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il magazine dell'eccellenza pugliese

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VACANZE

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Sommario

5 L’ editoriale

aprile 2012 - numero 3

La Puglia vista daAntonio StornaioloAi confini della lealtà

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Sei modi di intendere le vacanze

Fari, guide d’eccezione per le vostre vacanze 8

Tutti i fantasmi di casa nostra 10

Transumanza: sulle tracce dei vecchi pastori erranti 12

Mare, mare, mare ma... che sia un mare fantastico! 14

I patriarchi verdi della nostra terra 20

Quell’oasi nascosta tra Bari e Brindisi 22

Le tendenze dell’estate

Estate si, ma con stile 24

La moda eco-friendly 25

Libri da gustare, un pugliese in finale 26

Anguria, che passione 28

Evviva la percoca 29

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Sommario2

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Sommario

Dialoghi, a Trani ci si confronta così 30

Cambiare si può 31 Aperto il cantiere per l’edizione 2013 32

Una pinacoteca per Paladino 33

Il mondo visto con gli occhi di Michele Gregorio 34

La casa pugliese dell’acqua 35

Pensieri e parole: Diluvierà Rorò 36 L’Angolo della Laterza? Non c’è più 37

52Olimpiadi pugliesi

Missione olimpica impossibile? 52

Gravidanza: quali esercizi 57

Puglia, che show

L’estate si colora di musica 38 La Puglia dei festival musicali 44

Una musica dissetante 46

Alla scoperta di Fulvio Spagnolo 48

I Corti di Puglia in vetrina 50

Buona vision, il cinema in mostra a Taranto 51

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fabio Paparella

Vacanze si ma dove?

L’editoriale

Sei idee alternative di godersi le proprie ferie. Sei idee di vacanza made in Puglia diverse dal solito mare o dal solito soggiorno nei freschi trulli o casolari di campagna.Questa è l’idea di Puglia in per questa estate: ci sarà qualcuno stufo delle solite vacanze? eccovi accontentati, vi proponiamo alcuni itinerari diversi, insoliti, alternativi.Vacanze on the road per la lunga e variegata Puglia, dotati di tanto entusiasmo, una buona macchina fotografica e perchè no, se ne avete la possibilità, una bella auto decapottabile o una moto per assaporare tutti gli odori e i colori di questa terra.Per esempio, siete mai stati a caccia di fantasmi? Fatevi un giro fra i castelli pugleisi nascondo storie incredibili...E un coast to coast dal faro di S.Andrea a Gallipoli sino al faro di Torre Prepo-sti? Provateci, magari su di una imbarcazione, una sensazione unica.Esplorare i sentieri di campagna percorsi per secoli dai pastori? Si, i vecchi e gloriosi tratturi per la transumanza dei pastori che da Molise e Abbruzzo scendevano giù nelle terre daune e viceversa. La campagna pugliese di questi periodi ha colori mozza fiato.E se poi vi dicessimo di andarvi a fare un giro fra gli alberi... la prendereste come una offesa? No dovreste, stiamo dicendo sul serio. Esistono alberi come la quercia vallonea di Tricase o gli ulivi millenari di Monopoli o ancora, il pino d’Aleppo aTaranto che sono bellissimi, unici e magari incontrate il Barbalbero di tolkieniana memoria...Insomma, in una estate lowcost non è detto che le nostre vacanze debbano per forza essere lowprofile, si può sicuramente immaginare una vacanza appe-na appena diversa dalle solite senza per questo abbandonare le terre natali per lidi più esotici...Noi ci abbiamo provato a darvi dei suggerimenti, se non vi siete ancora organizzati provate a darci retta.

@fabiopaparella

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antonio stornaiolo

Ai confini della lealtà

La Puglia vista da

Ormai siamo fatti grandi. Siamo diventati maturi ed emancipati, anche nel gestire i rapporti di coppia. Oggi facciamo cose che mai avremmo pensato di fare vent’anni fa. Ad esempio le vacanze estive. Sempre di più sono i fidanzati che per l’occasione si separano per approdare libera-mente ad altri lidi. Il dilemma dell’estate dunque, non è più se andare al mare o in montagna, ma -molto più morbosamente- se andare in vacan-za con o senza la dolce metà. A volte ciò avviene in maniera consensuale, altre volte invece in modo meno naturale, con uno dei due costretto ad inventare un cofano di scuse pur di sganciare l’altro. “Scusami amo’, ma quest’anno faccio un’opera buona e le ferie le passerò con la sorella di mio padre che stà a Riccione…”, “Teso’, ma tuo padre non era figlio unico?”, “Sì, figlio unico maschio… poi c’era questa sorella femmina… poverina è zitella, è tanto sola, nessuno che la va a trovare… qualcuno dovrà pur farle compagnia…”, “Va bene teso’, vai pure, vorrà dire che io resterò qui in città ad aspettarti…”. E da questo momento comincia il giubileo. Essì, perché ormai le ferie estive sono una ghiotta occasione per staccarsi dal quotidiano. Ma stia-mo scherzando? Ma vogliamo mettere una vacanza selvaggia ed avven-turosa tutta cazzeggio ed incontri occasionali invece che la solita e “me-sta” quindicina passata incatenati accanto a quel pezzo di… carne della compagna sempre più somigliante ad una brasciola della domenica o del fidanzato che in spiaggia ormai sembra una palla da bowling col costume? Non c’è paragone, il futuro delle vacanze è da separati. Stando attenti, ogni giorno, al calar del sole, a chiamare l’altrui metà. “Ehi amo’ ciao, che fai?”, “Uè teso’, no, niente, sto al parco su una pan-china a mettermi lo smalto ai piedi… e tu?”. “Ed io amo’, che doman-

da… io da quando stò qua non faccio che pensare a te… è stato proprio da stupidi separarci… ma vedessi la zia quanto è felice… però tu mi manchi a me. Non vedo

l’ora di tornare”. “Ma no teso’, rimani con la zia, regalale ancora qualche giorno di gioia…”. Poi da lontano compa-

re all’orizzonte una biondina coscialunga che sembra ammicca-re un sorriso… lui prova a farle ciao con lo sguardo e lei ci sta… “Mèh amo’, mòh ti lascio che il telefono corre…”. “Va bene teso’, chiamami domani… cià cià”. Primo piano sulla panchina del parco. “Chi era lui?”, “Sì, dice che torna presto. Mòh che palle, chi se lo deve sopportare. Se solo sapesse che da quando è

partito sto a fare i pomodori con il suo migliore amico… povero teso’…”. “La vuoi una granita?”. “Sì, ma dalla bocca tua”.

Tutta l’estate così. Un mischia e rimischia gigantesco, un inciucio stellare, un porcile afoso e traditore dove la coppia scoppia ed il tra-

dimento ingrassa.Beati i single ed i soli soli, ma soprattutto beati quelli che per amare

non usano accenti e parole tronche.

www.antoniostornaiolo.it

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Un patrimonio importante della Puglia è costituito dai suoi fari, strutture che, troppo spesso dimenticate come antiquati strumenti per i servizi costieri e la naviga-zione, appaiono invece, nella loro maesto-sa bellezza, simili agli antichi templi del Mediterraneo. Viaggiare tra i fari significa esplorare vicende storiche e umane, ricor-dare eventi ed episodi, scoprire aneddoti e racconti della nostra terra che anche così narra la sua bellezza.

I FARI DEL SALENTO___________ Nel pensare ad un ideale tour tra i nume-rosi e bellissimi fari della nostra regione, l’ideale è partire dal faro di Punta Pala-scìa a Capo d’Otranto che sorge sul luogo dove anticamente c’era una grande torre di vedetta. Oggi è sede di un museo virtuale e di un Osservatorio per lo studio dell’ecosistema del Mediterraneo. Chi passa da qui può ammirare la natura di quella terra che Plinio pensava si potesse unire alla Grecia con un ponte, talmente era vicina. Proseguendo il nostro cammi-no, incontriamo il faro di S. Maria di Leuca, da dove, ad oltre cento metri sulle onde del mare, si possono vedere le mon-tagne dell’Albania o il santuario di San-ta Maria de Finibus Terrae, l’antica

Porta del Cielo, il luogo in cui in tempi passati finiva la terra conosciuta. Il faro di Leuca, acceso per la prima volta nel 1866, ha avuto un antenato: una torre contro i pirati, che assolveva anche l’importante compito di segnalare la costa ai naviganti. Le 11 finestre del faro attuale guardano il mare nel punto in cui Ionio e Adriatico si fondono. Qui si dice che approdò Enea, ma anche San Pietro e San Francesco d’Assisi; qui, forse, viveva la sirena Leucasia, che, con i suoi canti d’amore, orientava, ma anche confondeva i naviganti. Questi fari, con la caratteristica torre, l’alloggio per la famiglia del farista ed il piccolo orticello con annesso la stalla per gli animali, te-stimoniano della vita dura e fiera del fa-rista, immerso nell’oscurità per distribuire luce intorno. Il faro costruito sull’isola di S. Andrea a Gallipoli è un posto molto romantico, con il suo fascio di luce che si specchia tra l’isola ed i bastioni gallipolini.

BRINDISI E I SUOI TRE FARI _____ Salendo di qualche miglia lungo le spon-de dell’Adriatico, giungiamo a Brindisi, uno dei porti con più segnalamenti. Una lanterna poggiata su un curioso traliccio in ferro si trova sul castello alfonsino; un altro sul Monumento al Marinaio d’Italia. Sempre a Brindisi, nell’isolot-to Traversa, si può ammirare la torre bianca di Le Pedagne con il vecchio faro che sorge al di sopra di una casa cilindrica oggi disabitata, ma un tempo fulcro della vita solitaria del farista.

LA COSTA BARESE Avvicinandosi a Bari svettano il faro di Torre Canne che, alto 32 metri, esiste dal 1929 ed è una costruzio-ne di chiara

guide d’eccezione per le vostre vacanzeNavigando a vista sulle tracce dei fari pugliesi, sentinelle luminose affascinanti e ricche di storia

FARISei modi di intendere le vacanze

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L’isola di Sant’Andrea si estende per circa cinquanta ettari e d ista poco più di un miglio dal centro storico di Gallipoli. Essen-do poco adatta ad ospitare una ricca vegetazione, i Messapi la chiamavano Achtotus (Terra Arida). Il vecchio nome messapico venne dimenticato con la conquista di Gallipoli da parte dei Ro-mani e prese il nome di Sant’Andrea solo alcuni secoli più tardi quando i bizantini vi costruirono una cappella dedicata al santo. In passato l’isola era usata dagli abitanti di Gallipoli per pasco-lare le greggi, che vi venivano trasportate tramite imbarcazioni. Ciò era possibile per la presenza di una fonte di acqua dolce a nord dell’isola. L’isola, oggi completamente disabitata, rappre-senta un patrimonio unico dal punto di vista naturalistico: l’area è, ad esempio, l’unico sito d’Italia adatto alla nidificazione della specie protetta del “gabbiano corso”.

impronta fascista; Il faro a strisce bianche e rosse di Monopo-li, che, con i suoi 15m, fa il suo dovere addirittura dal 1896. A Bari, sorge il faro costruito sulla Punta S. Cataldo. Per giun-gere sulla cima della sua torre bisogna salire 380 scalini poiché s’innalza a 66 metri d’altezza. Fu edificato nel 1869 e, nel 1904, vi fu inaugurata la Stazione Radiotelegrafica di Marconi, con il primo collegamento tra le due sponde dell’Adriatico, la Puglia e il Montenegro.

SUL GARGANO ______________ _____________Risalendo ancora per la lunghissima costa pugliese, non si può non fare cenno al faro di Torre Preposti, sul Gargano, dove per oltre 20 anni ha vissuto l’unica donna farista d’Italia, o a quello di Vieste, che, dalla metà dell’800 svetta sullo scoglio di S. Croce. Da qui è facile navigare alla volta dei fari delle Iso-le Tremiti. Quello dell’isola di S. Domino svetta su Punta del Diavolo e, nel 1987, fu al centro di un giallo internazionale: una bomba misteriosa devastò il fanale; l’attentato fu messo in rela-zione con le minacce che l’ex colonnello libico Gheddafi rivolge-va in quel periodo all’Italia.

Molti ancora potrebbero essere i fari da citare e da visitare e tante ancora le storie legate a queste costruzioni. Navigare sulle tracce di queste “sentinelle luminose” permette di orientarsi meglio an-che tra le bellezze della nostra terra.

Le isole Tremiti (in foto) sono un arcipelago del mare Adriatico, sito tra il promontorio del Gargano e la costa molisana. Racchiudono millenni di storia. I primi ritrova-menti preistorici risalgono all’età del bronzo e affermano la presenza di genti greche sull’isola. Diomede, re di Argo, arrivò a Tremiti dirottato da una forte tempesta e le nominò “insulae diomedee”. Più di 2000 anni dopo, un frate latera-nense ritrovò la sua tomba sull’isola di San Nicola, con delle monete d’oro e il bastone del comando. Con l’arrivo dei romani le isole cambiarono nome e presero quello di “Tre-miti”, poiché “tramite” tra l’italia e l’illiria. In seguito, mol-te popolazioni si susseguirono sulle isole: pirati slavi, corsari dalmati, fino all’arrivo di vari ordini di frati e la costruzione dell’abbazia di San Nicola. Le Tremiti furono inoltre terra di deportazione in varie epoche, dall’impero romano fino al fascismo. Pur essendo il più piccolo comune della Puglia, è uno dei centri turistici più importanti dell’intera regione. Per la qualità delle sue acque di balneazione è stato più vol-te insignito della Bandiera Blu.

Isole Tremiti

L’isola di Sant’Andrea

Antonio Verardi RIPRODUZIONE RISERVATA

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FANTASMI

Un itinerario alternativo alla scoperta di alcune delle più famose e misteriose

apparizioni della nostra regione: Da Bianca Lancia al Castello di Oria

La Puglia non è solo mare, cucina e catte-drali: c’è molto altro da vedere e da sco-prire, anche se a prima vista è invisibile. Avete mai pensato ad esempio ad un tour tra i fantasmi di casa nostra? Per scoprirne la presenza, occorre anzitutto sapere dove cercarli e magari conoscere la loro storia, che inevitabilmente s’intreccia con le no-stre bellezze architettoniche.

LA DAMA BIANCA _________________ DI MONTE SANT’ANGELO _________ Partiamo dal Gargano, dove vive il fan-tasma della rocca di Monte Sant’Angelo: lo spettro di Bianca Lancia. La bella dama che apparirebbe nel castello puglie-se può essere considerata lo spettro più fa-moso nella provincia di Foggia ed in tutta la regione. Tuttavia, per evitare gelosie da parte di altri comuni, limitiamoci a dire che la Dama Bianca di Monte Sant’An-gelo è un fantasma molto conosciuto e la storia è alquanto delicata, se così si può dire, parlando di manifestazioni spettrali. Bianca Lancia sarebbe stata amante e poi moglie di Federico II, a lungo reclusa nel-le fortezze pugliesi per la gelosia del Puer Apuliae. La leggenda vuole che la regina si sia gettata dal torrione, affranta dalla lon-tananza fisica e sentimentale dal marito, distratto da altri impegni e bellezze fem-minili. Ed è là che apparirebbe ogni notte, con la stessa veste indossata al momento di lasciarsi cadere nel vuoto. Un fantasma gentile e malinconico: può capitare di peg-gio.

I DUE FANTASMI CHE______________ INFESTARONO TRANI ______________ Spostandoci verso Bari, ci fermiamo a Trani, dove vivono ben due fantasmi, uno nel castello e uno nella cattedrale. Il castel-

lo ospita Armida, una dama dai capelli scuri e occhi azzurri. Innamoratasi di un cavaliere, venne scoperta dal marito, che pugnalò l’amante e segregò lei in una cel-la dove la poverina morì per lo sconforto. Da allora il suo spettro vaga per il castello alla ricerca di quell’amore tragicamente perduto. Armida appare così: viso ovale, occhi azzurri con lunghe ciglia, indossa un vestito grigio chiaro; pare che si lasci

avvicinare e, in qualche caso, addirittura sfiorare. Senz’altro un fantasma dolce e ospitale. Nella piccola chiesa grotta de-dicata a San Leucio, costruita all’interno della cattedrale, vive invece il fantasma di un pellegrino greco. Questi, secondo la leggenda, in visita all’antica chiesa di San Nicola, ebbe un malore e si accasciò pro-prio davanti al portale. Oggi il suo spettro si presenta come un uomo sulla trentina,

IL CASTELLO DI ORIA

Il Castello di Oria è uno dei castelli più belli di Puglia. Posto sulla cima di un colle, è in un punto strategico tra le pro-vince di Brindisi e Taranto sull’antica Via Appia. Costruito nel XIII secolo per volere dell’imperatore Federico II, che secondo le cronache qui festeggiò le sue nozze con Jolanda di Brienne, l’imponente maniero mantiene il fasci-no di tutti gli avvicendamenti avvenuti nel corso degli ultimi otto secoli di sto-ria. Le massicce mura di cinta che lo circondano, dominate da tre imponenti torri, sono testimonianza della passata funzione difensiva e chiudono l’im-mensa piazza d’armi. All’interno ogni dettaglio era curato e gli arredi dove-vano esaltare il fasto e l’atmosfera della residenza. Il panorama che circonda il Castello di Oria ha in sé la sintesi della Puglia e del Salento: i centri storici scri-gni di bellezze, le fertili campagne rive-stite di uliveti e vigneti, i borghi, i paesi, le masserie e le dolci colline incastonate tra due mari, lo Jonio e l’Adriatico.

CASa nostra

Sei modi di intendere le vacanze

Tutti i

di

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aprile duemiladodici inpuglia

barba incolta, occhi e mani grandi, indos-sa una tunica marrone e ha i piedi scalzi. Pare si diverta a farsi vedere dalle gui-de che lavorano sul posto: un pellegrino amante della cultura.

LA PASSIONE E LA TRAGGEDIA DEGLI AMANTI DI SANNICANDRO Nel castello di Sannicandro vive inve-ce una coppia di fantasmi: la passionale

Mencia e il suo amante, un ufficiale spa-gnolo, con il quale fuggì nel 1545 dopo aver preso del denaro che non le appar-teneva. I due furono rintracciati: lui ven-ne impiccato; lei fu costretta a sposare un uomo che la picchiava per diletto. Alla fine, stanca per questa infelice vita, si uc-cise col veleno. Mencia si presenta col viso cereo, orbite scure e prive di occhi; indossa un elegante abito di panno e scivola leg-

giadra per le stanze del castello. L’uomo è invece di media statura, con camicia, pantaloni e stivali; porta sul collo i segni dell’impiccagione e avanza gemendo con passo incerto. Se volete consigli sulle fughe d’amore, potete chiedere a loro.

LA DAMA INVISIBILE PER LE SALE DEL CASTELLO________ Anche il brindisi-no ha il suo fantasma, e che fantasma. Si tratta dello spettro della bellissima Bianca Guiscardi. Perseguitata da un nobile mal-vagio e senza scrupoli che aveva perso la testa per lei, si rifugiò nel castello di Oria, dove, per non cadere nelle mani dello sco-modo e violento pretendente, si tolse la vita pugnalandosi al cuore. Il fantasma di Bianca percorre ancora le sale del castello e si affaccia alle sue finestre. La sua bellez-za è quella di un tempo e la sua immagi-ne è talmente realistica da sembrare una donna viva. Ma quando qualcuno tenta di toccarla, scompare nel nulla.

GIOVANNA LA PAZZA_____________ NELLA TORRE DEGLI ARCHI _________ Terminiamo il nostro tour nel Salento, a Lecce, dove, nei pressi della Torre degli Archi, vagherebbero gli spettri dei giovani sedotti e poi abbandonati da Giovanna la Pazza. Si racconta che la donna, qualo-ra non trovasse sufficientemente convin-centi le prestazioni dei suoi amanti, fosse solita farli precipitare in alcuni pozzi nei cui fondo erano poste lame taglienti che non lasciavano scampo ai malcapitati. Pare proprio che inseguire fantasmi, pos-sa dunque insegnare molto sulla vita…e sull’amore.

MONTE SANT’ANGELO _________

Secondo la tradizione, l’Arcangelo Ga-briele apparve tre volte all’interno di una grotta nascosta sul promontorio del Gar-gano. Intorno ad essa, sorge oggi il santua-rio di San Michele e la cittadina di Monte Sant’Angelo. Nel 650, Grimoaldo I, duca di Benevento, accorse prontamente per difendere il luogo dall’attacco dei Bizan-tini ed esso passò dunque ai Longobardi, particolarmente attratti dal santo guerrie-ro capo dell’esercito celeste. Il paese sorge su uno sperone del massiccio garganico e vanta un caratteristico quartiere medieva-le, dalle tipiche case a schiera. La vera at-trazione è la Basilica di San Michele, con la grotta delle apparizioni e la Cappella delle Relique, tuttavia, oltre al santuario, la cittadina vanta qualche prelibatezza cu-linaria: il mitico pane di Monte; le “ostie chien”, i poperati e i calzoncelli.

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La riscoperta della transumanza e delle sue tracce materiali, i tratturi. È questo il filo conduttore del percorso che vi propo-niamo tra i sentieri, lungo i quali, per mille anni, i pastori hanno condotto il bestiame dalla montagna alla pianura e viceversa: una vera e propria autostrada verde che ha unito per tanto tempo l’Abruzzo, il Ta-voliere delle Puglie e la Murgia. I tratturi erano, ad un tempo, strade e pascoli, luo-ghi di insediamento per opifici, chiese, ta-verne e infine centri abitati. Ripercorrerli oggi significa scoprire quanto hanno pla-smato in maniera indelebile la tradizione, la cultura, persino la cucina della nostra Terra.

Il termine Tratturo comparve per la prima volta durante gli ultimi secoli dell’Impero romano con la concessione dell’uso gra-tuito del suolo di proprietà dello Stato, di cui beneficiavano i pubblici funzionari e i pastori della transumanza. È sotto la do-minazione aragonese, però, che la transu-manza divenne il settore trainante dell’e-conomia: vennero ridisegnati i tracciati, stabiliti i limiti, codificati gli usi e istituito perfino un apposito ufficio per la gestione dei tratturi, chiamato Regia Dogana della Mena delle pecore, che aveva sede a Fog-gia.

Nel periodo di massimo sviluppo la rete viaria tratturale si estendeva da L’Aquila

a Taranto, dalla costa adriatica alle falde del Matese, con uno sviluppo complessivo che superava i 3000km. Disposti come i meridiani (tratturi) e i paralleli (tratturelli e bracci), queste strade costituivano un vero e proprio sistema che copriva e orientava il cammino sull’intero Mezzogiorno. Se oggi volessimo seguire oggi le tracce dei maggiori tratturi di un tempo, potremmo perderci tra vie erbose, sentieri, montagne e pascoli tra le terre d’Abruzzo, Molise e Puglia. Vi proponiamo qualche percorso, tra i più suggestivi.

REGIO TRATTURO L’AQ U I L A- F O G G I A Chiamato anche Tratturo del Re o Tratturo Magno, con i suoi 244 km è il più lungo tra i tratturi italiani. Parte dal piazzale della Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, scende lungo la valle dell’Aterno, per risalire e inoltrar-si nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso. Quindi, dopo aver attraver-sato le colline del Chietino, si dirige verso Lanciano, raggiunge la costa adriatica ed entra nel Molise. Da qui, costeggiando la ferrovia Foggia-San Severo, raggiungeva Foggia, sede della Dogana delle pecore, terminando la sua corsa presso il monu-mento dell’Epitaffio. Lungo il percorso ancora oggi si osservano numerose chiese campestri o chiese tratturali per il riparo e il conforto dei pastori.

REGIO TRATTURO LUCERA - CASTEL DI SANGRO Il Regio Tratturo Lucera-Castel di Sangro è uno tra i principali tratturi dell’Italia me-ridionale. Si snoda lungo una delle diret-trici della transumanza, con una lunghez-za di circa 130 km. Nel suo percorso passa nei pressi di Campobasso e si immette in Puglia nei pressi del Lago di Occhito, quindi attraversa il territorio comunale di Alberona, uno dei borghi più interessanti del nostro Mezzogiorno.

TRATTURO MELFI - CASTELLANETAIl tratturo Melfi-Castellaneta si estende totalmente in Puglia, tra le province di Barletta-Andria-Trani, Bari e Taranto. Tra Melfi e Gravina di Puglia, un tratto denominato Tratturo tarantino costeggia

Transumanza: sulle tracce dei vecchi pastori erranti

Dalla montagna alla pianura e ritorno. Per oltre mille anni tra il tavoliere, le Murge e l’Abbruzzo su tratturi e sentieri naturali

Sei modi di intendere le vacanze

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per circa 30 km di percorso il fiume Ba-sento. Probabilmente era questo sentiero una traversa dell’antica via Appia, che col-legando Roma a Brindisi e da qui la Gre-cia e l’Oriente, era definita regina viarum. Il tratturo la incrocia nel tratto che dalla Murgia Catena va fino alla masseria Vi-glione, sul confine tra Puglia e Basilicata.

TRATTURO BARLETTA - GRUMO Il tratturo Barletta-Grumo è lungo 12,4 km e si snoda in Puglia tra le province di Barletta-Andria-Trani e Bari. Attravresa i territori comunali di Corato, Ruvo, To-ritto e Grumo e dunque esplora il cuore della Murgia.

TRATTURELLO MELFI - CASTELLANETAParticolarmente suggestivo, infine, il trat-turello Gorgo: un antico sentiero che parte dalla masseria Gorgo Freddo, 5km a nord di Martina, sulla provinciale Martina Mottola, nel territorio adibito oggi all’al-levamento del Cavallo Murgese.

Oggi i tratturi non sono più utilizzati come vie di comunicazione di persone, animali e merci, ma sono diventati dei grandi musei all’aperto di preziose testimonianze stori-che e culturali, pronti ad accogliere l’uo-mo tecnologico alla ricerca di se stesso, in sella ad un cavallo, a piedi, in bicicletta…o sui carri di un tempo. A L B E R O N A

Alberona sorge sulle pendici del monte Stilo, domina il Tavo-liere delle Puglie ed è tra “I borghi più belli d’Italia”. Le sue origini si fanno risalire a prima dell’anno 1000, quando, nella sua zona, cominciarono ad arrivare i primi esuli calabresi in cerca di un rifugio per sottrarsi alle violente incursioni dei pi-rati saraceni. L’abitato è costituito prevalentemente da carat-teristiche case contadine in sassi, pietra bianca o in muratura. Il principale monumento è la Torre del Priore, appartenuta prima ai Templari e divenuta nel XIV secolo residenza del Gran Priore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta di Barletta. Di notevole interesse anche la chiesa di San Rocco (XVI secolo), la chiesa Madre di fondazione più antica, il Museum Antiqua-rium, l’Arco dei Mille, le caratteristiche stradine e i vicoli del centro storico. Nel territorio comunale è possibile fare escur-sioni lungo i sentieri che tagliano il Bosco del Subappennino e raggiungono il canale dei Tigli, il parco eolico in direzione di Volturino, il Crocione e Monte Cornacchia.

EPITAFFIO DI FOGGIA

È un monumento realizzato nel

1651 e situato sul punto di arrivo dei

tratturi L’Aquila - Foggia e

Celano-Foggia. Il nome deriva da

una targa presente sul

monumento che ricorda il

completamento sotto il re Filippo

IV di Spagna di una reintegra dei

confini dei tratturi.

IL LAGO DI OCCHITO

È in realtà il più grande lago artificiale d’Italia e il secondo in Europa, creato con uno sbarramento sul Fortore. Segna il confine naturale tra la Puglia e il Molise per circa 10 km, ha una lunghezza di circa 12 km e appartiene per metà alla Provincia di Campobasso e per la restante alla Provincia di Foggia.

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Mare, mare, mare ma... che sia un mare

FANTASTICO!

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Ottocento chilometri di costa, Isole Tremiti comprese, in un alternarsi di spiagge e litorale roccioso, fanno della Puglia una delle prime regioni per sviluppo costiero. 250 gli stabilimenti balneari, dalle spiagge per famiglie a quelle per sportivi dai lidi con musica e beach party per i giovani alle insenature per chi vuole godersi la solitudine. Ma non è solo questione di gusti. Nel Salento, per esempio, si decide dove andare al mare a seconda del vento. Chi ama il mare, resterà incantato da questa terra dove un paesaggio variegato regala infinite spiagge di sabbia fine e scogliere affacciate su un mare turchese e cristallino, lungo due coste così diverse, quella adriatica e quella Ionica, che si congiungono a Santa Maria di Leuca, l’affascinante punta d’Italia dove i due mari si incontrano. Nel 2012 ben 37 spiagge sono state inserite nella Guida Blu redatta da Legambiente e Touring Club. Tra queste ritroviamo Melendugno, Ostuni, Castro, Nardò, Polignano a Mare, Vieste, Margherita di Savoia, Ugento, Castellaneta, Isole Tremiti e Rodi Garganico.

La spiaggia più rinomata del Salento è senza dubbio Pescoluse con lo stabilimento Le maldive. Formata da lunghe distese di sabbia protetta dalle alte dune ed incorniciata da un alternarsi di canneti e acacie. Il litorale basso e sabbioso si completa con una vasta area composta di dune per lo più coperte di macchia mediterranea. Le acque delle Ionio, così limpide e cristalline,

Per chi non può fare a meno di vacanze al “sapor di iodio” ecco la mappa di alcune particolarissime spiaggie nella lunga costa pugliese

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sono dunque facilmente accessibili e sono consigliate per le famiglie. Notevole la presenza di diverse grotte carsiche, anch’esse motivo per la presenza di molti curiosi ed appassionati.

A sud di Lecce, la costa assume un aspetto selvaggio, arido e roccioso fino a Porto Badisco, un’insenatura naturale stretta e profonda immersa tra fichi d’india e macchie di mirto. Per chi ama le immersioni, da non perdere il profondo blu del Ciolo: un’insenatura a 4 km da Leuca. I più temerari si tuffano dal ponte che sovrasta la caletta, altrimenti si scende al mare attraverso la scalinata. A San Gregorio, in località Felloniche lo scorso anno è stato inaugurato un lido raffinato sugli scogli bassi: Bagni Marinelli, con ombrelloni bianchi, lettini, cabine e bar su pedane di legno. Molto chic anche il Balelido, a Torre Mozza, che accoglie gli ospiti con frutta e prosecco. A Torre San Giovanni, invece, il CocoLoco deve la sua fama alle feste in spiaggia, a partire dall’aperitivo con dj set. La lunga Baia di Gallipoli va da Lido Pizzo, frequentato dai nudisti e amato dai vip, a Punta della Suina, due spiagge attrezzate e un bar sulla terrazza panoramica.

La marina di Lizzano, nel tarantino, presenta vaste spiagge e arenili alternate a scogliere e dune di macchia mediterranea. L’acqua del mare è incontaminata e limpida e presenta sfumature azzurrine quasi caraibiche. Possiede inoltre bellissime dune, ricoperte da piante di rosmarino, che sono tutelate dall’Unesco. É prevalentemente sabbiosa anche se presenta dei punti composti da scogli.

Nella zona del foggiano, di notevole rilevanza è Baia delle zagare. Conquistabile soltanto via mare o passando per l’omonimo hotel, tramite un ascensore in vetro costruito appositamente nella roccia, la spiaggia è ricoperta di sabbia bianca e soffice come velluto. Lunga circa 1 chilometro, sembrerebbe il rifugio ideale di qualche poeta solitario, se non fosse per la piccola schiera di lettini e ombrelloni colorati che la rendono elegante e accogliente.

Ma in Puglia non ci sono solo spiagge: situata sulla costa adriatica dell’alto Salento, a pochi chilometri dai centri di Carovigno e San Vito dei Normanni e 27 km da Brindisi, sorge la bellissima Riserva naturale di Torre Guaceto. Lungo tutta la linea di costa del sito, gli arenili di sabbia si alternano a brevi tratti di scogliera; tre sono gli ambienti naturali più importanti della Riserva: il litorale, la macchia mediterranea e la zona umida.

Isabella BattistaRIPRODUZIONE RISERVATA

LA PUGLIA... ARANCIONE

Per l’estate 2012 il Touring ha assegnato due nuove band-iere arancioni alla nostra regione, un marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.L’ottenimento del marchio avviene in base a diversi criteri tra i quali: la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente, la cultura dell’ospitalità, l’accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici. Il marchio ha validità bi-ennale e richiede il mantenimento dei requisiti nel tempo.Queste le località pugliesi premiate dal Touring per il 2012:Alberobello (BA), Alberona (FG), Cisternino (BR), Locoro-tondo (BA), Oria (BR)Orsara di Puglia (FG), Pietramontecorvino (FG), Rocchetta Sant’Antonio (FG), Sant’Agata di Puglia (FG)

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DALLA ZINZULUSA AL CIOLO PASSANDO PER PORTO BADISCO

La Grotta Grande del Ciolo è ubicata a poche centinaia

di metri dalla famosa baia omonima, una piccola caletta

di ciottoli tra le sponde della gravina che degrada verso il

mare. Inserita all’interno di un tratto di costa caratterizzato

da profondi rimodellamenti pleistocenici, la grotta è

caratterizzata da un grandioso accesso al livello

del mare e da grandi ambienti di crollo. Notevole è l’interesse paleontologico

della grotta per il ritrovamento di un deposito

pleistocenico medio e superiore.

Tappa obbligata invece per chi si trova nei pressi di

Castro è la Grotta Zinzulusa. Le numerose concrezioni,

(stalattiti e stalagmiti) presenti al suo interno sono

all’origine del nome, secondo la fantasia popolare,

simili a stracci di un abito logoro, nell’idioma salentino appunto gli “zinzuli”. Al suo interno sono stati rinvenuti

fossili viventi unici al mondo, nonchè grosse stalagmiti sul

pavimento a testimonianza di un lungo periodo di

emersione di tali ambienti.

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Passi su passi, a decine eppure sono discre-ti. Non ci fossero, ormai ci mancherebbe-ro. Vengono da lontanissimo, da lontano e da vicino. E vendono, quasi di tutto e quasi tutto rigorosamente imitato (falso suona malissimo). Sono gli ambulanti dei lidi italiani. Mentre in spiaggia ci spapa-ranziamo pigramente al sole, migliaia di articoli attraversano il nostro spazio e il nostro tempo spesso nel trionfo del futile e dell’inutile, qualche volta del divertente, raramente dell’indispensabile. Quest’an-no le novità riguardano soprattutto i più piccoli: segnaliamo la piscina gonfiabile a fungo, la racchetta con un palloncino attaccato (sembra sia più divertente della solita palluccia da ping pong), gli aquiloni di ogni forma e colore, superleggeri che finchè a manovrarli è il venditore, stanno meravigliosamente in aria, appena ci pro-va qualcun altro, non c’è verso.Per gli adulti i soliti camicioni estivi taglia unica, che vanno anche alle ciccione, le scarpe griffate finte, i cd piratati, occhiali da sole di ogni forma e colore, collanine, cappelli, cinture, borse, borselli e borsoni per provare il brivido di sfoggiare Louis Vuitton e pagarlo cinque euro, i tatuaggi che in realtà sono innocue decalcomanie, le lampadine tascabili formato Puffi, l’ac-crocco per leggere al buio usando la cor-rente del pc portatile ecc ecc.E poi quello che quasi tutti i bagnanti temono: la famigerata annimazione nei lidi. Di solito sono quattro ragazzine ben messe, dizione perfettamente riconoscibi-le (e così capisci se sei sotto il Gargano o nel Salento), un notebook che fa da regia mobile, due casse e un radio microfono. Il programma è abbastanza smilzo ma può essere devastante, visto che dalle dieci alle diciotto viene ripetuto anche otto volte, cadenzato come un geiser.Balli di gruppo spacciati per acquagym, l’oroscopo rubato dalla rivistaccia popola-re, musica latina a go go, balletti sulla pe-dana, battute scemissime che vorrebbero essere divertenti. I gestori dei lidi credono di farci piacere. Non abbiamo mai capito perché.

TUTTI IN SPIAGGIA ozio, gavettoni e tanto soleCosa accade ai bagnanti sulle nostre spiaggie, non solo bagni e riposo ma anchela possibilità di passare piacevolmente le proprie giornate

Fortunata Dell’OrzoRIPRODUZIONE RISERVATA

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A scegliere il Salento come meta vacanziera non sono solo per-sone comuni ma anche coloro che abitano le pagine dei gossip, fotografati mentre giocano a palla in riva al mare, fanno castelli di sabbia con i loro baby vip, emergono dalle acque come ninfe o dei, mentre passeggiano…

Gli scatti fotografici dei paparazzi non perdono tempo per immortalare la loro presenza in quel posto o quell’altro. Fatto è che molti paparazzi vedono le spiag-ge del Salento come sfondo della vacanza vip. Patty Pravo in vacanza a Gallipoli insieme ad altri grandi nomi come Sergio Rubini, famoso regista pugliese, Cristi-na D’Avena, che trascorre ogni anno la sua vacanza nel-la villa di proprietà a Gallipoli, nonché la famiglia di cep-po nobile, la “di sangue blu” Principessa di Belgio Astrid. Ad Otranto vi sono tra le presenze fisse che frequen-tano la spiaggia privata dello stilista di Costume Na-tional, Ennio Capasa con la compagna Stefania Rocca, la romana Paola Cortellesi, il designer Fabio No-vembre con la consorte, Jovanotti e Giuliano Sangiorgi. C’è spazio anche per gli yacht degli stili-sti Dolce & Gabbana e Flavio Briatore. Pierferdinando Casini è tra gli habituè delle “Puglie” assieme a Se-rena Dandini, che a Marittima dispone di una propria abitazione. Tra i “folgorati” di Puglia occorre fare menzione anche del criti-co musicale del New York Times, Anthony Tommasini, colpi-to al cuore dai trulli e dal Festival della musica di Martina Franca. Nella Valle d’Itria, tra inglesi e americani, vi è anche una colonia di milanesi, Giorgio Armani, Riccardo Muti, l’avvocatessa Annamaria Bernardini de Pace (suocera di Raoul Bova), Catherine Price Mondadori.

A.A.A. ACQUISTO CASA IN PUGLIA Molti uomini di fama vengono in Puglia ed acquistano pro-prietà, come si diceva prima, a Polignano a Mare il pugliese Riccardo Scamarcio, con la fidanzata Valeria Golino, acquista una masseria del Settecento su due piani, otto stanze e due stalle. Helen Mirren, attrice premio Oscar e protago-nista del film “The Queen”, ha acquistato a Tricase una masse-ria del Cinquecento appartenuta ai Baroni Sauli di Tiggiano. Un giro in Salento fu sufficiente a farla cadere inna-morata di questa Terra e a farle dichiarare che avreb-be qui trascorso tutti i suoi momenti di relax. La Puglia sta diventando la nuova meta di vacanze intel-ligenti e chic anche perché la gente è stufa di andare in posti dove ad imperversare sono le discoteche ed il gran chiasso. Una porzione d’Italia che ammalia italiani e non, apprezzata e corteggiata, recensita sulle community con toni positivi ed entu-siastici, una vacanza all’insegna del sole cocente e del canto delle cicale.

ARRIVANO

in PugliaSono tanti i Vip che hanno scelto anche quest’anno di trascorrere qlc gg nella nostra terra

Isabella Battista RIPRODUZIONE RISERVATA

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I patriarchi verdi della nostra terraAlberi monumentali, un meraviglioso itinerario alla scoperta dei più antichi abitanti viventi della Puglia, dall’ulivo di Monopoli al carrubo di Mattinata, dal Pino di Aleppo di Taranto alla quercia di Tricase

Un centinaio sono quelli censiti in Puglia dal Corpo Forestale dello Stato. Una ven-tina furono poi inseriti con tutti i crismi in una indimenticabile guida (ormai intro-vabile, che chi ce l’ha se la tiene cara) in cui gli alberi monumentali venivano con-testualizzati in modo che risultassero fa-cilmente raggiungibili da chiunque. Non mancavano indicazioni su dove dormire e mangiare.

L’ULIVO MILLENARIO DI MONOPOLIA oltre 25 anni da quella edizione, che resta di riferimento, bisognerebbe realiz-zarne un’altra, aggiornata con nuove se-gnalazioni (per esempio, l’ulivo millenario di Monopoli, che oggi affianca i suoi quasi coetanei più celebri del Lazio o della Val-le dei Templi), ma fondi per queste cose ce ne sono sempre meno e non resta che sperare in qualche Mecenate della natura. Qui ne segnaliamo tre, molto belli e famo-si, ma consigliamo comunque chi li voglia omaggiare e venerare come meritano di mettersi comunque in contatto con il Cor-po forestale della Provincia cui apparten-gono per una visita a colpo sicuro.

IL CARRUBO DI MATTINATATredici metri di diametro per questo gi-gante gentile, tipico della macchia medi-terranea che si trova in località Vignanoti-ca, nel Parco del Gargano. Andarci con i forestali è quasi obbligatorio, vista la stra-da impervia e nota solo a chi è abituale frequentatore. Meglio andarci di primave-ra o di autunno, viste le temperature che si registrano d’estate. Il Carrubo (ceratonia siliqua) da sempre è considerato dagl agri-coltori amico prezioso per l’ombra den-sa e la frescura. Gli antichi dicevano che chiamasse la pioggia, di certo offre casa a centinaia di nidi e un tempo i suoi frut-ti sfamavano uomini e animali. In Puglia esistono alcune decine di carrubi monu-mentali e pluricentenari. Ma questo è dav-vero il loro capo indiscusso. Altri esempla-ri notevoli possono essere osservati sulla Fasano – Laureto, a cavallo fra le province di Bari e Brindisi.

IL PINO D’ALEPPONei pressi del fiume Lato (Taranto) – raro esempio di albero monumentale segnalato da un cartello stradale. Lo trovate percor-rendo la statale 106 ionica in direzione

Sud, nella riserva biogenetica di Stornara (niente a che vedere con Foggia: si chiama così perché è il rifugio per migliaia di stor-ni durante il passo). Il Pino in questione fa parte di una vera foresta densa, verde e freschissima che costeggia le dune sab-biose della costa. Alto più di trenta metri, quasi quattro metri di diametro al tronco, ha la caratteristica di avere oltre trecento anni. E per una specie che raramente su-pera i due secoli, si tratta dell’esemplare più vecchio d’Europa. Uno spettacolo nel-lo spettacolo: il caldo dell’estate riempie di profondi e vivi aromi resinosi questi boschi spontanei, tipici della macchia mediterra-nea. Inutile dire che l’intera zona viene sorvegliata con particolare cura perché il fuoco distruggerebbe questo sogno vivente in men che non si dica.

LA QUERCIA VALLONEA A TRICASE PORTO Sono mille anni e poco più che questa fantastica matriarca, i cui semi arrivarono dall’Albania insieme ai monaci basiliani in fuga dagli iconoclasti, vegeta a metà strada fra Tricase e Tricase porto, quasi in punta di Puglia. La sua chioma occupa circa settecento metri quadri di estensione, supera i 25 metri di altezza e alla base per abbracciare il tronco ci vogliono almeno tre persone abbastanza alte. Vista dal bas-so è una cattedrale: i suoi rami sono a un tempo armonici e fantasiosi, si estendono in ogni direzione e al vento appena ac-cennato iniziano una sinfonia dolcissima. Durante il passo degli storni sembra uno stadio durante un derby, le sue ghiande gigantesche potrebbero essere delle stu-pende bomboniere naturali. La quercia appartiene a una famiglia di Tricase che se ne sta occupando con l’aiuto della facoltà di Agraria: una misteriosa malattia, forse un fungo parassita, l’ha minacciata seria-mente nei mesi scorsi, tanto da rendere necessario un trattamento farmacologico che ne ha, provvisoriamente, sterilizzato i semi. Ma la matriarca sta dando segni di ripresa. Una vera macchina del tempo che era già lì quando San Francesco, diretto verso l’Egitto, pare vi posasse un poco le stanche membra, pensando al suo prossi-mo incontro con il Sultano (era il 1219).

Fortunata Dell’OrzoRIPRODUZIONE RISERVATA

UN PATRIMONIO IMMENSO

Gli alberi millenari sono un patrimonio di valore immenso

e la Puglia ha la fortuna di averne diversi. In lato la Quercia

vallonea di Tricase (Le);A destra il Pino d’Aleppo

in provincia di Taranto e al suo fiancol’Ulivo di Monopoli

(foto di Luisa Colosio Laquale).

Sei modi di intendere le vacanze

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All’interno della Seva di Fasano si sviluppa il Canale di Pirro, bacino carsico di dodici chilometri ricco di vigneti e uliveti, straordinario microclima della nostra terra

Quell’oasi nascosta tra Bari e Brindisi

Il re dell’Epiro non c’entra nulla. Lui e le sue vittorie più devastanti delle sconfitte. Ma la suggestione resta, anche perchè la Puglia è stata protagonista di alcune gran-di avventure belliche della Roma non an-cora imperiale: Canne è abbastanza lon-tana, ma sempre terra nostra rimane, con gli echi ancora udibili di una delle peggiori sconfitte della futura Caput Mundi, già po-tenza egemone nel Mediterraneo.Ma qui siamo più a sud, a cavallo fra le province di Bari e la moritura (come pro-vincia) Brindisi. Ci si può arrivare da di-verse direttrici, anche se la più fascinosa è quella che, a un certo punto, lascia la litoranea Bari-Brindisi, appunto, per sa-lire alla Selva di Fasano. La Selva, per antonomasia. Antropizzata al massimo, ma non devastata. Densa e scura di lec-ci, abeti, pini, e olivi. Olivi sui fianchi degradanti a mare. Fasano, per un attimo, lasciamola al suo sostanziale nulla urba-nistico. Il suo unico merito è di trovarsi ai piedi della Selva e delle sue bellissime frazioni, come Laureto, dal cui toponimo si capisce che arbusti di alloro spesso alti come alberi veri e propri, popolano strade e tratturi fra i primi trulli che spuntano qui e lì.Una selva che un tempo deve essere sta-ta un Lucus, un bosco sacro: per questo plat pays che è la Puglia sud orientale, le colline modeste ma irte di vegetazione do-vevano per forza ospitare un numen, il di-vino inespresso non ancora consacrato in divinità da venerare con templi e sacrifici.Ed è salendo sulla Selva che a un certo

punto arriva la deviazione che dice Ca-nale di Pirro. Si tratta di un polje, un ba-cino carsico lungo circa 12 chilometri, che in realtà si è chiamato sin dall’undicesimo secolo Canale di Pile, vista la presenza di innumeri cisterne (pile) in cui si raccoglie-va l’acqua piovana per i campi, le bestie e gli esseri umani. E queste cisterne spesso erano naturali cavità carsiche del terreno, confermando la sorellanza geologica fra Puglia e Friuli (qui le Grotte di Castellana, lì quelle di Postumia): regioni essenziali e apparentemente aride, in grado però di sorprenderti con queste acque che scom-paiono e ricompaiono dal terreno e queste profondità insondabili e misteriose, appe-na sotto il sottile strato di terra rossa, così fertile e così adatta alla vigna.E di vigne il Canale di Pirro è ricchissimo, a promettere (e mantenere) bei rossi cor-posi che una volta non avevano neanche nome perchè erano gli stessi agricoltori a produrli e a goderseli, vera e unica ric-chezza, per tutto l’anno sino alla vendem-mia successiva. Bei vini adatti a accompa-gnare il “fornello”: la carne arrostita alla brace, soprattutto di agnello e capretto. Oggi non più appannaggio delle macelle-rie, non più finger food da consumare nel semplice cartoccio di carta, sono diventate specialità quasi da ristorante.

Il Canale corre per i suoi dodici chilometri fra due filari di colline, dolci colline puglie-si ovviamente, che lo chiudono a Nord e a Sud favorendo un microclima davvero speciale. Ecco perchè qui gli olivi non sono

così drammatici e contorti come lungo le coste battute dal Maestrale per quasi tutto l’anno e l’osservatore ottimista e poco pra-tico potrebbe sbagliarsi e pensare di essere in Umbria o nelle Marche.

Il Canale mette in relazione fra loro tre dei centri più significativi della provincia di Bari: Monopoli, Castellana Grotte, Albe-robello con l’insulsa Fasano che ripetiamo deve molto sia alle sue frazioni di monta-gna, come appunto la Selva e Laureto, sia alle due di mare, Savelletri e Torre Canne, il pimo centro termale di Puglia, quando ancora Margherita di Savoia non si chia-mava nemmeno così ed era “solo” la Sali-na più grande d’Europa.

Per lungo passa l’acquedotto Pugliese, un’altra delle immense conquiste della Puglia perennemente assetata dei nostri nonni: segue dolcemente il declivio verso il mare nei pressi del quale si congiunge ad una delle altre condotte principali.

Chi pensa che la Puglia sia solo Salento e Gargano è dunque servito. Il Canale è bel-lo visitarlo con molta calma, percorrendo-lo di lungo e di largo, lasciandosi sedurre non solo dal paesaggio, ma dall’industrio-sità di una razza antica e sempre nuova che con la terra ci combatte, ma non smet-te mai di amarla, di un amore che ai più deve sembrare proprio matto e disperatis-simo. Ma sempre amore è.

Fortunata Dell’OrzoRIPRODUZIONE RISERVATA

Sei modi di intendere le vacanze

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La moda estiva quest’anno ha una ten-denza precisa: colore! Allegri, fluo, mixati e a contrasto sono i veri dominatori della stagione estiva. E anche qui in Pu-glia, per la stagione più calda, le vetrine si sono riempite di colori e di stampe. Il tangerine tango è la vera nuance del momento: si tratta di un bellissimo arancione, molto solare e luminoso, che ci accompagnerà per tutta l’estate. Ros-setti, smalti, accessori e abiti sono di que-sto splendido arancione intenso. Molte donne alla moda, anche le vip, hanno sfoggiato abiti in tangerine tango, det-tando le nuove tendenze moda a partire dalla stagione invernale, a partire da Ka-therine Kelly Lang, la bellissima in-terprete di Brooke Logan nella soap opera Beautiful, recentemente approdata in Puglia per girare dieci nuovissime pun-tate della serie più seguita d’America. Ma l’estate non è solo arancio: anche il fucsia e il viola accesi sono solari e perfetti da abbinare al nero o al verde, oltre al new entry giallo, sia fluo ed in-tenso che più delicato, che si posso-no portare come colore unico oppure da abbinare con il fucsia o il bianco. Anche il bianco è tornato di gran moda e

non è affatto scontato, soprattutto quando si presenta su abiti ricamati o lavorati. Il bianco va benissimo con la pelle abbron-zata ma anche per chi ha la carnagione chiara e delicata. Il look total white è molto estivo e raffinato ed è indicato anche per una serata. Non dimentichiamoci però le stampe tropicali, animalier, a pois e quelle romantiche con delicate farfalle e piccoli fiori. Ritornano anche le righe sia orizzon-tali che verticali e i quadretti proposti su sfondi colorati o bianchi, le trasparenze, il pizzo macramè e le stampe foulard.Con l’arrivo del caldo inoltre abbiamo la possi-

bilità di indossare sandali, infradito, scarpe spuntate o simpatiche ciabattine colorate. I grandi brand italiani e non solo ci pro-pongono per l’estate 2012 sandali gioiello, decolletes spuntate e infradito col tacco alto; ma questi modelli colpiscono per i piccoli dettagli preziosi come le applica-zioni di perline o strass. La moda impone sandali con dettagli pregiati per serate chic e raffinate. Per le amanti dell’etnico e del naturale, c’è una vasta scelta di infradito o zeppe impreziosite da conchiglie o pietre adatte ad uno stile giovane e alternativo. I modelli presenti sul mercato accontentano

Estate si, ma con stile!Al mare, in discoteca o per una semplice passeggiata, la moda estiva è tutta indirizzata sulle fantasie tropicali e i colori accesi. Per un’estate all’insegna del buon umore con un tocco di eleganza e di originalità che non guasta mai

Il sistema Pantone è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori e “tradurli” nel sistema di stampa a quadricromia. Il codice 17-1453 TPX detto tangerie tango altro non è che l’arancione vivo

UN CODICE, TANTI USI

Coloratissmi i sandali con

plateaux dell’azienda

pugliese Primadonna per

l’estate 2012.

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La nuova tendenza del momento strizza l’occhio all’ecologia e riserva un’attenzio-ne particolare all’impatto ambientale e alla sostenibilità, per portare alla ribalta del mercato i cosiddetti prodotti “green”.La mania dell’eco-friendly, insomma ha colpito tutti i settori, ma quello che sem-bra aver sposato al meglio il rispetto per l’ambiente alla creatività e all’originalità è di sicuro quello della moda. E siccome, ce lo dicono sempre, viviamo in un mondo globale, l’influenza delle grandi griffe che già da qualche anno hanno messo su li-nee di produzione sensibili alle tematiche ambientali è giunta fino a noi abitanti del tacco dello stivale.In particolare giunge il 13 luglio a Mono-poli, precisamente sul Lungomare Santa Maria nella zona Castello di Carlo V; il primo evento pugliese di glamour a chilo-metro zero, che metterà in luce in questa location d’eccezione il talento di giovani stilisti emergenti, sempre nel rispetto del mantra della serata, ossia “Eco Fashion, rispetta l’ambiente differenziando la moda”. I temi su cui saranno incentrati i due defilè realizzati dall’Istituto di Moda e Design di Bari sono agli antipodi: uno tradizionale, ispirato a Valentino in onore dei suoi 80 anni, e l’altro, inedito, incentrato sulle figure delle donne delle opere liriche. Sempre, per rispettare il mood dell’evento, realizzando gli abiti con materiali di risulta! Inoltre saliranno in passerella i modelli della nuova stagione di aziende affermate e che hanno già legato i loro marchi ad una filosofia eco-friendly, tra cui Ma-dilù, azienda di Monopoli di creazione artigianale di accessori e preziosi e Nana-aleo, atelier di Molfetta che sostiene sia imprescindibile il connubio tra ecologia e moda. .

D.D.S.

Isabella BattistaRIPRODUZIONE RISERVATA

sia i gusti sofisticati che quelli più casual, grazie a scarpe bon ton realizzate con sot-tili listini e tacco a spillo che più comode, con zeppe o plateau. La moda ha ripro-posto anche per l’estate 2012 le zeppe alte e altissime in colori fluo e accesi. Le più particolari? Quelle realizzate in plexiglass colorato! Il ritorno della plastica e della trasparenza ci rimanda agli anni Sessanta. Sono tantissime le proposte di scarpe rea-lizzate in materiale plastico e trasparente. Ma per completare questo coloratissimo look che accessori possiamo abbinare? L’assortimento di borse per l’estate 2012

LA MODA eco-friendlyLa moda può essere chic e nello stesso tempo ecologica? A quanto pare sì. Per scoprirne di più seguite la moda eco-fashion di Monopoli

è davvero impressionante. Sono tanti gli stili, tanti i colori, tanti i formati. Dalla borsa “mini” alla borsa “maxi”. Dallo zaino sportivo (molto in linea con le in-fluenze sportswear che tornano nelle col-lezioni di moda) alla borsa ultrafemminile anni ‘50. Rimangono di moda braccialetti e collane, di corda a unicnetto e in plexi-glass, meglio grandi piuttosto che piccoli, ma con disegni più raffinati rispetto alle altre stagioni. Tornano anche quest’an-no i teschietti, mentre la new entry è il pizzo macramè. Gli orecchini però la fanno da veri protagonisti e vanno portati grandi e vistosi. Sono da optare quindi gli orecchini chandelier con cristalli scintil-lanti oppure quelli con dei grandi fiori co-lorati che dondolano ad ogni passo, oltre ai caratterizzanti colori fluo che investono anche la bigiotteria. Anche per quanto ri-guarda gli occhiali di sole c’è l’imbaraz-zo della scelta. Tornano le montature re-tro, soprattutto con un tocco anni ‘50 con gli angoli “all’insù”. Sì anche a montature colorate, volendo anche con lenti colora-te. E per contrastare le influenze retro ci sono i modelli all’avanguardia con linee moderne ed innovative.Insomma care si-gnore, quest’estate non ci resta che osare e tuffarci in questo oceano di colori!

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Tra i venti titoli ammessi al concorso Libri da Gustare 2012, che si contendono l’ambito riconoscimento di “libro più gustoso dell’anno”, è in lizza l’opera di un autore nativo di Andria: Olio & Vino. Eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi di Nicola Dante Basile, nativo di Andria (Bari), giornalista e scrittore, collaboratore per trent’anni de Il Sole 24 Ore. Libri da Gustare sarà poi ospite il prossimo autunno della XIV Edizione de I Primi d’Italia, l’ormai celebre Festival Nazionale dei Primi Piatti organizzato da Epta Confcommercio che andrà in scena a Foligno (Pg) dal 27 al 30 settembre, dopo essere stato protagonista, lo scorso mese, della rassegna Salone del Libro Enogastronomico e di Territorio svoltasi a La Morra (Cn). La cerimonia di premiazione dei quattro Libri da Gustare 2012 – uno per categoria – avrà luogo a Torino nel mese di dicembre mentre il termine ultimo entro il quale esprimere le proprie preferenze è il 20 novembre. C a r a t t e r i s t i c a dell’iniziativa, ideata e voluta da Claudia Ferraresi Presidente d e l l ’ A s s o c i a z i o n e Culturale Ca dj’ Amis, è la possibilità per i lettori di partecipare attivamente alla competizione libraria dando il proprio contributo, attraverso il voto, alla scelta e all’incoronazione dei quattro titoli - uno per ciascuna delle quattro sezioni in cui i venti libri sono stati suddivisi - che avranno raccolto i maggiori consensi. I lettori potranno infatti esprimere le proprie preferenze collegandosi per tutta l’estate al sito internet www.libridagustare.it, e selezionando l’apposita sezione dedicata al voto. In Olio & Vino. Eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi di Nicola Dante Basile, (sezione Cultura del Vino e del bere), il giornalista pugliese conduce un’indagine approfondita tra produttori di vino e di olio di tutta Italia, per scoprire, da un lato, quanto profondamente le imprese italiane sono state provate dalla recessione economica e, dall’altro, svelare le strategie di ripresa che si stanno mettendo in atto per tornare a competere sui nuovi mercati.

Il testo ci rivela come le imprese italiane nel campo dell’olio e del vino abbiano reagito alla crisi, termine derivante dal greco “Krisis” (scelta, decisione), trasformandola da fattore di stagnazione e regresso economico in motivo di rilancio e in opportunità da sfruttare per migliorare le proprie performance a livello mondiale, preservando e valorizzando il made in Italy. Abbiamo incontrato Nicola Dante Basile, con il quale abbiamo, naturalmente, parlato di cultura, libri e gusto.

Quali sono state le sue sensazioni quando ha saputo di essere tra i partecipanti al concorso “Libri da gustare 2012? “Sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho ricevuto la chiamata da parte del responsabile dell’associazione culturale “Ca dj Amis” che mi informava che il mio libro (OLIO & VINO.

Eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi) fosse stato scelto in una delle categorie del concorso “Libri da gustare 2012”. Io non sono nuovo nell’ambito del giornalismo e nel pubblicare libri, infatti sono collaboratore del sole 24 ore da ormai 33 anni occupandomi principalmente di questioni economiche legate al mondo agro alimentare”

Com’è strutturato il suo libro?

“Possiamo dividere il libro principalmente in due parti, nella prima affronto un analisi generica di quello che è il mondo del Vino e dell’olio, in rapporto a quella che è, ad esempio, l’etica comuniaria, o comunque l’ambito socio economico in cui si trovano, nella seconda parte, più analitica, viene affrontato il problema crisi andando a intervistare una cinquantina di aziende, che siano direttamente o indirettamente collegate al mondo dell’olio e del vino, come ad esempio è stata presa in considerazione anche un azienda che produce tappi per le bottiglie di vino. E usando questo come punto di partenza si sono analizzati i mezzi che le aziende hanno messo in campo per uscire dal momento di stagnazione e, di conseguenza, riprendere la crescita”

Basandoci su quello che è il tema trattato nel libro, le aziende italiane del vino e dell’olio che mezzi hanno messo in campo per superare la crisi? “Partiamo dal sottolineare che le strategie adottate

dalle aziende prese in considerazione hanno alla base un collegamento, o comunque un filo comune le le unisce, e che si può sintetizzare in tre concetti base fondamentali, razionalizzazione della filiera produttiva, evitando gli sprechi “serrando le fila” e tagliando quelli che sono i costi superflui per abbassare i costi e invogliare la gente ad acquistare, poi uno sviluppo delle politiche ti marketing, non come la mera realizzazione di spot pubblicitari ecc.. Ma come creazione di serate ed eventi con lo scopo di informare la gente per crescere insieme ai clienti stessi, infine la terza, conseguenza naturale della precedente, il saper commercializzare il prodotto, cioè il creare prodotti utili al consumatore, in quanto oggi come oggi chi acquista vino oppure olio, è un consumatore consapevole e conscio di volere una certa qualità nel prodotto che acquista e che non comprerà mai pi di quello che in realtà ha bisogno.”

Fin’ora abbiamo parlato della realtà del “vino e dell’olio” in ambito nazionale, cosa ci può dire della situazione delle aziende pugliesi? “La situazione agricola, sempre per quel che riguarda Vino e Olio, è molto articolata in Puglia, abbiamo una situazione che spazia dai grandi Uliveti delle zone ad esempio bitontine ai grandi vigneti dell’entroterra Murgiano, quindi sotto il punto di vista delle materie prime la nostra regione è al top, ma purtroppo la Puglia si è mossa in ritardo, ma adesso la gente ha preso coraggio, anche perchè, probabilmente, c’è stato un cambio generazionale, i giovani rispetto ai loro genitori sanno come ampliare il commercio oltre i confini delle loro zone, insomma la Puglia ha le carte in regola per fare bene.”

Infine, cosa si sente di dire a una persona che dovesse scegliere tra i libri all’interno della sezione in cui è candidato. Perchè votare per il suo libro? “Beh prima di tutto il mio libro non è una guida... Ma anzi è un libro in cui spiego come si è giunti a determinate scelte, lo potremmo anche definire storico, in quanto analizza anche dal punto di vista istituzionale e normativo l’evoluzione delle aziende del settore. Infatti, per esempio, sono stati commessi numerosi errori dalle nostre istituzioni che non sfruttando al meglio i fondi normativi ci hanno fatto superare dagli spagnoli i quali non erano certo ai nostri livelli, come materie prime, mentre adesso hanno un costo produzione minore del nostro.”

Francesco FeliceRIPRODUZIONE RISERVATA

Nicola Dante Basile, originario di Andria selezionato tra i titoli ammesso alla finale del concorso “Libri da gustare” edizione 2012 con il suo “Olio e vino. Eccelenze d’Italia prima e dopo la crisi”

Libri da gustare, un pugliese in finale

Nicola Dante Basile, autore di Olio & Vino.

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Cosa c’è di meglio, nelle assolate giornate estive, per placare la grande sete e disse-tarsi in maniera naturale, di una bella fet-tona di anguria (o cocomero)?Una fresca iniezione di acqua e vitamine a bassissima percentuale di calorie e zuc-cheri per attenuare il senso di caldo e di sete. L’anguria, infatti, è composta prin-cipalmente da acqua (94% circa), una piccolissima percentuale di proteine e fi-bra alimentare, glucidi, minerali (sodio, potassio, ferro fosforo e calcio, vitamine A e C, niacina (vitamina PP), riboflavina (vitamina B2) e tiamina (vitamina B1). Da sottolineare anche la presenza di licopene che conferisce all’anguria il tipico colore rosso, allo stesso modo dei pomodori che ne sono particolarmente ricchi. Tra l’altro il licopene è una sostanza antiossidante e come tale ha proprietà utili nella preven-zione dei tumori, alla prostata per gli uo-mini e al seno per le donne.Tutto qui? No di certo.La discreta quantità di sali minerali pre-senti sono innanzitutto utili per contrasta-re il senso di stanchezza e spossatezza che frequentemente si presentano nei periodi estivi particolarmente caldi; inoltre grazie all’alto contenuto di acqua, l’anguria è si-curamente un frutto dissetante diuretico e

Anguria, che passione

Roberto MastrangeloRIPRODUZIONE RISERVATA

depurativo dell’organismo.Sebbene la sua polpa sia particolarmente dolce, l’anguria presenta un apporto calo-rico decisamente basso (solo 20 calorie per 100 grammi di polpa fresca) ed è quindi indicata nelle diete dimagranti proprio per il suo effetto saziante e non ingrassan-te.Ma possiamo dire che l’anguria non ha controindicazioni? Non proprio.Va detto che mangiare una fetta eccessiva-mente grande contribuisce ad introdurre maggior acqua nel corpo che può esser re-sponsabile di un rallentamento della dige-stione, giacché si diluiscono i succhi gastri-ci. Insomma, vi sarete certamente accorti che dopo i pasti, mangiando una fetta di anguria, vi è un senso di ampia sazietà e digestione rallentata. Dunque, l’anguria non fa ingrassare, ma bisogna comun-que tenere sott’osservazione la quantità di cocomero che si consuma. Attenzione poi ad ingerire i semi, che hanno notevo-li proprietà lassative e potrebbero creare “spiacevoli” conseguenze.Da conservare rigorosamente in frigori-fero e da consumare possibilmente entro pochi giorni dall’apertura del frutto, la grande anguria è tra i protagonisti delle tavole estive, insieme alle pesche, alle albi-

cocche ed ai meloni. Consumata a cubetti in una ciotola, oppure con la classica fetta. Un frutto a cui pochi riescono a resistere e che può ben rappresentare la regina della tavola estiva.

UN BICCHIERE DI ANGURIAIl frullato all’anguria è un ottimo alleato contro la calura estiva, la perdita di liquidi e il bisogno di zuccheri. La ricetta è mol-to semplice e veloce e il frullato può es-sere bevuto sia come prima colazione che come spuntino durante la giornata. Spes-so, infatti, lo stimolo della fame nel perio-do compreso tra il pranzo e la cena, può essere inibito con il consumo di un frullato di cocomero, fresco e nutriente.Tagliate a pezzetti, dopo aver rimosso la scorza ed i semi, l’anguria e mettetela nel frullatore. Aggiungeteci mezzo bicchiere di acqua in cui avete sciolto un cucchiai-no di zucchero (sia bianco che di canna), riempite con del ghiaccio a cubetti o tri-tato e avviate il frullatore fino a quando il composto non risulterà granitoso. Versate nei bicchieri e consumate al momento.

Uno dei frutti più amati dell’estate giunge sulle nostre tavole; da gustare in diversi modi per dissetarci e addolcirci, senza però arrecare troppi danni alla linea

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Finalmente è arrivato Luglio con il sapore delizioso dei suoi frutti tra i quali, oltre alla rinfrescante anguria, spicca la percoca. Varietà di pesca caratterizzata dalla polpa gialla particolarmente compatta, è coltivata in molte regioni italiane tra cui la Puglia che, nei mesi estivi, le dedica numerose sagre, tra le quali segnaliamo quella di Canosa di Puglia, località Loconia, e quella di Turi. Il pesco, Prunus persica, è un albero proveniente della Cina, dove era considerato simbolo d’immortalità; dall’Estremo Oriente giunse in Persia, tappa precedente al suo arrivo in Europa. La percoca si può consumare sciroppata o in torte e crostate ma il consiglio che vi diamo è di prepararvi una colorata sangria. Vi serviranno un litro di Salice Salentino rosso, un bicchiere di brandy, mezzo litro di gazzosa, 120 grammi di zucchero, cannella, chiodi di garofano e vaniglia, due arance, due limoni, una mela e due belle percoche. Mischiate tutti gli ingredienti in un ampio contenitore, tranne la gazzosa che aggiungerete al momento di servire insieme a qualche cubetto di ghiaccio, avendo l’accortezza di pulire bene la frutta, tagliarla grossolanamente e di lasciar riposare il tutto per una notte, coperto da pellicola trasparente.Per rimanere più legati alle usanze del nostro territorio, potete semplicemente immergere le fette di percoca in una caraffa di vino bianco ghiacciato e consumare al momento.

Evviva la PERCOCA

La ricetta

FRULLATO DI ANGURIA(Per due persone)

400 gr. di anguria senza scorza,mezzo bicchiere di acqua,un cucchiaino di zucchero,

ghiaccio

Alessia ColaianniRIPRODUZIONE RISERVATA

Per chi trova fastidiosa la presenza dei numerosi semi all’interno dell’anguria farà piacere sapere che in America è stata “messa a punto” una specie che ne è completamente priva.

La parola anguria deriva dal termine greco “aggourion” che fu usato per la prima volta dal medico Aezio.

L’anguria veniva molto spesso deposta nelle tombe degli antichi faraoni egizi, in quanto si pensava che dovesse essere un mezzo di sostentamento per l’aldilà.

Per uso esterno si utilizza la polpa dell’anguria per trattamenti estetici della pelle; infatti, grazie alle sue proprietà emollienti, è in grado di reidratare la pelle e di rinfrescarla.

Il cocomero è in assoluto il frutto più ricco d’acqua; alcune popolazioni africane, insediate in zone desertiche, lo utilizzano come risorsa idrica ed alimentare.

LO SAPEVATE CHE...

Tra la frutta d’estate come non annoverare la dolcissima percoca? Il frutto, ideale per la famosa Sangria, si presta bene ad essere consumato con il nostro vino locale

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La kermesse de “I Dialoghi di Trani”, prevista dal 14 al 17 Giugno, è iniziata con due anteprime, tenutesi il 4 ed il 6 Giugno nel Museo Diocesano, le quali hanno visto come protagonisti due personaggi che hanno in comune il ruolo di spicco che rivestono nella Cultura italiana ma dai caratteri ed atteggiamenti decisamente in contrasto tra loro: il primo, Massimo Cacciari, il “Professore”, impegnato in una conversazione con alcuni degli studenti del Corso di Linguaggi della Filosofia dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, scambio di idee sul ruolo del Mediterraneo nelle modificazioni dell’assetto socio-politico del Vecchio Continente; la seconda, Dacia Maraini, scrittrice, poetessa e drammaturga, intervistata da Maddalena Tulanti, vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno, in merito al suo ultimo libro “La grande festa”.Massimo Cacciari, come è usuale per un filosofo e, probabilmente, anche per un certo tipo di politico, ha abilmente creato collegamenti, dipinto nuovi scenari in cui l’Europa, grande sconfitta dalla storia del ‘900, potesse recuperare la propria egemonia attraverso i primigeni valori, quelli dei Greci e dei Romani, quelli di Alessandro Magno, che avevano fatto grande il Mare Nostrum. Sicuramente ci

ha stupito con effetti speciali, giochi eruditi, ma poi, volgendo lo sguardo all’attualità, quella tangibile, quella del governo Monti e dei telegiornali che “vomitano” la crisi nelle case dei cittadini, non ha saputo essere esauriente. Ha descritto un parlamento europeo “inverecondo baraccone”, gestito da grandi lobby internazionali, in cui la nostra Italia ha perseguito una strategia perdente, non riuscendo a creare un unico fronte in grado di occuparsi dei propri interessi. Cosa abbia fatto il Professore per combatter tutto questo negli anni in cui è stato deputato europeo rimane ignoto ai più.Riguardo ai giovani ed al precariato, intervistato per le pagine del Puglia In, ha con forza spiegato che “non sono viziati, hanno straragione e devono protestare ed essere indignati”. Allora perché far avvertire il distacco con i ragazzi presenti invece di creare un clima di conversazione costruttiva? Una certa incoerenza avvertita da una parte del pubblico in sala che ha avuto modo di esprimersi nell’immediato sui social network ed, in seguito, anche nel confronto tra le persone presenti al Museo Diocesano di Trani poco prima dell’inizio del secondo appuntamento con le anteprime.Diversa l’atmosfera respirata con Dacia Maraini: una donna con una vita

d’eccezione, figlia di un etnologo ed una pittrice, vissuta in tanti luoghi, testimone di molteplici culture e modi d’essere, ci ha raccontato del suo essere donna, compagna, amica, madre e figlia.Partendo dalla lettura di un brano de “La grande festa”, dedicato ai suoi cari scomparsi quali il figlio mai nato, la sorella Yuki, il padre Fosco, Alberto Moravia, ci ha accompagnato in un piacevole viaggio fatto di aneddoti raccontati con grande umiltà, quasi fosse un incontro tra amici.Nonostante il tema portante fosse la Morte, il dialogo è trascorso sereno tra una risata per le vicissitudini di una Maria Callas miope, vittima di una gaffe sul palcoscenico dell’Operà di Parigi durante la messa in scena dell’Aida, un sorriso dolce rivolto alla fine della storia d’amore con Moravia ed una lacrima nascosta per l’assenza di un figlio mai nato a cui già aveva cominciato a voler bene.Queste sono state le anteprime, un promettente preludio per una manifestazione che ha dimostrato di essere un riferimento in primo luogo per la città di Trani ma anche per la Regione Puglia, la quale cerca di essere sempre presente ed attiva nella diffusione della Cultura.

Dialoghi, a Trani ci si confronta così

L’edizione 2012 è partita con due interessanti confronti con Massimo Cacciari e Dacia Maraini

Alessia ColaianniRIPRODUZIONE RISERVATA

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Cambiare si può

Nello scenario unico, al tempo stesso rac-colto e spazioso, silente e protettivo del Castello Svevo e del centro storico di Tra-ni, anche quest’anno ha riscosso un parti-colare successo “I dialoghi”, la manifesta-zione giunta alla sua undicesima edizione, con una sua ormai consolidata struttura e con l’intenzione, soprattutto, di voler coin-volgere il pubblico in una serie di incontri a tema, dove le diverse tesi non sono in contrapposizione, ma tendono alla ricerca di quella sintesi univoca e condivisa che dovrebbe essere sempre ricercata.Da un lato, il rifiuto della velocità, della superficialità, del rumore, protagonisti fin troppo invadenti della conversazione Contemporanea (virtuale e non).Dall’altro, l’apertura alla riflessione e al confronto intellettuale, sotto forma di “dialogo” tra ospiti che – partendo anche da posizioni opposte – non cercano di di-struggere l’avversario, ma di ragionare su un’idea, un punto di vista, una suggestio-ne. E di cose su cui dialogare, riflettere, elaborare nuove strategie o semplicemen-te soffermarsi per qualche piacevole ora all’ombra del Castello ce ne sono state, eccome.Il Mediterraneo scosso dalla primavera araba e dalla tempesta che si è abbattuta sui paesi europei che si affacciano sul suo bacino.Il mondo globalizzato messo sotto scacco dalla crisi economica e finanziaria.Il sistema del lavoro e del welfare dell’occi-dente che ormai fatica a sopportare i colpi della modernità.

Il Mezzogiorno italiano e le sue prospetti-ve tra riscatto e difficoltà.Tutti segnali di un fenomeno immenso, dai tratti sempre più diffusi ed evidenti: il cambiamento.Ecco il grande filo rosso che ha portato a Trani alcuni tra i grandi protagonisti del-la cultura, del mondo politico, del lavoro, della ricerca.Cambiamenti che avvolgono la società in ogni suo più recondito angolo, insidiando-ne fondamenti che fino a ieri ritenevamo indiscutibili e naturali.Cambiamenti che non conoscono confi-ni e interessano la politica, l’economia, la cultura, la tecnologia, lo stato sociale.Cambiamenti tanto inevitabili quanto an-cora indefiniti, in cerca di risorse, energie, modelli, approdi.Tante le prospettive da cui partire per declinare questa traccia. Con eventi che hanno coinvolto l’intera città pugliese con tavole rotonde sul futuro della fotografia e dell’informazione (settori in cui gli effetti del cambiamento tecnologico sono parti-colarmente radicali), incontri con gli scrit-tori (da un big del noir all’italiana come Massimo Carlotto alla giovane Sara Root), appuntamenti cinematografici (a cura del Circolo “Dino Risi”) e una serie di spet-tacoli live, tutti virati al femminile, con protagoniste la giovane cantante pugliese Erica Mou, la narratrice cagliaritana Betti Pau, l’artista italo-somala Saba Anglana.Ed ancora, workshop e laboratori di lettu-re per una offerta di riflessione culturale davvero a tutto tondo che fa dire, a con-

suntivo, che “I dialoghi” del 2012 han-no raggiunto ormai una maturità ed un consolidato tale da porli ai primi posti del cartellone culturale estivo dell’intera Re-gione, e non solo.I dialoghi sono stati tanti, tutti affollati da spettatori interessati e partecipi, ed hanno visto alternarsi sul palco del Castello Sve-vo studiosi di altissimo livello culturale e intellettuale: filosofi (Roberta De Monti-celli, Umberto Galimberti, Sergio Givo-ne), sociologi (Franco Cassano), economi-sti (Giovanni Vecchi, Guido Viale), storici (Luciano Canfora, Gabriele Nissim), an-tropologi (Marc Augé), politici (Fabrizio Barca, Ministro per la Coesione territoria-le, Massimo Brutti), giornalisti (Armando Massarenti, Marino Sinibaldi, Emil Abi-rascid, Pietro Del Soldà, Marco Demarco, Piero Dorfles, Paolo Flores d’Arcais, An-tonio Pascale, Giorgio Zanchini, Jacopo Zanchini).Se poi aggiungiamo un costo di ingresso irrisorio (soltanto i tre euro, necessari per visitare normalmente il Castello, le mostre che si sono alternate nelle aule in affaccio sulla corte, si capisce bene come l’inten-zione sia stata quella di creare una grande opportunità, racchiusa in quattro giorni fitti di appuntamento e di dibattiti, per fermarsi a riflettere su quanto sia impor-tante la cultura del dialogo, del confronto e del pacato rapporto tra idee. Dialogare per crescere, dunque, dialogare piantando i robusti semi di un albero importante ed imponente.

Il cambiamento filorosso dei quattro giorni di incontri all’ombra del castello svevo. Un’opportunità per riflettere sull’importanza della cultura del dialogo

Roberto MastrangeloRIPRODUZIONE RISERVATA

Uno degli ospiti più attesi di questa edizioni è stato il Ministro Fabrizio Barca.

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A conclusione dell’undicesima edizione de I Dialoghi di Trani abbiamo incontriamo Fabiola Diana, parte del direttivo della manifestazione e membro dell’Associazione culturale Maria del Porto, nata nel 1993, afferente all’omonima libreria affacciata sul porto di Trani e sede della segreteria dell’evento.

L’undicesima edizione della manifestazione si è conclusa da poco. Come è andato l’appuntamento del 2012? «Non nascondo che vi sia stata una minore risposta in termini di presenze da parte del pubblico ma è necessario sottolineare l’alto profilo dell’offerta di quest’anno: tra i nostri ospiti abbiamo potuto annoverare Sergio Givone, Umberto Galimberti, Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Francesco Raparelli e tanti altri volti della cultura italiana che, forse, sono meno conosciuti dal grande pubblico. Abbiamo dovuto affrontare anche la concorrenza degli Europei di calcio che presumibilmente hanno contribuito, seppur in minima parte, ad un calo dell’utenza.Per il prossimo anno si cercherà di invitare autori che possano stimolare l’interesse anche dei più giovani ed è per questo che, attraverso l’Associazione Terramadre, sarà svolto un sondaggio che avrà come obiettivo la comprensione delle preferenze in ambito culturale e letterario delle nuove generazioni. Colgo l’occasione per pubblicizzare l’attività di questo gruppo di giovani pugliesi che è stato vincitore di Principi

attivi 2010 con il progetto TV on the Road – La Puglia che non ti aspetti, dedicato interamente alla promozione e valorizzazione del territorio e in particolare del ruolo del Terzo Settore nel contesto sociale della nostra regione».

Domanda un po’ “scomoda”: quale è stato l’ospite preferito e quale l’ospite con cui desiderereste collaborare? «Tutti i nostri ospiti sono stati molto apprezzati. Potrei dire che ci sono stati riscontri particolarmente favorevoli per gli interventi di Givone e Cacciari.

Ospiti desiderati? Sicuramente Enzo Bianchi che “inseguiamo” da un po’, ma anche Emanuele Severino e Bruno Forte».

I Dialoghi, soprattutto negli ultimi anni, hanno intrecciato il proprio percorso con l’offerta

Aperto il cantiere per l’edizione 2013

turistica della città. Si sono manifestate delle evidenze positive? «Si, vi è stato un incremento dell’indotto: l’evento è sempre stato programmato in bassa stagione, in precedenza nel mese di Settembre e negli gli ultimi due anni in quello di Giugno, e questo ha donato un ulteriore impulso ai flussi turistici. Un altro dato positivo è stato il coinvolgimento della comunità attraverso i laboratori per bambini e per adulti organizzati rispettivamente dalla libreria Miranfù e dall’Associazione Faber. Sempre in quest’ambito sono da segnalare le “Vetrine”: incontri con autori organizzati negli atelier di due

celebri boutique tranesi, quella di Alberto Corallo e quella di Annamaria Laporta (Boutique Altomare). Inoltre sono state create delle installazioni, curate dall’Ordine degli Architetti, accompagnate da concerti ed altri piccoli eventi nelle più importanti piazze della città».

Q u a l c h e ant ic ipazione per l’edizione del 2013? «Proprio pochi giorni fa c’è stata una riunione per parlare della prossima edizione. Per ora posso confermare solo le date che, salvo imprevisti, dovrebbero essere dal 6 al 9 Giugno 2013. Per la scelta del tema i tempi non sono ancora maturi: noi ricerchiamo

sempre suggestioni dall’attualità per cui è presto per sbilanciarci. Per ora sentiamo parlare di Europa, di giovani alle prese con un futuro incerto. Osserveremo l’evoluzione degli eventi in questi mesi per poi decidere».

Da sinistra verso destra: Lucia Perrone Capano (presidente), Fabiola Diana, Rosanna Gaeta, Emilia Cosentino tutte componenti del direttivo dell’Associazione “Maria del Porto” promotrice dei “Dialoghi”.

Il bilancio dei Dialoghi di Trani insieme a Fabiola Diana, dell’Associaizone culturlae Maria del Porto, sede e segreteria dell’importante appuntamento culturale tranese

Alessia ColaianniRIPRODUZIONE RISERVATA

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Il dialogo tra l’antico e il contemporaneo è la migliore chiave d’interpretazione della prima mostra “site specific” organizzata a Bari nelle sale della Pinacoteca Provinciale fino ad ottobre. Si tratta di una rassegna pensata e quindi allestita solo ed esclusivamente per la Pinacoteca barese. Al centro della mostra l’arte di Mimmo Paladino, maestro campano, considerato tra i più significativi protagonisti del gruppo della Transavanguardia italiana, il movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980, che individua un ritorno alla pittura, dopo le varie correnti concettuali sviluppatesi negli anni settanta. Membro onorario della Royal Academy di Londra, Paladino ha esordito con collages ispirati a temi mitologici (1970-73); l’adozione della pittura a olio (1978) è coincisa con un ciclo di tele polimateriche, dove la figurazione astratta si abbinava a oggetti trovati. Influenzato dall’arte primitiva e tribale, dai primi anni Ottanta ha realizzato

opere d’intonazione arcaica, sculture, enigmatiche figure totemiche in bronzo, legno o calcare, e numerose installazioni, talora esposte permanentemente in alcuni dei principali musei internazionali, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York. A Bari ci si “accontenterà” di circa novanta sculture in bronzo eseguite negli ultimi trent’anni della sua lunga attività che documentano il lungo percorso di ricerca espressiva della sua opera plastica e, soprattutto, dialogano con le altre opere esposte, con alcuni capolavori della pittura italiana conservati in Pinacoteca, fra cui le quattrocentesche pale d’altare dei Vivarini, o il San Pietro Martire di Giovanni Bellini. Passato e presente a confronto, in un percorso di arricchimento reciproco che non può non coinvolgere il visitatore. La mostra espone un’attenta selezione di opere di grandi dimensioni come, per citarne solo alcune, l’Assediato del 1992, il Dodecaedro stellato del 2001, l’Etrusco del 2003, un grande Cavallo del 2007 e Don Chisciotte dello stesso anno. L’opera più “appariscente” appare tuttavia il grande ripiano ottenuto dall’accostamento di una cinquantina di tavoli in metallo, sopra il quale sono state poste 72 sculture di piccole dimensioni, che configurano una sorta di repertorio visivo dell’intera opera plastica di Mimmo Paladino. Un’opera che affida il suo fascino all’esplicita dichiarazione di avvalersi, pur affermando la sua contemporaneità, di molteplici riferimenti storici e culturali. La mostra (visitabile dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00 e la domenica dalle ore 9.00 alle 13.00) è un evento culturale imperdibile, di rilevante valore e per questo si è pensato di offrirne la fruizione gratuita per il periodo estivo (dal 1 luglio al 30 settembre). L’idea è che la cultura e la bellezza devono essere portate ai cittadini, messe a disposizione di giovani, famiglie, anziani e turisti, perché è anche questo un modo per “fare” arte, senza rappresentarla e basta…oltre che per migliorare la qualità della nostra società.

Una pinacoteca per

In alto Lucio Dalla attore del film Quijote

di Mimmo Paladino (a sinistra);In basso due sculture

del Paladino, a sinsitra “L’Assedio” e a destra “etrusco”.

L’artista campano,esponente della Trasavanguardia, espone circa novanta opere della sua ultima produzione situandone nella Pinacoteca barese, che per l’occasione sarà visitabile gratuitamente sino al 30 settembre

Paladino

Isabella BattistaRIPRODUZIONE RISERVATA

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34 il magazine dell’eccellenza puglieseinpuglia

È sempre difficile incontrare un’artista che apra davvero le vie più segrete della sua anima creativa e condivida sinceramente le corde più profonde della propria arte. Ancora più raro è conoscerne uno che mostri, senza paura, i ritmi, gli spunti, i valori del suo lavoro, con il sincero proposito non di insegnare, ma piuttosto di divulgare una passione e tentare di spiegare come nasca un dipinto, come si scelga un soggetto e come questo, poi, prenda forma sulla tela. La speranza è che chi osserva ne possa restare coinvolto e stimolato, così che la bellezza produca altra bellezza e, perché no, dall’arte possa nascere nuova arte. Questo è il senso dell’esperienza che ho vissuto conoscendo e chiacchierando per un pomeriggio con Michele Gregorio, pittore e scultore barese di singolare personalità. Ho incontrato il maestro nel suo studio nel cuore di Bari: un luogo semplice, essenziale, eppure ricco di energia creativa. Qui, tra libri che sanno di antico e raccontano i capolavori dei grandi maestri del passato, spinto dalla magia della migliore musica classica, prende forma l’arte di Gregorio in un continuo percorso di arricchimento spirituale per lui che l’arte la fa e per chi, come me, ha la fortuna di vederla fare. Gregorio non è tra quegli artisti che si nascondono, gelosi della propria arte e del proprio piedistallo dorato sulle macerie della società. Lui ama confrontarsi con il mondo e con chi guarda il suo lavoro, consapevole che l’anima di ogni persona nasconda una stilla di vita e l’arte è il migliore strumento possibile per scoprirla e raccontarla. L’accordo tra noi era quello che non vi Antonio Verardi

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fossero domande e non vi fosse alcuna lezione, ma soltanto una conversazione tra amici, tra appassionati d’arte, tra curiosi. In fondo è proprio questa la lezione che si può ricavare osservando Gregorio al lavoro: l’artista non può nulla se non ama la vita e non la sente dentro di sé come un’energia dirompente che stimola ad osservare il mondo con occhi sempre diversi, per essere poi capaci di esprimerlo attraverso i pennelli, i colori, le forme, il segno o la materia.

Artista rapido e intuitivo, Gregorio esprime una fortissima personalità stilistica, riconoscibile sia che si esprima sulla superficie di una tela, sia che viva nella materia plastica di un bassorilievo, per ricordare le sue “passioni” artistiche. Egli, infatti, si dedica alla pittura e alla scultura in egual misura: nelle sue opere l‘arte astratta e quella figurativa dialogano in maniera sublime e sono perseguite in parallelo in opere bellissime e di grande

fascino, alcune delle quali compaiono in importanti collezioni pubbliche e private. Di lui si segnalano, tra l’altro: il bassorilievo di venti metri per la stazione Bari-Nord in Piazza Aldo Moro a Bari (1965); le porte dipinte per la cappella S. Maria dell’omonima clinica barese (1968); le “sfere astrali” realizzate per il Politecnico di Bari. Tuttavia, ciò che, forse, affascina di più sono i quadri con le tipiche figure monumentali e fluttuanti nell’aria che rapiscono con i colori lo

sguardo di chi osserva, ne catturano lo spirito, suscitando emozioni e sensazioni di profonda bellezza e serenità. Sono questi i sentimenti che ho provato assistendo dal vivo alla creazione di una tela, raffigurante una sua “classica” “odalisca”: una gigantesca donna dall’estrosa e dinamica posa che guarda curiosa e ammiccante un bellissimo cuore rosa. I suoi soggetti femminili lievitano pensosi, quasi malinconici, in pose che sfidano le leggi dell’equilibrio; eppure questa mi è parsa di una naturalezza e bellezza sconvolgenti. Mi sono perso nei colori del dipinto, così squillanti e al tempo stesso così delicati: il turchese, il viola, il rosso, l’azzurro, il verde, il giallo oro. Ho ammirato le forme

rotonde, monumentali, eppure così dolci e leggere. Ho seguito il maestro Gregorio nella sua fantasia creativa, l’ho in-seguito nel suo estro, cercando di comprenderne i segreti. Alla fine ho capito: l’arte nasce dal cuore, da ciò che osserviamo e da come si sceglie di osservarlo e portarlo agli altri. L’arte di Gregorio è colore e poesia dello spirito.

Il mondo visto con gli occhi di

L’arte nasce dal cuore, da ciò che osserviamo e da come si sceglie di osservarlo, le tracce di colore e di personalità dell’artista barese

Michele Gregorio

L’artista barese Michele Gregorio.

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35luglio - agosto duemiladodici inpuglia

Progettato nel 1924 dall’ingegnere Ce-sare Brunetti, “l’architetto delle acque”, il palazzo dell’acquedotto di Bari è sicura-mente tra i più belli della città. Sito nella centrale via Cognetti, alle spalle del Pe-truzzelli, l’edificio fu appaltato per un im-porto complessivo di 5.100.000 lire, come ennesimo simbolo di magnificenza del regime fascista. La sua costruzione venne terminata nel 1932.

Lo stile prevalente è il romanico pu-gliese, scelto in quanto in sintonia con la tradizione locale. Per lo stes-so motivo, l’esterno dell’edificio è sta-to rivestito con la pietra di Trani. L’arredamento, le suppellettili e le deco-razioni furono curati nei minimi dettagli da Duilio Cambellotti, artista romano fantasioso e versatile di grande capacità. Spirito eclettico e multiforme, a ragione considerato uno degli esempi più validi in Italia di artista-artigiano dell’Art Nouve-au, il gusto estetico che caratterizzò l’Eu-ropa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo e che tanto bene si mostra in questo palazzo barese. Incisore, pit-tore, scenografo, architetto, decoratore, arredatore, designer, cartellonista pubbli-citario, scultore, ceramista e illustratore, Cambellotti si occupò del palazzo a 360° e per realizzare l’intero apparato deco-rativo, si avvalse della collaborazione di

ditte specializzate per la produzione dei mobili, delle vetrate e delle decorazioni marmoree, in terracotta e ferro battuto. Filo conduttore di tutto è ovviamente l’ac-qua, rappresentata in molteplici forme e immagini di grande suggestione estetica. Così l’acqua scorre lungo i fregi degli ar-redi, gli intarsi in madreperla che arric-chiscono i mobili, sulle pareti decorate in marmo, nelle tele e nei disegni dei tappeti, o nel suggestivo cortile interno.

L’edificio, disposto su quattro piani e comprensivo di sotterranei, presenta af-freschi molto belli al primo ed secondo piano, con rappresentazioni di cavalli, rondini e giochi d’acqua. Sempre ai pia-ni superiori, quelli oggi adibiti agli uffici della Presidenza, si trovano, inoltre, un enorme tappeto realizzato in lana con le raffigurazioni dell’acqua dalla sorgente, attraverso il trasporto, fino alla sua eroga-zione e una stele in marmo che riproduce un viso e due mani con un recipiente, a significare le portatrici d’acqua, le stesse figure che decorano gli stipiti delle porte. Nel 2000 l’edificio ha subito alcune tra-sformazioni, soprattutto al primo piano, per l’apertura di un museo della Storia dell’AQP, di una sala conferenze e di una biblioteca con archivi multimediali e foto-grafici.

Il palazzo dell’acquedotto: romanico pugliese con un rivestimento di pietra di Trani. Gli affreschi, i tappeti, i marmi rendono prezioso l’edificio progettato dall’Ingegner Cesare Brunetti nel 1924 Antonio Verardi

RIPRODUZIONE RISERVATA

Sopra l’androne del palazzo;sotto i dipinti presentixxx;Foto dell’archivio Aqp.

In foto la facciata principale del palazzo dell’Aquedotto Pugliese;

La casa pugliesedell’

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36 il magazine dell’eccellenza puglieseinpuglia

Pensieri e parolei nostri lettori raccontano

Diluvierà RoròIl caldo sembrava aver dato un po’ di tregua. Il sole era già andato da un bel po’ ma dalla strada, cinque piani più in basso, esalava come un alito rovente e discontinuo, nel silenzio quasi totale di quello strano agosto.

Le venne di affacciarsi, lasciando il calcolatore acceso e ronfante del suo eterno sospiro artificiale. Suo padre era poggiato con gliavambracci alla ringhiera e guardava davanti a sé. Si ricordò in quel momento che lui soffriva di vertigini ed evitava di portare gli occhi inbasso. Poi non le sovvenne altro, e quella scena le parve necessaria e naturale.

Lo raggiunse sul fianco destro, affacciandosi accanto a lui. “Si respira un po’ di più” pescò dal repertorio inevitabile di frasi fatte generateda quel caldo insopportabi-le e continuo. Lui continuò a guardare verso il cavalcavia a sinistra, sotto il quale, nel tramonto, passava forse l’ulti-mo treno della giornata festi-va diretto a sud. Sui tralicci dell’alta tensione si addensa-vano centinaia di storni: “così presto” si trovò a pensare, poi lui parlò: - Sta per diluviare, Rorò. Forse dovresti partire -

- Dici, papà? Il tono appena increspato di curio-sità e preoccupazione. – E devo star via per molto tempo?

- Qui non hai più nulla da fare, Rorò. E lo sai anche tu. Ormai…-

Lui si voltò a guardarla nella sera ancora chiara e lei rivide i suoi occhi scuri e profondi che le parla-vano quasi più della bella voce privadi qualsiasi cadenza e che pure nella erre iniziale, con cui pronunciava il suo nomignolo da bambina, portava chiarissima l’origine

siciliana.- Tanto tempo, allora. – Annuì posandogli pia-nissimo la sinistra sulla spalla destra, sfiorandolo come se temesse di fargli male o di vederlo dissol-vere nell’aria.

- Portati qualche libro, non tanti….quelli che ti servono. E qualche disco. Portati la Tosca, quella della Callas, magari. E la Bohemediretta da Von Karajan. Ce l’hai ancora vero?

- Certo che ce l’ho…- rispose quasi risentita, ma poi sorrise.

- Ci vorrà del tempo, ma ce la farete a tornare. Un giorno.

Si scostò dal balcone per poi girarsi completamente verso di lei.

- Macerie, troverete molte macerie, come quelle che tro-vammo noi nel ’46 – scosse il capo guardando ancora verso la strada – e non siamo stati capaci neanche di toglierle tut-te, a Palermo….

- Tu hai fatto tante cose mera-vigliose, papà – lo consolò lei sincera e convinta – magari

fossi capace anche io..

- Ce la farete, comunque. Fai le valige. Diluvierà, Rorò…..

Lui rientrò nella stanza con calma e naturalezza. A lei sembrò di sentirlo sospirare mentre scompari-va nel buio della casa. Quando leirientrò a sua volta, accese la luce dello studio e con i soliti gesti amorevoli sistemò la fotografia di suo padre, per sempre sorridente egiovanile, sul tavolino del televisore.

Rosa Lentini

[email protected]

Invia il tuo racconto a:

Indicate in oggetto:“Pensieri e parole”;Massimo 3000 battute più una introduzione di massimo 500 battute(spazi inclusi).

@

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37luglio - agosto duemiladodici inpuglia

La libreria Laterza, in via Sparano angolo via Dante Alighieri è uno dei topoi assoluti e irrinunciabili di Bari. I baresi vi hanno conosciuto praticamente tutto il fiore della cul-tura italiana, da Quasimodo a Eduardo, da Pasolini a Calvino. Chi oggi ha da 50 anni in su sa che Bari sarebbe peggio, molto peggio di quello che è senza la libreria Laterza. E non solo perché nel cuore del Sud monarchico e fascista, nella Puglia di Di Vittorio e di Di Vagno, fu un autentico faro in grado di mostrare un futuro di democrazia e di repubblica.Non solo perché fu la casa, letteralmente, di Benedetto Croce ogni volta che veniva a Bari. Non solo perché, unica delle case editrici meridionali, scelse di pubblicare filosofia e saggistica quando era molto più rischioso di oggi. Ma perché è un tempio fatto di libri, quegli oggetti di carta profumati di inchiostro che pur apparentemente inerti sono vivi e dinamici come persone care e ti dicono cose sempre nuove anche quando li rieleggi dieci volte.È un tempio in cui dalle pareti, oggi come ieri, grandi nostri concittadini continuano a guardarci e a interrogarci, al di là e nonostante la velocità spesso stucchevole di una pa-gina web. È un luogo in cui il tempo e la riflessione si riprendono il loro spazio e lasciano che la frenesia dei bite e dei pixel decanti, innanzitutto nei nostri cervelli, acquietati ma non meno acuti grazie alla linea scura dell’inchiostro: quella trafila infinita di formiche prodigiose che formano pensieri e parole. I libri, non a caso, sono le prime vittime dei tiranni d’ogni età.Oggi questo tempio, questa casa dei baresi, storicamente ad angolo fra via Dante e via Sparano, sarà ridimensionata e cederà parte dei suoi spazi ad una griffe italiana famosissima, spesso associata al diavolo grazie a un geniale film americano di qualche anno fa: Prada. Un affitto consistente allevierà una crisi che, complice la congiuntura economica, stava facendo soffrire la vecchia libreria. La casa editrice ormai è a Roma, è lì che avvengono le scelte editoriali.Bari è in secondo piano, forse Maria e Alessandro Laterza avrebbero potuto rispondere meglio alla concorrenza di Feltrinelli che, qualche isolato più in là, non sembra soffrire di alcuna crisi. Forse si poteva creare qualcosa di diverso che non smettesse di occuparsi di libri ma venisse incontro all’oggi: un punto wifi, un caffè letterario, un workshop lega-to alla creatività e alle nuove tecnologie. Non sarebbe stato un tardimento delle origini e delle radici, anzi. Molto più maliconica, invece, questo restringersi per far spazio all’ef-fimero di lusso. Anche Prada è Italia eccellente e avrebbe potuto accasarsi forse altrove, nella via Sparano di sempre, fra il nulla e il destino. Oggi toglie spazio alla Laterza. Che diventa più piccola, come sempre più piccola è a Bari la luce della cultura.

L’angolo della Laterza? Non c’è più

Fortunata Dell’OrzoRIPRODUZIONE RISERVATA

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PUGLIA, CHE SHOW

Estate può essere sinonimo di molte cose: sole, mare, vacanze, viaggi, divertimento… Eppure, non c’è dicotomia migliore di quella che vuole in coppia l’estate e i concerti, perché in fondo, non c’è periodo estivo che si rispetti senza la sua indimenticabile colonna sonora: eccovi quindi una carrellata di tutti gli imperdibili appuntamenti musicali di questo 2012!

Daniela De Sario

A cura di

l estate si colora di musica

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39luglio - agosto duemiladodici inpuglia

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40 il magazine dell’eccellenza puglieseinpuglia

pettacolis

MOLFETTAAREA PORTUALEH. 21,30 - Ingresso da € 18 a 38 + prev.

PATTI SMITHin concertoticket www.bookingshow.com

LUGLIO

18mercoledì

Patti... have the powerAncora Banchina San Domenico di Molfetta (nel suggestivo scenario tra il mare e il Duomo) per cantare sulle note di un altro mostro sacro della musica: stavolta è il turno di Patti Smith, icona mondiale del rock, storica figura del femminismo e autrice di canzoni immortali conosciute da ogni generazione quali Because the night e People have the power. In occasione del concerto molfettese presenterà il suo ultimo album, Banga. Con il suo prodigioso talento quasi certamente Patti conquisterà una standing ovation, come l’ultima che il pubblico italiano le ha riservato nell’edizione 2012 del festival di Sanremo, alla quale ha partecipato prima per duettare con i Marlene Kuntz in Impressioni di Settembre e poi per un’esibizione in a solo.

Non si può non approfittare della così rara presenza dalle nostre parti di uno degli artisti più noti al mondo, ex membro dei Police e, non pago di tutti i premi incassati, anche impegnato in una gran quantità di battaglie filantropiche, in particolar modo quelle per la difesa dell’ambiente. Insignito direttamente dalla Regina Elisabetta dell’Ordine dell’Impero Britannico, ha pubblicato ben 13 album nel corso di tutta la sua carriera da solista ormai pluriventennale, conquistandosi anche un posto nella Rock And Roll Hall Of Fame. Alle ore 20:30 alla banchina San Domenico si prevede un tutto esaurito, nonostante il non propriamente modico prezzo dei biglietti dell’esibizione, in vendita sul circuito booking show tra la cifra di 57€ e quella di 115€.

MOLFETTAAREA PORTUALEH. 20,30 - Ingresso da € 57 a 115

STINGin concertoticket www.bookingshow.com

LUGLIO

12giovedì

L’englishman in Puglia

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41luglio - agosto duemiladodici inpuglia

pettacolis

Max, e quindi?Il Quindi? Tour di Max Gazzè sbarca in Puglia, terra a cui il cantante dice di essere particolarmente legato e dove torna sempre volentieri; ed è stato proprio il Sud a dare a Max la sua prima, toccante esperienza da attore, nel film “Basilicata Coast to Coast” dove interpretava i panni di un sensibile musicista quasi muto. Sul palco salentino Max Gazzè porterà non solo i brani del suo ultimo album (intitolato proprio come il tour, Quindi?), ma anche i suoi più famosi pezzi, i quali l’hanno reso uno dei cantautori più amati del panorama italiano. Non a caso al suo tour sono state aggiunte delle date, proprio per aumentare le tappe e consentire ai suoi tanti fans di godere dell’interpretazione live di Mentre dormi, Il timido ubriaco o ancora di Il solito sesso, tre tra le sue celebri canzoni.

O lo si ama o lo si odia, ma è innegabile che la carriera di Tiziano Ferro, cantante romano che di strada ne ha fatta dai tempi del suo esordio con Xdono, proceda senza mai arrestarsi. Il suo L’amore è una cosa semplice Tour sbarca a Bari, omonimo dell’album che Tiziano ha quasi interamente scritto di suo pugno e del quale ha anche presentato una versione in spagnolo per l’America Latina, luogo dove è ormai considerato una star. All’interno del suo ultimo lavoro Ferro può anche vantare una collaborazione di gran pregio con il cantante americano John Legend. Durante il live, che nelle precedenti tappe ha registrato numeri da capogiro, Tiziano indosserà una maglietta con la semplice equazione “Amore = Semplice”, creata dagli stilisti Dolce e Gabbana appositamente per l’occasione.

LECCEPIAZZALE LIBERTINIH. 22,00 - Ingresso a da € 15

MAX GAZZÉin concertoticket www.bookingshow.com

LUGLIO

20venerdì

BARI ARENA DELLA VITTORIAH. 21,30 - Ingresso da € 34 a 57

TIZIANO FERROin concertoticket www.bookingshow.com

LUGLIO

22domenica

Tiziano Ferro canta l’amore

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42 il magazine dell’eccellenza puglieseinpuglia

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Gli affezionati della Camerata conoscono bene questo pianista, e magari hanno anche avuto già modo di ascoltarlo, ma per chi ancora non l’avesse fatto è da non perdere l’esibizione di Stefano Bollani in occasione del Festival Jazz Notti di Stelle della suddetta Camerata Musicale Barese. Capelli eternamente scompigliati e barba incolta, questo autentico talento del pianoforte italiano, dopo una breve parentesi nel pop al fianco di Raf, Jovanotti e Irene Grandi, ha deciso, con somma gioia dei suoi fans, di dedicarsi totalmente al jazz, diventandone uno dei più raffinati e noti esponenti in Europa. Una curiosità su di lui? è stato sulla copertina del settimanale per bambini “Topolino”, e il suo personaggio a fumetti, sotto il nome di Paperefano Bolletta, è stato protagonista di un’avventura al fianco di Paperino.

“La grande Madre Tour 2012” giunge a Monopoli dopo che Pino Daniele ha portato la sua musica

intrisa del profumo, del colore e dei suoni di Napoli in giro per il mondo: le scorse date del tour hanno infatti visto Daniele di fronte al pubblico americano di New York, Boston e Washington. L’artista partenopeo porterà sul palco alcune tra le sue più famose canzoni, ma canterà anche

molti brani che sono frutto del suo ultimo lavoro, l’album omonimo del tour che egli ha interamente autoprodotto con l’etichetta indipendente Blue Drag. Definirlo come artista pare inutile, perché il suo nome dice già tutto; è incontrastatamente il simbolo della Napoli di oggi, tradizionale ma ricca di contaminazioni con esperienze musicali diverse e “straniere”.

MOLFETTAANFITEATRO DI PONENTEH. 21,00 - Ingresso a pagamento

STEFANO BOLLANIin concertowww.cameratamusicalebarese.it

LUGLIO

23lunedì

Notti jazz con Stefano Bollani

MONOPOLISTADIO VENEZIANIH. 21,30 - Ingresso a partire da € 36

PINO DANIELEin concertoINFO www.epcsrl.com

AGOSTO

12domenica

Pino Danielea Monopoli

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43luglio - agosto duemiladodici inpuglia

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Negli anni 90 nascono ad Arezzo e presto si fanno notare, conquistando subito una collaborazione con il già famoso Ligabue, accomunati da una forte matrice rock che però i Negrita non hanno mai perso, e che anzi continuano a infondere anche nel loro ultimo album, dal titolo aggressivo e polemico Dannato vivere. La formazione del gruppo dei Negrita vede Paolo Bruni come inconfondibile voce, Enrico Salvi detto Drigo alla chitarra e come seconda voce, Cesare Petricich alla chitarra, Franco Licausi al basso e Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria. Il vastissimo Parco Gondar sarà insomma il posto perfetto per scatenarsi e cantare a squarciagola L’uomo sogna di volare o Magnolia, trascinati dalla loro energia.

La carriera del crotonese comincia soprattutto nel mondo del cinema, musicando le colonne sonore di molti importanti film italiani; fin da subito emerge con le sue capacità comunicative, al punto che si aggiudica il Premio Imaie all’interno della rassegna in omaggio a Luigi Tenco come “Migliore Musicista e Interprete” con voto unanime della Giuria. Oltre a definirsi come jazzista, Sergio Cammariere fonde in modo ricercato i ritmi latini e sudamericani, senza mai distaccarsi dalla sua matrice cantautoriale italiana e dall’amore per la musica classica. Ascoltarlo dal vivo, in una delle sue canzoni più intense (chi non si innamorerebbe sulle note di Tutto quello che un uomo?), è un’emozione da provare!

OSTUNIFORO BOARIOH. 21,30 - Ingresso da € 23 a 46

SERGIO CAMMARIEREin concertoticket www.bookingshow.com

AGOSTO

9giovedì

La musica intensa di Sergio Cammariere

GALLIPOLIPARCO GONDARH. 22,30 - Ingresso a € 25 + prev.

NEGRITAin concertowww.ticketone.com

AGOSTO

17venerdì

Energia Negrita

Daniela De SarioIPRODUZIONE RISERVATA

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Se la Puglia è diventata la meta di mol-ti turisti e pian piano sta cominciando a conquistare un numero sempre crescente di visitatori da tutto il mondo non si può dar merito di ciò solo alla straordinaria bellezza del paesaggio e alla golosa varietà della cucina. Un riconoscimento va an-che dato ai tenaci organizzatori dei molti festival musicali che fioriscono in piena estate e che rappresentano una indubbia attrattiva per coloro che oltre a godersi il mare cristallino e un buon piatto di pasta vogliono anche immergersi nel mondo della musica, in tutte le sue sfaccettature. L’offerta dei festival per questa estate pu-gliese è estremamente varia, e abbraccia il tacco dello stivale in tutta la sua lunghez-za, da nord a sud.

CARPINO FOLK FESTIVAL_______ È nel cuore del Gargano, precisamente a Carpino, che si tiene tra la prima e la seconda settimana di agosto il “Carpino Folk Festival”, il primo festival pugliese della musica popolare, nel quale è dato ampio spazio a tutte le contaminazioni del folk senza però mai perdere di vista la tradizione, rappresentata dagli anziani “Cantori di Carpino”. È a loro che si deve peraltro la creazione quasi casuale di que-sta interessantissima manifestazione, che in origine avrebbe dovuto essere null’altro che l’esibizione di un cantante barese di musica etnica organizzata da alcuni stu-denti fuorisede di ritorno a Carpino per le vacanze.

GIOVINAZZO ROCK FESTIVAL Bisogna scendere un po’ lungo l’Adriatico e fermarsi prima a Bari il 13 e il 14 luglio per trovare un festival che è giunto con successo all’ottava edizione, cioè “L’acqua in testa” (l’ospite d’eccezione sarà Mama Marjas, cantante r&b pugliese) e poi a Giovinazzo il 30 luglio per il “Giovinaz-zo Rock Festival”, il quale è una fucina di nuovi talenti e cerca di porre in contatto gli artisti con le realtà di produzione musi-cale locale (le cosiddette etichette indipen-denti).

LA GHIRONDA_________________ Ma l’elenco continua ancora, ed è impos-sibile non citare il festival “La Ghironda Summer”, crogiolo di musica e arte pro-

venienti dai 5 continenti e che dal 21 al 29 luglio troveranno un crocevia nella zona messanica della Puglia (tra Grottaglie e Ceglie Messapica). La cultura dell’incon-tro come strumento per superare le diver-sità e apprezzarne i contenuti è l’obiettivo di un momento musicale talmente amato da essere proposto in due versioni, una estiva ed una invernale, appena conclusa-si.

BARI IN JAZZ_________________ In varie date a luglio potranno anche esse-re soddisfatti i cultori del jazz, genere mu-sicale protagonista incontrastato di “Bari

In Jazz”, festival organizzato da Abusuan con la direzione artistica del sassofonista Roberto Ottaviano, con Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari, in collabo-razione con Puglia Sounds, Aeroporti di Puglia, Fondazione Lirico Sinfonica Pe-truzzelli, Msc crociere, Camera di Com-mercio, Autorità portuale di Bari, Auto-club e Alliance Française ed il supporto di Birra Peroni, main sponsor.

OTRANTO E LOCOROTONDO_____ Altro giro, altra corsa! Quindi altro gene-re musicale e location diversa per il “Day Off Music Festival” che ad Otranto dopo

La Puglia dei festival musicaliUn imperdibile rendez-vous per gli amanti dei festival musicali di ogni genere: si passa dal rock al folk, dal jazz fino all’esperienza multi sensoriale dell’appuntmaneto in Valle d’Itria

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È la fine del mondo! Un’ espressione che contiene tanto l’ammirazione per un fe-nomeno, quanto la paura di un “dopo” che potrebbe non esserci: questo il tema scelto per questa sesta edizione del “Tea-tro Civile Festival” di Legambiente, inseri-to nel progetto FestambienteSud. La crisi globale e la funesta previsione dei Maya che predissero che con il 2012 sarebbe finita l’umanità sono i due scottanti temi che, nel significativo panorama del Castel-lo di Monte Sant’Angelo (Città Unesco) in provincia di Foggia, saranno sviscerati mediante quattro diverse arti sceniche: scena teatrale contemporanea, danza, te-atro ragazzi e concerti musicali.

“Il festival si arricchisce con diverse se-zioni. Alla consueta rassegna, a cura di Mariateresa Surianello, dedicata alla Scena teatrale contemporanea, quest’an-no si affiancano, infatti, alcune novità: una attenzione speciale alla Danza e al Teatro ragazzi, grazie alla collaborazio-ne con il Teatro Pubblico Pugliese, e di Concerti musicali. Ci saranno, inoltre, video, presentazione di libri, una sum-mer school dedicata alla nuova critica dello spettacolo e un laboratorio di tea-tro ragazzi.” – dichiara Franco Salcuni, direttore generale di FestambienteSud. Quindi dal 20 luglio (si esordisce con Dario Aggioli e il suo “Gli Ebrei sono matti”) al 29 luglio sarà un continuo susseguirsi di personaggi di spicco del nostro panorama artistico e culturale: passeremo dai Radiodervish agli Af-terhours, da Marco Travaglio e Isabel-la Ferrari a Vinicio Capossela, da Gia-nantonio Stella a Il teatro degli Orrori. Afferma infine Mariateresa Surianel-lo, direttore artistico del festival – “In un paesaggio inaridito dalla cosiddetta crisi globale, mentre le fasce di pover-tà si ingrossano e la ricchezza si con-centra sempre più nelle tasche di po-chi, noi lavoriamo con le armi della cultura e dell’arte contro questa tendenza. E l’esperienza di questi anni a Monte Sant’Angelo ha visto crescere l’aggrega-zione, in particolare dei giovani, intorno al festival e alle tematiche da esso sollevate attraverso i linguaggi dell’arte.”

Il teatro è la fine del mondoLa sesta edizione del teatro civile festival di Legambiente vuole parlare del “dopo” . Quattro diverse arti sceniche nel Castello di Monte Sant’Angelo per analizzare ed esoriczzare la venuta dei Maya

Daniela De SarioIPRODUZIONE RISERVATA

Ferragosto porterà nomi di spicco della musica elettronica che vira verso il techno e lega con il lungo filo rosso del “mixing” concerti e performance in tutta la peni-sola. E se all’elettronica invece preferite le atmosfere raffinate di autori come Joe Barbieri, Kings of Convenience, Sergio Cammariere ed Esperanza Spalding non perdetevi a cavallo tra luglio e agosto “Lo-cus Festival”, a Locorotondo.

LA VALLE D’ITRIA____________ Per concludere l’estate non può mancare un festival a suo modo anomalo, poichè vuole colpire non solo con le note, ben-

sì con un’esperienza multisensoriale che coinvolga il protagonista a 360°. Il suo nome? “Il Festival dei Sensi”, in calenda-rio per il 17, il 18 e il 19 agosto nella tri-plice location di Martina Franca, Locoro-tondo e Cisternino. L’obiettivo è quello di immergersi in antiche dimore e masserie storiche della Valle d’Itria per riscoprire i piaceri dimenticati a causa della sfrenata vita cittadina: in programma ci sono di-fatti lezioni a tema tenute da prestigiosi studiosi italiani, conferenze itineranti, gite a lenta velocità, esposizioni tattili e tradi-zioni rivisitate in chiave moderna.

D.D.S

KING OF CONVENIENCE

Il duo ndie pop formato da Er-lend Øye e Eirik Glambæk Bøe, provenienti da Bergen, una città della Norvegia, saranno graditis-simi ospiti del Locus Festival a Locorotondo.

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Ogni estate si affronta con voglia di fare nuove esperienze, ma ciò non vuol dire che non siano graditi i ritorni di eventi ormai consolidati nella “tradizione” estiva meridionale: ecco perché, anche in questa bollente stagione 2012, il nutrito carrozzo-ne del Sete di Radio Tour torna per il quarto anno di fila a girare nelle piazze del-le più importanti e suggestive città di Pu-glia e Basilicata. Radionorba e Dreher sono i due promotori del radio live show più seguito del Sud; con il suo studio ra-diofonico viaggiante contenuto in soli 18 metri di truck, l’emittente radio procede instancabile con i suoi deejay (Cristobal, Veronica, Marco Guacci e Angela Molinari) nelle 10 tappe fissate per il tour. Partiti il 2 e il 3 giugno da Trani, i quat-tro deejay, fedelmente accompagnati da ospiti musicali sempre diversi per infiam-mare il pubblico che si raduna numeroso, procedono spediti: già passati da Matera, Monopoli, Grottaglie e Brindisi, ad agosto torneranno a portare freschezza, allegria e soprattutto tanta musica a Marina di Ugento (18-19 agosto), Polignano (25-26

agosto), Ostuni (1-2 settembre), Taranto (8-9 settembre) e per concludere a Bari (15-16 settembre).

GLI OSPITI__________________ Tra gli artisti proposti si annoverano Emma, Dolcenera, Marco Mengo-ni, Sud Sound System, Arisa, Nina Zilli, Max Pezzali, Paolo Belli, An-nalisa, Noemi, Rocco Papaleo e mol-ti altri ancora.

LA DIRETTA TV______________ Grande novità di quest’anno è la diretta televisiva che accompagna tutto il “Sete di Radio Tour”, contestualmente all’ambizioso lancio che a marzo 2012 è stato fatto del canale televisivo “Radionorba TV”, visibi-le in digitale terrestre. Un progetto che, come dichiara Marco Montrone, il pre-sidente di Radionorba, rappresenta un ul-teriore gradino della crescita inarrestabile dell’emittente.“Radionorba oggi è diventato un media multipiattaforma” afferma ancora Montrone “una radio fruibile con qualsiasi mo-dalità tecnica possibile, dalla storica banda Fm al

Una musica dissetante...

web, alle applicazioni per smartphone e finalmente anche con la televisione; ciò ci consente di mante-nere il contatto con i nostri ascoltatori ovunque essi siano. Ciò detto, però, anche quest’anno, nonostan-te l’oggettiva difficoltà del momento storico, non abbiamo voluto rinunciare ad un’altra modalità di contatto che da anni riteniamo fondamentale, ovvero il contatto fisico con il nostro pubblico, nelle piazze. La consolidata partnership con Dreher ci ha consentito di dar vita a questo format unico nel suo genere in Italia, che siamo ben lieti di poter offrire gratuitamente al nostro pubblico”.

Il segreto del successo, quindi, è carpire le esigenze del pubblico, come ben spie-ga Alan Palmieri, direttore di Radionor-ba: “Portiamo in piazza gli artisti più amati del momento. Sete di Radio è un format che piace ai cantanti, alle case discografiche ed alla gente che può godersi una bella intervista, conoscere i lati nascosti dei propri beniamini ed ascoltare i loro ultimi brani. Tutto questo senza trascurare il con-tatto con gli artisti, un momento che caratterizza fortemente la nostra iniziativa”.

Daniela De SarioIPRODUZIONE RISERVATA

La quarta edizione dell’attesissimo tour radiofonico torna in Puglia e Basilicata per far ballare il pubblico per tutta l’estate con degli ospiti eccezionali

I Sud Sound Sistem intervistati da Veronica e Marco Guacci di Radionorba.

Dolcenera intervista da Cristobal di Radionorba.

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Da Carmiano alla ribalta della musica italiana. La strada è lunga e difficile, ma il percorso non ha spaventato di certo Fulvio Spagnolo, giovane ma già esperto artista salentino (è nato il 27 febbraio 1982). In soli tre anni la musica di Spagnolo non è certamente passata inosservata ad un pubblico attento e curioso. Dal primo EP dal titolo “Autunno” (1stpop), che riscuote un buon successo, l’esordio nazionale arriva nel 2010 con “Sono io lo storpio”(Edel). Ora il secondo Cd dal titolo “Stritola” (Tomato/CNI) che, uscito lo scorso aprile, è già un successo nei negozi specializzati e su i-tunes.Ma definire Spagnolo un musicista sarebbe riduttivo. Oltre ad essere un’abile polistrumentista, autore e compositore, Fulvio Spagnolo ama dipingere ed esprimere anche attraverso le immagini la sua percezione metaforica del mondo. Ma è nella musica, quando riesce ad usare la sua voce graffiante e ricca di calde tonalità che, a nostro modesto avviso, riesce a raggiungere risultati davvero sorprendenti.Fulvio Spagnolo, un artista eclettico. Come preferisci definirti? Musicista, pittore, cantante…Non mi piace definirmi quindi direi che non sono un musicista, non sono un cantante e non sono un pittore. Sono uno che da sempre cerca di comunicare molto spesso questo avviene attraverso forme espressive “artistiche”. Nelle mie canzoni ci sono poche similitudini con altri artisti, seguo personalmente l’arrangiamento di ogni canzone secondo il mio stile, infine ci metto la voce, spontanea e non studiata se non nello spirito.Sei stato definito uno spirito libero, anche spigoloso, senza compromessi. Ti piace questo vestito?“Spirito libero” assolutamente si, soprattutto nella composizione dei miei lavori ed anche generalmente”senza compromessi”, se non fosse per alcune piccole e fastidiose situazioni quotidiane che la vita ti impone

Da Carmiano alla ribalta nazionale della musica: quant’è lunga e tortuosa questa strada…Credo che attualmente la strada del cantautorato sia tra le più complesse, è una strada sterrata e i tempi sono lunghi ma tutto sommato sono contento, ho iniziato il mio percorso nel 2008 e in quattro anni ho pubblicato un EP e due dischi.La Puglia e la musica: cosa c’è della tua terra nell’arte e nella tua musica?Forse poco o forse moltissimo, dipende dai punti di vista. Io sono pugliese e quindi la mia musica è figlia della Puglia come me, ma è scritta per tutti.Come descriveresti la tua musica a chi non ti conosce?Una musica autentica, sincera, viscerale, una musica che non sta ne di qua ne di là, una musica che sta in mezzo.Che musica ti piace ascoltare? Chi sono i tuoi riferimenti musicali?Ascolto poca musica italiana, adoro i Massive Attack e gli Smashing Pumpkins e ho un debole segreto per la musica house e il flamenco.Chitarra, pianoforte… sei un compositore raffinato e poliedrico. Come nascono le tue canzoni? Quest’ultimo disco l’ ho “inventato” con la chitarra, il pianoforte e i sintetizzatori sono stati un contorno fondamentale, mi son serviti a dare uno spessore maggiore ai brani. Spesso comunque utilizzo chitarra e pianoforte all’unisono, la chitarra è più comoda per portare la mia musica in giro.Cosa c’è di Fulvio Spagnolo nel suo ultimo album?Dietro “Stritola” ci sono centinaia e centinaia di sigarette, sigarette che stanno per pazienza, delusioni, rivincite, rancori, amori e quant’altro. Quest’album l’ho realizzato cercando di trovare la giusta mediazione tra me e gli altri senza necessariamente basarmi sulle mie manie, deliri o timidezze come invece feci nel primo disco.

FULVIO SPAGNOLO

da ascoltareSTRITOLA

Alla scoperta di

Stritola, il secondo cd del cantautore salentino: musicista, pittore, artista a tuttotondo

Fulv

io Spagnolo

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A quale brano del tuo repertorio ti senti particolarmente legato? E perché?Le canzoni o i quadri sono come dei figli: si amano tutti con la stessa intensità ma tutti in maniera diversa. Certamente “Stritola”, la title track , è tra le più riuscite.E’ difficile essere artista in Puglia?Essere Artista vuol dire produrre arte, credo che non abbia molta importanza il luogo; fatto sta che le capitali sono Roma e Milano, dove i contatti sono maggiori e le dinamiche sono più rapide, si puó guadagnare un po’ piùdi notorietà e denaro.Dolcenera, Alessandra Amoroso, Emma

Marrone e prima ancora Al Bano Carrisi, il Salento sta sfornando artisti con una facilità sorprendente, come mai?Il Salento in Italia è come la Jamaica per la musica, penso che gli spazi si siano aperti con i Sud Sound System, quando il Salento ha cominciato ad affermarsi sempre di più in maniera più incisiva.Una piacevole sorpresa artistica, da scoprire ascolto dopo ascolto, con brani diretti e piacevoli, capaci di toccare le invisibili corde dei sentimenti.

Roberto MastrangeloRIPRODUZIONE RISERVATA

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Daniela De SarioRIPRODUZIONE RISERVATA

Nasce dalla volontà di Romeo Conte, regi-sta di cinema e pubblicità nato a San Vito dei Normanni, un rituale appuntamento per tutti gli appassionati del “cinema bre-ve”, ossia dei cortometraggi. È il decimo anniversario, difatti, del Salento Finibus Terrae, rassegna cinematografica di corto-metraggi che dal 26 luglio al 4 agosto coin-volge 5 cittadine in provincia di Brindisi (San Vito dei Normanni, Borgo Egnazia di Savelletri, Fasano, Ostuni e Carovi-gno) per presentare e attribuire premi ai cortometraggi in gara, opportunamente divisi in categorie. I lavori prodotti devo-no rientrare nei generi: Diritti Umani e Children World, Mondo Corto (comme-dia e dramma), Corti Cortissimi (com-media e dramma), Animazione, Thril-ler/Noir/Horror, Corto Italia (cinema e documentari), Reelove (storie d’amore). Legato al Salento Finibus Terrae c’è an-che il Tour “100 minuti Corti”, una sorta di festival itinerante nelle più importanti città italiane ed estere che vede protago-nisti i migliori cortometraggi che hanno partecipato alle passate edizioni. Duran-te le tappe del tour è data la possibilità di voto del migliore cortometraggio da parte del pubblico in sala, per giungere poi alla premiazione finale nell’edizione seguente. Negli scorsi anni “100 minuti Corti” ha portato i vincitori del Finibus Terrae a Firenze, Milano, Treviso, Prato e altre città, diventando così una presti-giosa vetrina per molti dei partecipanti. Questa decima edizione è dedicata in par-ticolar modo a due importanti personag-gi del cinema italiano. Primo dei due, in concomitanza con il centenario dalla sua nascita, è Ugo Tognazzi, attore, regista, sceneggiatore e autentico mattatore della commedia italiana. Proprio nelle date dal 26 al 28 luglio il festival si sposterà a Fasa-

in vetrinaDal 26 luglio al 4 agosto la decima edizione del Salento Finnibus Terrae. Quest’anno due retrospettive dedicate ad Ugo Tognazi e Ben Gazzara

no con l’omaggio a Tognazzi alla presen-za del figlio Gianmarco. Tra gli eventi la mostra dal titolo “Semplicemente…Ugo”, una esposizione fotografica di 76 foto che lo ritraggono con la famiglia, in televisione e al cinema. Le foto, concesse da Mirko Fresia, saranno esposte anche nel Palazzo comunale di Fasano: una parte della mo-stra sarà dedicata ai costumi con gli abiti di scena dei film “Il vizietto” e “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”. Ma il ricordo di questo mito indimenticato, oltre ad esse-re cinematografico, (proiezioni di corti e lunghi tra cui “Amici Miei II”) e artistico (la mostra) sarà anche enogastronomico: si organizzerà una cena dedicata e ispirata al comico italiano presa dai suoi menù (era noto l’amore di Tognazzi per la cucina) accompagnata dai vini della Tognazza. Una seconda retrospettiva sarà invece de-dicata a Ben Gazzara, attore statunitense

di origini italiane recentemente scomparso e al quale Romeo Conte ha voluto dedi-care l’anteprima del Festival; l’attore italo americano è stato più volte ospite al Sa-lento Finibus Terrae, nonché destinatario di molti premi consegnati in occasione del festival salentino. Inoltre, Conte lo ricorda come un uomo con una viscerale passio-ne per l’Italia e il sud in particolare: era quindi quasi una scelta obbligata e dovero-sa quella di aprire la manifestazione pro-prio con la proiezione di Ristabbanna di Gianni Cardillo e Daniele de Plano, l’ulti-mo film italiano di Ben Gazzara, che non ha mai visto al cinema. Tra gli ospiti sarà presente anche Tiziana Lodato, attrice in Ristabbanna.

I CORTIdi Puglia

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50 anni sono già passati, ma è come non sentirli: questa è difatti l’età dell’Interna-tional Tourfilm Festival, il festival dedica-to unicamente ai film turistici che per la quarta edizione consecutiva (dal 20 al 23 giugno) si è tenuto a Lecce, ma prima ha girato tutta l’Italia, iniziando il suo lungo tragitto nel 1962 a Venezia per volontà del suo fondatore, Antonio Conte. La scelta di indirizzarsi in Salento è tutt’altro che casuale, dal momento che lo stesso Conte lo definisce “ormai proteso verso uno svi-luppo turistico impensabile fino a qualche anno fa, una realtà interessante che si dà moltissimo da fare”.Anche quest’anno hanno partecipato cir-ca 50 paesi presentando film di promozio-ne del turismo, perché cinema e turismo possono e devono camminare insieme ver-so un comune obiettivo di valorizzazione dei territori e soprattutto per favorire la conoscenza e la comprensione tra i popoli. Solamente uno, però, è stato il vincitore, e quest’anno è toccato allo spot croato “Oda ratosti – Ode to joy” realizzato dall’Ente Nazionale per il Turismo della Croazia.

Presentato il 26 giugno presso la Sala Ri-unioni della Provincia di Taranto, il pro-getto Bu.Vi.S.C. – Buena Vision Social Club, sostenuto dalla Fondazione con il Sud, prende il via il 9 luglio e propone una visione completamente innovativa, inedita e sperimentale della produzione cinema-tografica. Il tutto, peraltro, in un territorio come il tarantino che troppo spesso triste-mente si accontenta di restare ai margini della scena culturale e artistica della Pu-glia, sempre più proiettata verso il Salento.

Il progetto Bu.Vi.S.C. Buena Vision Social Club si struttura in una serie di azioni di mediazione e condivisione in-terculturale, intergenerazionale, attra-verso la realizzazione di cinque rassegne tematiche ed interagenti con il pubblico, l’allestimento di spazi laboratoriali di ap-profondimento, confronto e promozione ed anche formativi e sulla produzione ci-nematografica. In più, ci saranno una ra-dio ed una web tv che faranno da canale informativo e promozionale rispetto alle attività progettuali. Tutto questo con un comune denominatore importante: dare accesso, voce e spazio espressivo a tutti, indistintamente ed anzi, appositamente a favore di un’inclusione sociale, di un coinvolgimento anche di quelle soggetti solitamente ai margini, disagiati poiché ritenuti non utili alla partecipazione socia-le. Bu.Vi.S.C., per raccogliere e mostrare nuovi e più punti di vista, rivolge l’occhio particolare del cinema e dei suoi autori ai minori, ai cittadini stranieri, ad appas-sionati e curiosi, a giovani ed anziani e a tutti coloro che sono curiosi verso la vita

ed i suoi innumerevoli possibili incontri. Il progetto verrà realizzato da un grup-po di partner in perfetta condivisione di obiettivi e metodologie operative (tra cui la Cooperativa GET – Accademia del Ci-nema Ragazzi di Enziteto-Bari), poste in-sieme per la concretizzazione e la sosteni-bilità futura di una azione socio culturale che come intento si propone l’attuazione di una sorta di “cinema sociale”.

Bu.Vi.S.C. quindi partirà il prossimo 9 luglio con la prima proiezione della Ras-segna “Anni Ruggenti” dedicata ai minori, con il film di animazione, dai temi am-bientalistici, Mia e il Migù. Partirà anche la Rassegna AmodoMio, che per prima sperimenta la forma del “social cinema”, ovvero della scelta dei film in base ad una lista di pellicole indipendenti, proposta sul profilo Facebook del progetto e sul sito Bu.Vi.S.C.

Come illustrato dal coordinatore Vincen-zo Madaro, seguiranno anche le proiezio-ni di cinema in lingua originale e sottotitoli in italiano, della Rassegna “Buena Vision” e partirà anche la Rassegna I Web & You, fra le più innovative idee del progetto, poiché dedicata ad uno scambio interge-nerazionale che partirà da un laboratorio in cui giovani ed adulti vivranno uno con-fronto – scambio di memorie e esperien-ze di cinema, immagini di film sulla base di 5 tematiche: FAMIGLIA, LAVORO, COMUNICAZIONE, COMICITÀ AL CINEMA, RELIGIONE.

D.D.S.

BUENA VISION, il cinema in mostra a

Tour Film Festival a Lecce, 50 anni e non dimostrarli

Dare accesso voce e spazio espressivo a tutti, questi gli obiettivi del progetto Bu.Vi.S.C.

TARANTO

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Non solo calcio

MISSIONE OLIMPICA

IMPOSSIBILE?Alle Olimpiadi di Londra dieci pugliesi.Trasperanze e difficoltà dello sport regionale. A colloquio con Elio Sannicandro, presidente pugliese del Coni

Dieci rappresentanti pugliesi preparano l’assalto (sportivo, s’intende) alle Olimpiadi del 2012. Un bagliore di luce in un momento di difficoltà per tutto il movimento pugliese, sfiancato da una lunga crisi e con investimenti sempre più difficili da mantenere. Se poi vengono meno gli impegni (economici) delle Istituzioni il quadro si complica ancora di più.Uno sport stretto tra le esigenze di fare cassa, quelle di investire per promuovere l’attività sociale e promozionale, le esigenze dei grandi eventi e del professionismo, la necessità di avere impianti adeguati e funzionali. Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta. Ne abbiamo parlato, con un occhio verso Londra 2012, con il presidente regionale del Coni Elio Sannicandro, persona da sempre impegnata in prima persona e sempre molto disponibile.Arrivano le Olimpiadi. Puo’ tastare il polso degli atleti pugliesi? La nostra truppa con quali prospettive sbarca in Inghilterra?«Abbiamo 10 validi rappresentanti che si impegneranno al massimo per regalarci un sogno olimpico. Gigi Mastrangelo potrà bissare i successi di Atene con la prestigiosa nazionale di pallavolo maschile. Anche i tiratori pugliesi potrebbero serbarci qualche buona sorpresa. Carlo Molfetta per il Taekwondo ha anche buone ciance e tenterà di salire sul podio».La Regione Puglia recentemente ha distratto 350mila euro per un trasferimento dell’Asl Bat da un capitolato destinato al sostegno dello sport dilettantistico. È un segnale che lo sport ha sempre meno importanza nelle

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Il Coni stabilisce ad ogni Olimpiade e Paraolimpiadi dei premi per gli atleti che vano a medaglia. Da questo punto di vista sembra che il nostro comitato olimpico sia uno dei più generosi. I premi per Londra 2012 saranno: 140.000 euro per l’oro, 75.000 per l’argento e 50.000 per il bronzo.Per quanto riguarda gli atleti paralimpici il vincitore della medaglia d’oro avrà 75.000 euro, mentre 45.000 e 25.000 i premi rispettivamente per il secondo e il terzo gradino del podio.

scelte strategiche?«Purtroppo da anni il Coni Pugliese protesta per la scarsità di risorse destinate allo spost nella nostra Regione e conduce una campagna di sensibilizzazione sui temi della promozione sportiva».Eppure?«Ma pur trovando un grande sostegno da parte dei media e di tutta la popolazione non riusciamo ad avere adeguato ascolto dal Consiglio regionale e dall’apparato politico-amministrativo regionale.Incompetenza – prosegue Sannicandro – e scarso interesse connotano l’approccio della Regione Puglia che per la seconda volta quest’anno ha sottratto risorse allo sport per destinarle ad altri settori che già fruiscono di rilevanti contributi statali ed europei. Eppure – sottolinea il presidente regionale del Coni – lo sport ha rilevante importanza nelle visioni di promozione e crescita dei territori e delle città. Basti pensare all’attrattiva turistica derivante dall’organizzazione di eventi sportivi e la visibilità mediativa, e tutti coloro che operano nel settore conoscono le enormi potenzialità dello sport in ambito non solo sociale ed educativo, ma anche economico».Sport ed impianti sportivi, com’è la situazione in Puglia?«La situazione impiantistica è molto diversificata tra le Province e nei diversi Comuni. Generalmente si accusa una rilevante carenza rispetto alla media nazionale, pur avendo registrato negli ultimi venti anni una rilevante crescita del numero e della qualità degli impianti. Vi sono alcune città con un buon patrimonio impiantistico (Bari, Foggia, Molfetta, Conversano, Noci ed altre) e fra queste sicuramente la città di Bari si distingue per numero e qualità di impianti sportivi, nonché per

Nato il 25.07.1987 FOGGIASpecialità: Scherma Sciabola a sq.(Riserva)

Prima società: Club Scherma FoggiaSocietà attuale: Fiamme Gialle

Nata il 18.02.1983TARANTOSpecialità:Tennis

Prima società: CT TarantoSocietà attuale: TC Parioli

Nata il 25.02.1982BRINDISISpecialità:Tennis

Prima società: CT BrindisiSocietà attuale: Canottieri Aniene

Nato il 17.08.1975Mottola (TA)Specialità: Pallavolo maschile

Prima società: MottolaSocietà attuale: Cuneo

Nato il 15.02.1984Mesagne (BR)Specialità: Taewkonwo +80 kg

Prima società: Marzial MesagneSocietà attuale: Carabinieri

QUANTO VALE UNA VITTORIA OLIMPICA

Luigi SAMELE

Roberta VINCI

Flavia PENNETTA

Luigi MASTRANGELO

Carlo MOLFETTA

Nato a Bari il 22 Settembre del 1958. Ginnasta e nuotatore da tenera età, si è laureato in Ingegneria Civile nel 1984. Dal 2001 è presidente del Coni regionale e dal 2004 è Assessore al Comune di Bari.

ELIO SANNICANDRO

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portspatrimonio sportivo della città, non solo quello derivante dai Giochi del Mediterraneo del ’97, ma anche a tutti gli altri impianti sportivi comunali, le palestre scolastiche ed anche gli impianti privati storici dei principali circoli sportivi cittadini (Cus, Angiulli, Vela, Barion, …). Sono stati riattivati e migliorati – ricorda Sannicandro – tutti i 60 impianti sportivi comunali, ma soprattutto il Comune si è impegnato per importare soluzioni gestionali che ne consentano la fruibilità e l’utilizzo da parte delle società sportive e dei cittadini. Attualmente tutti gli impianti sono affidati a società sportive che ne garantiscono la funzionalità in modo efficiente ed economico anche per le casse della pubblica amministrazione».Il presidente Petrucci ha sottolineato in una sua recente dichiarazione come lo Sport può davvero unire l’Italia in momenti anche difficili. Lo abbiamo visto durante i recenti Europei di calcio.

Quale il suo parere su questo “fenomeno”?«Sicuramente lo sport ha una funzione di collante dell’identità nazionale e di rafforzamento del senso di appartenenza, anche se ci ricordiamo di questo soltanto in occasione delle Olimpiadi e dei Mondiali. In tutte le altre occasioni di sport giovanile, promozionale, educativo

(quando mancano le passerelle mediatiche) non vi è la sufficiente attenzione da parte dei media, delle istituzioni e degli stessi cittadini. Lo stesso Coni nazionale, come da me più volte evidenziato nelle sedi istituzionali, non opera con

iniziativa di eccellenza a livello nazionale (sia nell’organizzazione di eventi sia nella promozione dello sport scolastico, giovanile e più in generale dello sport per tutti)».Appfondiamo per un attimo la situazione proprio su Bari, città in cui lei è anche Assessore, e parliamo di impiantistica sportiva. Dai palestroni di quartiere dei Giochi del Mediterraneo del 1997 ai nuovi progetti. A che punto siamo? Costruire o riqualificare?«Negli ultimi anni si è dato un grande impulso al recupero ed alla riqualificazione di tutto il

“Fate il vostro dovere con la Puglia nel cuore. „

Nato il 01.03.1989Nardò (LE)Specialità: Atletica Salto Triplo

Prima società: Salento Atl. MatinoSocietà attuale: Fiamme Oro

Nata il 17.12.1979Martina Franca (TA)Specialità: Atletica Maratona

Prima società: CRAS TarantoSocietà attuale: Fiamme Gialle

Nata il 26.02.1987S. Giovanni Rotondo (FG)Specialità: Tiro con l’arco Individ. – Sq.

Prima società: Arcieri Fieramosca BarlettaSocietà attuale: Aeronautica

Nato il 15.06.1978FOGGIASpecialità: Pistola a.c. 10 m - Pistola libera 50 m

Prima società: FoggiaSocietà attuale: Fiamme Gialle

Nata il 07.07.1987FOGGIASpecialità: Carabina a.c. 10m Carabina 3 p. 50m

Prima società: TSN CandelaSocietà attuale: Marina Militare

Daniele GRECO

Rosalba CONSOLE

Pia Carmen M. LIONETTI

Francesco BRUNO

Elania NARDELLI

Progettata dai designer londinesi Edward Barber e Jay Osgerby, ha una forma triangolare i cui angoli simboleggiano le tre edizioni londinesi ossia 1908, 1948 e 2012.Interamente in alluminio, la fiaccola pesa solo 800 grammi anche grazie ai suoi 8.000 fori, uno per ogni tedoforo che la stanno conducendo, per 12 ore al giorno, la torcia verso Londra. Le medaglie invece (in alto a sinistra) hanno forma circolare, come metafora per il mondo e usuale immagine di Nike, la dea greca della vittoria.

LA TORCIA DEI GIOCHI DI LONDRA

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Le donne italiane si sono emozionata nel vedere Bolotelli (sotto) esultare dopo il goal contro la Germania negli ultimi europei ma siamo sicuri le stesse emozioni le avranno provate nel vedere l’esultanza di Gigi Mastrangelo nel 2010 dopo aver vinto lo scudetto con Cuneo.

MOSTRIAMOI MUSCOLI

Roberto MastrangeloRIPRODUZIONE RISERVATA

sufficiente impegno per la promozione sportiva del territorio e per lo sport giovanile».Può spiegarci meglio?«Beh, è chiaro che si investe pochissimo per sostenere la rete territoriale dello sport, per sostenere l’azione importantissima dei comitati territoriali del Coni e delle federazioni sportive, e ancora di più si investe pochissimo, quasi nulla, per lo sport nelle scuole».Periodo di crisi. Il calcio in Puglia rischia di perdere pezzi importanti come Foggia e Taranto, negli altri sport la situazione è ancora peggiore. Si investe sempre meno, e molte società non ce la fanno più. Come aiutarle? Come puntellare questa situazione per le istituzioni sportive?«Le squadre di calcio professionistiche sono in crisi poiché accusano la crisi economica generale che colpisce soprattutto l’Europa. Da questa fase si dovranno ripensare modalità operative, razionalizzando tutta l’organizzazione e soprattutto riducendo i costi, soprattutto quello dei giocatori, che avevano ed hanno ragigunto livelli intollerabili, non soltanto dal punto di vista economico. La questione morale – sottolinea Elio Sannicandro – e un approccio eticamente corretto allo sport dovrebbe, a mio avviso, caratterizzare il Coni, la Federcalcio e le Leghe. Ma soprattutto bisogna risolvere il problema delle scommesse sportive, che ha avvelenato tutti gli ambiti dello sport, e non solo in Italia. Lo Stato è diventato il primo “biscazziere” in quanto ha scelto di far cassa dalle scommesse sportive, e ciò ha ingenerato una preoccupante distorsione del sistema. Questa vicenda non può essere affrontata da sistema sportivo, che non ha né strumenti né competenze, ma direttamente dallo Stato, attraverso una scelta politica fondamentale. Io ritengo che le scommesse sportive così come sono oggi siano un gravissimo attacco al sistema sportivo».Quanto è difficile per le singole federazioni organizzare attività agonistica agonistica in Puglia?«La base sportiva e societaria è solida e molto attiva, soprattutto se la rapportiamo alle risorse economiche disponibili ed alle strutture sportive piuttosto carenti. La rete delle società sportive, delle federazioni sportive e gli enti di promozione movimentano centinaia di migliaia di tesserati ed organizzano un’attività molto ricca e variegata. Manca, però, quel supporto economico ed istituzionale che in altre regioni è certamente maggiore e che fa della regione Puglia l’ultima in Italia per investimenti regionali allo sport. Suppliscono in parte, nonostante le mille difficoltà, i Comuni e soprattutto la buona volontà di dirigenti sportivi e volontari. Ricordo che il governatore Vendola non ha mai partecipato in 8 anni ad alcuna manifestazione sportiva da noi organizzata né di eccellenza agonistica né di carattere promozionale!!! Credo che cià sia significativo del disinteresse per lo sport rispetto ad altri settori».Eccellenze pugliesi ce ne sono tante, in quasi tutti gli sport possiamo vantare connazionali ai vertici nazionali ed internazionali.

Ma troppo spesso sono costretti ad allontanarsi ben presto dalla nostra Regione. Semplice scelta tecnico-logistica o mancanza di opportunità?«È noto che la Puglia, come altre regioni del sud, ottengono buoni risultati a livello giovanile, ma per le attività di eccellenza quasi sempre gli atleti devono spostarsi in società più ricche (quasi sempre al nord) o nei gruppi sportivi militari che assicurano agli atleti un supporto economico indispensabile per chi fa sport a tempo pieno e con

grandi sacrifici personali».Presidente, torniamo infine alle prossime Olimpiadi. Quale il suo messaggio ai pugliesi a pochi giorni da Londra 2012?«Ragazzi e ragazze, fate il vostro dovere con impegno e con la Puglia nel cuore. Vi aspettiamo al ritorno per un caloroso abbraccio ed un ringraziamento che vi terrà per sempre nella storia dello sport pugliese».

La difficile situazione delle strutture non facilita la

crescita di nuovi talenti. In foto il campo della Libertas

di Bari Palese ridotto in fanghiglia.

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Vanessa GuastamacchiaMaria Bruno

RIPRODUZIONE RISERVATA

La gravidanza non deve essere considerata una malattia, bensì uno stato assolutamente naturale. Tuttavia le esigenze di una donna incinta cambiano di mese in mese, quindi anche il programma di esercizi dovrà essere modificato di conseguenza. I benefici del pilates durante la gravidanza sono riassunti qui di seguito: Aiuta a migliorare la postura e di conseguenza a ridurre le tensioni sulle articolazioni; Aiuta a mantenere il controllo sul baricentro; infatti lo spostamento che si verifica con il progredire della gravidanza può provocare alterazioni dell’equilibrio e della coordinazione; Insegna il rilassamento e le tecniche di respirazione, fondamentali per tutta la durata della gravidanza, nonché durante il parto; Rinforza i muscoli centrali e profondi, quelli che dovranno aiutarvi a sostenere il peso sempre maggiore del bambino e la colonna vertebrale, creando un corsetto naturale che potrà essere molto utile per ridurre il mal di schiena; Può allenare il pavimento pelvico in vista del parto e della ripresa post parto;

Può aiutare nella preparazione al parto. Tutte le future madri, indipendentemente dalla loro forma fisica, dovrebbero consultare un medico prima di affrontare una nuova attività. Durante la gravidanza è consigliabile verificare a intervalli regolari se potete continuare l’allenamento. Vi raccomandiamo d’interrompere gli esercizi tra l’ottava e la quattordicesima settimana della gravidanza a meno che non siate seguite da uno specialista. Per rinforzare i muscoli addominali, vi proponiamo esercizi per la stabilità del bacino anziché quelli che implicano la flessione del tronco. Gli esercizi vi aiuteranno a mantenere il corpo agile e flessibile, sono esercizi per principianti e seguiti di solito in posizione supina sul materassino e possono essere svolti anche in posizione seduta o in piedi. Tutti gli esercizi servano a mantenere il corpo simmetrico evitando di caricare il peso su una sola gamba. Tali esercizi possono essere eseguiti sia durante il secondo trimestre che durante il terzo con l’unica differenza che man mano che la gravidanza procede la seduta di allenamento deve prevedere dei cambi

frequenti di posizione perché in questa fase della gravidanza diventa faticoso mantenere a lungo la stessa posizione. L’allenamento prevede : Pilates squat; Scivolamento lungo la parete con la palla psicomotoria; Cerchi con le braccia con la schiena sempre appoggiata alla palla psicomotoria; Sedute su una sedia, torsioni del busto; Sdraiate sul fianco con un cuscino per sostenere il pancione, eseguire l’arco (mobilita la testa, il collo e il busto attraverso un movimento di rotazione equilibrato accompagnato da un movimento fluido del braccio , che stimola il controllo delle spalle e l’apertura del torace) Zigzag, sdraiate con i piedi appoggiati al muro, ruotate le anche all’esterno, divaricando le ginocchia e inspirando, e all’interno, riavvicinando le ginocchia e espirando. Nell’ultimo periodo della gravidanza è consigliata la posizione carponi che aiuta il posizionamento del feto.

Tenersi in forma

Le esigenze di una donna in cinta vanno seguite con esercizi personalizzati e modificati mese dopo mese. Ecco tutti i benefici del pilates in attesa del parto

Gravidanza: quali esercizi

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Puglia inAnno V n. 5 • luglio - agosto 2012Periodico free pressRegistrato c/o Tribunale di Bari al n. 3 dell’1 febbraio 2008

Direttore responsabileFabio Paparella

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