Punto unico di accesso (PUA) e porta sociale
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1
PUNTO UNICO DI ACCESSO
E PORTA SOCIALE:
LE TENDENZE IN ITALIA
Franco Pesaresi
Dirigente Servizi sociali comune di Ancona
Presidente ANOSS
Rimini 3 aprile 2009
2
Alle origini degli sportelli unici
Sin dagli anni ’90, il peso della burocrazia e
l’insoddisfazione per le performance del settore pubblico
hanno spinto l’Italia verso un processo di modernizzazione
dell’apparato pubblico.
Tra gli obiettivi: semplificazione del rapporto cittadino P.A.
e riduzione del carico burocratico.
Uno degli strumenti più ricorrenti di questa politica è stata
la previsione di sportelli unici per concentrare le funzioni e
fornire un solo referente al cittadino.
Fra il 1997 e il 2001 sono stati previsti 5 sportelli unici fra i
quali lo sportello unico per le attività produttive e la Porta
unitaria di accesso ai servizi sociali.
3
I modelli
MODELLI REGIONI prestazioni NOTE
1. Porta sociale
senza presa in
carico
Emilia
Romagna,
Marche,
Liguria
Sociali Modalità organizzativa della
accoglienza che non si
sovrappone a ciò che già c’è.
2. Porta sociale
con presa in carico
Campania,
Umbria
Sociali Riproduce modello dei servizi
sociali (segretariato soc. +
servizio soc. professionale).
3. Sportello
sanitario
Emilia
Romagna
sanitarie Per le prestazioni sanitarie
distrettuali
4. Punto unico di
accesso
Abruzzo,
FVG, Lazio,
Liguria,
Marche,
Piemonte,
Puglia,
Sicilia,
Toscana
Sociali,
socio
sanitarie,
sanitarie
In genere per prestazioni sociali e
sociosanitarie. Più raramente
anche le altre prestazioni
distrettuali
4
NEL SETTORE
SOCIALE
5
Piano nazionale sociale 2001-03
Occorre istituire in ogni ambito territoriale una
«porta unitaria di accesso« al sistema dei servizi • Tale da essere accogliente nei confronti della più ampia
tipologia di esigenze e
• Tecnicamente capace di assolvere la funzione di
segretariato sociale (inteso come livello essenziale art. 22 L. 328)
Nel pdz vanno individuate le soluzioni più idonee
per unificare l’accesso ai servizi sociali e a quelli
sociosanitari presenti nel distretto sanitario
(accordo con ASL). «Porta unica di accesso«.
6
Segretariato sociale secondo il Piano sociale nazionale
Il segretariato sociale deve garantire :
– Informazioni complete ai cittadini in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi;
– Funzione di orientamento;
– Funzione di osservatorio dei bisogni e delle risorse del territorio;
– Capacità di ascolto;
– Funzione di filtro.
7
terminologia usata dalle regioni
L’ indicazione nazionale è stata interpretata da regioni e comuni con strutture dal contenuto similare ma variamente denominate:
• Sportello sociale (Emilia Romagna)
• Sportello di cittadinanza (Liguria)
• Ufficio di cittadinanza (Umbria)
• Ufficio di promozione sociale (Marche)
• Porta unitaria di accesso (Campania)
• Porta sociale (Roma)
8
Definizione
Che cosa si intende per Porta
sociale?
«La porta unitaria di accoglienza e di
accesso al sistema integrato locale
degli interventi e dei servizi sociali«
9
Umbria: Ufficio di cittadinanza
Attivato in tutti gli ambiti. Bacino 20.000 ab. Funzioni garantite in ogni comune.
Personale di riferimento: 2 assistenti sociali, 1 educatore, 1 comunicatore sociale.
Funzioni: • Ascolto
• Organizzazione di risorse della comunità locale
• Informazione e comunicazione
• Consulenza sociale
• Orientamento
• Accompagnamento
• Erogazione di alcune prestazioni assistenziali (compresa presa in carico)
10
Umbria: Ufficio di cittadinanza/2
La caratteristica è quella di lavorare sui bisogni della comunità e non solo sulla domanda. Fa progettazione sociale. Cerca di superare la logica del servizio che si attiva solo su domanda.
L’ufficio di cittadinanza è il livello organizzativo che ricomprende il segretariato sociale e il servizio sociale professionale e quindi eroga le prestazioni socio-assistenziali loro proprie.
11
E. Romagna: Sportelli sociali
Forniscono informazioni ed orientamento ai
cittadini sui diritti e servizi sociali. Gestione del
primo contatto ed invio ai servizi specifici.
E’ parte integrante del segretariato sociale
Da attivare in tutte le zone
Necessita di un sistema informativo in grado di
collegare i vari punti di accesso sociali,
sociosanitari e sanitari.
L.g. da emanare.
32 sperimentazioni realizzate
12
Liguria: sportello di cittadinanza
Attivato in ogni ambito sociale. E’ livello essenziale di assistenza.
Le sue funzioni: • Informazione sui servizi sociali (e sociosanitari)
• Orientamento
• Consulenza.
Previsti anche gli Sportelli sociali che, gestiti da altri soggetti (terzo settore), forniscono solo informazioni.
Presso lo sportello di cittadinanza ha i suoi punti di accesso anche lo Sportello integrato sociosanitario (della ASL) che svolge le stesse funzioni per le prestazioni sociosanitarie.
13
Campania: Porta unitaria di accesso
Da attivare in ogni ambito dai comuni associati (con assistenti sociali)
Consente l’accesso a tutte le prestazioni socioassistenziali.
Svolge i seguenti compiti: • Accoglie la richiesta di servizi sociali e sanitari;
• Analisi del caso;
• Invio al servizio (sociale, sanitario o sociosanitario) preposto alla gestione del caso;
• Presa in carico (accompagnamento + case management).
14
Marche: Uffici di promozione sociale
Previsti (e realizzati) in tutti gli ambiti sociali.
Le funzioni: – Informazioni ai cittadini,
– accoglienza e ascolto dei cittadini
– Orientamento e accompagnamento
– Servizi disbrigo pratiche
– Erogazione di alcune prestazioni di base
– Spazi per l’autorganizzazione delle risorse della comunità
In futuro si prefigura un unico sportello UPS + Sportello della salute
15
Roma: porte sociali
Progetto: 38 porte sociali per avere
informazioni complete e accedere più
facilmente ai servizi.
Le sue funzioni: • Accoglienza-ascolto
• Informazione
• Accompagnamento
• Osservatorio-monitoraggio
16
Le funzioni delle Porte sociali
Porte (e Sportelli) sociali previsti da diverse regioni (Campania, E. Romagna, Liguria, Marche, Umbria, Roma).
Le funzioni possibili, seppur diversamente combinate e previste dalle regioni, sono le seguenti:
• Informazione
• Accompagnamento
• Promozione
• Osservatorio
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La funzione INFORMAZIONE
Ascolto delle richieste e dei bisogni;
Comunicazione della informazione;
Orientamento del destinatario nella lettura dell’informazione fornita;
Orientamento verso il canale più adeguato per ottenere una informazione relativa ad altri servizi.
Prevista in tutte le esperienze attive.
18
La funzione ACCOMPAGNAMENTO
Indirizza attivamente e accompagna l’utente verso le strutture erogatrici di servizi (diversi da quelli forniti dalla porta sociale) attraverso, per esempio, la definizione di appuntamenti (per la presa in carico) e l’attivazione di équipe professionali.
Prevista nella grande maggioranza delle esperienze regionali e locali.
19
La funzione PROMOZIONE
Promuovere all’esterno un servizio e la sua visibilità sul territorio;
Tutelare e promuovere il corretto utilizzo del sistema integrato dei servizi sociali (apropriatezza);
Costruire e sviluppare reti di partenariato;
Funzione prevista da alcune regioni (Marche, Umbria, ecc.).
20
La funzione OSSERVATORIO
Si sostanzia nell’attività di raccolta e di analisi di dati sulla domanda e sull’offerta di servizi.
Realizzano prevalentemente attività di monitoraggio dei servizi e degli interventi erogati sul territorio di riferimento e curano la ricezione dei reclami e la gestione delle liste d’attesa.
Prevista in alcune realtà.
21
La presa in carico
Collocare la «presa in carico« nella Porta sociale significa duplicare i Servizi sociali. Non ha senso. Alcune regioni lo hanno fatto.
Nei piccoli comuni la diffusione della Porta sociale ha comportato la prima presenza organizzata dei servizi sociali. Difficile spiegare che poteva svolgere alcune funzioni e non altre. Probabilmente per questo è stata inserita (es. Umbria).
Lo sviluppo delle Porte sociali deve essere depurata di funzioni improprie.
22
Due livelli
In alcuni casi (Marche, Liguria, associazione
intercomunale di Copparo, ecc.) sono previsti due
livelli organizzativi degli sportelli: • Primo livello: fornisce sostanzialmente solo
informazioni che possono essere erogate da:
farmacie, centri sociali, associazioni di volontariato,
URP, MMG, patronati, sindacati.
• Secondo livello, costituito dagli sportelli sociali.
Erogano tutte le prestazioni previste. Sono fornite
dal comune.
23
Il personale degli sportelli sociali
Nelle esperienze comunali si passa da un solo operatore a 6. Media 3,4
Tutti hanno previsto l’assistente sociale, la maggior parte anche un amministrativo.
In modo episodico anche altre figure: educatore, comunicatore sociale, pedagogista, psicologa, sociologa, ecc.
24
Il bacino della porta sociale
Laddove è supportata dalle regioni,
la Porta sociale è prevista ogni
20.000/24.000 abitanti, fino a 60.000.
Sono però previsti sportelli aperti per
qualche ora settimanale anche nei
piccoli comuni.
25
Porta sociale e sociosanitaria
Quasi tutte le regioni (intervenute in
materia) hanno previsto un raccordo o una collaborazione con le ASL per la gestione comune delle «Porte«.
L’idea di base è quella di una porta unitaria di accesso alle prestazioni sociali e sociosanitarie.
26
SANITA’: SITUAZIONE
NAZIONALE Poche norme nazionali. Nel documento di
sperimentazione del modello assistenziale della “Casa
della salute” si dice che “ai fini della integrazione tra
attività sanitarie e attività socio-assistenziali deve essere
presente lo Sportello unico di accesso con personale
dedicato.
Punti unici di accesso alle cure sanitarie distrettuali o alle
prestazioni sociosanitarie previste dalla maggioranza
delle regioni.
Poche esperienze consolidate e non generalizzate.
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E. Romagna: sportello unico
distrettuale E’ lo strumento che consente la semplificazione
dei percorsi amministrativi nell’accesso ai servizi e assicura l’offerta di informazioni che orientano il cittadino nell’accesso ai servizi distrettuali
Le ASL garantiscono: – La polifunzionalità degli sportelli;
– La presa in carico del cittadino per l’accesso ai servizi complessi (per es. : ass. protesica)
– Coordinamento e raccordo operativo con lo sportello sociale dei comuni.
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Marche: sportello della salute e PUA
PSR 2003-2006: creazione di sportelli della salute, vere e proprie “accettazioni territoriali”, attraverso il quale il cittadino accede alla rete generale dei servizi sanitari (non solo quelli distrettuali)
PDR 2007-2009: costituzione a livello territoriale del Punto unico di accesso (PUA) per l’accesso alle prestazioni sanitarie, sociali, socio-sanitarie. Il PUA: – Decodifica la domanda e fa l’analisi del bisogno;
– Definisce la complessità del bisogno
– Definisce i percorsi di accompagnamento
– Avvia la prima istruttoria
– Invia il cittadino ai servizi di competenza.
Non ci sono altre indicazioni. Attese L.G.
29
Lazio: Punto unico di accesso
Da attivare in ciascun distretto sociosanitario quale punto unico di accesso integrato sanitario e sociale, soprattutto per i servizi distrettuali e sociosanitari.
Le sue funzioni: • Informazione e orientamento al cittadino
• Filtro-triage: Risolvere problemi semplici e rinviare i casi a maggiore complessità verso le sedi adeguate
• Attivazione di un’unità funzionale di pre-valutazione integrata
Comprende anche il centro di accesso unico alla disabilità (CAUD).
Prevista intesa con i comuni.
30
Liguria: sportello integrato
sociosanitario Attivato nel distretto sociosanitario per l’accesso
unificato alle prestazioni integrate.
Le sue funzioni: • Informazione e consulenza
• Orientamento sulla scelta delle prestazioni
• Segnalazione al servizio competente per la presa in carico
• Raccolta ed elaborazione dati.
Ha i suoi punti di accesso c/o gli sportelli di cittadinanza degli ambiti. Per il front-office (non nel back
office) è necessaria una contestuale presenza di operatori dei comuni e dell’ASL.
Flussi di comunicazione tra ASL e comuni stabilita con protocolli e intese.
31
Abruzzo: punto unico di accesso
E’ la Porta unitaria di accesso alle prestazioni
sanitarie, sociosanitarie e sociali
Le sue funzioni:
– Accesso alla rete integrata dei servizi sociosanitari
territoriali (riceve la domanda e individua i percorsi)
– Informazione, educazione, orientamento e gestione della
domanda
– Presa in carico ed attivazione della rete dei servizi
integrati. (risolve bisogni semplici, attiva specialisti o UVM per bisogni
complessi)
Ubicato in ambito distrettuale (sanitario); può avvalersi di sedi
decentrate anche c/o gli “sportelli di cittadinanza” dei comuni.
Aperti 8h/die. Front-office: ass. sociale; back-office: infermiere e medico.
32
Friuli V.G.: Punto unico di accesso
Da attivare nell’ambito della programmazione locale PAT/PDZ
Svolge i seguenti compiti: • Fornisce informazioni sulle prestazioni e le modalità
di accesso ai servizi;
• Fornisce risposte alle richieste dei cittadini;
• Conosce le risorse sociosanitarie del territorio da attivare eventualmente;
• Orienta sull’utilizzo e le caratteristiche dei servizi disponibili.
33
Piemonte: Sportello unico
dell’accesso ai servizi distrettuali Porta unitaria di accesso del cittadino alle informazioni
relative agli ambiti sociale, sociosanitario e sanitario e come primo momento di restituzione di interventi.
Svolge i seguenti compiti (molto vasti): • Fornisce informazioni integrate rispetto all’ accesso
alla rete dei servizi;
• Stabilisce i percorsi, orienta e accompagna il cittadino
• Restituzione interventi semplificati
• Monitoraggio interventi e data base informazioni
Viene gestito in collaborazione fra ASL ed enti gestori dei servizi sociali (da personale sociale e sanitario).
34
Puglia: Porta unica di accesso (PUA) (chiamata porta unitaria di accesso nel recente PSR)
Prevista in ogni ambito sociale in raccordo con le ASL
Le PUA operano per il complesso dei servizi sociali e sociosanitari.
Fornisce informazione ed orientamento sui diritti e i servizi.
Accoglimento di tutte le richieste di assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale integrata.
Attivazione degli altri referenti territoriali competenti.
Per i bisogni complessi che richiedono risposte integrate Ambito e ASL definiscono un protocollo per le procedure di valutazione e per individuare il case manager.
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Sicilia: Sportello unico socio-
sanitario
Gestito dai distretti sanitari per l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari.
Funzioni di informazione, primo contatto, orientamento e accompagnamento
“Lo sportello unico socio-sanitario è parte integrante del segretariato sociale del distretto socio-sanitario” (?)
Funzionamento: 12 ore al giorno per 6 giorni settimanali, con molti punti fisici di accesso rivolti alla cittadinanza.
36
Toscana: Punto unico di accesso
Previsto in ogni zona/distretto (percorso di
accesso unificato ai servizi).
Per i problemi esclusivamente sanitari la figura di
riferimento è il MMG,
per i problemi esclusivamente sociali la figura di
riferimento è l’assistente sociale e
per i problemi complessi (come la non
autosufficienza) l’accoglienza della domanda
deve essere assicurata dall’unità
multiprofessionale che attua la Valutazione
multidimensionale della persona.
37
PUA: Le tendenze Modello prevalente. Previsto dalla metà delle
regioni. Ma il numero di regioni cresce
costantemente.
Tutte le ipotesi prevedono un accordo fra ASL e
comuni per la gestione unitaria ed integrata
dell’accesso alle prestazioni.
Le varie normative regionali sono spesso scarne
e generiche.
Le esperienze reali sono quantitativamente assai
limitate anche perché la normativa è
recentissima.
38
PUA: Le prestazioni
SOCIALI SOCIOSANITARIE SANITARIE
Marche Marche Marche
Lazio Lazio Lazio
Abruzzo Abruzzo Abruzzo
Piemonte Piemonte Piemonte
Puglia Puglia
Sicilia Sicilia
Liguria
39
PUA: Le funzioni
FUNZIONI REGIONI
1. accompagnamento del cittadino
ai servizi di competenza
8. Abruzzo, Friuli VG, Lazio, Liguria,
Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia
2. Informazione e orientamento al
cittadino
7. Abruzzo, Friuli VF, Lazio, Liguria,
Piemonte, Puglia, Sicilia
3. Risoluzione problemi semplici 4. Abruzzo, Friuli VG, Lazio,
Piemonte
4. Presa in carico e attivazione dei
servizi
3. Abruzzo, Friuli VG, Puglia
5. Raccolta ed elaborazione dati 2. Liguria, Piemonte
5. Filtro e triage 2. Lazio, Marche
40
I modelli
MODELLI REGIONI prestazioni NOTE
1. Porta sociale
senza presa in
carico
Emilia
Romagna,
Marche,
Liguria
Sociali Modalità organizzativa della
accoglienza che non si
sovrappone a ciò che già c’è.
2. Porta sociale
con presa in carico
Campania,
Umbria
Sociali Riproduce modello dei servizi
sociali (segretariato soc. +
servizio soc. professionale).
3. Sportello
sanitario
Emilia
Romagna
sanitarie Per le prestazioni sanitarie
distrettuali
4. Punto unico di
accesso
Abruzzo,
FVG, Lazio,
Liguria,
Marche,
Piemonte,
Puglia,
Sicilia,
Toscana
Sociali,
socio
sanitarie,
sanitarie
In genere per prestazioni sociali e
sociosanitarie. Più raramente
anche le altre prestazioni
distrettuali
41
PS/PUA: OBIETTIVI COMUNI
Semplificazione dell’accesso alle prestazioni
Accompagnamento dell’utente
Realizzazione di ambienti dedicati
all’accoglienza, disponibilità di strumenti
telematici per favorire informazione e
orientamento, definizione di procedure per
l’accesso alle prestazioni
Definizione del sistema di valutazione del
bisogno
Coordinamento degli operatori
42
Le prospettive Settore dell’accesso in movimento.
La Porta sociale di accesso alle prestazioni sociali si è
sviluppata nel centro Italia. Continuerà ancora a crescere
perdendo le funzioni relative alla presa in carico degli
utenti.
Tutto il sistema sta evolvendo verso la sperimentazione
della Porta unica di accesso (PUA) alle prestazioni sociali
e sociosanitarie che il modello più avanzato ma anche più
complesso.
Nella realtà poche esperienze significative. Occorre un
impegno vero e coerente. Più occasioni di benchmarking
per far crescere tutto il sistema.
43
Il modello finale
44
GRAZIE PER L’ATTENZIONE