PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

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INTEGRAZIONE PIANO DI UTILIZZO AGRONOMICO AZIENDA AGRICOLA COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL Richiedente: COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL Indirizzo fiscale: Todi (PG) Zona Industriale Pian di Porto 148/z Codice fiscale: 00425200540 Partita IVA: 00425200540 Telefono: Il tecnico _______________, il __________

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INTEGRAZIONE

PIANO DI UTILIZZO AGRONOMICO AZIENDA AGRICOLA COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL

Richiedente: COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL

Indirizzo fiscale: Todi (PG) Zona Industriale Pian di Porto 148/z

Codice fiscale: 00425200540

Partita IVA: 00425200540

Telefono:

Il tecnico

_______________, il __________

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PIANO DI UTILIZZO AGRONOMICO AZIENDA AGRICOLA COLLI DI

TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL

Premesso che alla data del 15/04/2007 è stata data la nuova denominazione alla DITTA LEAN STEAK FARM SRL A COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL con sede in Todi (PG) Zona Industriale Pian di Porto 148/z Partita Iva 00425200540, svolgente attività agricola zootecnica con la conduzione di terreni parte in proprietà parte in affitto per una SAT di Ha. 65.61.90 ed una SAU di Ha. 65,00,00. Tale azienda ha un rappresentante legale che è il sig,re MORICHETTI ALEANDRO nato a Civitanova Marche 05/05/1947 e residente in Via Cardarelli 7 Civitanova Marche C.F. MRCLDR47E05C770K. La Società Colli di Tolentino ha per oggetto l’esercizio esclusivo di coltivazione del fondo, silvicultura, allevamento di animali e delle attività connesse, nonché di ogni altra attività di carattere agricolo ai sensi dell’articolo 2135 c.c. . L’ubicazione dell’azienda è in loc. Rosciano nel Comune di Tolentino L’ azienda agricola rileva la conduzione in affitto di terreni che si trovano nei confini della proprietà e sono del sig,re Daniele Zucchi distinti al Comune di Tolentino foglio 61 part. 16-25-27-37-48-72-74-99-175-177 e nel Comune di San Severino Marche Foglio 70 part. 118 per una superficie complessiva di ha 13,60,30 mentre quella in proprietà si trova sempre in loc Rosciano, nel Comune di Tolentino, l’allevamento di proprietà è posizionato su di un poggio naturale con esposizione a sud con terreni che hanno pendenze nel versante sud, i terreni in proprietà sono ubicati nel Comune di Tolentino al foglio 61 Part. 13-36-98-112-173-233-235, foglio 70 part. 95-12 e nel Comune di San Severino Marche Foglio 186 pat.10-43-44-60-61-90-91-97-117-135-136, per una superficie complessiva di proprietà di 21,01,60 ha. Oltre ai terreni sopra descritti l’azienda si avvale di altri terreni dove si pratica l’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici ai sensi delle normative Regionali in materia di smaltimento dei liquami. Tali terreni sono ubicati nel Comune di San Severino Marche al foglio 185 part.20-46-47-81-57-75-98 e foglio 168 part. 31-32-33-35-41-43-47-48-49-50-51-52-55-56-85-88, foglio 170 part.30-31, foglio 195 part. 2-9-10-11-15-23-24-29-78-87, per una superficie di ha 80,52,71e poi il foglio 195 part 52-60-61-74-82 e foglio 194 part.58-57-29-28 per una superficie complessiva di ha 16,40,60.

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Comune di Tolentino foglio 45 particelle 4-6-9-13-30-31-46-54-58-84-86 foglio 46 particella 1-2-4-7-9-55-57-58 per una superficie di 55.77.00 ha Il totale dei terreni per lo smaltimento e di ha 187,30,00 I risultati economici passati sono stati con una media di ricavi di vendite che dal 2006 con un tipo di allevamento che prevedeva la vendita di suinetti a pesi di 40 -50 kg, di 119340,03€ ad un ricavo di 352786,36€ con un allevamento che prevede la vendita dei suinetti a 6kg e una consistenza aziendale di fattrici di 1100 . Tale cambiamento ha portato un diverso tipo di assetto dell’allevamento che però riduce in parte i costi per sopperire agli abbassamenti del prezzo di mercato dei suini, che si sta verificando, così d’avere una differenza tra valore dei costi e delle produzioni di 57263,08€ nell’annata 2006 e di 81341,83€ nel 2007 La redditività di un’azienda agraria così strutturata è basata soprattutto sulle vendite di suinetti di 6 kg che portano ogni anno in attivo l‘azienda, con prospettive di sviluppo per il futuro da consolidare.

Obiettivi di sviluppo. L’obbiettivo di sviluppo è quello di potenziare l’attività con l’introduzione di un adeguato impianto di smaltimento dei reflui dell’allevamento in modo da mettere a norma l’azienda altrimenti tale allevamen to non potrebbe lavorare e di creare con tali reflui della produzione un valore aggiunto per l’azienda, questo si potrà avere con un riutilizzo dell’azoto presente nei liquame. Infatti l’azienda vuole rivoluzionare il metodo di smaltimento liquami creando un impianto che è in grado di separare, nei liquami prodotti, la parte solida da quella liquida così d’avere un abbattimento dell’azoto di circa 78%,tale parte liquida sarà poi utilizzata per l’irrigazione con manichette in quanto dopo il filtraggio il liquido ottenuto avrà concentrazione della parte solida talmente piccola che consentirà l’utilizzo di manichette, mentre la parte solida separata potrà essere disidratata e andrà a costituire concime organico che potrà essere venduto o utilizzato dall‘azienda stessa.Con questo metodo l’azienda oltre a ridurre l’azoto riutilizzerà l’acqua per irrigare. Tali accorgimenti permetteranno all’azienda di divenire competitiva a livello

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nazionale e di produrre margini di guadagno più alti in quanto il liquame solitamente, prodotto di scarto e inquinante,diverrà un prodotto riciclabile ed economicamente produttivo. Inoltre l’azienda vuole anche realizzare un impianto fotovoltaico di scambio sul posto per ridurre i costi dell’energia i quali costituiscono un punto importante per l’azienda. In fine l’azienda parteciperà a un progetto per realizzare un impianto di biogas nel Comune di Tolentino con il conferimento di parte dei liquami. Tutto ciò porterà l’azienda ad un aumento della redditività, un aumento del valore aggiunto del prodotto, una produzione di qualità con standar alti in materia di ambiente con garanzie di salubrità dei luoghi di produzione, seguendo un disciplinare aziendale e rispettando il PUA Regionale e con un progetto ecosostenibile. Tali obbiettivi garantiranno all’azienda un reddito maggiore con la possibilità di continuare l‘attività in quanto il mercato attuale ha ricavi molto bassi.

Strutture e Attrezzature per l‘allevamento. L’impianto che l’azienda intende acquistare è un impianto tecnologico che prevede diversi passaggi prima di arrivare al filtrato finale ed è munito di pompe, centrifuga e grigliatura finale, questo procedimento prevede due vasche dove il liquido rimane per un periodo medio lungo e dei piazzali per la movimentazione della parte solida L’obiettivo prioritario è quello di affrontare gli anni che seguono in completa autonomia nella gestione dell’ordinamento colturale dotando l’azienda di adeguati standar, anche in considerazione delle produzioni e delle tecniche colturali che si andranno a praticare.

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� Tipologia dell’allevamento � Consistenza media dei suini in allevamento � Determinazione del quantitativo di liquami prodotti � Organizzazione e pianificazione dello smaltimento agronomico

A) TIPOLOGIA DELL’ALLEVAMENTO L’allevamento in questione è il classico allevamento suinicolo a ciclo aperto con scrofe in riproduzione e vendita dei suinetti a 6 kg circa.

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Vengono allevati suinetti derivanti da incroci tra Large White. Le scrofe in gestione vengono allevate a stabulazione fissa su grigliato. Vi è poi la parte dedicata a sala parto con box appositamente costruito per evitare che la scrofa sdraiandosi, schiacci i neonati. I lattonzoli a 6 kg vengono separati e venduti. B) CONSISTENZA MEDIA DEI SUINI IN ALLEVAMENTO L’organizzazione produttiva dell’allevamento è orientata verso la produzione di suinetti. La validità economica di questo allevamento è strettamente legata alla produttività media delle fattrici, ovvero al numero di suinetti svezzati all’anno per scrofa. Diversamente sono i fattori che influenzano il livello produttivo di un allevamento e comunque è fondamentale la capacità riproduttiva della scrofa, il numero di suinetti annuo, e la sua capacità di allevamento. Passando ora alla determinazione della consistenza media dell’allevamento

STATO ATTUALE - CAPACITA'

POTENZIALE

Descrizione File o box n° capi altri capi totale Area Attesa di calore 2 26 52 Reparto fecondazione in posta fissa 5 64 320 Reparto Gestazione in box 30 8 240

Sale parto 1 1 35 35 1 28 28 Sale parto 2 8 28 224 Sale parto in box - Totale 287 Area quarantena 5 8 40 TOTALE CAPI 939

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Descrizione p.v. capo

(kg) n. capi

P.V.M.

(kg) P.V.M. - kg 180 939 169.020 P.V.M. - ton 180 939 169

Descrizione deiezioni

(m3) p.v. capo

(t) n. capi Totale

deiezioni

(m3) Deiezioni Fecondazione 37 0,180 372 2.478 Gestazione 37 0,180 240 1.598 Sala Parto 55 0,180 287 2.841 Quarantena 37 0,180 40 266

Totale Deiezioni 7.184 PARTE SOLIDA 40% 2.873 PARTE LIQUIDA 60% 4.310

STATO ATTUALE - GESTIONE

CORRENTE

Descrizione File o

box n° capi altri

capi totale Area Attesa di calore 1,00 26 26 Reparto fecondazione in posta fissa 4,50 64 288 Reparto Gestazione in box 27,00 8 216

Sale parto 1 1,00 35 35 0,00 28 0 Sale parto 2 6,00 28 168 Sale parto in box - Totale 203 Area quarantena 0,00 8 0

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TOTALE CAPI 733

Descrizione p.v.

capo

(kg) n. capi

P.V.M. (kg)

P.V.M. - kg 180 733 131.940 P.V.M. - ton 180 733 132

Descrizione deiezio

ni (m3) p.v. capo

(t) n. capi Totale

deiezioni

(m3)

Deiezioni Fecondazione 37 0,180 314 2.091 Gestazione 37 0,180 216 1.439 Sala Parto 55 0,180 203 2.010 Quarantena 37 0,180 0 0

Totale Deiezioni 5.540 PARTE SOLIDA 40% 2.216 PARTE LIQUIDA 60% 3.324

QUANTITATIVO GIORNALIERA REFLUI

Descrizione deiezio

ni (m3) p.v. capo

(t) n. capi Totale

deiezioni

(m3) Deiezioni

Fecondazione 9,1232

88 0,180 314 516

Gestazione 9,1232

88 0,180 216 355

Sala Parto 13,561

64 0,180 203 496

Quarantena 9,1232

88 0,180 0 0

Totale Deiezioni 1.366 PARTE SOLIDA 40% 546 PARTE LIQUIDA 60% 820

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STATO MODIFICATO - CAPACITA'

POTENZIALE

Descrizione File o

box n° capi altri

capi totale Area Attesa di calore 2 26 52 Reparto fecondazione in posta fissa 5 64 320 Reparto Gestazione in box 30 8 240 Reparto Gestazione in posta fissa con autocattura 32 18 576

Area quarantena - Nuova area 4 18 72 Sale parto 1 in box 1 35 35 1 28 28 Sala parto-Ampliamento 1 28 28 Sale parto 2 in box 8 28 224 Sale parto in box - Totale 315 Area Dismissione 5 8 40 TOTALE CAPI 1.615

Descrizione p.v.

capo

(kg) n. capi

P.V.M.

(kg)

P.V.M. - kg 180 1615 290.700 P.V.M. - ton 180 1615 291

Descrizione deiezio

ni (m3) p.v. capo

(t) n. capi Totale

deiezioni

(m3)

Deiezioni Fecondazione 37 0,180 372 2.478 Gestazione 37 0,180 816 5.435 Sala Parto 55 0,180 315 3.119 Quarantena 37 0,180 72 480 Dismissione 37 0,180 40 266

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Totale Deiezioni 11.510 PARTE SOLIDA 40% 4.604 PARTE LIQUIDA 60% 6.906

QUANTITATIVO GIORNALIERA REFLUI

Descrizione deiezio

ni (m3) p.v. capo

(t) n. capi Totale

deiezioni

(m3) Deiezioni

Fecondazione 9,1232

88 0,180 372 611

Gestazione 9,1232

88 0,180 752 1.235

Sala Parto 13,561

64 0,180 259 632

Quarantena 9,1232

88 0,180 259 425

Totale Deiezioni 2.903 PARTE SOLIDA 40% 1.161 PARTE LIQUIDA 60% 1.742 C) DETERMINAZIONE DEL QUANTITATIVO DI LIQUAMI PRODOTTI Nella definizione delle quantità di liquami prodotti dall’allevamento in qestione, si è tenuto conto principalmente del sistema di allevamento, del tipo di alimentazione e dello stato sanitario degli animali. Per tale calcolo comunque la variabilità più importante è data dalla quantità di acqua impiegata nei lavaggi e dal sistema di evacuazione delle deiezioni e della cadenza dei suddetti lavaggi. Per determinare il quantitativo medio delle deiezioni prodotte giornalmente si fa riferimento al Capo Suino Equivalente (C.S.E.), cioè un capo suino da 80 kg assunto come base per i calcoli, rapportato ad esso i capi con peso diverso, in quanto si può a ragione ritenere che il quantitativo di deiezioni prodotte giornalmente da un suino vari in funzione del peso. Il volume giornaliero di deiezione è quindi esplicitamente, in termini numerici con la

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seguente equazione: V= 0,35 + 0,09 P Dove V viene espresso il volume in DMC./G e con P il peso dell‘animale in kg. Per cui si avrà Totale deizioni come da tabella In fine va aggiunta la quantità, di acqua utilizzata per i lavaggi. Tenuto conto del sistema di pulizia usato si ritiene di dover adottare attendibilmente quale dato medio un consumo di circa 1,5 mc di acqua al giorno, stimato sulla base degli attuali consumi per la pulizia della stalla. Il volume di liquami in uscita dalla porcilaia è pari a: 13,81 + 1,5 =15,31 MC/G Per tanto consideriamo l’attuale consistenza del nu mero di capi allevati e avremo una produzione annuale di liquami, di circa 5544 mc . La quale produzione con il sistema di accumulo nell e vasche che rimangono sette mesi, si stima che il quantitativo distribuito per ogni anno si aggira intorno ai 3600 mc che saranno distribuiti su una superficie di cir ca 100 ha del terreno disponibile. D) ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLO SMALTIMENTO È fuori dubbio che il liquame suino, anche se diluito con acque di lavaggio delle porcilaie, costituisce un’importante riserva per la concimazione dei terreni agricoli. Tuttavia ai fini di una completa utilizzazione agronomica, e quindi un ottimo utilizzo delle deiezioni è necessario somministrare nel periodo più utile per le colture. Per far ciò è è opportuno che gli allevamenti siano dotati di adeguati stoccaggi dimensionati in base al numero di capi allevabili per un periodo di almeno 4-6 mesi. L’allevamento in oggetto dispone di due vasche interrate in cemento armato della capacità di 8800 mc + il deposito per la parte solida di altri 8000 mc, realizzate con appositi sfioratoi, i liquami filtrati con una pompa che separa il solido dal liquido prima di andare nella prima vasca dove restano per circa 6 mesi prima di essere distribuiti, mentre viene lasciato riposare prima della distribuzione il liquame che viene prodotto nella seconda vasca di accumulo per altri sei mesi prima della loro distribuzione.

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La distribuzione avviene nei periodi indicati come nel periodo estivo prima delle lavorazioni ed essa viene effettuata in parte in manichetta per l’irrigazione del Mais in secondo raccolto. Il prodotto dopo il filtraggio presenta un abbattimento dell’Azoto presente nei liquami di circa 80%ciò porta il prodotto finale che va in vasca ad essere idoneo per l’irrigazione del Mais e alla distribuzione in campo prima delle lavorazioni e dopo la mietitrebbiatura prima di interrare il tutto. Con tali quantità si può tranquillamente fertilizzare tutto il terreno a disposizione con un notevole risparmio per la concimazione delle colture, infatti esse non subiranno nessuna altra concimazione. La distribuzione avverrà sia con l’ausilio delle manichette per l’irrigazione a goccia sul mais ed in parte sarà realizzato con botte per liquami. Con un quantitativo di circa 110 mc ad ettaro l’azienda intende dare all’anno per le colture circa 340 kg di azoto nelle zone normali e 170 nelle zone ZVN.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Sulla base di quanto illustrato in precedenza si ritiene utile fare alcune sintetiche considerazioni finali, per meglio inquadrare la problematica dell’utilizzazione agronomica degli effluenti dell’allevamento colli di Tolentino, in relazione a quanto previsto dal D.L.vo 11.05.1999 n.152 modificato dal D.L.vo 18.08.2000 n.258. Gli effluenti dell’allevamento suinicolo in questione, sono assimilati alle acque reflue domestiche in quanto esso è in connessione con la struttura produttiva agricola. Si rivela infatti, una stretta interdipendenza non solo derivante dalla disponibilità del terreno agricolo su cui poter effettuare una corretta distribuzione agronomica dei liquami, ma anche dal reimpiego nel razionamento alimentare dei suini, dei prodotti delle colture agrarie coltivate in azienda. In effetti, secondo le modalità di calcolo stabilite, del D.L.vo n.258/00, considerando il peso vivo medio annuo presente in allevamento determinato in 297 ton., sarebbero necessari 99 HA di terreno per una corretta utilizzazione agronomica degli effluenti prodotti, senza tenere conto del fatto che, il parziale trattamento depurativo dei liquami tal quali operato, permette un notevole abbattimento del contenuto dei nutrienti e in particolare degli odori. Conseguentemente,si effettua un impiego diversificati tra frazione solida, semi-solida e liquida chiarificata, in funzione dei fabbisogni e dei cicli vegetativi delle singole colture. Ciò facendo, tenendo conto dei circa 180 Ha di terreno idoneo alla pratica della fertirrigazione e del quantitativo di liquami prodotti annualmente dall’allevamento, la loro somministrazione nei modi e nelle quantità precedentemente indicate è tecnicamente possibile e agronomicamente conveniente, in quanto favorisce da un lato un equilibrato sviluppo delle colture, dall’altro consente una corretta gestione e

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utilizzazione dei liquami suini.

Il primo recepimento della Direttiva Nitrati 91/676/CEE è stato avviato con il decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, successivamente abrogato dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante il codice dell'ambiente e contenente, in tema di nitrati, norme generali sui criteri di applicazione della direttiva (monitoraggio; designazione delle Zone Vulnerabili da Nitrati; Piani d’Azione). Solo con l’emanazione del decreto interministeriale del MIPAF del 7 aprile 2006 sono stati adottati i criteri e le norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli affluenti di allevamento, a cui devono riferirsi (titolo V) le disposizioni contenute nei Piani di Azione Regionali. In tale articolato e complesso quadro normativo si sono inseriti, in tempi diversi, i provvedimenti regionali di designazioni delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola e di approvazione dei Piani d’Azione. Tuttavia, la Commissione europea ha avviato una procedura di messa in mora nei confronti del nostro Paese con nota n. 2006/2163 del 10 aprile 2006 in merito alla non corretta attuazione degli articoli 3 e 5 della Direttiva 91/676/CEE per insufficiente designazione di zone vulnerabili da nitrati (in particolare nella pianura padana) e per la mancata o non conforme adozione dei programmi d'azione. A seguito di tale procedura, il Ministero dell'ambiente, di concerto con il Mipaaf, ha avviato un confronto serrato con le Regioni al fine di formulare le controdeduzioni alle contestazioni degli Organi comunitari, anche in vista degli ulteriori incontri in sede tecnica. Il Ministero dell'ambiente ha avviato una fase di concertazione con tutti i soggetti coinvolti ed il Mipaaf ha tempestivamente attivato un proprio gruppo di lavoro nell'ambito dell'Osservatorio nazionale pedologicostrategia tematica suolo e nuova PAC. Nel contempo, diverse Regioni si sono attivate, approvando nuove disposizioni per pervenire ad una soluzione dei problemi sollevati dalla CE ai propri dossier. L'intera problematica sopra evidenziata risulta, comunque, allo stato attuale, ancora aperta e pertanto va evidenziata l'importante ricaduta diretta che essa assume in ambito agricolo e di sviluppo rurale, poiché la direttiva 91/676/CEE rientra tra le normative del campo di condizionalità «ambiente» previste dal Regolamento (CE) n.1782/2006, che devono essere rispettate. La condizionalità è l’insieme delle direttive comunitarie (CGO) in materia ambientale, di sanità pubblica, di salute degli animali e delle norme (BCAA) per il mantenimento di buone condizioni agronomiche ed ambientali che devono essere rispettate per accedere al Premio unico aziendale previsto dalla PAC. In questo quadro normativo in itinere tutti gli allevatori che utilizzano gli effluenti di allevamento nelle normali pratiche agronomiche sono costretti ad adeguarsi alle disposizioni del suddetto decreto 7 aprile 2006 ed ai relativi provvedimenti regionali che lo hanno recepito. Non interessati da questo provvedimento restano soltanto quei pochi allevatori che hanno optato per una diversa (ed economicamente più impegnativa) gestione dei liquami prodotti, non destinandoli alle normali e tradizionali pratiche di

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fertirrigazione, ma trattandoli, ad esempio, in impianto di depurazione con scarico su acque superficiali ovvero destinandoli ad operazione di recupero tramite compostaggio oppure ancora inviandoli in impianto di digestione anaerobica con produzione di biogas da sfruttare in processi per la produzione di energia da fonte rinnovabile. La pratica di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici deve pertanto uniformarsi al rispetto dei criteri individuati dal DM 7 aprile 2006 ed alla presentazione di una preventiva comunicazione, che assume valenza autorizzativa, agli Enti competenti (Comune, Provincia ed ARPA). I criteri da rispettare e la consistenza documentale della suddetta comunicazione d’inizio attività sono proporzionati all’entità dell’allevamento, facendo riferimento all’azoto totale annuo prodotto. Questo nuovo assetto regolamentare assume contorni decisamente complessi ed onerosi per tutti gli allevamenti la cui produzione di azoto supera i 6.000 kg/anno e con il gravame di ulteriori adempimenti per gli allevamenti suInicoli e di pollame ricadenti nel campo di applicazione del D.Lgs 59/2005 (insediamenti IPPC). Per questi ultimi, le pratiche di fertirrigazione sono subordinate all’adozione di un Piano di Utilizzazione Agronomico (PUA) da integrare nell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Il valore di 6.000 kg/anno di azoto prodotto è un limite relativamente basso e viene raggiunto anche da allevamenti di piccola entità. La Direttiva nitrati individua infatti la quantità di azoto prodotto per anno per ogni tipologia di bestiame allevato; nella seguente tabella A sono indicati tali quantità.

Nel caso specifico dell’azienda zootecnica Colli di Tolentino Soc. Agr. Srl, trattandosi di un insediamento suinicolo di riproduzione con presenza media di ca. 733 scrofe con suinetti fino a 6 kg, l’azoto annuo prodotto è pari a 29040 kg, DI CUI 5808 NEI LIQUAMI FILTRATI E IL RESTO NEL SOLIDO CHE VIENE DALLA DIVISIONE. L’azienda che ha utilizzato fin’ora gli effluenti di allevamento nelle normali pratiche agricole nell’ambito della vigente direttiva regionale DGR Marche n°1492/2006 con limite max. di 340 kg azoto/anno per ettaro di SAU, si trova nella necessità di adeguarsi ai nuovi vincoli con la presentazione di un Piano di Utilizzazione Agronomico . Il Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) è il documento da redigere annualmente all’inizio di ogni stagione agricola che contiene un piano colturale, nonché tutte le informazioni utili per la valutazione dei fabbisogni effettivi di azoto delle coltivazioni previste. Il PUA deve anche calcolare l’entità dei raccolti al fine di determinare con la dovuta precisione l’assorbimento di azoto da parte delle colture e di bilanciarne le quantità da somministrare (nelle varie forme) al terreno per la stagione successiva. In questa ottica l’apporto di fertilizzante azotato non è più vincolato ai precedenti limiti regolamentari massimi annui di 340 kg in ZVN e di 170 kg in ZO per ettaro di SAU, bensì all’effettivo fabbisogno di azoto delle coltivazioni previste ed quindi effettuate. A fronte della nuova situazione, si possono ipotizzare due strategie: la prima, più semplice, consiste nell’aumentare la superficie in concessione su cui spandere i liquami; la seconda, più complessa, prevede la riduzione del contenuto di azoto nei liquami con conseguente minore necessità di terreni per il loro spandimento.

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Tenuto conto delle caratteristiche pedomorfologiche, agricole e climatiche dei fondi rustici utilizzati per le pratiche di fertirrigazione, dalla Soc. Agr. cisternal nel territorio del Comune di TOLENTINO (MC), che sono classificate Zone Ordinarie, si considera realistico da un punto di vista agronomico, ai fini della predisposizione del PUA, un fabbisogno al campo max. di 170 - 180 kg azoto/anno per ettaro di SUA. Sulla base di questa proiezione di fabbisogno di azoto, prudenzialmente indicata per difetto, l’azienda avrebbe necessità di disporre di una SUA (Superficie Utile Agricola) in Zona Ordinaria ³130 Ha. Occorre inoltre considerare che, con una simile necessità di SUA, l’estensione complessiva di terreni agricoli di cui avere disponibilità, è superiore almeno del 10%, raggiungendo quindi i 190 Ha, tenuto conto delle zone e delle aree di rispetto come definite dalla disciplina normativa. La necessità di una simile estensione di terreni agricoli pone certamente una serie di problemi di non facile risoluzione per l’azienda: 1. Reperibilità nelle vicinanze dell’allevamento di terreni agricoli necessari ed a costi compatibili con l’esercizio dell’attività suinicola, già profondamente in crisi da diversi anni 2. Costi di gestione per la movimentazione, il trasporto e la distribuzione degli effluenti al campo nel caso di terreni che richiedano il trasporto su strada degli effluenti di allevamento 3. Investimenti per affrontare l’organizzazione dell’attività propriamente agricola derivante dalla conduzione di oltre 190 Ha di terreni agricoli. Sulla base di queste considerazioni si ritiene opportuno adottare la seconda strategia che si articola attraverso un adeguato trattamento dei liquami direttamente all’interno dell’allevamento al fine di ridurne la concentrazione di azoto e conseguente minore necessità di SUA per il loro spandimento. Tra le diverse ipotesi di trattamento per la riduzione dell’azoto si è ritenuto vantaggioso adottare il sistema di trattamento dei liquami attraverso due fasi di separazione solido/liquido: 1. la prima fase consiste nella separazione fine solido- liquido del liquame tal quale, ottenuta con una grigliapressa ad alta efficienza del tipo a tamburo cilindrico con coclea a torchio, dalla quale si ottiene una frazione solida, considerata letame, ed una frazione liquida. Il liquame grezzo entra nel tamburo cilindro con luci di passaggio longitudinali di 0,5 mm. Mentre la parte liquida transita attraverso le luci di passaggio di 0,5 mm e defluisce all’esterno attraverso lo scarico del separatore. La parte solida viene catturata all’interno del tamburo grigliato nel quale gira una coclea a bassa velocità che comprime i materiali solidi verso la parte terminale ; il grado di spremitura o torchiatura del materiale solido viene espletato da una valvola di scarico che esercita una contropressione (regolabile) alla spinta della coclea; solo riuscendo ad esercitare una forza maggiore il materialesolido riesce ad uscire mediante l’apertura della suddetta valvola di scarico. 2. la seconda fase consiste nel ridurre considerevolmente la percentuale di solidi ancora presente nella frazione liquida, ottenuta dalla prima fase, trattando quest’ultima in un estrattore centrifugo che opera la separazione solido-liquido per differente densità

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specifica mediante dosaggio di flocculante organico precedentemente diluito in un polipreparatore per favorire la cattura dei solidi più piccoli. La centrifuga è costituita da un contenitore cilindrico-conico (tamburo) contenente un meccanismo a vite senza fine (coclea) per la rimozione del fango. Il liquame viene alimentato nell'unità attraverso l'asse di supporto della coclea. La forza centrifuga agente, generata dalla rotazione del tamburo, fa compattare i solidi contro le pareti del contenitore, e l'azione di trascinamento della vite senza fine, che ruota a velocità leggermente inferiore, fa avanzare il fango compattato lungo il contenitore e verso la sezione conica di questo, da cui viene estratto, facendo defluire la parte liquida dalla parte opposta. In tal modo si ottiene una frazione solida disidratata, anch’essa classificata come letame, ed una frazione liquida esente da solidi e con un residuo secco a 180°C < 4 gr./l. Un simile sistema di trattamento consente di ridurre la concentrazione di azoto dei liquami fino al 80%, così come indicato negli allegati al sopra citato DM 07/04/2006 e come anche indicato negli studi del CRPA di Reggio Emilia. Il chiarificato finale può essere utilizzato anche in impianti di irrigazione a goccia, del tipo a perdere, in considerazione del basso tenore in residuo secco. La riduzione dell’azoto sulla frazione liquida è ottenuta con una doppia separazione molto spinta delle frazioni liquido/solido. L’azoto presente nei reflui tal quali è presente prevalentemente in forma organica ed ammoniacale. Attraverso le due fasi di separazione si ottiene una perdita di azoto volatile pari al 28-30%. L’azoto residuo rimane per il 20-25% nella parte liquida, destinata ad uso agronomico, e per l’ 80-75% nelle frazioni solide, classificate come letame o ammendante. Il liquame (frazione liquida) così ottenuto è posto in vasche di stoccaggio per la maturazione prima dello spandimento. In tal modo il tenore di azoto si riduce ulteriormente. Il trattamento sopra descritto consente di ottenere una riduzione di azoto dagli iniziali 29040 kg azoto/anno sul liquame tal quale, fino ai 5058 kg/anno della frazione liquida finale. Ai fini dello spandimento e del PUA, tale riduzione della concentrazione di azoto nei reflui di allevamento, consente di procedere a piani di fertirrigazione e di utilizzo agronomico con una SAU necessaria di appena 50 Ha con pendenze < al 10%, con l’utilizzo del solido nel resto degli appezzamenti superiori a tali pendenze, nel rispetto della direttiva nitrati.

CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO DI TRATTAMENTO 1. LIQUAME DA TRATTARE · Volume < 80 mc/g di liquame tal quale 2. SEPARATORE FINE A GRIGLIA PRESSA · Luci di filtrazione 0,5 mm · Capacità di trattamento ³ 10 mc/h di liquame tal quale · Potenza assorbita 3 kW

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· Umidità residua nella frazione solida 55 - 60% 3. VASCA ACCUMULO INTERMEDIO FRAZIONE LIQUIDA · Materiale cemento armato prefabbricato · Volume 200 mc 4. POLIPREPARATORE AUTOMATICO · Capacità 1500 litri/h · Potenza assorbita 1,0 kW · Pressione H2O 1,5 – 5 bar 5. POMPA MONOVITE POLIELETTROLITA · Portata 0 – 1500 litri/h · Pressione 2 bar · Potenza assorbita 1,5 kW · Giri 60 – 300 con motovariatore 6. POMPA MONOVITE LIQUAME · Portata 0 – 15 mc/h · Pressione 2 bar · Potenza assorbita 2,5 kW · Giri 80 – 420 con motovariatore 7. MISCELATORE SOMMERSO · Portata 0,185 mc/s · Potenza assorbita 2,5 kW · Giri 1420 rpm 8. ESTRATTORE CENTRIFUGO · Velocità di rotazione 4.500 (regolabile) · Capacità di trattamento < 12 mc/h di liquame · Potenza assorbita 10 kW · Umidità residua frazione solida 72 – 76 % 9. VOLUMI TRATTATI E CONSUMI · Volume medio trattato liquame tal quale 75 mc/g · Tempo medio di lavoro 7,5 h/g · Fabbisogno energia elettrica 154 kWh/g · Polielettrolita consumato 18 kg/g · Fabbisogno H2O per polipreparatore 7,5 mc/g 10. COSTI DI GESTIONE · Energia elettrica 18,50 €/g (0,12 €/kWh)

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· Polielettrolita 50,40 €/g (2,80 €/kg)

SCHEMA DI FLUSSO

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DESCRIZIONE DEL PROCESSO

Ø I reflui di allevamento grezzi defluiscono, attraverso la rete fognaria aziendale, in un pozzo di sollevamento esistente. In questo pozzo i liquami tal quali sono omogeneizzati mediante mixer sommerso e pompati al separatore cilindrico a torchio dove avviene la prima separazione solido/liquido. In questa fase sono trattenuti tutti i solidi con dimensioni = 0,5 mm. La frazione solida viene depositata su platea impermeabile scoperta con sistema di recupero dei percolati. Nell’allevamento in questione queste fasi sono già esistenti e quindi non rientrano nei limiti della fornitura. La parte liquida viene inviata per gravità ad una vasca di stoccaggio intermedia con volume utile di 100 mc. Dal processo si ottiene, in volume, il 15% di frazione solida e l’85% di parte liquida. Ø La vasca intermedia funge da polmone tra il primo separatore ed la successiva centrifugazione in modo da poter attivare i singoli processi indipendentemente l’uno dall’altro. Ø Il refluo separato ed accumulato nella suddetta vasca intermedia è successivamente pompato all’estrattore centrifugo (centrifuga/decanter). In questa fase, grazie anche ai benefici dell’azione del flocculante dosato, sono trattenuti fino al 100% dei solidi presenti nel liquido da trattare. Dal decanter viene prodotta una frazione solida e disidratata che viene scaricata su platea impermeabile scoperta con sistema di recupero dei percolati, ed una parte liquida, esente da solidi residui, che viene inviata ai lagoni di stoccaggio e di maturazione prima dell’utilizzo agronomico. Ø Al fine di ottenere la massima efficienza dell’estrattore centrifugo in termini di rimozione dei solidi dal liquame viene usato un flocculante che ha lo scopo di aggregare le particelle solide, agevolando il rilascio dell'acqua presente, migliorandone in tal modo la disidratabilità. Tale flocculante è iniettato al liquido da trattare prima che entri nel decanter. Prima di poter essere iniettato al liquido da trattare, il flocculante, comunemente chiamato polielettrolita, deve essere opportunamente preparato. Il flocculante o polielettrolita è disponibile sia in polvere che in emulsione. In entrambi i casi il prodotto va opportunamente diluito con acqua (ca. 5‰) prima di poterlo utilizzare. Per ottenere un flocculante pronto all’uso, viene usato un polipreparatore che ha la funzione di diluire in modo totalmente automatico ed in base al fabbisogno del momento il polielettrolita in polvere od in emuslione. Il consumo di polielettrolita (prima della diluizione) è mediamente di 0,25 gr. per litro di liquido da trattare.

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CARATTERISTICHE DELL’ IMPIANTO

Le caratteristiche principali dell’impianto, sono nel seguito precisate:

SPANDIMENTO LIQUAMI FILTRATI Il prodotto finale che si otterrà, potrà essere comparato ad un ammendante organico liquido presente sul mercato, con una percentuale di azoto che va da un minimo di 15% ad un massimo del 20% il quale rappresenta, un prodotto fertilizzante che potrà essere usato nell’irrigazione con manichette soprattutto nelle colture primaverili come il mais, inoltre l’azienda si è attrezzata con una botte per lo spandimento dei liquami direttamente nel terreno con un sistema di ancore, tale botte interra direttamente il liquido grazie a delle ancore poste dietro di essa con dei tubi di scarico per ognuna di loro andando direttamente nel terreno. I terreni di proprietà e con contratto nelle prossimità dell’azienda prima dell’aratura possono essere concimati con tale liquame filtrato evitando il ruscellamento con un preventivo passaggio con macchine che creano uno strato superficiale semilavorato e inoltre nei luoghi con pendenze maggiori al 10 % l’azienda si sta attrezzando con una carro di ultima generazione, con sistema di scarico del fertilizzante solido il quale verrà, una volta distribuito interrato immediatamente. Inoltre l’impianto è munito di apposito conta litri bollato per visionare i quantitativi irrorati sulle superfici, tutto ciò rende tale processo di fertirrigazione ispezionabile in ogni momento. Tutto ciò garantirà una fertirrigazione a norma senza problemi di ruscellamento e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle leggi vigenti, con standar alti e con una struttura di depurazione quasi unica in Italia.

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PIANO DI UTILIZZO AGRONOMICO AZIENDA AGRICOLA COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL

Richiedente: COLLI DI TOLENTINO SOCIETA’ AGRICOLA SRL

Indirizzo: Todi (PG) Zona Industriale Pian di Porto 148/z

Codice fiscale: 00425200540

Partita IVA: 00425200540

Telefono:

Il tecnico

_______________, il __________

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Caratteristiche generali e programmi di trasformazi one.

Generalità: • L’azienda agricola in questione è condotta dal Sig.

MORICHETTI ALEANDRO –C.F MRCLDR47E05C770K. che riveste la qualifica di rappresentante legale della

ditta. • L’ubicazione dell’azienda è in loc. Rosciano nel Comune di Tolentino • Il centro aziendale è situato a m 500 dall’incrocio

della strada comunale Bura.

Strutture fisse aziendali:

• Il centro aziendale è dotato di una stalla per la produzione di suinetti a norma cee e di altri cinque immobile che costituiscono i magazzini.

Parco macchine ed attrezzi:

• L’azienda dispone di parco macchine quasi completo, ricorre al noleggio conto terzi per la trebbiatura.

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Caratteristiche geomorfologiche e pedologiche:

• L’azienda è situata in collina con appezzamenti che degradano uniformemente verso il fosso dal quale è circondata .

• Il centro aziendale, che rappresenta il punto più alto, è situato ad un’altitudine di circa 280 metri s.l.m.

• Tutta la superficie aziendale è leggermente acclive, con pendenze medie comprese fra 2 - 10-15 fino al 30% .

• L’analisi del terreno è stata eseguita dal laboratorio ANALISI CONTROL DI CORRIDONIA in data 25 settembre 2008 dopo la raccolta del frumento duro su un campione di terreno ottenuto da 5 sub campioni

• Da un’analisi visiva del suolo e da informazioni sulla tecnica di gestione passata fornite dall’imprenditore stesso,si è ritenuto necessario effettuare quattro analisi dei terreni per tutta l’azienda e pertanto si stabilisce che la tecnica colturale da adottare per ogni coltura possa essere la stessa per ogni appezzamento .

• I risultati delle analisi evidenziano che i terreni hanno le segu enti caratteristiche e le concentrazioni di anidride fosforica , ossido di potassio ed ossid o di magnesio indicate nei certificati di analisi sono espresse in unità.

Dall’analisi si è visto che su tutti gli appezzamen ti è presente un scarso valore in azoto e fosforo con la sostanza organica molto bassa, quindi tali terreni anno bisogno di sostanza organica ed azoto e fosforo ideali per la distribuzione di liquami.

Campione n°2803730-001

� TESSITURA (A) argilloso (48,7% argilla; 21.3% limo e 30% sabbia) .

� REAZIONE CHIMICA: pH 8.03 ( mediamente alcalina)

� CALCARE: mediamente calcareo (26,9), con calcare attivo elevato (4,8)

� SOSTANZA ORGANICA: molto bassa (1.09 %) � � MACRO ELEMENTI: basso di AZOTO (0.82 %),

MOLTO BASO di FOSFORO (6,2 unità) , elevato di POTASSIO (137,80 unità) elevato di MAGNESIO (483,2 unità)

Campione n°2803730-002

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� TESSITURA medio impasto tendente (A) argilloso (40,7% argilla; 23.3% limo e 36% sabbia) .

� REAZIONE CHIMICA: pH 8.22 ( mediamente alcalina)

� CALCARE: mediamente calcareo (23,2), con calcare attivo elevato (5,00)

� SOSTANZA ORGANICA: molto bassa (1.22 %) �

MACRO ELEMENTI: basso di AZOTO (0.88 %), MOLTO BASO di FOSFORO (6,0 unità) , elevato di POTASSIO (178,30 unità) elevato di MAGNESIO (478,5 unità)

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Caratteristiche geomorfologiche e pedologiche:

Campione n°2803730-003

� TESSITURA medio impasto tendente (A) argilloso (48,7% argilla; 28,0% limo e 28,0% sabbia) .

� REAZIONE CHIMICA: pH 8.17 ( mediamente alcalina)

� CALCARE: mediamente calcareo (19,9), con calcare attivo elevato (5,10)

� SOSTANZA ORGANICA: molto bassa (1.03 %)

� MACRO ELEMENTI: basso di AZOTO (0.78 %), MOLTO

BASO di FOSFORO (10,2 unità) , elevato di POTASSIO (237,4 unità) elevato di MAGNESIO (648,2 unità)

Campione n°2803730-004

� TESSITURA medio impasto tendente (A) argilloso (44,7% argilla; 19.3% limo e 36% sabbia) .

� REAZIONE CHIMICA: pH 8.19 ( mediamente alcalina)

� CALCARE: mediamente calcareo (25,7), con calcare attivo elevato (4,40)

� SOSTANZA ORGANICA: molto bassa (0,90 %)

� MACRO ELEMENTI: basso di AZOTO (0.72 %), MOLTO BASO di FOSFORO (5,5 unità) , elevato di POTASSIO (184,30 unità) elevato di MAGNESIO (528,9 unità)

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Entità dell’impegno • L’impegno ad attuare lo spandimento dei liquami è stato individuata negli appezzamenti scorporandoli dalle fasce di rispetto e dalle pendenze eccessive e nelle vicinanze di strade fossi e abitazioni secondo quello che prevede la legge di riferimento.

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Ripartizione della SAU aziendale:

• L’ azienda agricola rileva la conduzione in affitto di terreni che si trovano nei confini della proprietà e sono del sig,re Daniele Zucchi distinti al Comune di Tolentino foglio 61 part. 16-25-27-37-48-72-74-99-175-177 e nel Comune di San Severino Marche Foglio 70 part. 118 per una superficie complessiva di ha 13,60,30 mentre quella in proprietà si trova sempre in loc Rosciano, nel Comune di Tolentino, l’allevamento di proprietà è posizionato su di un poggio naturale con esposizione a sud con terreni che hanno pendenze nel versante sud, i terreni in proprietà sono ubicati nel Comune di Tolentino al foglio 61 Part. 13-36-98-112-173-233-235, foglio 70 part. 95-12 e nel Comune di San Severino Marche Foglio 186 pat.10-43-44-60-61-90-91-97-117-135-136, per una superficie complessiva di proprietà di 21,01,60 ha. Oltre ai terreni sopra descritti l’azienda si avvale di altri terreni dove si pratica l’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici ai sensi delle normative Regionali in materia di smaltimento dei liquami. Tali terreni sono ubicati nel Comune di San Severino Marche al foglio 185 part.20-46-47-81-57-75-98 e foglio 168 part. 31-32-33-35-41-43-47-48-49-50-51-52-55-56-85-88, foglio 170 part.30-31, foglio 195 part. 2-9-10-11-15-23-24-29-78-87, per una superficie di ha 80,52,71e poi il foglio 195 part 52-60-61-74-82 e foglio 194 part.58-57-29-28 per una superficie complessiva di ha 16,40,60. Comune di Tolentino foglio 45 particelle 4-6-9-13-30-31-46-54-58-84-86 foglio 46 particella 1-2-4-7-9-55-57-58 per una superficie di 55.77.00 ha Il totale dei terreni per lo smaltimento DEI LIQUALI LIQUIDI CON PENDENZE FINO AL 10% E DI CIRCA 33,00,00 e di ha 157,00,00 PER QUELLO SOLIDO Comunque l’azienda è divisa in TRE appezzamenti con caratteristiche quasi simili

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Indirizzo prod uttivo ed ordinamento colturale attuali:

• L’indirizzo produttivo attuale è cerealicolo-zootecnico . • L’ordinamento colturale prevede la coltivazione di cereali in

rotazione e foraggere.

Indirizzo produttivo ed ordinamento colturale futuri:

• Per il quinquennio di riferimento la gestione delle culture sarà secondo la buona pratica agricola con l’introduzione di foraggiere poliennali su tutta la superficie .

Suddivisione della SAU in appezzamenti (UPA) Appezzam

ento n° foglio Particella SAU

catastale Ha

SAU utilizzata

Ha

SAU totale appezz.to

Ha

1 61Tolentino 70 San Severino

part. 16-25-27-37-48-72-74-99-175-177 118

13,60,00

Page 34: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

1 61 Tolentino

70 San Severino Marche

186

13-36-98-112-173-233-235

95-12

10-43-44-60-61-90-91-97-11

7-135-136

21,01,60

2 185

168

170 195

195

194

part.20-46-47-81-57-75-98

part. 31-32-33-35-41-43-47-48-49-50-51-52-55-

56-85-88, part.30-31,

part. 2-9-10-11-15-23-24-29-78-8

7

part 52-60-61-74-8

2 e

part.58-57-29-28

80,52,71

16,40,60

3 45

46

Part. 4-6-9-13-30-31-46-54-58-84

-86 1-2-4-7-9-55-5

7-58

55,77,00

Page 35: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Suddivisione della SAU in appezzamenti e rotazione quinquennale di massima: appezz. N° SAU - Ha Prec. –

2017 2018 2019 2020 2021 2022

1 medica Medica Medica Medica Medica Medica

1 Frumento duroduro

Girasole Mais 2°

Frumento duro

Orzo Frumento duro

girasole

2 Frumento durodurodur

o

Orzo Mais 2°

Girasole Frumento duro

Orzo Girasole

2 Orzo Frumento duro

Girasole Frumento duro

Orzo Girasole

3 Frumento duro

Orzo Girasole Frumento duro

Orzo girasole

Gestione della fertilità dei terreni:

• La fertilità dei terreni verrà mantenuta, attraverso la somministrazione di liquami filtrati . Inoltre, se la rotazione subirà delle variazioni con altre colture primaverili-estive da rinnovo (girasole mais), verranno attuate le colture intercalari da sovescio con l'utilizzo prevalente di leguminose. Tali colture da sovescio verranno portate possibilmente ad un buon grado di accrescimento e ad un avanzato stadio fenologico in modo da interrare abbondante massa vegetale ricca di cellulosa ed emicellulosa, materia essenziale per la produzione di humus. Inoltre 1/3 della superficie è investita a foraggere in rotazione. Tale coltura permette di avvalersi della deroga delle cover crops , che comunque si è intenzionati a sperimentare nel corso del quinquennio.

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Il piano di concimazione. Il piano di concimazione esposto di seguito, è stato redatto dopo aver preso visione dei dati relativi alle analisi del terreno, il cui campionamento è avvenuto rispettando criteri di omogeneità. Tali dati comunque vanno interpretati come validi per quelle condizioni in cui il terreno al momento delle analisi si trovava. Per il calcolo delle dosi di concimazione azoto-fosfo-potassica, è stato fatto preciso riferimento alle informazioni ottenute dall’Assessorato Regionale all’agricoltura oltre, ovviamente, alla copiosa letteratura in merito. Per la fertilizzazione potassica e fosfatica, ponendo come base di partenza i valori considerati per ogni singola coltura , si è giunti alla formulazione della stessa considerando: le asportazioni della coltura in relazione al prodotto da essa ricavato, le concimazioni di arricchimento, le perdite per ruscellamento, lisciviazione e immobilizzazione. Ruscellamento e immobilizzazione: le prime in funzione del tipo di terreno, le seconde con dotazione normale, non elevate. Le perdite potassiche per lisciviazione, anch’esse contenute, possono variare da 10 a 25-30 kg/ha/anno. La concimazione di arricchimento, nel piano di concimazione, assume valori positivi o negativi in funzione della dotazione normale del terreno. Se questa è elevata, la quantità di P e K dovrà tendere a zero per poi crescere , se è bassa la dotazione iniziale del terreno, sarà opportuna una concimazione di arricchimento: gli apporti avverranno gradualmente, in maniera frazionata. La concimazione azotata è stata ottenuta sottraendo ai fabbisogni colturali più perdite per volatilizzazione, denitrificazione, percolazione, le seguenti voci: mineralizzazione della sostanza organica, apporti da precessioni colturali e meteorici. Perdite per volatilizzazione: molti concordano nel fissare tali perdite in circa 1/4 dell’azoto utilizzato dalla coltura. Apporti meteorici :valori medi fissati in 3.5-5,5 Kg/ha/ anno. Apporti da precessioni colturali: La complessità insita nella determinazione dello specifico ammontare, ha reso indispensabile accettare valori orientativi medi di 15-20 kg/ha. Mineralizzazione della sostanza organica: Anche qui ,la pluralità e complessità dei calcoli, ha reso davvero difficoltosa una determinazione ad hoc di tali valori. Concordando con altri colleghi, confortato soprattutto da valori riscontrabili in manuali di chimica

Page 37: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

agraria, sono giunto alla determinazione in questo modo: peso di un ha di terreno x % Sostanza organica x 0.05 ( % con cui l’azoto entra nella S. Organica) = azoto organico del suolo. Questo va moltiplicato per un coefficiente di trasformazione e riduzione annuo. Malgrado i suoli interessati ai calcoli siano diversi, considerandone una profondità di circa 20-22 centimetri, ( ritenuta rizosfera più o meno esplorata dalla maggior parte delle colture), si è cercato di fornire una interpretazione quanto più veritiera possibile. Casistica delle successioni colturali per la predisposizione delle SCHEDE TIPO DI GESTIONE DELLE COLTURE

ORZO dopo FRUMENTO DURO

FRUMENTO DURO dopo ORZO

Orzo dopo MAIS

MAIS dopo FRUMENTO DURO

Orzo dopo Frumento duro

Medica

PIANO DI CONCIMAZIONE SUDDIVISO PER UPA

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • ORZO (Hordeum vulgare)

Page 38: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Precessione colturale

• FRUMENTO DURO (Triticum durum)

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa che l’azienda si prefigge di ottenere è l’obiettivo dei q.li 60 per ettaro in quanto nelle ultime 5 annate di agricoltura convenzionale non si è seminato orzo , e comunque è l’obiettivo che è stato raggiunto nell’annata 1991/1992.

• I suddetti migliori risultati costituiscono gli obiettivi produttivi di riferimento per il quinquennio d’impegno con la sottomisura F1 del P.S.R. .

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale è assicurata dalla presenza della coltura in atto.

Page 39: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Preparazione del terreno:

• A fine estate, dopo la raccolta del grano duro , va eseguita l’aratura ad una profondità media di 20-25cm e comunque non superiore ai 30 cm .

• I residui colturali della coltura del grano duro,

vengono riutilizzati per il settore zootecnico o vanno obbligatoriamente interrati con la lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tali residui è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “strisciata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andranno eseguite circa un paio di operazioni meccaniche di affinamento del terreno, prima della semina dell’ orzo.

Scelta varietale: • Le esigenze di mercato inducono a perseguire principalmente l’obiettivo della qualità intesa come contenuto proteico, e basso contenuto in fibra per l’orzo ad uso zootecnico.

• Non vanno certo trascurati gli obiettivi della produttività e della resistenza alle varie malattie crittogamiche.

• Le varietà consigliate per raggiungere i suddetti obiettivi produttivi sono principalmente: BARAKA, AMILLIS, (distiche) ABONDANT, SOLEN e SONORA ( polistiche) . Esse fanno riferimento ai risultati delle prove sperimentali condotte nel triennio 1997/1999 dal Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Nazareno Strampelli” (CERMIS) di Tolentino (MC); (vedasi stralcio pubblicazione allegato al progetto).

Page 40: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera

sono pari a 2 Kg/q.le di azoto • Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella +

paglia necessitano: q.li 60 x Kg 2 = 120 Kg/Ha di azoto. • Secondo la Direttiva D.G.R. 4595 del 28/12/94 , la

massima quantità di azoto distribuibile è di 210 Kg/Ha. • Per quanto anzidetto la massima quantità utilizzabile

di AZOTO è di Kg 210 ad ettaro . • L’azoto mediamente fissato dai residui colturali della

paglia del grano duro è stimata in circa 10 Kg/Ha. • I ritmi con cui l’azoto fissato viene reso disponibile nella

stagione successiva all’interramento dei residui è pari a circa il 50%. Da ciò si può stimare che la coltura del frumento duro dopo Girasole possa beneficiare di circa 5 kg di azoto per restituzione colturale .

• Ulteriore apporto naturale di azoto è stimabile in circa 10Kg/Ha ed è dovuto alla mineralizzazione della sostanza organica del terreno e ad apporti di origine atmosferica.

• Le perdite per organicazione, lisciviazione, ecc. vista la tecnica colturale adottata, sono minime e stimabili in circa Kg 25/Ha.

• 210– [(5 +20) – 25] = 210 Kg di AZOTO distribuibili con LIQUAMI.

Page 41: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1.08Kg/q.le di fosforo

• Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 60 x Kg 1,08.= 64.8 Kg/Ha di fosforo.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso è molto basso di fosforo per cui si consiglia di apportare Kg 120/Ha di fosforo a mezzo LIQUAMI per reintegrare le asportazioni .

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,40 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 60 x Kg 1,40 = 84 Kg/Ha di potassio.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso ha una dotazione elevata di Potassio il liquame apportato garantisce la dotazione .

Difesa da CRITTOGAME e FITOFAGI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale.

Page 42: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Difesa da ERBE INFESTANTI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale .

Efficienza macchine irroratrici

• Si rimanda a quanto esposto nel paragrafo parco macchine e attrezzi. Nel caso che nel quinquennio di riferimento l’azienda dovesse acquistare una macchina irroratrice, la sua funzionalità generale (manometro, pompa, tubi, ugelli, ecc.) verrà verificata all'inizio di ogni stagione d'utilizzo. Prima dell'impiego e comunque prima dell'aggiunta del prodotto chimico nel serbatoio, si verificherà che gli ugelli distribuiscano correttamente, facendo una prova in bianco di distribuzione sul posto di sola acqua. Appena il servizio di taratura macchine irroratrici verrà attivato anche in questo comprensorio, questa azienda si adeguerà all'obbligo previsto dalla misura F del PSR.

Page 43: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Regimazione d elle acque piovane:

• Dalle analisi risulta che la tessitura del terreno è da considerare compatto.

• La pendenza del terreno rientra nella fascia compresa fra il 2,1 - 10% negli appezzamenti con pendenza più marcata . appena eseguita la semina della coltura e relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi aziendale, vanno eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 286 metri ad ettaro .La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso il fosso di raccolta. Nell’ appezzamento , in considerazione della sua regolare conformazione e pendenza, è possibile eseguire le scoline parallele fra loro , in tale ipotesi, la distanza massima fra di esse da rispettare è di 35 metri

Gestione residui: • La paglia se non usata per il settore zootecnico

dell’azienda va obbligatoriamente interrata con la lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per ettaro. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

Page 44: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di granella ottenuta, il suo peso specifico ed il suo tenore di proteine verranno verificati presso il centro di stoccaggio in cui verrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • MEDICA

Precessi one colturale

• Orzo

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

Page 45: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa ottenuta nelle ultime 5 annate di agricoltura a basso impatto ambientale è quella dell’annata agraria 1998/1999 con una media di Q.li 90 per ettaro .

• Il suddetto migliore risultato costituisce l'obiettivo produttivo di riferimento per il quinquennio d’impegno con la sottomisura F1 del P.S.R. .

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale che precede la semina di detta coltura è garantita dalle erbe spontanee e da una adeguata regimazione delle acque.

Page 46: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Prepar azione del terreno:

• Durante l'estate, dopo la raccolta dell’orzo va eseguita una ripuntatura a 40 cm ed un’aratura ad una profondità non superiore ai 30 cm .

• In alternativa all’aratura e comunque per raggiungere profondità superiori a 30 cm si può eseguire una lavorazione con altro strumento discissore (es. ripuntatore).

• La paglia, residuo colturale della coltura dell’orz o va obbligatoriamente interrata con la lavorazione ad una limitata profondità in modo da garantire una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una sua corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarlo con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice di dotazione aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

Scelta varietale: • Le esigenze di mercato inducono a perseguire gli obbiettivi della quantità e della qualità intesa %in foglie della massa vegetale raccolta. L’utilizzo dell’ecotipo locale, adattato alle condizioni pedoclimatiche viene abbandonato a favore delle varietà selezionate di erba medica.

Page 47: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Essendo l’erba medica una coltura leguminosa , miglioratrice per eccellenza della fertilità del terreno , si apporta ulteriore azoto al terreno PER 210 KG, oltre a quello che essa stessa riesce a procurarsi con la fissazione sinbiontica . E’ utile invece migliorare la fissazione simbiotica distribuendo all’atto della semina, unitamente alla semente, ceppi di batteri (rizobium leguminosarum) in commercio in apposite confezioni. E’ una pratica che migliora sicuramente la quantità e qualità del foraggio ottenuto.

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 0.8 Kg/q.le di fosforo

• Le analisi del terreno evidenziano in tutte le upa che esso ha una dotazione molto bassa di fosforo assimilabile , per cui si consiglia di apportare mediamente 80 kg/ha di fosforo.

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 90 q.li/Ha di foraggio necessitano: q.li 90 x Kg 2 = 180 Kg/Ha di potassio.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso ha una dotazione elevata di Potassio per cui si prescrive di non apportare .

Page 48: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Difesa da CRITTOGAME e FITOFAGI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale, si allega scheda fitosanitaria

Difesa da ERBE INFESTANTI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionalesi allega scheda fitosanitar ia.

Efficienza macchine irroratrici

• La distrubuzione di eventuali trattamenti viene effettuata dall’azienda .

Page 49: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Regimazione delle acque piovane:

• . Dalle analisi risulta che la tessitura del terreno è da considerare compatto.

• La pendenza del terreno rientra nella fascia compresa fra il 2,1 - 10% negli appezzamenti con pendenza più marcata . appena eseguita la semina della coltura e relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi del conto terzista, vanno eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 250 metri ad ettaro .La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso il fosso di raccolta.Nell’ appezzamento , in considerazione della sua regolare conformazione e pendenza, è possibile eseguire le scoline parallele fra loro , in tale ipotesi, la distanza massima fra di esse da rispettare è di 40 metri .

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di foraggio ottenuto verrà verificata presso il commerciante dove verrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Page 50: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • FRUMENTO DURO (tridicum durum)

Precessione colturale • FRUMENTO DURO (tridicum durum)

Page 51: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristich e generali.

Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa ottenuta nelle ultime 5 annate di agricoltura a basso impatto ambientale è quella dell’annata agraria 2002/2003 con una media di Q.li 55 per ettaro.

• Sempre nella stessa annata agraria sono stati realizzati il migliore peso elettrolitico: 84% ed il migliore peso proteico : 13.2%

• I suddetti migliori risultati costituiscono gli obiettivi produttivi di riferimento per il quinquennio d’impegno con la sottomisura F2 del P.S.R..

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale è assicurata dalla presenza della coltura in atto.

Page 52: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Preparazione del terreno:

• A fine estate, dopo la raccolta del grano duro, va eseguita l’ aratura ad una profondità media di 20-25cm e comunque non superiore ai 30 cm.

• I residui colturali della coltura del grano duro, vanno preferibilmente interrati con la lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficient e disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tali residui è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice del contoterzista aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire l a lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “strisciata” per volt a pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andranno eseguite circa un paio di operazioni meccaniche di affinamento del terreno , prima della semina del grano duro.

Page 53: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Scelta varietale: • Le esigenze di mercato inducono a perseguire principalmente l’obiettivo della qualità intesa com e contenuto proteico, indice di glutine, giudizio globale di cottura della pasta ed indice di giallo nella semola.

• Non vanno certo trascurati gli obiettivi della produttività e della resistenza alle varie malattie crittogamiche.

• Le varietà consigliate per raggiungere i suddetti obiettivi produttivi sono principalmente: IRIDE ,

GRAZIA , DUILIO e SAN CARLO. Esse fanno riferimento ai risultati delle prove sperimentali condotte nel triennio 1997/1999 dal Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Nazareno Strampelli” (CERMIS) di Tolentino (MC); (vedasi stralcio pubblicazione allegato al progetto ).

Page 54: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2.7 Kg/q.le di azoto

• Per un obiettivo produttivo di 55 q.li/Ha di granel la + paglia necessitano: q.li 55 x Kg 2.7 = 148.5 Kg/H a di azoto.

• Secondo la Direttiva D.G.R. 4595 la massima quantità di azoto distribuibile è di 210 Kg/Ha.

• Per quanto anzidetto la massima quantità utilizzabile di AZOTO è di Kg 210 ad ettaro.

• L’azoto mediamente fissato dai residui colturali della paglia del grano duro è stimata in circa 5 Kg/Ha.

• I ritmi con cui l’azoto fissato viene reso disponib ile nella stagione successiva all’interramento dei residui è pari a circa il 50%. Da ciò si può stimare che la coltura del frumento duro dopo grano duro possa beneficiare di circa 10 kg di azot o per restituzione colturale .

• Ulteriore apporto naturale di azoto è stimabile in circa 10Kg/Ha ed è dovuto alla mineralizzazione della sostanza organica del terreno e ad apporti di origine atmosferica.

• Le perdite per organicazione, lisciviazione, ecc. vista la tecnica colturale adottata, sono minime e stimabili in circa Kg 10/Ha.

• 210– [(5 +20) – 25] = 210 Kg di AZOTO distribuibili con LIQUAMI. .

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1.12Kg/q.le di fosforo

• Per un obiettivo produttivo di 55 q.li/Ha di granel la + paglia necessitano: q.li 55 x Kg 1,12.= 61.6 Kg/H a di fosforo.

• Si consiglia di apportare Kg 70/Ha di anidride fosforica a mezzo di concimi organici per reintegrare le asportazioni e dotare il terreno.

• Esso va distribuito in pre-semina, durante le operazioni di affinamento del terreno.

Page 55: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,40 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 55 q.li/Ha di granel la + paglia necessitano: q.li 55 x Kg 1,40 = 77 Kg/Ha di potassio.

• Si prescrive di NON APPORTARE ulteriore POTASSIO, in quanto superfluo ed anti-economico.

Difesa da ERBE INFESTANTI

• Si consiglia di effettuare un passaggio con erpice strigliatore in fase di accestimento per limitare le infestanti.

Page 56: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Regimazione delle acque piovane:

• La pendenza del terreno rientra nella fascia

compresa fra lo 0- 2,1 - 10%. • Appena eseguita la semina del frumento duro e

relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi, vann o eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 208 metri ad ettaro. La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso i l fosso di raccolta. Nell’ appezzamento, in considerazione della sua regolare conformazione e pendenza, è possibile eseguire le scoline parallele fra loro, in tale ipotesi, la distanza massima fra di esse da rispettare è di 48 metri.

Gestione residui: • La paglia va possibilmente interrata con la lavorazione

ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per ettaro. Essendo tali microrganismi sensibili al la disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire u n tempestiva lavorazione d’interramento.

Page 57: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di granella ottenuta, il suo peso specifico ed il suo tenore di proteine verranno verificati presso il centro di stoccaggio in cui ve rrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • ORZO (Hordeum vulgare)

Page 58: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Precessione colturale

• Frumento Tenero

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa che l’azienda si prefigge di ottenere è l’obiettivo dei q.li 60 per ettaro in quanto nelle ultime 5 annate di agricoltura a basso impatto si è seminato orzo con un obiettivo che è stato raggiunto nell’annata 1998/1999.

• I suddetti migliori risultati costituiscono gli obiettivi produttivi di riferimento per il quinquennio d’impegno con la sottomisura F1 del P.S.R. .

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale è assicurata dalla presenza della coltura in atto.

Page 59: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Preparazione del terreno:

• A fine estate, dopo la raccolta del grano tenero , va eseguita l’aratura ad una profondità media di 20-25cm e comunque non superiore ai 30 cm .

• I residui colturali della coltura del grano tenero, se

non usati nel settore zootecnico dell’azienda, vanno obbligatoriamente interrati con la lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tali residui è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “strisciata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andranno eseguite circa un paio di operazioni meccaniche di affinamento del terreno, prima della semina dell’ orzo.

Scelta varietale: • Le esigenze di mercato inducono a perseguire principalmente l’obiettivo della qualità intesa come contenuto proteico, e basso contenuto in fibra per l’orzo ad uso zootecnico.

• Non vanno certo trascurati gli obiettivi della produttività e della resistenza alle varie malattie crittogamiche.

• Le varietà consigliate per raggiungere i suddetti obiettivi produttivi sono principalmente: BARAKA, AMILLIS, (distiche) ABONDANT, SOLEN e SONORA ( polistiche) . Esse fanno riferimento ai risultati delle prove sperimentali condotte nel triennio 1997/1999 dal Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Nazareno Strampelli” (CERMIS) di Tolentino (MC); (vedasi stralcio pubblicazione allegato al progetto).

Page 60: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2 Kg/q.le di azoto

• Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 60 x Kg 2 = 120 Kg/Ha di azoto.

• Secondo il DGR 4595 del 28/12/94, la massima quantità di azoto distribuibile è di 210 Kg/Ha.

• Per quanto anzidetto la massima quantità utilizzabile di AZOTO è di Kg 210 ad ettaro .

• L’azoto mediamente fissato dai residui colturali della paglia del grano tenero è stimata in circa 20 Kg/Ha.

• I ritmi con cui l’azoto fissato viene reso disponibile nella stagione successiva all’interramento dei residui è pari a circa il 50%. Da ciò si può stimare che la coltura del orzo dopo frumento tenero possa beneficiare di circa 10 kg di azoto per restituzione colturale .

• Ulteriore apporto naturale di azoto è stimabile in circa 30Kg/Ha ed è dovuto alla mineralizzazione della sostanza organica del terreno e ad apporti di origine atmosferica.

• Le perdite per organicazione, lisciviazione, ecc. vista la tecnica colturale adottata, sono minime e stimabili in circa Kg 10/Ha.

• 120 – [(10 +20) – 30] = 120 Kg di AZOTO distribuibili con concimi organico.

• Si potrà utilizzare nella fase di lavorazione e da l momento che l’azoto è molto basso si consiglia di distribuire i 210 kg

Page 61: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1.08Kg/q.le di fosforo

• Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 60 x Kg 1,08.= 64.8 Kg/Ha di fosforo.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso è molto basso di fosforo per cui si consiglia di apportare Kg 120/Ha di fosforo a mezzo di concimi organico per reintegrare le asportazioni .

• Esso va distribuito insieme nelle lavorazioni con i l liquame .

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,40 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 60 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 60 x Kg 1,40 = 84 Kg/Ha di potassio.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso ha una dotazione elevata di Potassio per cui si prescrive di NON APPORTARE ulteriore POTASSIO, in quanto superfluo ed anti-economico.

Difesa da CRITTOGAME e FITOFAGI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale ,si allega scheda difesa fitosanitaria

Page 62: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Difesa da ERBE INFESTANTI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale, si allega scheda difesa fitosanitaria .

Efficienza macchine irroratrici

• Si rimanda a quanto esposto nel paragrafo parco macchine e attrezzi, la sua funzionalità generale (manometro, pompa, tubi, ugelli, ecc.) verrà verificata all'inizio di ogni stagione d'utilizzo. Prima dell'impiego e comunque prima dell'aggiunta del prodotto chimico nel serbatoio, si verificherà che gli ugelli distribuiscano correttamente, facendo una prova in bianco di distribuzione sul posto di sola acqua. Appena il servizio di taratura macchine irroratrici verrà attivato anche in questo comprensorio, questa azienda si adeguerà all'obbligo previsto dalla misura F del PSR.

Page 63: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Regimazione delle acque piovane:

• Dalle analisi risulta che la tessitura del terreno è da considerare compatto.

• La pendenza del terreno rientra nella fascia compresa fra il 2,1 - 10% negli appezzamenti con pendenza più marcata , appena eseguita la semina della coltura e relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi dell’azienda, vanno eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 286 metri ad ettaro .La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso il fosso di raccolta. Nell’ appezzamento , in considerazione della sua regolare conformazione e pendenza, è possibile eseguire le scoline parallele fra loro , in tale ipotesi, la distanza massima fra di esse da rispettare è di 35 metri

Gestione residui: • La paglia va obbligatoriamente interrata con la

lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per ettaro. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

Page 64: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di granella ottenuta, il suo peso specifico ed il suo tenore di proteine verranno verificati presso il centro di stoccaggio in cui verrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • ERBA MEDICA (medicago sativa)

Precessione colturale

• Favino

Page 65: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

Obiettivi produttivi: • In base alle esperienze produttive antecedenti un ragionevole obbiettivo produttivo di riferimento può attestarsi a circa 90 q.li/Ha di fieno.

• I suddetti migliori risultati costituiscono gli obiettivi produttivi di riferimento per il quinquennio d’impegno .

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale è assicurata dalla presenza della coltura in atto.

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Preparazione del terreno:

• In estate dopo la raccolta del favino va eseguita l’aratura ad una profondità media di 20-25cm e comunque non superiore ai 30 cm .

• I residui colturali della coltura del favino, vanno

obbligatoriamente interrati con la lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tali residui è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “strisciata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andranno eseguite circa un paio di operazioni meccaniche di affinamento del terreno, prima della semina dell’ erba medica .

Scelta varietale: Le esigenze di mercato inducono a perseguire gli obbiettivi della quantità e della qualità intesa %in foglie della massa vegetale raccolta. L’utilizzo dell’ecotipo locale, adattato alle condizioni pedoclimatiche viene abbandonato a favore delle varietà selezionate di erba medica.

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Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Essendo l’erba medica una coltura leguminosa , miglioratrice per eccellenza della fertilità del terreno , si deve apportare ulteriore azoto pe mantenere ed integrare il basso contenuto del terreno quindi si dara cirna 210 kg, oltre a quello che essa stessa riesce a procurarsi con la fissazione sinbiontica . E’ utile invece migliorare la fissazione simbiotica distribuendo all’atto della semina, unitamente alla semente, ceppi di batteri (rizobium leguminosarum) in commercio in apposite confezioni. E’ una pratica che migliora sicuramente la quantità e qualità del foraggio ottenuto.

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 0.8Kg/q.le.Considerata la dotazione bassa del terreno si consiglia di apportare 80kg/hq di fosforo

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2 Kg/q.le . Cosiderata la dotazione elevata del terreno si consiglia di non apportare potassio.

Difesa da CRITTOGAME e FITOFAGI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale .Si allega scheda difesa fitosanitaria.

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Difesa da ERBE INFESTANTI

• È obbligatorio rispettare quanto prescritto dalle apposite linee guida di difesa proposte dal Servizi o Fitosanitario regionale.Si allega scheda fitosanitaria.

Efficienza macchine irroratrici

• Si rimanda a quanto esposto nel paragrafo parco macchine e attrezzi , la sua funzionalità generale (manometro, pompa, tubi, ugelli, ecc.) verrà verificata all'inizio di ogni stagione d'utilizzo. Prima dell'impiego e comunque prima dell'aggiunta del prodotto chimico nel serbatoio, si verificherà che gli ugelli distribuiscano correttamente, facendo una prova in bianco di distribuzione sul posto di sola acqua. Appena il servizio di taratura macchine irroratrici verrà attivato anche in questo comprensorio, questa azienda si adeguerà all'obbligo previsto dalla misura F del PSR.

Regimazione delle acque piovane:

• Il medicaio beneficerà della regimazione residua realizzata in fase di impianto.

Page 69: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di foraggio ottenuta verrà verificata con pesata all’atto della consegna .

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • MAIS

Precessione colturale

• Frumento duro (Triticum durum)

Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

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Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa ottenuta nelle ultime 5 annate di agricoltura convenzionale è quella dell’annata agraria 1998/1999 con una media di Q.li 80 per ettaro di granella secca.

• Il suddetto migliore risultato costituisce l'obiettivo produttivo di riferimento per il quinquennio d’impegno.

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• Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale che precede la semina di detta coltura è obbligatorio assicurarla attraverso la coltivazione di una coltu ra intercalare da sovescio .

• Allo scopo si utilizzerà il FAVINO (Vicia faba - v. minor) il quale oltre che a garantire difesa del suolo dall'erosio, assicura un buon apporto di massa vegetale e soprattutto una buona dose di azoto da fissazione simbiontica, ad opera dei batteri rizobi localizzati sulle radici di questa pianta leguminosa.

• Le gestione di questa coltura intercalare da sovescio vanno così eseguite:

• Esecuzione dell'aratura post frumento duro con le modalità che vengono descritte nel successivo paragrafo.

• Esecuzione di almeno un'operazione di affinamento del terreno per garantire un'adeguata semina ed emergenza della coltura.

• Semina del favino entro il 30 Settembre come da regolamento. Per garantire una migliore copertura vegetale ed un possibile maggior grado di maturazione e fissazione di azoto all'atto del sovescio, è opportuno anticiparne il più possibile la semina rispetto alla suddetta data. La semina viene eseguita con la seminatrice meccanica o con spandi concime in conto terzi utilizzando la dose di circa 60 Kg/Ha di granella di favino. Da questa fase, fino al sovescio è vietato eseguire alcun tipo di concimazione o diserbo.

• Circa 15 - 20 giorni prima della data prevista per la semina del girasole, va eseguito lo sfalcio o la trinciatura del favino.

• Seguono 2 o 3 giorni in cui la massa vegetale viene lasciata ad appassire.

• Si esegue poi un'operazione meccanica d'interramento superficiale, utilizzando ad es: il lelyterra di dotazione a cui potrà eseguire un'ulteriore operazione di preparazione del letto di semina.

• Dopo 10 - 15 giorni si può far seguire la semina del SORGO

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Preparazione del terreno:

• Durante l'estate, dopo la raccolta del frumento duro va eseguita l’aratura ad una profondità non superiore ai 30 cm .

• In alternativa all’aratura e comunque per raggiungere profondità superiori a 30 cm si può eseguire una lavorazione con altro strumento discissore (es. ripuntatore).

• La paglia, residuo colturale della coltura del frumento duro va interrata con la lavorazione ad una limitata profondità in modo da garantire una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una sua corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarlo con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice di dotazione aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andrà eseguita almeno una operazione meccanica di affinamento del terreno, prima della semina della coltura intercalare da sovescio (favino).

• Le successive operazioni di preparazione del letto di semina sono quelle già descritte per la gestione del sovescio del favino.

Scelta varietale: • Le esigenze di buona produttività legate alla disponibilità di acqua irrigua, per la presenza in azienda di un impianto semi fisso d'irrigazione, inducono a scegliere ibridi medio-tardivi.

• Non si ritiene opportuno consigliare l'utilizzo di varietà particolari.

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Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Le asportazioni colturali di azoto, calcolate sulla pianta intera sono pari a 2,3 Kg/q.le

• Per un obiettivo produttivo di 80 q.li/Ha di granella + stocchi necessitano: q.li 80 x Kg 2,3 = 184 Kg/Ha di azoto.

• Secondo la direttiva CEE 676/91, la massima quantità di azoto distribuibile è di 210 Kg/Ha.

• Per quanto anzidetto la massima quantità utilizzabile di AZOTO è di Kg 210 ad ettaro .

• L’azoto mediamente fissato dalla coltura del favino e rilasciato annualmente alla coltura successiva è stimata in 20 Kg/Ha, (F. Bonciarelli “coltivazioni erbacee da pieno campo” – 1991).

• Ulteriore apporto naturale di azoto è stimabile in circa 10Kg/Ha ed è dovuto alla mineralizzazione della sostanza organica del terreno e ad apporti di origine atmosferica.

• Le perdite per organicazione, lisciviazione, ecc. vista la tecnica colturale adottata, sono minime e stimabili in circa Kg 10/Ha.

• 184 – [(20 + 10) - 10] = 164 Kg di AZOTO distribuibili con LIQUAMI CHE SARANNO PORTATI A 210 PER REINTEGRARE LE ASPORTAZIONI E PER REINTEGRARE I QUANTITATIVI MANCANTI

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Fabbisogn i nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,15 Kg/q.le di fosforo

• Per un obiettivo produttivo di 80 q.li/Ha di granella + stocchi necessitano: q.li 80 x Kg 1,15 = 92 Kg/Ha di fosforo.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso è medio dotato di fosforo per cui si consiglia di apportare 90 Kg/Ha di anidride fosforica

• Esso va distribuito in pre-semina , durante le operazioni di affinamento del terreno e di gestione del sovescio della coltura intercalare. In alternativa, una metà di esso può essere più convenientemente distribuito localizzato durante la semina di precisione.

Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2.90 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 80 q.li/Ha di granella + stocchi necessitano: q.li 80x Kg 2,90 = 232 Kg/Ha di potassio.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso ha una dotazione medio alta di Potassio per cui si prescrive di APPORTARE POTASSIO, PER L’MANTENERE LA QUOTA ASPORTATA

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Regimazione delle acque piovane:

• Dalle analisi risulta che la tessitura del terreno è da considerare di medio impasto.

• La pendenza del terreno rientra nella fascia compresa fra il 0- 2,1 - 10% nell’appezzamento pianeggiante verrà garantita la pulizia dei fossi laterali di sc olo mentre negli appezzamenti con pendenza più marcata . appena eseguita la semina della coltura e relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi , vanno eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 238 metri ad ettaro . La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso il fosso di raccolta. Nell’ appezzamento , in considerazione della sua regolare conformazione e pendenza, è possibile eseguire le scoline parallele fra loro , in tale ipotesi, la distanza massima fra di esse da rispettare è di 42 metri

Gestione residui: • Gli stocchi vanno obbligatoriamente interrati con la

lavorazione ad una limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarlo con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per ettaro, utilizzando la macchina irroratrice di dotazione . Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

Page 76: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di granella ottenuta verrà verificata presso il centro di stoccaggio in cui verrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Scheda tipo della gestione 2017-2022 delle colture

Coltura: • FRUMENTO DURO (Triticum Durum)

Precessione colturale

• Mais da granella (Zea mais).

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Caratteristiche pedologiche e di fertilità

• Si rimanda a quanto già citato nelle caratteristiche generali.

Obiettivi produttivi: • La migliore resa produttiva quantitativa ottenuta nelle ultime 5 annate di agricoltura convenzionale è quella dell’annata agraria 1999/2000 con una media di Q.li 55 per ettaro .

• Sempre nella stessa annata agraria sono stati realizzati il miglior peso ettolitrico: 85% ed il miglior contenuto proteico: 14%.

• I suddetti migliori risultati costituiscono gli obiettivi produttivi di riferimento per il quinquennio d’impegno con la sottomisura F2 del P.S.R. .

Inerbimento: • La difesa del suolo dall’erosione o da problemi di lisciviazione nitrati nel periodo autunno-invernale è assicurata dalla presenza della coltura in atto.

Page 78: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Preparazione del terreno:

• A fine estate - inizio autunno, dopo la raccolta del mais va eseguita l’aratura ad una profondità media di 25 cm e comunque non superiore ai 30 cm .

• In alternativa all’aratura e comunque per raggiungere profondità superiori a 30 cm si può eseguire una lavorazione con altro strumento discissore.

• I residui colturali della coltura del mais vanno obbligatoriamente interrati con la lavorazione ad una limitata profondità in modo da garantire una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tali residui è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per Ettaro, utilizzando la macchina irroratrice di dotazione aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

• Successivamente andranno eseguite circa un paio di operazioni meccaniche di affinamento del terreno, prima della semina del frumento duro.

Scelta varietale: • Le esigenze di mercato inducono a perseguire principalmente l’obiettivo della qualità intesa come contenuto proteico, indice di glutine, giudizio globale di cottura della pasta ed indice di giallo nella semola.

• Non vanno certo trascurati gli obiettivi della produttività e della resistenza alle varie malattie crittogamiche.

• Le varietà consigliate per raggiungere i suddetti obiettivi produttivi sono principalmente: IRIDE, GRAZIA, DUILIO e SAN CARLO . Esse fanno riferimento ai risultati delle prove sperimentali condotte nel triennio 1997/1999 dal Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Nazareno Strampelli” (CERMIS) di Tolentino (MC); (vedasi stralcio pubblicazione allegato al progetto).

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Fabbisogni nutritivi di AZOTO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 2,7 Kg/q.le di azoto

• Per un obiettivo produttivo di 55 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li55 x Kg 2,7 = 148,5 Kg/Ha di azoto.

• Secondo la direttiva CEE 676/91 , la massima quantità di azoto distribuibile è di 210 Kg/Ha.

• Per quanto anzidetto la massima quantità utilizzabile di AZOTO è di Kg 210 ad ettaro .

• Essendo il mais una pianta che ha un forte fabbisogno di azoto, si stima che di esso non ne rilasci nessuna quantità a beneficio della coltura del frumento duro.

• Un apporto naturale di azoto, stimabile in circa 10Kg/Ha, è dovuto alla mineralizzazione della sostanza organica del terreno e ad apporti di origine atmosferica.

• Le perdite per organicazione, lisciviazione, ecc. vista la tecnica colturale adottata, sono minime e stimabili in circa Kg 10/Ha.

• 148,5 – (10 – 10) = 148,5 Kg di AZOTO distribuibili con LIQUAMI E SARA‘ AUMENTATO A 210 KG PER MANTENERE E AUMENTARE LE ASPORTAZIONI.

Fabbisogni nutritivi di FOSFORO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,12 Kg/q.le di fosforo

• Per un obiettivo produttivo di 48 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 48 x Kg 1,12 = 54 Kg/Ha di fosforo.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso è mediamente dotato di fosforo assimilabile per cui si consiglia di apportare Kg 60/Ha di anidride fosforica a mezzo di concimi minerali per reintegrare le asportazioni .

• Esso va distribuito in pre-semina , durante le operazioni di affinamento del terreno.

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Fabbisogni nutritivi di POTASSIO

• Le asportazioni colturali calcolate sulla pianta intera sono pari a 1,40 Kg/q.le di potassio

• Per un obiettivo produttivo di 48 q.li/Ha di granella + paglia necessitano: q.li 48 x Kg 1,40 = 67 Kg/Ha di potassio.

• Le analisi del terreno evidenziano che esso ha una dotazione medio alta di Potassio per cui si prescrive di NON APPORTARE ulteriore POTASSIO, in quanto superfluo ed anti-economico.

Regimazione delle acque piovane:

• Dalle analisi risulta che la tessitura del terreno è da considerare di medio impasto.

• La pendenza del terreno rientra nella fascia compresa fra il 0 – 2 - 10%.

• Per tanto si garantirà la pulizia dei fossi laterali di scolo principali.

• Appena eseguita la semina del frumento duro e relativa rullatura, utilizzando lo scavafossi di dotazione, vanno eseguite obbligatoriamente scoline temporanee per lo scolo delle acque piovane. Il loro sviluppo lineare per ettaro deve essere almeno di 208 metri . La loro realizzazione deve prevedere un regolare e non erosivo deflusso delle acque verso il fosso di raccolta. la distanza massima fra di esse da rispettare è di 48 metri .

Page 81: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Gestione residui: • La paglia va interrata con la lavorazione ad una

limitata profondità. Essa garantisce una sufficiente disponibilità di ossigeno necessario ad una loro corretta decomposizione.

• Sempre per accelerare la loro decomposizione, tale residuo è opportuno trattarli con batteri cellulosolitici che vanno distribuiti alla dose commerciale di Kg 1 per ettaro, utilizzando la macchina irroratrice di dotazione aziendale. Essendo tali microrganismi sensibili alla disidratazione, vanno irrorati sul terreno con abbondante acqua. Si consiglia di distribuirli nel tardo pomeriggio facendo seguire la lavorazione nelle ore notturne. Oppure si consiglia di distribuirli una “striscitata” per volta pari alla larghezza della barra irroratrice facendo seguire un tempestiva lavorazione d’interramento.

Verifica degli obiettivi prefissati.

• La quantità di granella ottenuta, il suo peso specifico ed il suo tenore di proteine verranno verificati presso il centro di stoccaggio in cui verrà consegnato il prodotto.

• Sulla base dei risultati ottenuti, tenendo conto dell'andamento stagionale, se si rendesse necessario apportare alcuni significativi accorgimenti alla tecnica colturale descritta, ciò sarà oggetto di integrazione a tale progetto.

Page 82: PUA PER AZIENDA COLLI DI TOLENTINO INTEGRAZIONE

Allegati al progetto:, • Certificato delle analisi del terreno.

________________, il __________ Il tecnico

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