È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ...

4
Lo studioso britannico Chris tivickham, in volume pubblicato da Laterza, critica le storiografie romantiche nazionaliste e propone un approccio nuovo in particolare sul tema del rapporto tra potere politico e religione cristiana È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE di Paolo Mieli 9 Europa è senza passato . Chiunque nell'anno Mille avesse cercato i se- gni di una futura industrializzazio- ne non avrebbe mai scommesso 4 sull'economia delle regioni renane o dei Paesi Bassi, quanto piuttosto su quella dell'Egitto. E parlare di futuro sviluppo del Lancashire sarebbe sembrato a tutti uno scherzo. E quel che fa notare Chris Wickham in un importante libro, L'eredità. di Roma. Storia d'Europa dal 4oo al iooo d.C., pubblicato da La- terza nell'ottima traduzione di Renato Riccardi. Sono dunque poco seri quelli che parlano di quei tempi definendoli «albori dell'Europa». Wickham spiega di aver fatto riferimento all'anno iooo per il fatto che «l'eredità di Roma» nel conti- nente durò all'incirca fino a quell'anno e poi, «do- po quella data, la sua ombra, lentamente, scom- parve». Inoltre «perché», afferma, «nel X secolo volevo analizzare le divergenze tra gli Stati che su- bentrarono a quello carolingio», soprattutto tra l'Inghilterra post-alfrediana (Alfredo era stato il re del Wessex, morto nell'899, che aveva combat- tuto contro i Danesi e dato inizio al processo di unificazione del suo Paese) e l'Impero bizantino. Senza aggiungere, nell'XI secolo, la stagione dei Turchi selgiuchidi, la riforma gregoriana (cioè della Chiesa ai tempi di Gregorio VII, Ildebrando di Soana) e «l'inizio del grandioso racconto che ha come faro il progresso morale». Nondimeno «non sembra irragionevole» rilevare proprio in quegli anni «un cambiamento fondamentale nel- le categorie del potere politico, anche se solo in alcune parti d'Europa». Ma dell'Europa come tale è pressoché impossibile rintracciare lì una coe- rente storia originale. L'Europa altomedievale, denuncia Wickham, è stata oggetto di «ripetuti fraintendimenti», che ce ne hanno dato «una falsa immagine». L'alto Medioevo è stato collocato all'origine di un tale numero di Stati nazionali europei «da aver acqui- sito una portata mitica per gli storici di tutte le ge- nerazioni da quando, all'inizio del XIX secolo, il nazionalismo è diventato una possente visione politica». E stata prodotta una gran mole di libri «che vanno a caccia di germi di una futura identi- tà nazionale o europea, della quale si afferma l'esistenza nel iooo in Francia, Germania, Inghil- terra, Danimarca, Polonia, Russia». Il tutto per dare fittizi alberi genealogici ad identità nazionali che sono venute alla luce secoli dopo. Come se gli storici fossero diventati studiosi di araldica alla ri- cerca di stemmi e blasoni in grado di fornire lu- stro ai titoli nobiliari dei propri Stati. La storia altomedievale in questo modo è di- ventata parte di una teleologia, vale a dire «la let- tura della storia alla luce di quello che (magari inevitabilmente) ne è seguito, come incammina-

Transcript of È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ...

Page 1: È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE di Paolo Mieli 9 Europa è senza passato. Chiunque ... della Francia per mettere

Lo studioso britannico Chris tivickham, in volume pubblicato da Laterza,critica le storiografie romantiche nazionaliste e propone un approccio nuovoin particolare sul tema del rapporto tra potere politico e religione cristiana

È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVOMITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE

di Paolo Mieli

9 Europa è senza passato . Chiunquenell'anno Mille avesse cercato i se-gni di una futura industrializzazio-ne non avrebbe mai scommesso

4 sull'economia delle regioni renaneo dei Paesi Bassi, quanto piuttosto

su quella dell'Egitto. E parlare di futuro sviluppodel Lancashire sarebbe sembrato a tutti unoscherzo. E quel che fa notare Chris Wickham inun importante libro, L'eredità. di Roma. Storiad'Europa dal 4oo al iooo d.C., pubblicato da La-terza nell'ottima traduzione di Renato Riccardi.Sono dunque poco seri quelli che parlano di queitempi definendoli «albori dell'Europa».Wickham spiega di aver fatto riferimento all'annoiooo per il fatto che «l'eredità di Roma» nel conti-nente durò all'incirca fino a quell'anno e poi, «do-po quella data, la sua ombra, lentamente, scom-parve». Inoltre «perché», afferma, «nel X secolovolevo analizzare le divergenze tra gli Stati che su-bentrarono a quello carolingio», soprattutto tral'Inghilterra post-alfrediana (Alfredo era stato ilre del Wessex, morto nell'899, che aveva combat-tuto contro i Danesi e dato inizio al processo diunificazione del suo Paese) e l'Impero bizantino.

Senza aggiungere, nell'XI secolo, la stagione deiTurchi selgiuchidi, la riforma gregoriana (cioèdella Chiesa ai tempi di Gregorio VII, Ildebrandodi Soana) e «l'inizio del grandioso racconto cheha come faro il progresso morale». Nondimeno«non sembra irragionevole» rilevare proprio inquegli anni «un cambiamento fondamentale nel-le categorie del potere politico, anche se solo inalcune parti d'Europa». Ma dell'Europa come taleè pressoché impossibile rintracciare lì una coe-rente storia originale.

L'Europa altomedievale, denuncia Wickham, èstata oggetto di «ripetuti fraintendimenti», chece ne hanno dato «una falsa immagine». L'altoMedioevo è stato collocato all'origine di un talenumero di Stati nazionali europei «da aver acqui-sito una portata mitica per gli storici di tutte le ge-nerazioni da quando, all'inizio del XIX secolo, ilnazionalismo è diventato una possente visionepolitica». E stata prodotta una gran mole di libri«che vanno a caccia di germi di una futura identi-tà nazionale o europea, della quale si affermal'esistenza nel iooo in Francia, Germania, Inghil-terra, Danimarca, Polonia, Russia». Il tutto perdare fittizi alberi genealogici ad identità nazionaliche sono venute alla luce secoli dopo. Come se glistorici fossero diventati studiosi di araldica alla ri-cerca di stemmi e blasoni in grado di fornire lu-stro ai titoli nobiliari dei propri Stati.

La storia altomedievale in questo modo è di-ventata parte di una teleologia, vale a dire «la let-tura della storia alla luce di quello che (magariinevitabilmente) ne è seguito, come incammina-

Page 2: È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE di Paolo Mieli 9 Europa è senza passato. Chiunque ... della Francia per mettere

ta cioè verso qualcosa che spieghi perché noi -inglesi, italiani, europei (occidentali) - "siamo imigliori"». 0 quanto meno, «per comunità noneccessivamente compiaciute di sé», perché «sia-mo diversi». Tanto più che la scarsità di docu-mentazione consente ricostruzioni di fantasia efa sì che gli storici più seri facciano fatica a mette-re scientificamente in discussione questo generedi ricostruzioni. Ma quelle di stampo nazionali-stico, afferma Wickham, sono sempre «letturefalsate». Anche quando - e può capitare - sia-no basate su dati non scorretti.

In spirito di onestà intellettuale si può, anzi «sideve», affermare che l'Europa non nacque nell'al-to Medioevo. Nel iooo, fatta eccezione per il debo-lissimo senso di comunità che univa i territori cri-stiani, nessuna identità comune teneva assiemela Spagna alla Russia, l'Irlanda all'Impero bizanti-no (che comprendeva gli attuali Balcani, Grecia eTurchia). Non esisteva «nessuna comune culturaeuropea». Né vi era alcun segno che l'Europa, inun futuro ancora piuttosto lontano, si sarebbesviluppata a tal punto, economicamente e mili-tarmente, da poter dominare il mondo. In terminipolitico militari, «le estremità sud-orientali esud-occidentali dell'Europa, Bisanzio e al-Anda-lus (la Spagna musulmana) vantavano gli Stati piùimportanti del continente», mentre nell'Europaoccidentale l'esperimento carolingio si era con-cluso con lo smembramento di ciò che oggi sonoFrancia, Belgio, Germania occidentale, e con que-sta dissoluzione era andata in frantumi l'entitàpolitica egemone dei quattrocento anni prece-denti. Nell'anno iooo lo Stato occidentale più coe-so, l'Inghilterra meridionale, era minuscolo. Benpiù importante era Bisanzio. Ma l'identità nazio-nale bizantina, denuncia Wickham, non è statamolto considerata dagli storici, per il fatto chenessuno Stato nazionale moderno discende in li-nea diretta da quell'Impero. Francia, Germania eSpagna (sia quella cristiana che quella musulma-na) non avevano un'identità nazionale paragona-bile a quella bizantina. L'idea di una «nascita del-l'Europa» così come quella della nascita, milleanni fa, di gran parte delle future nazioni europee«è dunque non solo teleologica, ma prossima apura fantasia».

i più, scrive Wickham: ogni lettura dell'Im-pero romano del V secolo in ragione «deifattori che condussero al suo crollo», o

della Francia per mettere in risalto ciò che portòal potere Carlo Magno, o dell'attivismo papale delX secolo per definire «quel che ebbe come esito lariforma gregoriana», o del dinamismo economi-co del mondo arabo nei termini «della sua (pre-sunta) sostituzione da parte degli italiani e poidei produttori e dei mercanti dell'Europa setten-trionale», è una «lettura del passato falsa». Pro-prio così: «falsa». Ma come è possibile che questogenere di rappresentazioni abbia ancora corso?Perché i «documenti» sono pochi e perciò stesso«integrabili» con ricostruzioni solo apparente-mente deduttive. Scrivere la storia dell'alto Me-

dioevo, sottolinea l'autore, «implica dunque unalotta permanente con la scarsità delle fonti dispo-nibili, giacché gli storici tentano senza requie ditrarne rappresentazioni sempre più articolate».Ed è «poco saggio» prendere una qualunque fon-te troppo alla lettera.

11 più prolifico dei cronisti altomedievali, Gre-gorio vescovo di Tours (visse e fu attivo nella se-conda metà del VI secolo), autore di una lungastoria della Gallia franca in gran parte relativa aisuoi tempi, nonché di numerose vite dei santi, fuanche un vivace protagonista politico, con espli-cite simpatie e antipatie tra i suoi contemporanei.Oltretutto non fu quasi mai testimone diretto deifatti di cui si occupò. Talché si può tranquilla-mente affermare «che non c'è da credere a ciò cheGregorio racconta». E in effetti «sarebbe impos-sibile sfuggire a una tale conclusione anche per-ché, in questo caso, l'assenza di altri riscontri peril periodo di cui scrive, significa che Gregorio è lasola fonte per la maggior parte di quel che affer-ma a proposito della Gallia del suo secolo». Si de-ve riconoscere che «se anche tutte le affermazionidi Gregorio fossero invenzioni - e raffinate in-venzioni, fatte per di più a scopi edificanti -nondimeno egli scriveva in modo realistico». Isuoi resoconti sono perciò preziosi. Ma non van-no presi alla lettera.

Inoltre, la storia come la conosciamo è il fruttodi una tradizione storico-giuridica e, sino allametà del XX secolo, si scriveva dando per scontatoche se una legge ordinava qualcosa, la popolazio-ne aveva poi adottato il comportamento prescrit-to. Ma «se questo non è vero per la società con-temporanea, con tutto il potere di coercizione adisposizione del sistema giudiziario, è lecito pen-sare che dovesse essere molto meno vero nell'altoMedioevo, quando gli Stati erano più deboli (so-vente molto deboli) e spesso era persino impro-babile che le plebi conoscessero quale legge unsovrano avesse emanato».

I valori attuali, scrive Wickham, il liberalismo,la secolarizzazione, la tolleranza, il senso dell'iro-nia, l'interesse per le opinioni altrui, per quantosuperficiali possano essere nella nostra società,erano del tutto assenti mille anni fa, o al megliopresenti solo allo stato embrionale (come inverosono stati assenti dalla maggior parte delle socie-tà del passato). Nell'alto Medioevo, com'è ovvio,«gli individui avevano il senso dell'umorismo, maquel che li divertiva (vale a dire il dileggio e i gio-chi di parole grossolani) non li avvicina affatto al-la nostra esperienza: certamente usavano l'ironia,ma di solito era piuttosto feroce e sarcastica».Quasi tutti gli scrittori dell'epoca, persino i rigori-sti religiosi che si rifacevano all'egualitarismo

Page 3: È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE di Paolo Mieli 9 Europa è senza passato. Chiunque ... della Francia per mettere

BattagNaIl quadro «Labattaglia diPoitiers»(1837 ), operadell'artistafranceseCharles deSteuben(1788-1856).A Poitiers, nel732, l'esercitodei Franchi,guidato dalcondottieroCarlo Martello(nonno di CarloMagno ), bloccòl'avanzata degliArabi dallaSpagna verso ilresto d ' Europa

della teologia del Nuovo Testamento o del Cora-no, «davano per scontata l'immutabilità della ge-rarchia sociale e l'innata virtù morale del ceto ari-stocratico dal quale per la gran parte venivano». Il«servilismo verso i socialmente superiori» e «lacompiaciuta coartazione dei socialmente inferio-ri» erano condotte considerate normali e persinovirtuose ; così come l'assunto generale («perquanto è dato vedere ») dell'intrinseca superioritàdegli uomini sulle donne . Non c 'era ombra di raz-zismo , ma «la generalizzata credenza sciovinisti-ca che gli stranieri fossero inferiori e stupidi nefaceva abbondantemente le veci».

S olla base di queste osservazioni , Wickham siè persino posto il problema di immaginarecon quale scrittore tardoantico o altomedie-

vale avrebbe avuto piacere a intrattenersi ed è sta-to capace di individuare solo cinque nomi: Teo-doreto di Cirro, Gregorio Magno, Eginardo, «for-se» Braulio di Saragozza e, «con minore entusia-smo», Agostino , «per la notevole intelligenza econsapevolezza di sé, non per la tolleranza». Tut-to questo , però, rende , a suo avviso , ancora piùinteressante lo studio della seconda metà del pri-mo millennio . Interesse provocato proprio dalladistanza anziché dalla vicinanza tra il Medioevo ei tempi nostri . t in quell 'epoca che si ha la prima ela più decisiva rottura della storia: lo smembra-mento dell 'Impero romano d'Occidente. Anchese, sottolinea Wickham , «la vecchia immagine diuna cultura romana spazzata via dalla vitale bar-barie germanica è irrimediabilmente superata».Il corrispettivo orientale della rottura del V secolo

P _vntalità d` `°erentiLa secolarizzazione,la tolleranza, l'interesseper le opinioni altrui,il senso dell 'ironia sonofattori che erano del tuttoassenti mille anni fa

Ascesa islamicaL'epicentro della politicasi spostò molto più a estdi quanto non fosse statoda quasi un millennio:dapprima in Siriae poi, dopo il 750, in Iraq

«è costituito dal culmine della conquista arabadel 636 -51, fatto che apri due secoli di crisi per ilmondo romano bizantino, spingendo Bisanzio,in via duratura, verso una diversa traiettoria poli-tica, di maggiore centralizzazione e militarizza-zione». Naturalmente «il califfato arabo era deltutto nuovo , anche se è possibile sostenere che lesue radici strutturali fossero altrettanto romanedi quelle dei bizantini ». La ricchezza del califfatoe la debolezza dello Stato bizantino del VII secolo(«per non parlare dei regni occidentali») sposta-rono «l'epicentro dellapolitica molto più ad est diquanto non fosse stato da quasi un millennio aquella parte : dapprima in Siria e poi, dopo il 750,in Iraq. E quando , dopo l'8oo, nel Mediterraneoriprese vitalità il commercio a medio raggio, ilcentro di tali attività economiche era l'Egitto».

siamo così al punto da cui abbiamo preso lemosse : mille anni fa non c 'era traccia del-l'Europa come la intendiamo oggi e se si

può considerare che qualcosa si muovesse versola modernità, ciò accadeva sulle coste settentrio-nali dell 'Africa. Quanto all'affermarsi di una«prassi politica di esplicito contenuto moralizza-tore», però, se ne possono cogliere i segni nel se-colo che va dal 78o all '88o nella Spagna visigota enell'esperienza di Carlo Magno e dei suoi succes-sori. I Carolingi, afferma Wickham , « strinsero tralo Stato e una Chiesa semiautoritaria un legameche per due secoli divenne la norma nell'Occiden-te latino , sino a che i Papi , da Gregorio VII (io73-1o85) in avanti , cercarono nuovamente di scio-glierlo». Tentativo «riuscito solo in parte e poi ri-baltato nell 'Europa settentrionale dalla Riformadel XVI secolo». Inoltre i Carolingi furono all'ori-gine dell 'assunto secondo il quale «i re e i loro attipotrebbero e dovrebbero venir controllati dagliecclesiastici sotto il profilo morale , la qual cosagià a partire dal IX secolo fu fonte di numerosiproblemi per sovrani quali Ludovico il Pio e Lota-rio II, e avrebbe continuato ad esserlo ancora alungo per molti dei loro successori in Europa». Sipuò aggiungere che l'Impero bizantino e il califfa-to furono certamente «pari ai Carolingi quanto abaldanza religiosa, ma nessuno dei grandi imperiorientali avvertì allo stesso modo l 'urgenza di unprogramma analogo a quello carolingio».

Per questi motivi è di estrema importanza defi-nire la questione delle «radici cristiane» di un'Eu-ropa che, senza quelle radici, resterebbe senza al-cun passato. Senza contare la rottura che è rap-presentata dalla fine del mondo carolingio: «nontanto il venir meno dell 'unità del sistema politicofranco tra la metà e la fine del IX secolo (unità chenessuno , persino all 'epoca, pensava potesse du-rare), quanto piuttosto il disintegrarsi, intorno al-l'anno aooo, delle stesse strutture di potere pub-blico» da ogni parte di quel sistema. Ed è ancheper questo che è impossibile rintracciare nellastoria di mille anni fa segni coerenti di quel chesarebbe venuto - per decisione politica - diecisecoli dopo.

paolo .mieli a@. res.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 4: È ASSURDO CERCARE NELL'ALTO MEDIOEVO MITICHE ORIGINI … · MITICHE ORIGINI DELLE IDENTITÀ MODERNE di Paolo Mieli 9 Europa è senza passato. Chiunque ... della Francia per mettere

Ih . UGregorio diTours (ne(ritratto quisopra) scrisseun'importante«Storia deiFranchi» evarie biografiedi santi. Vissutoin Gallia dal538 al 594,divennevescovo dellacittà di Toursnel 573. Le sueopere sono unadelle fontiprincipali perlastoria dell'altoMedioevo, manon sonoritenutesempreattendibilidagli studiosi

Dopo l'Impero:la caduta di Romaaprì una lungafase di transizione

Nel saggio L'eredità di Roma.Storia d'Europa dal 40o allooo d.C. (Laterza, pagine 78q,€ 38) lo storico britannicoChris Wickham esplora i secoliseguiti alla progressivadissoluzione dell'Imperoromano d'Occidente,confrontandosi con lacomplessità di un periodo chevide grandi trasformazionisociali e politiche . Nato nel1950, Wickham insegna Storiamedievale all'Università diOxford e ha dedicato granparte delle sue ricerche allevicende remote del nostroPaese . Molti dei suoi libri sonoinfatti tradotti in italiano, inprimo luogo Le societàdell'alto Medioevo . Europa eMediterraneo , secoli V-VIII(Viella, 2009), uscito inedizione originale nel 2005,con cui lo studioso inglese havinto vari premi internazionali.Da segnalare anche il saggio diWickham Roma medievale.Crisi e stabilità di una città,900-1150 , pubblicato lo scorsoanno dall'editore Viella.