Psicologia dell’Handicap e della Riabilitazione Maria Francesca Pantusa [email protected].
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Psicologia dell’Handicap e della Riabilitazione
Maria Francesca [email protected]
Programma- Definizione di menomazione, disabilità ed handicap- Classificazioni diagnostiche (DSM IV, ICD 10, ICIDH, ICF) - Teorie dell’intelligenza- Ritardo mentale- Ipoacusie- Le paralisi cerebrali infantili
Programma
• Disturbi del linguaggio• Disturbi specifici
dell’apprendimento• Disturbo da deficit dell’attenzione
con iperattività- Handicap e contesti di vita- Disturbo autistico
Corso di Psicologia dell’Handicap e della Riabilitazione
• Materiale didattico
M Zanobini, MC Usai. Psicologia della disabilità e della riabilitazione. I soggetti, le relazioni, i contesti in prospettiva evolutiva. EDS Franco Angeli,2005
S Soresi. Psicologia delle disabilità, Eds Il Mulino
Vicari S., Caselli M.C. (2002) I disturbi dello sviluppo. Ed. Il Mulino
Moretti G. (a cura di Cannao M.-Moretti A.) , Riabilitazione e integrazione del disabile” , Armando, 2006
Arfelli Galli A., Muzi M. (a cura di) , “Lo spazio di vita del bambino disabile” , Eum, 2008.
Le classificazioni dell’handicap
Psicologia dell’handicap e della riabilitazioneProf. Maria Francesca Pantusa
In Italia le persone con disabilità sono:
2 milioni 615mila, circa il 5%con totale mancanza di autonomia
6milioni 980mila, 13%con apprezzabile difficoltà nello
svolgimento di una funzione
ISTAT,99 (popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia)
Ben il 33% delle persone con disabilità è portatore di almeno due disabilità contemporaneamente fra:
disabilità nelle funzioni disabilità nel movimento disabilità sensoriali.
PERCHE’ CLASSIFICAREPERCHE’ CLASSIFICARE
stabilire un linguaggio comune per migliorare stabilire un linguaggio comune per migliorare
la comunicazionela comunicazione permettere un raffronto dei dati fra:permettere un raffronto dei dati fra:
PaesiPaesi discipline sanitariediscipline sanitarie serviziservizi periodi periodi
fornire uno schema di codifica sistematica per fornire uno schema di codifica sistematica per
i sistemi informativi sulla salutei sistemi informativi sulla salute
LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONIIN AMBITO SANITARIO
ICD - OMSCLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLEMALATTIE (INIZI ‘900) ICD-10 - OMSDECIMA REVISIONE DELLA CLASSIFICAZIONE
INTERNAZIONALE DELLESINDROMI E DEI DISTURBI PSICHICI E
COMPORTAMENTALI (1992) DSM-IV-TR - DSM VMANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI -A.P.A. (prima versione 1952)
IL DSM-IV-TR e l’ICD-10: sistemi diagnostici a confronto
I sistemi nosografici in psichiatria
Utilità diagnostico-terapeutica;
Utilità previsionale-prognostica;
Utilità comunicativa
Utilità nell’approfondimento delle conoscenze
Modelli patogenetici
I sistemi nosografici in psichiatria L’ICD
La classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute (ICD) è attualmente il sistema adottato a fini epidemiologici e statistici dalla maggior parte degli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Lo scopo principale dell’ICD è quello di consentire la registrazione, l’analisi ed il confronto sistematico dei dati sulla morbilità e sulla mortalità raccolti in differenti paesi
Nell’ICD-6 (1946) per la prima volta una sezione specifica dedicata ai disturbi psichici.
Le due successive revisioni della classificazione, l’ICD-7 (1955) e l’ICD-8 (1965), non presentavano significative differenze nella struttura di base
Storia dell’ICD-10
Nel 1976, l’ICD-9 17 sezioni di cui quella relativa ai disturbi psichici comprendeva trenta categorie diagnostiche principali (290-319)
Dal 1º gennaio 1993 l’ICD-10 21 capitoli che coprono l’intera area della pratica medica.
Il sistema di codifica è basato su codici a tre elementi (A00-Z99), di cui il primo, una lettera (A-Z), indica il capitolo corrispondente, mentre gli altri due (01-99) sono relativi alle categorie diagnostiche principali, a loro volta suddivise da altre due cifre in specifiche sindromi o disturbi
ICD 10
tipologia di malattia(infettive, tumori, nutrizionali, ecc…)
Apparati coinvolti
codice alfanumerico associato al termine medico della malattia
Struttura della classificazione delle malattie:
I DISTURBI PSICHIATRICI NELL’ICD-10
I sistemi nosografici in psichiatria.Storia del DSM
Il DSM-I (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders), pubblicato nel 1952 primo tentativo di classificazione sistematica dei disturbi mentali da parte dell’American Psychiatric Association (APA), proposto in alternativa alla “Sezione Malattie Mentali” dell’ICD-6 del 1946
DSM-II (1968) abolizione del termine “reazione”
DSM-III (1980) introduzione di specifici criteri diagnostici per ciascun disturbo mentale e adozione di un sistema multiassiale di classificazione
Il processo di revisione del DSM-IV
Il DSM-IV è il prodotto della cooperazione di 13 gruppi di lavoro (task force)
Il processo di revisione volto alla messa a punto del DSM-IV ha compreso tre fasi:
1. Revisione della letteratura clinica e di ricerca pubblicata
2. Rianalisi degli insiemi di dati raccolti
3. Sono state condotti 12 field trials in 70 centri negli Stati Uniti e all’estero (6.000 pazienti) al fine di mettere a confronto i criteri diagnostici proposti per il DSM-IV con i criteri del DSM-III-R e dell’ICD-10 e valutarne l’attendibilità e la validità
Approccio ateorico nel DSM-V Il modello di riferimento esplicito del DSM IV-TR, cosiddetto
“ateorico”, è un modello in cui vengono utilizzati prevalentemente i dati descrittivi o “obiettivi” (cioè verificabili da più osservatori).
L’approccio “ateorico” si intende riferito essenzialmente alla eziologia dei disturbi, a meno che questa non sia chiaramente dimostrata.
L’approccio cosiddetto “ateorico” del DSM-IV-TR ha lo scopo di:
1) Migliorare le pratiche di ricovero. 2) Innalzare l’attendibilità delle diagnosi. 3) Favorire la diffusione del manuale presso operatori di
diversa tendenza.
Organizzazione del DSM-V La suddivisione multiassiale
Un sistema multiassiale comporta la valutazione su diversi assi, ognuno dei quali si riferisce ad un diverso campo di informazioni che può aiutare il clinico nel pianificare il trattamento e prevedere l’esito.
La classificazione multiassiale del DSM-IV-TR comprende cinque assi: Asse I: Disturbi Clinici/Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinicaAsse II: Disturbi di Personalità/Ritardo Mentale Asse III: Condizioni Mediche Generali Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento
ASSE I: Disturbi Clinici
•Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza (escluso il Ritardo Mentale, che viene diagnosticato sull’Asse II)
•Delirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi CognitiviDelirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi Cognitivi
•Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale
•Disturbi Correlati a Sostanze
•Schizofrenia ed Altri Disturbi Psicotici
•Disturbi dell’Umore
•Disturbi d’Ansia
•Disturbi Somatoformi
ASSE I: Disturbi Clinici
•Disturbi Fittizi
•Disturbi Dissociativi
•Disturbi Sessuali e dell’Identità di Genere
•Disturbi dell’Alimentazione
•Disturbi del Sonno
•Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove
•Disturbi dell’Adattamento
•Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica (Ad es. disturbi del movimento indotti da farmaci)
Asse II: Disturbi di Personalità‚ Ritardo Mentale
L’Asse II può essere utilizzato per indicare importanti caratteristiche di personalità maladattive che non raggiungono la soglia per un Disturbo di Personalità.
Sull’Asse II si può anche indicare l’uso abituale di meccanismi di difesa maladattivi.
Asse III: Condizioni Mediche Generali
Sull’Asse III si riportano le Condizioni Mediche Generali in atto potenzialmente rilevanti per la comprensione o il trattamento del disturbo mentale dell’individuo.
ASSE III: Condizioni Mediche Generali
1) Alcune malattie infettive o parassitarie.2) Neoplasie.3) Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche e
Malattie del sistema nervoso 4) Malattie dell’occhio e annessi 5) Malattie dell’orecchio e del processo mastoideo.6) Malattie del sistema circolatorio7) Malattie del sistema respiratorio.8) Malattie del sistema digerente 9) Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo.10) Malattie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo 11) Malattie del sistema genito-urinario 12) Gravidanza, parto e puerperio.13) Alcune condizioni che si manifestano nel periodo perinatale 14) Malformazioni congenite, deformazioni e anomalie cromosomiche.15) Sintomi, segni e anomalie croniche e laboratoristiche non classificati altrove16) Lesioni, avvelenamenti ed altri difetti di agenti esterni 17) Cause esterne di morbidità e di mortalità.
Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali
Vengono classificati qui i problemi psicosociali ed ambientali che possono influenzare la diagnosi, il trattamento e la prognosi dei disturbi mentali (Asse I e Asse II).
Un problema psicosociale o ambientale può corrispondere a un evento vitale negativo, una difficoltà o una carenza ambientale, uno stress familiare o interpersonale di altro tipo, alla inadeguatezza del supporto sociale o delle risorse personali, o ad altri problemi legati al contesto nel quale si sono sviluppate le difficoltà dell’individuo.
I cosiddetti eventi stressanti positivi dovrebbero essere indicati solo quando costituiscono o causano un problema.
I problemi psicosociali possono anche svilupparsi come conseguenza della psicopatologia, o possono costituire problemi che meritano di essere considerati nel piano generale del trattamento.
ASSE IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali
Problemi con il gruppo di supporto principale Problemi legati all’ambiente sociale Problemi di istruzione Problemi lavorativi Problemi abitativi Problemi economici Problemi di accesso ai servizi sanitari Problemi legati all’interazione con il sistema
legale/criminalità Altri problemi psicosociali e ambientali
Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento
Sull’Asse V si riporta il giudizio del clinico sul livello di funzionamento globale. Questo tipo di informazione è utile per pianificare il trattamento, misurare il suo impatto e predirne l’esito.
Il funzionamento globale viene riportato sull’Asse V tramite la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF). La VGF può essere particolarmente utile per seguire i progressi clinici degli individui in termini globali, utilizzando una misura singola. La VGF deve essere utilizzata solo per quanto riguarda il funzionamento psicologico, sociale e lavorativo.
La Scala VGF è divisa in dieci ambiti di funzionamento. Fare una valutazione in base alla VGF implica la scelta di quel valore che meglio riflette il livello di funzionamento globale dell’individuo.
Relazione tra DSM-IV-TR ed ICD-10 I progetti clinici e di ricerca dell’ICD-10 sono stati
accuratamente analizzati dai gruppi di lavoro per il DSM-IV-TR ed hanno suggerito la base per le revisioni della letteratura e la rianalisi dei dati del DSM-IV-TR
I codici ed i termini forniti dal DSM-IV-TR sono completamente compatibili con quelli dell’ICD-9-CM e dell’ICD-10
Ognuno dei disturbi e delle condizioni del DSM-IV-TR nella versione italiana è contrassegnato dal codice diagnostico a quattro cifre derivato dall’ICD-10 (F00XX)
DSM-IV-TR ed ICD-10 a confronto
Le principali differenze formali tra i due sistemi diagnostici:
1) L’assenza di un sistema multiassiale nell’ICD-10 (il sistema multiassiale nell’ICD-10 è presente solo per i disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza); ma è in fase di studio anche per l’ICD-10 un sistema multiassiale basato su tre assi:
2) Il DSM-IV-TR mantiene un unico set di criteri diagnostici, mentre l’ICD-10 prevede una versione per la pratica clinica ed una per la ricerca dotata di criteri più rigidi.
Problemi nell’uso del DSM-IV-TRLimiti dell’approccio categoriale
1) Elevata frequenza di diagnosi in comorbidità
(Dimensione psicopatologica sottostante diverse categorie?)
2) Incertezza nelle diagnosi di confine tra le categorie
3) Instabilità nel tempo delle diagnosi secondo il DSM-IV-TR
4) Scarsi risultati nella ricerca di markers biologici attraverso l’uso delle categorie del DSM-IV-TR
LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONIdelle Disabilità
ICIDH OMS 1980CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLEMENOMAZIONI, DELLE DISABILITA’ E DEGLIHANDICAP
ICIDH-2 OMS 1997CLASSIFICAZIONI DELLE MENOMAZIONIDELLE ATTIVITA’ PERSONALI E DELLAPARTECIPAZIONE SOCIALE
ICF OMS 2001CLASSSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELFUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITA’ EDELLA SALUTE
CONCEZIONE DELL’ OMS
Nel 1980 l’OMS propone una classificazione generale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap (ICIDH)
ICIDH 1980Cambiamenti patologici manifestazioni (sintomi e segni)CONDIZIONE DI SALUTE
(la malattia clinica è visibile)MENOMAZIONILivello fisiologico
limitazione dell’attività (“oggettivata”)Comportamento derivante da malattia/fenomeni di malessereDISABILITA’
Livello personalerisposta della società all’esperienzadell’individuo (cioè restrizione dellapartecipazione)HANDICAPLivello comunitario
MENOMAZIONE
Definizione: è menomazione qualsiasi perdita o anormalità a carico di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica
Classificazione: 1. Menomazioni della capacità intellettiva 2. Altre menomazioni psicologiche 3. Menomazioni del linguaggio e della parola 4. Menomazioni auricolari 5. Menomazioni oculari 6. Menomazioni viscerali 7. Menomazioni scheletriche 8. Menomazioni deturpanti 9. Menomazioni generalizzate, 10.Sensoriali e di altro tipo
Caratteristiche:
La menomazione è caratterizzata da perdite materiali o anormalità che possono essere transitorie o permanenti e comprende l’esistenza o l’evenienza di anomalie, difetti
o perdite a carico di arti, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali.
La menomazione rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e in linea di principio essa riflette i disturbi
manifestati a livello d’organo.
DISABILITA’
Definizione: si intende per disabilità qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano
Classificazione: 1. Disabilità nel comportamento 2. Disabilità nella comunicazione 3. Disabilità nella cura della propria persona 4. Disabilità locomotorie 5. Disabilità dovute all’assetto corporeo 6. Disabilità nella destrezza 7. Disabilità circostanziali 8. Disabilità in particolari attività 9. Altre restrizioni all’attività
CARATTERISTICHE
La disabilità rappresenta l’oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello di
persona.
Le disabilità sono specifiche non sono generiche, una persona può essere disabile solo in qualcosa
Deve essere evidenziata l’analisi dei comportamenti che le persone manifestano durante lo svolgimento di attività quotidiane, meglio se nel proprio contesto
Dall’accertamento delle disabilità si possono avere le indicazioni per il piano abilitativo ed educativo
HANDICAP
Definizione: Nell’ambito delle evenienze inerenti alla salute,l’handicap è la
condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali
Classificazione: 1. Handicap nell’orientamento 2. Handicap nell’indipendenza fisica 3. Handicap nella mobilità 4. Handicap occupazionali 5. Handicap nell’integrazione sociale 6. Handicap nell’autosufficienza economica 7. Altri handicap
Caratteristiche
L’handicap rappresenta la socializzazione di unamenomazione o di una disabilità e come tale riflette leconseguenze - culturali, sociali, economiche e ambientali - cheper l’individuo derivano dalla presenza della menomazione edella disabilità.
Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita dellacapacità di conformarsi alle aspettative o alle normeproprie all’universo che circonda l’individuo.
L’handicap si manifesta quando vi è una compromissione dellacapacità di sostenere quelle che possono essere definite funzionidella sopravvivenza.
Sequenza di Concetti Sequenza di Concetti ICIDH 1980 ICIDH 1980
MenomazioneMenomazione
MalattiaMalattia oodisturbodisturbo
DisabilitàDisabilità HandicapHandicap
HANDICAP
l’handicap è la conseguenza del deficit e non il deficit stesso
concerne persone con menomazioni e disabilità
gli handicap si riferiscono alle “funzioni della sopravvivenza” legate a menomazioni e disabilità
ICIDH-2, OMS 1997*
Aspetti innovativi a livello di:
linguaggio costruttoin tema di disabilità
*ICIDH sta per International Classification of Impairment, Disability and Handicap
STRUTTURA DELL’ICIDH-2TRE DIMENSIONI DELLA CLASSIFICAZIONE
1. ALTERAZIONI FUNZIONALI E STRUTTURALI ( ex menomazioni) DELL’’ORGANISMO, PERDITE O ANORMALITA’RIGUARDANTI:
* la struttura del corpo* funzioni fisiologiche* funzioni psicologiche
2. LE ATTIVITA’ PERSONALI (ex DISABILITA’) QUALUNQUE COSA UNA PERSONA FACCIA A QUALSIASI LIVELLO DI COMPLESSITA’; DA
SEMPLICI A COMPLESSE CHE POSSONO SUBIRE LIMITAZIONI DI : natura, durata e qualità
3. PARTECIPAZIONE SOCIALE (EX HANDICAPS): L’INTERAZIONE TRA LE MENOMAZIONI, LE ATTIVITA’ E I FATTORI CONTESTUALI, IN TUTTE
LE AREE E GLI ASPETTIDELLA VITA UMANA CHE PUO’ SUBIRE RESTRIZIONI A LIVELLODELLA :
natura, durata e qualità
DIFFERENZE CON L’ICIDH - 1980
LE DIMENSIONI SONO STATE DENOMINATE CON TERMINI NEUTRI
OGNI DIMENSIONE VIENE CONSIDERATA PER GLI ASPETTI NEGATIVI E POSITIVI
LE MENOMAZIONI SONO STATE SUDDIVISE IN ALTERAZIONI
* funzionali* strutturali LE DISABILITA’ SONO STATE SOSTITUITE CON
ATTIVITA’PERSONALI
L’HANDICAP E’ STATO RIFORMULATO COME PARTECIPAZIONE SOCIALE
ICF 2001
L’ICF appartiene alla “famiglia” delle classificazioni internazionali sviluppate dall’OMS in vista di una loro applicazione a vari aspetti della salute”.
Nasce dallo sforzo congiunto di 65 Paesi coordinati dall’OMS.
Dal 2001 lo strumento viene accettato come standard internazionale per misurare e classificare salute e disabilità da 191 Paesi del mondo.
Lo scopo generale della classificazione ICF è quello di fornire
un linguaggio standard e unificato che serva da modello di riferimento per la descrizione della salute e degli stati ad
essa correlati.
I domini contenuti nell’ICF possono, perciò, essere visti come
domini della salute e stati ad essa correlati.
Questi due domini sono descritti dal punto di vista corporeo, individuale e sociale in due elenchi principali:
Funzioni e Strutture Corporee Attività e Partecipazione
ICF- SCOPI E AMBITI
ICFL’ICF non è più una classificazione delle“conseguenze delle malattie” (versione del1980) ma è diventata invece una
classificazionedelle “componenti della salute”.
Le “componenti della salute” identificano glielementi costitutivi della salute, mentre le“conseguenze” si focalizzano sull’impatto
dellemalattie.
ICIDH vs ICFICIDH vs ICF
Funzionamento Umano Funzionamento Umano vsvs mera disabilitàmera disabilità
Funzioni Corporee Funzioni Corporee vsvs menomazionmenomazioni i Strutture CorporeeStrutture Corporee
AttivitàAttività vsvs limitazioni limitazioni dell’attivitàdell’attività
1980 disabilità1980 disabilità
PartecipazionePartecipazione vsvs handicaphandicap
DISABILITA’ - ICF
La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo.
Partecipazione Partecipazione oo Handicap? Handicap?
Linguaggio neutraleLinguaggio neutrale
• ““politically correct”politically correct”
• uso correttouso corretto
– interventointervento
– opportunitàopportunità
– aspetti positiviaspetti positivi
ICF: le domande sulla saluteICF: le domande sulla salute
1. C’è una “condizione di salute”?
2. I sistemi corporei funzionano?
3. I sistemi corporei sono integri?
4. Cosa fa la persona (cosa sarebbe
in grado di fare e cosa realmente
fa)?
5. Il suo ambiente influisce su
quello che fa?
6. Quali sono le caratteristiche
individuali significative?
Modello Modello vs. Modello di vs. Modello di Universale MinoranzeUniversale Minoranze
Ognuno può avere disabilitàOgnuno può avere disabilità
ContinuumContinuumMulti-dimensionaleMulti-dimensionale
Gruppi con specifiche Gruppi con specifiche menomazionimenomazioniCategorialeCategorialeUni-dimensionaleUni-dimensionale
Conditioni di salute Conditioni di salute ((disturbo/malattiadisturbo/malattia))
Interazione di ConcettiInterazione di ConcettiICF 2001ICF 2001
Fattori Fattori AmbientaliAmbientali
Fattori Fattori PersonaliPersonali
Funzioni e strutture Funzioni e strutture corporee corporee
(Menomazione(Menomazione))
AttivitàAttività(Limitazio-(Limitazio-
ne)ne)
PartecipazionePartecipazione(Restrizione)(Restrizione)
Componenti dell’ ICFComponenti dell’ ICFFunzioniFunzioni
&&StruttureStrutture CorporeeCorporee
Attività Attività & &
Partecipa-Partecipa-zionezione
Fattori Fattori AmbientaliAmbientali
BarriereBarriere
FacilitatoriFacilitatori
Funzioni Funzioni
Strutture Strutture
CapacityCapacity
PerformancePerformance
Componenti dell’ ICF-Componenti dell’ ICF-FUNZIONIFUNZIONI
Le FUNZIONI CORPOREE sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei (incluse le funzioni psicologiche).
Le STRUTTURE CORPOREE sono le parti anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e le loro componenti.
Funzioni e Strutture CorporeeFunzioni e Strutture Corporee
Cute e strutture correlateCute e strutture correlateFunzioni della cute e delle strutture Funzioni della cute e delle strutture correlatecorrelate
Strutture correlate al movimentoStrutture correlate al movimentoFunzioni neuromuscoloscheletriche e Funzioni neuromuscoloscheletriche e correlate al movimentocorrelate al movimento
Strutture correlate al sistema Strutture correlate al sistema genitourinario e riproduttivogenitourinario e riproduttivo
Funzioni genitourinarie e riproduttiveFunzioni genitourinarie e riproduttive
Strutture correlate all’app. digerente e Strutture correlate all’app. digerente e ai sistemi metabolico e endocrinoai sistemi metabolico e endocrino
Funzioni dell‘apparato digerente e dei Funzioni dell‘apparato digerente e dei sistemi metabolico e endocrino sistemi metabolico e endocrino
Strutture dei sistemi cardiovascolare, Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e dell’apparato immunologico e dell’apparato respiratoriorespiratorio
Funzioni dei sistemi cardiovascolare, Funzioni dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico e ematologico, immunologico e dell‘apparato respiratoriodell‘apparato respiratorio
Strutture coinvolte nella voce e Strutture coinvolte nella voce e nell’eloquionell’eloquio
Funzioni della voce e dell’eloquioFunzioni della voce e dell’eloquio
Occhio, orecchio e strutture correlateOcchio, orecchio e strutture correlateFunzioni sensoriali e doloreFunzioni sensoriali e dolore
Strutture del sistema nervosoStrutture del sistema nervosoFunzioni mentaliFunzioni mentali
Componenti dell’ ICF- Componenti dell’ ICF- attività e partecipazioniattività e partecipazioni L’ATTIVITÀ è l’esecuzione di un compito o di un’azione
da parte di un individuo.
Le LIMITAZIONI DELL’ATTIVITÀ sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell’eseguire delle attività.
La PARTECIPAZIONE è il coinvolgimento in una situazione di vita.
Le RESTRIZIONI DELLA PARTECIPAZIONE sono problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento nelle situazioni di vita.
Attività e PartecipazioneAttività e Partecipazione
11 Apprendimento e applicazione delle Apprendimento e applicazione delle conoscenzeconoscenze
2 Compiti generali e richieste2 Compiti generali e richieste33 ComunicazioneComunicazione44 MovimentoMovimento55 Cura della propria personaCura della propria persona66 Attività domesticheAttività domestiche77 Interazioni interpersonaliInterazioni interpersonali88 Attività di vita fondamentaliAttività di vita fondamentali9 Vita sociale, civile e di comunitàVita sociale, civile e di comunità
Componenti dell’ ICF-fattori Componenti dell’ ICF-fattori ambientaliambientali I FATTORI AMBIENTALI costituiscono gli
atteggiamenti, l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza.
Questi fattori sono esterni agli individui e possono avere un’influenza positiva o negativa sulla partecipazione dell’individuo come membro della società, sulla capacità dell’individuo di eseguire azioni o compiti, o sul suo funzionamento o sulla struttura del corpo.
Fattori ambientaliFattori ambientali
11. Prodotti e tecnologie . Prodotti e tecnologie
2. Ambiente naturale e 2. Ambiente naturale e cambiamenti effettuati dall’uomo cambiamenti effettuati dall’uomo
3. Relazioni e sostegno sociale3. Relazioni e sostegno sociale
4. Atteggiamenti, valori, 4. Atteggiamenti, valori, convinzioniconvinzioni
5. Servizi, sistemi e politiche 5. Servizi, sistemi e politiche
Componenti dell’ ICF-fattori Componenti dell’ ICF-fattori ambientaliambientali
I fattori ambientali sono organizzatia due differenti livelli:
1. Sociale: le strutture sociali formali e informali, i servizi e le
principali interazioni nella comunità o nella società che hanno un impatto sugli individui.
Questo livello include organizzazioni e servizi correlati all’ambiente di lavoro, attività della comunità, servizi statali, servizi di comunicazione e trasporto, reti sociali informali e leggi, regolamenti, regole formali e informali, atteggiamenti e
ideologie.
Componenti dell’ ICF-fattori Componenti dell’ ICF-fattori ambientaliambientali
2. Individuale: l’ambiente personale dell’individuo, inclusi – ma non solo – la casa, il luogo di lavoro e la scuola. Questo livello include le caratteristiche fisiche e materiali dell’ambiente in cui l’individuo si trova e in cui ha un contratto diretto con altre persone, quali i familiari, i conoscenti, i compagni e gli estranei.
FATTORI PERSONALI
Rappresentano quelle caratteristiche dell’individuo chenon fanno parte della condizione di salute o degli statidi salute.
Comprendono il sesso, la razza, l’età, altre condizioni disalute, la forma fisica, lo stile di vita, le abitudini,l’educazione ricevuta, la capacità di adattamento, ilbackground sociale, l’istruzione, la professione el’esperienza passata e attuale (eventi della vita passata eeventi contemporanei), modelli di comportamentogenerali e stili caratteriali, che possono giocare un certoruolo nella disabilità a qualsiasi livello.
STRUTTURA ICF
StrutturaStruttura ClassificazioneClassificazione
PartiParti
ComponentiComponenti
Costrutti/Costrutti/qualificatoriqualificatori
Domini e Domini e categoriecategorie
ai diversi livelli ai diversi livelli
ICFICF
Parte 1:Parte 1:Funzionamento Funzionamento
e disabilitàe disabilità
Parte 2:Parte 2:Fattori Fattori
ContestualiContestuali
Funzioni e Funzioni e Strutture Strutture
Corporee Corporee (b-s)(b-s)
Attività e Attività e Partecipazione Partecipazione
(d)(d)Fattori Fattori
Ambientali Ambientali (e)(e)Fattori Fattori
PersonaliPersonali
Cambiam.Cambiam.Strutture Strutture CorporeeCorporee
CapacitàCapacità PerformancePerformance Facilitatore/Facilitatore/BarrieraBarriera
Iivello Iivello item:item:
11°° 22°°
33°°
44°°
livellolivelloItem:Item:
11°° 22°°
33°°
44°°
livellolivelloItem:Item:
11°° 22°°
33°°
44°°
Cambiam.Cambiam.Funz.ioni Funz.ioni CorporeeCorporee
livellolivelloitem:item:
1°1°22°°
33°°
44°°
livellolivelloItem:Item:
11°° 22°°
33°°
44°°
ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE (d)
Capitolo 1 Apprendimento e applicazione delle conoscenze Capitolo 2 Compiti e richieste generali Capitolo 3 Comunicazione Capitolo 4 Mobilità Capitolo 5 Cura della propria persona Capitolo 6 Vita domestica Capitolo 7 Interazioni e relazioni interpersonali Capitolo 8 Aree di vita principali Capitolo 9 Vita sociale, civile e di comunità
b1 funzioni mentali (primo livello)
b 167 funzioni mentali del linguaggio (secondo livello)
b2 funzioni sensoriali b210 funzioni della vista
QUALIFICATORI
0 NESSUNA difficoltà (assente, trascurabile…) 0-4%
1 difficoltà LIEVE (leggera, piccola….) 5-24% 2 difficoltà MEDIA (moderata, discreta….) 25-49% 3 difficoltà GRAVE (notevole, estrema…) 50-95% 4 difficoltà COMPLETA (totale…) 96-100% 5 non specificato 6 non applicabile
L’ICF rappresenta un valido strumento ai fini di una valutazione globale.
Innovativo sul piano del linguaggio e dell’approccio ai problemi della salute.
Rappresenta un tentativo di superare la contrapposizione tra modello medico e modello sociale.
La sua applicazione completa tuttavia risulta alquanto laboriosa e impegnativa.
Il suo uso richiede il coinvolgimento di diversi operatori.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
ICF - Offre una base metodologica scientificamente
rigorosa analizzando ed evidenziando tutti i possibili ambiti ( funzioni o strutture corporee, attività, partecipazione e fattori ambientali) per la presa in carico del bambino;
Fotografa la condizione di salute e l’ambiente e descrive il funzionamento della persona senza perdere di vista gli aspetti di partecipazione e i fattori ambientali (scuola,relazioni con i pari e i familiari, tempo libero, lavoro, ecc.);
Esiste anche una forma –CY per ragazzi
ICF Permette un linguaggio comune tra tutti gli
operatori interessati e consente veramente di mettere al centro del progetto la persona
ed i suoi bisogni.
Operativamente è possibile ottenere un profilo di funzionamento utile per la creazione
di un progetto personalizzato
ICF
DIAGNOSI FUNZIONALE
PDF PEI
ICF- diagnosi funzionale Diagnosi funzionale
La diagnosi funzionale è una definizione dettagliata deilivelli di alterazione dei soggetti portatori di handicap.Essa attraverso una valutazione psico-cognitivo-
relazionale permette di giungere ad una conoscenza più approfondita del bambino o del ragazzo. E’ funzionale in quanto utile alla progettazione di un programma didattico individualizzato. Il compito di realizzare la diagnosi funzionale spetta esclusivamente agli operatori sociosanitari
( medici psicologi sociologi)
ICF- PEI Più complessa: più informazioni Informazioni su esperienze reali Informazioni legate a vita “vera”
Mette in relazione caratteristiche del contesto e del soggetto
“Obbliga” alla collaborazione con famiglie e insegnanti
ICF nelle politicheICF nelle politiche
Assessment della salute di popolazioniAssessment della salute di popolazioni
Impatto della disabilitàImpatto della disabilità
economicoeconomico
SocialeSociale Comparazione di differenti interventiComparazione di differenti interventi
Performance dei serviziPerformance dei servizi outcomesoutcomes efficienzaefficienza