilometri quadrati,sempre animata, notte e giorno,da quindici milioni di abitanti.Responsabile diretto di questo gi-gantesco dispositivo di sicurezza,è il ministro degli Interni egiziano,Magdy Abdel Ghaffar, quello cheancora non ha chiarito alla nostramagistratura la triste vicenda diGiulio Regeni, lo studente italianotrucidato al Cairo. Papa Francescoincontrerà il generale Al Sisi, pre-sidente egiziano ed è probabileche possa accennare anche allavicenda Regeni.Nessuno sottovaluta i molti pericoli,provenienti dalla frange estremiste

dei Fratelli Musulmani ed ancheda simpatizzanti dell’Isis, sia notiche quelli ancora sconosciuti.Per misura precauzionale, in vistadell’arrivo dell’illustre ospite, ilservizio segreto egiziano, che sichiama “Mukhabarat” e la polizia

politica hanno già fatto una colos-sale retata tra i possibili contesta-tori, appartenenti alle frange estre-miste dell’Islam.Il pericolo maggiore è però rap-presentato dalla possibilità di unsingolo gesto criminale tra la folla,

che malauguratamente provoche-rebbe imprevedibili conseguenze.Pertanto, i servizi di sicurezza egi-ziani e quelli vaticani avevano con-cordato sulla necessità di traspor-tare il Papa, attraverso le popolosestrade del Cairo a bordo di unamacchina chiusa e blindata. Invece,il Pontefice ha solo accettato chela prima parte della visita sia abordo di una macchina chiusa, manon blindata.Non c’è dubbio che egli, pur nonsottolineando i pericoli, è comese volesse sfidare i terroristi. Sol-tanto, alla fine della Messa, che sisvolgerà nel grande campo spor-tivo della capitale, al Ponteficesarà concesso di attraversare leali di folla, a bordo di una “papa-mobile” scoperta.L’obbiettivo principale di questavisita al Cairo non è soltanto quellodi proseguire il dialogo ecumenico,cominciato l’anno scorso quandoPapa Francesco ha ricevuto in Va-ticano il rettore della più importanteuniversità islamica, quella di AlAhazar, che conta più di cinquan-tamila studenti. Ma c’è un temapiù urgente: la lotta al terrorismo. Nel maggio dell’anno scorso, in

Vaticano, questo era stato il puntocentrale del colloquio riservato tra

il Pontefice e l’Imam Ahmad Al Ta-yyb, stimatissima personalità sun-nita, culminato con un fraterno ab-braccio ed una promessa formaledi mutua condanna del terrorismoche insanguina il Medio Oriente.Questo nuovo incontro tra il Papae l’Imam servirà dunque a raffor-zare quell’intento, nell’interessedella pace, avendo superato ormaiogni incomprensione religiosa. La stampa egiziana riporta que-st’incontro a grossi caratteri, ancheperché la figura del nostro Ponte-fice incuriosisce molto il mondomusulmano, per la sua semplicità,ma anche per la sua determina-zione a battersi per la pace tra ipopoli. In questo popoloso Paesecon circa 70 milioni di abitanti, icristiani sono una minoranza chesi aggira sul 10%, suddiviso nellevarie chiese cattoliche, evangelichee di altre denominazioni. Ma quella preponderante è la Cop-ta, che vanta un’antichissima tradi-zione religiosa e che ha un buonrapporto con la Chiesa di Roma.Tanto che, nelle loro comunità, han-no preparato una calorosa acco-glienza a Papa Francesco, che hannobattezzato “il Pastore della Pace”.Nella prestigiosa ed antica uni-versità di Al Ahzar al Cairo, orga-nizzata dai Saggi Islamici, si svolgeuna conferenza internazionale sullaPace, che cercherà anche di tentareuna necessaria mediazione tra isla-mici, che da anni si combattonofuriosamente. Ecco perché, c’èmolta attesa per il discorso chePapa Francesco pronunzierà a que-sta importante assemblea, con lapartecipazione anche di vari go-vernanti arabi.Due giorni fitti d’impegni, in questacittà che certamente stupirà moltoil nostro Pontefice, per il fascinodella sua storia millenaria, i suoicolori, la vita di questo popolo, inmassima parte povero, che vedescorrere la sua esistenza lenta-mente, come il fiume Nilo, che ciriporta ai tempi dei Faraoni.

Il Papa in Egitto tra mille paureGià eseguita una prima retata tra i possibili contestatori – C’è grande attesa per

l’intervento all’università di Al Ahzar al Cairo, incontro organizzato dai Saggi Islamici

Franco Bucarelli con Papa Francesco

Il ministro degli Interni Magdy Abdel Ghaffar

I controlli dei poliziotti egiziani

Mercoledi 26 aprile 2017 ESTERI5

di Cristina Di Giorgi

Marine Le Pen ne è an-cora convinta: “Pos-siamo vincere. E vin-ceremo” le elezionipresidenziali, ha in-

fatti dichiarato, in un'intervista ri-lasciata ieri ai microfoni di France2, la leader del Front National. Edha aggiunto, a proposito del suorivale nel ballottaggio del prossimo7 maggio, che “niente del progettoné del comportamento” di Macron“denota amore verso la Francia”.Una chiamata a raccolta dei “pa-trioti” francesi contro il “rappre-sentante della globalizzazione”dunque. Bisogna vedere in quantirisponderanno. Stando ai sondaggi, per quanto pos-sano al momento valere, sembrache la strada sia piuttosto in salitaper la Pasionaria nera d'oltralpe(data al 40% contro il 60% del leaderdi “En Marche”). Marine sta comun-que dimostrando, ancora una volta,di prendere la corsa verso l'Eliseomolto sul serio. Al punto da decidere– l'annuncio è arrivato dalla stessaLe Pen – di sospendersi dalla pre-sidenza del suo partito: “Ho semprepensato che il presidente della Re-pubblica sia il presidente di tutti ifrancesi e che debba unire il popolo.E' per questa ragione che mi è sem-brato indispensabile mettermi incongedo” temporaneamente. “D'orain poi sono soltanto la candidataalle presidenziali. Questo – ha dettol'esponente della destra transalpina- mi consentirà di essere al di sopradelle considerazioni di parte”. La

“candidata del popolo” ha quindiparlato del suo avversario, definitocome “l'uomo della mondializzazioneselvaggia”. Ed ha descritto il suoprogramma come portatore di“enorme violenza sociale, econo-mica e migratoria”. Un programma ed un candidatoche, come ampiamente sottolineato

in campagna elettorale, si sono pro-posti come alternativa alla politicatradizionale. Il nuovo (o presuntotale) dunque. E se è indiscutibileche Macron sia riuscito con successoa trasmettere tale immagine, lo èaltrettanto il fatto che - basta dareun'occhiata al suo curriculum e alleforze che lo sostengono per com-

prenderlo - la sua “novità” si limitaall'età anagrafica. “Solo un pazzopuò credere che Macron incarni ilcambiamento quando nei fatti – scri-ve Pepe Escobar su Asia Times -egli è il candidato dell’Unione Eu-ropea, della Nato, dei mercati fi-nanziari, della gloriosa macchinaClinton-Obama, dell'establishment

francese, degli oligarchi della borsae dei sei maggiori gruppi mediaticifrancesi”. Tutti al suo fianco, tutti più o menodichiaratamente (molti, in politica,gli endorsment già annunciati: traessi, solo per citarne qualcuno, quel-lo dei Republicains di Fillon e delpresidente socialista Francois Hol-lande) impegnati nel tentativo di“sbarrare la strada” alla leader FrontNational.Tra loro, quanto all'estero, ancheIsraele. Che ieri, attraverso le paroledel presidente Reuven Rivlin, haattaccato duramente Marine Le Pen,criticando in particolare il suo averrecentemente negato ogni colpadella Francia nel rastrellamento de-gli ebrei a Parigi nel luglio 1942.Una negazione che Rivlin ha definitocome “molto più pericolosa e di-struttiva di quelle che abbiamo co-nosciuto fino ad ora”, aggiungendoche a suo dire si tratta di un “vitti-mismo” che “è il più efficiente ecompleto metodo per assolversi daogni responsabilità”. Sembra dun-que tornare a raffreddarsi l'atmo-sfera che, nel 2012, il quotidianoHaaretz, in occasione della visitadel vice-presidente del Fn Aliot inIsraele, aveva detto essere ora di“riscaldare”. Cosa accadrà dunqueil 7 maggio? Al di là dei sinceri au-spici di Marine Le Pen, risulta moltoprobabile che la candidata delladestra - da sola contro tutti - siasconfitta. Anche se la profonda spac-catura tra classi sociali emersa dal-l'analisi del voto del primo turnopotrebbe riservare ancora qualchesorpresa.

Marine Le Pen chiama a raccolta i patriotiELEZIONI PRESIDENZIALI FRANCESI

“Non vi è altra scelta chevotare contro l’estremadestra. Voterò dunque

per Emmanuel Macron”. In que-sta dichiarazione di Fillon si rac-chiudono miopia, cinismo e tra-dimento. Con questa indicazionedi voto, si è tristemente chiusala sua parabola politica. Il suo fallimento tra l'altro è diproporzioni storiche, poiché perla prima volta nell’era della quintaRepubblica, un candidato delladestra tradizionale francese nonriesce a raggiungere il ballot-taggio alle presidenziali, di fattocondannando il partito repub-blicano al declino. Le prospettivefuture in casa repubblicana sonoinfatti tutt’altro che promettenti:le frizioni interne, infatti, rivelanola crisi di un apparato partiticoparalizzato da divisioni ideolo-giche e personalismi, che inqueste ore si stanno inesorabil-mente accentuando nell’ambitodella scelta su chi sostenere alballottaggio.Come da previsioni, lo sconfittoFillon si è detto non “più legitti-mato per condurre la lotta dellelegislative di giugno” e insiemead un gruppo di dirigenti delpartito sta lavorando alla stesura

di un testo da cui emergerà unappello inequivocabile all’unitàcontro l’ipotetica ascesa al poteredella leader del Front National. Non sembra però si riesca aconvergere su una strategia co-mune da adottare: molti si sonogià schierati con Macron e controla Le Pen, ma altri vorrebberoassumere un atteggiamento piùcauto. Anche perché “è un sui-cidio radunarsi attorno a Macron

per poi fargli da opposizione allelegislative” ha dichiarato LaurentWauquiez. Il rischio, evidente-mente, è quello di comprometterela minima dose di credibilità ri-masta ai Republicains. Sul punto va rilevato il fatto cheFillon ha commesso un imper-donabile errore, sia a livello po-litico sia ideologicamente par-lando. Sotto il primo aspetto,l'invito a votare Macron fa ap-

parire falsa l'intera campagnaelettorale del partito, nella qualeil leader di En Marche è statodefinito (in senso critico) il “figlioprodigio” di Hollande.Dal punto di vista ideologico in-vece, per quanto storicamentevi siano profonde differenze trala destra tradizionale e il pensierolepenista, le motivazioni delladecisione di opporsi alla candi-data del Fn sembrano prive disostanza e intrise di pregiudizi.Il sostegno incondizionato a Ma-cron in vista del ballottaggio rap-presenta dunque un tradimento,non solo nei confronti dell’elet-torato repubblicano ma anche esoprattutto nei confronti dellaFrancia. Tale decisione della destratradizionale infatti significa sce-gliere la globalizzazione senzaregole, le politiche neoliberisteimposte dall’attuale sistema eco-nomico di governo; le direttiveeuropee artefici dell’implosionedei diritti sociali, la gabbia del-l’Unione Europea, il permissivi-smo sociale e culturale. Il tutto ascapito del popolo. E a trarne vantaggio è solo lui,Emmanuel Macron - classicoprodotto di marketing politico -un giovane furbo e lungimiranteperché, consapevole del tracolloelettorale a cui sarebbe andatoin contro il partito socialista,se ne è distaccato con “non-chalance” presentandosi dinanziai francesi come il nuovo cheavanza.

Claudio Pasquini Peruzzi

IL LEADER DEI REPUBLICAINS CONTRO IL FN

Fillon come previsto:“Appoggerò Macron”First Monseieur o Premier

Dame? La Francia, messi perun momento da parte son-

daggi, analisi politiche e conside-razioni sul possibile esito del turnodi ballottaggio, si sta chiedendoanche questo. Se il 7 maggio avincere sarà Marine Le Pen, perla prima volta nella storia dellaRepubblica si avrà un “Primo Ma-rito”. A ricoprire l'inedito ruolosarebbe Louis Aliot, compagnodella leader del Front National. Idue, reduci entrambi da precedentiunioni, non sono sposati ma stan-no insieme dal 2009. Condividonouna casa a Millas e l'impegnopolitico nel Fn, di cui Aliot è statoSegretario generale fino al 2011,per assumere poi l'incarico, at-tualmente ricoperto, di vicepresi-dente. Sulla sua vita privata co-munque, Marine ha più volte di-chiarato di volerla mantenere tale,tenendola dunque separata daquella pubblica e politica: la coppiaè dunque stata sempre piuttostodiscreta. Nel caso in cui la Le Pendovesse, contro ogni pronosticoattuale, diventare presidente, Aliot– parlando con la giornalista AlixBouilhaguet – ha precisato di nonaver intenzione di partecipare innessun modo al governo. Addi-rittura non si trasferirà nemmenoall'Eliseo. “Non si va a votare per

una coppia presidenziale, ma perun uomo o una donna. I partner– ha dichiarato – dovrebbero re-stare fuori”. Decisamente diversol'atteggiamento della moglie diEmmanuel Macron, Brigitte Tro-gneux. Che ha conosciuto il ram-pante leader di “En Marche” quan-do era la sua insegnante di fran-cese nel liceo gesuita di Amiense poi, nel 2007 (dopo che lui haterminato gli studi a Parigi) l'hasposato. Sulla chiacchierata cop-pia, che durante la campagna elet-torale è apparsa spesso, manonella mano, sotto i riflettori, èstato scritto molto, in particolaresulla differenza di età (39 anni lui,63 lei). Quanto al futuro, chi li co-nosce – riferisce askanews –scommette che Brigitte sarà unapresenza attiva all'Eliseo. Del restolo stesso Macron ha in passatodichiarato: “Se sarò eletto, anziscusate, quando saremo eletti, leisarà là, con un suo ruolo ed unasua posizione. Le devo molto, miha aiutato a diventare quello chesono”. Stella Spada

VERSO IL BALLOTTAGGIO

Louis e Brigitte, l’altrafaccia dell’Eliseo

Mercoledì 26 aprile 2017ESTERI 6

di Chantal Capasso

Continua a rimanere altala tensione tra Corea delNord e Usa. E DonaldTrump non vuole assolu-tamente cedere, e con

una nuova dimostrazione di forzaha inviato nei mari coreani il som-mergibile nucleare Uss Michigan,dotato di missili tattici e di sofisti-cate capacità di comunicazione.Trump aveva preannunciato l'inviodi un''armada' nella regione, poismentita dal Pentagono stesso, maadesso si fa sul serio. Il sottomarino è giunto nelle primeore di martedì mattina nel porto diBusan, in Corea del Sud, proprionel giorno in cui Pyongyang fe-steggia gli 85 anni della fondazionedell'esercito, il Korean People'sArmy (Kpa). Lo ha riferito la Cnncitando fonti della difesa Usa. L'UssMichigan, dotato di missili tattici edi alte capacità di comunicazione. Dopo il sottomarino, è finalmentearrivata al largo della penisola lasquadra navale con al centro la UssCarl Vinson, mega-portaerei nu-cleare il cui invio in chiave deter-rente era stato annunciato l'8 aprilescorso da Trump, ma che avevapreso il “largo”, ignorando le af-

fermazioni di Trump e aveva con-tinuato per la direzione oppostacioè verso l'Indonesia e l'Australia.La flotta della U.S. Navy ha appenainiziato manovre insieme alla ma-rina militare giapponese. Ed è pos-sibile che si unisca a loro anche la

marina militare della Corea delSud, in un'esercitazione che diventauna dimostrazione di forza a pocadistanza da Kim Jong-un. I tre Paesi (Usa, Corea del Sud eGiappone) hanno concordato sullanecessità di "massimizzare la pres-

sione" su Pyongyang per prevenirealtre provocazioni, temendo chenel giorno dei festeggiamenti dellafondazione delle Forze armate (Kpa)possa dare vita ad un nuovo testnucleare o il lancio di un missile. E proprio nel giorno della cele-

brazione un editoriale del RodongSinmun, in prima pagina, ricordache "è finita l'era in cui gli Usa co-stituivano in via unilaterale una mi-naccia nucleare". Pyongyang - silegge ancora - possiede ora "la vo-lontà e le capacità di rispondere aogni tipo di guerra". Se Usa e Coreadel Sud continuano "la preparazioneincauta di un attacco preventivo", ilNord ne "lancerà uno senza preav-visi per punizione trasformando leloro terre in inferni ardenti".Contestualmente all’invio del sotto-marino Trump ha convocato il senatodella Casa Bianca. Riferisce Repub-blica, citando il New York Times, chel'appuntamento è stato fissato perdomani. Sono cento senatori, mag-gioranza e opposizione, tutti invitatinella sede dell'esecutivo. E all'ordinedel giorno c'è proprio una riunionedei senatori americani da parte deivertici militari, sull'emergenza nor-dcoreana. Riceveranno informazionitop secret per valutare meglio loscenario dei rischi, e delle potenzialirisposte americane, soprattutto nelcaso che Pyongyang proceda ad unnuovo (sarebbe il sesto) test nucleare.La riunione con i senatori sembrapoter preludere alla richiesta di au-torizzazioni per interventi militari;ma non è detto.

BRACCIO DI FERRO

Gli Usa inviano un sottomarino nucleare Corea del Nord: “Pronti ad attaccare”

L’Uss Michigan arriva a Busan. Vertice a tre con Giappone e Sud Corea: “Massimizzare la pressione”

I n Arkansas sono state ese-guite due pene capitali periniezione letale, dopo ven-

t’anni circa in America. L’ultimafu eseguita nel 2000. I detenutierano entrambi in carcere dapiù di vent'anni per stupro eomicidio. Un giudice federaleaveva fermato la seconda ese-cuzione capitale accogliendoil ricorso presentato in extremisdall'avvocato del detenuto, se-condo il quale il primo pri-gioniero aveva sofferto in se-guito all'iniezione letale e le

sofferenze, a suo avviso, sa-rebbero state provate anchedal suo assistito, a causa dellasua obesità. L'istanza avevaportato alla sospensione tem-poranea, ma dopo due ore lapena capitale è stata eseguitaanche per Marcel Williams, 46anni, condannato per aver ra-pito, stuprato e ucciso nel 1997una giovane di 22 anni, StacyErrickson. Mentre l'altro prigioniero, JackJones, 52 anni, è stato invecedichiarato morto nelle prigione

di Cummins, a circa 120 chi-lometri dalla capitale Little Rock.Era stato condannato per averstuprato e ucciso nel 1995Mary Philipps, 34 anni, e peraver tentato di uccidere sua fi-glia di 11 anni. E a quest'ultimaha chiesto perdono oggi primadi essere sottoposto all'inie-zione. Sul suo capo c'eranoanche condanne per uno stu-pro e un omicidio in Florida.Jones, come pure Williams,aveva confessato il suo delitto.Entrambi avevano però pre-

sentato ricorso contro la penacapitale sostenendo che i loroproblemi fisici potevano pro-vocare dolori orribili durantel'esecuzione. Una motivazioneche non è servita a fermare laprocedura contro Jones né con-tro Williams, malgrado l'ultimotentativo del suo avvocato.Il governatore dell'Arkansas,Asa Hutchinson, ha messo inprogramma quattro esecuzioninell'arco di undici giorni, primache a fine aprile scadano lescorte del sedativo Midazo-lam, uno dei veleni usati nel-l'iniezione letale, considerandoanche la battaglia legale in-trapresa dalle case farmaceu-tiche contro l’uso di propriprodotti. S.M.

In Arkansas iniezione letale per due condannatiPer un prigioniero c’era stato un rinvio, poi l’esecuzione. Ed è polemica per i farmaci in scadenza

STATI UNITI

Ancora vittime durante l’en-nesima e lunga giornata diproteste in Venezuela, al-

meno 3 persone hanno perso lavita, in differenti circostanze e indiverse località del Paese.Due i morti a Mérida, nell’Ovestdel Paese. Una delle vittime sarebbeun funzionario del governo uccisoa colpi d’arma da fuoco. La terza èuno studente che partecipava alleproteste contro Nicolas Maduro aBarinas. Almeno 5 i feriti.

Un 42enne è morto e almeno altrecinque persone sono rimaste feritilunedì a Merida, capitale dello Statoomonimo del Venezuela, nel corsodelle proteste organizzate dall'op-posizione contro il governo di Ni-colas Maduro. Un altro manifestanteè stato invece ucciso a Barinitas,nello Stato di Barinas, nell'ovestdel Paese. La Procura ha informatodi aver aperto un'inchiesta ma go-verno ed opposizione si accusanoa vicenda di essere i responsabili

di questi nuovi episodi di violenzaLe contestazioni, che portano adalmeno 24 i morti nel Paese in ap-pena 3 settimane, si sono verificatefuori dalla capitale Caracas, teatroinvece di una marcia oceanica perchiedere elezioni anticipate e le di-missioni del Presidente. Alcuni di-sordini e scontri tra manifestanti epolizia non hanno compromessouna manifestazione complessiva-mente pacifica.Decine di migliaia di persone han-

no trasformato la principale au-tostrada che attraversa Caracas eunisce l’Est all’Ovest della capitale,nella piazza della loro marcia pa-cifica contro il regime chavista.Durante la trasmissione televisiva‘El dimingo con Maduro’ , il pre-sidente ha ha annunciato le pros-sime elezioni regionali e locali.Le stesse si sarebbero dovute ce-lebrare a dicembre dell’anno scor-so. Mentre nessun riferimentoalle elezioni presidenziali anticipate,

il vero obiettivo dell’opposizioneche per oggi, 26 aprile, ha an-nunciato una nuova giornata dimanifestazioni e proteste in tuttoil Paese. Gli oppositori non hannoprecisato se sarà diretta verso la

Corte suprema, l'ufficio dell'Om-budsman o il Consiglio nazionaleelettorale, "perché non vogliamodire con anticipo al regime dovedevono istallare i loro posti diblocco". Elvira Mami

La ribellione continua a mietere vittimeI morti salgono a 24. Ma gli scontri tra sostenitori e oppositori di Maduro non cessano

VENEZUELA

Mercoledi 26 aprile 2017 DA ROMA E DAL LAZIO7

Mentre l’Anpi, i centri so-ciali e la sinistra romanascendono in piazza per

il 25 aprile canticchiando “Bellaciao”, a cui non hanno presoperò parte la Brigata ebraica e ilPartito democratico, il movi-mento Roma ai romani e Forzanuova tornano ad occupare unaltro luogo simbolo dell’aggre-

gazione e della cultura capitolina.Nel mirino dei militanti, che stan-no riaccendendo i riflettori del-l’emergenza abitativa a suon diblitz, è finito questa volta il Teatrodei Coronari situato nel bellissimorione Ponte. In passato il teatro, con una ca-pienza di 85 posti a sedere, offrivaoltre alla sala anche la zona risto-

rante e quella bar, che poi sonocessate nel 2006.Dunque, la struttura rivede almenoper ora la luce dopo undici annidi completo abbandono. “Abbiamo ‘attaccato’ il Teatro deiCoronari, nel cuore di Roma, altropezzo della città lasciato nel de-grado e nel tritacarne del malaffare”,ha annunciato Giuliano Castellino,

portavoce di Roma ai romani.Un’occupazione che potrebbe es-sere, secondo gli occupanti, ilpunto di rilancio dell’ex teatro, av-volto dal degrado e dall’incuria,perché “vorremmo riqualificarloed convertirlo in un polo sociale eculturale per tutti i romani”, è ilprogetto presentato da Castellino,per il quale bisognerebbe aprirein questo spazio il ‘Primo sportellodegli sfrattati italiani’ dando vitaad “un laboratorio culturale a 360gradi, dal teatro al cineforum, finoalla programmazione di assembleepopolari che organizzino la lottacontro la crisi e le nuove emer-genze”.Ovviamente c’è un nesso politicotra il 25 aprile e l’iniziativa diRoma ai romani e Forza nuova.Infatti il teatro era non solo attivocome cinema durante l’epocafascista ma, in particolare, nellastruttura avveniva il cosiddetto'dopolavoro', di cui si occupavaappunto l’Opera nazionale deldopolavoro, alle dirette dipen-denze del capo del governo, cheoffriva una serie di attività per il

tempo libero dei lavoratori.Un’occupazione che segue quelladi pochi giorni fa all’ex Gil diTrastevere, in cui gli stessi mili-tanti avrebbero voluto aprire unospazio dedicato alla creatività.Però il progetto è andato in fumoper l’intervento della RegioneLazio, proprietaria di una partedell’immobile, che ha annunciatola riapertura a luglio grazie adun finanziamento di due milionidi euro e il contributo delle do-nazioni dei privati che arriverannocon l’Art Bonus. L’edificio, situato

nel cuore di Trastevere, è consi-derato una delle più importantiopere architettoniche modernedella Capitale, in quanto mani-festo esplicito del razionalismoromano e dunque monumentosignificativo di confine tra l’ar-chitettura tradizionale e l’inno-vazione moderna di matrice eu-ropea. L’opera realizzata da LuigiMoretti tra il 1933 e il 1936rientra nel quadro di quelle operepubbliche che cambiarono l’as-setto funzionale della città.

Marco Compagnoni

L’Anpi sfila, ma il “dopolavoro”fascista rivede la luceL’occupazione segue quella dei giorni scorsi all’ex Gil di Trastevere, che rientra nel quadro delle opere razionaliste che cambiarono l’assetto funzionale della città

L’INIZIATIVA DI ROMA AI ROMANI E FORZA NUOVA NEL RIONE PONTE

L’IMPORTANTE REALTÀ GESTITA ATTRAVERSO IL VOLONTARIATO DALL’ASSOCIAZIONE ‘OPERA D’AMORE’

P aura ieri a Roma, doveun uomo ha tentato diinvestire un poliziotto

ad un posto di controllo inpiazza dei Condottieri, nel quar-tiere Pigneto. Per questo l’agente ha esplosodue colpi di pistola in aria euno alla ruota posteriore destradi un'autovettura guidata daG.A., un disabile di 34 anni,che inizialmente si è fermatoall’alt, poi ha fatto qualche me-tro in avanti, poi in retromarciaha cercato appunto di investireil poliziotto. Quindi, con unagomma perforata, ha percorsoalcuni metri, fuggendo, ma ve-

nendo bloccato poco dopo invia Niccolò Piccininno. I fatti sono avvenuti poco dopole dieci. Poco dopo è giunta un’auto-ambulanza del 118, che ha tra-sportato lo straniero all’ospe-dale San Giovanni. Sottopostoad alcool test, il domenicanoè risultato positivo con untasso del 3,3. Così la poliziaha disposto alla confisca del-l’auto, mentre l’uomo è in statodi fermo per tentato omicidio.A quanto si è appreso, lo stra-niero avrebbe riferito di esseredepresso perché si sta lascian-do con la moglie.

PAURA AL PIGNETO

Ubriaco fugge all’alt,tenta di investire poliziottoL’agente ha poi sparato alcuni colpi in aria

Papa Francesco confermala sua attenzione per lepersone in difficoltà conun altro grandissimo ge-sto umano. Infatti, il Pon-

tefice pagherà l’affitto per un annoall’associazione Opera San LuigiGonzaga “Opera d’Amore” chegestisce una spiaggia senza bar-riere per disabili a Focene, vicinoRoma. Il dono - riferisce l’elemo-siniere pontificio mons. KonradKrajewski - è stato accolto con“entusiasmo e stupore”. E’ stato proprio l’elemosiniere aconsegnare il dono del Papa allacolonia marina “La Madonnina”,dove ogni cosa, dalle strutture alpersonale è all’insegna del vo-lontariato. Uno stabilimento, aperto tutta lastagione balneare dalle 9 alle 19,che è stato ideato per aprire leporte a tutti e garantisce un presi-dio medico e personale specia-lizzato proveniente dalla Federa-zione Italiana Nuoto Paralimpico,che assicura il bagno assistito aidisabili.Tutta la spiaggia è munita di pas-serelle e fornita di pedane checonsentono l’accesso autonomoagli ombrelloni e ai lettini (ade-guatamente rialzati), con la pos-sibilità di giungere fino al bagna-

sciuga e al mare ma anche aglialtri servizi: dallo snack bar allospogliatoio, dai bagni alle doccealle zone d’ombra. Una realtà me-ravigliosa, impegnata da anni nelsociale, che non ha scopi di lucro

perché tutti gli incassi sono rein-vestiti nel progetto. Alla base della colonia marina,hanno spiegato gli organizzatori,c’è “l’idea di creare non uno sta-bilimento ‘ghetto’, ma una spiaggia

senza barriere sia architettonicheche mentali, dove tutti possanogodere insieme del mare ed i suoitantissimi benefici”, e “si riscoprel’importanza della cura dell’altro,la riscoperta dell’unicità dell’es-sere umano a prescindere che siadisabile o normodotato. Si riscopre quanto ogni individuoe' fonte di benessere per l'altro,se solo si pone in ascolto delleesigenze altrui”. E il parroco di San Luigi Gonzagadi Focene, Don Massimo Consolaro,è rimasto davvero colpito dal gran-de gesto di Papa Francesco, cheha accolto con “sorpresa e grati-tudine”.“Ho ricevuto qualche settimana fauna telefonata dell’elemosiniere

Konrad Krajewski che mi ha messoal corrente del dono del Papa, checoprirà le spese per l’affitto an-nuale della spiaggia – ha spiegatoall’Ansa Don Massimo - sono ri-masto sorpreso e sono grato pertale gesto. La nostra associazione ‘Operad’Amore’ gestisce lo stabilimentoda sei e stimiamo di aver accoltocomplessivamente 6mila ospiti.Spesso nei week end abbiamotante presenze e tanti giovani enon giovani, e soprattutto gruppidi famiglie giovani, prestano conabnegazione l'opera di volonta-riato. Appena sparsa la notizia daquesta mattina sto ricevendo tantetelefonate da parrocchiani e vo-lontari”.

Spiaggia senza barriere:il Papa paga l’affitto

Il progetto della colonia marina “La Madonnina” è stato realizzato sei anni fa a Focene

Mercoledi 26 aprile 2017DA ROMA E DAL LAZIO 88

di Marco Compagnoni

Non c’è due senza tre. Unaltro tuffo è costato unamulta di 450 euro ad unatedesca di circa 60 anni,fermata dai vigili urbani

dopo essersi immersa nella fontanadi Trevi ieri mattina. Dopo i casi dei giorni scorsi, gliagenti della Polizia locale di RomaCapitale del gruppo Trevi hannorafforzato le misure di sicurezza in-torno ad una delle fontane più ri-nomate di Roma e proprio ieri laturista ha tentato di camminare “sul-le acque” in cui si bagnò la bellaAnita Ekberg negli anni della DolceVita. La donna è stata vista entrare inacqua vestita, ma è stata subitobloccata dai caschi bianchi chel’hanno invitata ad uscire dallafontana. La fermata ha sin da subitotentato di giustificarsi con i vigiliurbani, dicendo però che il gestonon aveva nessuna particolare mo-tivazione. Un ennesimo affronto che si ripetequasi quotidianamente ai monu-menti di Roma, presi d’assalto daituristi. Sabato scorso, ad esempio,sempre nella fontana di Trevi unospagnolo voleva espiare questa vol-ta le sue “colpe” e purificarsi “da-vanti al Signore”, approfittandodella confusione e del super af-follamento dei gradoni intorno almonumento. Così il 30enne è en-trato nella fontana indossando unatunica bianca. Ha iniziato a cam-minare, poi lentamente s’è tolto latunica tenendola stretta a coprirei genitali e infine ha lanciato deifiori da dedicare alla dea Venere.E’ questa infatti la ricostruzioneche ha fornito alla vigilessa, chelo ha convinto, parlando a lungocon lui in spagnolo, a uscire fuoridall’acqua e a calmarsi.Anche per lui è scattata una multadi 450 euro, come previsto dallenorme vigenti. E probabilmentelo spagnolo sarà stato ispirato daun altro ragazzo, che qualche gior-no prima si era tuffato completa-mente nudo in pieno pomeriggio

alla fontana di Trevi davanti agliocchi attoniti dei passanti. In questo caso il ragazzo s’è bec-cato oltre alla sanzione ammini-strativa anche una denuncia perresistenza a pubblico ufficiale efalse dichiarazioni. Infatti l’uomosi era spacciato inizialmente peruno straniero, ma dai successiviaccertamenti è risultato di nazio-nalità italiana, tra l’altro in possessodi una carta di identità rubata.Dunque la Città Eterna continua

ad essere una meta degli incivilie non viene affatto risparmiata da-gli sfregi alle sue bellezze, comeaccaduto a pasquetta alla fontanain piazza del Popolo che è statarestaurata un anno fa dopo esserestata malridotta propria a causadei continui sfregamenti. In quell’occasione donne e uominihanno scambiato i leoni della fon-tana per dei cavalli, con tanto dipose e foto che sono poi statepubblicate sui social network per

ricordare la pasquetta 2017. Unosfregio che è stato preso come ungioco dagli adulti e dai bambini,quest’ultimi aiutati dai genitori asalire a cavalcioni sui leoni. Ma non è finita qui. In precedenzai caschi bianchi sono intervenutipure a piazza Venezia, dove dueturisti danesi, una sessantenne eun diciassettenne, erano seduti abordo della fontana dei due mari,sotto il Vittoriano, con piedi e gam-be a mollo per vincere la calura

primaverile. Addirittura la donna,piuttosto contrariata per la san-zione, se l’è presa con gli agentidicendo che avrebbe presentatouna protesta presso l’ambasciatadel suo Paese. Ma il fenomeno è in aumento e lastagione dei tuffi è di fatto ripresa.Tuttavia le sanzioni e il rafforza-mento dei controlli non sembraaffatto dissuadere i turisti da unbagno nelle fontane della Capitaled’Italia.

Riprende la stagione dei tuffiIl fenomeno è in aumento nonostante il rafforzamento dei controlli e le multe da 450 euro

ANCHE IERI UNA DONNA È ENTRATA NELLA FONTANA DI TREVI

P er qualche minuto i tu-risti avranno pensatoad un presunto attacco

terroristico, ma fortunatamen-te il blitz dei carabinieri hascongiurato immediatamenteil pericolo in un’affollatissimapiazza del Popolo, invasa daituristi in una calda giornatadi ponte festivo. Grazie al dispiegamento delleforze dell’ordine nei luoghiritenuti sensibili, i militari han-no individuato e arrestato unuomo che si aggirava tra ituristi a piazza del Popolocon una pistola caricata a sal-

ve e quattro coltelli. Si tratta di un uomo senzafissa dimora, incensurato, di47 anni e di origini ceche,che è stato intercettato daiCarabinieri della CompagniaSpeciale di Roma e della Sta-zione Roma San Lorenzo inLucina. Per lui è scattata ladenuncia a piede libero, conl’accusa di detenzione abu-siva di armi.L’uomo era stato notato daicarabinieri, in servizio pressola Stazione Mobile a piazzadel Popolo, nella vicina viaGabriele D’Annunzio - la stra-

da che si inerpica sul Pincio- dove si stava aggirando, inatteggiamento sospetto, traalcuni turisti. Vista la situazione, i militarihanno deciso di controllarlo,trovandolo in possesso di unapistola a salve senza tapporosso, perfetta riproduzionedell’arma in dotazione alleforze dell’ordine italiane, conuna cartuccia nel caricatoree ben 4 coltelli a serramanico. Le armi sono state seque-strate mentre il 47enne è statoportato in caserma e denun-ciato a piede libero.

IL CASO

Paura in piazza del Popolo:girava con pistola e coltelliIl senza fissa dimora, di origini ceche, è stato denunciato a piede libero

Mercoledì 26 aprile 2017 STORIA E CULTURA9

L’edizione del 2017 dellaFesta del Torrone diCremona si prepara adessere letteralmente la

più dolce che mai. Da sabato18 a domenica 26 novembre,ben 9 giorni di festa che tra-sformeranno Cremona nellacapitale nazionale dell’intratte-nimento e del dolce star bene.Il tema della prossima edizionesarà “La gola”, e non potrebbeessere più azzeccato di cosìvista la città della Festa, famosain tutto il mondo sicuramenteper il torrone ma che annovera

tra le sue eccellenze una cucinaricca e saporitissima. Si dicespesso che chi mangia bene èanche ricco di buonumore, einfatti a Cremona è difficile tro-vare qualcuno che non sia sor-ridente e gioviale. Molti sarannoquindi gli appuntamenti specialiche esalteranno l’anima golosae ghiottona di Cremona, chedal dolce al salato non temeconfronti con nessun’altra cittàdel mondo. Un vero e propriogirone dantesco, ma nella suaversione paradisiaca. Obiettivo della SGP Eventi, lasocietà che organizza l’evento,è di superare se stessa e ilgrande successo degli ultimianni. Nel 2016 sono state300mila le presenze in 9 giorni,70 tonnellate di torrone venduto,

oltre 300 pullman arrivati incittà, 400 camper da tutta Italia,ristoranti e locali della città as-sediati dai visitatori.E per farlo punterà su molteconferme ma altrettante novità.Non mancheranno infatti le co-struzioni giganti di torrone, larievocazione del matrimoniotra Francesco Sforza e BiancaMaria Visconti e il Torroned'oro, ad esempio, ma entre-ranno anche iniziative di carat-tere storico, di animazione eintrattenimento. Dal 18 al 26Novembre, quindi, non perdetel’occasione di venire a Cremona.Le sorprese saranno molte, perscoprirle in anteprima basteràseguire La Festa del Torronesu tutti i suoi canali social, incontinuo aggiornamento.

Cremona, torna la Festa del TorroneDal 18 al 26 novembre, nove giorni di iniziative, spettacolo, eventi, incontri

IL TEMA DELL’EDIZIONE 2017 È “LA GOLA”

di Carlo Sburlati

Esce da Johan&Levi un belvolume su Arturo Martini(Treviso 1889 - Milano1947) che si può consi-derare la prima vera bio-

grafia critica dell’artista, dopo quel-la romanzata e parziale di GiovanniComisso “I due compagni,1936”.Si tratta di un testo illuminante, dovutoa una delle più accreditate storichedell’arte italiane, che analizza det-tagliatamente tutte le principali operedell’artista e trae dalla biografia in-formazioni utili a una miglior cono-scenza della sua scultura. Molti i datifinora sconosciuti da lei portati allaluce e le lettere inedite dell’artistapubblicate nel libro. Il volume è diviso in quattro parti.Nella prima (“Il tempo degli esordi”)viene raccontata l’infanzia poveris-sima di Martini a Treviso, dove eranato nel 1889, e la sua formazione, ilperiodo passato a Monaco grazie auna borsa di studio nel 1909 (la “tra-gedia monegasca”, come diceva luistesso), il momento futurista e ilviaggio a Parigi del 1912. La seconda sezione (“Dalla famealla fama”) segue l’artista durantela guerra e il dopoguerra e nelleperipezie che, dalla miseria piùnera, lo portano a farsi conosceree apprezzare nel mondo dell’arte.Dopo la Grande guerra, Martini sitrasferisce a Milano nel 1919-1920,dove s’incontra e si scontra conMargherita Sarfatti e il “Novecento”.Nel frattempo si sposa con Brigidae nel 1921 va ad abitare nel paesedi lei, Vado Ligure. Non ha soldi edeve elemosinare l’aiuto del suo-cero: un disagio immaginabile perun giovane orgoglioso, cui si ag-giunge l’umiliazione, di fronte aiparenti della moglie, di non sapermantenere la famiglia in tempi incui ci si attendeva che l’uomo as-solvesse da solo a quell’obbligomateriale e morale. Nel 1921-1922aderisce al gruppo romano di “Va-lori Plastici” e vive per qualchetempo a Roma, dove nel 1924 portaanche la moglie e la prima figlia,Nena. È in questo periodo che esponecol gruppo del “Novecento Italiano”,già conosciuto durante il soggiornomilanese. Nel 1929, alla seconda

mostra del gruppo, presenta unodei suoi capolavori: Il figliol prodigo(1927). L’opera (che poi sarà ac-quistata dal conte Arturo Ottolenghidi Acqui Terme e sarà da lui legataal cinquecentesco ex Ospedale diSanta Maria Maggiore della città,ristrutturato da Marcello Piacentini)guardava ai romani e ai greci maaffondava anche le radici nel rap-porto conflittuale dell’artista col pa-dre e nella sua stessa esistenza no-made, divisa tra troppi luoghi e no-stalgica di un impossibile ritorno.Nascono in questo periodo anchele sue figure di donne sensuali equasi vive, come La Pisana, il primonudo a grandezza naturale che ese-gue, ispirata all’omonima protago-nista del romanzo di Nievo e gioiellodi uno dei salotti di Villa Ottolenghiad Acqui.La terza parte del libro (“La stagionedel canto”, 1930-1937) racconta lastagione più felice della vita di Mar-tini. È una felicità espressiva maanche esistenziale, legata all’incon-tro con la giovane Egle che gli ri-marrà vicina fino alla morte, anchese l’artista non abbandonerà maiBrigida e i figli Nena e Antonio.L’artista stesso chiama questo pe-riodo “la stagione del canto”: “Con

l’incontro di lei, Egle, mi è venutauna specie di accettazione dellavita e ho cantato”. In questo periodo,a Vado Ligure, all’Ilva Refrattari,potrà impiantare uno studio nellafabbrica. In quegli enormi spazipotrà modellare e cuocere diretta-mente le terrecotte di grandi di-mensioni senza doverle spostare.Nel 1931 Martini vince il 1° premioalla Quadriennale di Roma, che eraallora di ben 100.000 lire (in un’Italiache cantava “Se potessi avere millelire al mese”…). Nel 1933 si trasfe-risce definitivamente a Milano dove,pur tra vari soggiorni altrove,vivràfino al 1941 e dove morirà nel 1947.Nascono in quel periodo alcuni ca-polavori assoluti come le due ver-sioni dell’Adamo ed Eva, una in pie-tra di Finale e l’altra in conglomeratoe bronzo di 300 cm di altezza del1931/32, il magico altorilievo inbronzo Il Sogno del 1931, il Leonein pietra rossa del 1934 ed i cele-berrimi Leoni di Monterosso del1935, che risentono delle sugge-stioni delle chimere etrusche edassiro-babilonesi, il bronzo del To-biolo del 1934, tutti magicamente esapientemente racchiusi in quellacelebre Acropoli delle Arti di VillaOttolenghi, nata da un progetto

degli architetti D’Amato, Vaccaro,Rapisardi e Piacentini e inframezzatiai celebri giardini realizzati da PietroPorcinai, che da alcuni anni sonolocation del Premio Acqui Ambientee di prestigiose iniziative dell’AcquiStoria. Ma sono di quegli anni altreopere pubbliche famose come lastatua della Minerva a Roma, al-l’Università, i bassorilievi della Giu-stizia Corporativa per il Palazzo diGiustizia di Milano del 1937 e quelliper l’Arengario del 1940 e il mo-numento a Tito Livio in marmo del1942 per l’Università di Padova.La quarta e ultima parte del libro èinvece la più drammatica. Seguiamol’artista nella sua scoperta del mar-mo a Carrara (un materiale cheprima non aveva mai voluto affron-tare con convinzione), ma anchenella concezione, che matura inquesto periodo, di una “morte dellascultura”. Con la caduta del fascismoe la disfatta dell’Italia crollano tantisogni e illusioni e la scultura nonpotrà più narrare e rappresentarela realtà. Nel 1945 a Venezia, doveera stato chiamato dal 1942 a inse-gnare all’Accademia di Belle Arti,pubblica il volume La scultura linguamorta (anche se intendeva piuttostola morte della fredda e celebrativa

statuaria). Sempre nel 1945 devesubire l’umiliazione di un processodi epurazione per aver aderito conpassione ed essere sempre statospiritualmente vicino al fascismo(significativi i suoi 18 bozzetti scul-torei delle Storie del Fascismo del1937, poi distrutti). Ne esce assolto,ma distrutto. Il processo, come scriveOrio Vergani che gli era amico,“loaveva stroncato. Si sentiva ‘demolito’moralmente, oltreché fisicamente. Va a vivere con la famiglia del ce-lebre architetto designer Gio Ponti,ma inizia a bere. Muore il 22 marzo1947 a seguito di una probabiletrombosi cerebrale.Martini è stato il maggior scultoreitaliano del Novecento, e oltre allesculture in bronzo, pietra e marmo,ha portato la terracotta a un’inauditamisura monumentale. Ha rivoluzio-nato i canoni della scultura, affian-cando alla tradizionale figura erettao giacente quella prona, inginoc-chiata, carponi, sospesa nell’aria osott’acqua, spesso inserita innova-tivamente in una sorta di teatrino oscatola magica. Ma soprattutto hasaputo creare tante figure indimen-ticabili, sofferte, dolenti o virilmenteimpavide, con un’inesauribile ca-pacità narrativa e fantastica.

UN’EDIZIONE JOHAN&LEVI: L’AUTRICE, ELENA PONTIGGIA, È UNA DELLE PIÙ ACCREDITATE STORICHE DELL’ARTE ITALIANE

Vittorio Martini, ecco la biografiaIl grande scultore fu vittima, dopo il 25 aprile, di un vergognoso processo di epurazione

T utto pronto per quelloche i giornali di tutto ilmondo hanno inserito

nella Top 10 dei match piùimportanti del secolo. Sabato29 aprile (ore 22.00) il Wem-bley Stadium, la casa dellanazionale di calcio inglese,sgonfierà i palloni, indosserài guantoni e spalancherà leporte alla noble art e al titoloWBA, IBF E IBO dei pesimassimi che si contende-ranno sul ring Anthony Jo-shua e Wladimir Klitschko.Una sfida davvero mondiale,tra il beniamino di casa, cheda dilettante ha vinto la me-daglia d’oro ai Giochi diLondra 2012 e l’eterno (41anni) boxeur ucraino. Non sarà solo un incontrodi pugilato, in palio infattile cinture più ambite maanche un giro di affari sti-mato intorno ai 45 milionidi sterline. Sono già 90.000i biglietti venduti, sbriciolatitutti i precedenti record eu-ropei. Non più di 100, i ta-gliandi ancora disponibili,alcuni dei quali a bordoring,acquistabili a circa 73.000pounds l’uno. Lo spettacolo andrà in sce-na in diretta su Sky Sports,che dalle vendite via cavoha guadagnato un mucchiodi denaro. Un autenticoshow, dunque. Con l’incon-tro che si disputerà all’in-

terno del rettangolo passatopraticamente in secondopiano. Eppure di fronte cisaranno due meravigliosiinterpreti di questa ecce-zionale disciplina. Il favoritoè assolutamente Joshua,28enne di Watford (con ori-gini nigeriane), professio-nista dal 2013 e attualmentedetentore della corona IBFcon 18 successi in altrettantiincontri (tutti conclusisi pri-ma della dodicesima ripre-

sa per k.o. tecnico). Dal-l’altra parte l’intramontabileKlitschko, 64 match vinti su68, imbattuto per undicianni consecutivi. La borsa in palio per i vin-citori è stata fissata a 42 mi-lioni di sterline, ad occuparsidell’organizzazione del-l’evento la “MatchroomSport”, società che oltre alpugilato organizza impor-tantissimi tornei di golf edequitazione.

Sarà una sfida nella sfida, aritmo di ganci, montanti edenaro. In un match che sisarebbe dovuto disputarelo scorso novembre allaManchester Arena. Ma l’in-credibile giro d’affari legatoall’evento ha “costretto” gliorganizzatori a trovare unimpianto ancora più ambito. Fuori i secondi, a Londra ilcountdown è agli sgoccioli.Solo tre giorni alla sfidadelle sfide.

I l grande cir-cus della For-mula 1 sbarca

in Europa e piùprecisamentesulle rive del MarNero, a Sochi,per il Gran Pre-mio della Russia,quarto appunta-mento stagiona-le. Appena tre le edizioni di que-sto Gp, dominate dalla Mercedesche ne ha vinte due con Hamiltone una con Rosberg. Anche perquesto motivo la Ferrari, dopoil fantastico inizio di stagione, èchiamata ad un’autentica im-presa volta a sfatare un tabù dainfrangere. La Rossa, dopo l’impresa firmataVettel in Bahrain, vuole conti-nuare a stupire e ad allungarein classifica. Ma non sarà facile.Il tracciato, che si snoda attra-verso il villaggio Olimpico dovesi sono svolti i Giochi invernalidel 2014, posizionato tra palaz-zetto del ghiaccio e parcheggi,unisce rettilinei e curve ad angoloretto che costringono le vetture

a numerosi stop&go. Il caricoaerodinamico sarà quindi deci-sivo, così come le strategie deiteam, che promettono battaglia. Mercedes favorita, dunque. Maocchio alla Red Bull e soprattuttoalla Rossa, che non vuole arre-stare la sua corsa. Un vero eproprio banco di prova per levetture di Maranello, con Raik-konen che vuole centrare almenoil podio e Vettel che sogna unaltro colpo grosso. Quella didomenica 30 aprile sarà unagara tutta da gustare, fin dal-l’inizio. Tra sorpassi sicuri epunti in palio pesantissimi. S’ini-zia a fare sul serio, il Gp diSochi è destinato a delineare ilfuturo… mondiale.

DOMENICA IL GP DI RUSSIA

La Formula 1 sbarca a Sochi

Mercoledì 26 aprile 2017SPORT 10

di Federico Colosimo

Rivoluzione in panchina.Mai come quest’anno, inSerie A ma anche in tuttaEuropa, assisteremo a unautentico valzer degli al-

lenatori, già cominciato. Dalla mas-simo campionato italiano a quelloinglese, tedesco, spagnolo e francese.I trofei sono ancora tutti da assegnarema i maggiori team del pianeta pre-parano già il ribaltone. Scelte tecni-che, divergenze con la società, con-tratti in scadenza o semplice riposo:le cause per dirsi addio sono mol-teplici e al momento solo Zidane,Ancelotti, Guardiola e Mourinhosono certi di continuare la loro attualeesperienza. In Italia sarà rivoluzione per Roma,Inter, Fiorentina e (forse) Milan. Igiallorossi potrebbero dare il via aun rocambolesco rovesciamento,con il nuovo direttore sportivo Monchi(ex Siviglia) che in queste ore in-contrerà Spalletti per capire le sueintenzioni. Il tecnico di Certaldovuole cambiare aria e i capitolini,dopo le troppe titubanze dell’ex Ze-nit, hanno deciso di non opporreresistenza. Anzi. A quanto pare ilnuovo uomo mercato vuole puntaretutto sul suo pupillo Emery, che senon dovesse vincere la Ligue 1 colPsg potrebbe essere esonerato (e

quindi liberato) dal club parigino eapprodare nella Capitale. Con Spal-letti che rappresenta la secondascelta dell’Inter, che ha lanciato l’of-fensiva a Simeone (praticamentesfumato il sogno Conte, che rimarràal Chelsea). È ormai ai titoli di coda l’avventuradi Paulo Sousa, che con ogni proba-

bilità finirà al Borussia Dortmund.Al suo posto Corvino sogna il ritorno(stavolta da tecnico) di Pioli. Sem-brava certa la conferma di Montellaal Milan, ma le sorti dell’aeroplaninodipenderanno dalla qualificazionein Europa League. Se dovesse sfu-mare, allora, la nuova proprietà ci-nese potrebbe fiondarsi su Mancini,

che con l’amministratore delegatoFassone ha un grande feeling. Certepoi le riconferme di Inzaghi allaLazio e Sarri al Napoli, con Allegriche alla fine dovrebbe rimanere allaJuventus nonostante la corte di mezzaEuropa. Chi sostituirà Luis Enrique? È ladomanda che si pone tutta la stampa

spagnola. Il favorito alla successioneè Valverde dell’Athletic Bilbao, chedovrebbe spuntarla su Sampaoli(manager del Siviglia che finiràsulla panchina dell’Argentina) eKoeman dell’Everton. Discorso di-verso, come già detto, per il Cholo.Che dovrà decidere se cedere allelusinghe dei nerazzurri o continuarea guidare i colchoneros per l’ultimastagione. In Inghilterra Wenger, grazie all’ac-cesso in finale di FA Cup conquistataai danni del City (l’ultimo atto vedràdi fronte i Gunners e i Blues), s’èguadagnato l’ennesima riconfermaall’Arsenal. Tramontata dunque lapista Allegri mentre Mancini, Milanpermettendo, potrebbe finire alWest Ham. Abramovich è pronto afare follie per accontentare Conte,convincendolo a restare grazie aun mercato faraonico che punta acostruire un team destinato a do-minare non solo in Inghilterra maanche in Europa. Tutto calmo in Bundesliga, o forseno. Se Ancelotti rimarrà sicuramenteal Bayern Monaco, non è certa laconferma al Borussia Dortmund perThomas Tuchel, insidiato da PauloSousa. La ruota è pronta a girare. In tutta Europa, quest’estate, assi-steremo a un’autentica rivoluzionein panchina.

SI APRE IL VALZER DEGLI ALLENATORI, NON SOLO IN ITALIA MA OVUNQUE

Rivoluzione in panchinaRoma, Inter, Fiorentina e (forse) Milan pronte a cambiare. Nei grandi campionati è cominciata la caccia al sostituto

Joshua-Klitschko: per un… mucchio di dollariIn palio mondiale dei massimi e un giro d’affari mostruoso - Già 90.000 i biglietti venduti, sbriciolati tutti i record europei

BOXE - SABATO WEMBLEY APRIRÀ LE PORTE ALLA NOBLE ART, IN PROGRAMMA UN MATCH STORICO