PULITE - sinanet.isprambiente.it · per la realizzazione di questo vademecum, pari a 19 t CO 2 sono...

33
SOLARE TERMICO MINI IDRO ELETTRICO FOTO VOLTAICO ENERGIE RINNOVABILI ISTRUZIONI PER L’USO EFFICIENZA ENERGETICA GEOTERMIA BIOMASSE BIOCOMBUSTIBILI MINI EOLICO ENER GIE PULITE CAMPAGNA PER L’EFFICIENZA ENERGETICA2007 RegioneLazio

Transcript of PULITE - sinanet.isprambiente.it · per la realizzazione di questo vademecum, pari a 19 t CO 2 sono...

SOLARETERMICO

MINIIDRO

ELETTRICO

FOTOVOLTAICO

ENERGIERINNOVABILIISTRUZIONIPER L’USO

EFFICIENZAENERGETICA

GEOTERMIA

BIOMASSEBIOCOMBUSTIBILI

MINIEOLICO

ENERGIE

PULITE

CAMPAGNAPER L’EFFICIENZAENERGETICA2007

RegioneLazio

CARATTERI COSTRUTTIVI

3 INTRODUZIONE

SOLARE9 TERMICO

MINI 23 EOLICO

GENERAZIONE 6 DISTRIBUITA

FOTOVOLTAICO 15

EFFICIENZAENERGETICA 27

41 GEOTERMIA

51 BIOMASSE

58 LAZIORINNOVABILE

MINIIDROELETTRICO 45

ASSOCIAZIONI 56

Assessorato all’Ambientee Cooperazione tra i Popoli,

Regione Lazio

AssessoreFiliberto Zaratti

Direttore Direzione Regionale Ambientee Cooperazione tra i Popoli

Raniero De FilippisDirigente Area Pianificazione in Materia

di Uso Razionale dell’Energiae di Utilizzo delle Fonti Rinnovabili

Giuseppa Bruschitelefono

06 51689364 / 06 51689323 / 06 5168937506 51689374

fax06 510779270

via del Tintoretto 432,00145 Roma

[email protected]

televideo regionale pagina 520www.regione.lazio.it/web2/contents/ambiente

Per informazionisulle energie rinnovabili nel Lazio:

numero verde [email protected]

Le emissioni di CO2 associate al consumodi carta necessario

per la realizzazione di questo vademecum,pari a 19 t CO2 sono state compensate

da AzzeroCO2 attraverso un progettodi teleriscaldamento a biomassa in Italia.

Energie rinnovabili. Istruzioni per l’usoCampagna per l’efficienza energetica 2007 della Regione Lazio

Progettazionee coordinamento editorialeFrancesco AlemanniClaudia BettiolSergio Ferraris

Contenuti, fotografie e infograficheIses Italiawww.isesitalia.it

Progetto di comunicazioneAlessandra TomeoSviluppo LazioComunicazione e relazioni estrenewww.sviluppo.lazio.it

Prima edizione: marzo 2007

CARATTERI COSTRUTTIVI

3

Energie rinnovabili e ambiente sono diventate finalmente priorità nell’agenda politica in tutto il mon-do. I governi nazionali e locali si sono resi conto che siamo di fronte alla necessità di trovare, tutti insieme, soluzioni concrete e veloci per affrontare l’emergenza ambientale. Il ruolo delle Regioni in questo quadro è molto importante, dato che le amministrazioni locali hanno la possibilità di parlare in ma-niera ottimale con i territori, e quindi possono programmare piani per lo sviluppo sostenibile e intraprendere

iniziative immediate a sostegno dell’ambiente. Il Lazio sta assumendo un ruolo di leadership all’interno dello scenario europeo delle politiche ambientali.

Il programma organico per lo sviluppo sostenibile del Lazio è stato messo a punto considerando, innanzitutto, che la nuova sta-gione delle tutele ambientali non può che passare attraverso un diverso approccio alle fonti energetiche. La nostra convinzione è che, oggi, pensare a forme energetiche alternative sia non solo una necessità per la tutela dell’ambiente, ma anche un’enorme possibilità economica. Oggi abbiamo un timone importante per orientare le nostre politiche energetiche: mi riferisco agli obiet-tivi europei del 20% in meno di emissioni, del 20% in più di efficienza energetica e del 20% di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2020. Ma occorre saper guardare oltre questi importanti obbiettivi e, soprattutto, tradurli in progetti reali.

Per incrementare l’uso dell’energia pulita è necessaria la collaborazione e la consapevolezza di tutti i cittadini, nessuno escluso, perché il cambiamento degli stili di vita in direzione di una maggiore efficienza energetica e sostenibilità ambientale è un punto chiave di qualsiasi politica. Sono lontani i tempi nei quali i cittadini erano spettatori passivi delle scelte energetiche, decise altrove e solo da tecnici e specialisti. Oggi la consapevolezza diffusa circa gli utilizzi dell’energia deve entrare a pieno titolo all’interno della politiche nazionali e locali, per guidare il cambiamento che le sfide future, come quelle del clima, ci impongono.

Per questo, saluto con piacere l’iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio che, con la pubblicazione del vademecum “Energie Rinnovabili: Istruzioni per l’uso”, porta le nuove fonti d’energie pulite diretta-mente nelle case dei cittadini. Si tratta di un’operazione utile, necessaria e fondamentale per colmare quel deficit di informazione che ancora oggi esiste nel nostro Paese circa le rinnovabili e che è necessario superare in fretta per affrontare al meglio le sfide future.

Aprire le case dei cittadinialle energie pulite

Piero MarrazzoPresidente della Regione Lazio

CARATTERI COSTRUTTIVI

5

Sono convinto che l’energia è e sarà uno dei punti cruciali dei prossimi anni per tre motivi. Il primo è legato all’inquinamento che la produzione energetica da fonti fossili possiede in sé, il secon-do attiene alla logica della sua distribuzione e il terzo è legato all’aspetto etico che riguarda l’eredità rispetto alle generazioni future.La soluzione di questi problemi si può riassumere in una parola sola: rinnovabili.

Non si tratta di uno slogan, ma di una prospettiva reale anche se di lungo periodo. Le fonti d’energia rinnovabili sono l’unica soluzione ai bisogni energetici dell’umanità e del problema sempre più pressante del riscaldamento globale.Come Regione Lazio abbiamo predisposto un piano articolato per 100 milioni di euro in tre anni, la cui strategia è mirata a recuperare il gap tecnologico, imprenditoriale e sociale del nostro Paese in materia di rinnovabili. La nostra visione è quella di stimolare la ricerca applicata, la crescita delle rinnovabili a livello imprenditoriale - cosa che avrà sicure ricadute occupazionali - e la diffusione delle energie verdi presso i cittadini. Si tratta di un piano di ampio respiro, che porterà a risultati concreti anche nel breve periodo.Nel Lazio possediamo un tessuto imprenditoriale che potrebbe essere molto ricettivo sotto questo profilo, per questo abbiamo creato un polo di ricerca sull’idrogeno e uno sul fotovoltaico, due settori che reputiamo strategici. E si sta valutando l’op-portunità di realizzarne uno sulla mobilità sostenibile per sviluppare nuovi mezzi di trasporto ecologici; nel frattempo stiamo sviluppando mezzi concreti per diffondere l’efficienza energetica. Gli strumenti che stiamo predisponendo indirizzeranno il Lazio, nell’arco di pochi anni, verso l’ecosostenibilità delle fonti ener-getiche, con un forte impulso delle attività imprenditoriali legate al settore. Lo scopo di questa pubblicazione è quello di favorire la conoscenza delle rinnovabili, sia verso i giovani - attraverso crediti formativi obbligatori in tutte le facoltà dell’Università di Roma La Sapienza - sia nei confronti dei tecnici e degli operatori pubblici, al fine di creare una rete dei comuni rinnovabili nella nostra Regione. Vogliamo in questa maniera creare una nuova consapevolezza ambientale nei professionisti di domani. Stiamo investendo, in questa maniera, sul futuro.

Energie per il futuro

Filiberto ZarattiAssessore all’Ambiente e Cooperazione

tra i Popoli della Regione Lazio

CARATTERI COSTRUTTIVI

7

L’attuale sistema di generazione elettrica è di tipo concentrato, costituito cioè da poche centrali che producono grandi quantità di energia che, trasportata attraverso una dor-sale principale, si dirama per raggiungere le

utenze finali (centri abitati, industrie, ecc.).

Verso un sistema di generazione elettrica “distribuito”Un sistema di generazione e distribuzione concentrato non è un sistema stabile: agli attuali livelli di produzione energe-tica, infatti, anche un piccolo disguido tecnico può scatenare eventi in sequenza, come gli episodi di blackout che si sono verificati gli scorsi anni.

Che cosa è, come funzionaUna possibile soluzione è il passaggio dal sistema centralizzato al sistema “distribuito”, cioè suddiviso in celle (dove una cella può corrispondere agli attuali quartieri cittadini), ognuna ca-

pace di produrre internamente energia e capace di scambiare l’energia prodotta con le celle attigue.Nel sistema di generazione di tipo concentrato, inoltre, le fonti rinnovabili non riescono a dare contributi significativi poiché, vista la loro distribuzione sul territorio, non possono alimentare grandi impianti centralizzati.

Il ruolo delle fonti rinnovabiliIn un sistema di tipo distribuito la produzione di ogni cella può essere affidata alle fonti rinnovabili (fotovoltaico su edi-fici, piccoli dispositivi microeolici, solare termico, ecc.) e ai sistemi assimilati o a basso impatto ambientale (ad esempio piccoli sistemi cogenerativi).Per arrivare a un completo passaggio al sistema di genera-

zione distribuita non occorrerà costruire nuove infrastrutture elettriche, perché sarà possibile utilizzare la rete già esistente. Sa-rà sufficiente incrementare la diffusione di sistemi di produzione da fonti rinnovabili connessi alla rete elettrica o direttamente in autoconsumo.

Poche centrali producono grandi quantità di energia che, trasportata attraverso una dorsale principale, si dirama per rag-giungere le utenze finali come, ad esempio, i centri abitati e le industrie. Una possibile soluzione è il passaggio dal sistema centralizzato al sistema “distribuito”, cioè suddiviso in celle, dove una cella può corrispondere agli attuali quartieri cittadini, ognuna capace di produrre internamente energia elettrica, termica e capace di scambiare l’energia prodotta con le celle attigue.In un sistema di tipo distribuito la produzione di ogni cella può essere affidata alle fonti rinnovabili.

Generazione distribuitaEntrano in gioco le fonti rinnovabili

IL SISTEMA “DISTRIBUITO” È SUDDIVISO IN CELLE. UNA CELLA PUÒ CORRISPONDERE

AGLI ATTUALI QUARTIERI CITTADINI, OGNUNA CAPACE DI PRODURRE INTERNAMENTE

ENERGIA E CAPACE DI SCAMBIARE L’ENERGIA PRODOTTA CON LE CELLE ATTIGUE.

GENERAZIONE DISTRIBUITA

alta tensione media tensione bassa tensione(utenze finali)

sistema a generazione distribuita

micro centrale cogenerativadi supporto al sistema

Il nuovo sistema energeticosarà costituito da una rete interconnessa di produzione energetica,la “generazione distribuita”.

L’attuale tendenza alla centralizzazione degli impianti è conseguenzadei migliori rendimenti ottenibilicon impianti di grande taglia.

ENERGIE PULITE

CARATTERI COSTRUTTIVI

9

Solare termicoScopriamo il valore dell’energia solare

E’ la tecnologia che consente l’utilizzo dell’energia solare per produrre calore. Il solare termico ha raggiunto oggi un buon grado di affidabilità tecnologica e di maturità di mercato, per questo rientra tra i modi più razionali, economici e puliti di fornire energia, principalmente per scaldare l’acqua o l’aria. Allo stesso tempo, questa tecnologia presenta interessanti prospettive di sviluppo tecnologico, orientate all’utilizzo del-l’energia termica per la produzione di freddo (come il “solar cooling”) e di elettricità (ad esempio il solare termodinamico).

Un sistema solare termico ha come com-ponente fondamentale un convertitore di energia solare, detto collettore solare.

Che cosa è, come funzionaIl collettore solare, nel caso più generale del collettore piano a bassa temperatura (50-60°C), è composto da una piastra captante di materiale me-tallico trattato in modo specifico (rame o acciaio), sulla quale sono saldati i tubi dove scorre il fluido (acqua) da scaldare; la piastra è inserita in una scatola di contenimento dalla quale vie-ne isolata con appositi materiali. Sulla superficie esposta al sole c’è la coperta trasparente in vetro o materiali plastici.A causa della discontinuità dell’irraggiamento solare, è sempre presente nell’impianto un serbatoio, isolato termi-camente, dove viene accumulata l’acqua scaldata che viene

quindi resa disponibile quando necessaria all’utilizzo. E’ inoltre buona norma preve-dere un sistema di riscaldamento integrati-vo di tipo tradizionale (preferibilmente una caldaia a gas).

Lo schema più semplice ed economico per un impianto ad uso domestico è quel-lo a circolazione naturale: la circolazione del fluido all’interno del collettore è auto-regolato da movimenti convettivi dovuti alle differenze di temperatura del fluido nei vari punti del circuito, e il serbatoio

di accumulo dovrà essere in posizione sopraelevata rispetto al collettore.

Come, dove e perché installarloAttraverso l’uso di pannelli solari termici è possibile otte-nere:• acqua calda per uso sanitario: sono gli impianti più eco-nomici, che permettono di coprire oltre il 50-60% del fabbi-sogno annuale. L’utilizzo di questi impianti solari consente un sensibile risparmio nella spesa energetica e la loro diffu-sione su grande scala permetterà di ottenere una notevole riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;• riscaldamento degli edifici: questa soluzione è più com-plessa, perché prevede un buon isolamento termico com-

SOLARE TERMICO

IL SOLARE TERMICO È UNA TECNOLOGIA AMPIAMENTE DIFFUSA SUL TERRITORIO:

LE SUE APPLICAZIONI SONO “MATURE” IN TERMINI DI MERCATO, AFFIDABILI NEL

TEMPO, COLLAUDATE E COMPETITIVE ECONOMICAMENTE.

ENERGIE PULITE

11

plessivo e l’adegua-mento dell’impianto per funzionare a basse temperature ma, con-sentendo risparmi per

oltre il 50% delle spese annue di ri-scaldamento, diventa una interessante alternativa da valutare in occasione di ristrutturazioni importanti o costru-zioni di nuovi edifici.Per calcolare le dimensioni del collet-tore solare per la produzione di acqua calda sanitaria di un’utenza domestica, è necessario partire dai consumi effet-tivi di acqua calda: per una famiglia composta da 4 persone occorrono mediamente circa 200 litri di acqua a 45°C al giorno. Il numero di collettori necessario varia a seconda della zona geografica, in base alla disponibilità di energia solare: in prima approssima-

zione, la superficie richiesta è tra 0,5 e 1,2 m2 di collettori per persona, dal Sud al Nord Italia. Il posizionamento ottimale è verso Sud, con una inclina-zione, in Italia, tra i 30° e i 45°.

Costi e vantaggiIl solare termico è una tecnologia che presenta applicazioni ampiamente dif-fuse sul territorio, “mature” in termini di mercato, affidabili nel tempo, ossia collaudate e competitive economica-mente. I costi e i benefici di un impianto in-stallato dipendono dalla posizione

geografica, dalle caratteristiche me-teoclimatiche del sito, dalla tipologia di utenza da servire, dal tipo e dall’ef-ficienza del collettore impiegato (es. collettori piani, sottovuoto, ecc.) e dalla complessità generale del circuito.

Cofinanzimentoe agevolazioni fiscaliL’esborso iniziale, inoltre, si riduce o si ammortizza nel tempo grazie agli incentivi, in genere erogati mediante bandi pubblici, solitamente gestiti dagli enti locali, che offrono un cofinanzia-mento in conto capitale fino al 25-30% del costo dell’impianto (iva esclusa). A questo si aggiungono particolari agevolazioni fiscali, quali l’iva al 10% e la possibilità di ottenere una detrazio-ne Irpef per una percentuale (55% dal 2007) della spesa sostenuta (con tetto

di 60.000 €), così come introdotto con la Legge Finanziaria del 2007.Gli impianti a solare termico rientrano a pieno titolo tra gli interventi di efficien-za energetica di cui ai decreti ministe-riali del 20 luglio 2004. Tali interven-ti, se realizzati da una ESCO (Energy Service Company o azienda di servizi

energetici), permet-tono di conseguire i cosiddetti “Titoli di Efficienza Energetica” (TEE) o “certificati

SOLARE TERMICO

ATTRAVERSO L’USO DI PANNELLI SOLARI TERMICI È POSSIBILE OTTENERE ACQUA

CALDA PER USO SANITARIO (SONO GLI IMPIANTI PIÙ ECONOMICI) E IL

RISCALDAMENTO DEGLI EDIFICI.

Esistono collettori piani di natura diversa, quali quelli sottovuoto o a tubi evacuati, nei quali il vuoto creato intorno all’assorbitore permette di eliminare le perdite di conduzione e convezione. Tali collettori permettono di raggiungere temperature del fluido fino a 110°C. Per andare oltre tali temperature occorre concentrare la radiazione solare, passando quindi dal concetto di collettore piano a quello di collettore a concentrazione. I più diffusi di tale genere sono i collettori lineari para-

bolici, realizzati in modo da concentrare la radiazione solare su un asse posto sul fuoco della parabola così da riscaldare un fluido sino a temperature superiori a 150-200°. Tali collettori abbinati a macchine frigori-fere ad assorbimento permettono di ottenere freddo utile al condizionamento degli ambienti, applicazione molto vantaggiosa se si considera la simultaneità tra la disponibilità di calore dal sole e le esigenze di raffre-scamento.

COLLETTORI PIANI E A CONCENTRAZIONE

Per ottimizzare la resa energetica di queste soluzioni impiantistiche è preferibile dotare l’abitazione di un sistema di riscaldamento a bassa temperatura, tipica-mente i pannelli radianti a pavimento o a parete. In pratica, si fanno passare per terra o sul muro dei tubi nei quale scorre il fluido caldo: in questo modo tutta la superficie del pavimento o parte della superficie delle pareti scambia calore. I tubi sono installati sopra il materiale isolante, che previene la dispersione del calore al di sotto del pavimento. Sopra i tubi viene posato il massetto e quindi la nor-male copertura del pavimento (piastrelle o parquet). Le temperature di esercizio richieste sono di circa 30-35°C. In relazione alla tipologia di collettore utilizzato e al sito di installazione, la superficie dei collettori solari varia tra 0,25 e 0,10 m2 per metro quadro di locale da riscaldare. I maggiori costi di realizzazione (+30%) possono essere ammortizzati in pochi anni grazie al sensibile risparmio in bolletta conseguibile. D’estate, quando la produzione di calore da parte dei pannelli so-lari è maggiore, il bisogno di acqua calda sanitaria diminuisce e quindi il calore raccolto viene lentamente disperso. Tale perdita di energia termica potrebbe es-sere evitata qualora il sistema alimentasse elettrodomestici quali lavabiancheria e lavastoviglie. E’ in tal modo possibile sfruttare il solare termico per diminuire la spesa energetica, oltre che l’impatto ambientale, dovuto all’utilizzo degli elettro-domestici che impiegano gran parte dell’elettricità di cui necessitano proprio per il riscaldamento dell’acqua.

RESA ENERGETICA AL 100%L’IMPIANTO TIPO PER UNA FAMIGLIA DI 4 PERSONE A ROMA PREVEDE 4 M2 DI COLLETTORI PIANI ABBINATI AD UN

SERBATOIO DA 300 LITRI. LA SPESA PREVISTA PER IL TALE IMPIANTO È

INDICATIVAMENTE DI 3.500-4.500 € CHIAVI IN MANO.

Un pannello solarecome questo è sufficienteai bisogni di una famiglia

ENERGIE PULITE

13

bianchi” attestanti l’effettivo risparmio di elettricità o di gas. Questi certificati sono acquistati da soggetti obbligati a conseguire prefissati livelli di risparmio energetico, permettendo così di au-mentare i ricavi necessari ad ammortiz-zare l’investimento. A titolo d’esempio, l’impianto tipo per una famiglia di 4 persone a Roma pre-vede 4 m2 di collettori piani abbinati ad un serbatoio da 300 litri. La spesa previ-sta per il tale impianto è indicativamen-te di 3.500-4.500 € chiavi in mano. I costi di manutenzione ordinaria sono praticamente trascurabili, valutabili in circa 2,5 €/m2 l’anno.

IL SOLARE TERMICO

La finanziaria 2007 prevede per l’installazione di im-pianti solari termici l’esenzione del 55% degli impor-

ti rimasti a carico del contribuente, fino a un massimo di €

60.000.

Il solare termico è attualmente una tecnologia matu-ra dal punto di vista commerciale, e disponibile sul

mercato a costi sostenibili e richiede una singola procedura autorizzativa (DIA).

Verificate l’esposizione e l’inclinazione dell’impianto: il rendimento ottimale si ha con l’orientamento a sud e

un’inclinazione di 30 - 45° sull’orizzonte.

Un impianto di riscaldamento dell’acqua calda sanita-ria permette di coprire totalmente il consumo nei mesi

più caldi, mentre durante l’inverno riesce a offrire anche fino al 70-80% dell’acqua calda necessaria.

Installando impianti di riscaldamento a bassa temperatu-ra, il solare termico può essere utilizzato per la climatizza-

zione invernale degli ambienti, come supporto alle caldaie a gas.

Scegliete materiale per gli impianti che sia certificato e garantito per una durata minima di 20 anni.

I costi di manutenzione sono minimi e si aggirano sui € 2.5 al m2 l’anno

Se siete amanti del “faidate”, potete anche costruirvi da soli il vostro impianto di solare termico: se volete sug-

gerimenti e informazioni Associazione autocostruzione solare, www.autocostruzionesolare.it/

La tecnologia attuale permette l’utilizzo del solare ter-mico non solo ad uso abitativo ma anche per altri fini:

riscaldamento delle piscine, piccole imprese del settore caseario e cartario.

Il sole può contribuire a raffrescarci d’estate: i tecnici del Fraunhofer Institute hanno installato sull’edificio

della Camera di Commercio di Friburgo 100 m2 di collettori solari termici che durante il periodo estivo producono tutta l’energia necessaria per il condizionamento dell’aria, mentre in inverno contribuiscono al riscaldamento degli ambienti.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

6

8

9

10

SOLARE TERMICO

Uno schema di impianto più avanzato, la cui applicazione è generalmente indirizzata ad utenze più complesse di una singola abitazione (impianti centralizzati, alberghi, ristoranti, centri sportivi, etc.), è quella dell’im-pianto a circolazione forzata. Questi impianti hanno sicuramente dei costi più elevati rispetto all’impianto semplice, dovuti alla presenza di una serie di elementi aggiuntivi. D’altra parte però il grado di ottimizzazione di tali impianti rende possibili rese energetiche maggiori aumentando la disponi-bilità di energia termica nel tempo.

IMPIANTOA CIRCOLAZIONE FORZATA ECCO COSA BISOGNA SAPERE E FARE PER

INSTALLARE A CASA UN IMPIANTO PER IL L’ACQUA CALDA SANITARIA SENZA AVERE PROBLEMI E PER

ACCEDERE A UNA FONTE ENERGETICA PULITA.

7

utilizzo finale

utilizzo finale

caldaiaintegrativa

collettore solare

pompa di circolazione

serbatoio di accumulo

Schema di impiantosolare termicoa circolazione forzata.

CARATTERI COSTRUTTIVI

15

Fotovoltaico Scegliamo una fonte energetica pulita

FOTOVOLTAICO

La fetta di silicio subisce trattamenti chimico-fi-sici su entrambi i lati in modo da determinare un campo elettrico nella

zona di contatto fra i due strati. Quando la cella è esposta alla luce solare si generano delle cariche elettriche e quindi elettricità a corrente elettrica continua.

Che cosa è e come funzionaPiù celle connesse in serie costituiscono un modulo foto-voltaico. I moduli che sono realizzati in modo da resistere agli agenti atmosferici, come pioggia, neve e grandine, sono collegati in serie a formare una struttura chiamata pannello. Un insieme di pannelli, collegati elettricamente in serie, co-stituisce una stringa, mentre il collegamento in parallelo tra più stringhe è chiamato campo fotovoltaico.Il funzionamento dell’impianto fotovoltaico e, in particola-re, il trasferimento dell’energia dal pannello agli apparecchi elettrici di uso comune è garantito dalla presenza di altri componenti come apparecchi di regolazione della potenza,

cavi elettrici e quadri di connessione. In particolare, l’inverter è il dispositivo che trasforma la corrente continua pro-dotta dai moduli in corrente alternata utilizzabile dai comuni elettrodomestici

oppure pronta da mettere in rete.I sistemi fotovoltaici hanno una grande affidabilità e una scarsa manutenzione. Il loro tempo di vita è di 25-30 anni.

Come, dove e perché installarloGli impianti fotovoltaici offrono il vantaggio di essere co-struiti secondo le reali necessità dell’utente. Infatti, a secon-da delle dimensioni e delle tecnologie adottate, tali impianti possono essere utilizzati sia a servizio di sistemi isolati (si-stemi stand alone), sia in connessione con la rete elettrica (grid connected).La produzione di energia da parte di un im-pianto fotovoltaico varia nel corso dell’anno e dipende da diversi fattori tra cui la latitudi-ne, l’altitudine, l’orientamento, l’inclinazio-ne della superficie dei moduli e l’efficienza

I SISTEMI FOTOVOLTAICI HANNO UNA GRANDE AFFIDABILITÀ E UNA SCARSA

MANUTENZIONE. IL LORO TEMPO DI VITA È DI 25-30 ANNI.

Gli impianti fotovoltaici consentono la trasformazione diretta della radiazione solare in energia elettrica sfruttando la carat-teristiche di alcuni materiali semiconduttori.Componente elementare degli impianti fotovoltaici è la cella fotovoltaica, costituita da una sottile fetta di materiale semi-conduttore, di forma circolare o quadrata. Il materiale spesso adottato per la costruzione delle celle fotovoltaiche è il silicio (uno degli elementi più abbondanti sul nostro Pianeta), che viene utilizzato in diverse forme: monocristallino, policristallino e amorfo.

LE APPLICAZIONI

ENERGIE PULITE FOTOVOLTAICO

17

dei moduli e dei cir-cuiti elettronici. Il po-sizionamento ottimale dei moduli fotovoltaici (per le latitudini italia-

ne) è verso sud con una inclinazione di circa 30° sull’orizzontale, ma piccole deviazioni portano a una diminuzione accettabile dell’energia raccolta (2-5%). Considerando che il consumo di elet-tricità di un’abitazione monofamiliare varia tra 3.000 e 4.000 kWh/anno, un sistema fotovoltaico, installato ad esem-pio a Roma, dovrebbe avere una poten-za compresa tra 2 e 3 kWp .I dati riportati in tabella si riferiscono all’energia elettrica in corrente alternata prodotta da un impianto con le seguen-ti caratteristiche:• potenza 1 kWp;• efficienza dei moduli 12,5%

(silicio monocristallino);• efficienza dell’elettronica 85%;• orientamento sud;• inclinazione 30° sull’orizzontale.

I costi e i vantaggiI costi di esercizio e di manutenzione degli impianti fotovoltaici sono molto

limitati, grazie alla notevole semplici-tà ed affidabilità delle apparecchiature utilizzate. Dal 2005 il fotovoltaico in

DAL 2005 IL FOTOVOLTAICO IN TUTTA EUROPA, COMPRESA L’ITALIA, HA AVUTO UN NOTEVOLE INCREMENTO, CON OLTRE IL 60%

DI CRESCITA DEI PANNELLI INSTALLATI.

SISTEMI ISOLATI (STAND-ALONE)I sistemi stand alone necessitano di un sistema di accu-mulo a batterie per far fronte ai periodi di minore dispo-nibilità dell’energia solare (es. durante la notte) e sono utilizzati per elettrificare utenze isolate o comunque non raggiunte dalla rete elettrica. Le applicazioni più diffuse servono ad alimentare: sistemi di illuminazione; segnaleti-ca; alimentazione dei servizi nei camper; apparecchiature per il pompaggio dell’acqua (in agricoltura); centraline di rilevazione climatica; ecc.

SISTEMI CONNESSI ALLA RETE ELETTRICA I sistemi collegati alla rete non richiedono accumulo per-ché nelle ore in cui il generatore fotovoltaico non è in grado di produrre l’energia necessaria a coprire la domanda di elettricità, la rete fornisce l’energia richiesta. Nei periodi in cui l’energia prodotta dal sistema fotovoltaico eccede le richieste dell’utenza, l’elettricità in esubero viene inve-ce immessa nella rete elettrica: lo scambio di energia è dunque bidirezionale, e il conteggio dei flussi nelle due direzioni avviene mediante due contatori.

All’interno della categoria dei sistemi connessi alla rete elettrica è possibile fare una ulteriore distinzione: • Centrali fotovoltaiche di potenza: sono grandi impianti con una potenza installata piuttosto elevata, per la produ-zione centralizzata dell’energia elettrica che viene poi im-messa nella rete nazionale o locale e indirizzata agli utenti. I moduli sono posti a terra e le file di moduli devono essere opportunamente distanziate per evitare il loro ombreggia-mento reciproco;

• Sistemi integrati negli edifici: sistemi di piccola e media taglia installati o integrati nei tetti e nelle facciate delle costruzioni civili e industriali, e collegati alla rete elettrica di distribuzione in bassa tensione. La corrente continua generata dai moduli fotovoltaici viene trasformata, dall’in-verter, in corrente alternata e immessa nella rete interna dell’utenza, in parallelo alla rete elettrica di distribuzione, in modo da poter essere consumata dall’utenza locale op-pure ceduta alla rete per la quota eccedente al fabbisogno. L’inverter, oltre alla fondamentale funzione di rendere di-sponibile corrente alternata, assicura che l’energia immes-sa in rete sia di alta qualità per poter essere ceduta alla rete nei giusti limiti di tensione e frequenza. Evitando le zone d’ombra, anche la disposizione del pannello sul piano verticale, ad esempio sulla facciata degli edifici, riesce a conseguire ottimi risultati.

Località Insolazione Energia prodotta in (kWh/m2 anno) corrente alternata (kWh/anno)

Milano 1.435,4 1.220,0Frosinone 1.729,1 1.469,7Latina 1.876,0 1.594,6Rieti 1.522,1 1.293,7Roma 1.798,7 1.528,9Viterbo 1.642,0 1.395,7Trapani 2.067,4 1.757,2

Ecco il sole nel Lazio

Con il fotovoltaico i cittadinipotranno diventare protagonisti

della produzione energetica

ENERGIE PULITE FOTOVOLTAICO

19

Taglia di potenza dell’impianto Tariffa incentivante riconosciuta all’energia prodotta

Impianti non integrati Impianti parzialmente integrati Impianti integrati1 kW<_ P<_ 3 kW 0,40 €/kWh 0,44 €/kWh 0,49 €/kWh 3 kW< P<_ 20 kW 0,38 €/kWh 0,42 €/kWh 0,46 €/kWh P>20kW 0,36 €/kWh 0,40 €/kWh 0,44 €/kWh

Costi Impianto

Potenza Impianto (kWp) 3Costo Impianto (kWp) 6.500 €Costo Totale Impianto 19.500 €Costo annuo eventuale di manutenzione (1%) 0-195 €Costo da ammortizzare (20 anni durata media) 19.500-23.400 €

Ricavi Impianto

Elettricità prodotta (kWh/anno) 4.586 €Risparmio consumi 871 €Ricavo incentivo 2.247 €Ricavi annui 3.118 €Ricavi Totali (20 anni) 62.370 €

Ammortamento

Tasso di riferimento 5,75%Periodo di ammortamento in anni* 7 - 8

Periodo di ammortamento in anni** 10

* con crediti agevolati e detrazioni fiscali

** tasso euribor a sei mesi con spread di due punti percentuali

tutta Europa, Italia compresa, sta aven-do un notevole incremento, con oltre il 60% di crescita dei pannelli installati. Il costo dell’investimento iniziale per l’acquisto del sistema completo (pan-nelli, inverter) di piccola taglia è di cir-ca € 5.500-6.500 per kWp.

Gli incentivi per chi sceglieil fotovoltaicoLa produzione di energia elettrica at-traverso la conversione fotovoltaica è stata incentivata a livello nazionale attraverso l’applicazione del Decreto emanato il 28 luglio 2005 e ampliato e

modificato dal Decreto ministeriale del 6 febbraio 2006.Alla luce dell’esperienza accumulata è stata predisposta una nuova versione del Conto Energia, che aumenta le disponibilità finanziarie e semplifica le procedure amministrative.Il decreto prevede contributi diversi a seconda della taglia e del grado di inte-grazione architettonica degli impianti, e la possibilità di optare per lo scambio sul posto o per la cessione in rete del-l’energia prodotta, per installazioni di potenza compresa fra 1 e 3 kW. La tabella riporta uno schema delle nuove tariffe differenziate a seconda

delle tipologie del-l’impianto.Il decreto prevede, inoltre, un ulteriore premio per quegli im-

scatola di giunzione

utilizzofinale

utilizzofinale

utilizzofinale

connessionealla retenazionale

modulofotovoltaico

inverter

contatorebidirezionale

Schema di un impianto fotovoltaico

allacciato alla rete

Le celle solari possonoavere diverse forme

e dimensioni

ENERGIE PULITE FOTOVOLTAICO

21

IL FOTOVOLTAICO

Controllate la disponibilità del luogo dell’installazione. Il pannello solare deve essere orientato a sud con un’in-

clinazione di circa 30° sull’orizzonte.

Per accedere agli incentivi del conto energia la potenza minima installata deve essere di 1.000 Wp.

La Regione, tramite Sviluppo Lazio, sta erogando cre-diti agevolati per le rinnovabili mentre alcune banche

stanno aprendo apposite linee di credito.

Con il nuovo conto energia la tariffa incentivante parte da 0,36 fino a 0,49 centesimi di euro/kWh.

Informatevi sulle comunicazioni che dovete trasmettere al Gestore dei Servizi Elettrici per avere l’allaccio alla

distribuzione, al numero verde 800161616 o tramite il sito web www.grtn.it.

Fate fare più di un preventivo per l’installazione a parità di richiesta.

Potete scegliere se fornire tutta la vostra energia alla rete o optare per lo scambio sul posto, che vi permette

di cedere energia quando non la utilizzate e di prelevarla quando vi serve.

Prima di partire con l’installazione informatevi su even-tuali problemi di allaccio alla rete elettrica.

Scegliete una fornitura di materiale certificato. I pannelli solari di qualità sono garantiti ben venti anni.

Fatevi rilasciare la garanzia e mettete in conto l’esecu-zione di piccole manutenzioni, come la pulizia annuale

dei pannelli.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

6

8

9

10

7

ECCO COSA BISOGNA SAPERE E FARE PER INSTALLARE A CASA PROPRIA UN IMPIANTO

FOTOVOLTAICO SENZA AVERE PROBLEMI E PER ACCEDERE A UNA FONTE ENERGETICA PULITA,

AFFIDABILE E AMICA DELL’AMBIENTE.

pianti che beneficiano dello scambio sul po-sto e sono destinati ad alimentare utenze ubicate in edifici, o

unità immobiliari, qualora vengano apportati interventi migliorativi del-l’efficienza energetica dell’immobile per una percentuale non inferiore al 10%. Il valore dell’incentivo sarà au-mentato della metà dell’effettiva ridu-zione dei consumi energetici derivante dagli interventi fino, a un massimo del 30% della tariffa. È inoltre previsto l’incremento della

tariffa del 5% nei seguenti casi:• impianti di potenza maggiore di 3 kW con titolo di autoproduttore;• impianti il cui soggetto responsabi-le è una scuola pubblica o paritaria o una struttura sanitaria pubblica;• impianti integrati in strutture ester-ne degli involucri degli immobili, quando siano in sostituzione di coper-ture in eternit o contenenti amianto.Una volta ottenuto, il valore delle ta-riffe incentivanti sarà costante per 20 anni.Tenendo in considerazione le tariffe incentivanti del Conto Energia e i co-sti medi per un impianto fotovoltaico, è possibile costruire la tabella a pagina 17 che racchiude i dati per un impian-to costruito a Roma con le seguenti caratteristiche:• potenza 3 kWp;

• efficienza dei moduli 12.5% (silicio monocristallino);• efficienza dell’elettronica 85%;• orientamento sud;• inclinazione 30° sull’orizzontale.

LA REGIONE, ATTRAVERSO SVILUPPO LAZIO, STA EROGANDO CREDITI AGEVOLATI

PER LE RINNOVABILIE ALCUNE BANCHE STANNO APRENDO

LINEE DI CREDITO APPOSITE

1) entrare in contatto con un’ssociazione o un’azienda che costruisce impianti da fonti rinnovabili (l’elenco delle asso-sicazioni è a pagina 58)2) verificare con un installatore la fattibilità dell’impianto con un sopralluogo;3) inviare al proprio Comune una Dichiarazione di inizio at-tività (DIA). In mancanza di una risposta entro trenta giorni si considerano i lavori autorizzati (il silenzio è assenso).Nelle zone dove è previsto un vincolo, come centri storici

e territori a alto valore paesaggistico, bisogna inoltrare una ricerca specifica e i tempi di attesa in questo caso sono di circa sei mesi;4) realizzare l’impianto: in media due giorni lavorativi;5) inoltrare la richiesta di allaccio alla rete al distributo-re di energia che farà un sopraluogo entro trenta giorni e installerà un contatore per lo scambio sul posto – net me-tering – al costo di 70 € più 30 €, come onere di misura l’anno.

PRODURRE ENERGIA VERDE:ISTRUZIONI PER L’USO

CARATTERI COSTRUTTIVI

23

MinieolicoSfruttiamo l’energia del vento

La produzione di energia elettrica da fonte eolica sfrutta l’energia cinetica presente nel flusso del vento, che viene trasfor-mata in elettricità attraverso macchine motrici chiamate aerogeneratori o turbine eoliche.Il principio di funzionamento delle turbine eoliche si basa sulla rotazione delle pale spinte dal vento. Tale movimento di rotazione viene trasmesso a un generatore che produce elettricità.

IL SETTORE DELL’EOLICO DI PICCOLA TAGLIA VA CONSIDERATO IN MODO DISTINTO DAI GRANDI AEROGENERATORI, DAL PUNTO DI

VISTA TECNICO, ECONOMICO E APPLICATIVO.

Gli aerogeneratori o turbine eoliche sono commercializzate in una vasta gamma di taglie.

Che cosa è, come funzionaGrazie all’utilizzo di mini turbine eoliche, molto piccole, moderne e silenziose, specifiche per l’utilizzo urbano, è possibile sfruttare l’energia eolica per produzione domesti-ca o in distretti agricoli.Il settore dell’eolico di piccola taglia va considerato in mo-do distinto rispetto a quello dei grandi aerogeneratori, sia dal punto di vista tecnico sia economico ed applicativo, che dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente. Infatti, le turbine per mini eolico raggiungono al massimo i 20 kW di potenza e possono trovare spazio anche sui tetti o nei giardini.

Come, dove e perché installarloLe mini turbine eoliche hanno un im-patto visivo quasi nullo e la scarsa ve-locità del vento, tipica dell’ambiente

urbano, non è un vincolo per questa tecnologia; le turbine sono in grado di produrre energia anche con flussi ventosi modesti.Inoltre, al contrario dei grandi aerogeneratori, il mini eo-lico si presta alla generazione distribuita di elettricità, non necessitando di grandi infrastrutture per il trasporto del-l’energia elettrica presso le utenze. E’ proprio in tale contesto che si hanno le maggiori pro-spettive di sviluppo della tecnologia.

L’utilizzo urbano del mini eolicoLa turbina può essere installata o direttamente su tetti e terrazzi, oppure tramite apposite strutture di sostegno. Pri-ma di installare un microgeneratore è importante verificare che non vi siano strutture circostanti che potrebbero osta-colare il movimento delle pale, o anche danneggiarle, e che

il sito scelto abbia ca-ratteristiche di vento-sità minime da poter giustificare la scelta. Questa verifica può

MINI EOLICO

ENERGIE PULITE

25

essere fatta riferendosi alle mappe eo-liche nazionali o ai dati delle misura-zioni anemometriche delle stazioni meteorologiche più vicine.Come nel caso degli impianti fotovol-taici, i piccoli impianti eolici possono essere impiegati sia come sistemi au-tonomi non allacciati alla rete elettrica (case isolate, pompe o macchine agri-cole, ecc.), sia come impianti connessi

in parallelo alla rete elettrica.E’ possibile realizzare sistemi “ibridi”, cioè accoppiare i sistemi

eolici con un’altra forma tecnologica di conversione energetica, come ad esempio il fotovolatico.

Costi e vantaggiL’installazione di una pala eolica sul tetto presenta costi di installazione di circa 1.500 € per kW di potenza. Ipotizzando che una famiglia installi una turbina da 5 kW, la spesa di istal-lazione è di circa 7.500 €. Con una corretta installazione, l’areogenerato-re produrrà in un anno fino a 10.000 kWh.Gli impianti eolici fino a 20 kW col-legati in rete beneficiano del regime dello scambio sul posto, mentre per quelli superiori a 20 kW, il meccani-smo dei certificati verdi e la vendita dell’energia portano a tempi di ritorno dell’investimento molto interessanti.

I sistemi eolici di piccola taglia presen-tano diversi vantaggi tra cui: grande disponibilità di siti utilizzabili, ridotti spazi di installazione, modeste infra-strutture per l’installazione, basso im-patto sul territorio.Per quanto riguarda gli iter autoriz-zativi necessari alla loro installazione, la situazione è ancora complessa e in continua evoluzione.

IL MINIEOLICO

Le microturbine possono essere facilmente installate o direttamente su tetti e terrazzi, oppure tramite apposite

strutture di sostegno.

È’ importante verificare che il sito scelto abbia caratte-ristiche di ventosità minime da poter giustificare l’inve-

stimento: la verifica può essere fatta in riferimento alle mappe eoliche nazionali o ai dati delle misurazioni anemometriche del-le stazioni meteorologiche più vicine.

E’ possibile realizzare sistemi “ibridi”, cioè accoppiare i sistemi eolici con un’altra forma tecnologica, come ad

esempio il fotovoltaico.

Gli impianti eolici fino a 20 kW collegati in rete bene-ficiano del regime dello scambio sul posto, che vi per-

mette di cedere energia quando non la utilizzate e di prelevarla quando vi serve.

Prima di partire con l’istallazione è bene informarsi su eventuali problemi di allaccio alla rete elettrica.

La scelta della struttura portante deve essere attenta-mente valutata: oltre a resistere all’mpatto del vento,

deve anche resistere ai carichi indotti dalla massa della turbina e dal movimento rotatorio delle pale.

Per un’ottimale installazione è importante considerare la disposizione degli elementi architettonici e vegetali

circostanti, e l’impatto acustico dell’aerogeneratore (maggiore il diametro maggiore il rumore prodotto, comunque contenuto nel caso di minieolico).

Gli aerogeneratori per il minieolico sono di facile reperi-bilità sul mercato, in Inghilterra sono già disponibili kit

completi nei grandi magazzini a prezzi accessibili a tutti (2.000 sterline, pari a circa € 3.000).

Con gli attuali meccanismi di incentivazione gli impian-ti da 20 KW sono competitivi con tempi di ritorno del

capitale investito fra 4 e 6 anni per condizioni di vento tipiche superiori a 5 m/s, come si riscontrano in molte aree del territorio nazionale.

Gli aspetti burocratici e amministrativi per l’installazione di impianti mini eolici in Italia sono molto eterogenei: in

alcune regioni (Toscana e Puglia) vigono regole semplificate a cura dei comuni di appartenenza. Le procedure di DIA (Dichia-razione Inizio Attività) nelle altre regioni sono in continua evolu-zione. La responsabilità è comunque delle singole Regioni.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

6

7

8

10

9

ECCO COSA BISOGNA SAPERE E FARE PER INSTALLARE A CASA PROPRIA UN IMPIANTO MINIEOLICO SENZA AVERE PROBLEMI E PER

ACCEDERE AD UNA FONTE ENERGETICA PULITA, AFFIDABILE E AMICA DELL’AMBIENTE.

GLI ITER AUTORIZZATIVI NECESSARI ALL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI MINI EOLICI IN ITALIA SONO IN CONTINUA

EVOLUZIONE: IL PUNTO DI RIFERIMENTO È LA REGIONE.

Un piccologeneratore eolico

per l’autoproduzione

MINI EOLICO

CARATTERI COSTRUTTIVI

27

Efficienza energetica Comportamenti quotidiani per risparmiare energia

Quando parliamo di efficienza energetica facciamo riferimento a una serie di azioni e comportamenti che consentono di raggiungere l’obiettivo del risparmio energetico.Valutato in modo complessivo, l’efficienza energetica è l’approccio (di ognuno di noi) finalizzato alla riduzione dei costi della bolletta elettrica, del gas e alla riduzione dei gas a effetto serra, nonché di inquinanti derivanti dai processi di trasformazio-ne dell’energia. Tutti comportamenti che garantiscono, oltre al risparmio, un alto livello del servizio.

Per ridurre l’impatto degli inquinanti si possono seguire due strade: ricorrere al-le fonti rinnovabili di energia; ottimizzare i consumi di energia intervenendo sulle modalità di utilizzo.

Che cosa è, come funzionaGli esempi di azioni volte al risparmio energetico sono innumerevoli e riguardano tutti i settori, dalla grande industria alle utenze domestiche, e tutti i dispositivi e le macchine, dal motore delle auto agli impianti di climatiz-zazione, alla lampadina fluorescente compatta.Consideriamo ad esempio le modalità con cui può essere costruito un edificio: scegliere un adeguato isolamento, in modo da ridurre le dispersioni di calo-re attraverso le pareti e il tetto della ca-sa, prevedere un rapporto positivo con la radiazione solare incidente, adottare le misure necessarie a limitare le fughe di aria calda dalle finestre. Tutto que-sto significa risparmiare energia.

Gli impegni dell’Italia L’Italia, al fine di ottemperare agli impegni presi in sede co-munitaria, e soprattutto per incentivare il ricorso a tecno-logie energeticamente efficienti, ha varato il 24 aprile 2001 due decreti ministeriali, sostituiti poi nel luglio 2004, che stabiliscono l’obbligo per i distributori di energia elettrica e gas, con bacini di utenza superiori ai 100.000 clienti, di effettuare interventi di installazione di tecnologie per l’uso efficiente dell’energia presso gli utenti finali, in modo da ottenere un prefissato risparmio di energia primaria nei successivi cinque anni.Per raggiungere tali obiettivi le aziende distributrici pos-sono intervenire direttamente, avvalersi di società control-late o acquistare “Titoli di Efficienza Energetica” (TEE)

rilasciati dal Gestore del mercato elet-trico alle società di servizi energetici (ESCO). I distributori hanno inoltre l’obbligo di conseguire almeno il 50% delle riduzioni dei

GLI IMPEGNI DELL’ITALIA. I NOSTRI COMPORTAMENTI QUOTIDIANI NELLE CASE.

L’EVOLUZIONE NORMATIVA NELL’EDILIZIA E LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA.

LE AZIONI DELLA REGIONE LAZIO PER LE “ENERGIE DEL FUTURO”.

EFFICIENZA ENERGETICA

ENERGIE PULITE

29

consumi previste attraverso azioni rela-tive alla loro area di attività primaria.

Il consumo di energia nelle abitazioniNelle nostre case i consumi di energia sono diventati eccessivi e costosi. Gli impianti di climatizzazione (riscal-damento e raffrescamento), l’illumina-zione, gli elettrodomestici ma anche i nostri stili di vita determinano i con-sumi energetici e gli sprechi. È quindi necessario un uso razionale di tutti gli elettrodomestici.Nella maggior parte delle case, un’ana-lisi energetica di base delle utenze e dei possibili interventi di risparmio è

un’operazione sem-plice che consiste nel valutare i consu-mi di combustibile ed energia elettrica,

e paragonarli con valori standard dei consumi delle abitazioni.Ad esempio, per il riscaldamento, nelle zone centrali d’Italia valori accettabili dei consumi annui di energia, calcolati rispetto alla superficie abitativa, sono di circa 70-90 kWh per m2 all’anno oppure, in termini di combustibile (metano) 12-15 m3 per m2 all’anno che, ai prezzi correnti, si traduce in 8-10 euro di spesa per m2. Se i con-sumi superano tali valori è necessario intervenire, ad esempio sulla struttura edilizia, cioè il cappotto dell’edificio

(isolamento termico delle pareti, so-stituzione di finestre, ecc.), control-lando la combustione delle caldaie per mantenerne il rendimento sempre al di sopra di 88-90% e verificando la coibentazione delle tubature, adottan-do un metodo di termoregolazione migliore. Anche nel caso del consumo di ener-gia per il raffrescamento sono consi-gliabili interventi strutturali e, duran-te le ore calde, risultano utili alcuni accorgimenti quali l’uso di tende per ombreggiare i locali e la riduzione dei ricambi d’aria.Per quanto riguarda l’illuminazione, per illuminare un ambiente diminuen-do i consumi, è sufficiente sostituire una lampadina tradizionale ad incan-descenza da 100 watt con una lampa-da fluorescente compatta da 20 watt.

Molto funzionali, e poco costosi, sono i sistemi automati-ci di gestione degli impianti di illumina-

zione, come i sensori volumetrici che spengono le luci nei locali inoccupati o gli attenuatori di flusso luminoso programmabili che riducono il cari-co elettrico delle lampade da esterno nelle ore notturne. Sono possibili ri-sparmi fino al 40% e ritorni economici inferiori ai due anni.Fra gli elettrodomestici attualmente in commercio non è difficile scegliere quelli con elevati standard di efficien-za nei consumi di energia elettrica, ma è importante anche limitare l’uso di prodotti da intrattenimento e ricorda-re di spegnerli durante i periodi di inu-tilizzo (lo standby non è sufficiente).

Costi e vantaggiVista la molteplicità delle misure di ef-ficienza energetica, i costi sono varia-bili e dipendono dal tipo di intervento, che va dall’acquisto di una lampadina a risparmio energetico all’installazione di un impianto fotovoltaico o termico o a una completa ristrutturazione edile.Anche se adottare misure di efficienza energetica significa spendere denaro, questo investimento porta ad un ri-sparmio immediato sulle nostre bollet-te, e quindi a un rapido rientro dell’in-vestimento.

Per incentivare il ricorso a tecnologie energeticamente efficienti sono stati emanati i già citati decreti ministeriali del 20 luglio 2004.

I titoli di efficienza energetica (TEE)Il meccanismo proposto istituisce un innovativo sistema di promozione delle tecnologie efficienti, e prevede la creazione di un mercato di Titoli di Efficienza Energetica (TEE), attestanti gli interventi realizzati. Tali titoli, rila-sciati dal Gestore del mercato elettrico, sono scambiati sul mercato e acquistati da soggetti obbligati a conseguire pre-fissati livelli di risparmio energetico, permettendo così di aumentare i ricavi necessari ad ammortizzare gli investi-menti. Sebbene gli utenti finali non possa-no ricevere incentivi diretti attraverso

TESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PER L’EFFICIENZA ENERGETICA NELL’EDILIZIA È IL DECRETO LEGISLATIVO DEL 19 AGOSTO

2005, N.192, IN ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE RELATIVA AL

RENDIMENTO ENERGETICO NELL’EDILIZIA.

DALL’8 OTTOBRE 2006 LA “CERTIFICAZIONE ENERGETICA” PER GLI EDIFICI DI NUOVA

COSTRUZIONE È OBBLIGATORIA. LA SUA INTRODUZIONE SARÀ GRADUALE, INIZIANDO DA QUELLI CON SUPERFICIE

SUPERIORE AI 1.000 M2.

L’efficienza energeticasi applica con successo

nelle abitazioni

EFFICIENZA ENERGETICA

ENERGIE PULITE

31

il meccanismo, possono comunque trarne vantaggio in quanto sede fisica dell’intervento, e quindi beneficiari del risparmio energetico ed economico ad esso corrispondente. In generale sarà possibile realizzare interventi a un co-sto inferiore a quanto previsto in assen-za del meccanismo. Generalmente gli interventi sono effettuati tramite una Società di servizi energetici (ESCO).

LE INNOVAZIONI NELL’EDILIZIANel settore dell’edilizia si sta cercando di stimolare, attraverso specifici rego-lamenti a livello nazionale ed europeo, il miglioramento dell’efficienza ener-

getica dell’edificio, razionalizzando l’uso delle fonti primarie e premiando interventi che riducono i con-

sumi e utilizzano fonti rinnovabili. Testo normativo di riferimento per l’efficienza energetica nel settore del-l’edilizia è il decreto legislativo del 19 agosto 2005, n.192, che, in attua-zione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nel-l’edilizia, stabilisce i criteri, le condi-zioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e contribuire a raggiungere gli obiettivi nazionali di riduzioni delle emissioni posti dal Protocollo di Kyoto1. Fra le altre cose il Decreto disciplina la metodologia per il calcolo delle pre-stazioni energetiche integrate degli

edifici, i criteri generali per la certifica-zione energetica degli edifici nonché le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione. Dall’8 ottobre 2006 la “Certificazio-ne Energetica” per gli edifici di nuo-va costruzione è obbligatoria, anche se la sua introduzione sarà graduale. L’attestazione della certificazione energetica dovrà essere affissa nei luo-ghi pubblici, iniziando da quelli con superficie superiore ai 1000 m2, e avrà una validità di dieci anni al termine dei quali sarà obbligatorio l’aggior-namento. L’obiettivo è rendere più trasparente il mercato immobiliare,

Il certificato deve indicare:• consumi energetici per il riscaldamento;• consumi energetici per la produzione di acqua;• emissioni di CO2;• informazioni sull'involucro edilizio;• informazioni sugli impianti tecnologici installati.

Tramite specifici decreti attuativi sono stabiliti i criteri generali, la metodologia di calcolo e i requisiti della pre-stazione energetica degli edifici. I decreti forniscono in particolare i criteri generali per quanto concerne progettazione, installazione, esercizio, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l’illuminazione ar-tificiale degli edifici; definiscono inoltre i criteri generali di prestazione energetica per l’edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonché per l’edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla ristrutturazione degli edifici esistenti.

Dettano infine i requisiti professionali e i criteri di ac-creditamento per assicurare la qualificazione e l’indi-pendenza degli esperti o degli organismi cui affidare la certificazione energetica degli edifici e l’ispezione degli impianti di climatizzazione.Tutto questo calcolando (come indica l’allegato B del de-creto):• clima esterno e interno;• caratteristiche termiche dell’edificio;• impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria;• impianto di condizionamento dell'aria e di ventilazione;• impianto di illuminazione;• posizione e orientamento degli edifici;• sistemi solari passivi e protezione solare;• ventilazione naturale;• utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, di sistemi di cogenerazione e di riscaldamento e condizionamento a distanza.

LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA NEL 1992 LA COMUNITÀ EUROPEA HA INTRODOTTO L’OBBLIGO

DELL’APPLICAZIONE DELL’ETICHETTATURA ENERGETICA PER GLI ELETTRODOMESTICI.

1 Con il Protocollo di Kyoto, l’Unione Europea si è impegnata a ridurre l’emissione dei gas serra dell’8% nel periodo fra il 2008 e il 2012, sulla base delle emissioni del 1990. Per l’Italia l’obbligo è del 6,5 %.

Infissi e vetratesono importantiper l’efficienza energetica

EFFICIENZA ENERGETICA

ENERGIE PULITE

33

informare sugli impianti e sulle po-tenzialità del risparmio energetico, documentare lo standard energetico e tecnologico degli immobili, con-tribuire al miglioramento energetico degli immobili, costituire uno stru-mento efficace di marketing e tutelare l’ambiente.

La pompa di caloreLa pompa di calore è una macchina termodinamica che opera tra due sor-genti: una “sorgente fredda”, quale l’aria, l’acqua o il terreno, dalla quale il calore viene prelevato a bassa tem-peratura, e una sorgente calda, detta “pozzo caldo”, quale l’abitazione da scaldare, verso la quale il calore viene ceduto a temperatura più alta.L’utilizzo più diffuso della pompa di calore è la climatizzazione degli am-

bienti, fornendo sia il riscaldamento sia, invertendo il ciclo, il raffresca-mento. La pompa di calore può an-che essere utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria, ma in questo caso occorrono serbatoi di accumulo opportunamente dimensionati.Da un punto di vista energetico, la pompa di calore permette un uso molto efficiente dell’energia. L’ener-gia termica resa disponibile è infatti sensibilmente maggiore rispetto al-l’energia elettrica necessaria al suo funzionamento, ottenendo così con-sumi inferiori a quelli conseguibili con i tradizionali impianti di riscalda-mento e raffrescamento.In termini economici, risulta convenien-te la scelta della pompa di calore piutto-sto che della caldaia soprattutto in caso di applicazioni in nuove costruzioni.

Al momento di acquistare un frigorifero nuovo, occorre fare molta attenzione e paragonare fra loro le prestazioni dei diversi apparecchi. In commercio sono presenti diversi modelli: quelli che permettono di risparmiare ener-gia sono in genere le tipologia in cui gli scomparti sono ben divisi. Infatti l’apertura delle singole porte riduce al minimo la perdita di freddo, e il clima all’interno dei singoli scomparti è controllato elettronicamente, in modo che la temperatura rimanga costante e indipendente da quella esterna. Alcune piccole attenzioni possono aiutare ad utilizzare meglio questeapparecchiature:• lo sbrinamento va eseguito periodicamente in modo da eliminare la brina dalle pareti fredde, ma esistono in commercio anche apparecchi a sbrinamento automatico;• è meglio posizionare gli apparecchi in punti aerati della casa, lontani da fonti di calore. Per il congelatore, una buona collocazione può essere la cantina o il garage;• limitare il numero e la durata delle aperture degli sportelli;• evitare di introdurre cibi caldi, che contribuirebbero alla formazione di ghiaccio sulle pareti;• se possibile lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra la parete e il retro dell’apparecchio e, se questo è inserito nei mobili della cucina, assicuratevi che vi sia spazio sia sopra sia sotto per una buona ventilazione;• il termostato va regolato su un livello intermedio (posizioni eccessivamente fredde sono inutili per la conservazione dei cibi e comportano un aumento dei consumi energetici del 10-15%).

COMPORTAMENTI UTILIFRIGORIFERI E CONGELATORI

tetto ventilato

lampadea bassoconsumoenergetico

riscaldamentoa pavimentoriduttori di flussodell’acqua

elettrodomesticiin classe A++paretecoibentata

solare termico

solare fotovoltaico

infissia tripla camera

Tecnologie efficientiper l’abitazione

EFFICIENZA ENERGETICA

ENERGIE PULITE

35

Gli infissiPer evitare dispersioni d’aria calda verso l’esterno e l’ingresso d’aria fredda nel-la nostra abitazione, è buona norma controllare periodicamente l’isolamen-to degli infissi e del cassonetto. In pre-senza di fughe o spifferi, è opportuno applicare guarnizioni e silicone. Nella scelta di nuovi infissi, è preferibile sce-gliere i doppi vetri, che rappresentano anche una più efficace barriera contro il rumore.

GLI ELETTRODOMESTICILeggiamo le etichetteCon la direttiva europea n. 92/75/CEE, la Comunità europea ha intro-dotto, nel 1992, l’obbligo dell’appli-cazione dell’etichettatura energetica per gli elettrodomestici. Lo scopo è informare in modo sintetico e imme-

diato il consumatore sulle caratteristi-che tecniche degli apparecchi, sul loro consumo e quindi sull’impatto su eco-nomia e ambiente.A partire dal 1998, in Italia sono sta-te progressivamente introdotte le eti-chette per il mercato dei frigoriferi e dei congelatori, delle lavatrici, delle lavastoviglie, delle lampade ad uso do-mestico e, infine, dei forni elettrici e dei condizionatori d’aria.L’etichetta è posta davanti o sopra l’apparecchio in modo ben visibile, e

al suo interno sono riportate in diversi box le informazioni relative all’elettro-domestico.Le varie etichette presentano più o meno la stessa veste grafica. Su ognuna è presente una zona in cui è identificato l’elettrodomestico, con

indicato il nome e il marchio del co-struttore e il nome del modello.Una seconda zona dell’etichetta con-tiene la classificazione in classi di ef-ficienza energetica che vanno dalla A (massima inefficienza energetica) alla G.

L’impianto di riscaldamento deve essere ben tenuto e correttamente re-golato.I termosifoni, per cedere correttamente calore all’ambiente circostante, non devono essere coperti da tende o mobili e devono essere puliti regolarmente.Se si trovano sotto le finestre è opportuno applicare, tra il muro e il termo-sifone, uno strato di materiale isolante, possibilmente con una superficie ri-flettente, che orienti il flusso di calore verso l’interno contribuendo, inoltre, a elevare l’isolamento termico generale.

COMPORTAMENTI UTILIRISCALDAMENTO

• Regolare il termostato in modo da ottenere una differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno di non più di 5° C.• Mantenere i filtri puliti.• Utilizzare la funzione di deumidificazione (una riduzione dell’umidità permette di ottenere situazioni di benessere senza raffredare l’ambiente).• Tenere abbassate le tapparelle nelle ore di radiazione diretta.• Utilizzare condizionatori dotati di tecnologia “inverter”, che permette di avere una resa energetica superiore mantenendo il gas refrigerante in circolo anche quando il compressore non è attivo; in questo modo è necessario un quantitativo minore di energia per far ripartire l’impianto.

COMPORTAMENTI UTILICONDIZIONATORI

La tecnologia ha permesso la produzione di apparecchi sempre più effi-cienti, che sono in grado di lavare con consumi ridotti di acqua, di deter-sivo e di energia.Per l’utilizzo questi tipi di apparecchi è consigliabile:• scegliere cicli di lavaggio a temperature non elevate (gli attuali detersivi assicurano ottimi risultati anche a basse temperature);• utilizzare le macchine solo a pieno carico oppure servirsi degli appositi tasti “economizzatore o mezzo carico”;• non superare mai le dosi di detersivo consigliate dalle case produttrici, perché il detersivo incide molto sui costi del bucato e concorre all’inquinamento dell’ambiente.

COMPORTAMENTI UTILILAVATRICI E LAVASTOVIGLIE

LA FINANZIARIA 2007 PREVEDE LA DETRAZIONE FISCALE, IN UN’UNICA

RATA, DEL 20% DEI COSTI A CARICO DEL CONTRIBUENTE PER LA SOSTITUZIONE DI FRIGORIFERI, CONGELATORI E LORO

COMBINAZIONI DI CLASSE ENERGETICA NON INFERIORE AD A+, ACQUISTATI NEL 2007.

EFFICIENZA ENERGETICA

Una barradi illuminazione a led.

Si tratta di una delle fonti luminose

migliori sotto il profilo dell’efficienza

L’etichetta energetica:uno strumento indispensabile per orientarsi nell’acquistodegli elettrodomestici

ENERGIE PULITE

37

I consumi annui di un apparecchio di classe A possono essere considerati cir-ca la metà di quelli di un apparecchio di classe G. Le lettere sono segnate su frecce di colore differente e di lun-ghezza crescente (dalla A alla G), più alta è l’efficienza energetica dell’appa-recchio più corta è la freccia. In questo spazio può eventualmente essere pre-sente anche il marchio ECOLABEL (marchio che indica un prodotto più compatibile con l’ambiente).

In un’altra zona dell’etichetta sono indicati i consumi energetici espressi in kWh/anno, calcolati in condizioni standard a livello europeo.Nelle altre zone delle etichette sono riportate informazioni differenti a se-conda delle diverse tipologie di elettro-domestici che presentano caratteristi-che e consumi differenti. Ad esempio, l’etichetta presente su una lavatrice conterrà informazioni su efficacia di lavaggio e centrifugazione, capacità di

carico, consumo di acqua e rumorosità, mentre quella presente su un frigorifero riporterà informazioni sul volume utile e rumorosità. Anche per le apparecchia-ture per ufficio (computer, monitor,

Tipo N° lampadine occorrenti Consumo kWh Spesa totale Risparmio (lampadine ed elettricità)

Lampada 50 da 100 W 5.000 1.050 € 760 €ad incandescenzaLampada a scarica 5 da 20 W 1.000 290 €elettrica in gas

Illuminazione, cinque punti luci, 10.000 ore

stampanti, ecc.) esiste un’etichetta per attestarne l’elevata efficienza energeti-ca. Tale etichetta è stata introdotta nel-l’Unione Europea nel 2001.

L’ILLUMINAZIONEAnche il settore dell’illuminazione ha una sua importanza energetica in ter-mini di consumi di elettricità, e non sempre i sistemi di illuminazione che utilizziamo nelle nostre case rispondo-no a criteri di efficienza energetica.In base alla modalità con cui viene ge-nerata la luce, le lampade attualmente in commercio possono essere suddivise in due categorie: le lampade a incande-scenza e le lampade a scarica elettrica in gas.Le lampade a incandescenza trasforma-no gran parte dell’energia consumata in calore anziché in luce (solo per il 5-

Si tratta di lampade in vetro nelle quali sono posizionati due elettrodi da cui parte la scarica elettrica che innesca una reazione tra il gas nobile e il mercurio in esso contenuti. Questa reazione provoca l’emissione di radiazioni ultraviolette invisibili trasformate in luce dalla miscela di so-stanze fluorescenti spalmate sul vetro interno della lampada. Le lampade a scarica in gas utilizzano un reattore che limita il valore della corrente ed eventuali variazioni di tensione, e uno starter che facilita l’innesco della scarica elettrica all’interno del tubo. Le lampade a scarica elettrica in gas hanno una vita media della durata di circa 10.000 ore.A questa famiglia appartengono le lampade tubolari fluorescenti tradizio-nali (dette erroneamente “al neon”) e quelle compatte.

ILLUMINAZIONELAMPADE A SCARICA ELETTRICA IN GAS

Sono costituite da un bulbo in vetro da cui è stata tolta l’aria e riempito con un gas inerte. La luce viene prodotta dal riscaldamento di un filamen-to di tungsteno, posto all’interno del bulbo, attraverso il quale passa la corrente elettrica. Durante il funzionamento il tungsteno evapora, si depo-sita sull’interno del vetro e il filamento diventa sempre più sottile, fino a spezzarsi dopo circa 1000 ore di funzionamento. Anche le lampade alogene appartengono alla famiglia delle lampade ad incandescenza.

ILLUMINAZIONELAMPADE A INCANDESCENZA

Anche nel campo dell’illuminazioneè possibile conseguirerisparmi rilevanti

EFFICIENZA ENERGETICA

ENERGIE PULITE

39

10%), e quindi sono caratterizzate da una modesta efficienza luminosa. Una lampada a scarica in gas, a parità di lu-ce emessa, consuma il 20% dell’energia utilizzata da una lampada a incande-scenza; inoltre, ha una durata media molto più lunga. La Direttiva 98/11/CE prescrive l’esposizione di una eti-chetta energetica sulle scatole di imbal-laggio delle lampade in cui vengono

indicati il flusso lu-minoso (misurato in LUMEN), la potenza assorbita e la durata media delle stesse.

COME RISPARMIARELa sostituzione di apparecchiature domestiche poco efficienti con quelle a elevata efficienza che, a parità di re-sa, richiedono un consumo minore di energia, è un presupposto fondamen-tale per ottenere un buon risparmio energetico. Gli elettrodomestici ad alta efficienza possono consumare fino a un terzo dell’energia elettrica consumata da quelli meno efficienti. Il costo inizia-le, più elevato, è ampiamente ripagato dal risparmio dei costi di bolletta ot-tenibile nelle stesse condizioni di uti-

lizzo. Un frigorifero di classe A++ ci fa risparmiare in dieci anni fino a 640 Euro, un bel vantaggio.L’utente finale è supportato nella sua scelta dalla presenza sui vari elettrodo-mestici di una etichetta energetica, che riporta il consumo dell’apparecchio e le caratteristiche tecniche. Di fondamentale importanza sono pe-rò anche i comportamenti finalizzati alla riduzione degli sprechi.

Classe A++ Classe A Classe C Risparmio annuo max

Frigorifero 188 kWh 563 kWh 64 €Lavatrice 245 kWh 403 kWh 27 €

Consumo annuo di energia elettrica

L’EFFICIENZA ENERGETICA

Per l’impianto di riscaldamento è importante regolare la temperatura d’esercizio.

Per la produzione di acqua calda con scaldabagno ali-mentato a fonti convenzionali è importante scegliere le

dimensioni più adatte alle proprie esigenze e installare lo scal-dabagno nelle vicinanze del punto di utilizzo e in un locale non freddo, per evitare possibili dispersioni di calore.

Installare riduttori di flusso sui rubinetti e nelle docce: si può risparmiare fino a due terzi dell’acqua normal-

mente utilizzata e l’energia necessaria a riscaldarla, nonché pre-ferire la doccia al bagno (consuma meno acqua).

Scegliere scaldabagni sia elettrici sia a gas di tipo istan-taneo e non con il boiler: in questo modo si consuma

energia solo quando c’è bisogno e si evitano dispersioni.

Per risparmiare sull’utilizzo degli elettrodomestici è im-portante utilizzare la lavastoviglie e la lavatrice a pieno

carico preferendo lavaggi a basse temperature e il programma economia quando presente.

Se gli apparecchi sono predisposti per un doppio at-tacco, alimentate direttamente gli elettrodomestici con

uno scaldabagno a gas o solare: scaldare l’acqua tramite energia elettrica è il sistema meno efficiente e più costoso.

Una corretta manutenzione del frigorifero aiuta a con-sumare meno: rimuovere regolarmente la polvere che si

deposita sulla serpentina sul retro del frigorifero e sbrinare il frigorifero non appena lo strato di ghiaccio supera i 5mm.

La Finanziaria 2007 prevede la detrazione fiscale, in un’unica rata, del 20% dei costi a carico del contribuen-

te per la sostituzione di frigoriferi, congelatori e loro combinazio-ni di classe energetica non inferiore ad A+, acquistati nel 2007 (ammontare complessivo non superiore a 200 € per ciascun apparecchio).

Esistono società (ESCO Energy Savings Conpany) spe-cializzate negli interventi di efficienza energetica, che

hanno gli strumenti e le conoscenze per mettere in atto pro-grammi di risparmio energetico.

Con l’approvazione della legge n. 192/2005 (modifica-ta dal Dlgs n.311/2006) è obbligatoria la certificazione

energetica dell’edifico: uno strumento in più per avere informa-zioni chiare e trasparenti sugli immobili in cui abitiamo e che ci apprestiamo ad acquistare.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

6

7

9

8

ECCO COSA BISOGNA SAPERE PER AVERE UN “CONTO ENERGETICO” EFFICIENTE E RAGGIUNGERE

L’OBIETTIVO DEL RISPARMIO ENERGETICO.

Una lampadinaad alta efficienza

EFFICIENZA ENERGETICA

10

CARATTERI COSTRUTTIVI

41

GeotermiaL’energia pulita che viene dal sottosuolo

La temperatura del nostro pianeta aumenta con la profondità secondo un gradiente geotermico generalmente di 3°C ogni 100 metri.Il calore immagazzinato all’interno della terra si propaga verso la superficie per effetto della trasmissione, attraverso i vari strati o attraverso fluidi come l’acqua o il vapore. Lo sfruttamento dell’energia geotermica consiste nell’utilizzare questa fonte geologica di calore: una fonte di energia a tutti gli effetti rinnovabile.

IL CALORE IMMAGAZZINATO ALL’INTERNO DELLA TERRA SI PROPAGA VERSO

LA SUPERFICIE PER EFFETTO DELLA TRASMISSIONE, ATTRAVERSO I VARI STRATI

TERRESTRI O ATTRAVERSO FLUIDI COME L’ACQUA O IL VAPORE.

In un sistema geotermico l’acqua si ri-scalda per effetto del calore contenuto nel sottosuolo, fino a raggiungere anche temperature di centinaia di gradi (per esempio in caso di vicinanza a masse magmatiche). Il fluido formatosi risale in superficie attraverso faglie e fratture dan-do luogo a manifestazioni geotermiche.La risalita in superficie può essere anche indotta artificialmente tramite perforazioni meccaniche (pozzo geotermico), e i vapo-ri possono poi essere convogliati verso utenze o verso apposite turbine a vapore. L’energia geotermica può essere utilizzata per diversi scopi: produzione di energia elettrica o usi termici diretti di tipo civile, agricolo ed industriale.La produzione di energia elettrica avviene nelle centrali geo-termoelettriche, che differiscono da quelle termoelettriche so-stanzialmente per l’assenza del generatore di vapore. Infatti, in questo caso il vapore proveniente dal sottosuolo viene inviato direttamente a un gruppo turbo-alternatore che produce ener-gia elettrica.Quando il fluido geotermico ha temperature più basse, quindi

non idonee alla generazione di elettricità, un’applicazione interessante è il teleri-scaldamento geotermico, ossia l’utilizzo di tale calore per scaldare l’acqua circo-lante in corpi scaldanti quali radiatori e termoconvettori delle abitazioni. Altra tecnologia che sfrutta efficiente-

mente la geotermia è quella delle pompe di calore geotermi-che, che utilizzano in gran parte il calore geologico per riscal-dare o raffrescare gli ambienti. La pompa di calore geotermica può avere due configurazioni:• a sonda verticale: necessita generalmente dell’installazione di tubazioni verticali per il prelievo di calore dal sottosuolo po-ste a una profondità variabile da zero a 150 metri;• a sonda orizzontale: svolge lo stesso funzionamento di riscaldamento, raffreddamento e produzione di acqua calda, solo che le sonde sono disposte in maniera orizzontale a 1,5/2 metri di profondità cir-ca, per una superficie di circa 3 m2 per kW.

GEOTERMIA

ENERGIE PULITE

43

L’ENERGIA GEOTERMICA

L’impianto non ha bisogno di integrazioni con altre tec-nologie, e non necessita di nessun uso del gasolio o del

metano per la caldaia, quindi non sono più necessari pericolosi serbatoi.

Vista la facilità di installazione è adattabile a qualsiasi tipo di edificio: abitazioni, uffici, edifici commerciali,

edifici pubblici, centri sportivi.

Un impianto di climatizzazione geotermico è realizzabi-le in qualunque zona, in ogni tipo di terreno, indipen-

dentemente dalla profondità della falda.

Lo spazio occupato da una pompa di calore è come quello di un frigorifero: si può installare in qualsiasi lo-

cale di servizio, anche nella lavanderia.

La gestione di una pompa di calore con sonda geoter-mica è semplicissima: un unico impianto può gestire il

riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda, il tutto programmabile con grande flessibilità, affinché ogni esi-genza di riscaldamento sia soddisfatta.

L’utilizzo del condizionamento geotermico, rispetto al tradizionale, permette un risparmio di circa il 60% ri-

spetto alle fonti tradizionali.

In considerazione dei costi di gestione degli impianti è importante considerare il possibile pagamento di un

canone di utilizzo del liquidi geotermici: questa forma di paga-mento dipende dai regolamenti regionali e provinciali, e varia di conseguenza.

Le pompe di calore geotermiche a orientamento rappre-sentano l’alternativa più economica, facile da installare

e diffusa: i sensori geotermici vengono interrati a una profondità di circa 60 cm, senza alterare in alcun modo la natura del terre-no del vostro giardino nel quale potrete tranquillamente piantare arbusti e coltivare fiori.

In determinate condizioni, in particolare per abitazioni nuove, i costi d’investimento per una sonda geotermica

verticale sono simili a quelli di un sistema di riscaldamento clas-sico a nafta equipaggiato di una caldaia: d’altra parte, le spese di funzionamento annuale sono molto minori (non c’è manuten-zione nè utilizzo di combustibile).

L’iter autorizzativo per gli scavi è di competenza variabile a seconda delle Regioni: nel Lazio la competenza è della

Provincia dove si installa l’impianto.

IN DIECI MOSSE

1

2

3

4

5

6

7

8

10

9

ECCO COSA BISOGNA SAPERE E FARE PER INSTALLARE A CASA PROPRIA UN IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE GEOTERMICO SENZA AVERE

PROBLEMI E PER ACCEDERE A UNA FONTE ENERGETICA PULITA, AFFIDABILE E AMICA

DELL’AMBIENTE.

Sonda geotermicaverticale

Sonda geotermicaorizzontale

pompa di calore GEO

sonda geotermica orizzontale

utilizzofinale

serbatoio di accumulo

sondageotermica verticale

GEOTERMIA

CARATTERI COSTRUTTIVI

45

QUANDO SI PARLA DI NUOVO IDROELETTRICO, SI FA RIFERIMENTO AL “PICCOLO

IDROELETTRICO”, GENERALMENTE IN GRADO DI SFRUTTARE DIRETTAMENTE LA CORRENTE DEL CORSO D’ACQUA, SENZA CREARE LAGHI

ARTIFICIALI.

Gli impianti idroelettrici producono ener-gia elettrica sfruttando l’energia potenziale posseduta da una corrente d’acqua tra un dislivello, detto salto, esistente tra le due sezioni di pelo libero superiore (a monte)

e inferiore (a valle). Questa energia potenziale conferisce all’acqua energia ci-netica, che viene convertita in energia meccanica per mez-zo di turbine, messe in rotazione dalla massa di acqua che transita al loro interno.L’energia meccanica si trasforma in elettricità attraverso una macchina elettrica detta alternatore.La potenza ottenibile da un impianto idroelettrico è espres-sa dal prodotto di: accelerazione di gravità (9,8 m/s2), portata volumetrica (m3/s) e salto geodetico (m). Tale prodotto va divi-so per un fattore legato alle perdite del sistema.

Che cosa è, come funzionaUn impianto idroelettrico si compone

essenzialmente di: opere di presa, generalmente realizza-te con sbarramenti di piccola o grande dimensione; opere di adduzione dell’acqua; macchine per la trasformazione dell’energia potenziale dell’acqua in energia meccanica e elettrica; opere di restituzione o scarico.

Il “nuovo idroelettrico”Gli impianti di grosse dimensioni, con invasi per milioni di metri cubi d’acqua, hanno un impatto notevole sull’am-biente, gli ecosistemi e le comunità del territorio.E’ per questo che attualmente, quando si parla di nuovo idroelettrico, si fa riferimento essenzialmente al “piccolo idroelettrico”, generalmente in grado di sfruttare diret-tamente la corrente del corso d’acqua, senza creare laghi

artificiali.Tali impianti si prestano alla gene-razione di energia elettrica distribuita sul territorio; posso-no essere gestiti in piccole comunità; si

Gli impianti idroelettrici “mini e micro” hanno diversi vantaggi rispetto a quelli di dimensioni medio-grandi. La loro installa-zione è molto semplice, con brevi tempi di cantiere. Hanno bisogno di una limitata risorsa idrica per produrre energia elet-trica. Attuano una generazione distribuita vicina alle utenze, così da minimizzare le perdite dovute al trasporto dell’energia elettrica. Sono poco ingombranti.Le tipiche utenze sono i villaggi e le comunità montane, spesso lontani dalla linea elettrica e orograficamente dotati di salti d’acqua che possono essere valorizzati per produrre energia pulita.

L’acqua “salta” e produce energiaMini idroelettrico

MINI IDROELETTRICO

ENERGIE PULITE

47

prestano a un uso plurimo ed equili-brato della risorsa acqua.

Mini e micro idroelettricoIl limite di potenza tra grande e “picco-lo idroelettrico” è fissato in letteratura a 10MW. Al disotto di tale potenza si inserisce una grande varietà di impianti con taglie differenti, fino ad arrivare a pochi kW. Si considera “mini idroelet-trico” un impianto con potenza com-presa tra 1MW e 100kW, mentre per “micro idroelettrico” si intende un im-pianto di potenza inferiore ai 100kW.

Soluzioni innovative per le abitazioniE’ anche possibile ricorrere a soluzioni innovative basate sulla fonte idrica per produrre energia elettrica in ambiente domestico, utilizzando turbine idrauli-che di piccolissime dimensioni.

Può infatti accadere che un edificio, o agglomerati di edifici, siano dotati di valvole di regolazione del flusso d’ac-qua che servono a diminuire la pressio-ne nelle tubature, per ottenere in casa un flusso adatto all’utilizzo domestico. In alcuni casi, il salto di pressione può raggiungere valori di alcune atmosfere; questa energia di pressione permette di produrre energia tramite microturbine, azionate nel momento in cui l’utenza richiede l’acqua.

Come, dove e perché installarloLe installazioni di impianti di piccolo

idroelettrico variano tenendo in consi-derazione le diverse taglie di impianto rientranti nella definizione (≤ 10MW). Per gli impianti di dimensione mino-re, tra i 100 e i 1000 kW, le applica-zioni tipiche sono quelle che sfruttano direttamente la corrente idrica come i salti d’acqua di rigagnoli o torrenti di montagna, o i salti d’acqua presen-ti sugli acquedotti o ancora su canali irrigui o di bonifica. Dopo il suo uti-lizzo, l’acqua è restituita al suo corso naturale senza aver subito modifiche.I micro impianti idroelettrici (≤100kW) costituiscono invece una fonte rinno-vabile ancora ampiamente da sfruttare.

Per il loro funziona-mento è sufficiente avere salti di qualche decina di metri, con adeguata e costante portata d’acqua. Tra le possibilità re-centi per le micro installazioni vi sono gli impianti inseriti in un canale o in una condotta per approvvigionamento idrico.

I principali utilizzatoriGli impianti idroelettrici “mini e mi-cro” presentano rilevanti vantaggi ri-spetto a quelli di taglia medio-grande: la loro installazione è molto semplice, con brevi tempi di cantiere; necessi-tano di una limitata risorsa idrica per produrre energia elettrica; attuano una generazione distribuita vicina alle utenze, così da minimizzare le perdite

L’UTILIZZO DI TURBINE IDRAULICHE DI PICCOLISSIME DIMENSIONI PERMETTE SOLUZIONI INNOVATIVE, BASATE SULLA FONTE IDRICA PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA IN AMBIENTE DOMESTICO.

LE APPLICAZIONI POSSIBILI SONO DUE: STAND ALONE (NON CONNESSI ALLA

RETE ELETTRICA) E GRID CONNECTED (CONNESSI CON LA RETE).

Il minidroelettrico sfrutta l’energia prodotta dallo scorrimento dell’acqua

Con il minidroè possibile sfuttare anche

piccoli corsi d’acqua

MINI IDROELETTRICO

ENERGIE PULITE

49

MINI IDROELETTRICODiversi studi, tra i quali uno dell’ENEA (1998), ipotiz-zano la possibile realizzazione in Italia, entro il 2010,

di 850 MW di impianti idraulici di piccola taglia.

Per impianti superiori a 20kW, qualora l’elettricità pro-dotta venga ceduta alla rete, si possono richiedere al

Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) la qualifica di Impianto Ali-mentato a fonti rinnovabili e generare così certificati verdi da rivendere sul relativo mercato in modo da aumentare i ricavi e recuperare più velocemente l’investimento sostenuto.

Gli impianti fino a 20 kW, collegati in rete, beneficiano del regime dello scambio sul posto, che permette di

cedere energia quando non la utilizzate e di prelevarla quando vi serve.

Nella progettazione di un impianto mini idroelettrico è importante considerare il valore del Deflusso Minimo

Vitale del corso d’acqua e cioè la quota minima di acqua che occorre affinché non si degradino flora e fauna dell’alveo: alcune regioni italiane hanno definito quantitativamente la portata da garantire negli alvei dei loro corsi d’acqua.

Un impianto mini idroelettrico ha una modesta com-plessità costruttiva, di manutenzione e gestione, rispet-

to a impianti di taglia maggiore: le più attuali tecnologie non richiedono la presenza di un custode fisso, ma di un operatore che saltuariamente verifichi la corretta funzionalità delle opere idrauliche (di presa e di filtraggio) e di quelle elettromeccaniche (turbina-alternatore).

La gestione avviene in remoto, attraverso sistemi di co-mando e telecontrollo che consentono, mediante un PC,

di ricevere dati e fornire comandi all’impianto.

Per impianti di potenza oltre i 20 kW è necessaria la valutazione di impatto ambientale regionale, mentre

gli impianti con potenza inferiore sono opere da assoggettare a verifica di esclusione dalla procedura di VIA quando i prelievi d’acqua sono inferiori ai 200 litri al secondo.

Per impianti di oltre 20 kW di potenza è necessario se-guire un particolare iter autorizzativo: il primo passo è la

richiesta di Concessione per la derivazione delle acque a scopo idroelettrico e relativo Disciplinare, la cui domanda va inoltrata alla regione interessata attraverso l’Ufficio del Genio Civile, cor-redata dal progetto dell’impianto.

Nel caso in cui l’impianto sia destinato in una zona a vincoli ambientali una copia del progetto deve essere

sottoposta alla Sovrintendenza per i beni ambientali, mentre una comunicazione di intenti deve essere presentata al Mini-stero delle attività produttive, al distributore elettrico locale e all’ufficio tecnico di finanza.

Per impianti che hanno invece potenza minore dei 20 kW la realizzazione è molto più semplice: le regole va-

riano a seconda delle effettive realtà locali, a cui consigliamo di rivolgersi.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

7

8

9

6

dovute al trasporto dell’energia elet-trica; sono poco ingombranti.Le tipiche utenze sono i villaggi e le comunità montane, spesso lontane dalla linea elettrica ed orograficamen-te dotate di salti d’acqua che possono essere valorizzati.Le applicazioni possibili sono stand alo-ne (non connessi alla rete elettrica) e grid connected (connessi con la rete).

Costi e vantaggiIl costo medio del kWh prodotto da impianti di piccolo idroelettrico varia in funzione delle caratteristiche del si-to e della taglia dell’impianto. I costi

di impianto oscillano tra i 1.400 e i 2.300 €/kW. Di questi costi, le opere civili spesso in-

cidono per circa il 50% del costo com-plessivo, in relazione alla natura e alla conformazione del sito. Nella classe dei micro impianti idroelettrici, da 10 a 60 kW, le turbine hanno costi com-presi fra 800 e 1.300 €/kW.

L’esperienza italianaIl tempo di ammortamento degli im-pianti idroelettrici è valutabile in 8-10 anni, mentre il tempo di funzionamen-to è in media superiore ai 30 anni. In Italia ci sono più di 400 MW in-stallati di impianti idroelettrici di ta-

glia inferiore a 1MW, corrispondenti a una produzione annua di elettricità superiore ai 1.700 GWh.Gli impianti superiori a 20kW, qualora l’elettricità prodotta venga ceduta alla rete, possono richiedere al Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) la qualifica di Impianto alimentato a fonti rinnova-bili e generare così certificati verdi da rivendere sul relativo mercato in modo da aumentare i ricavi e recuperare ra-pidamente l’investimento sostenuto.Per impianti di potenza inferiore ai 20 kW, è possibile fruire dello “scambio sul posto”, così come regolato dalla delibera n. 28/2006 dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG).

GLI IMPIANTI SUPERIORI A 20KW POSSONO RICHIEDERE AL GESTORE

DEI SERVIZI ELETTRICI (GSE) LA QUALIFICA DI IMPIANTO ALIMENTATO A FONTI RINNOVABILI E GENERARE COSÌ

CERTIFICATI VERDI.

Le opere per il mini droelettricopossono essere integrate facilmente con quelle esistenti

MINI IDROELETTRICO

10

CARATTERI COSTRUTTIVI

51

Produzione di energia a bilancio di CO2 nulloBiomasse e biocombustibiliLa biomassa è qualsiasi sostanza organica residuale, di origine vegetale o animale, destinata alla produzione energetica (biocombustibili) o ammendante agricolo, e rappresenta una sofisticata forma di accumulo di energia solare. Poiché il tempo di sfruttamento della biomassa per produrre energia è paragonabile al tempo di rigenerazione della stessa, le biomasse rientrano a pieno titolo nelle fonti rinnovabili di energia. Da non sottovalutare il costo degli impianti, decisa-mente basso e facilmente ammortizzabile in pochi anni.

UN IMPIANTO A BIOMASSA PUÒ DEFINIRSI A BILANCIO DI CO2 NULLO POICHÉ LA

QUANTITÀ DI ANIDRIDE CARBONICA EMESSA IN ATMOSFERA, DURANTE IL PROCESSO

DI COMBUSTIONE E SFRUTTAMENTO ENERGETICO, È EQUIVALENTE ALLA QUANTITÀ

ASSORBITA DURANTE LA CRESCITA DELLA BIOMASSA IMPIEGATA.

L’energia contenuta nelle biomasse può es-sere “recuperata” sia attraverso processi di combustione diretta, per ottenere calore o produrre energia elettrica, sia trasforman-dola in altre forme di combustibile, come

nel caso dei biocarburanti liquidi.

Che cosa è e come funzionaDa un punto di vista ambientale, un impianto a biomassa può considerarsi a bilancio di CO2 nullo poiché la quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera durante il proces-so di combustione e sfruttamento energetico è sostanzial-mente equivalente alla quantità assor-bita durante la crescita della biomassa impiegata se l’approvvigionamento è locale.Esiste un grande potenziale per lo sfrut-tamento delle biomasse per usi energe-tici, ma questo richiede adeguati livelli di organizzazione e gestione del terri-torio. La produzione di biocombustibi-

li, infatti, non deve confliggere con il corretto e tradizionale uso del territorio, ma deve integrarsi nella realtà socio-eco-nomica ed ambientale esistente, dando valore aggiunto. Ad esempio, grandi quantità di biocombustibile sono ottenibili dalla semplice corretta gestione delle foreste esistenti o del materiale residuale delle attività agro-alimentari. Per altre tipologie di biocombustibili si può alternativamente fare ri-corso a colture energetiche dedicate.

Come, dove e perché utilizzarliGli impianti a biomasse hanno taglie di potenza molto va-riabili, spaziando da centrali per la produzione di elettricità

e calore, con potenze massime nell’or-dine dei 20-30 MW, a piccole caldaie per la produzione di calore in ambiente domestico.Nelle applicazioni ri-volte a medie utenze, come piccoli comu-ni, una prospettiva di buona applicabili-

BIOMASSE E BIOCOMBUSTIBILI

ENERGIE PULITE

53

tà per gli impianti a biomasse è data dalla produzione di elet-tricità combinata al teleriscaldamento.

Tale tipologia di impianti presentano infatti maggiori rendimenti e un livello di gestione più ottimizzato, con ricavi diversificati derivanti dalla vendita del-l’elettricità e del calore generati. In Ita-lia, questo tipo di impianti ha trovato favorevoli condizioni di applicazione nelle regioni alpine, con zone caratte-rizzate da clima rigido per lunghi pe-riodi dell’anno e buona disponibilità, nelle immediate vicinanze, di biomassa residuale boschiva.

Le applicazioni domesticheLe applicazioni domestiche consisto-no essenzialmente in caldaie (termo-

camini tradizionali e innovativi) per il riscaldamento dell’abitazione, la cot-tura dei cibi e la produzione d’acqua calda sanitaria. Tali caldaie utilizzano una tecnologia che, per prestazioni e maturità, le rende una valida alterna-tiva alle tradizionali caldaie a gas. Oc-corre però considerare che lo stoccag-gio del combustibile rende necessaria la disponibilità di spazi maggiori. I combustibili tipici da impiegare nelle caldaie a biomassa sono: la tra-dizionale legna da ardere, il cippato di legno, ossia legno sminuzzato, e

il pellet, ossia piccoli cilindri di legno sminuzzato e pressato.

I biocarburantiUn’altra prospettiva rilevante per l’im-piego energetico della biomassa è rap-presentata dai biocarburanti. Tra questi il metanolo, da cui è possibile ottenere una benzina sintetica, e il biodiesel, prodotto da piante oleaginose come colza, soia e girasole. La loro diffusio-ne rappresenta oggi una delle soluzioni più sostenibili da un punto di vista am-bientale per il settore dei trasporti che, nell’Unione Europea, contribuisce per oltre il 20% alle emissioni complessive di gas ad effetto serra. Gli impieghi attualmente possibili per il biodiesel sono: carburante per autotrazione, additivo dei gasoli, combustibile per il riscaldamento.

I costi e i vantaggi Rispetto agli impianti termoelettrici tradizionali, i grandi impianti a bio-massa per la produzione di elettricità e calore scontano i maggiori costi legati: all’”effetto scala”, ossia al fatto che le taglie maggiori difficilmente superano i 20-30 MW di potenza contro le cen-tinaia di MW tipiche di un impianto tradizionale a vapore; e al costo del combustibile, generalmente non con-vogliabile in tubazioni ma che necessi-

ta di un sistema di approvvigionamen-to più articolato.Il costo di investimento di una centra-le tradizionale a biomasse di dimen-sioni medio-grandi si aggira intorno ai 2.000-3.000 €/kW. A questo si aggiungono i costi di gestione e ma-nutenzione, variabili a seconda della tipologia e disponibilità della biomassa impiegata.I costi di investimento aumentano quando si utilizzano tecnologie più complesse come la “gassificazione”, che allo stesso tempo, però, porta a ridurre i problemi relativi al trasporto del combustibile. La convenienza economica di tali im-pianti è resa possibile attraverso il ri-corso agli incentivi disponibili. Tra questi i Certificati Verdi, ossia i titoli rilasciati dal Gestore dei Servizi Ener-

getici (GSE) agli impianti alimentati da fonti rinnovabili e connessi alla rete elettrica, ciascuno attestante la produ-zione di 50 MWh di elettricità da fonte rinnovabile, e rivendibili a prezzi stabi-liti dal mercato (prezzo di riferimento 2006: 12,528 c€/kWh) ai soggetti obbligati di cui al Dlgs n. 79/99.Nel caso dei piccoli impianti dome-stici, i costi variano a seconda del livello tecnologico dell’im-pianto e dai consumi dell’utenza. Per una

LA PRODUZIONE DI BIOCOMBUSTIBILI NON DEVE CONFLIGGERE CON IL CORRETTO E TRADIZIONALE USO DEL TERRITORIO, MA DEVE INTEGRARSI NELLA REALTÀ SOCIO-ECONOMICA E AMBIENTALE ESISTENTE,

DANDO VALORE AGGIUNTO.

LE APPLICAZIONI DOMESTICHE, CONSISTONO ESSENZIALMENTE IN CALDAIE PER IL RISCALDAMENTO DELL’ABITAZIONE,

LA COTTURA DEI CIBI E LA PRODUZIONE D’ACQUA CALDA SANITARIA. UN’ALTRA

PROSPETTIVA PER L’IMPIEGO ENERGETICO DELLA BIOMASSA È RAPPRESENTATA DAI

BIOCARBURANTI.

COME NEL CASO DEL SOLARE TERMICO, ANCHE GLI IMPIANTI A BIOMASSE RIENTRANO NEGLI INTERVENTI DI

EFFICIENZA ENERGETICA DI CUI AI DECRETI DEL 20 LUGLIO 2004, BENEFICIANDO COSÌ DELLA VENDITA DEI CERTIFICATI BIANCHI.

Un bruciatore di biomasse

per la cogenerazioneIl legno è una risorsaenergetica rinnovabile

BIOMASSE E BIOCOMBUSTIBILI

ENERGIE PULITE

55

stufa a biomasse si parte da 1.500-2.000 €, fino a superare i 7.000 € per i sistemi coibentati con sistemi elettro-nici per il controllo della temperatura e la programmazione delle funzioni. I costi del combustibile sono assai va-riabili per tipologia e per disponibilità sul territorio. Per la legna da ardere il costo varia da zero (per chi dispone di legna propria) a circa 11 €/quintale; nel caso del cippato il prezzo è com-preso tra 3 e i 6 €/quintale. Il pellet ha un costo al quintale che varia da 15 a 30 €. A parità di energia prodotta, tali biocombustibili sono meno costosi di quelli tradizionali come metano, GPL

e gasolio. Le caldaie, soprattutto quelle a pellet, necessitano di ridotta manutenzione e possono trovare ap-

plicazione nel campo del riscaldamen-to domestico sia per utenze autonome, sia per utenze centralizzate.

Gli incentiviPer tali tipi di impianto è possibile usufruire di incentivi in conto capita-le messi a disposizione da Regioni ed enti locali, e delle agevolazioni fiscali introdotte con la legge n. 449/97, e prorogate con le successive Leggi Fi-nanziarie, che prevedono la detrazione dall’Irpef di una percentuale dell’intera spesa sostenuta per interventi di recu-

pero del patrimonio edilizio ed effi-cienza energetica.Inoltre, come nel caso del solare ter-mico, anche gli impianti a biomasse rientrano negli interventi di efficienza energetica di cui ai decreti del 20 lu-glio 2004, beneficiando così della ven-dita dei certificati bianchi.

LE BIOMASSELa tecnolo-gia attuale

permette impianti a un costo decisamente basso e facilmente ammortizzabile in pochi anni: i costi variano dai € 2.500 ai € 7.000 a seconda della tipologia di caldaia.

Il prezzo della biomassa per le caldaie varia a seconda della tipologia. Comunque, a parità di energia prodotta,

tali biocombustibili sono meno costosi di quelli tradizionali co-me metano, GPL e gasolio.

Le caldaie, soprattutto quelle a pellet, necessitano di ri-dotta manutenzione e possono trovare applicazione nel

campo del riscaldamento domestico sia per utenze autonome, sia per utenze centralizzate.

Gli impianti a biomasse rientrano negli interventi di ef-ficienza energetica, beneficiando così della vendita dei

certificati bianchi.

La Finanziaria 2007 allinea la legislazione italiana sui biocarburanti alla Direttiva europea 2003/30/CE; gli

obiettivi di miscelazione obbligatoria dei biocarburanti nei car-buranti petroliferi saranno i seguenti: 1% entro il 2005; 2,5% entro il 31/12/2008; 5,75% entro il 31/12/2010.

Nell’ambito di un programma pluriennale 2007-2010 e nel limite di un contingente annuo di 250.000 ton-

nellate, al biodiesel, impiegato in autotrazione in miscela con il gasolio, è applicata una aliquota di accisa pari al 20% di quella applicata al gasolio per il trasporto.

Sempre la Finanziaria 2007 prevede l’esenzione dall’ac-cisa, entro un importo massimo di 1 milione di euro per

ogni anno a decorrere dall’anno 2007, per l’impiego dell’olio vegetale puro a fini energetici nel settore agricolo nell’ambito dell’impresa singola o associata.

L’utilizzo della biomassa per la produzione di energia elettrica beneficia dell’incentivazione attraverso il mer-

cato dei certificati verdi(per informazioni: http://www.grtn.it/ita/index.asp)

Per tutto il 2007 la Regione Lazio ha stanziato 2 milioni di euro allo scopo di incentivare la diffusione

e la produzione di biocombustibili e di favorire la nascita di distretti no-oil.

Per uno sfruttamento sostenibile delle biomasse a uso energetico è necessario un’elevata organizzazione e ge-

stione del territorio: la biomassa utilizzata dovrebbe essere repe-rita nel raggio di 30 km massimo dal punto di utilizzazione.

IN DIECI MOSSE1

2

3

4

5

6

8

9

10

7PER IL 2007 LA REGIONE LAZIOHA STANZIATO 2 MILIONI DI EURO ALLO SCOPO DI INCENTIVARE LA DIFFUSIONE E LA PRODUZIONE DI BIOCOMBUSTIBILI, E DI FAVORIRE LA NASCITA DI DISTRETTI

NO-OIL.

BIOMASSE E BIOCOMBUSTIBILI

La coltivazionedei girasoli

è una fonte efficaceper i biocarburanti

CARATTERI COSTRUTTIVI

57

Le associazioniANAB Associazione Nazionale Architettura Bioecologica Associazione per la qualificazione professionale dei progettisti nel settore edilizio, per costruire una consapevolezza ecologica, per la certificazione e la promozione dei metodi costruttivi e dei materiali, per la sensibilizzazione degli utenti della casa.www.anab.it/home.phpvia G.Morelli 1, 20129 Milano telefono 02 76390153fax 02 76399798

ANEV Associazione nazionale energia del vento Associazione di categoria dell’eolico in Italia, promuove l’utilizzazione della fonte eolica e lo sviluppo tecnologico finalizzato all’utilizzo della risorsa vento.www.anev.orgVia Piemonte 39, 00187 Romatelelefono 06 42014701fax 06 42004838e-mail: [email protected]

ANIT Associazione nazionale isolamento termico e acustico Associazione per la diffusione, la promozione e lo sviluppo dell’isolamento termico e acustico nell’edilizia e nell’industria come mezzo per il risparmio energetico e il benessere delle personewww.anit.itVia Civitali 77, 20148 Milanotelefono 02 40070208 - 48750076fax 02 40070201email: [email protected]

APER Associazione produttori energia da fonti rinnovabiliAssociazione senza fini di lucro per la promozione e la tutela della produzione di energia da fonti rinnovabili.www.aper.it Piazza L. di Savoia 24, 20124, Milanotelefono 02 76319199fax 02 76397608

AssobiodieselAssociazione italiana produttori biodiesel operante all’interno di Assitol (associazione italiana aderente a Confindustria).www.assobiodiesel.it

Assodistil Associazione nazionale industriali distillatoridi alcol e di acquaviti. Rappresenta circa il 90% della produzione nazionale di acquaviti e di alcol etilico da materie prime agricole.Attiva nello sviluppo della produzione e commercializzazione del bio-etanolo.www.assodistil.it Piazza del Viminale 5, 00184 Romatelefono 06 48907855fax 06 4870904e-mail: [email protected]

ENERGIE PULITE ASSOCIAZIONI

FIRE Federazione italiana per l’uso razionale dell’energiaAssociazione tecnico-scientifica nell’ambito dell’ENEA per la promozione dell’uso razionale dell’energia; moltissima documentazione e legislazione sull’argomento.www.fire-italia.ittelefono 06 30483626 - 06 30483482fax 06 30486449Indirizzo per l’invio di materiale cartaceo:FIRE presso Enea CasacciaVia Anguillarese 30100123 Roma

FIPER Federazione Italiana dei Produttori di Energia da fonti Rinnovabili (ITA) Associazione di società di Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Province di Trento e Bolzano particolarmente attive nel settore del teleriscaldamento a biomasse.www.fiper.itTirano (Sondrio), via Polveriera 50 telefono 0342 706278fax 0342 711973

GIFI Gruppo imprese fotovoltaiche italiane Il GIFI aggrega le più importanti imprese operanti in Italia nel campo della produzione, progettazione e installazione di componenti e sistemi fotovoltaici. www.gifi-fv.it

INBAR Istituto nazionale di bioarchitetturaAssociazione di professionisti, tecnici ed esperti che da oltre dieci anni svolge in Italia un ruolo determinante per lo sviluppo della bioarchitettura.www.bioarchitettura.itVia Cavour 92, 50129 Firenzetelefono 055 5000532fax 055 5416739email: [email protected]

ISES ITALIAAssociazione tecnico-scientifica non profit legalmente riconosciuta per la promozione dell’utilizzo delle Fonti energetiche rinnovabiliwww.isesitalia.itVia T. Grossi 7, 00184 Romatelefono 06 77063610fax 06 77073612email: [email protected]

Kyoto ClubOrganizzazione non profit di imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali impegnate nel raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas-serra.www.kyotoclub.org Via Genova 23, 00184, Romatelefono 06 45439791fax 06 45439795email: [email protected]

ENERGIE PULITE

59

Quando parliamo di fonti rinnovabili il ruolo degli Enti locali può essere definito su diversi livelli. Da un lato le amministrazioni locali possono assumere il ruolo di facilitatori dello sviluppo delle fonti verdi, con la creazione di condizioni generali ottimali attraverso incentivi e premi fiscali per la loro crescita, mentre dall’altro sono in grado di crea-re i presupposti concreti per lo sviluppo di filiere energetiche ecocompatibili. Su iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente, la Regione Lazio ha varato un piano strategico per lo sviluppo delle rinnovabili e per il Protocollo di Kyoto, giocando su più piani e partendo da un approccio diverso. Bisogna partire da una realtà oggettiva. Il nostro Paese sconta un’arretratezza tecnologica e scientifica generale che investe anche il settore delle rinnovabili. Per questo motivo è necessario fare scelte oculate, selezionare dei settori di nicchia nei quali si possano recuperare, nel medio periodo, competitività e mercati.Il piano per le rinnovabili della Regione Lazio è articolato in quattro punti: due puntano sulla ricerca e due sullo sviluppo operativo, a livello di popolazione, delle energie rinnovabili. I due assi sulla ricerca scientifica che la Regione svilupperà ri-guardano la ricerca nel settore delle celle fotovoltaiche orga-

niche, progetto sviluppato con l’Università Tor Vergata e la filiera dell’idrogeno, realizzato con l’Università La Sapienza. Il polo di ricerca del fotovoltaico organico si pone come obiet-tivo di sviluppare, con il supporto della Regione, un insieme di processi tecnologici di fabbricazione, di contatto elettrico e d’incapsulamento, per permettere di aumentare sia l’efficienza, sia la durata di questo tipo di celle. Quello sull’idrogeno punta alla creazione di un polo di ricerca su questo vettore energeti-co, al fine di porre le basi di una filiera regionale. La struttura dedicata all’idrogeno sorgerà a Civitavecchia e la scelta non è casuale visto che la città “ospita” un polo energetico tra i più grandi d’Italia che utilizza combustibili fossili. All’interno del polo dell’idrogeno troveranno posto sia dei laboratori per la ricerca applicata, sia un centro per la diffusione, la sensibiliz-zazione e la formazione su questo nuovo combustibile. Entro l’anno nel polo dell’idrogeno di Civitavecchia saranno attivi i primi laboratori leggeri.

Fonti rinnovabili sul territorioPer ciò che riguarda le attività di sensibilizzazione verso i cit-tadini l’obiettivo è di sviluppare l’utilizzo delle energie rinno-

vabili e l’incremento dell’efficienza energetica. Per facilitare l’accesso alle rinnovabili la Regione ha istituito un Fondo di rotazione e un Fondo unico diretto verso le imprese e i citta-dini che vogliano utilizzare energia ecosostenibile. In pratica si effettuerà una sorta di microcredito agevolato destinato al-l’acquisto di sistemi energetici rinnovabili con l’intenzione di costituire un volano finanziario al fine di permettere l’accesso all’energia pulita. Le ricadute occupazionali di questa azione potrebbero essere di circa mille unità. Ma a questi benefici devono essere aggiunti anche quelli derivanti dalla formazione di tecnici già operanti, cosa che potrebbe trovare ulteriori si-nergie con il quarto punto di attacco dell’Assessorato all’Am-biente: l’efficienza. La Regione ha in programma la creazione di una serie di “distretti urbani della sostenibilità” che si realizzeranno come progetti pilota, in quattro nuclei periferici d’edilizia spontanea da risanare, secondo i criteri dell’edilizia sostenibile e del risparmio energetico. Si tratta di una sfida che vuole affrontare uno dei mali storici della Capitale che per decenni è cresciuta in maniera “selvaggia” creando quartieri lasciati all’improvvisazione e al degrado socioeconomico. La sfida è diffondere le rinnovabili tra i cittadini, partendo dalle

situazioni, quotidiane e più comuni, indirizzando azioni di ba-se, come quella dell’abitare, verso una maggiore sostenibilità. In questa maniera si contribuisce a diffondere sia il risparmio dell’energia, sia la cultura dell’efficienza. La logica di fondo è che il semplice incentivo non è sufficiente per creare delle basi solide necessarie allo sviluppo delle energie verdi. Sempre per favorire uno sviluppo locale basato su fonti ecosostenibi-li, l’Assessorato sta mettendo a punto, in collaborazione con l’Assessorato all’agricoltura della Regione Lazio, una serie di iniziative sulle colture energetiche per sviluppare una filiera regionale agroindustriale per i biocombustibili, e anche questa volta con attenzione verso il territorio. Sono molti i territori del Lazio che potrebbero “agganciar-si” alla filiera dei biocombustibili diventando zone no-oil. Per superare la questione del contingentamento, la produzione di biocombustibili sarà utilizzata, fino a quando perdurerà la situazione attuale, per la microgenerazione elettrica coinvol-gendo i Comuni della Regione.

Comunicazione ed educazioneL’Assessorato, tra le iniziative sulle energie rinnovabili, ha av-

LAZIORINNOVABILE

ENERGIE PULITE

viato una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione per diffondere presso i cittadini del Lazio le tematiche relative alle energie intelligenti. Una campagna sulle rinnovabili è ar-ticolata su diversi livelli.Il primo è quello rivolto ai cittadini, mentre il secondo è di tipo pratico e concreto. Abbiamo, infatti, predisposto questo vademecum nel quale diamo indicazioni chiare e sintetiche su tutte le fonti rinnovabili, efficienza energetica compresa. Un altro punto della comunicazione è quello della formazio-ne, perché riteniamo importante formare i tecnici, i manager e i cittadini del futuro. L’Assessorato all’ambiente su questo fronte ha stanziato un milione di euro per l’insegnamento ob-bligatorio delle rinnovabili a 50 mila studenti dell’Università la Sapienza e sta predisponendo una serie di appuntamenti formativi e informativi rivolti ai tecnici comunali. Inoltre sa-ranno sensibilizzate oltre 2.550 classi di quinta elementare e terza media in tutta la Regione in materia di efficienza ener-getica.

Energia e ambiente per KyotoIl piano sulle energie rinnovabili è intrecciato con la strate-

gia che la Regione Lazio sta adottando per l’attuazione del Protocollo di Kyoto a livello locale. Tra le azioni previste c’è l’istituzione della cabina interassessorile per Kyoto, l’inventa-rio delle emissioni di gas serra e dell’assorbimento di CO2 sul territorio regionale e l’istituzione di uno “Sportello Kyoto” per garantire alla Regione il supporto tecnico nelle attività di rafforzamento della tutela ambientale e dello sviluppo soste-nibile (con particolare attenzione nell’introduzione della con-tabilizzazione regionale delle emissioni per redigere il bilancio tra emissioni e assorbimenti di gas serra). Queste azioni sono già avviate sull’isola di Ventotene, che sarà un laboratorio di “buone pratiche” diventando una delle pri-me zone del Mar Mediterraneo a emissioni zero. L’accordo firmato di recente tra l’Assessorato all’ambiente, l’Università di Roma La Sapienza, l’Università di Tor Vergata e il Comune di Ventotene prevede la realizzazione di banchine portuali e tettoie fotovoltaiche, l’utilizzo del solare termico negli edifici pubblici, l’impiego del fotovoltaico per l’illuminazione pub-blica e la realizzazione di punti di ricarica per i mezzi elettrici. In questa maniera una delle perle del Mediterraneo si avvierà verso la sostenibilità.

CHECOS’É

PERCHÈDOVE

COME

COMEFUNZIONAL’energia è una delle sfide più importanti che oggi ci troviamo ad affrontare perché la pressione della produzione energetica derivante da fonti fossili si sta facendo insostenibile.La soluzione sul medio periodo risiede in uno sviluppo tecnologico e in un’applicazione sempre più generalizzata delle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica.L’Assessorato all’Ambiente e alla Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, consapevole che le scelte energetiche sono cruciali per il nostro futuro, si sta attivando sul fronte delle energie rinnovabili, con un piano triennale che prevede una serie di azioni di comunicazione rivolte ai cittadini per sviluppare l’utilizzo pratico di queste fonti.

PER INFORMAZIONI SULLE ENERGIE RINNOVABILI NEL LAZIO NUMERO VERDE [email protected]

INSTALLARLO

VANTAGGICOSTI