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Programma Nazionale Biocombustibili PROBIO C.E.B. Centro di Eccellenza per la Bioenergia in Basilicata Il teleriscaldamento di Castronuovo di Sant’Andrea (PZ) Risultati di uno studio di fattibilità condotto nell’ambito della convenzione tra Regione Basilicata e ITABIA per la realizzazione del C.E.B. A cura di Novembre 2006

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Programma Nazionale BiocombustibiliPROBIO

C.E.B.Centro di Eccellenza per la Bioenergia in Basilicata

Il teleriscaldamento di Castronuovo di Sant’Andrea (PZ)

Risultati di uno studio di fattibilità condotto nell’ambito della convenzione tra Regione

Basilicata e ITABIA per la realizzazione del C.E.B.

A cura di

Novembre 2006

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Presentazione

Il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale Economia Montana della Regione Basilicata ha aderito fin dal 2000, al PROBIO - Programma Nazionale Biocombustibili - del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, per promuovere e sostenere lo sviluppo delle biomasse e della bioenergia.

Tra tutte le fonti energetiche rinnovabili le biomasse sono quelle che più si legano con il territorio e le azioni ad esse correlate vanno ad inserirsi in un ampio contesto ove l’aspetto energetico si integra con l’ecosistema, l’industria dei materiali e la società.

In pochi anni, grazie alle attività condotte nell’ambito del PROBIO, la Regione Basilicata ha messo in gioco un ampio spettro di attività che vanno dalla sperimentazione agronomica sulle colture dedicate fino alla realizzazione di progetti di filiera dimostrativi.

Il volume presentato illustra i dati relativi alla progettazione di un impianto totalmente alimentato a cippato di legno localizzato nel Comune di Castronuovo Sant’Andrea, che rientra tra le attività progettuali del Centro di Eccellenza per la Bioenergia - CEB.

Il lavoro è stato realizzato grazie all’impegno dell’Ufficio Risorse Naturali in Agricoltura del Dipartimento con il supporto tecnico scientifico delle strutture che da anni collaborano con i nostri uffici quali, in questo caso, ITABIA (Italian Biomass Association).

Le prospettive future mirano a fornire strumenti conoscitivi agli agricoltori, agli amministratori e ai cittadini privati, tali da agevolare la diffusione di tecnologie e di metodi di utilizzazione che si riveleranno decisivi per la diminuzione dell’uso delle risorse fossili.

Un ulteriore obiettivo è stimolare l’interesse degli agricoltori verso colture energetiche, cercando di delineare quelle più idonee nei vari contesti territoriali, e cercando di sviluppare la presenza di centri di produzione di biocombustibili solidi per creare nuove imprese specializzate nella raccolta, trasformazione e conversione energetica di scarti lignocellulosici.

Si cercheranno nuove opportunità per incrementare il processo di espansione del mercato delle caldaie a biomasse, con la creazione di nuovi posti di lavoro per rivenditori, installatori e tecnici del settore.

Si mirerà ad una ottimizzazione della gestione dei boschi, con interventi selvicolturali adeguati alle condizioni del patrimonio boschivo lucano, puntando anche allo sviluppo colture forestali a turno breve; il tutto andrebbe a creare nuove imprese di utilizzazione boschiva in grado di produrre travi per costruzioni, infissi, mobili, listoni per parquet, paleria per settore agricolo e per le sistemazioni idraulico - forestali, e per la produzione di pellets e cippato.

Si tratta quindi di un esempio concreto di progettualità all’interno di un processo di profondo sviluppo del settore primario verso la produzione di beni non alimentari.

L’Assessore all’Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana, Regione Basilicata

Prof. Gaetano Fierro

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Presentazione

Intendo esprimere l’entusiasmo con cui questa Amministrazione ha colto l’opportunità di sviluppare un’ipotesi di progetto importante ed innovativa come la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento a biomasse in grado di soddisfare le utenze di una parte considerevole del nostro paese.

L’impianto in questione, dimensionato per circa 3 MW termici di potenza, si attesterebbe tra i più importanti a livello nazionale e determinerebbe, come avvenuto in altri contesti, la nascita di nuove imprese per la gestione della centrale e per l’approvvigionamento della biomassa necessaria.

Ritengo quindi che l’installazione di tale impianto oltre a contenere i costi del kWh termico, possa determinare positive ricadute a livello occupazionale e ultimo, ma non meno importante, a livello ambientale.

Difatti, attraverso l’installazione di questa centrale si possono determinare vantaggi economici ed ambientali non solo per l’uso dei biocombustibili, ma anche per la valorizzazione di aree rurali soggette allo spopolamento, la razionalizzazione dei sistemi di gestione delle aree agro-forestali, mediante l’oculata programmazione delle attività selvicolturali ed agricole, al fine di svolgere un’azione di prevenzione contro l’erosione ed il dissesto idrogeologico, incendi, emissione di gas ad effetto serra inquinanti.

Il presente lavoro promuove la conoscenza di alcune tematiche e l’utilizzo di alcune risorse del territorio di Castronuovo Sant’Andrea compatibili con le attuali forme di gestione sostenibile delle aree agro-forestali.

Il Sindaco del Comune di Castronuovo Sant’Andrea Antonio Bulfaro

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INDICE

Introduzione pag. 7

1. CASTRONUOVO DI SANT’ANDREA: GENERALITÀ E DATI CLIMATICI pag. 9

2. IL TELERISCALDAMENTO: OBIETTIVI E VANTAGGI pag. 113. LA DEFINIZIONE DELLE UTENZE E DEI FABBISOGNI

DI ENERGIA pag. 143.1 Scelta delle utenze3.2 Definizione del coefficiente di dispersione termica3.3 Acqua calda sanitaria3.4 Gli impianti attuali3.5 Utenze: fabbisogni di potenza, di energia e spesa annua

4. LA CENTRALE: DESCRIZIONE E DIMENSIONAMENTO pag. 19

5. LA RETE DI DISTRIBUZIONE: DESCRIZIONE E DIMENSIONAMENTO pag. 22

6. IL CENTRO DI STOCCAGGIO pag. 266.1 Le tipologie di biomassa stoccata6.2 Descrizione e dimensionamento

7. LA DISPONIBILITÀ DI BIOMASSA pag. 28

8. MECCANISMO DI GESTIONE E ANALISI ECONOMICA pag. 31 8.1 La Società mista pubblico/privata di gestione (E.S.Co.)8.2 Analisi economica relativa alla E.S.Co.8.3 Analisi economica relativa alle utenze

9. CONCLUSIONI pag. 34

9.1 Opportunità9.2 Criticità

APPENDICEEstratto dei fogli di calcolo del progetto pag. 39

Utenze private Utenze pubbliche

Presentazione di ITABIA-Italian Biomass Association pag. 55

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Introduzione

Questo volumetto costituisce uno dei risultati del percorso che la Regione Basilicata ha avviato da alcuni anni per sostenere e promuovere lo sviluppo intelligente della produzione di energia da biomasse agricole e forestali.

L’inserimento dei progetti della Regione all’interno del Programma Nazionale Biocombustibili-PROBIO ha consentito il necessario finanziamento, nonché il collegamento con altre realtà regionali in tutta Italia.

Nell’ambito delle azioni svolte in alcuni Comuni della Basilicata per valorizzare le risorse locali di biomassa, si colloca la progettazione di un impianto di teleriscaldamento alimentato integralmente a cippato di legno localizzato a Castronuovo di Sant’Andrea che pertanto si colloca come un esempio dimostrativo per tutte le aree interne dell’Italia meridionale.

Dopo le esperienze pratiche condotte a Calvello ed i progetti dimostrativi in via di realizzazione a Stigliano, questo di Castronuovo costituisce un ulteriore tassello per la concretizzazione del Centro di Eccellenza per la Bioenergia-CEB, uno strumento che consentirà agli agricoltori, agli imprenditori agroindustriali, agli amministratori degli enti locali ed anche ai privati cittadini di avere strumenti conoscitivi tali da agevolare la diffusione di tecnologie e di metodi di utilizzazione che si riveleranno decisivi per la diminuzione dell’uso delle risorse fossili, per la riduzione dell’inquinamento ambientale e per la rivitalizzazione dei settori economici depressi.

Il Progetto che viene qui presentato, nelle sue linee di massima, potrà essere approfondito e, opportunamente adattato, replicato in tutte quelle situazioni ove si ripetano condizioni favorevoli.

Il lavoro è stato realizzato da ITABIA-Italian Biomass Association, l’Associazione senza fini di lucro che collabora con la Regione per l’intero PROBIO, con la collaborazione di Renagri srl, società specializzata nella progettazione di impianti ad energie rinnovabili.

La progettazione è stata condotta da Andrea Scarpini di ITABIA, coadiuvato dal sostanziale contributo di Franco Martinese del Comune di Castronuovo Sant’Andrea. Si ringraziano inoltre Chiara Artese, Vittorio Bartolelli, Matteo Monni e Laura Montemurro.

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1. CASTRONUOVO DI SANT’ANDREA: GENERALITÀ E DATI CLIMATICI

Castronuovo di Sant’Andrea è una cittadina situata in Basilicata (provincia di Potenza), nell’area del Parco del Pollino.

Vi risiedono circa 1.500 abitanti: questi, secondo i dati ISTAT 2001, sono distri-buiti in circa 1.000 abitazioni, inserite in edifici dalle caratteristiche strutturali più diverse. Il numero degli edifici (case e palazzine) può ad oggi essere stimato in circa 200. Castronuovo non è servita dalla rete di metano.

Da una nostra indagine preliminare risulta che la maggior parte delle abitazioni adotta sistemi di riscaldamento autonomo, vuoi a GPL, vuoi a gasolio, vuoi a legna. GPL e gasolio sono invece i combustibili esclusivamente utilizzati dagli edifici pub-blici del paese.

La gestione ed i consumi degli impianti autonomi esistenti dipendono dalle ne-cessità e caratteristiche delle singole utenze:ß per le utenze pubbliche (scuole, uffici, etc.) la caratteristica principale è costi-tuita dall’ orario di riscaldamento;ß per i privati assumono importanza le caratteristiche e le necessità individuali di ogni utenza.

Le condizioni climatiche del paese costituiscono la base di partenza del progetto, e sono sintetizzabili come segue:

Quota media = 650 m s.l.m.Temperatura minima invernale (20 percentile) = -15 °C

Castronuovo di Sant’Andrea (vedi allegati al DPR 412) rientra nella zona clima-tica D, che è soggetta alle seguenti prescrizioni dello stesso D.P.R.:

num. gradigiorno = 4125periodo di riscaldamento: dal 1 Novembre al 15 Aprilegiorni = 165max h/g ammesse = 12max numero giorni = 165

La temperatura interna prevista per le utenze pubbliche (negli orari di apertura) e per le utenze private (abitazioni) è pari a 20°C.

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Da ciò consegue che la differenza tra temperatura interna e temperatura esterna (delta T) è pari a: ß Delta T medio nell’arco della stagione invernale = 25 °Cß Delta T massimo nel 20 percentile dei giorni più freddi = 35 °C

Su questi dati di partenza è stato impostato il calcolo della potenza di caldaia, tenendo conto delle caratteristiche di dispersione termica degli edifici considerati.

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2. IL TELERISCALDAMENTO: OBIETTIVI E VANTAGGI

L’impianto di teleriscaldamento per il paese di Castronuovo di S. Andrea, finalizzato alla produzione di calore ed acqua calda sanitaria, sarà in grado di soddisfare il fabbiso-gno termico relativo ad utenze pubbliche e private definite nel corso del presente progetto e descritte nei punti successivi della relazione.

Scopo di questo progetto è:ß la definizione degli interventi da realizzare;ß il loro dimensionamento di massima;ß la localizzazione della centrale termica;ß il tracciato della rete di distribuzione;ß i bilanci energetici associati all’iniziativa;ß il conto economico preliminare.

La centrale termica sarà alimentata a biomasse legnose e, nel capitolo 7, viene presentato uno studio preliminare sulla loro disponibilità locale.

Il teleriscaldamento a biomasse è da considerare una tecnologia complementare e non antagonista alle caldaie domestiche a biomassa: infatti negli impianti di teleri-scaldamento, con caldaie ad alta tecnologia, si possono bruciare tutti gli scarti della filiera del legno, anche molto umidi e con basso potere calorifico. Nelle caldaie a le-gna delle singole abitazioni, invece, tali scarti non sono utilizzabili; si deve bruciare legno secco e di qualità, in pezzi di dimensioni adeguate, o scegliere caldaie a pellets se si vuole automatizzare l’impianto.

Legname con tali caratteristiche (pellets) assicura infatti un minore ingombro a parità di massa secca bruciata, una combustione più regolare ed un trasporto/stoc-caggio più semplice e pulito.

La variabilità nell’alimentazione degli impianti di teleriscaldamento a biomasse può invece permettere di sfruttare tutti i prodotti della manutenzione forestale ed agricola: gli scarti (rami, cortecce, cimali, potature) ridotti in scaglie, laddove esista un adeguato bacino di utenza. La convenienza economica, trattandosi di materiale meno pregiato, è dunque garantita dal costo ridotto.

Affinché si possa ipotizzare di costruire un impianto di teleriscaldamento a bio-massa, occorre che siano soddisfatti i punti seguenti:

• presenza di un aggregato di case, edifici e/o attività che richiedano energia termica;• fattibilità tecnico-economica e idoneità del sito per la realizzazione della rete di distribuzione del fluido termovettore. Va notato che le tecnologie di coibenta-

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zione delle tubazioni permettono di trasportare l’acqua calda per molti chilometri senza subire sensibili perdite di calore;• disponibilità di una o, preferibilmente, più fonti di approvvigionamento (resi-dui pulitura dei boschi, residui colture, colture ad hoc, scarti delle segherie e di processi agro-industriali). In realtà questa non è una condizione strettamente ne-cessaria, perché in alcuni casi si è assistito alla nascita dell'offerta di fonti locali, con la creazione della filiera del legno, come conseguenza della domanda da parte dell'impianto di teleriscaldamento;• la distanza dalla fonte di approvvigionamento non deve essere eccessiva. Visto il basso rapporto kWh/m3, il trasporto può influire anche notevolmente sul costo della materia prima (e sul bilancio della CO2 emessa dall’impianto). La vicinanza alle fonti di approvvigionamento, inoltre, può permettere di avere un minor vo-lume di stoccaggio all’interno dell’impianto di teleriscaldamento (consentendone la costruzione anche in aree più anguste), avvalendosi eventualmente della possi-bilità di stoccaggio presso il fornitore del combustibile;• presenza di un'area adeguata, vicina alle arterie di trasporto e ad una distanza conveniente dall'abitato, dove poter costruire l'impianto e le aree di stoccaggio, senza creare eccessivi disagi dovuti al traffico per l'approvvigionamento.

Come meglio si vedrà in seguito, la fattibilità del teleriscaldamento è general-mente dipendente dalla necessità di funzionamento per almeno sei mesi all’anno, condizione caratteristica delle aree interne della Basilicata, poste in quota e soggette a severe condizioni climatiche invernali.

è ormai noto che per le utenze, sia pubbliche che private, un unico impianto di teleriscaldamento, al posto di tante caldaie individuali, può essere vantaggioso per molti aspetti:

• minor inquinamento e maggior efficienza energetica: un grosso impianto avrà rendimento e controllo dei fumi (polveri, CO, etc.) migliori di un impianto picco-lo. Inoltre gli impianti che vengono sostituiti dal teleriscaldamento sono spesso vecchi e quindi con rendimenti e controllo delle emissioni (polveri) molto infe-riori agli omologhi attuali;• eliminazione dei costi per gli utenti di boiler e caldaie, dei controlli annuali e della pulizia di caldaie e camini: il minor costo del combustibile rispetto a gasolio, metano e GPL, permette di risparmiare sul prezzo dell'energia termica consumata;• sicurezza: si sposta la fase critica della combustione dalla abitazione alla cen-trale di teleriscaldamento; agli utenti arriva solo acqua calda;• maggiore affidabilità: rispetto all'impianto domestico le centrali di teleriscalda-mento hanno spesso più di una caldaia a biomassa e una o più caldaie di integra-zione alimentate da fonti fossili;• comodità: impianti domestici a biomassa richiedono molte attenzioni e manu-tenzione (rifornimenti, alimentazione giornaliera se a legna, scarico delle cene-ri, spazi riservati in casa a caldaie, bombole, stoccaggi, serbatoi, etc.), mentre

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l'utente del teleriscaldamento deve solo regolare sul crono-termostato la propria temperatura interna e pagare una più conveniente bolletta.

Per le amministrazioni locali e utenze pubbliche sussistono ulteriori vantaggi nel-l’adozione del teleriscaldamento a biomasse:

• attivare una filiera bosco-legno-energia dimostrativa, promuovendo la collabo-razione congiunta di soggetti pubblici e privati al fine di avviare un processo di promozione delle filiere stesse anche nei confronti dei Comuni adiacenti;• valorizzare il patrimonio agro-forestale di una realtà montana soggetta al fe-nomeno del progressivo spopolamento, con l’obiettivo di rilanciare lo sviluppo socio-economico ed occupazionale, puntando ad invertire la tendenza all’abban-dono delle aree rurali;• puntare decisamente alla razionalizzazione dei sistemi di gestione delle aree agro-forestali, mediante l’oculata programmazione delle attività selvicolturali ed agricole, al fine di svolgere una profonda azione di prevenzione contro:ÿ erosione e dissesto idrogeologico;ÿ incendi;ÿ emissione di gas ad effetto serra e altri inquinanti;

• pianificare le opere di riqualificazione di terreni marginali mediante valuta-zioni agronomiche delle specie potenzialmente utilizzabili per la riforestazione o impiegabili a fini energetici (SRF) allo scopo di salvaguardare le stesse aree dai rischi legati al fenomeno dell’abbandono (frane, alluvioni, incendi, etc.) per mancanza di reddito e bassa qualità della vita;• porre le basi per il contributo dell’amministrazione pubblica in termini di ridu-zione delle emissioni di gas serra che la stessa deve dare dopo l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto;• acquisire da parte dell’Amministrazione Locale una provata credibilità in ter-mini di sensibilità verso le tematiche ambientali;• creare un’alternativa economicamente vantaggiosa e tecnicamente valida di fron-te al disagio dovuto alla mancanza di una rete di metanizzazione sul territorio;• sviluppare un mercato dei sottoprodotti e residui agro-forestali attualmente con-siderati non remunerativi e difficilmente smaltibili;• rilanciare l’occupazione attraverso:

a) la nascita di nuove aziende del settore agro-forestale, in grado di gestire sia le risorse disponibili sul territorio che gli impianti, mediante adeguata forma-zione professionale;b) la riqualificazione del mestiere di boscaiolo, ormai ritenuto dalle nuove generazioni faticoso ed antieconomico: questo potrebbe costituire un nuovo sbocco professionale, se implementato attraverso l’impiego di tecnologie mo-derne ed innovative trasmesse mediante validi corsi di formazione.

Realizzare questo impianto significa anche dimostrare la possibilità di pensare alla diffusione di questa esperienza progettuale in altri Comuni della Regione, laddo-ve esistessero i presupposti tecnico-economici necessari alla buona riuscita.

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3. LA DEFINIZIONE DELLE UTENZE E DEI FABBISOGNI DI ENERGIA

I principali aspetti da valutare ai fini della progettazione di un impianto di teleri-scaldamento sono relativi ad una corretta definizione delle utenze:

1. quali utenze è possibile / necessario riscaldare?

2. qual è il volume delle utenze da riscaldare?

3. qual è il loro fabbisogno termico?

4. quali sono stati i consumi di combustibile fossile negli anni precedenti?

�. quale potenza è necessario installare?

6. quanta energia sarà erogata all’anno?

�. quanto combustibile sarà bruciato in un anno?

I primi passi da compiere sono dunque quelli relativi all’analisi delle utenze in-dividuate.

3.1 Scelta delle utenze

I primi sopralluoghi tecnici effettuati a Castronuovo ed i colloqui con i rappre-sentanti dell’Amministrazione Comunale hanno contribuito ad identificare le utenze pubbliche e/o private più idonee all’allacciamento alla rete di teleriscaldamento, in una prima fase realizzativa del progetto.

L’idoneità riguarda aspetti di natura tecnico/costruttiva, di fabbisogno energetico e di loro posizionamento rispetto ad una possibile rete di distribuzione.

I criteri principali adottati in questa fase di identificazione sono stati:ß tipologia costruttiva e posizione degli edifici rispetto ai possibili tracciati di una rete di teleriscaldamento.ß priorità, nella scelta dei tracciati, alla posizione degli edifici pubblici.ß consistenza dei consumi prevedibili, per gli edifici pubblici e/o privati allac-ciabili.ß stato geotecnico dei terreni interessati dal tracciato della rete.

Una rilevante porzione del paese, pur senza precluderne un futuro allacciamento, presenta obiettive difficoltà tecnico/economiche per prevederne un immediato inse-rimento nel progetto, come si può osservare dalla fotografia sotto riportata:

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Gli edifici allacciabili in questa fase, in base ai criteri impiegati, sono costituiti da 8 edifici pubblici e da 32 edifici privati.

Gli edifici pubblici sono:1. Ambulatorio comunale2. Scuola materna3. Comune4. Scuola elementare e media5. Caserma6. Museo7. Chiesa Madre8. Chiesa Madonna della Stella

Gli edifici privati sono riportati nella planimetria di progetto, ed ospitano 143 abitazioni.

Rispetto ai dati ISTAT 2001, che riportano un numero totale di abitazioni pari a 943 (corrispondenti a circa m3 500.000), il progetto copre circa il 15% delle abitazio-ni private, (corrispondenti a circa m3 72.000). Sommando a queste gli edifici pubblici (m3 23.000) si potrà rilevare che questo progetto copre circa il 20% della volumetria del paese, interessata da fabbisogni termici.

3.2 Definizione del coefficiente di dispersione termica

Per ogni edificio è stato definito il massimo coefficiente di dispersione termica ammissibile (DM 27/07/2005) in base alla zona climatica di appartenenza (DPR412) ed alle caratteristiche morfologiche (rapporto tra superficie esterna e volume del-

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l’edificio). è stato quindi valutato il fabbisogno termico teorico, che è quello richie-sto dalle normative vigenti per edifici di nuova costruzione. Il fabbisogno teorico è stato poi corretto per ogni edificio con un coefficiente (variabile tra 1 e 4, ove 1 rappresenta edifici con le caratteristiche di dispersione termica prescritte dalla legge, mentre 4 rappresenta edifici obsoleti e con mediocri caratteristiche di isolamento termico).

L’applicazione del coefficiente è stata ponderata per ogni edificio, tenendo con-to delle caratteristiche costruttive (stato attuale, materiali, finestrature, etc.), e si è giunti così a definire il fabbisogno termico effettivo, che include anche la fornitura di acqua calda sanitaria per 365 giorni all’anno.

Nei fogli di calcolo di progetto, relativi alle utenze, appare, come sopra detto, la voce “fabbisogno teorico”: tale valore rappresenta il fabbisogno della stessa utenza se possedesse i requisiti costruttivi e di isolamento termico prescritti dalla normativa vigente per le nuove costruzioni.

3.3 Acqua calda sanitaria

L’acqua calda sanitaria, in prima approssimazione, rappresenta il 10% del con-sumo energetico annuo dovuto al riscaldamento e, per tenere in considerazione il relativo fabbisogno, il coefficiente correttivo applicato per la dispersione termica è stato incrementato del 10%.

3.4 Gli impianti attuali

Per ogni utenza, nei fogli di calcolo allegati, sono state inserite le informazioni sullo stato attuale relativamente a “Tipo riscaldamento”, “Combustibile utilizzato”e “Potenza caldaie esistenti”. Questo per permettere una prima verifica dei risultati di progetto rispetto alla situazione esistente. L’indagine svolta ha rilevato una attua-le maggioranza di impianti di riscaldamento autonomi, in particolare per le utenze private, alimentati a GPL. La potenza effettiva attualmente installata è coerente con quanto è risultato dal progetto: la verifica effettuata, ad esempio sulle utenze pubbli-che, denota una variazione minima tra lo specifico fabbisogno termico risultato dal progetto, e l’effettiva potenza della caldaia attualmente installata (vedi l’utenza “Ca-serma”, che attualmente utilizza una caldaia a gasolio da 77 kW, laddove il progetto ha calcolato un fabbisogno di potenza pari a 76 kW).

3.5 Utenze: fabbisogno di potenza, fabbisogno di energia e spesa annua

Sia per le utenze pubbliche che per quelle private sono stati valutati i fabbisogni totali di potenza termica, ottenuti considerando i coefficienti di dispersione effettivi ed il rapporto superficie/volume di ogni singola utenza.

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Questo ha portato a determinare un fabbisogno netto totale di potenza pari a:UTENZE PRIVATE:Volumetria totale (m3): 73.000Fabbisogno netto di potenza (kW): 2.700

UTENZE PUBBLICHE: Volumetria totale (m3): 23.000 Fabbisogno netto di potenza (kW): 730

Il fabbisogno netto totale di potenza (kW 3.430), calcolato per fare fronte ai picchi di fabbisogno, è stato ridotto di un opportuno fattore in considerazione che la domanda termica di picco non è, se non in casi eccezionali, contemporanea: questa riduzione viene normalmente apportata per evitare un sovradimensionamento della caldaia. Infatti, nel caso in cui un’unica caldaia debba provvedere al riscaldamento di numerose utenze, la potenza della caldaia corrisponde alla somma dei fabbisogni di potenza di tutte le utenze, diminuita di un coefficiente di contemporaneità che tenga conto delle caratteristiche temporali del prelievo termico delle varie utenze.

Il valore di questo coefficiente va valutato caso per caso: in questo progetto è stato applicato un coefficiente che riduce del 30% la sommatoria dei fabbisogni di tutte le utenze.

A valle di questa riduzione risulta un fabbisogno netto totale di potenza pari a 2.400 kW:

Sulla base degli specifici fabbisogni termici (consumi) è stata valutata la spesa annua che ogni utenza dovrebbe affrontare utilizzando combustibili fossili (gasolio o GPL) nei singoli impianti di riscaldamento. La valutazione si basa sul numero di ore e di gradigiorno previsti dalla normativa relativamente alla zona di Castronuovo. Sono stati in effetti notati forti discostamenti tra la previsione di spesa legata ai ri-sultati del progetto, e la reale spesa sostenuta oggi dagli utenti che utilizzano combu-stibili fossili: il motivo di questi discostamenti è dovuto sia al ridotto numero di ore di funzionamento del riscaldamento nelle utenze pubbliche (essendo per la maggior parte uffici e scuole ad orario ridotto), sia alla forte tendenza al risparmio che si verifica in diverse utenze private (tutte comunque ad uso abitativo). L’adozione del teleriscaldamento a biomassa permetterebbe quindi un maggiore benessere termico oltre che una riduzione della spesa annua.

Per la determinazione dei fabbisogni delle utenze private sono state prese in con-siderazione le ore di funzionamento prescritte dal DPR 412; la valutazione dei con-sumi annui ha tenuto conto (tramite opportuno coefficiente) che la caldaia non opera sempre alla massima potenza.

UTENZE PRIVATE: funzionamento giornaliero su 12 ore (per 165 gg): fabbisogno di energia “privato” annuo pari a circa 3.900.000 kWh.

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UTENZE PUBBLICHE: funzionamento giornaliero su 6 ore (per 165 gg): fabbisogno di energia “pubblico” annuo pari a circa 510.000 kWh.

Il fabbisogno globale di energia è pari a 4.400.000 kWh/anno, corrispondenti, in termini di biomassa necessaria, a circa 2.000 t/anno.

Sulla base di questi fabbisogni termici è riportata, nella tabella che segue, la spesa annua che si otterrà utilizzando il calore distribuito dal teleriscaldamento a biomas-sa.

Nella stessa tabella è riportato il risparmio annuo rispetto all’ipotesi di utilizzare combustibili fossili in impianti individuali (per le stesse utenze ed a parità di benes-sere termico).

Consumo utenze private kWh 3.900.000

Spesa annua con teleriscaldamento a biomassa € 413.000

Spesa annua con combustibili fossili € 516.000

Risparmio annuo € 103.000

Consumo utenze pubbliche kWh 510.000

Spesa annua con teleriscaldamento a biomassa € 55.000

Spesa annua con combustibili fossili € 69.000

Risparmio annuo € 14.000

L’analisi economica dell’utenza, pubblica e privata, considerando il costo di al-lacciamento alla rete rispetto al risparmio che ne consegue, sarà svolta al successivo capitolo 8.

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4. LA CENTRALE: DESCRIZIONE E DIMENSIONAMENTO

La somma dei fabbisogni netti effettivi di tutte le utenze considerate è risultata, dopo l’applicazione del coefficiente di contemporaneità, pari a 2.400 kW. La potenza lorda della caldaia, tenendo in dovuto conto i rendimenti di generazione (90%) e di distribuzione (90%) è pari a 3 MW.

La localizzazione della centrale dovrà minimizzare il percorso medio del calore indirizzato alle utenze attraverso la rete di tubazioni, e quindi la sua posizione sarà il più possibile baricentrica rispetto al bacino d’utenza, senza comunque comportare problemi di impatto ambientale dovuti a traffico, rumore ed emissioni.

I componenti da mettere in opera sono:1. Complesso di trasporto del combustibile al silo finale di alimentazione cal-daia;2. Silo finale di alimentazione caldaia;3. Sistema di estrazione del combustibile dal silo;4. Generatore/i di calore a biomassa (caldaia);5. Scambiatore fumo / fluido termovettore;6. Impianto di depurazione dei fumi, con eventuale connesso recupero di calore;7. Camino;8. Impianto di estrazione delle ceneri;9. Quadro elettrico di comando e accessori;10. Circuiti idraulici ed elettrici di centrale;11. Sistemi di sicurezza ed eventuale accumulatore inerziale e bollitore per acqua sanitaria; 12. Edificio e capannoni di copertura e contenimento componenti di centrale.

L’area necessaria per l’installazione della centrale (escluso il centro di stoccag-gio) è di circa 500 m2, inclusi gli spazi per la movimentazione dei mezzi di trasporto combustibile.

La soluzione progettuale tecnica prevede l’installazione di una caldaia dell’ulti-ma generazione, gestita da microprocessore, con valori del rendimento termico su-periori al 90% ed impianto ad alta tecnologia per l’abbattimento delle polveri e delle altre emissioni secondo le norme di legge.

L’impianto di depurazione dei fumi deve essere in grado di abbassare il contenuto di polveri nei fumi al di sotto delle soglie consentite dalla legislazione vigente (D.M. 05/02/98 n. 72 e D.P.C.M. 08/03/02).

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Il ciclone - o multiciclone - è solitamente sufficiente a garantire il rispetto del va-lore limite di emissione per gli impianti di potenza inferiore ai 3 MW (Polveri totali < 100 mg/Nm3).

Per il rispetto della soglia più restrittiva, per gli impianti di potenza compresa tra i 3 e i 6 MW (< 30 mg/ Nm3), il ciclone è di norma insufficiente; perciò verrà installato un elettrofiltro, o un filtro a maniche.

L’installazione ottimale di una caldaia a biomassa prevede la presenza di un accumulatore inerziale.

è costituito da un serbatoio d’acqua termicamente isolato, collegato direttamente alla mandata della caldaia tramite un’apposita pompa. L’acqua contenuta nell’accu-mulatore è pertanto la stessa che circola in caldaia e nell’impianto di riscaldamento.

L’accumulatore inerziale svolge le seguenti importanti funzioni:- consente alla caldaia di funzionare in modo regolare, evitando interruzioni do-vute a insufficiente richiesta di energia da parte dell’impianto di riscaldamento: in queste condizioni, invece di bloccare la combustione o surriscaldare gli ambienti, la caldaia può continuare a funzionare immagazzinando energia nel serbatoio di accumulo. Questa energia si renderà disponibile successivamente quando il pro-gressivo esaurimento del combustibile determinerà una riduzione della potenza erogata dalla caldaia. Il funzionamento senza interruzioni riduce la fumosità delle emissioni e lo sporcamento del camino, protegge la caldaia da dannose formazio-ni di condensati catramosi, e aumenta il rendimento globale dell’impianto;- costituisce un “volano” termico per l’impianto di riscaldamento e fa aumentare il comfort di esercizio, rendendolo del tutto simile a quello di impianti automatici a gas/gasolio. Infatti, l’energia contenuta nell’accumulatore sotto forma di acqua calda viene automaticamente ceduta all’impianto nel momento in cui questo la richiede. Questo assicura alcune ore di riscaldamento anche a caldaia spenta, ad esempio nelle prime ore del mattino.

La centrale sarà pre-allestita in containers tecnici modulari, tra loro collegati, e ospitati in un capannone a norma di legge.

Tale soluzione garantisce la corretta installazione dell'intero sistema di centrale e non solo dei singoli componenti.

Questo permette inoltre eventuali ampliamenti o ricollocamenti dell'impianto se-condo future possibili necessità.

La caldaia a biomassa sarà del tipo a griglia vibrante (o mobile), per permettere un migliore mescolamento tra aria comburente e combustibile durante la combustio-ne e potrà essere alimentata automaticamente da cippato (pezzatura fino a 4 cm) con umidità fino al 50%.

Accanto alla caldaia a biomassa verrà prevista l'installazione di una caldaia di soccorso a GPL.

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Per quanto riguarda il costo di investimento, per una centrale termica con caldaia di potenza lorda pari a 3,0 MW, si può prevedere una spesa pari a circa € 790.000.

Nel costo totale sono inclusi i containers tecnici preallestiti, i circuiti termoi-draulici, i circuiti elettrici e di controllo, gli edifici e la struttura di contenimento, il silo finale di alimentazione cippato ed eventuali oneri per l’acquisizione dell’area necessaria.

I dettagli sono presentati nel relativo foglio di calcolo di progetto.

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5. LA RETE DI DISTRIBUZIONE: DESCRIZIONE E DIMENSIONAMENTO

Nel caso del teleriscaldamento, il dimensionamento della caldaia è collegato alla progettazione della rete di distribuzione del calore. Avendo individuato in prima approssimazione l’utenza, la sua localizzazione e la potenza da installare, occorre valutare se la lunghezza della rete è in un rapporto ragionevole con la potenza della caldaia. La rete non deve essere “troppo lunga” rispetto alla potenza e all’energia erogata, perché ciò sarebbe sconveniente dal punto di vista economico (dispersioni termiche). Si può utilizzare il criterio secondo cui deve esservi almeno 1 kW di potenza d’allacciamento per metro lineare di condotta termica principale di manda-ta/ritorno (lunghezza del canale).

La rete di distribuzione è la parte in genere più costosa dell’impianto di teleri-scaldamento ed è costituita da un circuito principale di tubazioni coibentate di andata e ritorno dell’acqua calda, dal quale si diramano i collegamenti con le varie utenze (vedi planimetria di progetto).

Nella figura sotto riportata appare uno schema figurativo di massima della rete:

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Le tubazioni sono in acciaio, coibentate con schiuma di poliuretano espanso e protette esternamente con resina termoindurente. Trattandosi di tubazioni interrate occorre proteggere la parte superiore con uno strato di terreno da 40 cm a 60 cm, mentre la parte inferiore deve poggiare su sabbia ben costipata.

Posa della rete di distribuzione

Schema di rete ad anello

La rete maggiormente affidabile e più favorevole per nuove estensioni, scelta per questo progetto, è quella “ad anello”, costituita da un circuito chiuso (sia sul percor-so di andata che su quello di ritorno), con possibilità di alimentazione da entrambi i lati e con una conseguente più omogenea distribuzione della pressione.

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La rete di tubazioni è alimentata da una stazione di pompaggio collegata alla caldaia: la pressione di esercizio dipende dai dislivelli e dallo sviluppo della rete e delle sue diramazioni.

Il diametro dei tubi dipende dalla potenza termica trasmessa, dalla differenza di temperatura tra la mandata ed il ritorno e dalla velocità dell’acqua che non deve di norma superare, nella rete principale, i 3 m/s.

Mandata acqua 90 C°Ritorno acqua 65 C°Delta T 25 C°Portata 92 m3/hDiametro medio � cmDiametro max � cm

Le utenze sono collegate alla rete attraverso una serie di sottostazioni, situate come se fossero una caldaia centralizzata, all’interno dei diversi edifici, in locali tecnici, senza particolari esigenze di ventilazione o di sicurezza.

Nel caso di piccole utenze contigue, si installa un’unica sottostazione, con una breve rete secondaria di distribuzione alle abitazioni collegate.

Ogni sottostazione è composta da:scambiatore di calore a piastrevalvole di regolazionevalvole di intercettazioneimpianto elettricostrumentazione di controllo e misuracontacalorie differenziale

Uno schema di sottostazione è il seguente.

Tipica tubazione per teleriscaldamento urbano

Schema di sottostazione di scambio termico

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Per le utenze pubbliche di Castronuovo, le sottostazioni saranno installate ac-canto alla caldaia centralizzata (ove esistente) che verrà mantenuta pronta all’uso come caldaia d’emergenza. Nel caso di utenze pubbliche con più caldaie esistenti (caso ancora da verificare), si installerà un’unica sottostazione, con una breve rete secondaria di distribuzione.

Per le utenze private, in considerazione della preferenza da parte degli abitanti di Castronuovo verso il riscaldamento autonomo (come scaturito dall’indagine con-dotta), il progetto prevede di dotare ogni abitazione di una propria sottostazione: ciò comporta un sensibile aumento nei costi di investimento per la realizzazione degli allacci, ma dall’altra parte garantisce una più semplice e sicura contabilizzazione del calore erogato, minori problematiche per l’allaccio volontario alla rete di ogni singolo utente e quindi, in pratica, l’adesione di tutti gli utenti potenziali ad usufruire del teleriscaldamento.

Il maggiore costo di investimento potrebbe essere coperto da contributi pubblici regionali e/o provinciali proprio per permettere ed agevolare l’allaccio delle utenze private.

In conclusione, per quanto riguarda la rete, risultano i seguenti dati:Lunghezza dello scavo per tubi mandata/ritorno (m) 2.500Lunghezza tubazioni mandata/ritorno/allacci (m) 6.500Numero sottostazioni 151

Il costo totale della rete di distribuzione, inclusi gli scavi e le opere civili, ed inclusi gli allacciamenti e le sottostazioni, ma escluse le opere di distribuzione del calore interne alle singole abitazioni/utenze pubbliche, è pari a circa 1.000.000 Euro. La voce di costo principale è legata all’acquisto ed alla posa in opera delle tubazioni coibentate (circa il 70% del costo totale della rete).

I dettagli sono presentati nel relativo foglio di calcolo di progetto, e possono es-sere così riassumibili:

Costo Rete

Sistema tubazioni € 450.000

Opere civili, scavi e ripristini € 200.000

Sottostazioni utenze € 320.000

Montaggio e assiastenza opere civili € 30.000

TOTALE € 1.000.000

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6. IL CENTRO DI STOCCAGGIO

6.1 Le tipologie di biomassa

Le tipologie principali di biomassa da stoccare sono tutte quelle idonee alla com-bustione nella caldaia della centrale termica. In base alle caratteristiche delle risorse locali disponibili si prevede di stoccare:

A) Biomassa forestale:• Materiale di scarto della legna da ardere • Materiale di risulta delle utilizzazioni forestali• Materiale legnoso abbandonato

B) Biomassa Agricola:• Residui di potatura• Materiale da coltivazioni dedicate

C) Biomassa industriale e artigianale:• Materiale di scarto (sfridi industria legno, cassettame e pallets usati)

D) Biomassa da verde pubblico• Potature• Manutenzioni varie

Il materiale potrà essere conferito al Centro di stoccaggio sia “intero” (tronchi, rami, ramaglie, tavole, cassettame, etc.) sia già cippato. Per il materiale “intero” sarà prevista la sua cippatura nello stesso Centro, prima di essere alimentato alla caldaia.

6.2 Descrizione e dimensionamento

Il Centro di stoccaggio è fondamentale per garantire l’alimentazione e l’autono-mia della caldaia in caso di disfunzioni nei trasporti e nei conferimenti della biomas-sa dai vari bacini di raccolta alla centrale.

è essenzialmente costituito da un vasto piazzale sterrato e compattato, con una parte pavimentata e coperta da una tettoia per proteggere la biomassa prima della sua alimentazione alla caldaia. Dovrà essere recintato e predisposto con adeguati mezzi antincendio. Sarà dotato di un piccolo ufficio con pesa esterna.

Il Centro dovrà essere localizzato in una posizione ottimale rispetto sia alla logi-stica dei conferimenti della biomassa sia al sistema di alimentazione della caldaia. Non sarà forse possibile realizzare quest’area in paese (problemi di spazio e di im-

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patto ambientale) e quindi sarà probabilmente necessario prevedere un’area fuori paese, attrezzandola con un sistema basato su containers scarrabili da 20 m3, che saranno caricati nel Centro di stoccaggio e posizionati poi in Centrale (vuoto per pieno), prossimi al silo finale ed alla coclea di alimentazione della caldaia. Ciascun container scarrabile sarà dotato di un sistema di avanzamento della biomassa cippa-ta, in modo che lo scarico nel silo di Centrale avvenga gradualmente e senza emis-sione di polveri e rumori.

Per garantire una sufficiente autonomia alla caldaia (90 giorni) si è considerato di stoccare un quantitativo di biomassa pari a circa 1.000 t, che corrispondono al consumo della caldaia per tre mesi di funzionamento.

L’area necessaria corrisponde a circa 3.000 m2.

Una parte della stessa area sarà coperta da una tettoia, per permettere una miglio-re essiccazione naturale della biomassa immagazzinata. E’ necessaria una tettoia di almeno 700 m2, progettata a carichi di vento e di neve, per conservare al coperto il combustibile per un periodo di 3 settimane prima della sua alimentazione in caldaia

La tettoia coprirà mucchi di biomassa cippata alti da 2 a 3 metri, disposti in modo tale da consentire una facile movimentazione ed una sicura predisposizione antin-cendio.

Anche nella restante area scoperta dello stoccaggio l’altezza dei cumuli sarà di circa 3 m.

I costi di investimento per la realizzazione del Centro di stoccaggio sono dell’or-dine di 260.000 € (includono anche i prevedibili oneri per l’acquisizione dell’area) e comprendono le strutture, la cippatrice, gli scarrabili, la motrice per gli scarrabili, un trattore attrezzato per la carica frontale della coclea di alimentazione caldaia e una pesa a ponte.

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7. LA DISPONIBILITÀ DI BIOMASSA

Le fonti che possono garantire l’approvvigionamento della Centrale sono costi-tuite da:

A) Biomassa forestale:• Materiale di scarto della legna da ardere• Materiale di risulta delle utilizzazioni forestali• Materiale legnoso abbandonato

B) Biomassa agricola:• Residui di potatura• Materiale da coltivazioni dedicate

C) Biomassa industriale e artigianale:• Materiale di scarto (sfridi industria del legno e del mobile, cassettame e pallets usati, etc.)

D) Biomassa da verde pubblico• Potature • Manutenzioni varie

L'organizzazione dell’approvvigionamento della biomassa richiede di determina-re i metodi più razionali di approvvigionamento del combustibile al fine di ottimiz-zarne tempi e costi attraverso uno studio tecnico della filiera bosco-legno-energia suddiviso nei seguenti punti:

ÿ scelta di adeguati cantieri per la raccolta di biomassa di origine agricola e forestale;ÿ ottimizzazione del trasporto mediante lo studio della viabilità stradale esistente e dei collegamenti imposto/impianto;ÿ studio delle modalità e dei tempi relativi alla fase di stoccaggio (perma-nenza, preutilizzo) con particolare riferimento ad umidità e p.c.i della biomas-sa.

L’organizzazione di un approvvigionamento regolare per quantità e qualità per un numero congruo di anni deve scontare difficoltà impreviste delle più diverse nature: climatiche (annate in cui le utilizzazioni forestali o l’esbosco siano più o meno diffi-cili), contrattuali (variazioni di prezzo che rendano difficile l’acquisto di legname in piedi, difficoltà nel reperimento della proprietà), normative (nuove norme o interpre-tazioni differenti di norme), di disponibilità di manodopera.

L’acquisto di biomasse di origine agricola o industriale o proveniente da altri ter-ritori sconta, oltre ad analoghe possibili variazioni nella disponibilità e nella qualità,

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anche problemi di tipo ambientale. Si fa qui riferimento alle garanzie di non conta-minazione o assenza di sostanze tossiche a seguito di combustione per le biomasse di origine industriale e a garanzie sulle condizioni di utilizzazione (sostenibilità dei prelievi rispetto delle normative selvicolturali e della sicurezza sul lavoro) per quelle di provenienza diretta dal bosco.

Nell’impostazione dell’intervento di sviluppo della filiera legno-energia occorre ben chiarire fin dall’inizio quali siano gli obiettivi e le politiche che si intendono per-seguire, ovvero quanto privilegiare lo sviluppo della filiera locale, quanto il rispar-mio dovuto all’acquisto di biomasse di origine industriale, quali garanzie ambientali e sociali perseguire.

Trattandosi di approvvigionamenti di fonti per la produzione di energia occorre anche valutare la sicurezza e la costanza degli stessi.

La biomassa proveniente dal bosco è quella che, nella logica di una corretta ge-stione dei soprassuoli, consente di ottenere consistenti quantitativi annui di biomas-sa, sia sottoforma di residui (dai tagli, anche di diradamento o dalle potature nelle fustaie), sia da un incremento delle utilizzazioni nei cedui.

A tal proposito si è condotta un’analisi dei dati forestali forniti dal Comune di Ca-stronuovo per valutare, al momento con ampi margini, la disponibilità di biomassa ligno-cellulosica ottenibile dai boschi di proprietà comunale.

I boschi di proprietà comunale, per tutti i quali vige un piano di assestamento, sono per la maggior parte fustaie di cerro, roverella, con scarsa presenza di faggio.

Sono assenti superfici a bosco ceduo che potrebbero dare un ben maggiore quan-titativo di biomassa da convertire in energia.

Per la valutazione del materiale ligno-cellulosico disponibile ci si è attenuti al piano dei tagli relativo al decennio 2004-2012; la ripresa complessiva prevista dal piano nell’arco di 10 anni, per una compresa di alto fusto, è di circa 13.000 m3, vale a dire che all’interno della compresa stessa, questo è il quantitativo prelevabile am-messo.

Ogni anno si interviene su diverse particelle, prelevando i quantitativi indicati nella tabella seguente.

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Massa legnosa prelevabile nella compresa relativa alla fustaia di farnetto e cerro di proprietà del Comune di Castronuovo

Anno Massa prelevabile Biomassa residua

(m3) (m3) (t)

2004 1.373 412 247

2005 1.380 414 248

2006 1.191 357 214

2007 1.249 375 225

2008 1.528 458 275

2009 1.135 341 204

2010 1.393 418 251

2011 1.369 411 246

2012 1.293 388 233

2013 972 292 175

TOTALE 12.883 3.865 2.319

Per calcolare, in linea di massima, la biomassa disponibile per la conversione in energia si è ipotizzato, come da valutazioni correnti, che il 70% della massa legnosa sia costituita da legname da opera ed il restante 30 % da residui; per la conversione in tonnellate si è applicata l’equivalenza 1 m3= 0,6 t di tal quale.

Da tale risorsa si stima quindi che possano derivare tra 200 e 300 t/anno di bio-massa legnosa.

Nella fase esecutiva del progetto, l’indagine si estenderà alla valutazione della disponibilità di biomassa agroforestale in tutta l’area della Comunità Montana ed alla valutazione di altre risorse legnose (potature urbane, scarti di cassettame, residui di segheria, etc.) conferibili da aree adiacenti.

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8. MECCANISMO DI GESTIONE E ANALISI ECONOMICA

8.1 La Società mista pubblico/privata di gestione (E.S.Co.)

La realizzazione del teleriscaldamento di Castronuovo di Sant’Andrea comporta un elevato onere di investimento, sia dal punto di vista finanziario, sia da quello sociale e di immagine.

Affinché il progetto possa avere successo è di fondamentale importanza defini-re con precisione le giuste modalità di gestione: queste possono essere individua-te seguendo il modello delle E.S.Co. (Energy Saving Company), che prevede la costituzione di una Società mista con la partecipazione congiunta del Comune di Castronuovo e di imprese agroforestali e termotecniche locali.

Il Comune, nella sua qualità di partner maggioritario, garantirà l’adozione di tutte le iniziative più opportune per il contenimento dei costi di investimento (gare pubbli-che, trasparenza, etc.) e dei costi di esercizio (controllo dei bilanci, prezzo biomassa, etc.).

La E.S.Co., come “soggetto gestore”, avrà tre ambiti di azione distinti, ma gestiti in modo sinergico:

1. gestione della filiera di approvvigionamento della biomassa2. gestione tecnica ed operativa della Centrale3. gestione della vendita del calore

Il primo ambito dovrà prevedere un grosso impegno del “partner Comune di Ca-stronuovo” per favorire un basso costo di conferimento della biomassa mettendo a disposizione, per tagli di assestamento e manutenzione, le particelle forestali di pro-pria pertinenza e l’impiego di manodopera costituita da operatori forestali comunali e/o da LSU, per la raccolta ed il trasporto.

Tale organizzazione consentirebbe di disporre di biomassa non al prezzo di mer-cato chiesto da operatori privati, ma al prezzo di costo che è certamente inferiore al primo.

Il costo della biomassa, come si potrà vedere nei fogli di calcolo relativi all’ana-lisi economica di gestione, è infatti tra le voci più importanti per garantire validi ritorni sull’investimento.

Anche i problemi relativi alla qualità della biomassa conferita vengono risolti con questo modello di gestione: infatti, quando il soggetto gestore dell’impianto è anche il fornitore della biomassa, vi è tutto l’interesse a fornire combustibile di elevata qua-

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lità e potere calorifico, con la già citata garanzia sul contenimento del prezzo, e con l’ulteriore positiva ricaduta sulla filiera agroforestale locale, in termini ambientali ed economici.

Sarà quindi la E.S.Co. ad affrontare l’investimento, a gestire tecnicamente la Centrale, a curare l’approvvigionamento del combustibile ed a gestire la vendita del calore alle utenze di Castronuovo; a garantire, in sintesi, il successo dell’iniziativa.

8.2 Analisi economica per la E.S.Co.

Il risultato economico della E.S.Co. è essenzialmente legato alla quantità di calo-re venduto ed al costo unitario della biomassa conferita.

Inoltre la possibilità di ottenere contributi pubblici regionali e/o provinciali sul costo di investimento, magari legati ad agevolare l’allaccio delle utenze private, ri-veste una grossa importanza nei confronti dell’economicità del progetto per la stessa E.S.Co.

Il calcolo del TIR (Tasso Interno di Rendimento) è stato svolto adottando i se-guenti parametri e valori:ß Costo investimento totale (k€): 2.300Deriva dalla somma di tutti i costi di impianto, inclusi gli allacciamenti alla rete delle circa 150 utenze.

ß Costo investimento a carico E.S.Co. (k€): 1.300Rappresenta il capitale investito direttamente dall’imprenditore, a valle di possi-bili contributi pubblici.

ß Quantità di calore venduto (MWh/anno): 4.400Rappresenta il fabbisogno energetico totale delle utenze pubbliche e private allac-ciate alla rete, sulla base delle condizioni climatiche del paese e delle assunzioni sulle caratteristiche delle utenze.

ß Prezzo di vendita del kWh (€/kWh): 0,11Si è assunto di indicizzare questo parametro legandolo al prezzo attuale del combustibile fossile: in questa ipotesi è stato adottato un indice che permetta ad ogni utenza un risparmio del 20% rispetto al costo totale annuo che avrebbe sostenuto con riscaldamento autonomo a combustibile fossile (a parità di be-nessere termico).

ß Costo medio della biomassa (€/kg): 0,03Il valore assunto, più basso dei valori medi di mercato, dovrebbe essere garantito dall’intervento del Comune, sia in termini di impiego di manodopera comunale per la manutenzioni dei boschi demaniali, sia in termini di messa a disposizione delle particelle forestali di proprietà comunale per le operazioni di assestamento e ripresa.

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ß Tasso di interesse: 3%è il tasso applicato sul capitale investito dalla E.S.Co.

L’analisi economica per la E.S.Co. presenta i seguenti risultati:

Tassi di Rendimento Interno:• TIR prima delle tasse: 12%• TIR dopo le tasse: 5%

Il pay-back del progetto è stimabile in circa 15 anni.

8.3 Analisi economica delle utenze

L’analisi economica per le utenze pubbliche e private ha, come parametro fon-damentale di ritorno economico, il risparmio annuo che mediamente si ottiene con il teleriscaldamento a biomassa rispetto al riscaldamento in impianto autonomo con combustibile fossile, a parità di condizioni di benessere termico.

• Risparmio utenze pubbliche (€/anno): 14.000• Risparmio utenze private. (€/anno): 103.000

Di contro, ogni utenza che voglia allacciarsi, dovrà affrontare un proprio costo di opere interne: per opere interne si intende l’adattamento o la realizzazione ex-novo del circuito riscaldante (tubazioni, valvolame, strumentazione, termosifoni, ventilconvettori, etc.) all’interno dell’utenza e/o dell’edificio in cui le utenze sono inserite.

L’attuale situazione delle utenze di Castronuovo, analizzate in questa fase di progetto, vede edifici (pubblici e privati) già dotati di circuiti scaldanti interni: gli adattamenti dovranno riguardare l’idoneità dei corpi scaldanti e l’inte-grazione dei sistemi di tubazioni laddove l’edificio non sia già dotato di rete di riscaldamento centralizzata.

Pertanto la stima dei costi delle opere interne può basarsi solo su valutazioni me-die e lo stesso dicasi per il risultato economico che ne deriva.

Sarà compito della fase esecutiva del progetto analizzare in dettaglio questo aspetto. Allo stato attuale si può prevedere:

• Costo globale medio opere interne pubbliche (€): 80.000 • Costo globale medio opere interne private (€): 429.000

Il ritorno economico relativo medio è:TIR utenti pubblici 19%TIR utenti privati 26%

Il pay back medio per le utenze pubbliche è intorno ai 5 anni.

Il pay back medio per le utenze private è intorno ai 4 anni.

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9. CONCLUSIONI

Con questi sintetici punti finali si riassumono le opportunità legate al progetto di Castronuovo di Sant’Andrea.

Vengono in chiusura elencati anche i punti critici, che vanno accuratamente con-siderati e monitorati per garantire un pieno successo all’ iniziativa.

9.1 Opportunità

ÿ Vantaggi economici per le utenze, con aumento del livello di benessere ter-mico rispetto alla situazione attuale, evitando le problematiche di approvvigio-namento del combustibile e di conduzione e manutenzione della propria caldaia individuale.ÿ Maggiore sicurezza (la fase di combustione è spostata in Centrale) e maggio-re affidabilità (la Centrale è dotata di una caldaia di soccorso a GPL).ÿ Indipendenza totale da futuri ulteriori incrementi del prezzo dei combustibili fossili o da loro future possibili crisi di disponibilità.ÿ Attivazione di una filiera locale di approvvigionamento della biomassa con positive ricadute in termini socioeconomici (occupazione) ed ambientali (gestio-ne del patrimonio forestale).ÿ Benefici di immagine a livello regionale e nazionale, con la possibilità di costituire un punto di riferimento per future iniziative di altri Comuni o Comunità Montane regionali e nazionali.ÿ Possibilità di ingresso di cittadini di Castronuovo nella E.S.Co. in qualità di Soci (versando quote del capitale investito) a fronte di una partecipazione agli utili della E.S.Co. o di una riduzione della “bolletta” termica).ÿ Incremento del numero di utenti (ulteriori futuri allacci) con miglioramento conseguente del risultato economico del progetto

9.2 Criticità

ÿ Risultato economico del progetto: ha valori condizionati dall’ottenimento di un contributo pubblico, peraltro giustificato dalle forti ricadute sul territorio. La causa della criticità del risultato economico sta nell’alto costo di investimento per la realizzazione della rete e nel relativo basso numero di utenze servite. L’incre-mento del numero di utenze allacciate può sciogliere questo aspetto critico.

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ÿ Necessità di un basso costo della biomassa, per garantire l’attuale ritorno economico.ÿ Costituzione di una E.S.Co. capace di gestire attivamente tutte le fasi della iniziativa, ed in particolare quella dell’approvvigionamento della biomassa.ÿ Individuazione di imprese agroforestali da inserire nella E.S.Co, e loro ca-pacità organizzativa per la creazione di filiere in grado di ottimizzare i costi di raccolta e trasporto del combustibile.ÿ Necessità di attivare la formazione degli operatori nelle imprese agrofore-stali.ÿ Individuazione di imprese termoidrauliche per una corretta gestione tecnica della Centrale e loro attività di formazione.

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APPENDICE

Estratto dei fogli di calcolo per la valutazione dei fabbisogni termici delle

utenze pubbliche e private

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UTENZE PRIVATEDimensioni:larghezza a: (m)lunghezza b: (m)area: (m2)volume: (m3)Fattore correttivo dispersione:fattore correttivo: da 1 a 4, secondo qualità edificio

dati utenza

n° a b area h (media)

sup.est.S

volume V S/V

1 Numero Abitazioni: 2 14,5 11 159,5 7,9 361,0 1260,1 0,29cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,36Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 47Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: 1N-1LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 8.991Consumo annuo con tele (kWh) 67.020Spesa annua con tele (€) 7.193Risparmio annuo con tele (€) 1.798

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

2 Numero Abitazioni: 11 26 13,5 351,0 15,4 959,3 5405,4 0,18cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,30Fabbisogno teorico kW = 56coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 169Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: 5GPL-6LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 32.032Consumo annuo con tele (kWh) 238.762Spesa annua con tele (€) 25.626Risparmio annuo con tele (€) 6.406

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n° a b area h (media)

sup.est.S

volume V S/V

3 Numero Abitazioni: 11 26 13,5 351,0 13,9 900,1 4878,9 0,18cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,30Fabbisogno teorico kW = 51coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 154Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW) 256Spesa annua senza tele (€) (11.000 euro) 29.292Consumo annuo con tele (kWh) 218.335Spesa annua con tele (€) 23.433Risparmio annuo con tele (€) 5.858

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

4 Numero Abitazioni: 6 12,35 12 148,2 13,75 483,0 2037,8 0,24cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,33Fabbisogno teorico kW = 24coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 71Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: 3N-3LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 13.423Consumo annuo con tele (kWh) 100.051Spesa annua con tele (€) 10.738Risparmio annuo con tele (€) 2.685

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

5 Numero Abitazioni: 1 9 12 108,0 8,5 286,5 918,0 0,31cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,37Fabbisogno teorico kW = 12coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 36Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 6.812Consumo annuo con tele (kWh) 50.774Spesa annua con tele (€) 5.449Risparmio annuo con tele (€) 1.362

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

6 Numero Abitazioni: 3 9,15 12 109,8 11,9 361,5 1306,6 0,28cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,35Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 48Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 9.182Consumo annuo con tele (kWh) 68.437Spesa annua con tele (€) 7.345Risparmio annuo con tele (€) 1.836

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

7 Mulino: numero abitazioni 1 8,2 7,6 62,3 9 204,5 560,9 0,36cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,40Fabbisogno teorico kW = 8coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 28Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: NPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 5.237Consumo annuo con tele (kWh) 39.037Spesa annua con tele (€) 4.190Risparmio annuo con tele (€) 1.047

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

8 Numero Abitazioni: 3 5,3 14,5 76,8 11 294,6 845,3 0,35cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,39Fabbisogno teorico kW = 12coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 41Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 7.717Consumo annuo con tele (kWh) 57.523Spesa annua con tele (€) 6.174Risparmio annuo con tele (€) 1.543

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

9 Numero Abitazioni: 2 16,65 12 199,8 16 658,2 3196,8 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 38coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 105Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 19.953Consumo annuo con tele (kWh) 148.723Spesa annua con tele (€) 15.962Risparmio annuo con tele (€) 3.991

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

10 Numero Abitazioni: 6 24,8 10 248,0 14,6 756,1 3620,8 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 40coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 120Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GasolioPotenza caldaia esistente (kW) 116Spesa annua senza tele (€) (14.000 euro)

22.717

Consumo annuo con tele (kWh) 169.324Spesa annua con tele (€) 18.173Risparmio annuo con tele (€) 4.543

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

11 Numero Abitazioni: 3 15,1 15,8 238,6 13 640,3 3101,5 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 34coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 102Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 19.377Consumo annuo con tele (kWh) 144.432Spesa annua con tele (€) 15.502Risparmio annuo con tele (€) 3.875

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

12 Bar e 1 Abitazione 2 14,85 7,45 110,6 12,125 381,0 1341,4 0,28cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,36Fabbisogno teorico kW = 17coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 59Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 11.125Consumo annuo con tele (kWh) 82.923Spesa annua con tele (€) 8.900Risparmio annuo con tele (€) 2.225

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

13 2 Mini-market 2 12,1 9 108,9 10 319,9 1089,0 0,29cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,36Fabbisogno teorico kW = 14coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 48Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 9.169Consumo annuo con tele (kWh) 68.343Spesa annua con tele (€) 7.335Risparmio annuo con tele (€) 1.834

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

14 Numero Abitazioni: 1 18,8 9 169,2 10,5 461,1 1776,6 0,26cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,34Fabbisogno teorico kW = 21coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 75Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: GasolioPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 14.171Consumo annuo con tele (kWh) 105.627Spesa annua con tele (€) 11.337Risparmio annuo con tele (€) 2.834

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

15 Numero Abitazioni: 8 30,2 10,2 308,0 12,9 829,2 3973,7 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 44coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 153Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 29.078Consumo annuo con tele (kWh) 216.744Spesa annua con tele (€) 23.263Risparmio annuo con tele (€) 5.816

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

16 Numero Abitazioni: 3 21 8 168,0 12 516,0 2016,0 0,26cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,34Fabbisogno teorico kW = 24coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 84Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 15.987Consumo annuo con tele (kWh) 119.162Spesa annua con tele (€) 12.789Risparmio annuo con tele (€) 3.197

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

17 Numero Abitazioni: 2 14 8,2 114,8 6,75 264,6 774,9 0,34cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,39Fabbisogno teorico kW = 11coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 37Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 7.004Consumo annuo con tele (kWh) 52.204Spesa annua con tele (€) 5.603Risparmio annuo con tele (€) 1.401

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4�

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

18 Numero Abitazioni: 6 24 6,4 153,6 8,12 400,4 1247,2 0,32cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,38Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 58Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 10.942Consumo annuo con tele (kWh) 81.561Spesa annua con tele (€) 8.754Risparmio annuo con tele (€) 2.188

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

19 Numero Abitazioni: 2 27,5 8,6 236,5 6,25 462,1 1478,1 0,31cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,37Fabbisogno teorico kW = 19coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 67Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 12.807Consumo annuo con tele (kWh) 95.458Spesa annua con tele (€) 10.245Risparmio annuo con tele (€) 2.561

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

20 Numero Abitazioni: 3 9,2 11,7 107,6 9,3 302,0 1001,1 0,30cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,37Fabbisogno teorico kW = 13coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 45Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 8.531Consumo annuo con tele (kWh) 63.590Spesa annua con tele (€) 6.825Risparmio annuo con tele (€) 1.706

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46

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

21 Numero Abitazioni: 3 6,3 14 88,2 6,25 215,1 551,2 0,39cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,42Fabbisogno teorico kW = 8coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 28Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 5.329Consumo annuo con tele (kWh) 39.724Spesa annua con tele (€) 4.264Risparmio annuo con tele (€) 1.066

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

22 Numero Abitazioni: 2 15,7 14 219,8 8,75 479,7 1923,2 0,25cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,34Fabbisogno teorico kW = 23coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 80Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 15.088Consumo annuo con tele (kWh) 112.465Spesa annua con tele (€) 12.071Risparmio annuo con tele (€) 3.018

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

23 Numero Abitazioni: 3 19 16 304,0 9,1 622,5 2766,4 0,23cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,32Fabbisogno teorico kW = 31coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 110Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 20.829Consumo annuo con tele (kWh) 155.258Spesa annua con tele (€) 16.664Risparmio annuo con tele (€) 4.166

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4�

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

24 Numero Abitazioni: 2 7,8 8,55 66,7 9,5 222,0 633,6 0,35cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,39Fabbisogno teorico kW = 9coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 31Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 5.799Consumo annuo con tele (kWh) 43.226Spesa annua con tele (€) 4.639Risparmio annuo con tele (€) 1.160

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

25 Numero Abitazioni: 5 28,5 12 342,0 11 787,5 3762,0 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,32Fabbisogno teorico kW = 42coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 145Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: 3N-2LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 27.561Consumo annuo con tele (kWh) 205.436Spesa annua con tele (€) 22.049Risparmio annuo con tele (€) 5.512

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

26 Numero Abitazioni: 4 13,45 9,8 131,8 10,1 366,6 1331,3 0,28cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,35Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 57Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 10.892Consumo annuo con tele (kWh) 81.189Spesa annua con tele (€) 8.714Risparmio annuo con tele (€) 2.178

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

27 Numero Abitazioni: 4 22,1 17,6 389,0 11 825,7 4278,6 0,19cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 46coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 160Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 30.440Consumo annuo con tele (kWh) 226.890Spesa annua con tele (€) 24.352Risparmio annuo con tele (€) 6.088

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

28 Numero Abitazioni: 16 78,9 9 710,1 10,5 1633,1 7456,1 0,22cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,32Fabbisogno teorico kW = 84coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 293Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 55.561Consumo annuo con tele (kWh) 414.137Spesa annua con tele (€) 44.448Risparmio annuo con tele (€) 11.112

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

29 Numero Abitazioni: 4 22,5 7,3 164,2 7,65 392,2 1256,5 0,31cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,37Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 49Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 9.324Consumo annuo con tele (kWh) 69.502Spesa annua con tele (€) 7.460Risparmio annuo con tele (€) 1.865

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n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

30 Numero Abitazioni: 4 22,5 7,3 164,2 10,5 477,2 1724,6 0,28cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,35Fabbisogno teorico kW = 21coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 64Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: 2N-2LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 12.119Consumo annuo con tele (kWh) 90.333Spesa annua con tele (€) 9.695Risparmio annuo con tele (€) 2.424

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

31 Numero Abitazioni: 6 22,5 7,3 164,2 10,5 477,2 1724,6 0,28cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,35Fabbisogno teorico kW = 21coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 75Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: LegnaPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 14.139Consumo annuo con tele (kWh) 105.388Spesa annua con tele (€) 11.311Risparmio annuo con tele (€) 2.828

n° a b area h (media)

sup.est. S

volume V S/V

32 Numero Abitazioni: 1 12,5 13 162,5 14,5 532,2 2356,2 0,23cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,32Fabbisogno teorico kW = 27coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 80Tipo riscaldamento: AUTAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW)Spesa annua senza tele (€) 15.229Consumo annuo con tele (kWh) 113.517Spesa annua con tele (€) 12.184Risparmio annuo con tele (€) 3.046

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Fabbisogno totale teorico (kW) = 827

Totale utenze private (numero) = 143 V totale = 71.595

Fabbisogno potenza effettivo (kW) =

2.719

Fabbisogno energia effettivo(kW) =

3.845.099

RISPARMIO ANNUO CON TELE 103.172

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UTENZE PUBBLICHEDimensioni:larghezza a: (m)lunghezza b: (m)area: (m2)volume: (m3)Fattore correttivo dispersione:fattore correttivo: da 1 a 4, secondo qualità edificio

dati utenza

n° a b area h sup.est.S

volume V S/V

A Ambulatorio comunale 1 12 13 156 7,88 353 1229,3 0,29cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,36Fabbisogno teorico kW = 15coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 46Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GasolioPotenza caldaia esistente (kW) 47Spesa annua senza tele (€) 4.391Consumo annuo con tele (kWh) 32.727Spesa annua con tele (€) 3.513Risparmio annuo con tele (€) 878

n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

B Scuola materna 1 28 13 364,0 5,3 581,3 1929,2 0,30cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,37Fabbisogno teorico kW = 25coeff. Correttivo = 2,5Fabbisogno effettivo kW = 62Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW) 23Spesa annua senza tele (€) (5.000 euro/anno) 5.869Consumo annuo con tele (kWh) 43.743Spesa annua con tele (€) 4.695Risparmio annuo con tele (€) 1.174

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n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

C Municipio 1 25 25 625,0 7,3 990,0 4562,5 0,22cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,32Fabbisogno teorico kW = 51coeff. Correttivo = 2,8Fabbisogno effettivo kW = 143Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW) 65Spesa annua senza tele (€) (6.000 euro/anno) 13.551Consumo annuo con tele (kWh) 101.008Spesa annua con tele (€) 10.841Risparmio annuo con tele (€) 2.710

n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

D Scuola elementare e media 1 36,5 14,5 529,3 11,65 1123,4 6165,8 0,18cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,30Fabbisogno teorico kW = 65coeff. Correttivo = 2,5Fabbisogno effettivo kW = 162Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GPLPotenza caldaia esistente (kW) 149Spesa annua senza tele (€) (10.000 euro/anno) 15.359Consumo annuo con tele (kWh) 114.484Spesa annua con tele (€) 12.287Risparmio annuo con tele (€) 3.072

n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

E Caserma 1 19,9 16,3 324,4 8,13 618,7 2637,1 0,23cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,33Fabbisogno teorico kW = 30coeff. Correttivo = 2,5Fabbisogno effettivo kW = 76Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GasolioPotenza caldaia esistente (kW) 77Spesa annua senza tele (€) 7.208Consumo annuo con tele (kWh) 53.729Spesa annua con tele (€) 5.767Risparmio annuo con tele (€) 1.442

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n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

F Museo 1 11 14 154,0 8,13 357,3 1252,0 0,29cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,36Fabbisogno teorico kW = 16coeff. Correttivo = 3Fabbisogno effettivo kW = 47Tipo riscaldamento: CENTRAlimentazione: GasolioPotenza caldaia esistente (kW) 47Spesa annua senza tele (€) 4.459Consumo annuo con tele (kWh) 33.238Spesa annua con tele (€) 3.567Risparmio annuo con tele (€) 892

n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

G Chiesa Madre 1 26,4 16,5 435,6 9,08 825,1 3955,2 0,21cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,31Fabbisogno teorico kW = 44coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 153Tipo riscaldamento: nienteAlimentazione: nientePotenza caldaia esistente (kW) 0Spesa annua senza tele (€) 14.470Consumo annuo con tele (kWh) 107.858Spesa annua con tele (€) 11.576Risparmio annuo con tele (€) 2.894

n° a b area h sup.est. S

volume V S/V

H Chiesa Madonna Stella 1 17 7,3 124,1 7,33 302,2 909,7 0,33cd ammiss. (W/m3/C°) = 0,38Fabbisogno teorico kW = 12coeff. Correttivo = 3,5Fabbisogno effettivo kW = 43Tipo riscaldamento: nienteAlimentazione: nientePotenza caldaia esistente (kW) 0Spesa annua senza tele (€) 4.056Consumo annuo con tele (kWh) 30.233Spesa annua con tele (€) 3.245Risparmio annuo con tele (€) 811

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Fabbisogno totale teorico (kW) = 246

Totale utenze pubbliche (numero) = 8 V totale = 22.641

Fabbisogno potenza effettivo (kW) =

731

Fabbisogno energia effettivo(kW) =

517.020

RISPARMIO ANNUO CON TELE 13.873

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Presentazione di ITABIA

ITABIA-Italian Biomass Association, Associazione indipendente e senza fini di lucro, opera dal 1985 per aggregare esperienze, promuovere ricerca e sviluppo, orien-tare e supportare la programmazione, assistere la nascita di iniziative territoriali.

L’Associazione mira a promuovere lo sviluppo della produzione, del recupero, del riciclo, della trasformazione, dell’utilizzo produttivo delle biomasse, con il quale termine si intende l’insieme dei materiali di origine biologica suscettibili di valorizza-zione sia energetica che industriale, inclusi quelli appositamente prodotti, i sottopro-dotti di raccolta e di lavorazione, i rifiuti civili, agro-zootecnici e industriali.

ITABIA è fortemente impegnata nella definizione di metodologie mirate a massi-mizzare le ricadute positive sull’ambiente e la società derivanti dalla valorizzazione delle biomasse.

Oltre alla realizzazione di analisi finalizzate alla definizione di programmi da parte delle Amministrazioni pubbliche, ITABIA propone un approccio integrato nel-la destinazione di aree agricole e di terreni abbandonati alla coltivazione di specie finalizzate alla protezione del territorio, all’assorbimento netto di carbonio ed alla produzione di biomassa.

ITABIA costituisce inoltre un centro di raccolta e selezione di notizie, esperienze e proposte a servizio dei Soci e di chi opera nel settore, con l’obiettivo della qualifi-cazione dell’informazione e del supporto alla progettualità.

ITABIA–Italian Biomass AssociationVia Acireale 19 - 00182 ROMA Tel 06.7021.118Fax [email protected] www.itabia.it

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dicembre 2006da graficom - matera