Provincia di Livorno · La condizione giovanile rappresenta un banco di prova per le politiche...
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Il Report è frutto di un lavoro di mappatura delle reti aggregative dei giovani sul territorio provinciale realizzato dalle Associazioni Messidoro di Castagneto Carducci e Il Sestante di Livorno, vincitrici del bando finanziato grazie ai progetto Upigitos. Si ringraziano per la collaborazione gli operatori de Il Sestante e di Messidoro e le ragazze ed i ragazzi che hanno partecipato alla ricerca. Si ringraziano per l’analisi dei dati e la stesura del report il dr. Andrea Cadoni dell’ass. Il Sestante per il suo prezioso lavoro e il prof. Lamberto Giannini per aver messo a disposizione la sua esperienza e competenza nell’interpretare le nuove generazioni.
U.O. Qualità sociale, Sport e Pari Opportunità Servizio 4.1, Provincia di Livorno via Marradi 116, telefono 0586/264628-27 fax. 0586/264626 e-mail: [email protected]
Presentazione
La condizione giovanile rappresenta un banco di prova per le politiche sociali degli Enti locali, perchè impone un approccio dinamico, in grado di intercettare un mondo in continuo divenire, un mondo che pone talvolta con urgenza e immediatezza i propri bisogni, mentre talvolta appare addirittura refrattario ad ogni richiesta di confronto e di partecipazione che possa venire dalle istituzioni.
Occorre quindi dotarsi di strumenti che consentano di parlare di “giovani” con linguaggi più attuali e che soprattutto consentano di creare quei canali di comunicazione privilegiata che rendono efficace e soprattutto utile, una azione delle istituzioni.
Da questa esigenza nasce l’esperienza del Tavolo Provinciale di Coordinamento delle Politiche Giovanili che vede riunite diverse competenze, rappresentanti delle consulte e delle associazioni attive sul territorio, amministratori, funzionari delle amministrazioni e nasce la volontà di condividere un piano di azione di eventi ed iniziative che riesca ad ottimizzare le risorse (sempre più scarse, purtroppo) e a valorizzare le competenze e le esperienze presenti sul territorio.
Dall’esperienza del Tavolo Provinciale Giovani e grazie ai progetti Upigitos, realizzati dalle 10 Province Toscane e UPI Toscana, con i finanziamenti della Regione Toscana e del Ministero della Gioventù è stato possibile realizzare il Festival Provinciale della Musica, che si è svolto sul territorio provinciale durante l’estate 2011, e la ricerca Young in Progress, primo esempio di ricerca sulla condizione giovanile nella provincia di Livorno realizzato secondo le motodologie della peer education attraverso il coinvolgimento di gruppi informali di giovani, che viene presentata in questa pubblicazione.
Ci auguriamo che la ricerca possa essere un strumento per riflettere, condividere, conoscere, e possa aiutare le istituzioni e le varie agenzie formative a mettere a fuoco azioni sempre più rispondenti ai sogni e ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi del nostro territorio. E ci auguriamo anche che, una volta tanto, le nostre ragazze e i nostri ragazzi si trovino rappresentati in una istantanea in cui possano almeno in parte riconoscersi e da cui poter trarre spunti e riflessioni per vivere al meglio la splendida stagione della adolescenza e della gioventù.
Un ringraziamento particolare all’Associazione Messidoro e all’Associazione Sestante che hanno realizzato la ricerca e alla Dott.ssa Elettra Iannone, la referente per lo sportello giovani, messaci a disposizione dalle risorse Upigitos, che ha svolto una preziosa opera di coordinamento e supporto alle azioni progettuali.
L’Assessore alla Qualità SocialeMonica Mannucci
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Introduzione
Essere adolescenti oggi nella provincia di Livorno. È questo l‟obiettivo della
fotografia che Young in progress ha voluto scattare osservando il panorama
giovanile livornese.
Un‟analisi condotta a partire dai quasi settecento giovani intervistati dagli
operatori delle associazioni Il Sestante – Solidarietà, Ceis-Comunità e
Messidoro, nelle scuole, nelle strade e piazze, nei luoghi del divertimento
notturno e all‟interno del mondo dell‟associazionismo.
Ai ragazzi è stato chiesto di esprimersi in merito a questioni inerenti l‟impiego
del tempo libero, i sistemi valoriali di riferimento, il divertimento, la
progettualità futura e la soddisfazione sia personale che relativa alle
opportunità offerte dal territorio.
Young in progress ha focalizzato l‟attenzione attorno alla fascia specifica di
giovani prossimi al compimento della maggiore età. Ne risulta che il 70% circa
del campione intervistato è di conseguenza composto da ragazzi con età
compresa tra i 18 e i 19 anni.
Vivere l‟adolescenza oggi si confronta con la complessità del mondo attuale,
con il tramonto di alcuni riferimenti sociali tradizionali che nel passato
riuscivano a dettare i tempi di vita delle persone, con la globalizzazione delle
opportunità e delle risorse formative e lavorative, ma anche con la
contemporanea crescente difficoltà di accesso a queste, almeno per coloro
che non possono contare in partenza su una buona rendita di posizione
familiare.
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Se in passato era diffuso il pensiero, nelle generazioni adulte, che i figli
avrebbero avuto accesso ad una migliore condizione sociale, oggi questa
tendenza è invertita. Il tramonto di vecchi cardini sociali, viene così ad
accompagnarsi ad una differente prospettiva di futuro per le nuove
generazioni, legata ad una minore mobilità sociale verticale.
Tutto questo accade intorno all‟adolescente alle prese con i compiti di
sviluppo propri della sua condizione di vita.
L‟adolescente è un immenso cantiere aperto, all‟interno del quale migliaia di
“operai” sono contemporaneamente impegnati sia nella demolizione di un
intero mondo, quello dell‟infanzia, che nella ricostruzione di uno nuovo:
l‟uomo adulto.
Nelle epoche passate, ma ancora oggi in culture differenti da quella
occidentale, il passaggio verso l‟età adulta avveniva in maniera molto più
rapida, mediante momenti e ritualità specifiche finalizzate a segnare il confine
dell‟infanzia. Erano riti di passaggio generalmente più duri nell‟uomo piuttosto
che nella donna, probabilmente a seguito del fatto che nella donna tale limite
è già segnato nell‟evidenza biologica dalla fertilità. In una struttura sociale più
semplice, anche il diventare adulto era per certi aspetti più semplice.
Nel corso dell‟evoluzione sociale il momento di passaggio si è enormemente
dilatato, creando una convergenza di pensiero nel definire l‟adolescenza non
più una fase temporale caratterizzata da precisi range di età e scandita da
rituali specifici, quanto piuttosto una struttura psicologica distinta da specifici
e complessi compiti evolutivi, che portano la persona a confrontarsi con la
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complessità del mondo contemporaneo e con le sue istanze spesso
contraddittorie e ambivalenti. Un mondo dove la pluralità di appartenenze e
di modelli identificatori rischia di avere un effetto disorientante sugli individui.
L‟adolescenza diviene così una condizione prolungata nella quale il soggetto
deve costruire il proprio futuro e attribuire significato al mondo circostante,
definendo la propria identità in un mondo estremamente complesso.
Il processo che accompagna questa fase di vita è caratterizzato da una forte
conflittualità di base. La persona è chiamata infatti a lasciarsi alle spalle quello
che è stato fino ad allora per tendere verso un mondo adulto, rappresentato
in primo luogo dall‟autorità genitoriale. Crescere significa quindi avvicinarsi
alla figura adulta rappresentata dai genitori, ma al tempo stesso staccarsi da
loro, conquistando la propria autonomia e il necessario distacco. Un po‟ come
tendere verso una meta dovendo remare in direzione contraria. Una
contraddizione che impegna consistenti energie, una fase complessa dove
diviene fondamentale il non sentirsi soli. Gruppo dei pari, famiglia, opportunità
aggregative divengono fattori che possono fare la differenza, sostenendo il
processo di crescita o, al contrario, rendendolo ancor più faticoso.
Il bisogno di una relazionalità vera e, possibilmente, intima emerge dai dati
raccolti dalla ricerca Young in progress, attraverso l‟attribuzione di una forte
valenza valoriale nei confronti della famiglia e del gruppo dei pari, inteso
come cerchia relazionale ristretta.
La ricerca di figure di riferimento autentiche e presenti al fianco del giovani,
contrasta con la rappresentazione che parte del contesto sociale riserva ai
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giovani. Inevitabilmente una società che basa il proprio benessere e la propria
crescita sulla produzione di beni materiali, tende a definire anche
l‟adolescente come target di consumo. Un processo che tende a estendersi
anche a fattori immateriali, come il tempo e le relazioni. Tutto diviene
potenziale consumo e il giovane diviene uno degli obiettivi privilegiati.
Se a questo aggiungiamo che la società dei consumi si regge sulla
soddisfazione di bisogni sempre nuovi e crescenti, otteniamo che tutto deve
divenire fonte di bisogno. Solo così è possibile alimentare la spirale dei
consumi e far crescere il sistema. Questo non può che avere una
conseguenza, ovvero la creazione pianificata di persone perennemente
insoddisfatte in cerca di qualcosa che possa soddisfare i propri bisogni, che
non devono cessare mai.
Il senso del limite viene così cancellato dal sistema sociale stesso. Porre dei
limiti ai bisogni significa porre limiti alla crescita del modello. Il sistema è
alimentabile solo se questi sono sempre diversi, in uno zapping senza fine.
Accanto a ciò, può essere considerato un ulteriore aspetto associato alla
relazionalità. Paradossalmente, ma solo in apparenza, la ricerca di intimità
emerge proprio nel momento in cui lo sviluppo delle potenzialità
comunicative consentono di stringere legami leggeri e dialogare con
un‟infinità di persone. Al tempo stesso, inoltre, la globalizzazione
dell‟informazione e della comunicazione consente il superamento dei confini
di spazio geografico per creare e definire le appartenenze.
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Secondo alcuni è il tramonto del concetto di comunità locale a favore di
quello community che si formano e vivono attorno alla condivisione di
interessi. Un processo che sta segnando la definizione delle identità sociali e
delle appartenenze. L‟orizzonte attuale è quello della provincia globale, dove
le relazioni travalicano in maniera sempre più significativa i confini delle città.
In questo scenario anche l‟appartenenza viene a definirsi in maniera sempre
più flessibile, si entra e si esce da comunità diverse – almeno per chi se lo
può permettere – spogliandosi di un abito per indossarne un altro,
costituendo quelle che Zigmunt Bauman definisce comunità guardaroba,
«comunità che prendono corpo, anche se solo in apparenza, quando si
appendono in guardaroba i problemi individuali, comi i cappotti e i giacconi
quando si va a teatro».1
Comunità che durano lo spazio di una messa in scena, terminata la quale si
ripropone l‟interrogativo di definire nuove appartenenze.
Detto questo, come si colloca la ricerca di una relazionalità più ristretta e
intima all‟interno di un mondo che si estende senza confini e che snoda una
potenzialità comunicativa che non conosce limiti?
È uno dei quesiti che Young in progress ha tentato di analizzare. Una possibile
risposta viene dal sociologo romano Claudio Cippitelli, secondo il quale siamo
entrati nell‟epoca del surf. La metafora si adatta quanto mai bene al contesto
livornese. Come nello sport della tavola, nelle sue declinazioni surf, snowboard
e skate che consentono di praticarlo in ogni scenario (mare, montagna,
1 Z. Barman – Intervista sull’identità – Laterza, 2009
8
città…), così le generazioni del nuovo millennio surfano in ogni dove: nella
ricerca di una formazione, di un lavoro, di un‟abitazione, di forme di stabilità
(paradossalmente sempre momentanea e provvisoria) e di relazioni. La tavola
diviene così la metafora degli sforzi per affrontare il precariato e la
vulnerabilità crescente. Anche se in gruppo, ciascuno può contare solo sulla
propria capacità di stare in equilibrio tra le onde.
E‟ questo lo scenario in cui il giovane si trova ad affrontare i compiti evolutivi
legati al passaggio all‟età adulta, una fase in cui nella personalità in
evoluzione emerge sempre più quello che viene definito lo straniero interno2
con il suo carico di esigenze evolutive che porteranno alla formazione
dell‟adulto.
2 A. Casoni – L’adolescenza liquida – International Journal of Pshycoanalysis and Education (vers. Ita – n.1, vol. 1, anno I)
9
Identikit della ricerca
“Young in progress” ha raggiunto nel priodo aprile – ottobre 2010 circa 700
ragazzi del territorio provinciale livornese, con l‟unica eccezione delle isole. Le
persone contattate hanno età compresa tra i 16 e i 28 anni, con una spiccata
prevalenza (pari al 90%) della fascia 17-21, quale focus principale della ricerca.
La composizione per sesso è stata equamente distribuita tra maschi e
femmine.
I ragazzi intervistati sono stati raggiunti in contesti differenziati, con una
prevalenza dedicata agli spazi di aggregazione informale (piazza, strada,
moletti della zona lungomare), agli spazi di aggregazione strutturata
(associazioni sportive, palestre, oratori, gruppi scout) e ai contesti istituzionali
scolastici.
Di seguito vengono illustrati i dati sintetici che hanno caratterizzato la ricerca:
Numero soggetti intervistati: 688
Età media: 18,57
Età minima: 16
Età massima: 28
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Giovani chi? Un profilo dei giovani livornesi.
Young in progress ha cercato di descrivere il profilo dei giovani livornesi
fotografando alcuni aspetti ritenuti rilevanti per tracciarne il contorno.
Con chi vivi? Cosa fai nella vita? Come trascorri il tempo libero? Sono
alcune delle domande che la ricerca ha posto per tentare di fotografare
la situazione.
Schematizzando e semplificando i dati emergenti e rappresentandoli
attraverso due profili ideali, possiamo tracciare due ipotetici identikit dei
giovani livornesi
IVAN
Età: 18 anni
Status: fidanzato
Residenza: vive con i genitori
Occupazione: studente
Tempo libero: si ritrova a casa di
amici/e o esce per una bevuta
serale
Cosa gli piace: stare con gli
amici e fare sesso
Genere musicale preferito: rock.
JESSICA
Età: 18 anni
Status: single
Residenza: vive con i genitori
Occupazione studente
Tempo libero: si ritrova a casa di
amici/e oppure in
piazza/moletto
Cosa gli piace: stare con gli
amici e viaggiare
Genere musicale preferito:
commerciale.
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Con chi abito
L‟ambito domestico è quello che caratterizza la situazione abitativa dei
giovani intervistati. Questo dato è in parte riconducibile alla
composizione del campione che, seppur si estenda fino ai 25 anni, vede
il 90% circa dei soggetti incontrati con età compresa nella fascia 17-21
anni. Tuttavia a questo è opportuno affiancare anche una riflessione
circa le opportunità reali che il contesto sociale mette a disposizione dei
giovani per favorirne l‟autonomia. La permanenza tra le mura di casa è
infatti riconducibile per altri aspetti ad un‟epoca segnata dal precariato
di vita e dall‟incertezza.
Inoltre, il dato si incrocia con altri fattori (riconoscimento della famiglia
come valore prioritario sul resto, ricerca di reti sociali più prossime) che
portano a supporre il bisogno nei giovani di protezione nei confronti di
un contesto sociale percepito come meno rassicurante che in passato.
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Tabella 1 – Valori dell‟item 1.05 - con chi abito
GENITORI
-
FAMIGLIA
AMICI PARTNER SOLO N. R. TOT.
Valore
assoluto 637 5 16 11 19 688
Valore
percentuale 92,6% 0,7% 2,3% 1,6% 2,8% 100%
Grafico 5 – Valori dell‟item 1.05 con chi abito
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Titolo di studio & Situazione Occupazionale.
Il quadro che emerge dai questionari raccolti vede una larga
maggioranza dei giovani intervistati ancora all‟interno del mondo
scolastico o universitario. Il 92,9% del campione sta portando avanti un
corso di studi, alcuni di questi conducendo una contemporanea attività
lavorativa.
Grafico 6 – Valori dell‟item 1.06 - Titolo di studio
Grafico 7 – Valori dell‟item 1.07 - Occupazione
16
Nel mio tempo libero frequento
Il rapporto tra giovani e tempo libero è tradizionalmente posto al centro
dello sviluppo delle progettualità in materia di politiche giovanili.
Educativa di strada e spazi di aggregazione sono infatti normalmente
calibrati attorno a proposte che possano coinvolgere i giovani a partire
dal proporre proposte inerenti l‟impiego del tempo libero.
La centralità del tempo libero nella vita dell‟adolescente non è un fattore
casuale durante l‟arco dello sviluppo. Il tempo libero è difatti il contesto
nel quale il giovane sperimenta se stesso, può giocare ruoli diversi nei
confronti dei pari e definire così la propria individualità.
La scelta dei luoghi di ritrovo per trascorrere il tempo libero evidenzia
una netta preferenza per i luoghi di incontro informale: casa di amici,
bar serale e strada-piazza-moletto raccolgo rispettivamente le quote
maggiori di preferenza, totalizzando nel loro insieme una percentuale
pari al 60,7%.
Il dato non è solo livornese, ma segue una tendenza rilevata a livello
regionale anche dalla Terza Indagine IARD sulla condizione giovanile in
Toscana.
La forte prevalenza di contesti informali, come “casa di amici” (27,7%),
“bar serale” (17,7%) e “strada-piazza-moletto” (15,3%) può essere letta
come ricerca di luoghi la cui frequentazione non sia strutturata e che
non comporti appartenenze e ruoli sociali. Nello specifico, il secondo dei
due item, evidenzia l‟esigenza di un‟aggregazione libera, non legata
17
necessariamente al consumo di prodotti e che restituisca a chi partecipa,
la sensazione di libertà. Un‟ipotesi di lettura del significato che viene
supportato anche dall‟incrocio di quanto emerge in ambito valoriale,
dove il primo posto viene conquistato dall‟item “libertà” ritenuto molto
importante dal 67,2% degli intervistati. Inoltre il valore raggiunto
dall‟item può essere letto sia nella funzione di ricerca di uno spazio di
ritrovo più intimo, dove la persona si relaziona ad una rete ristretta di
amici, ma che garantisce un contatto più vivo e diretto, ma anche come
riflesso di una minor disponibilità economica con conseguente
attenzione a ridurre spese e consumi.
La tendenza è omogenea rispetto ad una distinzione di genere, con una
leggera differenza tra maschi e femmine nel preferire per i primi il
ritrovo “bar serale”, rispetto a “strada-piazza-moletto”. Ordine che si
inverte nelle femmine.
In sintesi il tempo libero è trascorso all‟interno di contesti destrutturati,
liberi da impegni e da attività strutturate. È il tempo dedicato alle
relazioni amicali, possibilmente di natura più intima e ristretta.
La tendenza viene inoltre confermata dai risultati ottenuti in termini di
partecipazione, dai contesti più strutturati, nei quali l‟aggregazione è
generalmente organizzata attorno ad attività finalizzate, di natura politica
o spirituale-religiosa.
Una posizione intermedia è invece vissuta dai contesti sportivi e dalla
discoteca, nei quali l‟aggregazione è finalizzata ad una attività specifica.
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Per tracciare una sintesi, si potrebbe definire che dai dati emerge il
bisogno di una relazionalità più ristretta e più intima, basata sul
desiderio di incontrarsi in modo diretto, fuori da schemi predisposti di
qualsiasi natura. Un‟aggregazione che implica probabilmente una
maggior selezione nella scelta e nella definizione della cerchia di
persone con le quali confrontarsi, ma anche un maggior investimento
nelle relazioni autentiche. Un quadro che ben si contrappone alle nuove
forme di socialità virtuale, fortemente emergenti e dettate dallo sviluppo
dei social media. È questo un dato che sfata in maniera netta il luogo
comune che disegna le relazioni tra i giovani come sempre più virtuali.
Chiaramente l‟espansione dei social network è un fenomeno indiscusso
che molto coinvolge la popolazione giovanile, senza tuttavia sostituire
assolutamente il bisogno di socialità “reale”.
Un altro luogo comune che i risultati della ricerca tendono a sfatare con
chiarezza è quello inerente al binomio tempo libero e discoteca. La
combinazione dei risultati ottenuti dalla voce “disco” e dalla voce “disco-
pub” raggiunge quota 9,4%, posizionandosi in quinta posizione come
fattore di preferenza, dopo “casa di amici”, “bar serale”, “strada-piazza-
moletto” e “palestra”. La voce riuscuote un maggior successo nel genere
femminile, rispetto al genere maschile.
Infine, così come osservato in merito alla permanenza tra le mura
domestiche e al porre la famiglia come elemento centrale della storia di
vita delle persone, la ricerca di relazionalità stretta sembrerebbe
19
confermare al tendenza a cercare situazioni più prossime per
fronteggiare le insicurezze e ansie provenienti dal contesto sociale.
Tab. 2 – Valori dell‟item 1.08 – Nel mio tempo libero frequento…
(possibilità di risposte multiple)
Bar
serale
centro
sociale
pub
disco-
pub
sala
giochi
stadio
disco
enoteca
circolo
rave
strada-
piazza-
moletto
palestra
casa di
am
ici
orato
rio/
parro
cc
hia
altro
Tot.
Val.
ass. 269 19 53 3 13 4 140 0 17 0 233 163 422 33 154 1523
Val.
per.
17,7
%
1,2
%
3,5
%
0,2
%
0,9
%
0,3
%
9,2
%
0,0
%
1,1
%
0,0
%
15,3
%
10,7
%
27,7
%
2,2
%
10,1
%
100,0
%
Grafico 8 – Valori dell‟item 1.08 – Nel mio tempo libero frequento…
(possibilità di risposte multiple)
20
Nel mio tempo libero con quale frequenza…
La frequentazione dei luoghi, restituisce indicazioni importanti per
definire l‟utilizzo del tempo libero da parte dei giovani. A questo
possiamo inoltre aggiungere un ulteriore elemento di indagine inerente I
contenuti posti all‟interno del contenitore “tempo libero”
Dal punto di vista dell‟impiego del tempo libero, si osserva che lo sport
è l‟attività più praticata e con frequenza maggiore (almeno settimanale),
seguita dal cinema (con frequenza mensile) e dalla partecipazione a
concerti o iniziative culturali limitate però ad una frequenza di 1 o 2
volte nell‟arco di tre mesi.
La forte pratica dello sport non va necessariamente collegata a contesti
di tipo agonistico o di tipo strutturato. La tendenza a preferire spazi di
aggregazione di natura informale, emersa nell‟item precedente, potrebbe
influenzare il risultato ottenuto dalla voce “sport” inquadrandolo nei
contesti di pratica ricreativa e informale.
In ogni caso, la pratica sportiva può essere letta come un significativo
fattore che può contribuire positivamente alla definizione della
personalità e dell‟identità del ragazzo adolescente, mediante il contatto
con la propria corporeità.
Da notare che la pratica di strumenti musicali coinvolge una quota
minore del campione di riferimento, ma che si colloca nella quotidianità
delle persone che la svolgono (il 66,3% delle persone che suonano uno
strumento lo fanno una o più volte a settimana), un‟attività che peraltro
21
non conosce mezze vie, o la si pratica con costanza oppure non la si
pratica mai.
Le attività meno gettonate sono la visita di mostre d‟arte e la
frequentazione di biblioteche.
Tab. 3 – Valori dell‟item 1.09 Nel mio tempo libero con quale
frequenza…
1 o più
volte a
sett
1 o più
volte al
mese
1-2 volte in
3 mesi
Mai in 3
mesi
pratico sport 400,00 72,00 55,00 127,00
suono uno strumento musicale 114,00 29,00 29,00 483,00
vado a ballare 79,00 213,00 159,00 204,00
vado a vedere una
manifestazione sportiva 72,00 157,00 187,00 238,00
vado al cinema 59,00 331,00 210,00 55,00
vado in biblioteca 47,00 67,00 115,00 423,00
altro 34,00 3,00 0,00 4,00
vado ad una iniziativa culturale 23,00 58,00 225,00 345,00
vado ad un concerto 18,00 74,00 254,00 308,00
vado a teatro 10,00 44,00 179,00 420,00
vado a vedere una mostra d'arte 5,00 25,00 172,00 452,00
Analizzando le attività praticate (percentuale di risposte “1 o più volte a
settimana”, “1 o più volte al mese”, “1-2 volte in 3 mesi”) otteniamo il
seguente quadro di riferimento:
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Tab. 4 – Valori dell‟item 1.09 Nel mio tempo libero con quale
frequenza… (dati aggregati tra le voci “1 o più volte a settimana”, “1 o
più volte al mese”, “1-2 volte in 3 mesi”)
vado al cinema 17,1%
pratico sport 15,0%
vado a ballare 12,8%
vado a vedere una manifestazione
sportiva 11,8%
vado ad un concerto 9,8%
vado ad una iniziativa culturale 8,7%
vado a teatro 6,6%
vado in biblioteca 6,5%
vado a vedere una mostra d'arte 5,7%
suono uno strumento musicale 4,9%
altro 1,1%
Possiamo notare che nelle prime posizioni si alternano attività che
richiedono un forte coinvolgimento attivo (“pratico sport” 15,0% e “vado
a ballare” 12,8%) con attività fruite in maniera passiva (“vado al cinema”
17,1% e “vado a vedere una manifestazione sportiva” 11,8%). In ogni
caso in molte di queste si possono ritrovare fattori di arricchimento e di
crescita personale e relazionale.
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Divertimento è…
Il divertimento è una componente classicamente collocata, da chi si
occupa di sviluppo di politiche giovanili, all‟interno del binomio giovani
e tempo libero. È peraltro uno dei principali target delle offerte di natura
commerciale rivolte agli adolescenti
Anche in merito questo elemento, viene confermata la tendenza a
privilegiare il contesto informale, un dato che emerge dal valore
raggiunto dall‟item “stare con amici” (26,8%), seguito da “viaggiare”
(14,1%) e “fare sesso” (11,9%).
La tendenza varia operando un‟ulteriore analisi di genere.
Nei maschi gli item che ottengono valori più alti sono nell‟ordine “stare
con amici” (25,4%), “fare sesso” (17,2%) e “praticare e vedere
sport”(15,3%).
Nelle femmine, l‟ordine di preferenza cambia come segue: “stare con
amici” (28,2%), “viaggiare” (18,7%), “ballare” (11,3%).
Informalità e bisogno amicalità sono ancora una volta i tratti emergenti
affrontando il vissuto dei giovani rispetto al tempo libero, nella specifica
attenzione al divertimento.
24
Tab. 5 – Valori dell‟item 1.10 – Divertimento è… (possibilità di risposte
multiple)
stare con am
ici
suonare
sballarsi
ballare
pratica
re e vedere sport
viaggiare
anda
re al cinem
a
videogam
e
anda
re pe
r locali
ascolatare m
usica e con
certi
fare sesso
altro
TO
T.
Valore
assoluto
457 61 45 134 172 240 102 41 77 153 203 18 1703
Valore
percentual
e
26,8
%
3,6
%
2,6
%
7,9
%
10,1
% 14,1% 6,0%
2,4
% 4,5%
9,0
% 11,9%
1,1
%
100,0
%
Grafico 9 – Valori dell‟item 1.10 – Divertimento è… (possibilità di risposte
multiple)
25
Quale musica ascolti più frequentemente?
Il punto di vista dei gusti musicali porta a rappresentare un quadro che
vede rock (20,0%), musica commerciale (16,0%) e musica italiana (15,0%)
come generi preferiti.
Tab. 6 – Valori dell‟item 1.11 “Quale musica ascolti più frequentemente?”
(possibilità di risposte multiple)
danc
e
italiana
ska
ragg
ae
com
merciale
classica
punk
hip-hop
tecn
o
blues
hard c
ore
rap
rock
jazz
goa
celtica
altro
TO
T
Val.
assol
.
128 241 27 60 263 52 69 113 74 70 36 63 327 28 13 21 77 1662
Val.
per.
8% 15% 2% 4% 16% 3% 4% 7% 4% 4% 2% 4% 20% 2% 1% 1% 5% 100%
Grafico 10 – Valori dell‟item 1.11 “Quale musica ascolti più
frequentemente?”
26
Come ritieni sia il periodo che stai passando?
Livorno è una provincia dove tutto sommato i giovani vivono in maniera
soddisfacente, valore indicato dal risultato di 45,3% raggiunto dalle voci
“buono” e “ottimo” a fronte del 25,8% delle voci “pessimo” e “così-così”.
Tab. 7 – Valori dell‟item 1.12 “Come ritieni il periodo che stai passando?”
pessimo così-così normale buono ottimo
Valore
assoluto 34 123 177 203 73
Valore
percentuale 5,6% 20,2% 29,0% 33,3% 12,0%
Grafico 11 – Valori dell‟item 1.12 “Come ritieni il periodo che stai
passando?”
27
Quanto pensi sia importante nella vita?
Dal punto di vista valoriale le voci “famiglia” (93,2% raggiunto dai valori
“assolutamente” e “molto”), “amicizia” (92,4%) e “libertà” (92,3%)
ottengono l‟apprezzamento maggiore, seguite da “amore” (88,2%) e,
ancora, da “godersi la vita” (86,0%) e “autorealizzazione” (81,9%).
Figli dell‟epoca dell‟incertezza, del precariato di vita, i ragazzi livornesi
cercano rifugio nelle reti sociali di più immediato accesso, la famiglia in
primis, ma anche le relazioni sentimentali e l‟amicizia. Il conflitto
generazionale sembra non esprimersi in maniera prevalente all‟interno
delle mura domestiche. Il mondo adulto viene rifiutato nelle sue cornici
più istituzionali o almeno percepite come tali (politica, religione,
impegno sociale).
La famiglia è centrale quindi nell‟esperienza dell‟adolescente, sia come
sostegno che come palestra per gestire le conflittualità proprie della fase
di vita.
La sfida posta dall‟adolescente nei confronti della famiglia riflette la sifda
interiore che il giovane si trova a vivere al suo interno, una sfida legata
al contrasto tra la contemporanea spinta centrifuga che porta il figlio a
ricercare autonomia e separazione, e la spinta coesiva che cerca invece
di mantenere identità e coesione del sistema familiare, ma anche
protezione nei confronti di un contesto sociale precario e per certi
aspetti minaccioso.
28
La società postindustriale ha visto un progressivo modificarsi della
relazione educativa genitore-figlio, da un modello normativo verso un
modello affettivo, dove il sistema sistema centrato sul modello premio-
punizione viene ad essere sostituito da un modello basato, almeno
apparentemente, sulla comprensione, il sostegno e l‟identificazione.
Il mutamento del paradigma educativo genitoriale è in parte
conseguenza del mutamento sociale che ha portato a incrementare il
livello di complessità della società in genere. Nelle società più semplici il
futuro delle nuove generazioni è ben disegnato nelle menti dei padri
che orientano i figli a seguirne gli insegnamenti con il meccanismo della
gratificazione-punizione. Negli ultimi decenni le cose si sono complicate
e il destino delle persone non è più così evidente e scontato, diventando
oggetto di una costruzione personale e complessa e difficilmente
definibile a priori. Per i genitori non è più così semplice identificare quali
insegnamenti potranno aiutare ei figli a vivere bene nel mondo futuro,
dato che il futuro stesso ha caratteristiche di forte incertezza,
un‟incertezza che di conseguenza si riflette sullo stile educativo dei
genitori.
Rispetto a quest‟ultimo fattore c‟è accordo diffuso tra analisti sociali e
ricercatori circa l‟evoluzione dei rapporti intrafamiliari, tuttavia è lecito
chiedere se la dicotomia che presenta affettività vs normatività
contribuisca ad una comprensione piena di questa evoluzione e quindi
se affettività e normatività siano effettivamente due concetti antitetici. La
caduta della figura genitoriale autoritaria può favorire sia modelli
29
autorevoli di comunicazione, centrati su una relazione assertiva piuttosto
che normativo-impositiva, dove tuttavia affettività e regole convivono,
oppure può portare verso modelli nei quali l‟autorità può essere
sostituita dalla delega e dal disimpegno da parte delle figure genitoriali.
Occorre però chiedersi se il declino del modello autoritario sia il solo
fattore che da luogo al secondo modello, oppure se la comprensione di
questo non debba far riferimento anche a determinati fattori
socioeconomici. Anche in questo caso una visione sistemica non può
prescindere da fattori quali gli attuali ritmi di lavoro che coinvolgono
entrambi i genitori, le tensioni economiche legate al crescente
precariato, l‟alleggerimento progressivo dei welfare nei paesi occidentali,
la crescita di quelle che vengono definite le nuove povertà, fenomeno
quest‟ultimo indicativo di un più generalizzato impoverimento
economico delle fasce medie della società. Probabilmente anche questi
fattori, insieme alle mutazioni culturali che spingono verso l‟edonismo
individuale concorrono nell‟incrementare la pressione sociale e
psicologica sulle figure adulte all‟interno della famiglia, divorando
energie psichiche e riducendo i margini e le possibilità di attenzione e
cura verso i figli.
Da questo quadro appare più probabile che non siano tanto l‟evoluzione
verso un modello affettivo, quanto la mancanza di un modello educativo
alternativo a quello tradizionale, la delega e l‟assenza delle figure
genitoriali, i veri responsabili di una fase di transizione in cui la nuova
famiglia abdica di fronte alla sua funzione culturale ed educativa finendo
30
per non ritenere più pressante il compito di presiedere alla nascita
sociale dei figli.
Peraltro a fronte di questa evoluzione inerente il contesto familiare, se
ne presenta una che presenta una natura del tutto speculare a questa e
che vede il gruppo dei pari emergere come punto di riferimento dal
quale trarre nutrimento affettivo.
Tab. 8 – Valori item 1.13 “Quanto pensi sia importante nella vita…”
(possibilità di risposte multiple)
Assolutamente Molto Abbastanza Poco Per niente
Famiglia 66,2% 27,0% 5,3% 1,4% 0,2%
Lavoro 29,0% 53,8% 14,6% 1,4% 1,2%
Amicizia 58,1% 34,3% 6,5% 0,9% 0,2%
Politica 5,1% 19,2% 38,3% 24,7% 12,7%
Impegno Sociale 8,9% 30,6% 40,6% 14,6% 5,3%
Godersi la vita 56,6% 29,4% 12,9% 0,8% 0,3%
Benessere
Economico 21,1% 39,6% 31,9% 6,0% 1,4%
Tempo Libero 29,1% 38,6% 28,7% 3,6% 0,0%
Solidarietà 16,1% 44,6% 27,1% 8,0% 4,2%
Amore 52,3% 35,9% 9,9% 1,4% 0,5%
Autorealizzazione 42,0% 39,9% 13,2% 3,7% 1,2%
Religione 5,3% 11,6% 23,1% 25,1% 34,9%
Interessi Culturali 11,1% 28,0% 37,8% 17,6% 5,5%
Libertà 67,2% 25,1% 5,4% 1,7% 0,6%
Altro 50,0% 21,9% 9,4% 18,8% 0,0%
31
Tab. 9 – Valori item 1.13 “Quanto pensi sia importante nella vita…”
(valori aggregati tra “assolutamente” e “molto” e tra “poco” e “per
niente”; possibilità di risposte multiple)
“Assolutamente” – “Molto” Abbastanza “Poco” – “Per niente”
Famiglia 93,2% 5,2% 1,6%
Lavoro 82,8% 14,6% 2,6%
Amicizia 92,4% 6,5% 1,1%
Politica 24,3% 38,3% 37,4%
Impegno Sociale 39,5% 40,6% 19,9%
Godersi la vita 86,0% 12,9% 1,1%
Benessere
Economico 60,7% 31,9% 7,4%
Tempo Libero 67,8% 28,6% 3,6%
Solidarietà 60,7% 27,1% 12,2%
Amore 88,2% 9,9% 1,9%
Autorealizzazione 81,9% 13,1% 5,0%
Religione 16,9% 23,1% 60,0%
Interessi Culturali 39,1% 37,8% 23,1%
Libertà 92,3% 5,4% 2,3%
Altro 71,9% 9,3% 18,8%
Analizzando anche in questo caso le differenze di genere, si nota che nei
maschi, la scala di valori si articola ponendo l‟amicizia al primo posto
(94,1%), seguita dalla famiglia (92,2%) e la libertà (92,0%). Per le
femmine la famiglia è posta invece al primo posto (94,1%), seguita da
libertà (92,7%) e amore (91,0%).
32
Tab. 10 – Valori item 1.13 “Quanto pensi sia importante nella vita…”
limitati alla sola componente maschile del campione (valori aggregati tra
“assolutamente” e “molto” e tra “poco” e “per niente”; possibilità di
risposte multiple)
“Assolutamente” – “Molto” Abbastanza “Poco” – “Per niente”
Famiglia 93,2% 5,8% 1,6%
Lavoro 82,8% 14,6% 2,6%
Amicizia 92,4% 6,5% 1,1%
Politica 24,3% 38,3% 37,4%
Impegno Sociale 39,5% 40,06% 19,9%
Godersi la vita 86,0% 12,9% 1,1%
Benessere
Economico 60,07% 31,9% 7,4%
Tempo Libero 67,8% 28,7% 3,6%
Solidarietà 60,7% 27,1% 12,2%
Amore 88,2% 9,9% 1,9%
Autorealizzazione 81,9% 13,2% 5,0%
Religione 16,9% 23,1% 60,0%
Interessi Culturali 39,1% 37,8% 23,1%
Libertà 92,3% 5,4% 2,3%
Altro 71,9% 9,4% 18,8%
33
Tab. 11 – Valori item 1.13 “Quanto pensi sia importante nella vita…”
limitati alla sola componente femminile del campione (valori aggregati
tra “assolutamente” e “molto” e tra “poco” e “per niente”; possibilità di
risposte multiple)
“Assolutamente” – “Molto” Abbastanza “Poco” – “Per niente”
Famiglia 92,2% 5,6% 2,2%
Lavoro 78,9% 18,9% 2,2%
Amicizia 94,1% 4,7% 1,2%
Politica 27,3% 36,3% 36,3%
Impegno Sociale 39,7% 38,1% 22,2%
Godersi la vita 85,4% 13,0% 1,6%
Benessere Economico 64,4% 27,6% 8,0%
Tempo Libero 70,2% 25,5% 4,3%
Solidarietà 56,7% 27,4% 15,9%
Amore 85,4% 11,8% 2,8%
Autorealizzazione 79,3% 14,2% 6,5%
Religione 15,5% 22,0% 62,4%
Interessi Culturali 39,3% 34,7% 26,0%
Libertà 92,0% 5,8% 2,2%
Altro 80,0% 15,0% 5,0%
34
Hai un progetto che pensi di realizzare nel futuro?
La progettualità futura nell‟adolescente è un fattore che collega sia
aspetti personali (la capacità di proiettarsi nel futuro è un indicatore
legato al senso di autoefficacia), sia aspetti legati al mondo sociale in
termini di opportunità e risorse (opportunità formative e lavorative) che
il contesto mette a disposizione della persona.
Lo scenario sociale attuale nel quale l‟adolescente è chiamato a
muoversi è caratterizzato da forti fattori di limite, una situazione ben
rappresentata dal sociologo romano Claudio Cippitelli, che osserva il
ritorno ad un modello sociale per ceti, nel quale la mobilità è fortemente
ridotta:
La società immobile che caratterizza il nostro presente non permette ai
giovani d‟attendere l‟ascensore sociale per salire nell‟Italia dei ceti
bloccati. Quell‟ascensore funziona solo per chi ha monete da mettere
nella gettoniera, monete che provengano da un cospicuo patrimonio
familiare. Gli altri, quelli che non possono contare su di un patrimonio?
Gli altri surfano.
Come nello sport della tavola che ha come scenario ogni scenario (mare,
montagna, città…), così le generazioni del nuovo millennio surfano in
ogni dove: nella ricerca di una formazione, di un lavoro, di un‟abitazione,
di forme di stabilità (sempre momentanea, provvisoria), di relazioni.
35
La metafora della tavola da surf è significativa per la condizione attuale
dei giovani. La tavola si pratica da soli compiendo traiettorie che
saranno uniche e accettando il rischio di cadere in qualsiasi momento.
Precarietà di opportunità, immobilismo sociale, ma non solo. Il
panorama, salvo rare eccezioni, sembra non essere a misura di giovane.
L‟accesso alle leve di comando del sistema, alla classe dirigente è
sempre più negato. Dal 1998 al 2004 il peso dei settantenni nell‟élite di
comando del paese è cresciuto dal 18,8% al 23,4%, seguito da quello dei
sessantenni passato dal 27,4% al 30,4%. Il risultato è immediato: se
complessivamente il peso degli ultrasessantenni è cresciuto dal 46,2% al
53,8%, di contro lo spazio per i giovani si è inevitabilmente ridotto.
È un sistema che si autoalimenta, l‟immobilismo e la chiusura dell‟élite
esclude l‟accesso dei giovani e la possibilità di mettere in moto
cambiamento.
È questo lo scenario nel quale si collocano le aspirazioni e le
progettualità dei giovani, che vedono nell‟ambito lavorativo (39,8%) e di
studio (34,3%) la possibilità di futuro.
36
Tab. 12 – Valori item 1.14 “Hai un progetto che pensi di realizzare nel
futuro?”
lavorativo di studio sentimentale altro nessuno
Valore
assoluto 253 218 68 40 56
Valore
percentuale 39,8% 34,3% 10,7% 6,3% 8,8%
Grafico 12 – Valori item 1.14 “Hai un progetto che pensi di realizzare nel
futuro?”
37
Quanto sei soddisfatto dei seguenti aspetti relativi al vivere
in provincia di Livorno?
Il livello di soddisfazione nel vivere il territorio non raggiunge risultati
soddisfacenti.
Appena il 10,7% degli intervistati lo trova soddisfacente (valore
aggregato delle risposte “assolutamente” e “molto”) a fronte di un 55,5%
insoddisfatto (valore aggregato delle risposte “poco” e “per niente”). Il
2,3% del campione ritiene “assolutamente” soddisfacente vivere nella
provincia di Livorno, mentre l‟11,9% del campione lo ritrova “per niente”
soddisfacente.
Il fattore più apprezzato è la capacità di tolleranza della popolazione,
seguito dalle possibilità di divertimento (13,2% ottenuto dalle voci
“assolutamente” e “molto”) e di aggregazione (13,1% ottenuto dalle voci
“assolutamente” e “molto”). Di contro, gli aspetti più critici sono legati
alle opportunità di realizzare i propri progetti (68,2% ottenuto dalle voci
“poco” e “per niente”) e le opportunità lavorative (63,8% ottenuto dalle
voci “poco” e “per niente”).
38
Tab. 13 – Valori dell‟item 1.15 “Quanto sei soddisfatto dei seguenti
aspetti relativi al vivere in provincia di Livorno?”
Assolutamente Molto Abbastanza Poco
Per
niente
Tolleranza 30 118 281 190 44
Opportunità lavorative 12 27 202 343 82
Funzionamento servizi
pubblici 8 27 249 280 105
Possibilità di svago e
divertimento 19 70 208 274 104
Offerte formative 12 41 238 319 56
Offerte culturali 11 62 234 292 71
Opportunità per
realizzare i tuoi progetti 14 32 168 348 112
Opportunità aggregative 16 73 245 286 57
Altro 2 1 1 25 9
39
Quali realtà di tipo aggregativo frequenti e con quale
frequenza?
L‟adolescente che costruisce la propria identità di adulto, vive
costantemente la necessità di sperimentarsi in ruoli e comportamenti
differenti, per comprendere quali, tra i tanti, saranno i più consonanti
con la propria individualità. L‟ingresso in questa fase di vita è un
momento di prova e di lotta, di rinunce e di conquiste, durante il quale
l‟adolescente è posto, oggi ancora di più, davanti ad una moltitudine di
ruoli possibili.
Diviene quindi molto importante il ruolo che le strutture sociali e
culturali esercitano sull‟adolescente durante questa fase di
sperimentazione, orientamendo verso le scelte future e la comprensione
dei profondi cambiamenti in atto, ma anche fungendo da specchio
rispetto ai tentativi di emancipazione messi in atto.
Danilo Dolci, sociologo e poeta italiano, indicava l‟importanza
dell‟approccio maieutico all‟educazione, non attraverso
un‟alfabetizzazione meccanica alla vita secondo i criteri e i canoni del
mondo adulto, ma mediante un processo in grado di lasciar emergere i
canoni e i criteri sociali e culturali propri dell‟adolescente, mediante il
dialogo e promuovendo una partecipazione attiva e pienamente
consapevole del soggetto al processo. Stare accanto, stare con,
lasciando lo spazio adeguato per sviluppare un pieno protagonismo di
vita.
40
Anche dal punto di vista delle realtà aggregative frequentate emerge la
predilezione per i contesti informali, che si confermano come il contesto
più frequentato dai giovani, seguito dal gruppo di amici con cui si
pratica sport e dal gruppo musicale.
Anche secondo questo punto di vista, i risultati più negativi si registrano
per il gruppo parrocchiale e il gruppo politico, coerentemente con la
scarsa rilevanza data ai valori religiosi e alla scarsa fiducia verso il
mondo politico tradizionale.
Il gruppo dei pari costituisce l‟aggregazione giovanile spontanea
costruito sulla base dell‟amicizia e della libera scelta reciproca. La cultura
adolescenziale è da sempre eminentemente cultura di gruppo e gli
obiettivi di crescita prendono forma proprio a partire dall‟accoglienza e
dall‟appartenenza ad un contesto di gruppo. In questo senso il gruppo
assume la funzione di contenitore psichico collettivo, che consente lo
sviluppo di un senso di soggettività, che si completa quando la
percezione di sé si integra con il riconoscimento da parte degli altri,
secondo il processo di costruzione dell‟identità affrontato in apertura di
capitolo.
Nel gruppo dei pari durante l‟adolescenza si connettono la costruzione
di un Sé soggettivo e di un Sé sociale, ed il gruppo stesso costituisce il
contenitore psichico di questo processo.
Come la famiglia, il gruppo dei pari diviene una vera palestra di vita nel
quale gli adolescenti si formano in relazione agli altri e al proprio
41
ambiente, sperimentando le proprie possibilità di espressione e di
interazione, costruendo di pari passo la propria autonomia e identità. Il
gruppo dei pari diviene un luogo nel quale realizzare la propria nascita
sociale e l‟inserimento nell‟universo degli adulti .
Pietropolli Charmet indica inoltre come l‟appartenenza al gruppo dei
pari, o di riflesso la sua esclusione, costituisca uno dei aspetti centrali
dell‟esperienza di crescita del giovane, aspetto dotato di più elevato
valore affettivo e di maggior capacità di sostegno e influenza, con i suoi
riflessi anche in riferimento all‟esposizione ai rischi, nei confronti dei
processi evolutivi adolescenziali.
È interessante notare – come sottolinea Saottini - come il ruolo di
iniziazione previsto nelle società tradizionali da parte del gruppo adulto
che attraverso prove fisiche rischiose e la sperimentazione del dolore
segnavano il passaggio dall‟infanzia all‟età adulta, sia assunto nella
società attuale dal gruppo dei pari. Ecco allora che trasgressione, rischio
e superamento del limite, tutti aspetti che osserviamo nelle relazioni
all‟interno del gruppo dei pari assumono una possibile lettura ulteriore
di significato.
Il gruppo dei pari diviene un sottosistema sociale entro il quale
sperimentare le proprie abilità, competenze e capacità, una sorta di
laboratorio dove sperimentarsi e dove assaporare l‟autonomia.
Il gruppo dei pari gioca quindi un ruolo fondamentale nella crescita
dell‟adolescente, diviene strumento per sperimentare il senso d‟identità,
42
nuovi modelli di comportamento e confrontarsi con il bisogno di
accettazione sociale. È un contenitore che può giocare un ruolo
protettivo, ma anche mettere l‟adolescente in crisi, in un momento di
forte vulnerabilità e di massima influenzabilità. Il gruppo esercita quindi
una pressione significativa sul singolo, anche se la suscettibilità
all‟influenza esterna dipende da differenti fattori concomitanti, quali le
caratteristiche personologiche, la qualità dei rapporti familiari e il
contesto socio-culturale di appartenenza. Numerosi studi convergono
nel ritenere che la pressione sociale verso comportamenti devianti
aumenta fortemente laddove la famiglia non costituisce per il giovane
un punto di riferimento adeguato.
43
Tab. 14 – Valori dell‟item 1.16 “Quali realtà di tipo aggregativo frequenti
e con quale frequenza?”
1 o più volte
a settimana
1 o più volte
al mese
1 – 2 volte
in 3 mesi
Mai in 3
mesi
Gruppo informale di
amici 79,6% 9,3% 6,5% 4,6%
Gruppo Scout 1,9% 0,9% 4,6% 92,6%
Gruppo Sportivo 39,5% 11,3% 9,3% 39,9%
Gruppo Parrocchiale 5,5% 4,6% 7,9% 82,1%
Gruppo Politico 1,8% 4,6% 11,3% 82,4%
Associazione di
Volontariato 6,4% 6,9% 14,6% 72,1%
Gruppo Musicale 11,5% 6,4% 8,4% 73,7%
Altro 26,3% 7,9% 63,2% 2,6%
44
Quali realtà di tipo aggregativo vorresti frequentare e con
quale frequenza?
Il riferimento rispetto ai contesti che i giovani vorrebbero frequentare, il
panorama non varia di molto rispetto all‟item precedente.
Un risultato interessante e differente da quanto emerso poco sopra, è
legato al desiderio di impegnarsi nel volontariato e nella politica. La
percentuale di giovani che dichiarano tale interesse supera di gran lunga
quella di coloro che praticano realmente queste attività.
Contrariamente a molte rappresentazioni del mondo giovanile, ma più in
genere dell‟andamento sociale generale che vede gli individui sempre
più spinti verso l‟individualismo, l‟autorealizzazione e una solidarietà che
sembra non superare la cerchia ristretta degli affetti più intimi, la
popolazione giovanile intervistata, manifesta una significativa
propensione verso il volontariato e il bene pubblico. Il 37,5% dei giovani
interessati vorrebbe frequentare maggiormente un gruppo politico e il
63,5% un‟associazione di volontariato, a fronte di una quota di coloro
che già lo fanno rispettivamente pari al 17,6% e al 27,9%. Il desiderio di
partecipazione è quindi forte e riassunto in questo dato. La voglia di
contesti adeguati in cui praticarla è doppia rispetto alla reale pratica.
La voglia di partecipazione è quindi presente e si orienta preferibilmente
verso una partecipazione non politica, ma piuttosto legata all‟impegno
sociale e al protagonismo attivo. Dai dati emerge la voglia dei giovani di
muoversi in prima persona per incidere verso il mondo che li circonda.
45
Un risultato simile viene anche raggiunto dalle voci “Gruppo scout” e
“Gruppo musicale”, mentre non desta interesse particolare la voce
“Gruppo parrocchiale”.
Le voci “Gruppo informale di amici” e “Gruppo sportivo” ottengono
invece un risultato coerente tra desiderio e sua realizzazione pratica.
Tab. 15 – Valori dell‟item 1.17 “Quali realtà di tipo aggregativo vorresti
frequentare e con quale frequenza‟”
1 o più volte
a settimana
1 o più volte
al mese
1 – 2 volte
in 3 mesi
Mai in 3
mesi
Gruppo informale di
amici 80,9% 6,9% 6,3% 5,9%
Gruppo Scout 1,9% 4,1% 8,9% 85,1%
Gruppo Sportivo 48,1% 15,6% 13,0% 23,3%
Gruppo Parrocchiale 6,3% 5,0% 11,6% 77,2%
Gruppo Politico 5,3% 13,0% 19,2% 62,5%
Associazione di
Volontariato 15,2% 24,0% 24,3% 36,5%
Gruppo Musicale 21,9% 14,3% 16,8% 47,0%
Altro 19,4% 0,0% 77,8% 2,8%
46
Riflessioni conclusive
Il senso di condurre una ricerca sulla condizione giovanile all‟interno di
una comunità locale, si misura con il tramonto, secondo alcuni, del
concetto stesso di comunità locale in un mondo sempre più centrato
attorno alle community che alle comunità, e non solo nel senso dei
social network e dei gruppi virtuali.
La globalizzazione dell‟informazione e lo sviluppo di nuove reti sociali
produce un contesto in cui gli stimoli e le opportunità sembrano
apparentemente illimitate, almeno a livello virtuale. Nella realtà le cose
son ben diverse. Il rapporto tra gionvani e nuove tecnologie merita di
essere indagato ulteriormente, soprattutto in relazione ai dati emergenti
dalla ricerca relativi al bisogno di socialità ristretta e di relazioni intime,
emersi in maniera considerevole.
Facebook e gli altri social network consentono di stringere migliaia di
nuove amicizie, all‟interno della rete. Sembra quasi impossibile pensare
che possa esistere ancora il sentimento di solitudine. Ma la realtà è ben
diversa e non solo perché, come osserva Robin Dunbar3 antropologo
dell‟Università di Oxford, la nostra mente è stata predisposta
dall‟evoluzione a tenere in piedi non più di 150 rapporti significativi, ma
anche perché in contrasto con l‟orizzonte sconfinato proposto dalla rete,
3 Z. Bauman – Metti in scena il tuo privato. Il trionfo dell’esibizionismo nell’era dei social network – R2 di Repubblica del 9 aprile 2011
47
nella realtà la nostra epoca è attraversata da nuove solitudini4
conseguenti ad una crescente complessità dei rapporti umani. Troppo
spesso questi si trovano infatti ad essere mediati e quindi meno
autentici e profondi. La crescente complessità provoca difficoltà maggiori
nel relazionarsi all‟altro ed ecco che la solitudine cresce. E con questo
cresce il bisogno di una relazionalità autentica, legata alla cerchia
ristretta di amici, alla famiglia. Un dato apparentemente in
controtendenza con l‟esplosione della socialità di massa dei social
network, ma che trova nel vuoto che invade l‟enorme contenitore
virtuale, la sua ragione di essere.
È questo bisogno di protezione sociale, uno dei dati più significativi che
emergono dalla ricerca. È il naturale riflesso di una società che alimenta
paura e incertezza che i giovani livornesi fronteggiano, come visto,
rifugiandosi nelle relazioni più intime. Le reti che in questo senso si
vengono a creare sembrano rispondere in maniera soddisfacente ai
bisogni, dato che per il 45,3% dei ragazzi (item 1.12) il periodo che
stanno attraversando è tutto sommato “buono” se non “ottimo”. E
nonostante le incertezze e le paure sociali, i ragazzi mantengono una
certa fiducia nel futuro, che esprimono mediante progettualità formative,
lavorative, ma anche affettive.
Un possibile rischio legato al contesto locale è, di contro, connesso alle
risposte che questo può fornire nei confronti delle progettualità e delle
4 C. Andorlini, A. Binetti, G. Salvadori – Chi è responsabile? Manuale di educazione alla cittadinanza – Giunti 2010
48
aspettative giovanili. Occorre riflettere sul dato che vede la maggiore
insoddisfazione giovanile, rispetto al territorio livornese, legata alle
opportunità di realizzare i propri progetti e alle opportunità lavorative.
La ricerca di tutto questo sembra inoltre non limitarsi ad una sola
dimensione individuale, considerando che la reazione dei giovani nei
confronti del periodo che stiamo attraversando passa anche attraverso il
dato che vede il 37,5% di questi desiderosi di impegnarsi di più in
un‟attività politica e il 63,5% in un‟associazione di volontariato. La ricerca
di risposte e la progettualità giovanile vive quindi anche una potenziale
dimensione collettiva, che probabilmente comporta la ricerca delle
modalità più opportune per consentirne l‟emersione.
49
Appendice A – Tutti i dati della ricerca
Item 1.01 – Età
Età 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Tot.
Val.
Ass. 7 54 380 109 44 28 10 9 10 12 663
Val.
Perc.
1,1% 8,1% 57,3% 16,4% 6,6% 4,2% 1,5% 1,4% 1,5% 1,8% 100,0%
50
Item 1.02 – Sesso
Sesso M F N.R. Tot.
Val.
Ass. 345,00 339,00 4 688
Val.
Perc.
50,1% 49,3% 0,6% 100,0%
51
Item 1.03 – Single
Stato Single Coppia N.R. Tot.
Val.
Ass. 326 337 25 688
Val.
Perc.
47,4% 49,0% 3,6% 100,0%
52
Item 1.04 – Città
Citta
LIV
OR
NO
CO
LL
ES
AL
VE
T
TI
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SIG
NA
NO
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CE
CIN
A
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ST
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NE
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C.
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BO
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M
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S. V
IN
CE
NZ
O
SA
SS
ET
TA
PIO
MB
IN
O
SU
VE
RE
TO
To
t.
Val.
Ass. 303 8 23 85 38 15 31 2 12 82 5 604
Val.
Perc
.
50,2
%
1,3
%
3,8
%
14,1
%
6,3
%
2,5
%
5,1
%
0,3
%
2,0
%
13,6
%
0,8
%
100,0
%
53
Item 1.05 – Con chi abito:
GENITORI
-
FAMIGLIA
AMICI PARTNER SOLO N. R. TOT.
Valore
assoluto 637 5 16 11 19 688
Valore
percentuale 92,6% 0,7% 2,3% 1,6% 2,8% 100%
54
Item 1.06 – Titolo di studio
SCUOLA
PRIMARIA
DI PRIMO
GRADO
SCUOLA
SECONDARIA
DI PRIMO
GRADO
SCUOLA
SECONDARIA
DI SECONDO
GRADO
UNIVERSITA’ N.R. TOT
Valore
assoluto 0,00 520,00 116,00 5,00 47,00 688
Valore
percentuale
0,0% 75,6% 16,9% 0,7% 6,8% 100%
55
Item 1.07 - Occupazione
stud stud-lav lav disocc
Valore assoluto 530,00 86,00 47,00 0,00
Valore
percentuale
79,9% 13,0% 7,1% 0,0%
56
Item 1.08 – Nel mio tempo libero frequento… (possibilità di risposte
multiple)
Bar
serale
centro
sociale
pub
disco-
pub
sala
giochi
stadio
disco
enoteca
circolo
rave
strada-
piazza-
moletto
palestra
casa di
am
ici
orato
rio/
parro
cc
hia
altro
Tot.
Val.
ass. 269 19 53 3 13 4 140 0 17 0 233 163 422 33 154 1523
Val.
per.
17,7
%
1,2
%
3,5
%
0,2
%
0,9
%
0,3
%
9,2
%
0,0
%
1,1
%
0,0
%
15,3
%
10,7
%
27,7
%
2,2
%
10,1
%
100,0
%
57
Tab. 3 – Valori dell‟item 1.09 Nel mio tempo libero con quale
frequenza…
1 o più
volte a sett
1 o più
volte al
mese
1-2 volte in
3 mesi
Mai in 3
mesi
pratico sport 400,00 72,00 55,00 127,00
suono uno strumento
musicale 114,00 29,00 29,00 483,00
vado a ballare 79,00 213,00 159,00 204,00
vado a vedere una
manifestazione sportiva 72,00 157,00 187,00 238,00
vado al cinema 59,00 331,00 210,00 55,00
vado in biblioteca 47,00 67,00 115,00 423,00
altro 34,00 3,00 0,00 4,00
vado ad una iniziativa
culturale 23,00 58,00 225,00 345,00
vado ad un concerto 18,00 74,00 254,00 308,00
vado a teatro 10,00 44,00 179,00 420,00
vado a vedere una mostra
d'arte 5,00 25,00 172,00 452,00
60
Tab. 8 – Valori item 1.13 “Quanto pensi sia importante nella vita…”
(possibilità di risposte multiple)
Assolutamente Molto Abbastanza Poco Per niente
Famiglia 66,2% 27,0% 5,2% 1,4% 0,2%
Lavoro 29,0% 53,8% 14,6% 1,4% 1,2%
Amicizia 58,1% 34,3% 6,5% 0,9% 0,2%
Politica 5,1% 19,2% 38,3% 24,7% 12,7%
Impegno Sociale 8,9% 30,6% 40,6% 14,6% 5,3%
Godersi la vita 56,6% 29,4% 12,9% 0,8% 0,3%
Benessere
Economico 21,1% 39,6% 31,9% 6,0% 1,4%
Tempo Libero 29,1% 38,6% 28,7% 3,6% 0,0%
Solidarietà 16,1% 44,6% 27,1% 8,0% 4,2%
Amore 52,3% 35,9% 9,9% 1,4% 0,5%
Autorealizzazione 42,0% 39,9% 13,2% 3,7% 1,2%
Religione 5,3% 11,6% 23,1% 25,1% 34,9%
Interessi Culturali 11,1% 28,0% 37,8% 17,6% 5,5%
Libertà 67,2% 25,1% 5,4% 1,7% 0,6%
Altro 50,0% 21,9% 9,3% 18,8% 0,0%
63
Tab. 12 – Valori item 1.14 “Hai un progetto che pensi di realizzare nel
futuro?”
lavorativo di studio sentimentale altro nessuno
Valore
assoluto 253 218 68 40 56
Valore
percentuale 39,8% 34,3% 10,7% 6,3% 8,8%
Grafico 12 – Valori item 1.14 “Hai un progetto che pensi di realizzare nel
futuro?”
64
Tab. 13 – Valori dell‟item “Quanto sei soddisfatto dei seguenti aspetti
relativi al vivere in provincia di Livorno?”
Assolutamente Molto Abbastanza Poco Per niente
Tolleranza 30 118 281 190 44
Opportunità lavorative 12 27 202 343 82
Funzionamento servizi
pubblici 8 27 249 280 105
Possibilità di svago e
divertimento 19 70 208 274 104
Offerte formative 12 41 238 319 56
Offerte culturali 11 62 234 292 71
Opportunità per
realizzare i tuoi progetti 14 32 168 348 112
Opportunità aggregative 16 73 245 286 57
Altro 2 1 1 25 9
66
Tab. 14 – Valori dell‟item “Quali realtà di tipo aggregativo frequenti e
con quale frequenza?”
1 o più
volte a
settimana
1 o più
volte al
mese
1 – 2
volte in 3
mesi
Mai in 3
mesi
Gruppo informale di amici 539 63 44 31
Gruppo Scout 13 6 31 624
Gruppo Sportivo 268 77 63 271
Gruppo Parrocchiale 37 31 53 554
Gruppo Politico 12 31 76 556
Associazione di Volontariato 43 47 99 488
Gruppo Musicale 78 43 57 499
Altro 10 3 24 1
68
Tab. 15 – Valori dell‟item 1.17 “Quali realtà di tipo aggregativo vorresti
frequentare e con quale frequenza‟”
1 o più
volte a
settimana
1 o più
volte al
mese
1 – 2 volte
in 3 mesi
Mai in 3
mesi
Gruppo informale di amici 517 44 40 38
Gruppo Scout 12 26 57 543
Gruppo Sportivo 308 100 83 149
Gruppo Parrocchiale 40 32 74 494
Gruppo Politico 34 83 122 398
Associazione di Volontariato 98 154 156 235
Gruppo Musicale 141 92 108 302
Altro 7 0 28 1
70
POSTFAZIONE
L’ADOLESCENZA COME SFIDA GENERAZIONALE
PER LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’
di Lamberto Giannini con la collaborazione redazionale di Serena Senesi
L‟adolescenza è una delle fasi della vita considerate più problematiche in
assoluto: cambiano tutti i parametri di riferimento, tanto che spesso i
genitori fuggono dalle relazioni con i figli perché spaventati o,
addirittura, terrorizzati dalla complessità di questo momento. La società
stessa demonizza l‟adolescenza perché è complessa, e, quando una
situazione subisce un passaggio da semplice a complessa, spesso si
cerca di evitare le conseguenze della complessità giustificandosi col dire
com‟era facile la vita prima della complicazione. Si tratta, inoltre, di una
dimensione difficile da interpretare e collocare, visto che nell‟Ottocento
non esisteva ancora come categoria, in quanto nasce con la
scolarizzazione di massa; l‟adulto, allora, cerca di semplificarla
svalutandola, e le riserva un disprezzo iperbolico, o vi si relaziona in
modo formale con un atteggiamento di finta accoglienza. L‟adolescenza
fa paura alla nostra società che, infatti, teme l‟indeterminato. Gli
adolescenti ci sconvolgono, non sappiamo identificarli e, per timore, ci
allontaniamo. In realtà l‟adolescenza è una fase della vita molto bella e
produttiva: ci sono i primi innamoramenti, nasce la solidarietà e la
complicità tra gli amici, si fanno scoperte su di sé e, in generale,
71
sull‟esistenza importantissime. L‟adolescenza è, infatti, anche molto
imitata nella nostra società, poiché viviamo in una cultura assolutamente
giovanilistica: gli adulti si vestono e si comportano come se fossero
ancora giovani e questo avviene perché la gioventù, dal ‟68 in poi, è
diventata un valore. Capita però che chi tanto giovane non è più,
incontrando un vero giovane, provi un‟invidia tale per cui viene messo in
atto un atteggiamento del tutto svalutante. Gli adulti definiscono
l‟adolescenza un‟ età problematica e ne hanno una percezione negativa:
questa tendenza a negativizzare si rimanda ai ragazzi, come uno
specchio, col risultato che loro stessi si sentono negativi proprio in una
fase della vita in cui il bisogno di riconoscimento è fondamentale.
L‟adolescenza è, inoltre, la fase della vita di un individuo in cui tutto è
esagerato ed acuito. Il giovane deve distruggere ciò che era: dice no a
prescindere, prova e sperimenta.
E‟ in questo periodo che i figli sentono il bisogno di sfidare i genitori,
che da bambini erano stati idealizzati come eroi; distruggere il modello
genitoriale, contrastarlo, è necessario per affermare una nuova identità,
perché demonizzare l‟immagine del genitore, che tradisce rivelandosi in
tutta la sua normalità, e sperimentare tante varie possibili Sè, è
funzionale per riconoscersi come individui autonomi. L‟adolescenza è,
inoltre, un‟età delicata, in quanto i ragazzi e le ragazze sono chiamati ad
affrontare tre compiti esistenziali di notevole impegno, quali la
soggettivizzazione dell‟infanzia , la trasformazione del corpo e la
ridefinizione dei rapporti sociali, strettamente connessa all‟importanza
72
del gruppo dei pari, che nell‟età adolescenziale svolge quel ruolo di
fusione oceanica che nei primi tre anni di vita era stato esemplificato
dalla funzione materna. Il gruppo dei pari fa comprendere
all‟adolescente di non essere invisibile perché gli permette di percepire
che le emozioni che lui prova, ed alle quali non riesce a dare una
catalogazione, sono le stesse degli altri. Nel gruppo il ragazzo
percepisce di esistere, trova la sua identità, in un percorso di
raffinamento e ricerca del proprio senso. In questa fase di ricerca e
sperimentazione, in cui si valutano tutte le concepibili identità che si
prospettano come possibilità eventualmente da sperimentare, il gruppo
definisce ed accoglie, infatti, la struttura di vita dell‟adolescente in
quanto gli fornisce uno slang, un modo di muoversi, di salutare, di
vestirsi, uno stile di vita. La scoperta definitiva del “fuori di me” avviene,
però, nel momento in cui l‟adolescente rivela il suo disperato bisogno di
innamorarsi di qualcosa o di qualcuno, perché è tramontata l‟epoca nella
quale lo sguardo genitoriale era l‟elemento che decretava serenità o
inquietudini. L‟innamoramento si può canalizzare verso uno sport, la
musica, linguaggi creativi ed ovviamente anche nei confronti dell‟altro o
dello stesso sesso. In questo contesto anche il gruppo può diventare il
perno dell‟identità: esisto perché mi rivedo negli occhi degli altri e gli
altri mi riconoscono, ho bisogno del gruppo e spero, o mi illudo, che il
gruppo abbia bisogno di me. E‟ come fare un viaggio all‟interno di noi
stessi, insieme a compagni d‟avventura che camminano insieme a me
senza giudicarmi, consapevoli che le fragilità dell‟altro sono anche le
mie. In questo modo scattano complicità incredibili: so tutto dei miei
73
amici e loro sanno tutto di me, cosa che non accadrà più per il resto
dell‟esistenza. Mi innamoro del gruppo perchè mi sembra di trovare in
esso un linguaggio riconoscibile. Si sviluppano, così, tutti i sintomi
classici dell‟innamoramento: se non sto nel gruppo mi manca l‟aria, se
vado in vacanza con i genitori potrei non sentire il bisogno di nuove
conoscenze perché avverto quello del rifugio sicuro rappresentato dalla
mia banda. Nel gruppo rinasco perché mi rispecchia, anche se,
inevitabilmente, l‟appartenenza ad esso provoca dei conflitti, delle
delusioni mortali che soltanto l‟innamoramento sa produrre. Per questo
l‟epoca dell‟adolescenza è segnata dalla ricerca di rispecchiamento e
dalla paura dell‟invischiamento. L‟adolescente si sente rispecchiato
quando l‟oggetto del suo innamoramento, gruppo, musica, sport, è in
grado di soddisfare i suoi bisogni emotivi e di farlo sentire riconosciuto.
L‟invischiamento, invece, può essere di due tipi. Nella prima accezione
l‟individuo si trova costretto ad affrontare situazioni ed adottare
linguaggi che appaiono alienanti ma che deve sopportare per evitare il
senso di colpa che provocherebbe uscire da tale ruolo. L‟invischiamento,
però, può dipendere anche dal fallimento dell‟illusione delusa:
l‟adolescente può, allora, decidere di rifugiarsi nel sogno e
nell‟immaginazione produttiva pensandosi in alcune situazioni piuttosto
che affrontandole direttamente: questo provoca una capacità di
narrazione di sè estremamente significativa. Per questo l‟adolescente ha
paura della noia ma spesso vi si rifugia per scaricare la propria passione
interiore; se la noia, però, prosegue senza soluzione di continuità può
tramutarsi in depressione, quindi la potenza della divina mania
74
dell‟innamoramento, anziché produrre euforia, può generare nichilismo.
Il contraltare della depressione è ovviamente l‟euforia, che può essere
reale, ovvero una situazione di pienezza, di spinta alla vita che
esclusivamente l‟innamoramento adolescenziale può suscitare. Talvolta,
però, questa euforia non è autentica ma costituisce una maschera
sociale che viene indossata per dimostrare di esistere: in realtà i gesti, le
risate, le grida, gli sguardi non sono sinceri e divengono caricaturali. Ne
risulta che l‟innamoramento provoca sensazioni e stimoli che non
sempre lo stato emotivo dell‟adolescente è in grado di gestire, tanto da
decentrarsi da sè con atteggiamenti non trasgressivi ma devianti. La
trasgressione adolescenziale mostra capacità di critica e volontà di
trasformare una realtà insostenibile: è un elemento propedeutico allo
scontro con il mondo adulto che può diventare incontro se l‟adulto ha
sufficiente carisma e conoscenze educative. Ovviamente tutto si acuisce
in modo totale quando l‟innamoramento avviene nei confronti di un
altra persona con la quale sogniamo di avviare una relazione
sentimentale. L‟innamoramento nei confronti di un altra persona diventa
la narrazione della propria esistenza, la possibilità di essere
definitivamente riconosciuto dal mondo, perché questa persona
rappresenta tutto il mio universo. In questa situazione il vero dramma
non deriva dall‟essere infelice nel caso in cui, avendo il coraggio di
esternare il proprio sentimento, l‟adolescente non venga ricambiato,
perché questo mi permette, invece, di mostrarmi consapevole della mia
esistenza, ma dal provare un innamoramento ossessivo che mi annulla e
mi spinge ad annullare l‟altro. Questo atteggiamento dipende molto
75
anche da come è stato vissuto il rapporto con i genitori e da quanto
questi hanno aiutato il ragazzo a trasformare la divina mania in sogno e
non in ossessione, in possibilità e non in ineludibilità. La condizione di
inadeguatezza generalmente avvertita dell‟adolescente può essere
indubbiamente considerata il prodotto di una trasformazione
sociologica, ma anche delle difficili prospettive economiche di questa
generazione che è la prima ad avvertire una crisi di aspettative. Si può
infatti affermare che questa sia la prima generazione, dopo la Seconda
Guerra Mondiale, che ha la netta percezione di avere prospettive
economiche peggiori di quelle dei padri. E‟ importante proporre, quindi,
ai giovani di oggi adulti di riferimento che sappiano diventare
significanti attraverso una proposta che diventi ascolto attivo. I ragazzi
degli anni „50-„60 avevano una struttura psichica più abituata a
sostenere le frustrazioni; nella società odierna i giovani sono molto più
sensibili, e probabilmente meno tolleranti, nei confronti della
frustrazione. E‟ come se fossero spaesati da una mancanza di schema
dell‟esistenza. L‟atteggiamento più utile in questo contesto sociale, fatto
di incertezze e precarietà lavorative, potrebbe essere quello di essere
comprensivi di fronte alle loro difficoltà, per trasmettere il messaggio
che crediamo in loro e ci fidiamo. L‟educatore deve aiutare i giovani a
trovare la propria identità. L‟adolescente non deve, infatti, essere
costretto ad affrontare da solo le domande del chi sono e del chi vorrei
essere. L‟adulto di riferimento non deve, comunque, modificare il
ragazzo ma renderlo consapevole del suo carattere, aiutandolo a
“centrarsi”, cioè ad essere se stesso, anche in contesti diversi, ed a capire
76
la propria struttura, scoprendo che le caratteristiche di ciascuno devono
essere mantenute perché non sono dei limiti ma possibilità che gli
permettono di scegliere. Il passaggio dall‟infanzia all‟adolescenza è
caratterizzato, infatti, dal dover uccidere simbolicamente il bambino
interiore, ovvero ricodificare, attraverso momenti rituali, una serie di
atteggiamenti che fanno comprendere al giovane adulto l‟importanza di
provare ad essere significativo. Il solo tentativo aumenta la possibilità di
scelta in un mondo non più caratterizzato dalla prevalenza ludica e dalla
protezione familiare. I passaggi importanti dell‟esistenza sono sempre
stati caratterizzati, in tutte le culture, da riti di iniziazione o transizione la
cui funzione era, da una parte, selezionare gli individui che potevano
avere le capacità e le caratteristiche per poter sostenere la nuova fase
dell‟esistenza, dall‟altra rendere meno traumatico il passaggio verso un
nuovo stile di vita. Oggi non si sente certo la mancanza di riti selettivi
non capaci di rispettare l‟evoluzione differenziata dell‟età evolutiva. E‟
altrettanto vero, però, che il non ritualizzare più i passaggi dell‟esistenza,
come purtroppo sta avvenendo nella nostra società, rende più difficile
per i giovani il dar colore e contenimento alle nuove emozioni che
vivono. E‟ particolarmente difficile per gli adolescenti, infatti, riconoscere
e vivere le emozioni, mettere in equilibrio il dentro col fuori, evitando di
perdersi nella sterile quotidianità. A questo proposito lo sport, per
esempio, può aiutare i giovani a far affiorare le proprie emozioni
attraverso il mantenimento del rapporto col gioco e quindi con la
ludicità dell‟infanzia. Il gioco risponde all‟esigenza triadica della
personalità (Io, Es, SuperIo) intervenendo sulla creatività, sulla narrazione
77
di sé e sul senso civico, rispondendo in questo modo alle esigenze di
tutti i luoghi della psiche umana, favorendo il senso e il fascino del
limite. Lo sport è un gioco nel senso di mettersi in gioco, ovvero
scoprire quel margine di se stessi che consente di evadere
dall‟insopportabile nebbia della realtà per entrare in una dimensione
magica dove è possibile dar vita a parti di espressione di sé ancora
sconosciute. L‟adolescenza è, quindi, dare senso e significato alle cose
ed è un percorso lungo in cui occorre accettare anche di soffrire. Lo
slogan potente che ha caratterizzato il 68 è, però, “Voglio tutto" ,
un‟espressione che è diventata oggi un vero e proprio stile di vita, in
quanto esemplifica il desiderio di libertà e, nello stesso tempo, di
sicurezza, ma anche l‟aspirazione al benessere dei nostri giovani. In
questo modo l‟adolescente è diventato sia un produttore che un
consumatore di merce; la sua soddisfazione non si manifesta più con
l‟esibizionismo esplicitato degli anni Settanta ma col mostrare un
atteggiamento di sufficienza rispetto a quanto posseduto, perché questo
atteggiamento soddisfa maggiormente l‟immagine di sé. Non
dimentichiamo, poi, che nel Sessantotto la droga era la soluzione
immediata ad ogni problema per non confrontarsi col dolore. Quella di
oggi è diventata la società dell‟anestetico: preferisce non vedere il
problema invece di cercare di risolvere la situazione, perché guardare in
faccia la realtà fa male. Proprio questo atteggiamento impedisce agli
adolescenti di capire chi sono; per questo è fondamentale che
l‟educatore faccia affiorare la vera personalità dell‟adolescente
instaurando un gioco di relazione delicato che necessita di andare oltre
78
le parole e mantenendo un contatto emotivo piuttosto che razionale.
Rapportando questa riflessione al nostro contesto cittadino e provinciale,
è inevitabile affermare che Livorno abbia delle caratteristiche, di per sé,
adolescenziali. E‟ una città dove si gioca molto, anche gli adulti giocano:
vado a giocare è un‟espressione usata non solo dal bambino ma anche
dall‟adulto, nell‟accezione di “Vado a giocare a pallone, vado a giocare a
carte”. C‟è una dimensione ludica dell‟esistenza che non può essere
abbandonata e che costituisce una caratteristica propriamente
transizionale perché è una transizione tra la realtà e l‟idealità. Livorno
vive in una dimensione prettamente adolescenziale e questo porta gli
adolescenti ad avere uno specchio positivo con la propria realtà perché
è un contesto che, da questo punto di vista, li riconosce, ma allo stesso
tempo costituisce un elemento respingente, perché è una realtà che
occupa degli spazi tipicamente adolescenziali, per cui per l‟adolescente
diventa più difficile trovare un proprio posto. E‟ molto bello
l‟interclassismo e l‟inter-generazionalità che si può vedere, per esempio,
al Moletto di Antignano: ci sono tutti, di tutte le età, però in certi
momenti, in certi orari, diventa un luogo prettamente adolescenziale, ma
è comunque più complesso per gli adolescenti livornesi costruirsi una
propria identità. A Livorno abbiamo, così, l‟idea di un adolescente che è
immediato, che è pronto, ma che, quando non riesce ad essere tale, non
è più in grado di esternare ciò che prova. Facciamo un esempio: la
battuta deve essere immediata, forte e pronta. Non si può vivere senza
la battuta a Livorno. L‟adolescente che non regge questo ritmo rischia di
essere escluso dal meccanismo sociale. Questa idea di accoglienza,
79
immediatezza ed estroversione si scontra, infatti, con un‟emarginazione
del soggetto che non riesce a stare al passo. L‟adolescente di Livorno,
inoltre, si caratterizza per avere una spinta creativa molto forte. Ci sono
numerosi gruppi musicali, gruppi teatrali, poeti, scrittori, però la
dimensione della creazione si ferma all‟idea: l‟importante è che non
diventi produttiva, che non rappresenti un‟attività professionale, come se
ci fosse la paura di perdere l‟aspetto del gioco. Va bene suonare in un
gruppo per gioco ma quando si comincia a parlare di contratti, dopo
aver sperimentato la prima enfasi del successo, il livornese cerca di
tornare indietro. A Livorno città c‟è, inoltre, l‟idea che si va dove vanno
tutti, per cui ci sono dei locali vuoti ed altri che, pur essendo due metri
per due, sono affollati perché il livornese ha bisogno di usare la piazza
quasi in una sorta di rito greco. La piazza è il luogo dell‟incontro, dove
ciò che dici conta, mentre da altre parti non è così. Questo può essere
letto anche in modo preoccupante, perché dimostra un‟incapacità di
uscire da determinati meccanismi, ma anche rassicurante perché non
implica l‟esclusione. Io credo che un‟amministrazione pubblica ed una
società non dovrebbe volere un certo tipo di giovani, ma deve
innamorarsi del tipo di giovani che ci sono. Quindi è questa la
scommessa. Non bisogna cambiare i giovani livornesi, sia quelli della
città che quelli della provincia, ma è necessario capire quali sono le loro
caratteristiche per poterle valorizzare e non rischiare di essere
respingenti nei loro confronti.