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B ENVENUTI A B ASSANO DEL G RAPPA Provincia di Vicenza Ufficio Informazioni Turistiche C I T T Á D I B E L L E A R T I

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Provincia di VicenzaUfficio Informazioni Turistiche

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Dal legame affettivo dei bassanesi con laloro terra, fatto di quotidianapartecipazione alla vita civile per laprosperità e grandezza della città, hapreso vita il contesto architettonico diBassano, con opere d’arte che dall’epocamedioevale recepiscono le forme deglistili susseguitesi nei secoli. Jacopo DalPonte, Palladio, Marinali, Canova,Dall’Acqua, sono alcuni dei numerosiartisti che qui hanno operato.Per la sua felice posizione geograficaBassano vanta una antica e consolidatatradizione commerciale e artigianale. Levie del centro storico ne sonotestimonianza con i numerosi negozidavanti ai quali è piacevole sostare perammirare le famose ceramiche, lesplendide creazioni della fiorenteoreficeria, la riproposizione dellepreziose stampe remondiniane, laqualificata produzione artistica di mobiliin stile. Circondata da amene colline e

avvantaggiata dal clima mite checonsente, quale limite settentrionale perl’Italia, la crescita dell’ulivo, Bassanovalorizza l’esperienza agricola conproduzioni di qualità famose nel mondo:gli asparagi e la distillazione dellagrappa. Il rispetto per l’ambientenaturale ha accompagnato lo sviluppodella città in un ideale equilibrio amisura d’uomo.

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PROMO BASSANO PIÙ:Largo Corona d’Italia, 35 - Tel. 0424.523169

COMUNE DI BASSANO (Ufficio Cultura e Turismo):Via Vendramini, 35 - Tel. 0424.217810 - 217807 - Fax 0424.217818

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VIA COLOMBARE

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VIA S. ANNA

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CENTRO STORICO

Palazzo Pretorio7Viale dei Martiri1

Palazzo Sturm eil Museo dellaCeramica

8Giardini Parolini2

Prato SantaCaterina e ParcoRagazzi del ’99

9Loggia dei podestàe Palazzo delComune

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PiazzottoMonte Vecchioe Monte di Pietà

10Museo Civicoex Conventodi San Francesco

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Ponte Vecchio11Museodegli Alpini

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Porta delle Grazie12Palazzo Bonaguro6

BASSANO

PADOVA

ROVIGO

VICENZA TREVISO

VENEZIAVERONA

BELLUNO

VICENZAS.S. 11 VICENZA

THIENE

ASIAGO

SCHIO

PIOVENEROCCHETTE

BASSANODEL GRAPPA

MAROSTICA

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VALDAGNO

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REGIONE VENETO PROVINCIA DI VICENZA

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Viale dei Martiri1

Le sere d’estate, scendendo lungola Strada Valsugana, che da Trentogiunge a Bassano, si può godereuna delle viste più belle della città.Il viale che parte dal CastelloSuperiore e giunge fino alla Portadelle Grazie è avvolto in unamagica atmosfera dorata. Untempo il viale era protetto a norddalle mura medievali,malauguratamente abbattute nel1886, per permettere un più ampiogodimento del panorama allericche famiglie bassanesi che, con iloro bei palazzi, di questo viale

avevano fatto una delle zone piùprestigiose della città. Questolungo viale alberato è oggi Vialedei Martiri, un tempo Contradadelle Grazie, poi viale XXSettembre. Prende l’attuale nomedai 31 partigiani che il 26settembre 1944 furono impiccatiin città, di cui una parte proprio aquegli alberi che ancor oggi siaffacciano sulla Valbrenta. Il 9ottobre 1946 l’allora Presidente delConsiglio dei Ministri dell’appenacostituita Repubblica Italiana,Alcide De Gasperi, conferiva aBassano la Medaglia d’oro al valormilitare. Ogni anno la città rievocail rastrellamento del Grappa (20-23 settembre 1944) e l’eccidio chevi succedette.

Giardini Parolini2

Descritto come “luogo di delizia”nelle guide del secolo scorso, èl’unico esempio regionale di ortobotanico indipendentedall’Università. Un’accogliente ericca isola verde nel centro storicodi Bassano realizzata da AlbertoParolini, nobile bassanese chepartecipò attivamente alla culturadella città d’inizio Ottocento.Fondamentale l’influenza diGiambattista Brocchi e,soprattutto, del viaggio a Londra,in cui si raccoglievano i più notinaturalisti dell’epoca e da cui si

diffondeva rapidamente il gustodei giardini paesaggistici inglesi.Nel 1829 egli fa sapere di coltivare“3000 specie di piante diverse”;l’ultimo catalogo sarà redatto dallafiglia Antonietta e conterà 3200specie differenti. Nel 1929 ilGiardino viene ceduto al Comunedi Bassano che, nonostante gliinterventi edilizi degli anniCinquanta che ne tagliarono unaparte, lo ritiene da sempre uno deipunti strategici della culturacittadina. Al suo interno: il celebreCedro del Libano, il Pinus Parolinii,in ricordo della specie scoperta dalParolini stesso nel 1819 in AsiaMinore, il Platanus Orientalis altocirca 30 metri, il Taxus Baccatadetto anche “albero della morte”, ilCercis Siliquastrum la cui leggendaracconta che da un albero diquesta specie si impiccò GiudaIscariota, da cui il nome volgare dialbero di Giuda.

Loggia dei podestà epalazzo del comune

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Appartiene al XV secolo la Loggiadi Piazza, sopra e dietro la quale sifabbricò nei secoli successivil’attuale Palazzo del Municipio. Sidiede inizio ai lavori di costruzionenel 1405. Qualche anno dopo fudeciso di farvi mettere un orologiocon quadrante, realizzato daMastro Corrado da Feltre per 46ducati d’oro. Entrò in funzione il 2febbraio 1430. La presenzadell’orologio indica lo scorrerelaico del tempo nella civitas. Ilcongegno attuale è statorealizzato da Bartolomeo Ferracina

nel 1747, e a quest’ingegnerevenne dedicata una delle vie piùcaratteristiche della città, neipressi del ponte. Nel vano internosono conservati i 120 stemmiaffrescati dei primi podestà veneti.Un incendio del 1682 distrussepreziosi affreschi di Jacopo DaPonte. Purtuttavia sulla parete asud rimane un affresco diFrancesco Bassano il Vecchio, ilpadre di Jacopo, che raffigura SanCristoforo, patrono dei viandanti.Nella tradizione bassanese,passando per il centro, è benegettare uno sguardo al santoaffinché protegga il pellegrino nelcorso della giornata.

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Torre Civica20

Tempio Ossario19

Teatro Astra18

Duomo di Santa Mariain Colle

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Chiesa diSan GiovanniBattista

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Chiesa diSan Francesco

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Chiesa diSan Donato

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Porta Dieda13

Chiesa dellaTrinità

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Convento diS. Sebastiano

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Monasterodi Campese

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GrapperiaNardini

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Museo dellaGrappa Poli

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Museo civico exConvento di S. Francesco

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Il Museo Civico di Bassano èuno dei più antichi musei civicidel Veneto. Sorse nel 1828, inseguito al legato del naturalistaGiambattista Brocchi. Essocomprende la Pinacoteca, la piùricca collezione dei dipinti diJacopo Dal Ponte e della suafamiglia, oltre ad altri celebrinomi come Guariento eMagnasco, l’Archivio StoricoComunale, la Biblioteca con laraccolta delle stampe deiRemondini, famosissimi incisorisettecenteschi, la sezione

archeologica, con importantireperti della sezione Chini, e laSezione Canoviana, cheraccoglie studi e cimeli diAntonio Canova. Il Museo hasede in quello che un tempoera il Convento di SanFrancesco, di cui rimangono laChiesa e il chiostro.

Museo degliAlpini

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Istituito nel 1948 sull’ondadell’entusiasmo per l’inaugurazionedel ricostruito Ponte degli Alpini edella prima Adunata Nazionale deldopoguerra delle penne nere (3ottobre 1948), il Museo degli Alpinisorge sulla riva destra del Brenta, aridosso del Ponte Vecchio a cui fa daspalla, nel fabbricato di proprietàdell’A.N.A. – Associazione NazionaleAlpini - Sezione Montegrappa, chevi ha ricavato quindi la propria sede,la taverna aperta al pubblico e ilmuseo. E’ nato povero e in povertàha vissuto i primi anni di vita: ritagli

di vecchi giornali, qualche residuatobellico e pezzi del vecchio ponterecuperati nella fase di ricostruzione.Continuò nel tempo a crescere e adarricchirsi di reperti della prima edella seconda guerra mondiale, graziealla passione e alla cura dei volontarie alle donazioni dei soci e dei molticittadini che hanno scelto di renderevisibili le loro memorie storiche,talvolta gelosamente custodite peranni. E’ stato oggetto di una primaradicale sistemazione verso la metàdegli anni Settanta, conmiglioramento dell’accessibilità, dellasicurezza dalle piene del Brenta eriordino della preziosa soffittatura aquadroni dove sono dipinte a mano leinsegne e i motti dei vari repartialpini. E’ invece recente il suoampliamento esteso a tutto ilsuggestivo piano sottostante che haconsentito l’allestimento di unrealistico posto di combattimento,con obice già in dotazione al repartoartiglieria da montagna. Tra glioggetti più interessanti si segnalanoalcune foto originali della campagnadi Russia, il manoscritto lanciato suVienna da Gabriele D’Annunzio, unabandiera sabauda con i segni delleferite, vecchie e nuove uniformi,l’angolo della medaglia d’oro, un riccoassortimento di armi di vario tipo e dimateriale logisitico della prima edella seconda guerra mondiale e dellalotta di liberazione.

PalazzoBonaguro

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Si trova in Borgo Angarano, nellaparte occidentale della città. Ilnome di questo borgo derivadall’antichissimo “fundusAncharianus”, fino al 1812Comune a se stante, collegato allavicina Bassano dal Ponte Vecchio.Iniziato nel corso del XVI secolo, èstato risistemato verso la metà del‘600, come indicano i balconi dellafacciata, le sagome degli archiall’interno, le aperture nella partesuperiore. All’interno il palazzonasconde una ricchissimadecorazione ad affresco; la scena

del banchetto nella prima stanza adestra rivela una manieraricollegabile alla cerchia di PaoloVeronese. Sul retro del palazzo unampio parco. Oggi il palazzo è sededi manifestazioni e mostre.

PalazzoPretorio

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La Via Matteotti, che dal Castelloscende fino all’attuale Municipio,era un tempo l’asse principale dellacittà e si chiamava Contrada delPalazzo. Palazzo Pretorio era lasede dei Podestà a partire dal 1315e successivamente del ConsiglioComunale. Il Palazzo è ancor oggiprotetto da una breve cintamuraria. Vi si accede attraversouna porta a bugne diamantate inpietra bianca, nel cui timpano èospitato il leone di San Marco conil libro aperto, segno della pacificadedizione di Bassano alla

Serenissima. Accanto all’arcod’ingresso dove ora c’è unachiesetta sconsacrata dedicata allaMadonna del Patrocinio e risalenteal 1722, c’era una loggia dallaquale il Podestà rendeva giustizia.Nella piazzetta la scala risale al1552 e, a mezza rampa, un piccololocale conserva sugli intonaci glistemmi delle famiglie dei podestàveneziani. In questo cortile, inoccasione della Ballata delMillennio, viene rappresentato ilprocesso al traditore Perenzano deiBlasi, del 1320, che si concludetragicamente con la suadecapitazione.

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Palazzo Sturm eil Museo della Ceramica

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Sede di una delle più ricchecollezioni museali di ceramicadella zona. Tra i palazzi più bellidella città, è un edificiosettecentesco, affacciato sulla rivasinistra del Brenta, a pochi passidal Ponte Vecchio. La terrazzariserva una magnifica vista su diesso. Il palazzo era la ricca dimoradella famiglia Ferrari, celebre perla fabbrica delle sete detteorganzini; passò poi ai Vanzo-Bonaguro e infine al barone G.B.Sturm che lo legò al Comune per ilMuseo, del quale ospiterà in futuro

nuove sezioni. Una piccola terrazzae un elegante pronao accolgono ilvisitatore. Il palazzo si articola inben sei piani, scendendo lungo ildislivello sulla riva del fiume.Proprio seguendo l’irregolarità delterreno la disposizione dei vaniall’interno è capricciosa e ricca disorprese. Il salone d’entrata fuaffrescato nel 1765 dal veroneseGiorgio Anselmi, che vi rappresentaun’imponente “Gigantomachia”, acui seguirà, nella sala successiva,“Venere che dà le armi ad Enea”;rappresentazioni di caratteremitologico che all’epocaimperversavano nelle sale deinobili. All’interno si trovano lecollezioni di maioliche, porcellane,terraglie, dispostecronologicamente dai frammentimedievali di ceramica graffita allecelebri maioliche dei Mainardi, chenei secoli XVII e XVIII avevano lafabbrica nella vicina Via PorticiLunghi, alla sezionecontemporanea che raccogliecelebri nomi e prestigiosi pezzi.

Prato SantaCaterina e ParcoRagazzi Del ’99

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L’ampio parco adibito in parte aparcheggio nella parte nord diBassano era utilizzato nel passatocome campo per le esercitazionimilitari. In esso si tenevano le fieredella città, che chiamavano genteda tutti i dintorni. Durante iperiodi di epidemie raccoglieva lesalme dei morti. Qui, infatti, nel1631, fu eretta la Chiesetta di SanRocco, uno tra i santi protettoripiù invocati contro la peste. Nellaparte orientale si trova il ParcoRagazzi del ’99 realizzato suiniziativa di un comitato nazionale

di ex-combattenti di quella classe.Il complesso monumentalepresenta dei rilievi in bronzoraffiguranti 4 episodi salienti dellastoria dei Ragazzi del ’99, che nel’17 e nel ’18 vennero mandati sulMonte Grappa a fermare gliaustriaci.

PiazzottoMonte Vecchio eMonte di Pietà

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La prima piazza di Bassano era untempo molto più ampia. Gli edificicivili più importanti della città siaffacciavano su di essa. Oggirimangono ancora numerose traccedi ciò con l’antico stemma dellacittà. Al centro, in un passato nontroppo lontano, c’era un pozzo,fatto per cui spesso viene tutt’oggichiamata “piazza del pozzo”. Diseguito diventerà anche “Piazzadel Sale” e poi “Piazza degliZoccoli”, poiché qui fino alla metàdel XX secolo era luogo di mercatoin cui si raccoglievano numerosi

ambulanti a vendere le sgalmare,caratteristici zoccoli in legno. E’nel 1264 che arrivano gli ebrei aBassano e dal Piazzotto infattipartiva un tempo Vicolo degliZudei; l’ultimo ebreo a prestaredenaro è fatto risalire neidocumenti d’archivio al 1492. Lafondazione del Monte di Pietàcoincide con un giro di predichenel Veneto tenute dal BeatoBernardino, acceso nemico delpeccato di usura, che fu ospitedella Chiesa di San Francesco nelgiugno del 1492. Il Monte di Pietàfu una prima parziale soluzione delproblema creditizio e ancor oggiconserva la mole severa di untempo.

Ponte Vecchio11

E’ diventato nel corso dei secoli ilsimbolo della città. Noto anchecome il Ponte di Palladio o il Pontedegli Alpini, è una presenza vivanel territorio e il legame che lounisce ai bassanesi è fortissimo. Laprima data certa della presenza diun ponte in questa zona è il 1209,ma già dal XII secolo vi sononotizie certe della sua presenza.Un tempo era fondamentale comevia di comunicazione tra ilterritorio vicentino e quellobassanese (sulla testataoccidentale era segnato il confine

tra i due territori e i gabelliericontrollavano il traffico). A causadegli eventi bellici e delle brentane(le improvvise e violente piene delfiume Brenta) esso furipetutamente distrutto e quindiricostruito, sempre fedelmente aldisegno che Palladio realizzò nel1569: quattro piloni frangifluttitrapezoidali su cui poggial’impalcato, coperto da una seriecontinua di capriate. Il legnopermette una maggiore elasticitàrispetto alla pietra e quindi unamaggiore resistenza alla violenzadell’acqua (l’unica versione inpietra non durò nemmeno seianni). Il ritmo dei pilastri, lenervature lignee e le balaustre deiparapetti modificano ad ogni passoe in ogni ora della giornata lavisione e l’atmosfera sempre riccadi fascino. Sul limite orientale, adestra, la Grapperia Nardini, unotra i cento locali storici d’Italia. Sullimite occidentale la Taverna AlPonte, detta Taverna degli Alpini,in cui è presente il Museo degliAlpini. Splendido il panorama dellaValsugana.

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Porta delle Grazie12

E’ la Porta della città a Nord-Est,chiamata Aureola o delle Grazie,che, rispetto alle altre, mantieneuna traccia più chiara dell’anticanobiltà. Appartiene alla cerchiamuraria del XIV secolo. Duecolonne incassate sostengonol’arco a bugne grosse. L’architrave,il fregio e il timpano neevidenziano l’ispirazione classica.La porta fu commissionata nel1561 da un Podestà veneto ad unarchitetto bassanese, F. Zamberlan,collega di Andrea Palladio. I recentirestauri hanno rimesso in evidenza

il passato splendore. La zonacircostante la Porta, prende ilnome di Belvedere, per il magnificopanorama che si apre sulla Valledel Brenta, raccolta tra ilMassiccio del Grappa, a destra, el’Altopiano di Asiago, a sinistra. Alposto dell’attuale Caffè Italia untempo c’era una loggia affrescatada Gerolamo Dal Ponte, figlio delpiù celebre Jacopo, la Loggia delBelvedere, edificata nel XVI secolodal Podestà Priamo da Legge per ibassanesi che, passeggiando fuorile mura, venivano ad ammirare leesercitazioni militari nelsottostante Campomarzio, oggiPrato Santa Caterina. Illustripersonaggi furono ospiti del CaffèItalia, tra questi George Sand, chelasciò scritto nei suoi diari: “Tiraccomando, se dovessi passare perquei luoghi, il Caffè alle Fosse diBassano che è una delle migliorifortune che possa capitare ad unviaggiatore”.

Porta Dieda13

Si trova presso quello che fu ilCastello Inferiore detto dei Berri,edificato nel 1315 dai padovaniper proteggere i nuovi borghi sortifuori le mura.Nel 1389 fu inglobato nella cintamuraria eretta da Gian GaleazzoVisconti.Ma il Castello cadde in rovina e fupresto sostituito da abitazionicivili. Del complesso resta PortaDieda, aperta nel 1541 dal PodestàDomenico Diedo, al fine di poterdirettamente comunicare con lenuove realtà abitative andate nel

tempo sempre più infoltendosi.Un tempo la facciata a sud eraornata da affreschi realizzati nel1541 da Jacopo Dal Ponte e di cuioggi rimangono solo poche tracce.Sopra l’arco di ingresso figuraval’eroe romano Marco Curzio Rufosul cavallo impennato in atto digettarsi armato nella voragine,paradigmatico esempio dicoraggio; nella parte superiore unpoderoso leone alato con il libro,manifesto di fedeltà politica alladominante Venezia.

Chiesa diSan Donato

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Edificata sulla destra Brenta nelleimmediate vicinanze del PonteVecchio fa risalire le sue origini al1208. Fu costruita per desiderio diEzzelino II il Monaco suconcessione del Vescovo di VicenzaUberto II al fine di contrastare ildiffondersi dell’eresia catara. Inquesta chiesa il 5 luglio 1221Ezzelino convocò i suoi due figli,Alberico ed Ezzelino III per dividerei suoi possedimenti, prima diritirarsi ad Oliero. San Donato piùtardi venne ampliato e adibito aluogo conventuale francescano.

Lo storico vicentino secentescoPadre F. Barbarano racconta chenell’aprile 1221 e il 4 ottobre 1226sostarono presso questa chiesa SanFrancesco d’Assisi e Sant’Antonioda Padova. Nel 1325 i francescanisi trasferirono nella Chiesa diSanta Maria, poi di San Francesco,nell’attuale Piazza Garibaldi. Dueanni più tardi il convento ospiteràle monache benedettine che lotrasformeranno in ospedale. Nel‘400 tornerà ai francescani e dallametà del ‘500 inizierà una lentadecadenza. All’interno una“Madonna con Bambino in tronocon San Donato e San MicheleArcangelo” di Francesco Dal PonteIl Vecchio, padre di Jacopo. Nel1900 lunghi lavori diristrutturazione mirarono adesaltare le figure di San Francescoe di Sant’Antonio, ricreando lacella che, secondo la tradizione,ospitò i due santi. Essa offre ancoroggi al visitatore un momento diraccoglimento spirituale ereligioso.

Chiesa diSan Francesco

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La Chiesa fu costruita con dedicaalla Vergine Maria quando inBassano governava la famigliadegli Ezzelini, tra il 1158 e il 1183.Secondo un’antica tradizione fuvoluta da Ezzelino II il Balbo,reduce dalla Terrasanta, asoddisfazione di un voto. Al postodi Piazza Garibaldi ad essaadiacente un tempo c’era il fossoche circondava la cinta murariadella città; come tante chiesedell’epoca fu costruita alle portedella città, per accogliere ipellegrini che giungevano dopo

lunghi viaggi, spesso faticosi epericolosi. Tra il 1287 e il 1292 fuceduta ai Frati Minori Conventualiche la dedicarono a San Francesco.E’ un edificio romanico-gotico, acroce latina; la facciata hastruttura a capanna; l’agile protirocon archi a tutto sesto è del 1306,nella lunetta sono raffigurati laMadonna, il Bambino, Sant’Antonioe San Francesco, affrescati da LucaMartinelli nel 1613. A destra delprotiro un affrescodell’Annunciazione rappresentatasecondo l’eresia valentiniana con ilBambino già formato che voladallo Spirito Santo verso il seno diMaria, realizzato da Battista daVicenza nei primi decenni del ‘400.L’interno ad una sola navata contransetto è coperto da capriate e lepareti recano ancora vaghe traccedi affreschi quattrocenteschi.Sull’altare maggiore una copia delCrocifisso ligneo del Guariento, ilcui originale è conservatonell’adiacente Museo Civico.

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Chiesa diSan Giovanni Battista

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Sorge sul lato sud di PiazzaLibertà, nata dal terrapieno chechiuse il fossato intorno alsecondo giro di mura.Commissionata dalla famigliaBlasi, la chiesa risale al 1308 evenne ricostruita nella secondametà del XVIII secolodall’architetto bassanese GiovanniMiazzi che la progettò dopol’incontro con Francesco MariaPreti. Gli anziani del posto lachiamano buszìa (bugia) a causadel contrasto tra la sua imponentefacciata neoclassica e l’interno ad

essa parallelo, molto modesto nelledimensioni, che vede l’altaremaggiore sul lato sinistro anzichédi fronte. A monte di questa sceltafu lo scarso spazio messo adisposizione all’architetto.All’interno notevole la piccola palad’altare con San Giovanni Battista,opera giovanile di GiambattistaPiazzetta (1682 - 1754); le statuedegli angeli, i putti e i bassorilievisono di Orazio Marinali, a cuivenne dedicata la via checosteggia il lato sinistro dellachiesa. Di fronte alla chiesa, al latoopposto della piazza, si trovanoquelle che un tempo erano le caseoccupate dall’azienda deiRemondini, che, con le lorostampe, hanno portato il nome diBassano in tutto il modo.

Duomo diSanta Maria in Colle

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Duomo della città, sorge all’internodella prima cerchia muraria e sitrova all’interno del CastelloSuperiore. Questa è la parte piùalta della città e qui venne acostituirsi il nucleo originario,attorno a cui vennero nei secoliformandosi i piccoli caratteristiciborghi. Prima di attraversare laporta che immette nel cortile delcastello sulla destra spicca la Torredi Ser Ivano, capo masnada aservizio degli Ezzelini, torre diavvistamento, posta in diagonalerispetto al tracciato delle mura.

La presenza di questa pieve èdocumentata fin dal 998, in unplacito steso in occasione diun’assemblea giudiziaria presiedutadal Conte Azeli e da Oberto,Vescovo di Verona. E’ dal 1998 chela città di Bassano ogni due anni, asettembre, festeggia questaricorrenza con la Ballata delMillennio, una granderappresentazione teatrale sullastoria della città, sviluppata perquadri teatrali posti nei punti piùsignificativi del centro storico. Nelcorso dei secoli la Pieve di SantaMaria in Colle venne più volterimaneggiata ed ingrandita, fino adassumere le attuali sembianze,risalenti al XVII secolo, di chiaraimpronta barocca. L’interno è apianta rettangolare, scandito lungole pareti da paraste corinzie. La paladell’altar maggiore è di Leandro DalPonte, figlio del celebre Jacopo, chela realizzò nel 1595; dello stessopittore è la Lapidazione di SantoStefano, sul secondo altare a destra.Le sculture appartengono alMarinali, che le eseguì intorno al1704. Prezioso l’organo, realizzatonel 1796 da Francesco Antonio diGiacomo Dacci. Il soffitto èdecorato da tre tele di G. B. Volpato,noto pittore bassanese (1633 -1706), in una delle quali èrappresentato San Bassiano,protettore della città.

Teatro Astra18

Un tempo Teatro Sociale, oggiteatro e cinema, è l’edificio dimaggior spicco nella lunga cortinadi palazzi che si affacciano suViale dei Martiri. Dell’anticoedificio si conserva ancora lafacciata neoclassica in cui risaltala profonda loggia d’ingresso a trefornici. Fu inaugurato nel 1811 suprogetto dell’architetto bassaneseGiacomo Bauto. Nel Seicento lerappresentazioni teatrali sitenevano in una sala di PalazzoPretorio, riservato unicamente alpodestà e ai nobili. Fu solo alla

fine del Settecento che ci si reseconto della necessità di creare unnuovo spazio, accessibile a tutti.Un sempre maggiore successo fudecretato dalle ricche stagionimusicali. Nel 1949 su progettodell’ingegnere Bonfanti fuconvertito in sala cinematografica.Notevoli all’interno le Muse delproscenio dipinte da uno deimaggiori artisti contemporaneibassanesi, Danilo Andreose.

Tempio Ossario19

Il primo documento alla suaorigine è una circolare del 1 Luglio1861 in cui i parrocchiani vengonoinvitati ad offrire fondi per lacostruzione di una chiesa chedivenisse centro di tutta la vitareligiosa. Fu Monsignor Gobbi a farsì che il progetto si realizzasse,tanto che il 13 settembre 1908 fubenedetta la prima pietra. Dopo laprima guerra mondiale nei cimiteripedemontani attorno al MonteGrappa erano stati sepoltiprovvisoriamente molti soldati acui bisognava dare una

sistemazione definitiva e decorosa.La chiesa venne così adibita adossario. L’esterno è in stile gotico-veneziano con tracce di romanico;la mole massiccia si eleva sopraotto scalini in pietra di Pove; èsormontata da un severo tiburioottagonale, snellito da due agilicampanili alti 60 metri. A crocelatina, l’interno misura 75 m. dilunghezza, è a tre navate divise da10 colonne di marmo. All’internosono sepolti circa 6.000 soldati, dicui 236 decorati. L’8 febbraio 1945un grappolo di bombe caddedavanti alla facciata,scoperchiando molti loculi, di cuisono rimaste fotografieagghiaccianti. Nell’agosto del ’36si svolsero all’interno del tempio ifunerali del Generale GaetanoGiardino, il cui monumento è postoall’inizio di Viale delle Fosse eguarda verso il Grappa, dove volleessere definitivamente sepolto, “inmezzo ai suoi soldati” come lasciòscritto.

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Torre Civica20

La Torre Granda o Torre dellaPiazza si trova in Piazza Garibaldi,al lato opposto rispetto alla Chiesadi San Francesco. Il primodocumento che ne indical’esistenza risale al 1349. Prima diquesta data è solo una serie diipotesi, ma si ritiene probabile chela sua costruzione sia avvenuta inconcomitanza alla creazione delsecondo giro di mura del 1312, alfine di proteggere le nuoveabitazioni sorte attorno al vecchioborgo. Anche il suo iniziale utilizzoresta avvolto in un velo di mistero:

le misure imponenti e l’assenza didecorazione (l’orologio è del 1746e la decorazione è del 1823) fannopensare ad un uso militare, ma ècomunque certo che dal 1349 l’usofu prevalentemente civile. Essa fuprobabilmente eretta dai padovaniintorno al 1315, equidistante tra idue castelli di modo checonsentisse di difendere i vecchi ei nuovi punti di accesso alla città.La torre è a base troncopiramidale,alta 40 metri e larga 14 metri;supera l’antistante complesso diSan Francesco e si rivela quindi unluogo privilegiato di controllo.Dopo il recente ottimo restauro c’èla possibilità di salire fino in cimae di godere di una splendidapanoramica di una Bassano deltutto inedita. Strada facendo vienenarrata, tramite foto e pannelliillustrativi, la storia della torre edella città.

Chiesadella Trinità

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Probabilmente sorse accanto ad unospedale o ad un ospizio perviandanti e malati, istituito daimembri dell’Ordine della SS.Trinità. Le origini risalgonoall’inizio del XIII sec. La facciata èstata realizzata su disegno diGiovanni Miazzi (1698-1797) es’ispira al gusto neopalladiano:quattro semicolonne, poggianti sumassicci basamenti, sostengonouna trabeazione sovrastata dalclassico timpano triangolare,decorato da una cornicedentellata. In cima spiccano le Tre

Virtù Teologali: Fede, Speranza eCarità. All’interno si trova uno deicapolavori della pitturacinquecentesca, la SS. Trinità(1546-47) di Jacopo Bassano, chefu pagato all’epoca parte condenaro, parte con generi vari, comefrumento e zolfo. Secondo il suostile, componente essenziale deldipinto è il paesaggio, tipicoesempio di scorcio bassanese,ravvivato da caratteristici episodidi vita popolare e le cui torririconosciamo in lontananza,sovrastate dal massiccio delGrappa. Nel mezzo il fiume Brenta,percorso da velieri, in cui Jacopocollocò l’episodio di Sant’Agostinoe il Bambino, tratto dalla LegendaAurea.

Convento diSan Sebastiano

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E’ situato in uno dei più antichiborghi della sinistra Brenta. Giàreperti di epoca romana ricordanoil fundus Margnanus. Appena sottola Pieve di Santa Maria in Colle cisono ancora tracce della PortaMargnana. La zona era punto diguado del fiume Brenta. L’originedell’attuale complesso conventualeè una chiesa campestre dedicata aSan Pancrazio. Furono le monacheagostiniane negli anni Ottanta delXV secolo che dedicarono uncomplesso rinnovato ed ampliato aSan Sebastiano, il Santo degli

appestati. Del secolo XV restanoalcuni affreschi, tra i quali, nelcoro delle confessioni, un PadreEterno che sostiene la croce delFiglio; l’uso di sfregare le mani efarsi il segno della croce haportato alla consunzione evidentela parte inferiore. A seguito dellesoppressioni napoleoniche ilconvento fu chiuso nel 1810. Nel1823 fu dato in usufrutto perpetuoai Frati Cappuccini, ancor oggipresenti e molto attivi in città, iquali continuano a renderlo unodei principali punti di riferimentoreligioso spirituale del bassanese.Previa richiesta, è possibile visitareall’interno del convento una riccacollezione di vasi da farmacia euna raccolta di reperti archeologicirinvenuti dai frati nell’areaconventuale.

Monasterodi Campese

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Fu fondato dal celebre Ponzioabate di Cluny nel 1128, quando,di ritorno dalla Terra Santa e in unmomento di profonda riflessione,decise di avviare con un gruppo dimonaci e con la protezione dei DaRomano, un piccolo eremo sullariva destra del Brenta, allariscoperta di quei valori chenell’amata Cluny sembravanoandare piano piano scomparendo.All’interno della chiesa, nellacappella a destra dell’altarmaggiore è sepolto il poetamaccheronico Teofilo Folengo,

meglio noto come Merlin Cocai(1492 - 1544), il più insigne poetaparodico-verista in linguamaccheronica, che qui si ritirò nel1543. La fama di Campese,caratteristica frazione all’imboccodella Valsugana, è legatasoprattutto a questa celebrepresenza. Dice infatti il Tassoni:“Campese, la cui famaall’Occidente e a termini d’Irlandae del Catajo stende il sepolcro diMerlin Coccaio” (La SecchiaRapita, 8, 24). Per comprenderel’alone di poesia e di sfacciataallegria che aleggia intorno aquesto poeta resta unasignificativa iscrizione di anonimoche rende ancor più l’idea del suospirito burlesco: “De VerzilioMaron, la bucolica soa ghe fad’inchin: è questo il gran Merlinche stroppada ghe l’ha colmacheron”. La bellezza e lasalubrità del luogo fecero delconvento un’oasi di riposo per ireligiosi alla ricerca di ristoro; mail suo isolamento d’altro canto,specie al tempo dello scismaluterano, lo trasformò in luogo diconfino per i monaci sospetti disimpatie non ortodosse.

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Grapperia Nardini24

Dal 1779 la Grapperia Nardini,locale situato all’imbocco delPonte Vecchio, è sinonimo di storiae tradizione. All’interno il temposembra essersi fermato: tutto ècome allora, a testimonianza delfatto che per la Famiglia Nardinila memoria ha un pesofondamentale.

LE BOLLE DI NARDINIPer celebrare i 225 anni di attività,la Famiglia Nardini si è rivoltaall’architetto di origini lituaneMassimiliano Fuksas per creare un

nuovo auditorium e un nuovospazio di ricerca. Per questoambiente l'architetto ha pensato adue spazi ellittici di vetro. Questeparticolari strutture, chiamate“Bolle”, che rappresentano duealambicchi, sembrano fluttuarenell’aria, tanto è il senso dileggerezza che esprimono; un‘unica struttura diagonale inacciaio le congiunge e le sostiene,insieme a delle “zampette” biancheche sembrano sprofondare in unvelo d’acqua che nascondel’interrato auditorium.In una città medievale unintervento architettonico simile harappresentato una scommessa,quella di poter integrare delleforme futuristiche in un paesaggioche conserva una forte identitàstorica, e ad oggi si può affermareche la scommessa è stata vinta.Il paesaggio è stato interpretato,non modificato, lo stupore di chivede le “Bolle” è sempre grande, ilpiacere di passare qualche minutocon il naso per aria ad osservarequesto intreccio di forme e lucisempre emozionante.

Le Bolle di Nardini si trovano a3 km dal centro di Bassano delGrappa, in direzione Padova, dopol’ospedale sulla destra.

Museo dellaGrappa Poli

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Era il 1898 quando GioBatta Poli,che produceva cappelli di paglia,decise di seguire la sua più grandepassione, quella della grappa; inquell’anno costruì una piccoladistilleria montata su un carrettoe, girando per le case del paese,iniziò a distillare vinacce.Da allora la Famiglia Poli si occupadi distillati.Nel 1993 nasce l’idea del Museodella Grappa, fortemente voluto daJacopo Poli, collocato in unpalazzo nobile del ‘400 situatoproprio di fronte al Ponte Vecchio.

Lo spazio è raccolto ma moltosuggestivo, all’interno del Museo èpossibile compiere un percorsodidattico che si snoda in due sale:nella prima si scoprono le originidella distillazione attraversodocumenti e ricostruzioni distrumenti distillatori, nellaseconda, grazie ad alambicchi eillustrazioni, ci si calanell’atmosfera vera e propria delladistillazione e dei motivi che larendono un’arte antica edestremamente moderna allo stessotempo.Il tutto grazie anche a dei supportimultimediali che rendono questopiccolo spazio un concentrato distoria, eleganza e familiarità.Oltre al museo, è possibile visitareanche la distilleria Poli, situata aSchiavon, a 12 km da Bassano, indirezione Vicenza.

MAROSTICA

Centro medievale di età scaligera(XIV secolo) conserva le mura, conmerli e torri, che collegano ilCastello Inferiore a quelloSuperiore con straordinariopanorama. Marostica è nota altresìcome la Città degli Scacchi, graziealla celebre Piazza degli Scacchiche si stende nel centro di fronteal Castello “da basso”. La leggendanarra come, essendosi Rinaldod’Angarano e Vieri da Vallonara,due giovani signori,contemporaneamente innamoratidella splendida Lionora, figlia di

Taddeo Parisio castellano diMarostica, questi vietasse ai duepretendenti di battersi in cruentoduello e imponesse, in sostituzione,una sfida agli scacchi. Lo sconfittosarebbe diventato ugualmente suoparente sposando Oldrada, suasorella minore. Ogni due anni, inquelli pari, la Partita a Scacchi diMarostica richiama migliaia dipersone da tutto il mondo.Tutto si ripete come la prima volta,in una cornice di costumi sfarzosi,di corteggi pittoreschi, di gonfalonimulticolori. I comandi alle milizievengono impartiti ancora ogginella lingua della “SerenissimaRepubblica di Venezia”. I figurantisono oltre 550 e la partita duracirca 2 ore.Marostica è conosciuta anche perle ciliegie, alle quali è dedicata inprimavera una grande sagra.

COLLINEBASSANESIBassano è situato ai piedi delMonte Grappa, ma negli immediatidintorni si stendono le colline,pittoresche e ricche di poesia, chepermettono lunghe passeggiate persentieri e mulattiere e spensierategiornate immersi nella natura.Negli ultimi anni, in questi luoghi,numerosi e sempre più accoglientisi sono sviluppati i luoghi di ristoroe di pernottamento, cherispondono perfettamente a coloroche cercano la tranquillità e labellezza della natura. I paesaggiche si possono godere da queste

colline sono quelli che poiritroveremo nei quadri di JacopoDal Ponte, che, da buon veneto,amava riportare sulle sue tele icolori e le atmosfere che coglievavagando per queste terre. Antichiborghi e chiese immerse nelsilenzio, ville gentilizie e caldetrattorie aiutano a megliocomprendere la storia e la culturadella gente bassanese, che amamantenere la genuinità el’ospitalità che da sempre lacontraddistingue.Oltre alla nota produzione diciliegie, le colline bassanesi stannoguadagnando un posto di riguardoanche per la produzione di olio evino grazie all’entusiasmo e allaprofessionalità di alcuniappassionati produttori.

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MONTEGRAPPA“Monte Grappa tu sei la mia patria…” canta un celebre ritornelloalpino. E ancor oggi i bassanesi sicommuovono all’udire questi versi.Il Grappa è un massiccio compresotra il fiume Brenta e il fiume Piave.L’altezza massima della cima è dim. 1775. La strada principale parteda Romano d’Ezzelino, paese aqualche chilometro dal centro diBassano, e porta il nome di StradaCadorna, in ricordo del GeneraleFrancesco Cadorna che la fececostruire nel 1916-17.Testimonianza dell’eroismo di

queste terre è anche la GalleriaVittorio Emanuele III, che penetraper quasi un chilometro e mezzosotto la vetta, raggiungendo con lediramazioni secondarie un percorsodi quasi 5 chilometri. Sulla vettadomina il Sacrario Militare (12.615caduti italiani, di cui 10.322ignoti), sormontato dalla tombadel Generale Giardino e dal sacellodella Madonna del Grappa,consacrata nel 1901 dall’alloraPatriarca di Venezia GiuseppeSarto, futuro San Pio X. Per legrandi e coraggiose imprese chequi vennero compiute, l’intera zonasopra i 1700 m., è stata dichiaratamonumento nazionale e zonasacra.

VALSUGANA

E’ la valle percorsa dal fiumeBrenta, un vero scrigno di sorpreseinaspettate, ricca di scorcipittoreschi e di una naturaaffascinante, di antiche leggende ecentenarie tradizioni. Essa offreinnumerevoli opportunità di svago.Costellata di paesi ricchi di storia,come Pove, Campolongo, Oliero,Valstagna, San Nazario, Cismon delGrappa, Solagna, racchiude inognuno di essi importanti momentidi attrattiva. Da quella sportiva,come lo sport della canoapraticato tra le rapide del Brenta, a

quella religiosa, come la celebreProcessione biblica quinquennale,che dal medioevo viene ripetutaper le vie di Pove; da quellaartistica, raccolta nel Museo delloScalpellino di Pove, a quellastorica, come il Museo del Canal diBrenta di Valstagna o il Museo delTabacco di Carpané di San Nazario.Affascinanti il parco e le grotte diOliero, il Covolo del Butistone e laCalà del Sasso, una gradinatarealizzata nel ‘400, di ben 4.444gradini che da Valstagna portanosull’Altopiano di Asiago.

LA CERAMICA

E’ nel XVI e nel XVII secolo cheBassano e il vicino paese di Novediventano famosi in tutta Europaper la prestigiosa produzione diceramiche. Grazie ai vicinigiacimenti di argilla e di terrabianca, al Brenta che alimentava imulini per la frantumazione delquarzo e del carbonato di calcio, eal grande spirito d’impresa che giàallora caratterizzava gli abitanti diqueste terre, qui si raccolsero benpresto alcune tra le firme piùprestigiose per la ceramica, comeManardi e Antonibon. Tra i

prodotti più noti dei primi, ilatesini, maioliche di grandeleggerezza che prendono il nomedallo smalto latteo con cuivenivano rivestite. La storia dellaceramica di questa terra vienenarrata con puntualità e passionenelle due grandi raccolte musealiche si trovano a Bassano, pressoPalazzo Sturm, e a Nove, nelMuseo Civico della Ceramica. E’un’attività tutt’oggi moltopraticata e la produzione èprotetta da un marchio di qualità;oggi si contano oltre 400laboratori, con quasi 3.000 addetti,tra imprenditori e veri e propriartisti-artigiani, dei quali lafantasia e la destrezza rimangonoun fenomeno affascinante daosservare.

L’ASPARAGODI BASSANOIl turione bianco di Bassano è, conil ponte, la grappa e la ceramica,uno dei simboli della nostra città.Caratteristico e famoso in tutto ilmondo, si distingue per il colorebianco latte, la sua postura dirittae l’assenza di filosità. E’ unvegetale selezionato, nel tempodall’ambiente. La coltivazione ingrande stile risale all’ Ottocento.Attorno a questa primizia, si èsviluppato in città e nei dintorniun ricchissimo corollario diiniziative che la vedono comeindiscutibile protagonista.

Esse si concentrano da aprile amaggio, il momento in cuil’asparago è pronto per essereraccolto. Dalle sagre alle rassegneenogastronomiche, fino ad un veroe proprio concorso che premia ilmazzo di asparagi più bello e cheporta in centro città una grandefesta.Le parole in vernacolo delfarmacista vicentino EmanueleZuccato traducono in versi il ruolodell’asparago per Bassano:“xe famosa Bassanpar el so Ponte,par ceramichegraspa e Monte Grappa,e per la gloriache ga da i Da Ponte.Ma un’altra gloria(guai se la ve scappa!)la se i so sparasi:i più bei del mondo! Che ben consà,coi so vovi duri,messi a coronain t’un piato fondo,fa diventarei povareti sciuri”.

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LA GRAPPA

Un vecchio proverbio dice: “Lagraspa el xe piombo al matin,argento al mezodì, oro ala sera”.Un tempo era utilizzata comemedicina e disinfettante eprodotta dai contadini. Ad un certopunto la Repubblica Veneta istituìl’obbligo di licenza per i distillatori,ma la fabbricazione della grappacontinuò clandestinamente e ilprocesso di distillazione si raffinònel corso dei secoli, fino adarrivare a noi proponendolo comeun prodotto noto in tutto ilmondo. La notorietà è giunta a tal

livello che qualche volta i nostrituristi credono che il nome dellacittà sia legato proprio allabevanda. Le grapperie più famosesi raccolgono attorno al PonteVecchio, le distillerie rimangonoinvece fuori dal centro della città.Tra i momenti più interessantilegati alla grappa, vanno ricordatila Grapperia Nardini, uno tra icento locali storici d’Italia, e ilMuseo della Grappa, che proponeun affascinante viaggio nel mondoe nei profumi della grappa, dellaGrapperia Poli.

Vedi punti 24 e 25.

ITINERARIOJ. DAL PONTEAccanto a Tiziano, Tintoretto,Veronese, nel firmamento deigrandi geni del Cinquecento brillala stella di Jacopo Dal Ponte, unodegli artisti più umani e complessidella storia dell’arte di questosecolo. Figlio di un pittore minore,Francesco Bassano il Vecchio, ilfiglio Jacopo (1510 ca.-1592) siforma a Venezia, ma trova nellasua terra d’origine la veraispirazione per la sua arte. Un’artericca di attenzione verso la natura,sensibile alla bellezza dellaquotidianità, di cui sa cogliere gli

aspetti più poetici ed affascinanti;un’arte attenta ai più delicatigiochi di luce e di colore e altempo stesso disposta a tradurresemplicemente i più complessimisteri religiosi. La grandezza diJacopo sta in tutto questo e lacollezione presso il Museo Civicopermette di cogliere letrasformazioni che subì la suapittura nel corso della sua attività.A completare questa ricercanumerose sono le testimonianzeche si possono trovare anche fuoridal museo, come nella Chiesa dellaSS. Trinità a Bassano, nella Chiesadi Sant’Antonio a Marostica, nellechiese parrocchiali di Cassola,Mussolente, Pove, Borso, nel ciclodi affreschi della chiesa diCartigliano, a Lusiana e ad Enego,sull’Altopiano dei Sette Comuni.

LE VILLE

Il territorio bassanese è ricco diesempi della cultura delle ville.Villa Bianchi-Michiel (visitabilesolo all’esterno) si trova sullaCampesana, la strada che dalPonte Vecchio giunge a Campese,sulla destra Brenta. La villa furealizzata per volere di GiacomoAngarano nel 1548 su progetto diA. Palladio, che però realizzò solole barchesse. Nel ‘700 fu ilveneziano Domenico Margutti acompletare il corpo centrale per lafamiglia Gradenigo, con soluzionediversa rispetto al disegno

palladiano. La villa risulta pertantoeterogenea ma armoniosa nellesue parti e il parco retrostante lamantiene in un suggestivoisolamento. D’intorno s’estendono icampi che lo stesso GiacomoAngarano aveva voluto rispettandoquello che era un desideriocomune alla nobiltà veneta.Venendo da Padova, primad’entrare in città, sulla sinistra,resta Villa Rezzonico-Borella,eretta tra il 1691 e il 1713 da unarchitetto anonimo ma certo moltoinfluenzato dalle concezioniarchitettoniche di BaldassarreLonghena. Le quattro torri el’oratorio di S. Giovanni Battistaappartengono invece ad un altrogrande architetto veneziano,Giorgio Massari, che vi lavora apartire dal 1733. All’interno unatela di Giambattista Volpato “Gioveche folgora i Titani” e alpianterreno grandi quadri con lepersonificazioni, tra cui la Fede diAntonio Canova, ospite frequentedella villa e ammiratore dei ricchistucchi che ne adornano gliinterni. Tra le ville del circondarioricordiamo Villa Morosini Cappelloa Cartigliano, Villa Negri Piovene aMussolente, Villa Cornaro aRomano d’Ezzelino, Villa Comello aRossano, Villa Dolfin Boldù a Rosà.

MUSEODELL’AUTOMOBILEIl Museo dell’Automobile“Bonfanti-VIMAR” è stato fondatonel 1991 da un gruppo di soci fra ipiù rappresentativi del CircoloVeneto Automoto d’Epoca, a suavolta fondato a Bassano nel 1961,oggi secondo club in Italia peranzianità.E’ l’unico museo europeo delsettore ad organizzare mostretematiche semestrali. In primaveraed autunno vengono infattiproposti temi sempre nuovi estimolanti, che toccano aspettitecnici, sportivi, sociali.

Il Museo dell’Automobile“Bonfanti-VIMAR ” si è impostoper il suo dinamismo, per ilmoderno taglio museale, che nonsi limita alle sole esposizioni, già diper sé innovative, ma spazia inmanifestazioni e dibattiti,divenendo punto di incontro dellemaggiori personalità del settore,ma anche luogo da frequentare perchi conta.

Il museo dell’automobile si trova a5 km dal centro di Bassano delGrappa, in direzione Treviso, aRomano d’Ezzelino.

Coordinamento editoriale:Consorzio Vicenza è

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Provincia di VicenzaUfficio IAT Bassano del Grappa

(informazione accoglienza turistica)

Largo Corona d’Italia, 35 - 36061 Bassano del Grappa (VI)Tel. 0424.524351 - 525065 - Fax 0424.525301

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Consorzio di Promozione Turistica Vicenza è

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