PSICOSINTESI n. 10 - Ottobre 2008
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Il mondo reale, ci che irreale
la nostra percezione di esso
The world is real, what is not real
is our perception of it
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Psicosintesi< n. 10 Ottobre 2008 1
Limmagine del mosaico mi rimanda al signicato dellesistere.Come le tessere di pietra o di pasta di vetro tagliate manualmente,diverse tra loro, uniche nella loro singolarit, sono orme irripetibiliche unite in un progetto di bellezza danno vita ad unopera eterna
cos le persone, coscienti della loro unicit e delle loro potenzialit, o consa-pevoli sinseriscono nel disegno divino o inconsapevoli si trovano collocate nelgrande progetto.Auguro a ciascuno di noi, quali tessere di un grande mosaico, di trovare il propriospazio nel progetto della vita e dellevoluzione.
Cari lettori e care lettrici
Dear Readers
Patrizia Bonacina
The image o the mosaic makes us think o the meaning o existence.Made o tessera ,stone or glass cut by hand, unique and unrepea-table orms that assembled together orm an object , giving lie toeternal work.
People, aware o their potential, may nd themselves in a divine drawing orsubconsciously nd themselves in an object o beauty.I wish all o you, as tessera o a big mosaic, will nd your place in lie andevolution.
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Linvisibile nel
visibileC.Scala - M.Chinatti pag. 28
Parole nella
oresta
Fiorella Pasini pag. 31
Lenergia e le
energie
Gabriello Cirinei pag. 34
Finestre sul mondo
Giuliana Pellizzoni pag. 38
Immagini per
lanima
Margherita Fiore pag. 39
Il Tenente
Colombo
Laura Maninchedda pag. 40
Wyse
pag. 41
Lettera al DirettoreSilvio Valisa pag. 42
Grazie Thanks
pag. 43
Elenco centri
III di copertina
Copertina
II di copertina
Editoriale pag. 1
Il rapporto
col corpo
Roberto Assagioli pag. 3
Il buonumore come
flo di Arianna per
addentrarsi nel
labirinto
Good mood as an
Ariadnes thread to
enter the labyrinthRossella Passavanti pag. 6
Silenzio, Ascolto,
DialogoGiuliana Dambrosio pag. 12
Luniverso un
insieme di stati di
coscienza
Lina Malfore pag. 15
Il tempo
del Natale
Margherita Fiore pag. 20
Convegnonazionale dei Soci
pag. 23
Animali e altre
bestie
Francesca Mazzotti pag. 24
La duplice valenza
degli ostacoli
Giuseppina Vallini pag. 26
DIRETTORE RESPONSABILE
Patrizia Bonacina
COMITATO DI REDAZIONEMargherita Fiore, Lina MalforeSilvio Valisa
[email protected] Rienza, 2 - 21100 Varese
RESPONSABILI PER I TESTI IN INGLESEKetia Alexandre - Pinuccia Tregua
TRADUZIONE TESTIPatrizia Cipolla, Alberto Gabba,Annalisa Gasperi, Kylie Drew BartoliniMargherita Fiore, Carolina Salici,Silvia Trolli, Valeria Uga
COMITATO SCIENTIFICOGaetano Russo, Aldo Scarpulla
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROMara Chinatti, Gabriello CireneiGiuliana DAmbrosio, Margherita FioreLina Malfore, Laura ManincheddaFrancesca Mazzotti, Fiorella PasiniRossella Passavanti, Giuliana PellizzoniScala Claudio, Giuseppina Vallini
GRAFICA - STAMPAcomunicarte - Mozzate - via Tarantelli, 16www.comunicarte.eu
Pubblicazione semestrale registrata presso ilTribunale di Firenze il 28 Luglio 1984 al n 3248
Ed. Istituto di PsicosintesiEnte Morale D.P.R. 1 Agosto 1965 n 172150133 Firenze - Via San Domenico 16Tel. (+39) 055 578026 - Fax (+39) 055 570499www.psicosintesi.it - [email protected]
Anno XXIV nuova serie n 10 Ottobre 2008
Rivista dellIstituto di Psicosintesi
AUTOFORMAZIONE, EDUCAZIONE,
RAPPORTI INTERPERSONALI
E SOCIALI, TERAPIA
Sommario
Gli articoli sono pubblicati sottolesclusiva responsabilit degli autori;le idee sono personali e non impegnanola Direzione della rivista Psicosintesi.
The opinions expressed are thoseo the authors and are not theresponsibility o the board o directors othe Psicosintesi magazine.
Copertina/cover: Mosaico II d.c. - Rimini
Seconda di copertina: Sede Istituto di Psicosintesi (edifcio in evidenza)
- Firenze
Per linvio degli scritti si ricordano le seguenti impostazioni:
File Word - tipo carattere: Arial - Dimensione carattere: 12 - stile: normale - interlinea: singola - num. pag.: max 3
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Avere un atteggiamento cor-retto verso il corpo signicaassegnargli il giusto posto
nella coscienza.Quasi tutti si sentono tuttunocon esso, si appropriano del-le sue condizioni e sensazio-ni, aermando cose tipo: Ioho ame, io ho sete, io sonostanco, e aticano o addirit-tura non riescono a concepireunesistenza separata, indi-pendente dal proprio corpo.E, questo, un materialismovissuto da cui occorre libe-rarsi.
La prima porta da aprire peruscire dalla prigione la rea-lizzazione cosciente dellin-dipendenza dal corpo. Nonbasta saperlo teoricamen-te, questo un aiuto, ma ilvero sviluppo spirituale iniziaquando ci si sente indipen-denti da esso.Disidenticarsi dal corpo non
signica disprezzarlo. Esso uno strumento prezioso,il mezzo necessario per are
esperienze. Occorre rispettar-lo, ammirarne il complicato esapiente congegno e consi-derarlo come una realt viva,intelligente, permeata di atti-vit psichiche.Anche la scienza ha comin-ciato a riconoscere che ogniparticella del nostro corpo permeata di psichismo, cheogni unzione vitale si rivelaquale unattivit intelligenteed intenzionale, diretta in
pratica verso un ne comune,capace di scegliere e di met-tere in opera i mezzi idonei araggiungerlo.Si pu aermare che le in-numerevoli scelte e decisio-ni che deve compiere unacellula gastrica o intestinaledurante la digestione, perelaborare le dierenti sostan-
ze provenienti dal cibo, sonoparagonabili al complesso la-voro di un ministro.
Inoltre, cos come i modernipsico - biologi stanno rico-noscendo che ogni cellulavivente ha la sua psiche, allostesso modo anche un orga-no possiede una psiche leg-germente pi ampia di quellacellulare.Analogamente avviene peri sistemi dorgani che costi-tuiscono gli apparati, qualead esempio quello digestivo,ciascuno destinato allo svol-
gimento di unimportanteunzione della vita sica.Vi inne nel nostro organi-smo unentit centrale, checoordina e regola lattivitdi tutte le unzioni a lei su-bordinate, al ne di conser-vare e sviluppare la vita delcorpo pienamente e in modoarmonico. La massima parte
di tale vita psichica si svolgeal di uori della nostra co-scienza, vale a dire di quella
coscienza ordinaria di ve-glia che noi erroneamenteidentichiamo col nostro veroessere. La nostra coscienzaviene, per, sia pure in modoparziale ed indiretto, infuen-zata e modicata dalle entitpsichiche che costituisconoil nostro corpo.Innanzi tutto giunge abitual-mente alla coscienza un sen-so conuso e generico dellostato generale darmonia o di
disarmonia, di benessere o dimalessere nel quale si trova-no le entit psichiche costi-tuenti il nostro organismo.Questa la cosiddetta cene-stesi, in cui alcuni psicologimaterialisti hanno preteso ditrovare addirittura lorigine ela base della coscienza.Che la cenestesi eserciti
Il rapporto
col corpoRoberto Assagioli
Lezione V - Anno 1970
Autograo di Roberto Assagioli
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unazione continua ed impor-tante sulla nostra coscienza esulla nostra personalit, e inmodo particolare nella nostravita emotiva, un atto acil-
mente constatabile che nes-sun individuo equilibrato punegare. Tuttavia, altrettantoe sicuramente constatabileche la cenestesi solo uno
dei numerosi attori che con-corrono a costituire la nostrapersonalit cosciente, e nem-meno il pi importante.Tutti abbiamo avuto occasio-
ne di constatare che, quandosiamo in preda ad una vivaemozione o preoccupazionepersonale, indipendente dalcorpo, non ci accorgiamo pi
dello stato di benessere omalessere del corpo stesso.Quello che abbiamo visto perla cenestesi vale anche, siain senso positivo sia negativo,
per le singole sensazioni si-che. Chi sappia concentrareortemente lattenzione, pugiungere a sentire in modomolto minore o ad escludere
del tutto dalla propria co-scienza una sensazione dolo-rosa, anche se essa perduranellorganismo dove ha la suaprima sede e origine.
Hanno scarsa consapevolezzadel corpo coloro che sono ac-centrati nella vita emotiva o,come nel caso di certi intel-lettuali, nellattivit mentale,
Galassia NGC 2997
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al punto da perdere quasi ilcontatto col corpo sico edil senso della sua (relativa)realt.Pertanto, le tecniche devo-
cazione immaginativa dellesensazioni cinestesiche, tat-tili, gustative e olattive, tro-vano le pi utili indicazioniper due tipi di soggetti: quel-lo gi menzionato, e coloroche sentono il corpo come unpeso o un ostacolo.Nel primo caso, il valore del-la reintegrazione del corponella coscienza per mezzodelle tecniche devocazioneimmaginativa risiede nel at-
to che compiuta, per cosdire, dallalto, dal s perso-nale che deliberatamenteed attivamente assume ildominio del proprio corpo,vale a dire del proprio stru-mento despressione. Questonon signica aatto essereprigionieri del proprio corpocome nel caso in cui latten-zione rivolta ad esso controla propria volont, al contra-rio la volont personale che
deliberatamente ne prendecoscienza.Nel secondo caso, la consa-pevolezza del tono muscolare utile per mettere in guardiacontro le tensioni che spessosi producono durante il lavo-ro o altre attivit. Un certogrado di tensione nel lavoromentale utile, ma se esso eccessivo produce un dan-noso consumo denergia epu causare mali di testa e
spasmi muscolari. Per questaragione occorrerebbe inter-
rompere il lavoro intellettualeogni ora circa con un breverilassamento. Esso procuraunutile interruzione e avori-sce unattivit prolungata.
Aiutare a ocalizzare latten-zione sulla tensione musco-lare particolarmente utileper gli individui cronicamen-te tesi e che tuttavia non sene rendono conto; aiutare ariconoscere le parti del pro-prio corpo che sono ipertese un buon preliminare allapratica dellesercizio di rilas-samento.Anche lattivit sica unprezioso strumento per man-
tenere eciente il nostro or-ganismo con una ginnasticamirata e rispettosa delle di-erenze individuali.Questa, unita alleducazio-ne alla consapevolezza delproprio corpo, deve miraread eliminare decienze e adequilibrare lintensit del-lattivit muscolare. Inoltre,lallenamento attivo del cor-po deve essere eettuato conun atteggiamento di giusto
equilibrio. Occorre non darglitroppa importanza, allenarlocon distacco, senza identi-carsi in esso, dallalto comeabbiamo gi detto, conside-randolo ed usandolo comeuno strumento di percezione,di esperienza e di azione.Latteggiamento delluomoverso il cavallo simboleggiail giusto modo di trattare ilcorpo: dominandolo, ma nonmaltrattandolo o svalutando-
lo. Lammaestramento del ca-vallo un simbolo ancora pi
evocativo di quello, ad esem-pio, dellautomobile, a causadei suoi vari stadi. Dapprimaabbiamo il cavallo selvaggio,poi lo stesso domato, poi la
sua utilizzazione, inne ilrapporto aettuoso ra lani-male e luomo.Il corretto rapporto ra uomoe corpo sico u indicato conne umorismo da San Fran-cesco quando parl aet-tuosamente al proprio corpochiamandolo Frate Asino.Possiamo ancora esaminareun altro elemento per com-prendere a ondo il correttorapporto con il nostro corpo:
lascetismo di stampo me-dioevale.Esso era eccessivo, violento,troppo separativo. Luomomoderno oscilla, al contrario,ra edonismo, imposizioniviolente e stimoli articiali.Prendiamo un uomo moder-no tipo: dominato dallambi-zione obbliga il corpo ad unlavoro assillante, in ambientimalsani (ascetismo perverti-to!), poi la sera lo compensa
dando libero sogo ai suoiistinti: gola, sensualit e cosvia. Un sano comportamentoverso il corpo richiederebbeinvece: controllo, vigilanza,disciplina, armonia con lanatura e puricazione (intesacome eliminazione del super-fuo). Rendiamoci conto cheil nostro corpo sico appar-tiene al regno animale ed da l che proviene nella sualunga evoluzione. Traiamo da
questa rifessione le correttededuzioni per rendere pi sa-
lubre la nostra vita sica.Un atteggiamento correttoverso il corpo pu essere cossintetizzato: apprezzamento,cura, sviluppo, ma anche su-
bordinazione, utilizzazione etrasmutazione.La giusta cura consiste nelguarirlo, ricaricarlo, rinnovar-lo, rigenerarlo e trasmutarlo.La disciplina del corpo si ot-tiene con esercizi psico spi-rituali.Disciplinarlo con ermezza,ma con volont buona e amo-re, esattamente come arem-mo con un animale dome-stico che ci caro, ma che
vogliamo educare.Disciplina e allenamento in-cludono due stadi:- allenamento cosciente dal-
lalto e- unzionamento inconscio,
la creazione in altri termi-ni dabitudini e dattivitautomatiche che liberanolattenzione per compiti pielevati.
Riassumendo, dalla disiden-ticazione dal corpo si passa
allautopercezione e al suorinnovamento e ricarica ener-getica.Il corpo va apprezzato e in-cluso come parte integrantedellunit organica della no-stra bio-psicosintesi.Esso il tempio del STranspersonale. Un tempioche va tenuto pulito, curato,ordinato, ma che in nessuncaso deve diventare pi im-portante di ci che si svolge
al suo interno o degli indivi-dui che lo requentano.
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Il buonumore
come flo di Arianna peraddentrarsi nel labirinto
Good mood
as an Ariadnes thread toenter the labyrinth
Quando la mente esplora il simbolo,
essa viene portata a contatto conidee che stanno al di l delle capacit
razionali1.
IL LABIRINTO
Tutti conosciamo, anche se solo intuitivamente, il signicatodel termine labirinto. Inatti, al di l della denizioneche troviamo sul vocabolario2, il labirinto soprattutto unsimbolo3.Indubbiamente esistono due piani sui quali il simbolo simuove e agisce e lo si pu vedere: uno cos detto realenel quale il simbolo esprime ci che senza perdere la
sua caratteristica originaria (lalbero pu essere consideratosacro, ma rimane pur sempre albero); uno condizionabile econdizionato dal contesto culturale, storico e geograco nelquale il simbolo inserito.Certo dicile dire cosa lascia losservazione di un simboloin colui che osserva, anche perch a questo processo sot-tende una rifessione pi matura sullo strumento di crescitarappresentato dal simbolo stesso, limmagine ha bisognodella nostra esperienza per destarsi.I labirinti con le loro simbologie e conseguenti teorie sonosistemi complessi. Ritengo che luomo moderno sia abituatoa procedere in orma assolutamente binaria, ossia per s o no
Rossella Passavanti
When the mind explores the symbol,
it is brought to contact ideas beyondany rational skill
THE LABYRINTH
Everyone knows, although just in an intuitive ashion, the
meaning o the term labyrinth. Actually, beside the lexical
denition, the labyrinth is mainly a symbol. Undoubtedly
we can see the two plans which the symbol moves and
acts on: the rst one, the so-called real plan in which the
symbol expresses its meaning without losing its original
eature (the tree can be considered sacred, anyway it is still
a tree); the second one, the conditionable plan, aectedby the cultural, historical and geographical context where
the symbol is inserted in.
It is dicult to say what the observation o a symbol lea-
ves in the observer because a more mature refection on
the growth instrument represented by the symbol itsel
underlies this process; the rising o the image needs our
expertise.
Labyrinths with their symbology and resulting theories are
complex systems. I think that modern man is in the habit
to proceed in an absolutely binary orm yes/no (i.e. the
good, always discrete and changing, that brings to deny
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(vale a dire per il buono sempre distinto e mutevole cheporta per a negare il male che implicito in qualsiasimaniestazione). il prodotto della sua programmazionestorica e con questi parametri crede di essere perettamentein grado di poter giudicare e avvalorare tutto, senza compren-
dere che una vittima del suo condizionamento. Pertantolerronea semplicazione di positivo o negativo (buono ocattivo), escludendo sempre luno in benecio dellaltro,non altro che un errore, dato che le qualicazioni di cuisi tratta sono valide solo da un punto di vista ignorandoil contrario e sono soggette alla relativit del tempo. Ciche cattivo oggi il buono di ieri, e ci che oggi potrebbeconsiderarsi buono, stato cattivo in tempi passati.Come gi enunciato, il simbolo si muove e agisce su duepiani. Ci accaduto anche per il simbolo del labirinto chenella prospettiva medioevale - cristiana ha una strutturaunicursale, in altre multicursale.Nel labirinto unicursale non ci sono inganni o stratagem-
mi, ma lartece vuole solo impedire una visione dinsiemeno a quando non si sia compiuto il percorso dallesternoallinterno e viceversa. Il centro diventa lo scopo del viaggio,di un percorso gi segnato e protetto perch lo schema predeterminato. Inatti, il credente medievale chiede a Diodi stare nel labirinto anch questo suo percorso soci nelsuo giusto centro (Cristo). Il labirinto unicursale rappresentala cecit del procedere della vita umana4 che si estrinsecain un atto di ede. Viceversa, quello multicursale atto a rap-presentare la metaora della scelta in cui gioca la capacitdellindividuo, il quale pur non essendo in grado di prevederelesito del suo cammino, comunque sceglie. Lindividuo allinterno del labirinto stesso e deve sapersi orientare, capi-
re dove si trova per raggiungere il centro, la meta. Nessuno,per, conosce la ragione dellesserci dentro e laccettaredi essere invischiato, quasi attratto, nei suoi meandri. Nellabirinto multicursale lartece crea trucchi ed espedienti,atti a complicare il meccanismo e ad accentuare limpor-tanza del momento della scelta e della ricerca, con schemialternativi e nuovi, ricerca che trover il suo completamentonel raggiungimento della meta e nel successivo ritorno allarealt. Il labirinto si staglia ra i simboli pi importanti,soprattutto se lo consideriamo in relazione al processo dellaconoscenza e se lo vincoliamo con una tappa dellevoluzionee alle prove che lanima deve arontare e sorire nel suoriormarsi psicologico. Questo simbolo, inatti, in cui lanima
si perde e deve trovare necessariamente luscita, presupponeunimprescindibile idea di orientamento senza la quale non possibile trovare la via che liberi luomo dalla conusionee dal sentirsi irrimediabilmente perso.Letimologia del termine labirinto ancora incerta. Alcunilo anno derivare da labris, lascia bipenne di pietra vene-rata a Cnosso in quanto attributo di Zeus Ideo e riprodottanella reggia di Minosse. Unaltra etimologia che io ritengopi interessante e pertinente con i ragionamenti che andrsviluppando, a derivare questo termine da labra o laura,termini che stanno ad indicare la caverna, la miniera con isuoi cunicoli. Da sempre la discesa nelle viscere della terra
the evil that is implicit in any event). This habit is due to
an historical programming and man believes to be ully able
to judge and evaluate everything through these parameters,
unaware to be a victim o his conditioning. Thereore, the
excessive simplication o positive or negative (good or bad)
always excluding the one in avour o the other, is nothingbut a mistake, given that any qualication is valid only
rom a single point o view ignoring the opposite and is
subjected to the relativity o time. What is bad today was
good yesterday, and what could be considered good or
today, was bad in past times.
As above stated, the symbol moves and acts on two levels.
This is also the case or the symbol o the labyrinth, that
under the medieval-christian perspective has an unicursal
structure, otherwise it is multicursal.
In the unicursal labyrinth there are no tricks; the builder
wants just to prevent an overall view until the route rom
outside to inside and viceversa has been completed. The
centre is the goal o the journey, a ormerly marked andprotected path given that the scheme is predetermined.
Indeed, the medieval believer asks God to remain in his
labyrinth so that this path leads to the right centre (Christ).
The unicursal labyrinth represents the blindness o the
progress o human lie expressing itsel as an act o aith.
Conversely, the multicursal labyrinth is likely to represent
the metaphor o the choice, evidencing the role played by
the skills o the individual which however chooses, even i
unable to predict the outcome o his journey. The voyager
is inside the labyrinth itsel and must nd his bearings,
understand his position, in order to reach the center, the
goal. However, nobody knows the reason to be there, to
accept the involvement, the attraction exerted by thosemeanders. In the multicursal labyrinth, tricks and gimmicks
created by the architect complicate the mechanism and ac-
centuate the importance o a proper selections timing and
a strategy based upon alternative schemes; the completion
o the research will be the achievement o the goal and the
subsequent return to reality. The labyrinth stands out among
the most important symbols especially i we relate it to the
process o knowledge. We can link it to an evolutive stage
and to the trials that a soul has to ace and suer in her
psychological reorm. In act, this symbol, where the soul
gets lost and must necessarily nd the exit, presupposes the
idea o an orientation which is essential to ree man rom
the conusion and the eeling to be hopelessly lost.The etymology o the term labyrinth is still uncertain. Some
authors derive it rom labris, the stone axe venerated at
Knossos as an attribute o Zeus Ideo and reproduced in
the palace o Minos. Another etymology I consider more
interesting and relevant to the arguments I will go develo-
ping, is derived rom the term labra or laura, meaning
the cave, the mine with its tunnels. The descent into the
earth bowels always brings back to a initiatory process ai-
med mainly to orging a new individual assigned to a great
enterprise. We can ully agree, in this sense, with Mircea
Eliades statement o a return toward the undierentiated,
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riporta ad un processo iniziatico nalizzato soprattutto aorgiare un individuo nuovo destinato alla realizzazione digrandi imprese. Si condivide pienamente, in tal senso, la-ermazione di Mircea Eliade di un ritorno allindierenziato,un regressum ad uterum che dona la purezza originaria.
Il labirinto rappresenta un itinerario pericoloso e dici-le: nei suoi meandri, senza giusta guida, acile perdersie nelloscurit senza ne della sua caverna, se essa nonviene debitamente illuminata, pu nascondersi un orroreinimmaginabile5.Per nota anche la risolutiva associazione simbolica attada Guenon ra caverna e cuore i quali rappresentano i centridai quali si irradia la vita6.Il simbolo riunisce ci che disperso e nella sua potenzialitdinamica ascendente e discendente costituisce un insiemedi conoscenze. Sulla scia di questa via labirintica possiamoare rierimento a tre aspetti: una via di ricerca delluomoche descrive contemporaneamente una possibile trasorma-
zione della sua psiche e del mondo; una via del linguaggioattraverso cui il mito trasmette un messaggio implicito; unavia matematico-geometrica. Queste tre vie si deniscono ecompletano a vicenda trovando un valido senso solo nel loroinsieme. Questi tre aspetti, cos apparentemente diversi,necessitano probabilmente di una chiave che spieghi loschema del labirinto e ne colleghi alluomo, implicitamente,le orme7.La Psicosintesi8 in propositoornisce un itinerario interioreche ci consente di metterci incontatto con i meandri del la-birinto-uomo, con la parte pi
proonda di noi stessi. Luomoche supericialmente vede imutamenti della propria vitae si lascia condurre da essi,identicandosi via via nei vo-lubili contenuti della propriacoscienza pu divenire luo-mo che, trovandosi di ronteal proprio labirinto interiore,al proprio crogiolo di impulsi,sensazioni e sub-personalit9,si osserva con attenzione e siaddentra nei suoi cunicoli con
circospezione s, ma con co-raggio, utilizzando questa qua-lit che gli deriva dal cuore.Lindividuo, il pi delle volte,non consapevole dei suoicambiamenti repentini e passaaltalenando e identicandosi,da una sub-personalit allal-tra. Processo non acile checomporta limpervia discesaverso il centro del labirinto alne di conoscersi ed acquisire
a regressum to uterum that gives the original purity. The
labyrinth is a dangerous and dicult journey; without a
proper guidance, it is likely to get lost in its meanders, and
the absolute darkness o his cave, i not properly enlighted,
can hide an unimaginable horror.
But it is also known the resolving symbolic association madeby Gunon between cave and heart: both o them represent
the centres which lie radiates rom.
The symbol joins what is scattered and in its dynamic
potential, ascending and descending, contains a body o
knowledge. Following this labyrinthic path, we can reer to
three aspects: a way o research, which describes a possible
conversion o both the psyche and the world; a communica-
tive way through which the myth send an implicit message;
a mathematic-geometric way. These three routes dene and
complement each other by nding a valid sense only in
their unity. These three aspects, so apparently dierent,
probably need a key to explain the labyrinth pattern and to
link implicitly its orms to man.In this respect, the Psychosyntesis provides an inner jour-
ney that enables us to keep in contact with the meanders
o the labyrinth-man, with our deepest part. The man who
supercially sees the changes in his lie and lets him to be
leaded by them, the man who is identied in the imper-
manent contents o his conscience, can become the man
who, being in ront o his in-
ner labyrinth, the melting-pot
o his impulses, eelings and
sub-personalities, may look in
with accuracy and wander in
its tunnels with circumspec-
tion, and with courage too,using this attribute coming
rom the heart. Oten the
individual is unaware o his
rapid changes and goes on
alternating his identication
now in a sub-personality and
now in another one. It is a di-
cult process, the impervious
descent in the centre o the
labyrinth, towards the sel-
knowledge and the awareness
o each part, reaching the core
o ourselves (the cave), iden-
tiying it as the unique centre
o the sel, and nally the re-
turn to the relationship with
the outside world (out o the
labyrinth), along roads and
tracks which are known and
possessed with a clear con-
science o the acquisition o
a transormative power.
This complex path requires
the mandatary involvement
Luca Signorelli, Orvieto - Duomo
Cappella di Brinzio, 1499 - 1502, particolare
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Labirinto - Glastonbury - Scozia
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consapevolezza di ciascuna propria parte, raggiungere ilnucleo di se stessi (la caverna) e individuarlo quale unicocentro di autocoscienza e, inne, ritornare alla relazione colmondo esterno (uscita dal labirinto) percorrendo strade or-mai note e tracciati conosciuti e posseduti con la coscienza
di aver acquisito il potere della trasormazione.Questo percorso cos complesso presuppone lindispensabileentrata in campo della volont in qualit di unzione dina-mica dellIo. Porre in essere la volont signica per ciascunuomo attivare una unzione psichica con la quale si tendealla saggezza e si coltiva lamore per se stessi e per gli altri.Nel labirinto cretese Arianna il maestro per Teseo e conil suo lo, simbolo del suo amore, lo conduce per entrareed uscire dal labirinto. Ciascun essere umano pu cercare ilsuo maestro che lo conduca per gli impervi e sconosciu-ti sentieri. Io propongo come lo dArianna il buonumorequale sorgente del sorriso e ratello minore della gioia10,ingrediente che, sapientemente dosato, capace di svol-
gere una azione dinamogena nella nostra psiche. Questodinamos si maniesta con una generale esaltazione dellanostra personalit, spingendola al riconoscimento dellenostre superiorit, perch ridere di una cosa in ondoriconoscere, come dice Assagioli, la nostra indipendenzamorale da essa, il che equivale a porsi in una posizione didistaccato giudizio e a considerare le cose dallalto11. Intal modo il sorriso diventa un istante di saggezza perch questo il livello di coscienza del saggio. Il buonumore diven-ta, pertanto un balsamo catartico, una conortante energiabeneca, un aiuto nei momenti dicili. Inatti, molte situa-zioni dicili della vita che potrebbero arci perdere neglianratti del labirinto, possono assumere con il buonumore
un tono di levit che ci riporta sul cammino.Chiaramente per coltivare il buonumore e larmonia non suciente la consapevolezza dei nostri ostacoli interiori,ma necessario porre in essere anche delle tecniche attiveNon come rassegnazione, quindi, bens come modalit percooperare con linevitabile12.Ciascuna sub-personalit, poi, trova dentro di noi un op-posto rustrato e inibito. Queste ambivalenze individuali,sempre presenti in natura, devono costituire per ciascunindividuo una onte di ricchezza. I poli, inatti, sono ugualie opposti, ed insieme rappresentano la completezza. Se ciaccorgiamo della presenza di un polo ipertroco, questodeve essere rivitalizzato e non negato al ne di lasciar fuire
liberamente lenergia vitale da un estremo allaltro, al nedi conquistare continuamente un nuovo e dinamico riequi-librio e la piena integrazione ed inclusione. Inatti, il sensodella nostra identit deriva, anche, dal riconoscimento cheacciamo delle nostre parti in opposizione. Lo suggerisceanche Giordano Bruno che occorre chiudere le contraddi-zioni con la coincidenza degli opposti: in tristizia ilaris, inilaritate tristis.Il labirinto interiore, quindi, secondo me va arontato conconsapevolezza (unzione statica dellIo), con volont (un-zione dinamica dellIo), ma anche con leggerezza e gioia.