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PROVINCIA DI ANCONA

CITTADELLA DEGLI STUDI DI FABRIANO

EDIFICI SCOLASTICI ED EDIFICI PER LA

FORMAZIONE PROFESSIONALE

PROGETTO ESECUTIVO

RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA

IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

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PREMESSA

La presente relazione tecnica specialistica di progetto esecutivo è relativa agli impianti elettrici e speciali che verranno realizzati nell’ambito della realizzazione della Cittadella degli Studi di Fabriano, che comprende: liceo classico, liceo artistico, liceo scientifico, CIOF, palestra, pertinenze esterne. Oggetto del presente progetto esecutivo è la realizzazione degli impianti elettrici ed affini dei fabbricati destinati ad uso scolastico che rientrano nell’ambito dell’intervento denominato “Cittadella degli Studi” a Fabriano (AN) via Pavoni.

TIPOLOGIA DI IMPIANTI PREVISTI

Le tipologie impiantistiche previste sono le seguenti:

IMPIANTI ELETTRICI DI POTENZA - Alimentazione elettrica e rete MT; - Cabine di trasformazione; - Gruppi statici di continuità; - Rifasatori; - Quadri elettrici in BT, principale, secondario - Distribuzione luce e f.e.m.; - Impianto di terra/protezione contro le scariche atmosferiche; - Apparecchi illuminanti; - Impianti elettrici a servizio degli impianti meccanici. - Impianto di illuminazione di tipo dimmerabile

IMPIANTI ESTERNI - alimentazione elettrica autoclave - Alimentazione elettrica impianto irrigazione - Alimentazione elettrica impianto illuminazione esterno

IMPIANTI PRODUZIONE ENERGIA

- impianto fotovoltaico sulla copertura degli edifici scolastici IMPIANTI ELETTRICI SPECIALI AUSILIARI

- Impianto di trasmissione dati e fonia; - Impianto di chiamata bagni disabili e personale ausiliario; - Impianto di Antenna TV e TV-SAT; - Impianto Videocitofonico; - Impianto di TV a circuito chiuso; - Impianto di supervisione/regolazione.

IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI DI SICUREZZA

- Impianto rivelazione incendi; - Impianto di diffusione sonora; - Sistema sganci di sicurezza; - Impianto di illuminazione di sicurezza;

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2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Gli impianti elettrici e speciali (comprendenti impianti ausiliari quali telefono, citofono, sonorizzazione ecc. e speciali quali rivelazione incendi, ecc.), di seguito più dettagliatamente descritti, da realizzare al servizio della cittadella degli studi di Fabriano (edifici scolastici, Ciof, palestra, pertinenze esterne) del predetto edificio, saranno realizzati allo scopo di ottenere le migliori condizioni d’utilizzo e sicurezza, nel pieno rispetto delle vigenti leggi, normative, e disposizioni particolari degli Enti competenti per Zona e Settore Impiantistico, di cui di seguito si riportano le principali: 2.1 NORME DI CARATTERE GENERALE

Norma CEI 3-23 Segni grafici per schemi e piani di installazione architettonici e topografici

Norma CEI 11-1 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata

Norma CEI 17-13/1 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1: prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS).

Norma CEI 17-13/2 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: prescrizioni particolari per i condotti sbarre.

Norma CEI 17-13/3 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 3: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD).

Norma CEI-UNEL 35024/1

Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata ed a 1500V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.

Norma CEI 20-22 Prova dei cavi non propaganti l’incendio Norma CEI 23- 3 Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e

similari per tensione nominale superiore a 415 V in corrente alternata;

Norma CEI 23-17 Tubi protettivi pieghevoli autorinvenenti di materiale termoplastico non autoestinguenti;

Norma CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare;

Norma CEI 34-22 Apparecchi d’illuminazione. Parte 2A: requisiti particolari. Apparecchi per illuminazione di emergenza;

Norme CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata, e a 1500 V in corrente continua;

Norma CEI 64-12 Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario.

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Norma CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici

Norma CEI 81-10/1 Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali

Norma CEI 81-10/2 Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio

Norma CEI 81-10/3 Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone

Norma CEI 81-10/4 Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture

Norma CEI 81-3 Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei comuni di Italia, in ordine alfabetico- Elenco dei Comuni

D.P.R. n° 1497 del 29/05/1963: approvazione del regolamento per gli ascensori ed i montacarichi in servizio privato

Legge n° 186 del 01.03.1968 - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, impianti elettrici a regola d’arte;

Legge n° 791 del 18.10.1977 - Attuazione delle direttive del Consiglio delle Comunità Europee relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione

D.M. 37 del 22 gennaio 2008 - Norme per la sicurezza degli impianti; Ufficio VV.F. Disposizioni particolari; Ufficio ENEL Disposizioni particolari; Ufficio A.U.S.L. Disposizioni particolari; Ufficio TELECOM. Disposizioni particolari;

2.2 NORME PER IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE

NORME GENERALI

C.I.E. Raccomandazioni CIE (Commission Internationale de l’Eclairage)

Norma CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione Parte 1: Prescrizioni generali e prove

NORME PER IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA

Norma CEI 64-7 Impianti elettrici di illuminazione pubblica. Norma 10819 Luce e illuminazione

Impianti di illuminazione esterne Requisiti per la limitazione della dispersione verso l’alto del flusso luminoso

Norma UNI EN 40-1 Pali per illuminazione Termini e definizioni

Norma UNI EN 40-2 Pali per illuminazione pubblica Parte 2: Requisiti generali e dimensioni

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Norma UNI EN 40-3-1 Pali per illuminazione pubblica Progettazione e verifica verifica tramite prova

Norma UNI EN 40-3-2 Pali per illuminazione pubblica Progettazione e verifica verifica tramite prova

Norma UNI EN 40-3-3 Pali per illuminazione pubblica Progettazione e verifica verifica mediante calcolo

Norma UNI EN 40-5 Pali per illuminazione pubblica Specifiche per pali per illuminazioni pubblica di acciaio

Norma UNI 11248 Illuminazione stradale Selezione delle categorie illuminotecniche

Norma UNI 13201-2 Illuminazione stradale Parte 2: Requisiti prestazionali

Norma UNI 13201-3 Illuminazione stradale Parte 3: Calcolo delle prestazioni

Norma UNI 13201-4 Illuminazione stradale Parte 4: Metodi di misurazione delle prestazioni fotometriche

Norma CEI 34-33 Apparecchi di illuminazione Parte 2-3: Prescrizioni particolari Apparecchi per illuminazione stradale

NORME PER IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA

Norma UNI 10380-A1 Illuminotecnica Illuminazione di interni con luce artificiale

Norma UNI 12464-1 Luce e illuminazione Illuminazione dei posti di lavoro Parte 1: Posti di lavoro in interni

Norma PrEN 12464-2 Luce e illuminazione Illuminazione dei posti di lavoro Parte 2: Posti di lavoro in esterno

Norma UNI 10530 Principi di ergonomia della visione Sistemi di lavoro e illuminazione

Norma UNI 12665 Luce e illuminazione Termini fondamentali e criteri per i requisiti illuminotecnici

Norma UNI 13032-1 Luce e illuminazione Misurazione e presentazione dei dati fotometrici di lampade e apparecchi di illuminazione Parte 1: Misurazione e formato dei file

Norma UNI 13032-2 Luce e illuminazione Misurazione e presentazione dei dati fotometrici di lampade e apparecchi di illuminazione Parte 2: Presentazione dei dati per posti di lavoro in interno e in esterno

Norma UNI 11142 Luce e illuminazione Fotometri portatili Caratteristiche prestazionali

NORME SPECIFICHE

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Norma UNI 10840 Luce e illuminazione Locali scolastici Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale

Norma UNI 11095 Luce e illuminazione Illuminazione delle gallerie

Norma UNI EN 12193 Luce e illuminazione Illuminazione di installazioni sportive

Norma UNI 9821 Impianti sportivi Collaudo illuminotecnico

Norma UNI 9316 Impianti sportivi Illuminazione per le riprese televisive a colori Prestazioni

2.3 NORME ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

Norma CEI 34-22 Apparecchi di illuminazione Prescrizioni particolari Apparecchi di emergenza

Norma UNI EN 1838 Applicazione dell’illuminotecnica illuminazione di emergenza

Norma CEI EN 50171 Sistemi di alimentazione centralizzati Proposta di Norma

PrEN 50172 Sistemi di illuminazione di emergenza Manutenzione e verifiche

Norma EN 50272-2 Prescrizioni di sicurezza per batterie di accumulatori e loro installazione Parte 2: Batterie stazionarie

Dlgs 493/96 Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro

2.4 NORME PER AMBIENTI DI LAVORO O ASSIMILABILI

D.P.R. n° 547 del 27 aprile 1955 - Norme per la prevenzione di infortuni sul lavoro;

D.Lgs. n° 626 del 19 settembre 1994 - Attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

2.5 NORME PER STRUTTURE CON RISCHIO DI INCENDIO ED ESPLOSIONE

Norma CEI 64-8/7 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata, e a 1500 V in corrente continua. Parte 7: ambienti ed applicazioni particolari

Norma CEI 31-30 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 10: classificaz. dei luoghi pericolosi

Norma CEI 31-33 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)

Norma CEI 31-35 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi

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D.M. n° 74 del 12/4/96: Approvazione regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di impianti termici alimentati da combustibili gassosi

D.M. n° 38 del 1/2/86: Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l’esercizio di autorimessa e simili

2.6 NORME PRODUZIONE E TRASFORMAZIONE ENERGIA

Norma CEI 3-18 Segni grafici per schemi produzione, trasformazione e conversione energia elettrica

Norma CEI 11-1 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata

Norma CEI 11-35 Guida all’esecuzione delle cabine elettriche d’utente Norma CEI 14-4 Trasformatori di potenza; ENEL DK 5600 Criteri di allacciamento di clienti alla rete MT della

distribuzione; Marzo 2004 Ed. IV – 1/21.

2.7 NORME IMPIANTI ANTENNA TV

Norma CEI 12-15 Impianti centralizzati di antenna;

2.8 NORME IMPIANTI TELEFONICI

Norma CEI 103-1 Impianti telefonici interni; Ufficio Telecom Prescrizioni particolari;

2.9 NORME IMPIANTI PER SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE

Legge n° 13 del 9/01/89 e D.M. 14/6/89, n° 236: Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati;

D.P.R. n° 503 del 24/7/96: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

2.10 NORME IMPIANTI DI SUPERVISIONE

Norma CEI 57-4 Sistemi di apparecchiature di telecontrollo. Parte 1 Sezione 1 Principi generali

Norma CEI 57-5 Sistemi ed apparecchiature di telecontrollo. Parte 2 Sezione 1 Condizioni ambientali e di alimentazione

2.11 NORME IMPIANTI DI DIFFUSIONE SONORA

Norma EN 60849 CEI 100-55

Sistemi Elettroacustici applicati ai servizi di emergenza.

Norma EN 60065 (CEI 92-1)

Apparecchi audio, video e apparecchi elettronici similari – Requisiti di sicurezza.

Ufficio VV.F. Prescrizioni particolari

2.12 NORME IMPIANTI DI ANTINTRUSIONE

Norma CEI 79-2 Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per le apparecchiature.

Norma CEI 79-3 Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antintrusione.

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Norma CEI 79-10 Impianti di allarme. Impianti di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza. Parte 7: guide di applicazione.

Norma CEI 79-26 Sistemi di allarme. Sistemi di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza. Parte 2-1: Telecamere in bianco e nero.

Norma CEI 79-30 Sistemi di allarme. Sistemi di controllo d’accesso per l’impiego in applicazioni di sicurezza.

Ufficio Forze Ordine Prescrizioni particolari delle forze dell'ordine sulle modalità di segnalazione dell'allarme.

2.13 NORME IMPIANTI DI RIVELAZIONE AUTOMATICA DI INCENDIO

Norma UNI 9795 Sistemi fissi di rivelazione e di segnalazione manuale d’incendio

Norme EN 54 Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio Ufficio VV.F. Prescrizioni particolari Ed in particolare: UNI 11224 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi; UNI EN 54-1 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 1: Introduzione; UNI EN 54-2 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 2: Centrale di controllo e segnalazione; UNI EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 3: Dispositivi sonori di allarme incendio; UNI EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 4: Apparecchiatura di alimentazione; UNI EN 54-5 Sistemi di rivelazione automatica d’incendio - Rivelatori di calore - Parte 5: Rivelatori puntiformi; UNI EN 54-6: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio – rivelatori di calore - rivelatori velocimetrici di tipo puntiforme senza elemento statico; UNI EN 54-7 Sistemi di rivelazione automatica d’incendio - Rivelatori puntiformi di fumo - Parte 7: Rivelatori funzionanti secondo il principio della luce diffusa, della trasmissione della luce o della ionizzazione; UNI EN 54-8: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio – rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata; UNI EN 54-9: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio – prove di sensibilità su focolari tipo; UNI EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 10: Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi UNI EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 11: Punti di allarme manuali; UNI EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo - Parte 12: Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso;

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UNI EN 54-14: Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 14: Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l'installazione, la messa in servizio, l'esercizio e la manutenzione; UNI EN 54-16 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 16: Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale; UNI EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 17: Isolatori di corto circuito; UNI EN 54-18: Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi di ingresso/uscita; UNI EN 54-20 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 20: Rivelatori di fumo ad aspirazione; UNI EN 54-21: Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 21: Apparecchiature di trasmissione allarme e di segnalazione remota di guasto e avvertimento; UNI EN 54-24 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 24: Componenti di sistemi di allarme vocale – Altoparlanti; UNI EN 54-25 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Parte 25: Componenti che utilizzano collegamenti radio; UNI EN 7546-16 Segni grafici per segnali di sicurezza - Parte 16: Pulsante di segnalazione incendio; UNI EN 13501-1 Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco.

2.14 NORME PER IMPIANTI DI CABLAGGIO STRUTTURATO

Standard ANSI/TIA/EIA-568-B.1

Commercial Building Telecommunications Cabling Standard Part 1: General Requirements of May 2001 ( and all Addendum )

Standard ANSI/TIA/EIA-568-B.2

Commercial Building Telecommunications Cabling Standard Part 2: Balanced Twisted-Pair Cabling Components of May 2001 ( and all Addendum ), and TIA/EIA-568-B.2-1 of June 2002 for CAT6

Standard ANSI/TIA/EIA-568-B.3

Optical Fiber Cabling Components Standard of April 2000 ( and all Addendum ).

Standard ANSI/TIA/EIA-569-A

Commercial Building Standard for Telecommunications Pathways and Spaces of February 1998 ( and all Addendum ).

Standard ANSI/TIA/EIA-606-A

Administration Standard for Commercial Telecommunications Infrastructure of May 2002.

Standard ANSI/TIA/EIA-607

Commercial Building Grounding and Bonding Requirements for Telecommunications of August 1994.

Standard ANSI/EIA/TIA 570-A

Residential Telecommunications Cabling Standard of September 1999.

Standard ISO/IEC 11801 II ed.

Information Technology – Generic cabling for customer premises September 2002.

Norma EN50173-1 Information Technology Generic Cabling Systems of November 2002.

Norma EN50174-1 Information Technology – Cabling installation of August 2000. Norma EN50174-2 Information Technology – Cabling installation of August 2000. Proposta di Norma

prEN50174-3 Information Technology – Cabling installation of March 2002.

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Lo standard TIA/EIA 568, d’origine americana, ha costituito il primo passo verso una regolamentazione dei sistemi di cablaggio, definendo un sistema generico di cablaggio per trasmissione dati all’interno dell’edificio in grado di supportare un ambiente multivendor e multiprotocol. L’ISO/IEC IS 11801 è l’evoluzione dello standard TIA/EIA 568 e come questo definisce norme e regole per il cablaggio strutturato d’edifici e i requisiti fisici ed elettrici di cavi e connettori in modo da garantire la trasmissione di voce, dati, testi, immagini; la normativa di riferimento per questo progetto sarà l’ISO/IEC IS 11801. Le sostanziali differenze con lo standard americano TIA/EIA sono : • Nomenclatura leggermente diversa per gli elementi costituenti il cablaggio • Introduzione del concetto di classi di lavoro per definire i requisiti minimi di una

tratta di collegamento • Allargamento della gamma dei tipi di cavo che possono essere utilizzati, sia a

livello rame sia a livello fibra ottica, con l’inammissibilità dell’uso di cavi coassiali • Fornisce un numero maggiore di dati sulle caratteristiche dei mezzi trasmissivi • Introduzione di test più rigorosi per controllare le categorie dei cavi in rame • Trattazione più approfondita degli aspetti della messa a terra in considerazione

del fatto che è introdotto l’utilizzo di doppini schermati . Lo standard EN50173 riprende e si allinea a livello CEE/UE, alla normativa ISO/IEC IS 11801. Per ultimo riportiamo il principale riferimento Legislativo sulla regolamentazione degli impianti telefonici interni e relativa autorizzazione Ministeriale: - D.M. 232/07/1992 n° 314: "Regolamento recante disposizioni di attuazione della legge 28 marzo 1991 n° 109, in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti telefonici interni." ed il relativo allegato 13: “Disciplina relativa al rilascio alle imprese delle autorizzazioni per l’installazione, il collaudo, l’allacciamento e manutenzione delle apparecchiature terminali. Il Regolamento impone per installazioni con altre 400 prese e con collegamenti in fibra ottica, l’autorizzazione di 1° Grado e definisce le modalità per il rilascio della Dichiarazione di conformità ai sensi del Decreto stesso.

2.15 NORME PER IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Norma CEI 82-1 Dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche corrente - tensione

Norma CEI 82-2 Dispositivi fotovoltaici Parte 2: Prescrizioni per le celle solari di riferimento

Norma CEI 82-3 Dispositivi fotovoltaici Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici (PV) per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento

Norma CEI 82-4 Protezione contro le sovratensioni dei sistemi fotovoltaici (FV) per la produzione di energia

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Norma CEI 82-5 Caratteristiche I-V di dispositivi fotovoltaici in silicio cristallino Procedure di riporto dei valori misurati in funzione di temperatura e irraggiamento

Norma CEI 82-6 Dispositivi fotovoltaici Parte 6: Requisiti dei moduli solari di riferimento

Norma (CEI EN 61215) CEI 82-8

Moduli fotovoltaici (FV) in silicio cristallino per applicazioni terrestri Qualifica del progetto e omologazione del tipo

Norma CEI 82-9 Sistemi fotovoltaici (FV) Caratteristiche dell'interfaccia di raccordo alla rete

Norma (CEI EN 61215) CEI 82-12

Moduli fotovoltaici (FV) a film sottili per usi terrestri Qualificazione del progetto e approvazione di tipo

Norma CEI 82-14 Prova all'UV dei moduli fotovoltaici (FV) Norma CEI 82-15 Rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici

Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati Norma CEI 82-16 Schiere di moduli fotovoltaici (FV) in silicio cristallino

Misura sul campo delle caratteristiche I-V Norma CEI 82-17 Sistemi fotovoltaici (FV) di uso terrestre per la generazione di

energia elettrica Generalità e guida

Norma CEI 82-18 Prova di corrosione da nebbia salina dei moduli fotovoltaici (FV)

Norma CEI 82-20 Sistemi fotovoltaici Condizionatori di potenza Procedura per misurare l'efficienza

Norma (CEI EN 50380) CEI 82-22

Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici

Norma CEI 82-24 Componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali

Norma CEI 82-25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di media e bassa tensione

Norma UNI 8477 Energia solare – Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia – Valutazione dell’energia raggiante ricevuta.

Norma UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici. Legge n° 133 del 13 maggio 1999 – DIsposiizioni in materia di perequazione,

razionalizzazione e federalismo fiscale (in particolare art. 10 comma 7).

D.M. 11/11/1999 Direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1,2 e 3 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999 n° 79.

D.L. N° 387 29 dicembre 2003 – Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità.

Legge N° 239 23 Agosto 2004 – Riordino del settore energetico, nonché delega al governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia.

D.M. 28/07/2005 Criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.

D.M. 06/02/2006 Criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.

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D.M. 19/02/2007 Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.

Delibera n° 34/05 Modalità e condizioni economiche per iol ritiro dell’energia elettrica di cui all’articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29/12/2003, n° 387, e al comma 41 della legge 23/08/2004, n° 239.

Delibera n° 49/05 Modificazione ed integrazione alla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 23 febbraio 2005, n. 34/05

Delibera n° 165/05 Modificazione e integrazione alla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 23 febbraio 2005, n. 34/05 e approvazione di un nuovo schema di convenzione allegato alla medesima deliberazione

Delibera n° 188/05 Definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell’articolo 9 del decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005

Delibera n° 28/06 Condizioni tecnico-economiche del servizio di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 20 kW, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387

Delibera n° 40/06 Modificazione e integrazione alla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 14 settembre 2005, n. 188/05, in materia di modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici

Delibera n° 90/07 Attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 19 febbraio 2007, ai fini dell’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici

2.16 NORME PRODUZIONE E TRASFORMAZIONE ENERGIA

Norma CEI 0-16 Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica

Norma CEI 3-18 Segni grafici per schemi produzione, trasformazione e conversione energia elettrica

Norma CEI 11-1 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata

Norma CEI 11-35 Guida all’esecuzione delle cabine elettriche d’utente Norma CEI 14-4 Trasformatori di potenza; ENEL DK 5940 Criteri di allacciamento di impianti di produzione alla rete BT

di ENEL distribuzione. ENEL DK 5740 Criteri di allacciamento di impianti di produzione alla rete MT

di ENEL distribuzione.

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3. IMPIANTI ELETTRICI - DISTRIBUZIONE GENERALE 3.1 DATI DI PROGETTO

L’impianto è stato progettato assumendo, alla base dei calcoli, i seguenti dati:

DATI GENERALI

SISTEMA FORNITURA ENERGIA MT TRIFASE IT

TENSIONE FORNITURA ENERGIA kV 20

TENSIONE A VALLE DEI TRASFORMATORI V 400

SISTEMA DISTRIBUZIONE RETE MT ANELLO APERTO

SISTEMA DISTRIBUZIONE RETE BT TN-S

CORRENTE c.to c.to FORNITURA ENERGIA kA 12.5

FREQUENZA Hz 50

TENSIONE CIRCUITI FEM V 3x400∼∼∼∼

TENSIONE CIRCUITI ILLUMINAZIONE V 1x230∼∼∼∼

CADUTA DI TENSIONE max ∆V% 4

GRADO DI PROTEZIONE IMPIANTO min IP 2X

La cabina di trasformazione è prevista ubicata nel polo tecnologico esterno al plesso scolastico vero e proprio. La parte elettrica si compone di: - cabina ENEL - cabina TR utente - locale misure - locale QEBT 3.2 CRITERI DI SCELTA DELLE PROTEZIONI 3.2.1 PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI E I CORTO CIRCUITI Gli interruttori per la protezione contro i sovraccarichi ed i corto circuiti sono dimensionati in modo da soddisfare le seguenti relazioni:

Condizione di sovracorrenti

I f ≤ 1 , 45 I z

I b ≤ I n ≤ I z

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dove: Iz = portata massima del conduttore correlata alle condizioni di posa [A]; If = corrente convenzionale di funzionamento dell'interruttore [A]; In = corrente nominale o di taratura dell'interruttore [A]; Ib = corrente di impiego dell'utilizzatore [A]; Dalle condizioni di coordinamento sopra citate, ne consegue che il conduttore non risulta protetto se il sovraccarico è compreso tra Iz e If in quanto esso può permanere a lungo senza provocare l’intervento della protezione. Ciò può essere evitato fissando il valore di Ib in modo che Iz non venga superato frequentemente. Condizione di corto circuito

I²t ≤ K²S²

dove: I²t = energia passante; K²S² = energia specifica tollerabile dal cavo in condizioni adiabatiche (K costante

caratteristica dei cavi in funzione del materiale conduttore e del tipo di isolante, S sezione del conduttore).

3.2.2 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI SISTEMI TN

La protezione contro i contatti indiretti, nel caso specifico di un sistema TN, consiste nel prendere misure intese a proteggere le persone contro i pericoli risultanti dal contatto di parti conduttrici che possono andare in tensione in caso di cedimento dell'isolamento principale. Gli utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro le tensioni di contatto mediante il collegamento a terra, saranno collegati al conduttore di protezione. La protezione sarà coordinata in modo tale da assicurare la tempestiva interruzione del circuito se la tensione di contatto assume valori pericolosi, e ciò sarà ottenuto mediante l'installazione di dispositivi di massima corrente a tempo inverso o dispositivi differenziali di caratteristiche tali da avvalorare la seguente relazione:

Zs x Ia ≤ U0

dove:

U0 = tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra [V]; Ia = corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione

entro il tempo definito in tabella in funzione della tensione nominale U0 oppure entro un tempo convenzionale non superiore a 5s; se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale Idn [A];

Zs = impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente [Ω].

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U0 [V]

Tempo di interruzione [s]

120 0,8 230 0,4 400 0,2

> 400 0,1

3.2.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI

Si attua la protezione contro i contatti diretti ponendo in essere tutte quelle misure e accorgimenti idonei a proteggere le persone dal contatto con le parti attive di un circuito elettrico. La protezione può essere parziale o totale. La scelta tra la protezione parziale o totale dipende dalle condizioni d’uso e d’esercizio dell’impianto (può essere parziale solo dove l’accessibilità ai locali è riservata a persone addestrate)(1). La Norma CEI 64-8 prevede inoltre quale misura addizionale di protezione contro i contatti diretti l’impiego di dispositivi a corrente differenziale.

Misure di protezione totali

Sono destinate alla protezione di personale non addestrato e si ottengono mediante: - Isolamento delle parti attive

Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: - parti attive ricoperte completamente con isolamento che può essere rimosso solo a

mezzo di distruzione; - altri componenti elettrici devono essere provvisti di isolamento resistente alle azioni

meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali può essere soggetto nell’esercizio.

- Involucri o barriere Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

- parti attive contenute entro involucri o dietro barriere con grado di protezione almeno IP2X o IPXXB(2);

- superfici orizzontali delle barriere o involucri a portata di mano, con grado di protezione almeno IP4X o IPXXD;

- involucri o barriere saldamente fissati in modo da garantire, nelle condizioni di servizio prevedibili, la protezione nel tempo;

- barriere o involucri devono poter essere rimossi o aperti solo con l’uso di una chiave o di un attrezzo speciale;

- il ripristino dell’alimentazione deve essere possibile solo dopo sostituzione o richiusura delle barriere o degli involucri.

Note: (1) Le Norme CEI danno la seguente definizione di persona addestrata: persona avente conoscenze tecniche o esperienza, o che ha ricevuto istruzioni specifiche sufficienti per permetterle di prevenire i pericoli dell’elettricità, in relazione a determinate operazioni condotte in condizioni specificate. il termine addestrato è pertanto un attributo relativo: – al tipo di operazione; – al tipo di impianto sul quale, o in vicinanza del quale, si deve operare;

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– alle condizioni ambientali contingenti e di supervisione da parte di personale più preparato.

(2) Il grado di protezione degli involucri delle apparecchiature elettriche viene identificato mediante un codice la cui struttura viene indicata dalla Norma CEI EN 60519.

Misure di protezione parziali

Sono destinate unicamente a personale addestrato; si attuano mediante ostacoli o distanziamento. Impediscono il contatto non intenzionale con le parti attive. Nella pratica sono misure applicate solo nelle officine elettriche. Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: Ostacoli

Devono impedire: - l’avvicinamento non intenzionale del corpo a parti attive; - il contatto non intenzionale con parti attive durante lavori sotto tensione nel

funzionamento ordinario. - Gli ostacoli possono essere rimossi senza una chiave o un attrezzo speciale, ma

devono essere fissati in modo da impedirne la rimozione accidentale. - Distanziamento Il distanziamento delle parti simultaneamente accessibili deve essere tale che esse non risultino a portata di mano. La zona a portata di mano inizia dall’ostacolo (per es. parapetti o rete grigliata) che abbia un grado di protezione < IPXXB.

Misura di protezione addizionale mediante interruttore differenziale

La protezione con interruttori differenziali con Idn ≤ 30mA, pur eliminando gran parte dei rischi dovuti ai contatti diretti, non è riconosciuta quale elemento unico di protezione completa e richiede comunque l’abbinamento con una delle misure di protezione di cui ai precedenti paragrafi. L’uso dell’interruttore differenziale da 30mA permette inoltre la protezione contro i contatti indiretti in condizioni di messa a terra incerte ed è sicuramente una protezione efficace contro i difetti di isolamento, origine di piccole correnti di fuga verso terra (rischio d’incendio). A questo proposito vale la pena ricordare che non sempre le correnti di forte intensità sono responsabili di innesco d’incendio; spesso invece lo sono quelle di bassa intensità. Gli incendi che hanno origine nei vari ambiti dell’impianto elettrico (quadri di distribuzione primaria o di subdistribuzione, cassette di distribuzione, motori, cavi) sono dovuti in buona parte dei casi al cedimento dell’isolamento, per invecchiamento, per surriscaldamento o per sollecitazione meccanica delle parti isolanti, con il conseguente fluire di deboli correnti di dispersione verso massa o tra le fasi che, aumentando di intensità nel tempo, possono innescare “l’arco”, sicura fonte termica per l’inizio di un incendio. Il guasto però non sempre si evolve in questo modo: a volte la “debole corrente di dispersione” al suo nascere è sufficiente ad innescare un focolaio di incendio se esso interessa un volume ridotto di materiale organico. Per esempio una corrente di 200mA alla tensione di fase di 220V, sviluppa una potenza termica di 44W cha paragonata a quella di circa 35W della fiamma di un fiammifero dà un’idea della possibilità di cui sopra.

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L’esperienza dimostra che pericoli di incendio possono presentarsi, in alcune condizioni, già quando la corrente oltrepassa i 70mA a 220V (15,5W). Pertanto per un’efficace protezione contro l’incendio è necessario che il guasto venga eliminato al suo insorgere. Questo è possibile solo con l’impiego di dispositivi di protezione che intervengano in corrispondenza dei suddetti valori di corrente, cioè gli “interruttori differenziali”.

Coordinamento della selettività differenziale

In un impianto elettrico come il nostro, che risulta essere molto vasto con un gran numero di utilizzatori, si è optato di installare, onde evitare spiacevoli disservizi, in luogo di un solo interruttore generale differenziale, diversi interruttori differenziali sulle derivazioni principali, con a monte un interruttore generale non differenziale. Così facendo si realizza una certa “selettività orizzontale”, evitando che con un guasto a terra in un punto qualunque del circuito o per effetto di quelle piccole dispersioni, comunque presenti, si abbia un intervento intempestivo dell’interruttore generale con la conseguente messa fuori servizio di tutto l’impianto. Per garantire oltre alla “selettività orizzontale” anche una “selettività verticale” tra le varie protezioni differenziali poste in serie, bisogna coordinare l’intervento dei vari dispositivi per non compromettere la “continuità del servizio” e “la sicurezza”. La selettività in questo caso può essere amperometrica (parziale) o cronometrica (totale).

Selettività amperometrica (parziale)

La selettività amperometrica si può realizzare disponendo a monte interruttori differenziali a bassa sensibilità e a valle interruttori a sensibilità più elevata. In questo caso la selettività è parziale. Difatti se la Idn dell’interruttore posto a monte (interruttore generale) è maggiore a tre volte la Idn dell’interruttore posto a valle (condizione necessaria per avere un coordinamento selettivo), per correnti di guasto verso terra maggiori della Idn dell’interruttore a valle, si avrà l’intervento sia dell’interruttore a monte che dell’interruttore a valle, salvo il caso in cui il guasto verso terra non sia franco, ma evolva lentamente.

Selettività cronometrica (totale)

Per ottenere una selettività totale è necessario quindi realizzare oltre ad una selettività amperometrica anche una selettività detta cronometrica. Tale selettività si ottiene utilizzando interruttori differenziali ritardati intenzionalmente o del tipo “selettivi”. I tempi di intervento dei due dispositivi posti in serie, devono essere coordinati in modo che il tempo “t2” di quello a valle sia inferiore al tempo limite di non risposta “t1” dell’interruttore a monte, per qualsiasi valore di corrente, in modo che quello a valle abbia concluso l’apertura prima che inizi il funzionamento di quello a monte. Ovviamente i tempi di intervento ritardati dell’interruttore posto a monte, ai fini della sicurezza, dovranno collocarsi sempre al di sotto della curva di sicurezza.

3.3 SCELTE PROGETTUALI Di seguito riportiamo sinteticamente le scelte progettuali fatte per la distribuzione dell’energia elettrica all’interno dei fabbricati.

- Quadri elettrici distribuiti per le diverse zone; - Cavi elettrici del tipo a bassissima emissione di gas e fumi tossici LS0H;

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- Utilizzo di canali forati con coperchio in acciaio zincato a caldo per la distribuzione in esterno;

- Utilizzo di canali chiusi con coperchio in acciaio zincato sendzimir per la distribuzione interna sopra il controsoffitto;

- Utilizzo di canali chiusi in PVC incassati nel massetto per la distribuzione interna a pavimento;

- Tutte le tubazioni installate in vista sopra controsoffitti saranno del tipo in PVC autoestinguente rigido con grado di protezioni minimo IP40.

- Tutte le tubazioni installate in vista in ambienti ordinari (es. depositi) saranno del tipo in PVC autoestinguente rigido con grado di protezioni minimo IP55.

- Tutte le tubazioni incassate nei getti di calcestruzzo saranno del tipo in PVC pieghevole autoestinguente e autorinvenente con sonda tiracavo.

- Per le tubazioni incassate ogni tipologia di impianto sarà contraddistinta da tubazioni di colore diversificato;

- Utilizzo di apparecchi illuminanti equipaggiati con reattori elettronici; - Illuminazione di sicurezza ottenuta tramite l’utilizzo di un quadro centralizzato

dotato di batteria con autonomia di 60min. che alimenta, tramite cavi tipo RF, apparecchi illuminanti che possono essere distinti o gli stessi dell’illuminazione ordinaria.

3.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE 3.4.1 FORNITURA IN MT La fornitura di energia elettrica avverrà in media tensione a 20 kV ai morsetti del sezionatore all’interno del locale ENEL. La centrale tecnologica sarà composta da:

- Locale Enel destinato al contenimento della apparecchiature di proprietà della società di distribuzione dell’energia elettrica;

- Locale Misure, dove sarà installato il contatore di misura bidirezionale dell’energia elettrica consumata o prodotta;

- Locale Utente contenente le apparecchiature di manovra e di protezione dell’impianto elettrico del nuovo complesso scolastico;

Fuori dal locale utente è prevista l’installazione di un pulsante di sgancio per la messa fuori tensione dell’impianto elettrico; in accordo con quanto prescritto dalla norma CEI 0-16 si prevede di utilizzare una bobina di minima tensione alimentata da un gruppo statico con riserva di carica.

3.4.2 ALIMENTAZIONE ELETTRICA DA RETE MT

L’impianto di MT e le protezioni, sono state progettate in osservanza alla norma CEI 0-16, relativa ai nuovi criteri di allacciamento dei clienti alla rete di MT. Il sistema proposto è conforme alle prescrizioni della regola tecnica di Terna Allegato A70 approvato con delibera 84/2012/R/eel dell’AEEG.

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3.4.3 SORGENTE DI ENERGIA PRIVILEGIATA/SICUREZZA – GRUPPO DI CONTINUITÀ

Di seguito sono descritti i criteri di scelta e di dimensionamento dei gruppi di continuità previsti a servizio dei vari impianti; si è preferito non ricorrere ad un sistema centralizzato ma prevedere singoli UPS da rack per le seguenti tipologie di impianto:

- impianto di diffusione sonora; - impianto di trasmissione dati - cabina elettrica di trasformazione.

In particolare si prevede l’installazione di un UPS da rack in ogni centrale di diffusione sonora EVAC prevista all’interno del complesso, mentre per gli armadi di trasmissione dati si prevede un UPS da rack per i quattro edifici scolastici. Nella cabina di trasformazione, come previsto dalla norma CEI 0-16 sarà installato un UPS per l’alimentazione della protezione di media tensione, del tipo con riserva di carica. Tutti gli UPS sono stati previsti con tecnologia ON LINE a Doppia Conversione del tipo monofase completi di pacco batteria con autonomie differenti a seconda della funzionalità e vita media di 10 anni. Tutte le macchine dovranno avere disponibili i morsetti di EPO per la messa in sicurezza degli impianti in caso di necessità. UPS al servizio dell’illuminazione di sicurezza; l’impianto di illuminazione di sicurezza è gestito da una centralina (marca CEAG o similare) che contiene un UPS; le protezioni dell’UPS sono contenute all’interno della centralina stessa I circuiti ausiliari della cabina di trasformazione saranno alimentati con un UPS monofase con uscita a 230Vcc, potenza 2000VA ed autonomia 20 minuti. Dimensionamento UPS L’aspetto più importante di cui si è tenuto conto nella fase progettuale è il dimensionamento corretto della potenza dei vari UPS installati. Per eseguire tale dimensionamento sono stati affrontati, con particolare attenzione, i seguenti aspetti: Criteri generali per il dimensionamento; Correnti di spunto dei carichi; Considerazioni aggiuntive sulla fattore di cresta; Sovraccarico e fattore di contemporaneità; Criteri generali per il dimensionamento I criteri generali adottati per il dimensionamento sono i seguenti: I carichi sia monofase sia trifase che sono collegati ai vari UPS sono stati suddivisi sulle diverse fasi in modo da rendere il carico il più bilanciato possibile per evitare dissimmetrie; Sulla potenza apparente realmente collegata ai vari UPS è stato un margine di circa il 15÷20% onde considerare le future espansioni dell’impianto a valle; Laddove i fattori di potenza delle apparecchiature collegate a valle (cosphi) siano minori dei valori standard considerati dai costruttori degli UPS (di norma cosphi 0,8) per il dimensionamento si è proceduto con un sovradimensionamento ulteriore in modo che la sommatoria della potenza apparente dei carichi a valle sia comunque inferiore alla potenza nominale dell’UPS.

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Corrente di spunto dei carichi La corrente di spunto del carico detta anche corrente “di picco”, è il parametro più critico dei carichi utilizzati nell’emergenza e incide molto nel dimensionamento. Come si evince dalla grafico seguente, carichi quali le lampade per l’emergenza, possono assorbire correnti di spunto molto superiori a quelle nominali. Nel dimensionamento dell’UPS si è tenuto conto di tale parametro coordinato con i dati di targa dell’apparecchiatura riferiti al valore di sovraccarico sopportabile (normalmente 150% massimo) per un tempo superiore alla durata dello spunto di corrente. L’UPS quindi è stato dimensionato sulla potenza di picco divisa per la sua capacità di sovraccarico: Dove: ΣiPi = Sommatoria delle potenze di picco dei carichi con spunto durante il funzionamento da batteria [VA]; Is/In = Corrente di sovraccarico sul valore di corrente nominale per i carichi con spunto durante il funzionamento da batteria; Cb = Carico base sempre acceso alimentato dall’ UPS [VA]; Grafico: Comportamento tipico della corrente in fase di accensione delle lampade. Di seguito sono riportate le definizioni di quanto indicato nel grafico

- Transitorio d’inserzione a freddo (t1): intervallo di tempo che intercorre dall’atto della chiusura del circuito di alimentazione al raggiungimento del valore della corrente di picco della lampada;

- Transitorio di avviamento a regime (t2): intervallo di tempo che intercorre dall’atto della chiusura del circuito di alimentazione al raggiungimento dei valori nominali di corrente, tensione e potenza della lampada;

- Corrente di picco (o d’inserzione) a freddo (Ip): massimo valore della corrente quando la lampada viene alimentata per funzionare nel modo normale;

- Corrente massima di avviamento a regime (Imax): valore efficace massimo della corrente assorbita dalla lampada prima di funzionare nel modo normale;

- Buco di rete ammesso: breve interruzione dell’alimentazione, causata da transitori, che non pregiudica il funzionamento della lampada;

Corrente di cresta del carico

t

I

t1

t2

Ip/In

Imax/In

In

b

nS

i i

UPS CII

PP +=

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La qualità della forma d’onda di tensione generata dall’inverter dipende dal valore di cresta della corrente del carico. Per grandezze sinusoidali il valore tra la corrente di cresta e quella efficace vale √2. A parità di corrente efficace dunque, se il carico è distorcente il valore della cresta può superare la corrente di carico. Nel dimensionare gli UPS si è tenuto conto anche di questi valori di corrente di cresta dei carichi a valle. Variazioni del carico e fattore di contemporaneità dei carichi Altri parametri di cui si è tenuto conto nel dimensionamento degli UPS sono se il carico entra in sovraccarico ed eventualmente quanto spesso si presenta il fenomeno di sovraccarico (si intende con sovraccarico un aumento del carico di un 20÷30% con durate dell’ordine da qualche secondo fino a qualche decina di minuti) ed inoltre il fattore di contemporaneità dei carichi. Riepilogo degli UPS previsti nel progetto Nel progetto sono previsti i seguenti UPS - UPS rack diffusione sonora CIOF 1KVA autonomia 60 min - UPS rack diffusione sonora L. classico 2KVA autonomia 60 min - UPS rack diffusione sonora L. artistico 1KVA autonomia 60 min - UPS rack diffusione sonora L. scientifi 1KVA autonomia 60 min - UPS rack diffusione sonora Palestra 1KVA autonomia 60 min Negli armadi di trasmissione dati sono previsti altresì i seguenti UPS, con funzione anche per la building automation (b.a.)

- UPS rack trasmissione dati e b.a. CIOF 4,5KVA autonomia 10 min - UPS rack trasmissione dati e b.a. scientifico 1KVA autonomia 10 min - UPS rack trasmissione dati e b.a. classico 1KVA autonomia 10 min - UPS rack trasmissione dati e b.a centro stella artistico 4,5KVA autonomia 10 min Inoltre come già detto in cabina è previsto UPS monofase con uscita a 230Vcc, potenza 2000VA ed autonomia 20 minuti. Le centraline d’illuminazione d’emergenza saranno complete delle batterie in grado di assicurare una autonomia di 1 ora all’impianto di illuminazione d’emergenza; le batterie sono preassemblate e dovranno essere certificate dal costruttore del sistema

3.4.4 CABINA DI TRASFORMAZIONE MT/BT

Come rilevabile dalle tavole di progetto i locali di media tensione e trasformazione degli impianti elettrici sono in un fabbricato esterno, completamente separato posto a quota campagna. La tipologia di ambienti presenti nel polo tecnologico, e posti nelle immediate vicinanze della cabina di media tensione del locale di trasformazione, è di natura tecnologica e pertanto non c’è una presenza continuativa di personale per più di quattro ore consecutive.

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Dovranno essere previsti tutti gli accorgimenti possibili per evitare l’infiltrazione di acqua dalle tubazioni interrate provenienti dall’esterno e che si attesteranno all’interno dei locali adiacenti. Il locale di trasformazione sarà dotato di porta anteriore in vetroresina del tipo omologato ENEL e di finestre di ventilazione in vetroresina con dimensioni 120x50cm poste una in basso, a 50cm da terra er una in alto a 50cm dal soffitto. Per quanto riguarda l’areazione naturale, oltre alla normale ventilazione dagli infissi, il locale di trasformazione sarà dotato anche di un impianto di ventilazione meccanico realizzato con un estrattore di tipo elicoidale , come rilevabile dalle tavole di progetto, in grado di assicurare un numero adeguato di ricambi d’aria. L’impianto sarà attivato automaticamente o dal termostato ambiente presente nel locale o dalla prima soglia della centralina termometrica di controllo della temperatura del trasformatore.

Quadro MT

Il quadro di media tensione, composto da unità di tipo protetto, modulari e compatte ad isolamento in aria equipaggiate con apparecchiature di interruzione in SF6 e di sezionamento in aria, sarà realizzato con l’assemblaggio dei seguenti scomparti:

- Scomparto risalita cavi; - Scomparto interruttore generale; - Scomparto con trasformatori voltmetrici di protezione - Box di protezione trasformatore.

L’interruttore generale di MT sarà equipaggiato con relé a microprocessore con funzioni di massima corrente 50/51, massima corrente di terra 50N/51N, relé di minima tensione concatenata e relé di massima tensione concatenata.

I circuiti ausiliari della cabina di trasformazione saranno alimentati con un UPS monofase con uscita a 230Vcc, potenza 2000VA ed autonomia 20 minuti. Nell'appalto elettrico è inclusa la segnaletica di sicurezza non luminosa attinente ai soli impianti elettrici ed ai locali tecnici (quadri, cabina, UPS), in termini di cartelli antinfortunistici, di identificazione, avviso, ecc..; è inoltre inclusa la cartellonistica e segnaletica di sicurezza non luminosa, prevista dal D.lgs 493/96 per l'individuazione delle vie di esodo e tutti gli accessori di cabine quali: pedana isolante, lampade di emergenza portatili, estintori a CO2, guanti isolanti, cartelli monitori interni ed esterni, schemi funzionali di cabina con manovre. Tutta la restante cartellonistica e segnaletica di sicurezza non luminosa prevista per l'indicazione degli estintori, idranti, servizi di soccorso ecc. non è oggetto delle prestazioni del progetto in oggetto ed è esclusa dal presente Appalto.

Trasformatori MT/BT

Nella cabina di trasformazione sarà installato n. 1 trasformatore trifase da 800kVA del tipo isolato in resina. Le caratteristiche elettriche e prestazionali delle macchine saranno le seguenti:

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- tensione al primario 20KV; - tensione sul secondario a vuoto 400/230V; - classi di riferimento F1, E2, C2; - tensione di c.to c.to 6%; - Perdite a vuoto 2000W; - Perdite in c.c. a 120° C 9400W; - Tensione di c.c. a 120° C 6%; - Corrente a vuoto 1,1%; - Valore delle scariche parziali <10 PC;

Il trasformatore, installato su guide metalliche ancorate al pavimento, sarà posizionato all’interno di box di contenimento con griglie metalliche di protezione e porta frontale di accesso incernierata e grigliata per facilitare lo smaltimento del calore prodotto. Sulla porta oltre ad un blocco chiave meccanico con il relativo interruttore di media tensione è prevista l’installazione di un fine corsa per lo sgancio in sicurezza dell’interruttore relativo. All’interno del box è prevista l’installazione della batteria di rifasamento fissa protetta con fusibili.

La cabina di trasformazione sara’ completa dei seguenti accessori: - attacchi lato MT su isolatore fisso solidale con la fase. - attacchi lato BT in piatto e piastre di accoppiamento con le barre di uscita

dell’impianto. - attacchi per la traslazione orizzontale e golfari di sollevamento. - morsettiera cambio tensione a trasformatore disinserito, campo di regolazione

±2x2,5%. - ruote di scorrimento orientabili di 90°. - attacchi di messa a terra. - targa caratteristiche a Norme CEI. - termoresistenza al platino PT 100 Ohm (una per ciascuna colonna BT ed una

per il nucleo magnetico). - apparecchiatura di controllo con visualizzazione della temperatura delle tre fasi

e del nucleo magnetico, fornita come parte staccata da installare sul quadro.

La prima soglia della centralina termometrica provvederà ad attivare l’impianto di estrazione dell’aria, la seconda provvederà allo sgancio dalla rete della macchina stessa.

Rifasamento

Il rifasamento previsto è di tipo misto, con installazione di rifasatore fisso per il trasformatore e con l’installazione di un quadro di rifasamento automatico sulla barratura del quadro generale installato nella cabina di trasformazione:

- Potenza nominale (120kVAr a 400V) - Tensione nominale 400V - Frequenza 50Hz

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- Numero di batterie 5 - Potenza batteria 10-10-20-40-40 kVAr Il trasformatore avrà un sistema fisso di rifasamento in cassetta metallica completa di sezionatore e fusibili di protezione; le caratteristiche del gruppo sono le seguenti: - Potenza nominale 10kVAr a 400V - Tensione nominale 400V - Frequenza 50Hz

I condensatori utilizzati saranno con dielettrico in film di polipropilene metalizzato PPMh incapsulati in contenitori metallici e impregnati in olio; le caratteristiche elettriche sono di seguito riportate:

- Perdite dielettriche 0,2W/kVAr - Massima corrente di picco 200In - Sovraccarico massimo 4In - Norma di riferimento IEC831

3.4.5 QUADRI ELETTRICI DI DISTRIBUZIONE

I quadri elettrici principali di distribuzione saranno realizzati in forma 2, ed equipaggiati con interruttori di tipo scatolato o modulare installati su basi estraibili e non. Tutti gli interruttori installati su questi quadri saranno del tipo completi di contatti di scattato relé per il comando dell’illuminazione di emergenza e per il controllo dall’impianto di supervisione. Il quadro adottato per la distribuzione principale sarà generalmente in lamiera di acciaio 20/10mm autoportante verniciata con smalto a polveri epossidiche previo trattamento di sgrassaggio, decappaggio e fosfatizzazione. Sarà dotato di sportello anteriore esterno (telaio in acciaio e schermo in cristallo) apribile a cerniera del tipo invisibile e chiusura a chiave Dovranno essere dotati di pannelli anteriori chiusi a mezzo di viti per la copertura delle parti in tensione, e dotati di asolature per l'azionamento delle apparecchiature. Le apparecchiature saranno dotate di targhette serigrafate per l'identificazione dell'utenza. Le morsettiere di ingresso e i morsetti dell'interruttore generale dovranno avere schermi con protezione IP4X. I conduttori di collegamento tra la barra collettrice a valle dell'interruttore generale e gli interruttori derivati e tra questi e le morsettiere di uscita dovranno avere le seguenti sezioni minime:

o 6mm² per interruttori fino a 25A: o un calibro superiore a quello della linea in uscita corrispondente per

quelli superiori. Il tipo di installazione, ( es. incasso, sporgente, ecc.) sarà stabilito in accordo alla destinazione d'uso del locale, alle dimensioni del quadro stesso e alle richieste della D.L., per i quadri ad incasso dovrà essere prevista una cornice coprifilo.

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Tutti i circuiti saranno protetti, per gruppi, con protezione di tipo differenziale ad alta sensibilità. Nella scelta degli, interruttori si è tenuto conto anche della necessità di garantire la selettività termomagnetica tra i vari interruttori in cascata, in modo da limitare l’intervento per corto circuito solo all’interruttore a protezione della linea stessa; questo è stato possibile utilizzando interruttori scatolati con relé termomagnetici di tipo elettronico e verificando il coordinamento selettivo anche con gli interruttori con relé non elettronico o magnetotermici modulari. Anche nella scelta delle protezioni differenziali si è cercato di garantire la completa selettività tra relé regolabili in tempo e corrente, tra questi ed interruttori selettivi e tra questi e quelli istantanei a protezione dei circuiti terminali. Il grado di protezione dovrà essere non inferiore a IP4X (IP55 per i quadri al servizio degli impianti meccanici); potranno essere utilizzati anche quadri con carpenteria in resina che garantiranno un grado di protezione non inferiore a IP 55.

3.4.6 DISTRIBUZIONE DI ENERGIA PER LUCE E F.E.M. IN BT

La distribuzione di energia per l’alimentazione dei quadri e sottoquadri, per le dorsali luce e prese, sarà realizzata con utilizzo di: Cavi multipolari isolati in gomma a bassissima emissione di gas tossici e corrosivi tipo FG7(O)M1 se posati:

- In canali chiusi con coperchio in acciaio zincato sendzimir all’interno dei controsoffitti nelle zone interne ai vari piani e a soffitto nell’autorimessa;

- In canali forati con coperchio in acciaio zincato a caldo nelle zone esterne; Cavi unipolari isolati in PVC a bassissima emissione di gas tossici e corrosivi tipo N07G9-K o FM9 se posati:

- In canali chiusi in PVC all’interno del massetto; - Tubazioni in PVC incassate; - Tubazioni in PVC rigide installate in vista;

Il grado di protezione minimo sarà IP55 per i locali tecnici e IP40 per le zone al di sopra dei controsoffitti; Note distribuzione generale: All'interno dei canali e passerelle i singoli circuiti dovranno essere identificati mediante cartellini in arrivo, in partenza e lungo il percorso con una interdistanza di non più di 20m e sempre in corrispondenza delle derivazioni e dei pozzetti. Per la formazione dei cavi PE dovrà essere utilizzato cavo a doppio isolamento FG7OM1 con opportune nastrature giallo verdi identificative; i cavi PE e N a doppio isolamento dovranno riportare fascette o nastrature di identificazione, di colore giallo verde per il PE e blu per il neutro ogni 20m, dentro i pozzetti e in corrispondenza delle derivazioni. In corrispondenza dei giunti sismici strutturali, nelle passerelle e nei canali dell'impianto di illuminazione, F.E.M. e speciali si dovranno prevedere elementi flessibili e staffe tali da garantire spostamenti trasversali e longitudinali accettabili disegnarlo in pianta. Cavidotti principali

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I cavidotti, necessari per la realizzazione dell’impianto elettrico di distribuzione, completamente sfilabile, saranno costituiti, in relazione alle condizioni di posa, come appresso indicato: per i percorsi realizzati in vista, principalmente passerelle o canale metallico, tubazioni in ferro zincato o in PVC filettabile, dovranno essere completi delle mensole di sostegno in ferro zincato fissati con tasselli ad espansione o direttamente murate o ancorate stabilmente attraverso morsetti di serraggio alle strutture metalliche; per i tratti realizzati incassati si dovranno utilizzare idonee tubazioni flessibili corrugate di PVC del tipo autoestinguente; per i tratti realizzati interrati si dovranno utilizzare tubi di PVC pesante, posate in apposito scavo con letto di sabbia e copertura sul tubo con malta di cemento, con il posizionamento di pozzetti rompitratta sulle tirate rettilinee di notevole lunghezza, sulle deviazioni, sulle derivazioni e alla base del sostegno di illuminazione esterna da alimentare dove saranno realizzati i collegamenti. Sia le tubazioni che i canali dovranno essere provviste del marchio IMQ. Saranno realizzati cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale, infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per energia, luce, telefono, ausiliari, ecc... Non dovranno mai essere realizzati cavidotti comuni per sistemi di tensione diverse. A tale scopo saranno utilizzati idonei setti divisori da porre nei canali principali, così da creare scomparti fisicamente distinti per i vari impianti a tensione diversa. Caratteristiche Tubazioni incassate Materiale Termoplastico a base di polivinile (PVC) autoestinguente; Normativa CEI 23-39, CEI 23-55; Classificazione 3321; Resistenza alla compressione 750N; Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J); Temperatura di applicazione -5°C/+60°C; Resistenza di isolamento >100MΩ a 500V per 1 minuto; Rigidità dielettrica >2000V a 50Hz per 15 minuti; Resistenza alla fiamma Autoestinguente in meno di 30s. Caratteristiche Tubazioni in vista in PVC Materiale Termoplastico a base di polivinile (PVC) autoestinguente; Normativa CEI 23-39, CEI 23-54; Classificazione 4321; Resistenza alla compressione 1250N; Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J); Temperatura di applicazione -5°C/+60°C; Resistenza di isolamento >100MΩ a 500V per 1 minuto; Rigidità dielettrica >2000V a 50Hz per 15 minuti; Resistenza alla fiamma Autoestinguente in meno di 30s. Caratteristiche Tubazioni interrate Materiale Polietilene a doppia parete; Normativa CEI 23-39, CEI 23-46;

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Resistenza alla compressione 450N; Resistenza all’urto 2kg a -5°C; Caratteristiche Tubazioni in acciaio zincato Materiale Acciaio zincato sendzimir elettrosaldato; Normativa EUROFORM 142/95 e 147/91; Classificazione 5545; Resistenza alla corrosione media; Spessore 1÷1,5mm; Caratteristiche Tubazioni in acciaio inox Materiale Acciaio inox AISI304 elettrosaldato; Normativa UNI EN 10088; Classificazione 5545; Resistenza alla corrosione alta; Spessore 1÷1,5mm; Passerella metallica e canale Materiale Acciaio zincato (a caldo in esterno, Sendzimir all’interno); Grado di protezione IP20/40 Spessore minimo 1,2mm con bordo ribordato Altezza 75mm Passerella a filo Materiale Acciaio elettrozincato; Normativa NF/A 91-102; Altezza 54/104mm Le tubazioni e i canali impiegati nella realizzazione dell'impianto dovranno essere conformi alle norme richiamate. In particolare per le singole pose ci si dovrà attenere a quanto segue:

Impianto incassato sotto traccia L'impianto incassato sotto traccia sarà utilizzato per i locali: a) aule, uffici e laboratori; b) scale; c) ovunque le strutture edili lo permettano. I cavidotti incassati in traccia sotto intonaco o sotto pavimento, saranno costituiti da tubazioni corrugate flessibili di PVC autoestinguente. Le tubazioni predette si attesteranno a cassette di derivazione da incasso del tipo in PVC pesante autoestinguente complete di coperchio in PVC bloccato con viti. Le cassette da incasso saranno installate in modo da avere il coperchio a filo dell'intonaco. Durante la esecuzione dei lavori, si porrà particolare attenzione all'innesto dei cavidotti che si attestano alle cassette , ai quadri, in modo che questi siano tagliati a filo interno onde non danneggiare la guaina isolante dei conduttori durante le operazioni di infilaggio.

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Tali apparecchi dovranno essere contenuti in idonee cassette da incasso e supportati da apposita staffa con bloccaggio a vite alla cassetta stessa, e coperti da apposita placca di materiale plastico bloccata anch'essa alla cassetta a mezzo di idoneo sistema ad incastro o con viti. Gli apparecchi di comando, serie civile, quali interruttori, commutatori, pulsanti, invertitori, nonché le prese ed i corpi illuminanti interni ed esterni, saranno dotati del Marchio di Qualità I.M.Q.. Il tubo sarà provvisto del marchio I.M.Q. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale. Infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, AUSILIARI, ecc.. Non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse. In presenza di luoghi MARCI, tutti i componenti elettrici da incasso devono essere di materiale resistente alla prova del filo incandescente a 550°C. Impianto in vista IP4X L'impianto in vista con grado di protezione minimo IP4X sarà utilizzato principalmente all’interno dei controsoffitti e quindi per i locali: a) corridoi; b) in genere dove è presente controsoffitto; I cavidotti realizzati in vista, utilizzeranno principalmente tubazioni di PVC autoestinguente di tipo rigido o flessibile serie pesante e canali forati metallici o a filo. Le tubazioni predette si attesteranno a cassette di derivazione in vista del tipo in PVC pesante autoestinguente complete di coperchio in PVC bloccato con viti. Il collegamento fra cassetta e tubazione sarà realizzato con opportuni raccordi in PVC autoestinguente. Per le derivazioni, da eseguire dal predetto canale, le scatole e le cassette potranno essere fissate alla canaletta stessa, oppure alla parete e sarà eseguito un doppio collegamento fra canaletta e scatola allo scopo di realizzare un entra/esci, per la realizzazione delle giunzioni e derivazioni esclusivamente all'interno delle scatole. Tutti i componenti avranno grado di protezione minimo IP4X. Sia il tubo che il canale saranno provvisti del marchio I.M.Q. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale. Infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, AUSILIARI, ecc.. Non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse. A tale scopo saranno utilizzati idonei setti divisori da porre nel canale, così da creare scomparti fisicamente distinti per i vari impianti a tensione diversa. Per i luoghi MARCI tutti i componenti in vista dovranno essere di materiale resistente alla prova del filo incandescente a 650°C ed in particolare nel caso di condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti e di conduttori di protezione contenute in tubi protettivi o canali si deve assumere per la prova del filo incandescente 850°C; ne deriva quindi che per tutti i canali o tubi in PVC installati all’interno dei controsoffitti il grado di protezione minimo dovrà essere IP4X e per la prova del filo incandescente si dovrà assumere 850°C nel caso in cui verranno utilizzati esclusivamente conduttori unipolari del tipo N07G9-K.

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Impianto in vista IP44/IP55 L'impianto in vista con grado di protezione minimo IP44 sarà utilizzato principalmente per i locali: a) locali tecnici; b) cabina MT/BT; I cavidotti realizzati in vista, utilizzeranno principalmente tubazioni di PVC autoestinguente di tipo rigido o flessibile serie pesante, tubazioni metalliche in acciaio zincato e canali forati metallici. Le tubazioni predette si attesteranno a cassette di derivazione in vista del tipo in PVC pesante autoestinguente o in alluminio complete di coperchio bloccato con viti. Il collegamento fra cassetta e tubazione sarà realizzato con opportuni raccordi. Per le derivazioni, da eseguire dal predetto canale, le scatole e le cassette potranno essere fissate alla canaletta stessa, oppure alla parete e sarà eseguito un doppio collegamento fra canaletta e scatola allo scopo di realizzare un entra/esci, per la realizzazione delle giunzioni e derivazioni esclusivamente all'interno delle scatole. Gli apparecchi di comando e le prese dovranno essere contenuti in idonee cassette in vista e supportati da apposita staffa con bloccaggio a vite alla cassetta stessa, e coperti da apposita placca di materiale plastico con membrana di silicone, bloccata anch'essa alla cassetta con viti. Gli apparecchi di comando, serie civile, quali interruttori, commutatori, pulsanti, invertitori, nonché le prese ed i corpi illuminanti interni ed esterni, saranno dotati del Marchio di Qualità I.M.Q.. Gli apparecchi di comando e di utilizzo della serie industriale quali interruttori a bordo macchina, sezionatori, prese interbloccate oltre al Marchio di Qualità saranno rispondenti ai requisiti richiesti dalla normativa C.E.E. e avranno l'involucro in materiale plastico autoestinguente. Tutti i componenti avranno grado di protezione minimo IP44/55. Sia il tubo che il canale saranno provvisti del marchio I.M.Q. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale. Infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, AUSILIARI, ecc.. Non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse. A tale scopo saranno utilizzati idonei setti divisori da porre nel canale, così da creare scomparti fisicamente distinti per i vari impianti a tensione diversa. Per i luoghi MARCI tutti i componenti in vista dovranno essere di materiale resistente alla prova del filo incandescente a 650°C ed in particolare nel caso di condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti e di conduttori di protezione contenute in tubi protettivi o canali si deve assumere per la prova del filo incandescente 850°C; ne deriva quindi che per tutti i canali o tubi in PVC installati all’interno dei controsoffitti il grado di protezione minimo dovrà essere IP4X e per la prova del filo incandescente si dovrà assumere 850°C nel caso in cui verranno utilizzati esclusivamente conduttori unipolari del tipo N07G9-K o FM9. Cavi di energia Le linee di alimentazione delle varie utenze saranno costituite principalmente da cavi multipolari di rame non propaganti la fiamma e l’incendio e a bassissima emissione di fumi e gas tossici e corrosivi LSOH.

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Saranno utilizzati cavi multipolari per sezioni fino a 16mm² ed unipolari per sezioni superiori. Per le linee con grosse portate si adotteranno cavi unipolari in parallelo su ogni fase con una sezione massima di ogni conduttore di 300mm². Qualora si utilizzino cavi unipolari si predisporrà l’interlacciamento degli stessi al fine di limitare l’effetto delle mutue induzioni ed il riscaldamento delle parti metalliche a contatto con i cavi. Per le dorsali luce sarà adottata la sezione minima di 2,5mm². Per le dorsali prese sarà adottata la sezione minima di 4mm². Per la realizzazione dei collegamenti ai singoli utilizzatori derivati dalle dorsali si adotterà cavo multipolare nelle seguenti sezioni minime: 1) Punti luce o prese luce sez. 1,5mm²; 2) Punti prese f.e.m. sez. 2,5mm²; Conformemente a quanto specificato nelle Norme per i cavi di alimentazione saranno utilizzati i seguenti colori:

Colore Conduttore Nero Fase

Marrone Fase Grigio Fase

Azzurro Neutro Giallo/verde Terra

Per i restanti conduttori di sistemi ausiliari, di regolazione e sicurezza si utilizzeranno cavi di pari caratteristiche cavi multicoppie dove ogni singolo conduttore è già numerato. Le giunzioni fra i vari conduttori saranno eseguite esclusivamente all’interno delle scatole di derivazione o con morsetti a cappuccio isolante o con morsetti fissati sul fondo delle scatole stesse e comunque con grado di protezione IP20. I conduttori che faranno capo a quadri ed apparecchiature si attesteranno ai morsetti predisposti sulla apparecchiatura stessa, e dovranno essere marcati singolarmente, come pure i morsetti sui quadri, allo scopo di identificare esattamente il circuito o l’utenza che servono. I conduttori sulla guaina isolanti riporteranno il Marchio di Qualità IMQ. Le tipologie dei cavi saranno scelte in relazione ai locali attraversati ed in particolare: - Se posati in canale saranno utilizzati cavi uni/multipolari tipo FG7(O)M1

0,6/1kV, del tipo non propagante l’incendio e la fiamma ed a bassissima emissione di fumi e gas tossici e corrosivi LSOH ( tipo FTG10OM1 come cavi resistenti al fuoco per i servizi di sicurezza);

- Se posati in tubazione cavi unipolari tipo FM9, del tipo non propagante l’incendio e la fiamma ed a bassissima emissione di fumi e gas tossici;

- Se posati in tubazioni interrate esterne saranno utilizzati cavi uni/multipolari tipo FG7(O)R 0,6/1kV, del tipo non propagante l’incendio e la fiamma.

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Tutte le linee elettriche posate dovranno essere dotate di cartellini identificatori recanti il nome del circuito di appartenenza. Tali cartellini dovranno essere dislocati ogni 20m lungo tutta la lunghezza della tratta della linea in oggetto. Barriere tagliafuoco Tutti gli attraversamenti di solai e pareti tagliafuoco dovranno essere isolati con materiali atti ad impedire la propagazione della fiamma da un lato all'altro dell'attraversamento o meglio atti a garantire il mantenimento delle caratteristiche REI della struttura, secondo una delle seguenti soluzioni: - attraversamento con tubazioni: ai due lati della parete la conduttura

(tubazione) andrà interrotta con scatole che, dopo la posa dei conduttori, andranno riempite con materiale intumescente adeguatamente compattato (l’intervento di tamponatura REI non è richiesto nel caso di attraversamento di un solo tubo con diametro < 30mm);

- attraversamento con canale: nel punto di attraversamento la canala, dopo la posa dei conduttori, andrà riempita con materiale come sopra adeguatamente compattato, ed il foro andrà chiuso e riquadrato attorno ai canali utilizzando idonei pannelli, mattoncini intumescenti ed espandenti;

- attraversamento con cavo: il foro di passaggio andrà richiuso a perfetta tenuta con materiale come sopra adeguatamente compattato ed eventualmente trattenuto con piccola cassaforma in lamiera.

In corrispondenza dei cavedi, anche se tra un solaio e l’altro non vengono oltrepassati dei compartimenti, dovranno essere realizzate comunque delle barriere tagliafuoco ad ogni piano. Ogni barriera dovrà essere certificata ed identificata con apposito cartello metallico riportante le caratteristiche necessarie, a riguardo dei prodotti utilizzati e delle modalità di posa.

3.4.7 IMPIANTO DI MESSA A TERRA

L’impianto di messa a terra prevede l’utilizzo dei dispersori naturali costituiti dai plinti di fondazione dei pilastri, per le quali sono previste idonee connessioni e legature in conformità alla norma CEI 64-12, predisponendo sull’esterno del getto di calcestruzzo le opportune piastre di collegamento agli impianti di messa a terra interni. La trave di fondazione che collega i pilastri fra loro, realizzata con le stesse modalità sopra citate, provvederà alla equalizzazione del potenziale dei vari pilastri. Per la cabina di trasformazione è stata inoltre realizzata una rete di terra autonoma e collegata con l’impianto generale di terra. La sezione del conduttore di terra sarà coordinato con il valore della corrente di guasto dell’impianto in MT; dall’Allegato B della Norma CEI 11-1. Per il collegamento del centro stella al collettore di cabina si rispetterà la sezione utilizzata per il conduttore di neutro. Dimensioni trasversali minime per la protezione meccanica e contro la corrosione come previsto dalle norme CEI 64-8 e CEI 11-8 come di seguito riportato.

Sezioni minime dei conduttori di terra

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K

tIS

2

=

Caratteristiche di posa del conduttore Sezione minima [mm²]

Protetto dalla corrosione ma non meccanicamente 16(Cu) 16(Fe)

Non protetto contro la corrosione 25(Cu) 50(Fe)

Sezioni minime dei conduttori di protezione

Sezione del conduttore di fase S Sezione minima corrispondente del conduttore di protezione Sp

[mm²] [mm²] S ≤ 16 Sp = S

16 < S ≤ 35 16 S >35 Sp = S/2

In realtà date le notevoli distanze in gioco, che hanno determinato un sovradimensionamento delle linee più per la caduta di tensione che per la portata effettiva, sono state fatte verifiche dimensionali dei conduttori di protezione seguendo la formula: dove: I = valore efficace della corrente di guasto che percorre il conduttore [A]; K = fattore dipendente dal tipo di conduttore (Cu o Al) (deducibile dalla CEI 64-8); t = tempo di intervento dei dispositivi di protezione [s]; S = sezione del conduttore [mm²]; Questo permetterà di ridurre notevolmente la sezione del PE rispetto ai valori dedotti dalla tabella precedente. Coordinamento impianto di terra per guasti in MT Secondo la tabella C.3 della Norma CEI 11-1 Ediz. IX, valori calcolati della tensione di contatto UTp ammissibili in funzione della durata tF sono: 125V per tF = 0,72s e 150V per tF = 0,64s, per cui per interpolazione lineare risulta: UTp = 138V per tF = 0,69s come del resto desumibile anche dalla curva di fig. 9.1 della Norma CEI 11-1. Definizioni: UT = tensione di contatto [V]; UTp = tensione di contatto ammissibile [V]; UE = tensione totale di terra [V];

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IF = corrente di guasto a terra [A]; IE = corrente di terra [A]; RE = resistenza di terra [Ω]. Deve essere verificata la condizione: UE ≤ UTp (condizione sufficiente ma non necessaria in alternativa alla UT ≤ UTp) Tale condizione risulta sufficiente anche per la tensione di passo, dato che la tensione di passo risulta in genere minore della tensione di contatto e presenta anche valori ammissibili più alti. Quindi dovrà risultare: UE = IE x RE ≤ UTp da verificarsi utilizzando la corrente di guasto a terra Ig fornita dall’Enel di cui la

Poiché la rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica è in continua evoluzione per lo svilupparsi degli impianti di produzione dell’energia distribuiti, l’impresa dovrà provvedere a richiedere all’Enel competente per territorio i parametri elettrici del sistema di distribuzione, in particolare: - corrente di corto circuito; - corrente di guasto a terra - tempo di eliminazione del guasto - stato del neutro

3.4.8 IMPIANTO DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE

Per l’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche del fabbricato oggetto di intervento si rimanda alla relazione di calcolo. Sono stati redatte le relazioni di calcolo per: -CIOF -ISTITUTI SCOLASTICI -PALESTRA Risulta dal calcolo di verifica che la Palestra è auto protetta e quindi non necessita di impianto di protezione. Risulta altresì che il CIOF necessita di impianto liv. IV Risulta infine che per gli istituti, in considerazione delle numerose linee elettriche e dell’alto valore economico degli impianti è fortemente consigliabile un impianto di protezione liv. IV.

Ω==≤ 58,0240

138

E

Tp

EI

UR

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In considerazione di quanto sopra per il complesso scolastico CIOF-Istituti è stato previsto un LPS liv. IV. La Palestra invece è auto protetta Il progetto prevede l’installazione di scaricatori SPOD tipo II marca CONTRADE, secondo le seguenti specifiche

Scaricatore di sovratensione SPD da installare all’origine dell’impianto MT per un circuito trifase 20kV c.a. sottoposto a scariche dirette e indirette. Limitatore di sovratensione per la protezione di circuiti in corrente alternata, in occasione di scariche dirette ed indirette, da installarsi all’origine dell’impianto MT , nel box trasformatore con funzionamento a limitazione, così costituito: • N. 3 SPD con funzionamento a limitazione tipo SBK per l’istallazione tra Fase e Terra,

ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Corrente nominale di scarica In 10 kA - Tensioni nominali Ur da 20 kV - Frequenza nominale da 16 Hz fino a 62 Hz - Impulso di forte corrente 100 kA 4/10 µs - Impulso di corrente di lunga durata 250 A / 2000 µs - Classe di sicurezza contro le esplosioni B (20 kA) - Classe di scarica della linea 1 (2,8 kJ/kV a Ur) - Isolatore in gomma-silicone HTV - Temperatura ambiente - 40 ... + 55 °C - Altitudine normale sul livello del mare fino a 1000 m * - Colore dell'isolatore rosso-marrone RAL 3013 - Resistenza alla torsione 78 Nm - Resistenza alla flessione 230 Nm - Resistenza alla trazione 1400 N

• N. 3 supporti isolanti • N. 3 dispositivi di distacco

Scaricatore di sovratensione SPD da installare nel Quadro Generale BT e nei Sottoquadri dell’impianto BT in sistema TN-S, per un circuito trifase 230/400 V c.a. sottoposto a scariche dirette e indirette. Limitatore di sovratensione per la protezione di circuiti in corrente alternata, in occasione di scariche dirette ed indirette, da installarsi nel Quadro Generale e nei Sotto Quadri dell’impianto BT a valle del differenziale generale. Sistema di SPD tipo CON.TRADE NFC No Follow Current ® con funzionamento a limitazione, così costituito: • N. 4 SPD con funzionamento a limitazione tipo L 10/400 230 t per l’istallazione tra i

conduttori attivi e Terra, ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Tensione massima continuativa Uc: 335 V c.a.

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- Classe di prova sec .IEC 61643-1+A1: I e II - Corrente ad impulso Iimp.: 12,5 kA (10/350 µs) - Corrente nominale di scarica In: 40 kA (8/20 µs) - Corrente max. di scarica: 60 kA (8/20 µs) - Corrente di corto circuito con max. fusibile di prot. (L) Icc.: 100 kA eff - Impedisce la circolazione della corrente susseguente di rete NFC No Follow Current ® - Fusibile di prot. max. (L): 160 A gG - Fusibile di prot. di uso consigliato, con riduzione di Imax: 125 A gG - Livello di protezione Up: ≤ 1,5 kV - Tempo di risposta: ≤ 25 ns - Segnalazione ottica locale e contatto in scambio per l’indicazione remota dell’eventuale guasto dell’SPD.

• N. 1 Connettore a pettine tipo CP 4 per il collegamento dei 4 SP avente le seguenti caratteristiche : - Materiale: rame 16 mm² con protezione esterna in fusione di PVC

Scaricatore di sovratensione SPD da installare nel Quadro di zona dell’impianto BT in sistema TN-S, per un circuito trifase 230/400 V c.a. sottoposto a scariche dirette e indirette Limitatore di sovratensione per la protezione di circuiti in corrente alternata, in occasione di scariche indirette, da installarsi nei Quadri di Zona e nei Sotto Quadri dell’impianto BT a valle del differenziale generale. Sistema di SPD tipo CON.TRADE NFC No Follow Current ® con funzionamento a limitazione, così costituito: • N. 4 SPD con funzionamento a limitazione tipo L 2/20 230 per l’istallazione tra i

conduttori attivi e Terra, ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Tensione massima continuativa Uc: 335 V c.a. - Classe di prova sec .IEC 61643-1+A1: II - Corrente nominale di scarica In: 20 kA (8/20 µs) - Corrente max. di scarica: 40 kA (8/20 µs) - Corrente di corto circuito con max. fusibile di prot. (L) Icc.: 60 kA eff - Impedisce la circolazione della corrente susseguente di rete NFC No Follow Current ® - Fusibile di prot. max. (L): 125 A gG - Livello di protezione Up: ≤ 1,55 kV - Tempo di risposta: ≤ 25 ns - Segnalazione ottica locale dell’eventuale guasto dell’SPD.

• N. 1 Connettore a pettine tipo CP 4 cod. 249 594 per il collegamento dei 4 SPD avente le seguenti caratteristiche : - Materiale: rame 16 mm² con protezione esterna in fusione di PVC

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Scaricatore di sovratensione SPD da installare nei circuiti d’antenna TV Limitatore di sovratensione per la protezione dei circuiti TV, in occasione di scariche indirette, da installarsi in corrispondenza del centralino. Sistema di SPD tipo CON.TRADE così costituito: • N. 1 SPD per antenna con funzionamento a limitazione tipo C 5 per l’istallazione sul

cavo coassiale ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Classe SPD Type 2 - Segnale video Uo 1 V pp - Tensione max. continuativa Uc 6 V eff - Impedenza 75 Ω - Corrente nominale di scarica (8/20 µs) In 1 kA - Corrente massima di scarica (8/20 µs) Imax 6 kA - Corrente continuativa Ic 300 mA - Livello di protezione (1,2/50 µs) Up ≤ 22 V (filo / schermo) - Tempo di intervento ta ≤ 1 ns (filo / schermo) - Temperatura d’esercizio - 25 ... + 65 °C - Sezione di collegamento a terra ≥ 1 mm2 flessibile - Involucro termoplastico - Temperatura d'esercizio - 25 ... + 55°C - Connettore di collegamento BNC femmina (ingresso non protetto) BNC maschio (uscita protetta)

Scaricatore di sovratensione SPD da installare nei circuiti d’antenna TVCC Limitatore di sovratensione per la protezione dei circuiti TV, in occasione di scariche indirette, da installarsi in corrispondenza del centralino. Sistema di SPD tipo CON.TRADE così costituito: • N. 1 SPD per TVCC con funzionamento a limitazione tipo C 5 per l’istallazione sul

cavo coassiale ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Classe SPD Type 2 - Segnale video Uo 1 V pp - Tensione max. continuativa Uc 6 V eff - Impedenza 75 Ω - Corrente nominale di scarica (8/20 µs) In 1 kA - Corrente massima di scarica (8/20 µs) Imax 6 kA - Corrente continuativa Ic 300 mA - Livello di protezione (1,2/50 µs) Up ≤ 22 V (filo / schermo) - Tempo di intervento ta ≤ 1 ns (filo / schermo) - Temperatura d’esercizio - 25 ... + 65 °C - Sezione di collegamento a terra ≥ 1 mm2 flessibile - Involucro termoplastico - Temperatura d'esercizio - 25 ... + 55°C - Connettore di collegamento BNC femmina (ingresso non protetto) BNC maschio (uscita protetta)

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Scaricatore di sovratensione SPD da installare nei circuiti telefonici Limitatore di sovratensione per la protezione dei circuiti telefonici, in occasione di scariche indirette, da installarsi in corrispondenza del centralino. Sistema di SPD tipo CON.TRADE così costituito: • N. 1 SPD per linea telefonica con funzionamento a limitazione tipo C 5 per

l’istallazione sul cavo coassiale ciascuno aventi le seguenti caratteristiche : - Classe SPD Type 2 - Tensione nominale UN 48 V - Tensione massima continuativa Uc 52 V - Corrente nominale IL 1 A - Corrente nominale di scarica (8/20 µs) In 10 kA - Corrente max. di scarica (8/20 µs) Imax 20 kA - Livello di protezione con 1 kV/µs filo/filo Up ≤ 47 V ≤ 73 V ≤ 92 V ≤ 310 V - Livello di protezione con In filo/filo Up ≤ 4 x UN - Livello di protezione con 1 kV/µs filo/PG Up ≤ 600 V ≤ 900 V - Livello di protezione con 1 kV/µs Schermo/PG (se previsto) Up ≤ 600 V - Tempo d'intervento filo/filo ta ≤ 1 ns ≤ 25 ns - Tempo d'intervento filo/PG ta ≤100 ns - Tempo d'intervento schermo/PG (se previsto) ta ≤100 ns - Frequenza di trasmissione dati max. Vs 2 MHz 2,5 MHz 3,5 MHz 10 MHz - Resistenza longitudinale / filo R 1 Ω - Temperatura d'esercizio -25 ... +70 °C - Sezione di collegamento dei morsetti max. 2,5 mm2 flessibile - Montaggio su guida DIN 35 mm EN 50022 - Involucro termoplastico - Grado di protezione IP 20 - Peso 50 g - Larghezza 17,5 mm (1 modulo)

Gli SPD sono previsti nel Q MT, nel Q BT, nei quadri della centrale tecnologica e nel quadro generale di edificio (quota 333,80). Sono previsti SPD nei quadri generali di Istituto(Liceo scientifico, artistico, classico; CIOF; Palestra). Sono previsti SPD anche nei sottoquadri di piano di istituto. Sono previsti anche SPD nei sottoquadri di laboratorio ed aule speciali. Per quanto riguarda la Palestra sono previsti SPD nel quadro elettrico generale ma non nei sottoquadri, che sono ubicati ad una distanza inferiore a 20 mt dal quadro principale Il progetto prevede l’installazione di SPD anche sulla linea AC e DC dell’impianto fotovoltaico come da specifiche rilevabili nell’elaborato grafico

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3.4.9 IMPIANTO A SERVIZIO DEGLI IMPIANTI MECCANICI

Gli impianti tecnici di climatizzazione, nonché gli impianti idrici, necessitano di proprio impianto elettrico di alimentazione di tutte le apparecchiature installate (pompe, bruciatori, , estrattori, , fan-coil, boiler, valvole, regolatori, termostati, ecc.), pertanto saranno realizzati opportuni quadri di centrale, in accordo alle modalità già espresse per i quadri elettrici di distribuzione. Nel presente progetto sono stati previsti non solo i punti di alimentazione dei quadri elettrici e dei quadri di regolazione ma anche i punti di intercollegamento: tra elementi in campo e quadro elettrico di centrale tecnologica tra elementi in campo e quadro di regolazione tra quadro di centrale tecnologica e quadro di regolazione tra termostati, sonde o regolatori ed i fan-coil. Tutti i motori elettrici saranno provvisti di sezionatore dell'alimentazione per garantire la necessaria sicurezza durante i lavori di manutenzione. Per il controllo di tutte le apparecchiature si è quindi ricorsi a delle centraline di controllo a microprocessore collocate all’interno di apposito quadro; tutti i collegamenti tra le sonde ed i sensori in campo con le centraline di controllo dovranno essere realizzate con cavi schermati posati in cavidotti separati da quelli degli altri impianti.

3.4.10 PULSANTI DI SGANCIO DI SICUREZZA

L’impianto elettrico sarà dotato di una serie di dispositivi di sicurezza da manovrare in caso di emergenza, consistenti in pulsanti ad accesso protetto il cui azionamento permetterà di “sganciare” parti di impianto specifiche con funzionamento a sicurezza positiva. Si utilizzeranno circuiti con bobine a lancio e pulsanti NC con sistema di segnalazione integrità del circuito. Come detto i circuiti di sgancio dovranno essere del tipo a sicurezza positiva e tutti i pulsanti di sgancio dovranno essere identificati in modo idoneo con uso di cartelli metallici uniformati alle prescrizioni sulla segnaletica di sicurezza; il posizionamento dei pulsanti e le funzionalità associate dovranno essere concordate in fase realizzativa con il comando dei VV.F.. I cavi elettrici dei circuiti di sgancio saranno del tipo resistente al fuoco tipo FTG10OM1. I pulsanti di sgancio previsti sono i seguenti: SIGLA POSIZIONE FUNZIONE

P1 Centrale tecnologica Porta cabina elettrica di trasformazione

Apertura dell'interruttore di media tensione

P2 Centrale tecnologica Porta centrale termica

Apertura dell'interruttore di alimentazione del quadro centrale termica

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P3 Sottocentrale tecnologica fabbricato Porta di ingresso alla sottocentrale

Apertura dell'interruttore generale di bassa tensione (i circuiti di sicurezza rimangono alimentati) Apertura degli interruttori di stringa dell'impianto fotovoltaico (cavedi scale ultimo piano) Inibizione funzionamento E.P.O. UPS impianto di trasmissione dati

P4 Sottocentrale tecnologica fabbricato Porta di ingresso alla sottocentrale (spostato rispetto a P3)

Inibizione funzionamento E.P.O. UPS impianto di diffusione sonora Inibizione funzionamento E.P.O. impianto di illuminazione di emergenza

Nota: I pulsanti di emergenza dovranno essere controllati dall'impianto di videosorveglianza

P1 – Pulsante di sgancio M.T. (cabina di trasformazione) Questo pulsante, posto all’esterno della cabina, consente la messa fuori tensione della cabina di M.T. agendo sul generale di M.T. ( toglie tensione anche all’elettropompa antincendio) P2 – Pulsante di sgancio centrale termica Questo pulsante, posto all’esterno del locale centrale termica toglie tensione alle utenze installate all’interno della centrale stessa. P3 – Pulsante di sgancio fabbricato Questo pulsante, posto all’esterno del locale tecnico del fabbricato, alla quota 333,80, edificio Liceo artistico, in corrispondenza dell’ingresso ai locali tecnologici, toglie tensione all’intero fabbricato (rimangono in tensione solo i circuiti di sicurezza come l’illuminazione e la diffusione sonora). Contestualmente provoca il disinserimento degli UPS dell’impianto di trasmissione dati , e l’apertura degli interruttori di campo dell’impianto fotovoltaico, ubicati nei cavedi in prossimità della copertura.

P4 – Pulsante di sgancio fabbricato Questo pulsante, anch’esso ubicato a quota 333,80 vicino al P3, da manovrare a cura dei VVF, inibisce il funzionamento degli UPS dell’impianto di diffusione sonora e dell’impianto di illuminazione di emergenza.

4. IMPIANTI ELETTRICI – ILLUMINAZIONE INTERNA ED ESTERNA ORDINARIA E DIMMERABILE 4.1 PREMESSA

Il fabbricato e le aree esterne della Cittadella degli studi oggetto del presente appalto è stato dotato di un impianto di illuminazione ordinaria che risponde a tutte le normative in vigore e che si compone come di seguito descritto.

4.2 DATI DI PROGETTO

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La continua e crescente richiesta di un ambiente con elevata qualità, unita al sempre maggior tempo trascorso dall’uomo in ambienti “chiusi”, comporta la necessità di creare un microclima interno in grado di soddisfare le esigenze degli occupanti. In particolare sotto l’aspetto dell’illuminazione ciò comporta la necessità di assicurare adeguate condizioni visive, realizzando condizioni di comfort visuale nei riguardi dell’ambiente occupato. Il controllo energetico ed ambientale delle soluzioni adottate costituisce inoltre un aspetto della progettazione dal quale al giorno d’oggi non è ormai più possibile prescindere. Il presente progetto illuminotecnico è volto a studiare e risolvere i problemi relativi all’illuminazione, nell’ottica di assicurare all’uomo adeguate condizioni visive. In particolare in un ambiente interno l’illuminazione sarà tale da garantire l’espletamento dei compiti visivi svolti e realizzare condizioni di comfort visuale. Tali requisiti sono soddisfatti se tutti gli elementi interni possono essere distinti chiaramente senza difficoltà ed i compiti svolti senza sforzo. Il presente progetto illuminotecnico si pone come obiettivo l’identificazione del tipo, del numero, della potenza e della distribuzione dei corpi illuminanti necessari per ottenere sulle diverse zone del compito visivo un livello di illuminamento prestabilito e realizzare condizioni di comfort visuale in relazione alle attività che devono svolgersi nell’area da illuminare. Il calcolo illuminotecnico sarà condotto per via informatica tramite l’ausilio di software specifici; comunque in questo capitolo si mettono in evidenza i requisiti fondamentali che vengono analizzati per realizzare il progetto dell’impianto di illuminazione.

4.3 SCELTE PROGETTUALI Per la realizzazione dell’impianto di illuminazione, è stato essenziale, oltre al valore di illuminamento richiesto dalla norma UNI EN 12464-1, soddisfare le esigenze qualitative e quantitative. I principali parametri da valutare in fase di progettazione e che caratterizzano un ambiente sono: - distribuzione delle luminanze; - illuminamento; - abbagliamento; - direzione della luce; - resa dei colori e colore apparente della luce; - sfarfallamento; - luce diurna. La progettazione si è prefissa, prima di tutto, come scopo, quello di garantire in ogni ambiente il giusto livello di illuminamento. I valori di illuminamento da adottare sono stati scelti in relazione al tipo e alla durata dell’attività prevista nell’ambiente preso in considerazione (cap. 5 norma UNI EN 12464-1) e sono influenzati dal potere di assorbimento e di riflessione del flusso luminoso da parte dei materiali presenti nell’ambiente e dal loro colore. Determinato il valore di illuminamento in funzione del locale da illuminare occorre determinare la tonalità più adatta per le specifiche caratteristiche dell’ambiente. Le

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fonti luminose, sia naturali che artificiali, emettono luce di diversa tonalità a seconda della distribuzione spettrale della radiazione emessa dalla fonte. Nella luce diurna sono presenti in misura pressoché uniforme tutti i colori dello spettro luminoso, dal blu al rosso, dalla cui miscela deriva un colore bianco neutro. Le lampade a incandescenza sono invece caratterizzate da una emissione molto bassa verso il blu e progressivamente crescente verso il rosso, da cui deriva un colore giallastro, che viene percepito come caldo. Ogni altro tipo di lampada offre un particolare spettro, la cui conoscenza è importante per la progettazione dell’illuminazione artificiale di un ambiente: negli ambienti particolarmente accoglienti si è preferito ricorrere a sorgenti di luce con prevalente emissione verso il rosso mentre negli ambienti dove occorre luce brillante e impersonale si utilizzano lampade con spettro luminoso simile a quello della luce diurna. Nella scelta del sistema di illuminazione, specialmente nei locali destinati ad attività particolari, si è tenuto conto del fatto che tutte le fonti luminose alterano il reale colore degli oggetti. Ogni tipo di lampada è infatti contraddistinta, oltre che da una propria temperatura di colore, da uno specifico grado di resa del colore; quindi per ogni locale preso in esame si è scelto la lampada con la resa del colore più idonea in modo che i colori degli oggetti e della pelle umana siano resi in modo naturale, corretto e che facciano apparire le persone attraenti e in buona salute, ed inoltre che tutti i colori di sicurezza siano sempre riconoscibili come tali (ISO 3864). Un altro aspetto fondamentale di cui si è tenuto conto nell’eseguire i calcoli illuminotecnici è stato quello di scegliere sistemi di illuminazione (diretta, indiretta, mista ecc…) tali da garantire valori di luminanze e contrasti né troppo elevati che sono causa di abbagliamento e affaticamento né troppo bassi che rendono l’ambiente monotono e poco stimolante. Altri fattori, non meno importanti, che sono stati attentamente valutati sono l’abbagliamento molesto che dovrà risultare minore a quanto previsto dalla normativa UNI EN 12464-1, la direzionalità dell’illuminazione che non sarà né troppo accentuata per non produrre ombre dure, né troppo diffusa per non rendere monotono l’ambiente, il minor sfarfallamento possibile che è causa di effetti fisiologici quali, per esempio, cefalee e un’uniformità sulla zona del compito visivo e delle zone immediatamente circostanti che non dovrà mai essere inferiore ai valori forniti dal prospetto 1.

Prospetto 1 Rapporto tra illuminamenti e uniformità nelle zone immediatamente circostanti e nelle zone del compito

Illuminamento del compito [lx]

Illuminamento delle zone circostanti [lx]

≥750 500 500 300 300 200

≤200 Ecompito Uniformità: ≥ 0,7 Uniformità: ≥ 0,5

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Per ottenere quindi, quanto prefissato precedentemente, si sono valutati attentamente alcuni parametri caratteristici dei locali e fatte delle scelte che di seguito riportiamo: a) Valutazione della reale destinazione d’uso di ogni singolo locale, se questo è un ufficio oppure un archivio o una sala riunioni e così via. Una volta stabilito quali sono le funzionalità di ogni locale si è verificato se all’interno di esso vi si utilizzano attrezzature che richiedono un certo livello di comfort visivo quali possono essere dei videoterminali. Un importanza notevole, negli uffici con videoterminali, la riveste anche il tipo di software che si utilizza durante la normale attività lavorativa; infatti se durante l’arco della giornata per la maggior parte del tempo si utilizzano software a contrasto positivo (es. pacchetto Office) si potranno scegliere apparecchi illuminanti con limiti di luminanza più elevati mentre se si utilizzano software a contrasto negativo (es. postazioni cad) si dovranno scegliere apparecchi illuminanti con limiti di luminanza più contenuti, tutti però con valori comunque entro i limiti posti dalle norma UNI EN 12464-1 (vedi prospetto 2). Queste prime valutazioni permettono così di inquadrare ogni singolo locale a livello normativo (cap. 5 norma UNI EN 12464-1) e assegnargli dei requisiti minimi di illuminamento e comfort. b) Valutazione in maniera più puntuale e precisa possibile dei reali fattori di riflessione delle parete nonché del soffitto e del pavimento del locale in esame che influiscono notevolmente sulla distribuzione delle luminanze; c) Individuazione chiara, dove possibile, della zona del compito visivo (Task area), dell’altezza del piano di lavoro e della sua eventuale inclinazione, in modo da concentrare l’illuminazione e quindi i livelli di illuminamento necessari solo in quel punto evitando inutili sprechi energetici e quindi economici; d) Individuazione chiara, dove possibile, delle zone circostanti al compito visivo; e) Valutazione del fattore di manutenzione generale determinato in base alle caratteristiche della lampada, dell’alimentatore, dell’apparecchio di illuminazione, dell’ambiente circostante e dal programma di manutenzione. In particolare per ogni tipologia di ambiente si preparerà un programma di manutenzione completo che comprenda la frequenza del ricambio delle lampade, gli intervalli di pulizia degli apparecchi di illuminazione, del locale ed il metodo di pulizia più adeguato; Considerato l’impossibilità nella fase progettuale di conoscere la reale disposizione di ogni singolo posto operatore e quindi l’individuazione precisa delle varie zone del compito visivo e comunque per garantire un’estrema flessibilità degli spazi, si è optato, nell’eseguire i calcoli illuminotecnici, di considerare tutta l’area del locale in oggetto, esclusa un porzione perimetrale, come zona del compito visivo. Questo come detto consente una notevole flessibilità delle varie postazioni di lavoro la cui posizione non sarà mai vincolata all’illuminazione; Di contro comporta un aumento dei valori di illuminamento medio del locale e un aumento del numero degli apparecchi illuminanti. Per ovviare ed ottimizzare il conseguente maggior impiego di energia elettrica si è pensato di dotare ogni singolo apparecchio di un reattore “intelligente” cioè in grado di essere programmato per poter erogare il flusso realmente necessario e quindi di risparmiare a livello energetico pur garantendo sempre i valori di minimi imposti della norma UNI EN 12464-1.

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Prospetto 2 Limiti delle luminanze degli apparecchi che possono riflettersi nello schermo Classe dello schermo secondo la ISO

9241-7 I II III

Qualità dello schermo buona media bassa

Luminanza media degli apparecchi che sono riflessi nello schermo

≤ 1.000 cd/m2 ≤ 200 cd/m2

4.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE Di seguito sono descritte le soluzioni illuminotecniche proposte per la realizzazione dell’impianto di illuminazione artificiale e necessarie per garantire, nelle diverse zone costituenti l’opera in oggetto, i requisiti minimi enunciati nei capitoli precedenti.

4.4.1 SOLUZIONI ILLUMINOTECNICHE

Aule e laboratori

Per le aule e i laboratori si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di apparecchi lineari installati in fila continua a soffitto equipaggiati con reattori elettronici, lampade fluorescenti tipo T8 da 58W 4000°K e ottica 2M idonea per ambienti con videoterminali.

Corridoi

Per i corridoi dove è presente il controsoffitto si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di apparecchio quadrati da incasso in controsoffitto a moduli 600x600mm aventi schermo in metacrilato ed equipaggiati con lampade fluorescenti tipo T5 da 14W 4000°K e reattori elettronici. Per i corridoi privi di controsoffitto tramite l’utilizzo di apparecchi a parete a luce diretta regolabile in inclinazione ed equipaggiati con lampade fluorescenti tipo T5 da 54W 4000°K e reattori elettronici.

Servizi igienici

Per i servizi igienici si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di faretti da incasso a controsoffitto equipaggiati con vetro per IP44 e con lampade fluorescenti compatte da 1x42W. Gli apparecchi illuminanti saranno inoltre equipaggiati con reattori elettronici multiwatt.

Scale

Per le scale si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di apparecchi lineari installati in fila continua a soffitto equipaggiati con reattori elettronici, lampade fluorescenti tipo T8 da 58W 4000°K e ottica 2M.

Uffici e aree di lettura

Per questi ambienti si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di apparecchi lineari installati a soffitto a luce diretta/indiretta o a luce diretta, equipaggiati con reattori elettronici, lampade fluorescenti tipo T5 da 54W 4000°K e ottica 2MG idonea per ambienti con videoterminali.

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Locali Tecnici

Per tutti i locali tecnici si è scelto di realizzare l’impianto di illuminazione tramite l’utilizzo di apparecchi lineari installati a soffitto di tipo stagno, equipaggiati con reattori elettronici, lampade fluorescenti tipo T8 da 18/36/58W 4000°K, corpo e schermo in policarbonato e grado di protezione IP65.

Esterno

Per l’illuminazione esterna si sono utilizzate differenti tipologie di apparecchi illuminanti a seconda dell’applicazione e in particolare: - per la fontana si sono utilizzati faretti di tipo stagno IP68 a bassissima tensione

equipaggiati con LED; - Per i camminamenti pedonali si sono utilizzati paletti alti 1m con lampada in

testa del tipo a ioduri metallici da 20W; - Per l’illuminazione generale si sono utilizzati proiettori asimmetrici installati a

parete ad un’altezza di circa 10m ed equipaggiati con lampade a ioduri metallici da 150W;

- Per l’illuminazione dei porticati si sono utilizzati apparecchi illuminanti a plafone di tipo cilindrico equipaggiati con lampade a ioduri metallici da 35W;

- Per la viabilità pubblica e privata si sono utilizzati apparecchi illuminati testa-palo equipaggiati con lampade LED 59x1W installati su pali con Hft=6m.

Note

- Per maggiori chiarimenti in merito alle caratteristiche tecniche degli apparecchi illuminanti e delle lampade e alla loro dislocazione, si rimanda alle tavole di progetto e all’elenco voci che sono parte integrante del presente progetto.

- L’illuminazione esterna sarà conforme alla norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico.

4.5 IMPIANTO ILLUMINAZIONE DIMMERABILE

In variante migliorativa rispetto al progetto definitivo nel presente progetto esecutivo, sono state inserite: - regolazione automatica dell’illuminazione - miglioramento delle prestazioni energetiche dell’impianto di illuminazione esterna

4.5.1 REGOLAZIONE AUTOMATICA E MANUALE, DELL’ILLUMINAZIONE DI UFFICI, CORRIDOI,

SERVIZI, SCALE, SPAZI COMUNI, PALESTRA

Come tipologia di ambienti si possono individuare:

Ambienti di 1° tipo: sono previste plafoniere di vario tipo: a bassa luminanza con lampade

fluorescenti, con reattore elettronico di tipo dimmerabile, per uffici, segreteria, spazi

comuni, ecc.

Si hanno poi i locali che possiamo chiamare di 2° tipo, ovvero locali tecnici, servizi, scale

chiuse, depositi, ovvero locali che non hanno apporto luminoso dall’esterno, dove sono

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invece previste plafoniere fluorescenti normali con reattori elettronici ma non

dimmerabili.

Nella palestra sono presenti proiettori a scarica.

Per gli ambienti tipo segreteria, uffici, spazi comuni, corridoi, ecc., ovvero dove vi è

apporto di luce dall’esterno e dove sono previste lampade ad alta efficienza, sono stati

previsti reattori di tipo dimmerabile con tecnologia DALI.

L’accensione e la regolazione degli apparecchi illuminanti avverrà per mezzo di un

sistema di regolazione automatica dell’intensità luminosa con tecnologia KNX

subordinato alla presenza di persone all’interno dell’ambiente.

All’interno delle aule è previsto anche un pulsante manuale per il comando diretto del

sistema di regolazione.

È altresì previsto un impianto di accensione e spegnimento con rilevatore di presenza

persone all’interno dei servizi igienici, nelle scale di emergenza, nei locali tecnici, ovvero

tutti quegli ambienti che non ricevono alcun apporto luminoso dall’esterno.

Il sistema ha come compito di:

Individuare e segnalare al sistema elettronico di regolazione ed accensione per i locali di 1°

tipo, la presenza delle persone (sensore volumetrico con raggio di circa 5 m) per accendere

la illuminazione base, ovvero spegnere, con un tempo ritardato, tutto l’impianto di

illuminazione in caso di mancanza di persone all’interno del locale.

Individuare il grado di intensità luminosa all’interno degli ambienti dato dalle varie

contribuzioni luminose, soprattutto dall’esterno (luce naturale) in modo da calibrare

l’intensità luminosa necessaria, modificandola in funzione di tali apporti energetici.

Agire in modo separato ed indipendente regolando la luminosità delle singole lampade

delle plafoniere.

Deve essere garantita la possibilità di regolare l’intensità luminosa in modo indipendente

su ogni singola plafoniera, le plafoniere più vicine alla finestra devono avere meno

intensità luminosa rispetto a quelle più lontane. Ovvero il sistema deve poter garantire la

luminosità richiesta di calcolo in modo uniforme, ottimizzando i consumi.

Ciò si ottiene attraverso un sensore su ogni stanza, locale o zona omogenea di

illuminazione, che agirà sulle plafoniere con reattore di tipo dimmerabile.

Regolazione manuale con potenziamento da tasti regolabile (una per ogni zona di

plafoniere), individuabile dalle caratteristiche architettoniche in modo da regolare

manualmente l’intensità separatamente delle plafoniere, in caso di necessità, per ogni zona

considerata.

Tutte le plafoniere saranno equipaggiate con reattore di tipo dimmerabile.

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- 1 o più sensori volumetrici presenza persone, con relè (in base alle dimensioni del locale)

con funzione di accensione spegnimento ritardato

- 1 sensore luminosità per ogni plafoniera presente nel locale

- tasti Touch Dim con relè, per ogni gruppo di plafoniere, o zona per il controllo

centralizzato dell’impianto

Gli apparecchi saranno dotati di un reattore elettronico dimmerabile collegato con cavo

bus Konnex alla gestione mediante sensore di luminosità.

Il modulo touch screen con relativo alimentatore sarà ubicato in un locale presidiato (ad

esempio locali personale) di ogni zona dei plessi scolastici, per il controllo delle varie zone

e/o gruppi di plafoniere.

Tramite sensori collegabili ai singoli reattori delle plafoniere è possibile mantenere

costante la luminosità in ambiente. La luminosità è impostabile in fase di installazione

regolando opportunamente il sensore.

Il sensore sarà ubicato in modo da non essere oscurato da alcun tipo di schermo. E’ Inoltre

possibile utilizzare un pulsante T/D Touch dim per regolare la luce manualmente

(escludendo la funzione del sensore).

Il sistema prevede tra l’altro:

- orologio temporizzatore per ritardare lo spegnimento rispetto alla situazione indicata

dal regolatore volumetrico di presenza persone;

- centralizzazione dei comandi per ogni singolo ambiente (aula o laboratorio) sul “frutto”

all’ingresso della stanza, con i pulsanti Touch Dim, con software dedicato per il sistema

a tecnologia digitale.

4.5.2 REGOLAZIONE AUTOMATICA E MANUALE, DELL’ILLUMINAZIONE DELLE AULE E DEI

LABORATORI

Nelle aule e nei laboratori sono previste plafoniere a bassa luminanza con lampade

fluorescenti.

Le lampade, in tali ambienti, sono disposte solitamente su 2 file:

1° fila in corrispondenza della porta di ingresso e delle pareti, ove è ubicata la

cattedra/lavagna del docente;

2° fila all’interno dell’aula.

Il progetto prevede nei laboratori e/o nelle aule l’installazione di lampade aventi reattore

elettronico di tipo dimmerabile, collegate ad un sistema di regolazione automatica e

manuale dell’intensità luminosa, multifunzione con le seguenti funzionalità.

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Individuare e segnalare al sistema elettronico di regolazione ed accensione per ogni

singola aula, la presenza delle persone (sensore volumetrico con raggio di circa 5 m) per

accendere la illuminazione base, ovvero spegnere, con un tempo ritardato, tutto l’impianto

di illuminazione in caso di mancanza di persone all’interno del locale;

Individuare il grado di intensità luminosa all’interno degli ambienti dato dalle varie

contribuzioni luminose, soprattutto dall’esterno (luce naturale) in modo da calibrare

l’intensità luminosa necessaria, modificandola in funzione di tali apporti energetici.

Agire in modo separato ed indipendente regolando la luminosità delle singole lampade

sulla 1° fila e sulla 2° fila di plafoniere delle aule e dei laboratori.

Il sensore di luminosità è unico per ogni locale, e tramite il software di regolazione

dell’impianto dimmerabile si potrà agire o su tutte le plafoniere o su due file di plafoniere

indipendentemente per ogni ambiente.

Deve essere garantita la possibilità di regolare l’intensità luminosa in modo indipendente

su ogni fila di plafoniera. Il sistema garantisce la luminosità richiesta in modo uniforme in

tutta l’aula e/o il laboratorio, ottimizzando i consumi.

Regolazione centralizzata nel sito touch screen come precedentemente descritto.

Il sistema proposto è installato in tutte le aule ed in tutti i laboratori del plesso scolastico.

4.6 IMPIANTO ILLUMINAZIONE ESTERNA

Illuminazione esterna è effettuata con differenti tipologie di corpi illuminanti a seconda della situazione:

• per la fontana, faretti di tipo stagno IP68 equipaggiati con LED

• per i camminamenti pedonali, paletti alti 1 m con lampada a ioduri metallici da

20 W

• per l’illuminazione generale, proiettori a parete con lampade a ioduri metallici

da 150 W

• per i porticati, apparecchi a plafone con lampade a ioduri metallici da 35 W

• per la viabilità pubblica e privata, apparecchi testa-palo con lampade LED 59x1

Negli elaborati di progetto sono indicate le tipologie dei corpi illuminanti previsti

La richiesta di illuminazione delle aree esterne varia a seconda delle condizioni di illuminazione naturale e delle condizioni di utilizzo delle aree stesse. Si prevede l’installazione di un regolatore di flusso luminoso in grado di gestire e programmare l’impianto di illuminazione esterna generale, ovvero i proiettori a parete con lampade a ioduri metallici da 150 W previsti in progetto; gli altri apparecchi saranno gestiti dall’impianto di building automation.

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Il regolatore di flusso luminoso è uno stabilizzatore di tensione centralizzato che consente una regolazione della potenza erogata a circuiti di lampade mediante un’azione di riduzione lineare della tensione di alimentazione secondo cicli programmabili in valore ed in tempo in funzione delle condizioni reali di utilizzo delle aree esterne.

5. IMPIANTI ELETTRICI – ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

5.1 PREMESSA

Il fabbricato oggetto del presente appalto è stato dotato di un impianto di illuminazione di

emergenza e segnalazione delle vie di fuga che risponde a tutte le normative in vigore e

che si compone come di seguito descritto.

E’ previsto un impianto con sistema ad alimentazione centralizzata tipo CEAG ZB-S , o

similatre (tipo Inotec) che fornisce alimentazione per l’illuminazione d’emergenza ai sensi

delle vigenti normative , con test di controllo automatici e monitoraggio di tutti gli

apparecchi senza l’aggiunta di ulteriori cavi per tali controlli. I modi di funzionamento

(permanente, non permanente, permanente con interruttore) di ogni apparecchio di

illuminazione e di segnalazione dotati di ballast elettronico indirizzato sono

programmabili in modo indipendente per ogni singolo dispositivo.

Il sistema di illuminazione di emergenza è del tutto indipendente dalla rete KNX.

Il sistema di illuminazione d’emergenza interviene in caso di mancanza di tensione di rete

(relè di controllo fase sui quadri di piano) e in caso di intervento di interruttore

differenziale di zona di illuminazione.

Le centrali possono essere collegate in rete KNX per una supervisione generale

5.2 DATI DI PROGETTO

Quando l'illuminazione ordinaria viene a mancare in un ambiente o in un edificio

frequentato da persone, le leggi e le norme richiedono che immediatamente sia fornita

un'illuminazione ausiliaria.

L'illuminazione di emergenza viene suddivisa (IEC 458) in illuminazione di riserva e

illuminazione di sicurezza.

5.2.1 ILLUMINAZIONE DI RISERVA

L’illuminazione di riserva serve per poter continuare, senza sostanziali cambiamenti, le

stesse attività che si stavano svolgendo durante il funzionamento dell’illuminazione

normale. E’ evidente quindi che il livello di illuminamento che occorre raggiungere con

l’illuminazione di riserva deve essere almeno pari a quello dell’illuminazione ordinaria,

perché se così non fosse, non sarebbe possibile continuare il lavoro precedente. Solo in un

caso è consentito avere un livello di illuminazione di riserva inferiore a quello

dell’illuminazione normale: se viene utilizzata solo per terminare e chiudere l’attività in

corso e non per continuarla indefinitamente. Poiché l’illuminazione di riserva non

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riguarda la sicurezza, ma solo la continuità di servizio, leggi e norme non se ne occupano

in modo esplicito. Se però, come è possibile, l’illuminazione di riserva viene utilizzata

anche come illuminazione di sicurezza, allora ad essa si applicano, come è evidente, tutte

le leggi e le norme applicabili all’illuminazione di sicurezza.

5.2.2 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

L’illuminazione di sicurezza serve per fornire un livello di sicurezza adeguato alle persone

che si vengono a trovare in una situazione di mancanza dell’illuminazione ordinaria e ad

evitare quindi che accadano incidenti o situazioni pericolose. Non è un tipo di

illuminazione che può essere utilizzata per svolgere mansioni ordinarie, ma è unicamente

funzionale alla mobilità in sicurezza delle persone.

L’illuminazione di sicurezza, essendo preposta alla evacuazione di una zona o di un

locale, deve garantire una buona visibilità.

Inoltre l’illuminazione di sicurezza deve illuminare anche le indicazioni segnaletiche poste

sulle uscite e lungo le vie di esodo, in modo da identificare in maniera immediata il

percorso da seguire per giungere in un luogo sicuro.

Gli apparecchi di illuminazione utilizzati devono rispondere alla norma EN 60598-2-22

(CEI 34-22) e devono essere installati almeno nei seguenti punti (queste sono indicazioni

minime che possono essere integrate dal progettista in base alle singole situazioni):

1. In corrispondenza di ogni uscita di sicurezza;

2. In corrispondenza di ogni porta di uscita prevista per l’uso in emergenza;

3. Vicino ad ogni rampa di scale in modo che ognuna di esse riceva luce diretta;

4. Analogamente vicino ad ogni cambio di livello o gradino;

5. In corrispondenza dei segnali di sicurezza;

6. In corrispondenza di ogni cambio di direzione lungo la via di esodo;

7. In corrispondenza di ogni intersezione di corridoi, cioè quando ci si trova di fronte

ad una diramazione o bivio che comporta una scelta di direzione;

8. Immediatamente all’esterno di ogni uscita che porta in un luogo sicuro;

9. Vicino ad ogni punto o locale di pronto soccorso;

10. Vicino ad ogni dispositivo antincendio (estintore, manichette, pulsanti di allarme,

etc.) e ad ogni punto di chiamata telefonica per pronto soccorso o per interventi antincendio;

Ricordiamo che i livelli di illuminazione di cui parliamo (EN 1838) non devono tenere

conto dei contributi dati dagli effetti di riflessione della luce e che sono sempre valori

intesi come requisiti minimi. Inoltre è importante sottolineare che i livelli di illuminazione

minimi devono essere garantiti lungo tutto l’arco di vita degli apparecchi di illuminazione

di emergenza.

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Le ultime normative a livello Europeo (CEN, CENELEC) hanno introdotto un'ulteriore

suddivisione dell'illuminazione di sicurezza: - illuminazione di sicurezza per l'identificazione delle vie di esodo; - illuminazione di sicurezza antipanico; - illuminazione di sicurezza per luoghi ad alto rischio.

Uscite di emergenza

L'illuminazione delle uscite di emergenza deve garantire una sicura uscita dall'edificio

attraverso vie di fuga opportunamente segnalate ed individuabili con assoluta certezza;

deve essere assicurata inoltre la pronta identificazione degli allarmi e delle attrezzature

antincendio lungo le vie di uscita.

Antipanico

Illuminazione prevista per evitare l'insorgere dei panico in zone particolarmente ampie ed

in quelle attraversate dalle vie di esodo. Anche in questo caso è opportuno che

l'illuminamento non sia inferiore a 2 lux.

Alto rischio

Illuminazione che consenta un'adeguata procedura di sicurezza agli operatori, ed agli altri

occupanti dell'ambiente, coinvolti in processi potenzialmente pericolosi; l'illuminamento

minimo previsto deve essere pari al 10% di quello normale e comunque non inferiore a 15

lux e deve essere disponibile entro 0,25 sec. (EN 1838).

5.2.3 APPARECCHI PER SEGNALAZIONE DI SICUREZZA

Per segnalare in maniera adeguata le vie di esodo si dovranno utilizzare una serie di segnali di sicurezza che dovranno garantire un’elevata efficienza. Tale efficienza dipende essenzialmente da quattro fattori:

o Dimensioni; o Colore; o Posizione; o Visibilità dei segnali;

Massima distanza di visibilità: E' importante assicurarsi che i segnali destinati alla segnalazione delle vie di esodo siano visibili da ogni punto. Ciò dipende, oltre che dalla posizione del segnale, anche dalle dimensioni dello stesso. A questo scopo le normative forniscono la seguente formula:

d = s x p

dove d = distanza massima di osservazione [m]; p = altezza dei pittogramma [cm]; s = uguale a 100 per i segnali illuminati esternamente; 200 per i segnali illuminati internamente.

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5.2.4 APPARECCHI PER L’ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

Oltre alla segnalazione delle vie di esodo è necessario che siano previsti apparecchi addizionali per garantire gli illuminamenti minimi già citati precedentemente. Gli apparecchi illuminanti destinati all’illuminazione di sicurezza si distinguono in due tipologie. Apparecchio di emergenza autonomo

La fonte di alimentazione per la lampada (batteria) è interna all’apparecchio, come lo sono anche l’unità di controllo, la lampada stessa e gli eventuali dispositivi di prova e segnalazione. Apparecchio di emergenza ad alimentazione centralizzata

La fonte di alimentazione per la lampada non risiede nell’apparecchio, ma proviene da una sorgente indipendente dall’alimentazione ordinaria (in genere UPS o gruppo elettrogeno oppure una combinazione delle due soluzioni). Sia gli apparecchi autonomi che quelli centralizzati comunque possono essere di diverso tipo. Apparecchio di emergenza permanente In questo caso le lampade sono sempre alimentate, e quindi la sorgente è sempre accesa, sia in condizioni di presenza di rete che in condizioni di emergenza. Una variante di questa soluzione consiste nell’illuminazione permanente a luminosità ridotta, nella quale gli apparecchi mantengono una luminosità ridotta in presenza di rete ed una luminosità più elevata in emergenza.

Apparecchio di emergenza non permanente In questo caso le lampade di un apparecchio di questo tipo, sono normalmente spente in presenza della rete di alimentazione e si accendono solo quando viene a mancare l’alimentazione ordinaria.

Apparecchio di emergenza combinato In questo caso siamo in presenza di un apparecchio che contiene al suo interno due o più lampade, delle quali una dedicata all’emergenza e la/le altre dedicate all’illuminazione normale. All’interno dell’apparecchio vanno tenuti separati i due circuiti, normale ed emergenza, attraverso l’uso di doppio isolamento, isolamento rinforzato o uno schermo metallico collegato a terra. Gli apparecchi combinati possono essere sia di tipo permanente che non permanente.

NEGLI ELABORATI DIO PROGETTO SONO INDICATE LE CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI

ILLUMINAZIONE EMERGENZA

5.2.5 CONTROLLI

Disposizione legislative vigenti impongono controlli periodici da riportare su apposito registro, per verificare il corretto funzionamento degli apparecchi di illuminazione di emergenza. Verifiche necessarie: - Controllo del livello di illuminamento; - Controllo dell'autonomia delle batterie;

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5.3 SCELTE PROGETTUALI Il presente progetto illuminotecnico è volto a studiare e risolvere i problemi relativi all’illuminazione di sicurezza, nell’ottica di assicurare all’uomo adeguate condizioni visive in caso di emergenza. Per ottenere un tale risultato l’illuminazione da realizzare sarà ottenuta essenzialmente sfruttando un quadro centralizzato dotato di batterie tampone con autonomia di 60min per ogni porzione di edificio e più in particolare: - 1 centrale per il liceo artistico; - 1 centrale per il liceo classico; - 1 centrale per il liceo scientifico; - 1 centrale per il CIOF; - 1 centrale per la palestra. Le centrali alimenteranno, in caso di mancanza rete o in caso di intervento delle protezioni, tutti gli apparecchi illuminanti di emergenza e parte degli apparecchi illuminanti utilizzati per l’illuminazione ordinaria. Il presente progetto illuminotecnico si pone come obiettivo l’identificazione del tipo, del numero, della potenza e della distribuzione dei corpi illuminanti necessari per ottenere sulle diverse zone un livello di illuminamento prestabilito e realizzare condizioni di sicurezza. Il calcolo illuminotecnico sarà condotto per via informatica tramite l’ausilio di software specifici; comunque in questo capitolo si mettono in evidenza i requisiti fondamentali che vengono analizzati per realizzare il progetto dell’impianto di illuminazione di sicurezza. Le scelte progettuali più significative che riguardano l’impianto di illuminazione di sicurezza sono le seguenti: - Garantire un livello di illuminamento medio in tutte le aree maggiore di 5Lux

con un tempo di intervento minore di 0,5sec; - Utilizzo di cavi a bassissima emissione di fumi e gas corrosivi e resistenti al

fuoco per l’alimentazione di tutti i circuiti di emergenze e sicurezza; - Le luci sicurezza si accendono alla mancanza di tensione sul circuito normale di

una determinata zona o in caso di mancanza di tensione sul circuito generale luce o per allarme incendio;

- Le batterie utilizzate sono tutte con vita media di 10 anni. 5.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE 5.4.1 SORGENTE DI ALIMENTAZIONE

Come sorgente di alimentazione dell’impianto di illuminazione di sicurezza si è scelto di utilizzare un sistema centralizzato dotato di batterie tampone con autonomia minima garantita di 1 ora e ricarica 12 ore. Come specificato nel capitolo precedente ogni corpo edilizio sarà dotato di un armadio centralizzato indipendente installato in un locale tecnico. Dai vari armadi si diramano tutti i circuiti di sicurezza necessari ad alimentare degli apparecchi illuminanti preposti a garantire i requisiti minimi di illuminamento previsti dalla normativa vigente. Tutti i cavi di alimentazione saranno del tipo RF resistenti al fuoco e saranno posati entro canalizzazioni dedicate ai servizi di sicurezza.

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5.4.2 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

Gli apparecchi di illuminazione che garantiranno l’illuminazione di sicurezza all’interno di tutta la struttura saranno differenziati nel funzionamento in condizioni ordinarie: una parte degli apparecchi saranno dedicati esclusivamente all’illuminazione di sicurezza (per cui saranno normalmente spenti in funzionamento ordinario ma verranno alimentati dalla centrale da cui arriverà anche il comando di accensione in condizioni di mancanza rete), mentre un’altra parte saranno apparecchi che assolveranno anche alla funzione di illuminazione ordinaria. Tali apparecchi verranno comandati ed alimentati dalla centrale solamente in caso di mancanza rete tramite l’utilizzo di specifici moduli di comando, installati all’interno degli apparecchi stessi. Gli apparecchi illuminanti di segnalazione delle vie di fuga saranno del tipo S.A. e saranno apparecchi indipendenti dotati di pittogrammi con dimensioni idonee per essere visibili alle distanze a cui sono stati posizionati. I quadri emergenze centralizzati riceveranno il consenso a comandare l’accensione degli apparecchi dai vari quadri di zona. All’interno dei vari quadri di zona, tutti gli interruttori magnetotermici differenziali previsti come generali di sezione luce saranno provvisti contatti di scattato. Tali contatti saranno collegati ad un modulo che riceverà da essi il comando e contemporaneamente sorveglierà la presenza o meno di tensione sulle fasi.

6. IMPIANTI DI SICUREZZA

6.1 IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI

6.1.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale dell’impianto di rivelazione incendi proposto e degli apparati che lo compongono.

6.1.2 DATI DI PROGETTO

La normativa che regolamenta la realizzazione di impianti automatici di rivelazione incendi e dei sistemi fissi manuali di segnalazione di incendio è la UNI 9795. La presente norma prescrive i criteri per la realizzazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio. Essa si applica ai sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio, collegati o meno ad impianti di estinzione o ad altro sistema di protezione (sia di tipo attivo che di tipo passivo), destinati a essere installati in edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso. I sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio hanno la funzione di rivelare automaticamente un principio d’incendio e segnalarlo nel minore tempo possibile. I sistemi fissi di rivelazione manuale permettono invece una segnalazione nel caso l’incendio sia rivelato dall’uomo.

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In entrambi i casi, il segnale di allarme incendio è trasmesso e visualizzato in corrispondenza di una centrale di controllo e segnalazione ed eventualmente ritrasmesso ad una centrale di ricezione allarmi e intervento. Un segnale di allarme acustico e/o luminoso può essere necessario anche nell’ambiente interessato dall’incendio ed eventualmente in quelli circostanti per soddisfare gli obiettivi del sistema. Scopo dei sistemi è di: - favorire un tempestivo esodo delle persone nonché lo sgombero di beni; - attivare i piani di intervento; - attivare i sistemi di protezione contro l’incendio e eventuali altre misure di

sicurezza.

Aree sorvegliate

Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. Devono essere direttamente sorvegliate da rivelatori anche le seguenti parti, con le eccezioni di cui al paragrafo successivo: - locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e

comunicazione, nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi; - cortili interni coperti; - cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici; - condotti di condizionamento dell'aria e condotti di aerazione e di ventilazione; - spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati. Possono non essere direttamente sorvegliate da rivelatori le seguenti parti qualora non contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici ad eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all'utilizzazione delle parti medesime: - piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che essi non siano utilizzati

per il deposito di materiali combustibili a rifiuti. - condotti e cunicoli con sezione minore di 1m², a condizione che siano

correttamente protetti contro l'incendio e siano opportunamente compartimentati;

- banchine di carico scoperte (senza tetto); - spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti

sopraelevati, che: • abbiano altezza minore di 800 mm; • abbiano superficie non maggiore di 100 m²; • abbiano dimensioni lineari non maggiori di 25 m; • siano totalmente rivestiti all'interno con materiale di classe A1 e A1FL

secondo la UNI EN 13501-1; • non contengano cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (a

meno che i cavi non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min.); - vani scale compartimentati; - vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un

compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione.

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L’area sarà suddivisa in zone secondo una logica di suddivisione funzionale legata alla particolare suddivisione funzionale degli ambienti stessi, avendo cura di rispettare la suddivisione dei compartimenti per facilitare l’associazione diffusione allarme di evacuazione alle zone del singolo compartimento o da quelli interessati. Il rispetto della suddivisione in zone secondo l’art. 5.2 della Norma UNI 9795 è garantito per la rivelazione automatica in quanto ogni rivelatore è univocamente indirizzato per cui dalla programmazione della centrale viene immediatamente individuato il rivelatore allarmato e la zona di pertinenza.

Criteri di scelta e di installazione dei rivelatori

I rivelatori saranno conformi alla serie UNI EN 54. Nella scelta dei rivelatori saranno presi in considerazione i seguenti elementi basilari: - le condizioni ambientali (moti dell’aria, umidità, temperatura, vibrazioni,

presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc.) e la natura dell’incendio nella sua fase iniziale, mettendole in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove;

- la configurazione geometrica dell’ambiente in cui i rivelatori operano, tenendo presente i limiti specificati nella presente norma;

- le funzioni particolari richieste al sistema (per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d’incendio, esodo di persone, ecc.).

I principi fondamentali su cui si deve basare la distribuzione dei rivelatori si può riassumere nei seguenti prospetti.

Prospetto 1: Distribuzione dei rivelatori puntiformi di calore Altezza (h) dei locali (m) h ≤ 6 6 < h ≤ 8 8 < h ≤ 12 12 < h ≤ 18 Tecnologia di rivelazione Raggio di copertura a) (m) Rivelatori puntiformi di calore (UNI EN 54-5)

4,5 4,5 NU b) NU b)

a) Vedere punto 3,6 figura 2 UNI 9795:2010 b) NU = Non utilizzabile

Prospetto 2: Distribuzione rivelatori di calore puntiformi nei riquadri

D Distribuzione rivelatori di calore puntiformi nei riquadri D > 0,25 (H-

h) Rivelatore in ogni riquadro

D < 0,25 (H-h)

Rivelatore ogni 2 riquadri

D < 0,13 (H-h)

Rivelatore ogni 3 riquadri

D = Distanza fra gli elementi sporgenti misurata da esterno a esterno 8m)

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H = Altezza del locale (m) H = Altezza dell’elemento sporgente (m)

Prospetto 3: Distribuzione dei rivelatori puntiformi di fumo su soffitti piani o con inclinazione rispetto all’orizzonte α ≤ 20° e senza elementi sporgenti Altezza (h) dei locali (m) h ≤ 6 6 < h ≤ 8 8 < h ≤ 12 12 < h ≤ 18 Tecnologia di rivelazione Raggio di copertura a) (m) Rivelatori puntiformi di fumo (UNI EN 54-7)

6,5 6,5 6,5 AS b)

a) Vedere punto 3,6 figura 5a UNI 9795:2010 b) AS = Applicazioni speciali previste in ambienti particolari dove è ipotizzabile l’utilizzo

della tecnologia dei rivelatori di fumo solo ed esclusivamente se l’efficacia del sistema viene dimostrata con metodi pratici quali per esempio quelli riportati nel punto 8 oppure mediante installazione di rivelatori a piani intermedi

Prospetto 4: Distribuzione dei rivelatori puntiformi di fumo con inclinazione (α) rispetto all’orizzonte > 20° e senza elementi sporgenti Altezza (h) dei locali (m) h ≤ 6 6 < h ≤ 8 8 < h ≤ 12 12 < h ≤ 18 Inclinazione Raggio di copertura a) (m) 20° ≤ α ≤ 45 7 7 7 AS b) α > 45 7,5 7,5 7,5 AS b) a) Vedere punto 3,6 figura 5a UNI 9795:2010 b) AS = Applicazioni speciali previste in ambienti particolari dove è ipotizzabile l’utilizzo

della tecnologia dei rivelatori di fumo solo ed esclusivamente se l’efficacia del sistema viene dimostrata con metodi pratici quali per esempio quelli riportati nel punto 8 oppure mediante installazione di rivelatori a piani intermedi

Prospetto 5: Distanze dal soffitto (o dalla copertura) dei rivelatori puntiformi di fumo

Distanza dell’elemento sensibile al fumo dal soffitto (o dalla copertura) in funzione della sua inclinazione rispetto all’orizzonte

α ≤ 15° 15° < α ≤ 30° α >30°

Altezza del locale

m min. cm

Max. cm

min. cm

Max. cm

min. cm

Max. cm

h ≤ 6 3 20 20 30 30 50 6 < h ≤ 8 7 25 25 40 40 60 8 < h ≤ 10 10 30 30 50 50 70 10 < h ≤12 15 35 35 60 60 80

Prospetto 6: Distribuzione rivelatori di fumo nei riquadri

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D Distribuzione rivelatori di calore puntiformi nei riquadri D > 0,25 (H-

h) Rivelatore in ogni riquadro

D < 0,25 (H-h)

Rivelatore ogni 2 riquadri

D < 0,13 (H-h)

Rivelatore ogni 3 riquadri

D = Distanza fra gli elementi sporgenti misurata da esterno a esterno 8m) H = Altezza del locale (m) H = Altezza dell’elemento sporgente (m)

I rivelatori di fumo saranno posizionati in modo da monitorare sia quei locali uso ripostiglio o piccoli vani tecnici sia gli spazi individuati dai controsoffitti e nei sottopavimenti e comunque secondo la norma UNI 9795. Particolare attenzione è da prestarsi al posizionamento dei rivelatori nel controsoffitto e nei sottopavimenti. In detti spazi, se la loro altezza non è superiore ad 1m, il numero dei rivelatori da installare è quello determinato secondo il punto 5.4.3. della norma UNI 9795 senza essere dover essere moltiplicato per i coefficienti riportati nel prospetto 8, in quanto i controsoffitti in oggetto non fanno parte di locali tipo CED. Nel progetto in oggetto ad ogni rivelatore in vista ne corrisponde uno nel controsoffitto; in realtà dato il valore di area a pavimento specifica sorvegliata (Amax) dal singolo rivelatore concesso dalla Norma, l’aver considerato il rapporto 1:1 tra rivelatori in vista e quelli nel controsoffitto risulta un valore più che sufficiente. In alcuni ambienti anche se in presenza di controsoffitto, potrà essere valutata in fase esecutiva con il comando dei VV.F, l’opportunità di non inserire i rivelatori nel controsoffitto. Quando i rivelatori di fumo non saranno direttamente visibili (se installati nel controsoffitto o nascosti alla vista diretta o in locali non presidiati) occorrerà provvedere all’installazione di ripetitori ottici di allarme in posizione visibile in modo tale da poter individuare il punto in cui verrà segnalato lo stato di allarme. L’allarme del rivelatore sarà chiaramente visibile dall’esterno grazie alla luce rossa lampeggiante emessa dal led di bordo che coprirà un angolo di campo visivo di 360 gradi. IL PROGETTO NON PREVEDE, IN ACCORDO CON LA SPECIFICA NORMATIVA DI

PREVENZIONE INCENDI IN MATERIA DI ATTIVITA’ SCOLASTICHE, ED IN ACCORDO CON

QUANTO STABILITO CON IL LOCALE COMANDO VIGILI DEL FUOCO PROVINCIALE DI

ANCONA, IL POSIZIONAMENTO DEI RIVELATORI DI FUMO ALL’INTERNO DELLE AULE

DIDATTICHE DI TIPO NORMALI. I RILEVATORI SONO UBICATI INVECE IN TUTTI GLI ALTRI

AMBIENTI, QUALI UFFICI, AULE SPECIALI, LABORATORI, DEPOSITI, CORRIDOI, ETC.

6.1.3 SCELTE PROGETTUALI

L'impianto di ogni singolo edificio è stato progettato assumendo, alla base dei calcoli, i seguenti dati:

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Sistema di rivelazione incendio Analogico Indirizzamento

individuale Centrali rivelazione incendio N° 1 Rete collegamento centrali Linea Bus

Rivelazione centrali tecnologiche Rivelatori

multitecnologia Rivelazione loc. tecnici, , scale ecc. Rivelatori di fumo Rivelazione zone comuni (ambiente e controsoffitto)

Sistema ad aspirazione

loop rivelazione Anello chiuso Data la difficoltà di manutenzione dei rivelatori di fumo installati del controsoffitto si è deciso di utilizzare un sistema ad aspirazione per tutte quelle zone comuni in cui è previsto appunto il controsoffitto e rivelatori puntiformi in tutte le altre zone. Si sottolinea che non è oggetto del presente progetto e che non rientra nelle competenze del Progettista degli Impianti Elettrici e Speciali, la progettazione degli evacuatori di fumo e delle compartimentazioni. Con particolare riferimento agli elettromagneti dei portoni, alle serrande tagliafuoco, ai lucernari ed agli EFC si sono assunti, come dati di base forniti dai Progettisti responsabili della specifica progettazione, i seguenti: - Eventuali porte REI che delimitano i compartimenti saranno predisposti per il

collegamento di eventuali elettromagneti per la chiusura in automatico in caso d’incendio: sarà a carico dell’installatore delle porte la fornitura e l’installazione degli elettromagneti e del pulsante locale per l’azionamento manuale. L’Omologazione della porta e la sua idoneità alla chiusura automatica in caso d’incendio, in termini di forza di impatto, franchi di sicurezza, ecc. ed il rispetto dei requisiti minimi di sicurezza, saranno a carico del Costruttore del portone e del relativo installatore, in base all’analisi dei rischi da essi eseguita.

- Eventuali serrande tagliafuoco installate nei canali dell’aria, munite di fusibili termici, e/o comandabile (motorizzate o con elettromagnete a riarmo manuale), verranno acquisite dalla centrale.

In particolare il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione, dovrà farsi carico di rendere idonei, utilizzabili e gestibili alcuni strumenti tecnici, personalizzandoli ai fini della sicurezza all’attività specifica; in particolare si fa riferimento a : - Attivazione dei dispositivi ottici e acustici di allarme incendio (compresi

azionamenti indiretti di evacuatori, portoni REI ecc.), da azionare in automatico e/o manualmente per l’evacuazione dei locali e/o delle singole zone interessate dall’allarme;

- Parzializzazione dell’alimentazione elettrica nelle diverse zone, mediante azionamento manuale di interruttori di emergenza;

- Gestione di allarmi tecnologici vari, importanti ai fini della sicurezza.

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Il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione, dovrà inoltre prendere atto della relazione funzionale di programmazione della centrale di rivelazione incendio che l’Appaltatore rilascerà a fine lavori, verificando con il Comando dei Vigili del Fuoco le impostazioni fatte in merito a: - tempi di ritardo impostati per l’avvio in automatico degli avvisatori

ottico/acustici, messaggistica di evacuazione, chiusura portoni tagliafuoco, apertura lucernari per evacuazione fumi, azionamento EM e EFC ecc;

- programmazione combinatore telefonico; - eventuale linea telefonica in uscita riservata alle segnalazioni allarme incendio

e chiamata soccorso ascensori;

6.1.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE

L'impianto di rivelazione incendi comprende i seguenti componenti principali: - centrale di rivelazione, gestione e segnalazione allarmi; - personal computer dedicato, con software applicativo; - rivelatori automatici d'incendio; - pulsanti d'allarme; - targhe ottico-acustiche; - interfacce di acquisizione e comando; - alimentazioni. Il sistema di rivelazione incendio sarà del tipo analogico autoindirizzante al fine di garantire: - identificazione puntuale del rivelatore; - segnale di manutenzione sensore; - non necessità di codificare il sensore con dip switches, né con commutatori

rotativi; - continuità di servizio anche in caso di taglio/c.c. di linea, tramite loop ad anello

con isolatori su tutti i dispositivi; - comando porte tagliafuoco, targhe e sirene mediante relé programmabili posti

in campo direttamente nelle basi dei sensori, nelle elettroniche dei pulsanti e raccolti in opportune interfacce di acquisizione/comando.

I componenti in campo saranno collegati in linee ad anello (loop) a due conduttori con cavi non propaganti la fiamma secondo la Norma CEI 20-22 e resistenti al fuoco RF31-22, contenuti in canaline con separatori o tubazioni dedicate. Andata e ritorno del loop dovranno essere in percorsi separati al fine di evitare che un guasto sulla linea lasci il loop intero isolato. Il sistema comanderà a livello di singola area compartimentata, in caso di incendio: - la chiusura delle porte taglia fuoco per circoscrivere l'incendio; - la chiusura delle serrande di ventilazione; - il fermo della ventilazione per non alimentare la combustione; - l'interruzione dell'alimentazione elettrica (se necessario). Attiverà inoltre: - le targhe ottico acustiche " Allarme incendio";

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- le schermate con mappe grafiche su PC; - la stampa degli eventi; - il messaggio di evacuazione preregistrato della centrale di diffusione sonora;

Configurazione funzionale dell'impianto

Ogni singolo impianto sarà gestito da una centrale d'allarme, di tipo modulare per garantire che l'eventuale fuori servizio di un area o di un intero loop di rivelazione non pregiudichi il buon funzionamento del resto dell'impianto. A tale scopo ogni linea ad anello sarà alimentata e gestita da propria scheda elettronica indipendente dalle altre. Le schede elettroniche dei loop saranno alloggiabili in una slot dedicata in centrale al fine di semplificare le eventuali operazioni di cambio o manutenzione. Ciascuno slot di espansione della centrale dovrà poter alloggiare una qualsiasi scheda di espansione fra quelle impiegabili in centrale. Questo al fine di garantire una composizione della centrale flessibile ed adattabile alle esigenze d’impianto, anche future. La centrale di rivelazione dovrà essere conforme alla norma EN54-2. L'alimentazione di rete sarà integrata con un'alimentazione di soccorso tramite batterie al Pb, sigillate, mantenute in carica mediante carica batterie con controllo dello stato di carica e della corrente di carica delle stesse batterie, che entrerà in funzione automaticamente in caso di mancanza energia di rete 220 Vac 50Hz. L’alimentatore della centrale dovrà essere conforme alla norma EN54-4. Le alimentazioni (rete + soccorso) saranno così distribuite ai fini di non appesantire la struttura dell'impianto: - Alimentazione della centrale: alimenta la centrale stessa e le linee di rivelazione - Alimentazione del campo: alimentano le targhe, i ripetitori, le sirene, gli

elettromagneti Le alimentazioni di campo, se attraversano più settori o compartimentazioni ed alimentano dispositivi non autoalimentati dovranno essere realizzate con cavo resistente al fuoco per 30 min.

Sistema di rivelazione incendi

Nelle zone comuni quali i corridoi, sia per l’ambiente sia per il controsoffitto si è ricorso ad un sistema di rivelazione più innovativi (rivelatori di fumo ad aspirazione) che in condizioni particolari di installazione risultano essere più efficaci dei sistemi tradizionali pur garantendo la medesima affidabilità. La rivelazione verrà eseguita con sistema di rilevazione fumi ad aspirazione ad altissima sensibilità. Questa tipologia di sistema campiona l’aria in ambiente, attraverso apposite tubazioni forate e la analizza verificando la presenza di particelle di fumo presenti nell’aria. Tale sistema permette una rilevazione molto precoce, dando l’allarme ancora nella fase incipiente di un eventuale incendio. In questo modo, si potranno evitare danni ai materiali protetti, riuscendo ad intervenire manualmente per tempo.

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Per i locali tecnici e per tutti quei locali di piccole dimensioni si è ricorso a sistemi di rivelazione tradizionali ed in particolare: - Rivelatori puntiformi di fumo; - Rivelatori puntiformi a multi tecnologia.

Logiche di funzionamento

Puntualizziamo in questo capitolo quelle che sono le logiche di funzionamento più importanti e peculiari della programmazione della centrale da installare. L’impianto di diffusione sonora deve essere interfacciato al sistema della rivelazione incendio; in caso di allarme, superato il tempo di ritardo impostato, si verificherà l’attivazione dei relé di interfaccia con la diffusione sonora, che farà partire la ripetizione del messaggio pre-registrato di evacuazione. In prossimità della centrale è stato posizionato un pulsante di allarme per l’evacuazione generale; la sua attivazione genera un allarme in centrale che attiva tutti gli allarmi ottico acustici, le campane e tutti i canali della diffusione sonora. Tabella riassuntiva delle azioni svolte dai sistemi asserviti all’impianto di rivelazione incendio:

Evento Sistemi asserviti Azioni svolte dai sistemi CDZ Ventilazione interrotta

Allarme rivelazione Compartimentazioni Chiusura porte tagliafuoco

CDZ Ventilazione interrotta Attivazione pulsante d’allarme generale Compartimentazioni Chiusura porte tagliafuoco

Posizionamento punti di segnalazione manuale

I sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio saranno completati con un sistema di segnalazione manuale costituito da punti di segnalazione manuale disposti come di seguito: - In ciascuna zona deve essere installato un numero di pulsanti di segnalazione

manuale tale che almeno uno di essi possa essere raggiunto da ogni parte della zona stessa con un percorso non maggiore di 30 m per attività con rischio di incendio basso e medio e di 15 m nel caso di ambienti a rischio di incendio elevato;

- In ogni caso i punti di segnalazione manuale devono essere almeno due. Alcuni dei punti di segnalazione manuale previsti devono essere installati lungo le vie di esodo. In ogni caso i pulsanti di segnalazione manuale devono essere posizionati in prossimità di tutte le uscite di sicurezza;

- I punti di segnalazione manuale devono essere conformi alla UNI EN 54-11 e devono essere installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, a un’altezza compresa fra 1m e 1,6m;

- I punti di segnalazione manuale devono essere protetti contro l’azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione;

- In caso di azionamento, deve essere possibile individuare sul posto il punto di segnalazione manuale azionato;

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- Ciascun punto di segnalazione manuale deve essere indicato con apposito cartello (vedere UNI EN 7546-16);

I guasti e/o l’esclusione dei rivelatori automatici non devono mettere fuori servizio quelli di segnalazione manuale, e viceversa.

Dispositivi di allarme acustici e luminosi

Ai fini della presente norma, i dispositivi di allarme vengono distinti in: a) dispositivi di allarme di incendio e di guasto, acustici e luminosi, della centrale di

controllo e segnalazione percepibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa;

b) dispositivi di allarme di incendio acustici e luminosi distribuiti, qualora necessari ai fini della sicurezza, all’interno e/o all’esterno dell’area sorvegliata. Tali dispositivi possono coincidere con quelli della centrale di controllo e sorveglianza (per esempio in impianti aventi limitata estensione), purché siano soddisfatte le finalità di cui nel punto 4.1 della UNI EN 9795:2010;

c) dispositivi di allarme ausiliari posti in stazioni di ricevimento; I dispositivi di allarme di a) e b) sono sempre presenti, quelli ausiliari di c) sono invece facoltativi. I dispositivi di allarme di cui al punto b) e c) saranno costruiti con componenti aventi caratteristiche adeguate all’ambiente in cui si trovano a operare. I dispositivi acustici saranno inoltre conformi alla UNI EN 54-3. I dispositivi di cui al punto 5.5.3.1 a) fanno parte della centrale di controllo e segnalazione e pertanto saranno conformi alla UNI EN 54-2. Vista la tipologia degli ambienti protetti si rende necessario integrare il dispositivo acustico previsto nella centrale di controllo e segnalazione (UNI EN 54-2), con dispositivi acustici conformi alla EN 54-3 Le segnalazioni acustiche e luminose dei dispositivi di allarme di incendio saranno chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre: - il livello acustico percepibile deve essere maggiore di 5 dB(A) al di sopra del

rumore ambientale; - la percezione acustica da parte degli occupanti dei locali deve essere compresa

fra 65 dB(A) e 120 dB(A); - negli ambienti dove è previsto che gli occupanti dormano, la percezione alla

testata del letto deve essere di 75 dB(A). Ad integrazione dei dispositivi ottici ed acustici si è utilizzato un sistema vocale di allarme ed evacuazione per dare la segnalazione di pericolo in caso di rivelazione di un incendio. Tali componenti possono essere utilizzati sia ad integrazione dei dispositivi di tipo sonoro sia in loro vece. Tale sistema sarà del tipo rispondente a quanto specificato dalle UNI EN 54-16 e UNI EN 54-24. Per le connessioni di tali sistemi ci si deve riferire a quanto specificato nel punto 7 della UNI EN 9795:2010. Il sistema di segnalazione di allarme sarà concepito in modo da evitare rischi indebiti di panico.

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Alimentatori

Il sistema di rivelazione sarà dotato di un’apparecchiatura di alimentazione costituita da due sorgenti di alimentazione in conformità alla UNI EN 54-4. L’alimentazione primaria sarà derivata dalla distribuzione di energia ordinaria mentre l’alimentazione di riserva sarà costituita da alimentatori posti in campo dotati di batterie di accumulatori elettrici. Nel caso in cui l’alimentazione primaria vada fuori servizio, l’alimentazione di riserva interverrà in un tempo non maggiore di 15s. L’alimentazione primaria del sistema sarà effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione, a valle dell’interruttore generale. L’alimentazione di riserva sarà in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente per almeno 72 h, nel caso di interruzione dell’alimentazione primaria o di anomalie assimilabili. Tale autonomia può essere ridotta ad un tempo pari alla somma dei tempi necessari per la segnalazione, l’intervento ed il ripristino del sistema, ma in ogni caso a non meno di 24h, purché: - gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici come specificato nel

punto 5.5.3.2 della UNI EN 9795:2010, e - sia in atto un contratto di assistenza e manutenzione, ed esista una

organizzazione interna adeguata. L’alimentazione di riserva assicurerà in ogni caso anche il contemporaneo funzionamento di tutti i segnalatori di allarme per almeno 30 min a partire dalla emissione degli allarmi. Siccome l’alimentazione di riserva è costituita da una o più batterie di accumulatori, si sono osservate le seguenti specificazioni: - le batterie saranno installate il più vicino possibile alla centrale di controllo e

segnalazione, ma non nello stesso locale se possono sviluppare gas pericolosi. Il locale dove sono collocate le batterie deve essere ventilato adeguatamente e avere caratteristiche di sicurezza simili a quelle del locale contenente la centrale di controllo e segnalazione; deve essere consentita la manutenzione in loco delle apparecchiature installate;

- la rete a cui è collegata la ricarica delle batterie, se alimenta anche il sistema, sarà in grado di assicurare l’alimentazione necessaria contemporaneamente a entrambi.

6.2 IMPIANTO DI DIFFUSIONE SONORA

6.2.1 PREMESSA

Ogni fabbricato facente parte dell’intervento sarà dotato di un impianto di diffusione sonora finalizzato oltre che al pubblic address anche alla sicurezza ed all’evacuazione secondo la Norma CEI 100-55. Tale impianto sarà cablato con cavi resistenti al fuoco, alimentato da sorgente di sicurezza ed interfacciato con la rispettiva centrale di rivelazione incendio.

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6.2.2 IMPIANTO DI DIFFUSIONE SONORA (NORMA CEI 100-55)

La normativa che regolamenta la realizzazione di Sistemi Elettroacustici applicati ai servizi di emergenza è la CEI 100-55 dell’Aprile del 1998; qui ne riportiamo i requisiti essenziali. Tale Norma stabilisce che il sistema di diffusione sonora per l’emergenza deve diffondere messaggi sufficientemente udibili e chiari, al fine di mettere in atto le misure idonee per la protezione delle persone in una o più zone, all’interno degli edifici o all’aperto. Il sistemi elettroacustico può essere utilizzato non solo per diffondere messaggi di allarme, ma anche per altre comunicazioni sonore ordinarie per il pubblic address, le quali però avranno priorità inferiore ai messaggi di allarme. L’impianto deve essere diviso in zone per limitare i messaggi di allarme alle sole zone interessate all’evacuazione. Il sistema deve essere sempre disponibile, entrare in funzione entro 10s dal momento in cui riceve un segnale di allarme; deve inoltre entrare in funzione entro 10s dal momento in cui viene alimentato dall’alimentazione elettrica ordinaria o da sorgente secondaria di energia elettrica. Il sistema deve essere dimensionato per poter diffondere il messaggio contemporaneamente in tutte le zone; devono esser previsti messaggi diversi nelle differenti zone, in funzione delle procedure di evacuazione. Il guasto di un amplificatore o del circuito di un altoparlante non deve provocare la perdita totale del messaggio nella zona d’altoparlante servita. La norma individua anche la tipologia dei messaggi, per cui un segnale di attenzione deve precedere il primo messaggio di allarme e deve durare un tempo variabile da quattro a dieci secondi; se l’intervallo tra due messaggi d’allarme successivi supera 10s deve essere diffuso un ulteriore segnale di attenzione. L’intervallo di tempo tra due messaggi di allarme successivi non deve comunque superare 30 s e se si utilizzano più segnali di attenzione, ad esempio per diversi livelli di emergenza, ogni segnale deve essere chiaramente distinguibile dagli altri. I messaggi devono essere brevi, chiari e se possibile, già preparati; se si utilizzano messaggi registrati, essi devono essere conservati in forma non volatile, preferibilmente con un sistema di memorizzazione allo stato solido, e continuamente monitorati per assicurarsi che siano disponibili. Il messaggio registrato non deve essere alterabile o cancellabile da una sorgente esterna. - Deve essere stabilito, infine, l’ordine di priorità in cui vengono diffusi i

messaggi; - Messaggi di evacuazione: la situazione di pericolo è tale da richiedere

l’immediata evacuazione delle persone; - Messaggi di allerta: la situazione è pericolosa e l’ordine di evacuazione

potrebbe essere prossimo; - Messaggi non di emergenza ma operativi, ad esempio per invitare i presenti ad

eseguire una prova di evacuazione. Se si ricorre ad una programmazione automatica dei messaggi, deve essere comunque possibile controllare:

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- I messaggi registrati; - La diffusione dei messaggi nelle diverse zone; - Le istruzioni in tempo reale, o le informazioni da dare, per mezzo

dell’eventuale microfono di emergenza. A tale scopo, dalla centrale di controllo e di gestione dell’emergenza (ed eventualmente da uno o più posti di controllo a distanza) deve essere possibile: - Attivare o fermare i messaggi di allarme registrati; - Selezionare il messaggio di allarme appropriato - Selezionare ed attivare/disattivare le zone d’altoparlante, - Diffondere messaggi dal vivo attraverso un eventuale microfono. In particolare, tale microfono deve avere la massima priorità di accesso al sistema di allarme a voce, con la possibilità di prevalere su ogni altra comunicazione. Deve pertanto essere prevista l’esclusione manuale della programmazione automatica dei messaggi, per consentire al personale preposto alla gestione dell’emergenza di intervenire direttamente sulla natura dei messaggi registrati e sulla modalità della loro diffusione, in funzione del comportamento e della percezione del rischio da parte degli occupanti dell’area da evacuare. I segnali d’allarme ed i messaggi devono essere udibili, ed i limiti sonori forniti per i segnali di attenzione, sono riportati in tabella B:

Tabella B- Limiti sonori per segnali di attenzione Livello sonoro minimo 65 dBA Livello sonoro minimo nelle zone dove le persone dormono 75 dBA Livello sonoro al di sopra del rumore di disturbo in condizioni ordinarie (rumore di fondo)

da 6 dBA a 20 dBA

Livello sonoro massimo 120 dBA Una chiara segnalazione, riportata nei posti di controllo, deve indicare: - La disponibilità del sistema - La disponibilità dell’alimentazione - Ogni condizione di guasto - Per i sistemi con più zone d’altoparlante, quali zone sono state selezionate e il

modo di operazione di ogni zona (ad es. evacuazione, oppure allarme e preselezione del microfono di emergenza)

- Dove sono previsti diversi messaggi di allarme, che dipendono dai requisiti di evacuazione, un’indicazione deve mostrare quale messaggio è diffuso e in quale zona; questa informazione deve essere continuamente mostrata e aggiornata.

Inoltre, devono essere chiaramente indicati i seguenti eventi, entro 100s da quando si sono manifestati: - Mancanza dell’alimentazione ordinaria;

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- Mancanza dell’alimentazione di sicurezza; - Cortocircuito, sezionamento o guasto di ogni caricabatteria associato

all’alimentazione ordinaria o di sicurezza; - Intervento di qualsiasi dispositivo di protezione che possa impedire una

comunicazione di emergenza; - Guasti che impediscono il funzionamento del sistema, ad esempio a microfoni,

amplificatori o preamplificatori, al generatore dei segnali di emergenza, al circuito di un altoparlante, ecc.

Ciò comporta il monitoraggio dei principali componenti del sistema; compresi i circuiti degli altoparlanti (sulle linee degli altoparlanti devono essere installati dispositivi in grado di verificare le funzionalità delle linee stesse e di colloquiare con la centrale). Ogni guasto deve attivare una singola segnalazione luminosa ed un cicalino che dia un segnale per almeno 0,5s ogni 5s; quando tutti i guasti sono stati eliminati il cicalino può essere spento automaticamente o manualmente. Il corretto funzionamento dei software, installati sui microprocessori che gestiscono il sistema, deve essere verificato da un sistema interno di autocontrollo del singolo processore, abbinato ad un apposito circuito esterno di monitoraggio del funzionamento dei microprocessori dell’intero sistema (circuito “watch dog”), per segnalare le loro eventuali condizioni di guasto. Tale circuito deve poter operare correttamente anche in caso di guasto di un qualsiasi microprocessore del sistema. Se un microprocessore non funziona in modo corretto, il circuito di monitoraggio deve reinizializzare il processore e riavviare il programma; se tale tentativo fallisce, il circuito deve: - Memorizzare che si è verificato un guasto, oppure - Resettare automaticamente il processore e attivare una segnalazione visiva e

sonora. Nella centrale di controllo del sistema di rivelazione di emergenza, ad esempio di rivelazione ed allarme antincendio, devono essere segnalati da un segnale ottico e acustico: - I guasti che possono verificarsi nel collegamento tra il sistema di rivelazione di

emergenza ed il sistema di diffusione sonora; - Uno qualsiasi dei guasti che possono interessare il sistema di diffusione sonora

(può essere prevista un’unica indicazione di “sistema sonoro guasto” per tutti i suddetti guasti).

Inoltre, il sistema di diffusione sonora, una volta attivato dal sistema di rivelazione ed allarme antincendio, deve continuare a diffondere i messaggi di allarme anche se il collegamento tra i due viene a mancare, ad esempio a causa di un guasto o di un incendio. Ai circuiti di alimentazione elettrica del sistema di diffusione sonora si applica la norma CEI 64-8; se l’edificio deve essere evacuato in caso di mancanza dell’alimentazione elettrica ordinaria, una sorgente secondaria (di sicurezza) deve

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alimentare il sistema di diffusione sonora per un periodo di tempo pari ad almeno il doppio del tempo necessario per l’evacuazione dell’edificio, garantendo almeno 60 minuti di funzionamento operativo. I circuiti che collegano la sorgente secondaria al sistema sono in genere da considerare circuiti di sicurezza. La sorgente secondaria non deve alimentare funzioni diverse da quelle di emergenza, ad esempio musica di fondo, se questo riduce la sua capacità di funzionamento operativo al disotto dei limiti su indicati. Per l’alimentazione secondaria, possono essere utilizzate batterie di accumulatori. In tal caso, il carica batteria deve assicurare entro 24h la carica delle batterie completamente scariche fino all’80% dell’autonomia prevista. Chi gestisce gli edifici o le aree esterne coperte dal sistema deve nominare un responsabile qualificato (persona o impresa) che deve garantire un’adeguata manutenzione/riparazione del sistema in modo che continui a funzionare come previsto. La norma suggerisce almeno due ispezioni di manutenzione e di verifica del funzionamento del sistema all’anno, condotte da persone competenti. Istruzioni per il corretto funzionamento del sistema devono essere disponibili e facilmente consultabili presso ogni punto di controllo del sistema stesso, preferibilmente visualizzate su schermo. L’utilizzatore finale del sistema e/o l’impresa che effettua la manutenzione devono disporre della seguente documentazione: - Schemi di installazione e risultati delle verifiche e delle misure effettuate nel

sistema (in particolare quelle audiometriche); - Libretto di istruzioni sul quale siano riportati le date ed i tempi di

funzionamento del sistema, i guasti, ecc; - Istruzioni per la corretta manutenzione del sistema. Tutti i componenti del sistema devono riportare etichette con le informazioni sulla loro funzione e caratteristiche.

6.2.3 DATI DI PROGETTO

L'impianto è stato progettato assumendo, alla base dei calcoli, i seguenti dati: - L’area sarà suddivisa in zone secondo una logica di suddivisione funzionale

legata alla particolare suddivisione funzionale degli ambienti stessi, avendo cura di rispettare la suddivisione dei compartimenti per facilitare l’associazione della diffusione di allarme di evacuazione alle zone del singolo compartimento o da quelli interessati;

- La suddivisione in zone ai fini dell’evacuazione, è stata eseguita compatibilmente con quelle di attuazione degli avvisatori ottico acustici dell’impianto di rivelazione incendio ed allarme; può permettere inoltre, se la centrale viene appositamente programmata, di attuare l’evacuazione totale o quella in due fasi o quella a fasi successive, in funzione delle caratteristiche di luoghi in oggetto, così come descritto nell’Allegato IV par. 4.4 del decreto DM 10/03/98 (Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro).

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6.2.4 CRITERI DI SCELTA

L'impostazione generale della progettazione degli impianti di diffusione sonora è stata rivolta al raggiungimento di un sistema tecnologico generale di estrema affidabilità e funzionalità. Ai fini dell’utilizzo dell’impianto per inviare messaggi si evacuazione, ai sensi del D.M. del 10/03/1998, in merito alle procedure di allarme (art. 4.4.C) si considera la scelta di dare un allarme iniziale riservato ai lavoratori addetti alla gestione dell’emergenza ed alla lotta antincendio, tramite le campane e gli avvisatori ottico acustici, e successivamente inviare un messaggio preregistrato tramite l’impianto di diffusione sonora, prevedendo di inibire il primo allarme acustico ma lasciando la parte di allarme ottica. Particolare importanza è stata data alla componente della funzionalità di tutte le tipologie impiantistiche proposte, in quanto a nostro avviso, e suffragato dall'esperienza maturata nella progettazione e realizzazione di altri edifici, in tali attività si presentano diverse problematiche dal punto di vista acustico, “in primis “ il problema del riverbero, unito anche alla rumorosità di fondo. Il sistema è dotato di un dispositivo, Analizzatore, che provvede al Supervisionamento dello stato degli amplificatori, linea dei diffusori, capsula e base microfonica e finali. Un generatore di messaggi preregistrati garantirà la diffusione di messaggi di evacuazione o altro. Il sistema previsto offre un buon compromesso tra costi e benefici dal punto di vista del confort acustico ed intelligibilità. Infatti quando viene valutato un sistema di amplificazione, tra i diversi parametri che si possono valutare, uno dei più importanti è “l’indice di intelligibilità”; questo indice è valutato nel contesto di un sistema di amplificazione in ambiente chiuso, e valuta la bontà del sistema abbinato all’ambiente. A seconda se l’ambiente ha pareti, pavimenti e soffitto molto riflettenti o poco riflettenti (e quindi un tempo di riverbero più o meno lungo), ad un ascoltatore giungerà il suono diretto più il suono riflesso, questo suono riflesso può essere più o meno forte; nel caso di un parlato, la presenza di riflessioni del suono determina una peggiore comprensione delle parole. L’intelligibilità è il parametro che giudica la facilità di comprendere un parlato in un ambiente riverberante. Un ascoltatore avrà più facilità a comprendere il messaggio quando il suono diretto è considerevolmente più forte di tutti gli altri suoni (rumore e suoni riflessi), quindi quando il sistema ha un buon rapporto tra l’energia del suono diretto e del suono riflesso. Per la misura della comprensibilità del parlato si può ricorrere a più metodi di misura, tra i quali: - Indice di trasmissione del parlato STI - Indice di trasmissione acustica rapida del parlato RASTI L’indice STI si ricava da calcoli basati sulle misure della funzione di trasferimento della modulazione (MTF), mediante l’uso di idonei sistemi informatici; l’indice RASTI si ricava da una semplificazione del metodo di calcolo utilizzato per l’STI,

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utilizzando due onde in banda d’ottava e 4 o 5 frequenze di modulazione, secondo il metodo descritto nella CEI EN 60268-16. Tabella di riferimento ai valori STI:

STI Intelligibilità della parola <0,3 molto scarsa

0,3-0,45 scarsa 0,45-0,6 buona 0,6-0,75 molto buona 0,75-1 eccellente

Per i coefficienti di assorbimento si possono considerare i seguenti intervalli di valori (nel range di frequenze comprese tra 125Hz e 4kHz): - Pavimento in cemento 0,02-0,04 - Tetto in legno trattato acusticamente 0,20-0,55 - Travi lamellari 0,05-0,15 - Pareti prefabbricate in cemento 0,02-0,04 - Travi cemento trattate acusticamente 0,20-0,60 - Travi acciaio trattate acusticamente 0,15-0,60 - Vetrate trattate acusticamente 0,16-0,30 - Aria 0,003-0,020 Per quanto riguarda la programmazione della centrale e la gestione della stessa ai fini della procedure di allarme, è fondamentale tenere conto di quanto descritto nei punti seguenti: Il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione dovrà farsi carico di rendere idonei, utilizzabili e gestibili alcuni strumenti tecnici, personalizzandoli ai fini della sicurezza all’attività specifica; in particolare si fa riferimento a : - Messaggistica tramite impianto di diffusione sonora, da azionare in automatico

(per comando da rivelazione incendio) e/o manualmente per l’evacuazione dei locali e/o delle singole zone interessate dall’allarme

- Attivazione dei dispositivi ottici e acustici di allarme incendio (compresi azionamenti indiretti di evacuatori, portoni REI ecc.), da azionare in automatico e/o manualmente per l’evacuazione dei locali e/o delle singole zone interessate dall’allarme

Il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione, dovrà inoltre prendere atto della relazione funzionale di programmazione della centrale di rivelazione incendio e di diffusione sonora, verificando con il Comando dei Vigili del Fuoco le impostazioni fatte in merito a: - tempi di ritardo impostati per l’avvio in automatico degli avvisatori

ottico/acustici, messaggistica di evacuazione, chiusura portoni tagliafuoco, apertura lucernari per evacuazione fumi, azionamento EM e EFC ecc

- suddivisione in zone per allarme incendio e per diffusione sonora per la messaggistica di evacuazione

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- programmazione combinatore telefonico - eventuale linea telefonica in uscita riservata alle segnalazioni allarme incendio

e chiamata soccorso ascensori Abbiamo volutamente riportato le indicazioni relative alla rivelazione incendi in quanto rappresenta l’impianto di allarme a cui quello di diffusione sonora è strettamente legato. Inoltre il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione deve definire nelle procedure di allarme, se attuare l’evacuazione totale o quella in due fasi o quella a fasi successive, in funzione delle caratteristiche di luoghi in oggetto, così come descritto nell’Allegato IV par. 4.4 del decreto stesso.

6.2.5 DESCRIZIONE DELLE OPERE

Generalità

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di diffusione sonora EVAC al servizio degli occupanti del fabbricato. Il progetto è basato su un sistema che è conforme alla normativa EN60849. La configurazione del sistema audio avrà una elevata funzionalità. Lo stesso deve rispondere a requisiti di prestazioni derivanti dalle diverse funzioni che è destinato ad assolvere o supportare; nel dettaglio , in ordine d’importanza, le stesse possono essere classificate come segue: - Gestione delle evacuazione ed emergenze; - Emissione di comunicati informativi generali; - Emissione di comunicati informativi locali; Il sistema deve permettere inoltre le seguenti funzioni primarie all’interno delle zone del fabbricato: - la trasmissione di un messaggio a singole zone; - la trasmissione di un messaggio a più zone o a tutte le zone; - la trasmissione simultanea di più annunci o messaggi emessi da posti annuncio

diversi e diretti in zone differenti; - dovrà prevedere una funzione per annunci automatici di routine e di

emergenza o di attività pianificate; - sarà liberamente programmabile e interfacciato al sistema di Rivelazione

Incendi per consentire un‘azione congiunta di gestione dell’emergenze; - controllerà ed eseguirà chiamate ed altre attività in base ai livelli di priorità

impostati; - potrà essere facilmente espanso aggiungendo nuovo hardware e

riprogrammando i dati di configurazione;

Architettura del sistema

L’architettura del sistema prevede una centrale di controllo per ogni fabbricato posta all’interno di un locale tecnico in grado di interconnettere tutta la parte di amplificazione di potenza e di controllo racchiusa in un armadio RACK configurato come da specifiche. La centrale audio è dotata di contatti liberamente programmabili per l’interfaccia con sistemi esterni quali la centrale di rilevazione fumi. Il sistema sarà in grado tramite opportuna programmazione di rilevare il guasto di un singolo

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amplificatore di centrale e di attivare in automatico l’amplificatore di scorta. Il sistema sarà inoltre in grado di monitorare e supervisionare ogni linea.

Distribuzione cavi

Tutti i cavi, sia quelli di potenza per i diffusori, sia quelli di segnale, di rete e di comando tra le centrali, dovranno essere del tipo a doppio isolamento in modo da possedere una guaina esterna idonea alla posa in canale ed atta a resistere ad abrasioni ed a condizioni di posa in ambienti umidi. A causa delle richieste in termini di sicurezza al fine di garantire la continuità di servizio in caso di incendio e quindi ai fini delle evacuazioni in emergenza, occorre che i cavi delle basi microfoniche, delle linee di potenza ai diffusori, siano del tipo resistente al fuoco. Saranno quindi utilizzati solo: - cavi multipolari tipo FTG10(O)M1 0,6/1 kV, del tipo non propagante l’incendio

e la fiamma a doppio isolamento ed a bassissima emissione di fumi e gas tossici e corrosivi e resistenti al fuoco.

Anche altri eventuali cavi di rete dovranno essere del tipo resistente al fuoco. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale; infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, RIVELAZ. INCENDIO, ecc., non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse.

Diffusori sonori da incasso a controsoffitto

Nelle zone comuni o comunque ove presente un controsoffitto, per l’insonorizzazione, verranno utilizzati diffusori a plafoniera con un’ottima qualità di riproduzione degli annunci vocali e della musica di sottofondo. Tali diffusori saranno con corpo e griglia in metallo verniciato, corredato di clips a molla per un semplice e rapido montaggio a controsoffitto su specifica calotta antifiamma. I diffusori saranno completi di trasformatore di linea con potenze selezionabili per una migliore regolazione del livello sonoro e dotati di morsetti ceramici e termofusibili per l’esclusione dalla linea in presenza di temperature superiori a 110°C.

Diffusori sonori a parete

Nelle aule, nelle scale o comunque ove non presente un controsoffitto, per l’insonorizzazione, verranno utilizzati diffusori a parete con un’ottima qualità di riproduzione degli annunci vocali e della musica di sottofondo. Tali diffusori saranno con corpo in policarbonato autoestinguente di classe V2. I diffusori saranno completi di trasformatore di linea con potenze selezionabili per una migliore regolazione del livello sonoro e dotati di morsetti ceramici e termofusibili per l’esclusione dalla linea in presenza di temperature superiori a 110°C.

Diffusori sonori a parete stagni

In tutti i locali tecnici per l’insonorizzazione verranno utilizzati diffusori direttivi con un’ottima qualità di riproduzione della voce negli ambienti in cui è richiesta

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un’elevata efficienza nella direzione di massima emissione. Tali diffusori riducono i riverberi dovuti alle riflessioni di pareti posteriori, laterali, pavimenti e soffitti e saranno con corpo in estruso di alluminio con griglia in metallo verniciato, corredati di staffa a “C” regolabile, per un semplice e rapido montaggio a parete, in ambienti interni ed esterni (IP53). I diffusori saranno completi di trasformatore di linea con potenze selezionabili per una migliore regolazione del livello sonoro e dotati di morsetti ceramici e termofusibili per l’esclusione dalla linea in presenza di temperature superiori a 110°C.

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7. IMPIANTI AUSILIARI

7.1 IMPIANTI VIDEOCITOFONICO

7.1.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale e sintetica del sistema di videocitofonia proposto e degli apparati che lo compongono, illustrato nelle tavole di progetto.

7.1.2 DATI DI PROGETTO

La volontà è quella di dotare gli ingressi carrabili esterni, l’edificio del CIOF e l’edificio della Palestra di un sistema di comunicazione di tipo videocitofonico.

7.1.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

Nei quattro ingressi carrabili esterni saranno previsti dei posti videocitofonici a quattro pulsanti per la chiamata all’edificio CIOF per la chiamata agli edifici scolastici. Analogamente nelle vicinanze degli ingressi a suddetti edifici verrà previsto un posto citofonico da esterno a 1 pulsante. All’interno, a completamento dell’impianto, verranno installati dei posti videocitofonici a parete da interno. Ogni dispositivo esterno sarà collegato a un centralino interno il quale smisterà i segnali verso i rispettivi posti videocitofonici interni previsti generalmente nel locale bidelli. I posti interni saranno dotati di pulsanti di comando per l’apertura delle porte tramite elettroserratura e dei cancelli scorrevoli esterni. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale; infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, RIVELAZ. INCENDIO, ecc., non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse.

7.2 IMPIANTO DI SUPERVISIONE BUILDING AUTOMATION ED IMPIANTO DI CONTROLLO E

TERMOREGOLAZIONE

7.2.1 PREMESSA

L’impianto di termoregolazione /supervisione domotica è incluso nell’appalto degli impianti meccanici. L’impianto di supervisione domotica è compreso negli impianti elettrici. Nel presente capitolo, si vuole fornire una descrizione tecnica funzionale sintetica del sistema previsto. Nelle tavole di progetto è illustrato l’impianto di supervisione, e dio regolazione con i punti di controllo in campo e lo schema di funzionamento (tipo Siemens o similare) Per quanto riguarda il sistema KNX di building automation, questo prevede il controllo dell’illuminazione standard dimmerabile prevista in progetto. Con la tecnologia KNX sarà possibile per la committenza in futuro estendere il controllo e la supervisione agli altri parametri dell’edificio.

7.2.2 DATI DI PROGETTO

L’impianto di supervisione e di termoregolazione si occupa di gestire e appunto supervisionare lo stato di tutti gli impianti elettrici e meccanici. Vengono a seguito elencate le apparecchiature proposte per le funzioni in oggetto.

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7.2.3 SCELTE PROGETTUALI

Il sistema di regolazione/supervisione in sintesi comprenderà: - apparecchiature di centrale (PC e postazione operatore); - quadri di supervisione (completi di protezioni, alimentatori e apparecchiature

hardware della rete di supervisione) distribuiti in campo; - tutti i collegamenti tra i quadri di supervisione e quelli di potenza; - tutti i collegamenti alle sonde ed agli attuatori in campo, sia per gli impianti

meccanici, sia per quelli elettrici; - cavi di rete bus;

7.2.4 LOGICA DI FUNZIONAMENTO IMPIANTO DI SUPERVISIONE BUILDING AUTOMATION

Impianto building automation

introduzione alla tecnologia

L’impianto “building automation” sostituisce il tradizionale impianto elettrico dell’edificio, offrendo un Sistema dalla tecnologia innovativa che consente di aumentare il livello di sicurezza, di comfort e di risparmio energetico, ottimizzando consumi e canoni di gestione. EIB/KNX (European Installation Bus Association), è l’associazione che certifica e garantisce questa tipologia di sistemi. Ad oggi sono ormai più di 100 le aziende che hanno aderito al consorzio; fra i nomi più noti si possono citare Siemens, ABB, Vimar, Theben, Merten, Berker, Gira, Gewiss, Buderus, Bosch e tante altre. Lo scopo di Konnex è quello di portare il progresso dell’installazione ai livelli di massima flessibilità e sicurezza, riunendo i prodotti dei vari costruttori di materiale elettrico, per concedere all’utente finale la possibilità di scegliere il dispositivo che meglio si addice alle proprie esigenze. Lo standard di costruzione sviluppato dal Consorzio, è lo standard KNX che consiste in un cavo bipolare BUS ( doppino intrecciato ) posato separatamente alla rete di distribuzione elettrica. Questa tipologia di cavo, permette il trasferimento delle informazioni che servono per gestire le varie utenze dell’edificio, e alimenta inoltre i dispositivi oggetto dell’integrazione. L’estrema flessibilità del Sistema EIB/KNX, risiede quindi nel Bus, che traduce i segnali software in attivazioni sull’impianto. Grazie alle tecnologie Domotiche, le funzioni dell’Impianto Intelligente vengono quindi assegnate via software; in questo modo, si limitano pesantemente tutti gli interventi sul cablaggio elettrico nella fase di realizzazione, di ristrutturazione, o di ampliamento dell’edificio. Con questa logica di progettazione, l’impianto domotico ha la possibilità di evolversi con semplicità e rapidità, sia nella parte installativa che nella parte di sviluppo funzionale, riducendo tempi e costi d’installazione. Konnex è stato approvato come Standard Internazionale per la Home e la Building Automation: ISO/IEC 14543-3; questo conferma l’importanza di questa tecnologia

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non solo a livello Europeo (CENELEC EN 50090 and CEN EN 13321-1) ma anche a livello Mondiale (ISO/IEC 14543-3), con oltre 100 produttori e 7000 prodotti certificati a catalogo. Dotare l’edificio del Sistema Integrato di Automazione realizzato tramite sistema EIB/KNX, porta all’utilizzatore i seguenti vantaggi: - elevata potenzialità nello sviluppo delle funzioni dell’impianto, ed alta

flessibilità dovuta al cablaggio via software in caso di modifiche o ampliamenti; - notevole riduzione del materiale e dei tempi di manodopera per la

realizzazione dell’impianto e per gli ampliamenti futuri; - semplicità di utilizzo di tutti gli impianti presenti all’interno della struttura; - aumento del grado di comfort e sicurezza all’interno dei locali, grazie

all’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia; - garanzia di reperibilità dei prodotti certificati negli anni futuri; - risparmio energetico e riduzione al minimo dei costi di gestione dell’immobile. Il Sistema Konnex garantisce la completa compatibilità con la maggior parte dei prodotti elettrici esistenti sul mercato, ed in particolare tra quei dispositivi marchiati EIB/KNX, anche se provenienti da aziende fornitrici diverse. Per questo motivo, le espansioni dell’impianto Domotico vengono realizzate rapidamente, senza perdere le funzionalità desiderate a causa di prodotti installati diversi.

caratteristiche del sistema eib/knx

Il Sistema Domotico EIB è costituito da una linea bus a due fili e dai dispositivi dell’impianto collegati ad essa, tra cui pulsanti, sensori, sonde, telecomandi, dispositivi radio RF, display, touch panel, attuatori e componenti di sistema. I sensori raccolgono informazioni e le inviano sul bus come telegrammi dati. I sensori sono per es. i tasti KNX, gli ingressi binari per il collegamento di contatti a potenziale zero, o altri come i sensori più comuni e reperibili sul mercato quali crepuscolari, sensori di pioggia, sensori di allagamento, anemometri che potranno essere integrati nel sistema per fornire all’utente maggiori automatismi aumentandone il comfort. Gli attuatori ricevono i telegrammi, e li trasformano per es. in segnali di comando, di regolazione con dimmer, di temperatura, o in scenari generali. Le funzioni solitamente gestite sono comandi luce, comandi prese, gestione motorizzazioni, controllo carichi, gestione clima, integrazione con sistemi di sicurezza (antintrusione, antincendio, fumo, gas, allagamento) e integrazione con sistemi videocitofonici. Gli apparecchi e i componenti del sistema sono necessari per il funzionamento fondamentale del Sistema stesso. Si tratta di Alimentatori di tensione per generare tensione bus, accoppiatori per unire segmenti (Linee di bus) e interfacce per collegare apparecchi di programmazione, o altri Sistemi. Sulla linea bus a due fili vengono trasmesse sia l’energia per l’elettronica dei dispositivi bus, e sia le informazioni per la gestione degli impianti. La linea bus

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raggiunge ogni dispositivo (di regola necessitano solo di una linea bus sia per l’alimentazione che per la comunicazione ). Gli attuatori o altri moduli particolari, necessitano per lo più, anche dell’ alimentazione di rete a 230/400 V per il comando delle utenze. La Linea bus EIB/KNX e l’alimentazione di rete 230 V AC, sono rigorosamente separate l’una dall’altra. Sensori e attuatori sono selezionati specificatamente per ogni tipo di applicazione, e risultano costituiti da un accoppiatore bus e da un modulo applicazione con il relativo programma applicativo. EIB/KNX è un sistema bus decentralizzato. Ogni dispositivo KNX dispone di un proprio microcontrollore. I dispositivi possono scambiarsi tra loro informazioni in modo seriale diretto, ovvero senza centrale, mediante il bus, garantendo in questo modo la massima sicurezza di funzionamento ( anche in caso di anomalie di alcune utenze ).

topologia e architettura del sistema eib/knx

Il Sistema EIB/KNX è suddiviso in segmenti a struttura gerarchica. L’unità di partenza è la linea. Una linea comprende max. 64 utenze bus (TLN) e un’alimentatore . Con gli accoppiatori di linea, uniti alla linea principale, si possono accoppiare fino a 15 linee. In tal modo si crea il settore. In impianti di dimensioni maggiori, con l’ausilio degli accoppiatori di settore, si possono unire a loro volta fino a 15 settori a formare una linea di settori. La linea principale e le linee di settori richiedono anch’esse un’alimentazione dedicata.

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La posa dei cavi all’interno di una linea bus può essere eseguita con una struttura lineare, a stella o ad albero. Tuttavia, è possibile ricorrere anche a combinazioni miste. Nella posa delle linee bus si devono rispettare i seguenti valori limite: - Lunghezza max. del cavo tra dispositivo di base e utenza bus: 350 m - Lunghezza max. del cavo tra due utenze bus: 700 m - Lunghezza complessiva dei cavi nell’ambito di una linea: 1000 m Gli apparecchi KNX sono collegati in parallelo mediante la coppia di fili rosso/nero della linea bus con l’ausilio di morsetti di collegamento al bus. Su ogni morsetto si possono allacciare fino a quattro coppie di linee bus (rosso e nero). Il morsetto di collegamento al bus può essere usato anche come morsetto di derivazione nelle scatole di connessione degli interruttori. In fase di montaggio verificare la corretta polarità. Come cavi bus si possono usare i seguenti tipi: Tipo

YCYM 2 x 2 x 0,8 Montaggio Direttiva EIBA (Base: DIN VDE 0207 e 0815) Conduttori: o rosso (+EIB) o nero (-EIB) o giallo (libero) o bianco (libero)

Posa fissa: in ambienti asciutti, umidi e bagnati a vista, a incasso, in tubi. All’aperto se protetti dalla luce del sole diretta. Tipo

J-Y (St) Y 2 x 2 x 0,8 Montaggio in versione EIB* DIN VDE 0815 (Base: DIN VDE 0815) Conduttori o rosso (+EIB) o nero (-EIB) o giallo (libero) o bianco (libero)

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Posa fissa: in luoghi di lavoro asciutti e umidi, a vista, a incasso, in tubi all’aperto, sopra e sotto intonaco.

Analisi funzionale del sistema building automation

L’impianto di building automation oggetto dell’intervento in questione, prevede lo sviluppo delle seguenti funzioni: - Gestione dell’illuminazione all’interno dei singoli locali attraverso regolatori di

luminosità e sensori di presenza come meglio descritto nel relativo paragrafo, sarà possibile forzare la regolazione per mezzo dei pulsanti installati in ciascun locale;

- Gestione luci zone comuni nei servizi di piano attraverso sensori di presenza con comandi a pulsante centralizzati e temporizzazione dello spegnimento;

- Gestione luci zone comuni attraverso regolatori di luminosità e sensori di presenza come meglio descritto nel relativo capitolo;

- Gestione delle luci nelle zone scale di accesso ed uso pubblico per mezzo di appositi pulsanti;

- Gestione luci nelle zone esterne per mezzo di sonda crepuscolare e appositi pulsanti;

- Gestione e controllo estrattori nelle zone bagno; - Gestione e controllo dei velux di apertura degli infissi installati negli ultimi

piani del fabbricato; - Gestione e controllo segnalazioni allarmi e anomalie quadri di piano; - Gestione e controllo stati e anomalie Cabina di Trasformazione; - Stazione Meteo per il rilevamento situazioni climatiche esterne ( pioggia, vento,

temperatura, luminosità e crepuscolare ); - Sistema di Supervisione per il controllo e la gestione centralizzata degli

impianti del Sistema EIB/KNX ( illuminazione, estrattori, allarmi cumulativi quadri di piano, allarmi tecnologici ). Il Sistema di Supervisione offre la possibilità di disporre del modulo di teleassistenza, che permette la diagnosi da remoto di anomalie verificatasi sull’Impianto, diminuendo i tempi e i costi d’intervento per l’assistenza e la manutenzione.

Il Sistema di Supervisione proposto è inoltre predisposto per le future implementazioni: - integrazione con il Sistema Antincendio; - integrazione con il Sistema di controllo parte tecnologica di Climatizzazione; - integrazione con il Sistema TVCC per videosorveglianza.

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Stazione Meteo EIB/KNX dell’Edificio

La Stazione Meteo rileva ed elabora i segnali analogici dei sensori collegati come Velocità del vento, precipitazione. La Stazione è collegata direttamente alla linea dorsale generale dei campi, offrendo così la possibilità di distribuire i dati relativi alle condizioni climatiche esterne. Sarà possibile gestire i dispositivi di comando delle motorizzazioni velux, in modo che possano intervenire automaticamente in caso di allarme vento o pioggia. Il Sistema è predisposto inoltre, per la creazione di una pagina web informativa accessibile dalla rete Lan, contenente i dati climatici esterni.

Comando finestre motorizzate

Il sistema proposto consente l’apertura e la chiusura del sistema di velux, in loco con una breve pressione sui comandi posizionati in prossimità della postazione del personale ATA. Il sistema comanderà in successione la chiusura o apertura delle motorizzazioni, in fase di impostazione è possibile configurare varie scenografie per meglio soddisfare le esigenze dell’utente finale (es. comandi generali di apertura o chiusura, in corrispondenza delle fasi di ingresso o uscita, oppure comandi a orario o in base al funzionamento del complesso). Il sistema Domotico di ogni istituto, è predisposto per comunicare con l’area dorsale dell’intero complesso, tramite la stazione meteo prevista l’impianto può mantenersi costantemente aggiornato sulle condizioni climatiche e intervenire automaticamente in caso di allarme vento o pioggia.

Interfaccia utente Touch Panel

L’impianto prevede l’utilizzo di un videoterminale touch panel TFT a colori come interfaccia grafica personalizzabile per la gestione del proprio Sistema di building automation. Questa interfaccia utente è completamente personalizzabile con l’inserimento fino a un numero di 10 pagine grafiche per la gestione dei differenti sistemi integrati. Una delle funzioni più utili ed efficaci è la possibilità di gestire gli scenari (fino a n°24) descritti precedentemente. Nella gestione delle scenografie il Touch consente di creare, modificare e salvare più scenari interagendo con il pannello, per cui questa operazione può essere fatta dall’utilizzatore senza richiedere l’intervento dell’installatore. Il Touch screen è caratterizzato inoltre dall’inserimento di timer (calendari settimanali), pagina report allarmi, e dalla creazione di funzioni logiche.

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L’installazione del Touch avviene tramite un apposita scatola da incasso a parete, che permette il completo contenimento del dispositivo, mantenendo in vista solo la cornice in vetro e alluminio.

Sistema di Supervisione

Il Software di Supervisione permette il controllo e la gestione centralizzata di tutti gli Impianti gestiti dal sistema di Building Automation EIB/KNX e altri Sistemi presenti; una grafica personalizzabile permette all’Operatore di interagire in modo semplice e tempestivo con tutti gli eventi che si verificano nei vari Sistemi, dalla ricezione di un allarme, al comando diretto sulle utenze delle varie zone ( illuminazione, estrattori, ecc…) . La visualizzazione degli allarmi permette all’operatore di individuare immediatamente le anomalie e le situazioni di pericolo all’interno dell’edificio; lo storico eventi permette la registrazione di tutto ciò che avviene in campo riportando i cambiamenti di stato delle utenze, oltre a registrare e archiviare gli allarmi. E’ inoltre possibile registrare e analizzare graficamente i dati raccolti dal Sistema, come le ore di funzionamento delle lampade dei vari reparti, per migliorare e monitorare le spese di gestione legate all’immobile, i tempi e i costi di manutenzione. Grazie a queste applicazioni, l’Utente avrà la possibilità di controllare la ripetitività delle anomalie/eventi, in modo da operare interventi preventivi di manutenzione.

7.2.5 LOGICA DI FUNZIONAMENTO IMPIANTO DI TERMOREGOLAZIONE TIPO SIEMENS

Premessa

Una corretta gestione economica degli impianti richiede l’acquisizione di tutte le informazioni

necessarie affinché possano essere messe in risalto le aree di potenziale risparmio energetico

attraverso l’analisi delle diverse condizioni di funzionamento.

Tipicamente, gli impianti da controllare sono i seguenti:

- produzione e distribuzione acqua calda

- produzione e distribuzione acqua refrigerata

- condizionamento

- riscaldamento

- idrico-sanitario

L’integrazione in un sistema di tutte le funzioni per la gestione dei singoli impianti, consente

un’ottimizzazione delle risorse energetiche e umane, eliminando tutte quelle operazioni

manuali che impegnano una buona parte del tempo di lavoro del personale (letture, verifiche,

accensioni, misure, ecc...).

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Il sistema proposto permette il controllo, in tempo reale, del buon funzionamento di tutti gli

impianti meccanici dell’edificio da parte di uno o più operatori, per mezzo di stazioni

operatore grafiche e terminali operatore portatili.

Il sistema è basato su una rete di comunicazione (rete tecnica di edificio) tipo Siemens o

similare LAN Ethernet, non dedicata, utilizzante un protocollo Ethernet TCP/IP. Sulla rete

Ethernet saranno collegate le postazioni operatore locali e, tramite Front End Processors,

(FEP), che rappresenteranno ulteriori nodi di rete, le unità periferiche a microprocessore

incaricate della raccolta ed elaborazione locale dei punti di controllo degli impianti

tecnologici.

Tale funzione garantirà un’estrema flessibilità di allocazione delle stazioni di lavoro ed un

utilizzo generalizzato della stessa rete, condivisa con tutti i sistemi informativi previsti per la

gestione tecnica.

Logica di funzionamento delle regolazioni dell’interno degli istituti

scolastici/Ciof/palestra.

L’impianto di riscaldamento/condizionamento consiste per tutti i plessi oggetto di

intervento, in impianto a pannelli radianti a pavimento.

Nel Ciof e negli uffici (segreteria, presidenza) dei 3 istituti (liceo Classico, scientifico, artistico)

ed anche nell’area ristoro, sono previsti altresì impianto di condizionamento così formati

- impianto a pannelli radianti alimentato ad acqua temperata

- impianto a fan coils per deumidificazione.

In riferimento alle tavole di progetto, agli schemi degli impianti meccanici si suddividono in:

- circuito “S”:

S1, S2, S3, S4 i circuiti di riscaldamento impianto a pannelli radianti a pavimento Liceo

Scientifico rispettivamente alle quote 330,20 – 333,88 – 337,40 – 341,00

- circuito “A”:

A1, A2, A3, A4, A5 i circuiti di riscaldamento impianto pannelli radianti a pavimento del

Liceo Artistico, rispettivamente alle quote 333,80 – 337,40 – 341,00 – 344,60 – 348,20

- circuito “C”:

C1, C2, C3, C4 i circuiti di riscaldamento impianto a pannelli radianti a pavimento per il liceo

Classico, rispettivamente alle quote 341 – 344,60 – 348,20 – 351,80

- circuito “P”: palestra:

circuito a pannelli radianti palestra sinistra

circuito a pannelli radianti palestra destra

circuito a pannelli radianti palestra servizi p.t.

circuito a pannelli radianti palestra p. 1°.

Vi sono poi i circuiti di condizionamento:

C2 impianto a pannelli radianti riscaldamento/raffrescamento Ciof (Q 333,80 – 337,20)

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C1 per i fan coils di deumidificazione Ciof (Q 333,80 – 337,20)

F1 impianto a pannelli radianti riscaldamento e raffrescamento zone uso uffici, ristoro,

edificio scolastico

F2 impianto a fan coils per deumidificare uffici e ristoro, edificio scolastico.

Le zone degli uffici scolastici da trattare con condizionamento sono individuate con il ret0ino

colore verde nelle rispettive planimetrie e sono ubicate

Uffici liceo scientifico Q 337,80

Uffici liceo artistico Q 333,80

Zona ristoro Q 337,20

Uffici liceo classico Q 341

La tipologia di regolazione indicata negli schemi e nelle planimetrie di progetto è di tipo

Siemens e la logica di funzionamento è la seguente.

Nelle zone ove è previsto il condizionamento (uffici, zona ristoro, Ciof) in ogni ambiente è

previsto il condizionamento sia con palli radianti a pavimento, sia con fan coils e sarà prevista

una sonda temperatura/umidità Siemens mod. SCSQFA2060.

La sonda agisce con il comando ON/OFF delle testine del collettore di riferimento

all’impianto a pannelli radianti, ed anche con l’inserimento del fan coils per la

deumidificazione.

L’allaccio al controllore SCP PX avverrà con cavo 4x1,5 mm.

Nelle zone ove è previsto il solo impianto di riscaldamento a pannelli radianti, si

raggruppano gli ambienti (per affollamento, utilizzo, simile esposizione) e sarà installata una

sonda di temperatura tipo Siemens mod. SCSQ4AA24, che agisce sulle testine dei collettori di

riferimento dei pannelli radianti.

L’allaccio del controllore SCPX avviene con cavo 2x1,5 mmq.

Il controllo ambiente avverrà quindi per zone di piano e tempo di intervento.

In ogni ambiente verrà predisposto, ove attualmente è previsto il solo riscaldamento,

cavidotto ∅ 25 sottotraccia entro una scatola per eventuale futura predisposizione ed

installazione di sonda di umidità per condizionamento a pannelli radianti.

Per ogni istituto sono previsti, alle quote di riferimento ed adiacente al relativo quadro

generale di istituto, le seguenti apparecchiature costituenti l’impianto di termoregolazione:

1 controllore a 100 punti BACNET-LON PXC 100 D

1 terminale operatore serigrafico PXM 10

1 modulo alimentatore a 140 punti TXS1 12F10.

Da tali moduli alimentatore si collegano, attraverso cavo UTP cat. 6, ai vari piani, i vari

moduli a 6-8 ingressi/uscite digitali e/o relè tipo M.U e FXM.R.

Un modulo TXS1.EF10 effettua la connessione bus dai vari moduli.

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Per quanto riguarda le centrali tecnologiche è previsto un polo tecnologico con centrale

termica e centrale frigorifera (pompa di calore geotermica) e 2 sottocentrali una per gli istituto

e una per la palestra.

Nella presente relazione sono indicate le utenze controllate in C.T., le caratteristiche delle

pompe ed i punti e le utenze controllate nella centrale tecnologica e nelle 2 sottocentrali.

Nei locali tecnici sono pertanto presenti:

1 controllore a 100 punti BACNET-LON PXC 100 D

1 terminale operativo grafico PXM 10

1 modulo alimentatore a 140 punti TXS1.12 FRO.

Di seguito poi sono previsti moduli ingresso/uscita come per gli ambienti scolastici.

I collegamenti avvengono per la rete BACNET-LON con cavo a 2 fili twistato UTP cat. 6.

Per i collegamenti tra i vari moduli si utilizzeranno cavi UTP cat 6.

Descrizione del sistema

E’ previsto un sistema di termoregolazione elettronico a microprocessore avente le

caratteristiche e funzionalità di seguito descritte.

Il sistema di supervisione e controllo proposto è il Siemens desigo perché con la sua struttura

modulare offre una gamma completa di funzioni per la gestione degli impianti termoidraulici

previsti in progetto. La scalabilità del sistema è in grado di soddisfare tutte le necessità di

qualsiasi edificio, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi funzionalità, dal piccolo impianto

standalone, all’impianto di grosse dimensioni distribuito su area geografica. Il sistema

Siemens desigo è ideale non solo per i sistemi HVAC, quali riscaldamento, ventilazione,

condizionamento e circuiti sanitari, ma anche tutti gli altri servizi dell’edificio, come

illuminazione, gestione energia elettrica, incendio e sicurezza.

L’uso di BACnet su LON e/o su Ethernet IP sottolinea l’apertura del sistema; l’uso delle più

innovative tecnologie di comunicazione BACnet apre il sistema a facili ed immediate

integrazioni con componenti di altri costruttori assicurandone l’assoluta l’interoperabilità.

Per motivi economici non è stato utilizzato il desigo per la gestione e supervisione

dell’impianto elettrico dove si è preferito utilizzare dei sistemi di building automation di tipo

specifico (Duemmegi srl) con applicativi tipici di gestione dell’impianto di illuminazione e

degli infissi motorizzati.

I due sistemi possono integrasi a livello superiore implementando il desigo come unica

piattaforma di supervisione, ma questa integrazione non era prevista in fase di progetto

definitivo; avvalorata dal fatto che la gestione e manutenzione dei due impianti fa capo a

figure distinte, si è preferito non integrare i due sistemi.

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Il sistema desigo può essere diviso in tre livelli : livello gestionale, livello automazione e

livello campo.

Considerando l’intelligenza distribuita, ognuno di questi livelli funziona

contemporaneamente, in completa autonomia ed in rete, scambiando informazioni con tutte

le altre periferiche.

In rete, il sistema di supervisione e controllo utilizza protocolli di comunicazione standard,

specificatamente BACnet per il livello gestionale, di automazione e di controllo, e LonMark

per il livello campo.

Livello di Supervisione

Lo scopo del livello di supervisione sarà quello di elaborare e presentare in modo efficace agli

operatori, le informazioni ricevute dai sottosistemi periferici.

Dal punto di vista software, il sistema sarà realizzato combinando i seguenti moduli,

specializzati e progettati in modo specifico per ciascuna funzione:

- Basic Shell (Applicazione base)

- Plant Viewer (Rappresentazione grafica dell’impianto).

- Log Viewer (Registrazione eventi sistema ed impianto, libro giornale).

- Trend Viewer (Gestione dati storici).

Tali applicativi, in esecuzione multitasking, sono installati e configurati secondo le esigenze

operative specifiche di ciascuna utenza, convivono sulla medesima unità elaborativa e

costituiscono l’interfaccia operatore.

Un importante fattore per un’efficiente operatività degli impianti è il sistema di gestione degli

allarmi che assicura un’immediata identificazione dei problemi nell’impianto ed attiva

automaticamente le strategie per prevenire possibili danni.

Il sistema sarà strutturato con tre tipi di allarme, Semplice, Base ed Esteso, è possibile

soddisfare tutti i requisiti per la gestione ed il riconoscimento degli allarmi di tutti gli

impianti. Il messaggio di allarme costituisce l’informazione vitale che aiuta il manutentore a

comprendere la causa del guasto.

L’allarme "Semplice" attiva determinate reazioni nel controllore di automazione, es. l’unità

controllata è spenta, una valvola viene aperta, ecc… Allo stesso tempo, il messaggio di

allarme è inviato a determinate unità operatore e periferiche. L’utente non deve riconoscere

l’allarme ma può eliminare il messaggio di allarme dalla finestra pop-up dell’unità operatore.

L’allarme "Base" indica un’anomalia importante che richiede la verifica diretta da parte

dell’operatore. Quando l’allarme viene rilevato, il controllore di automazione attiva le

reazioni appropriate, quali lo spegnimento dell’unità controllata, l’apertura di valvole,

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l’apertura di interruttori di potenza, ecc…Il messaggio di allarme è automaticamente inviato

alle unità operatore o al supervisore, come definito nel sistema di distribuzione degli allarmi.

L’allarme "Esteso" è un allarme critico, da usare come funzione di sicurezza o come

estensione dell’allarme “Base”. Con questi allarmi, l’operatore deve riconoscerli, verificarne le

cause e, una volta ripristinato, cancellare l’allarme per permettere il ripristino automatico

delle condizioni di normalità dell’impianto.

Il sistema sarà collegato con la rete di comunicazione LAN Ethernet utilizzando un router

BACnet/lon-IP; sulla rete Ethernet sarà collega la postazione operatore, tale funzione

garantirà un’estrema flessibilità di allocazione della stazione di lavoro.

Sarà possibile un accesso remoto, da una o più postazioni operatore, la comunicazione dovrà

avvenire attraverso la rete telefonica pubblica, o tramite connessione Internet, in modo da

potersi collegare, dopo opportuna password, da ogni PC con accesso Internet.

Il sistema permette la gestione remota tramite la workstation delle seguenti funzioni :

• Gestione remota guasti ed allarmi

• Monitoraggio e gestione remota di tutti gli impianti

• Visualizzazione e modifica dei programmi orari, del calendario e dei setpoint

• Modifica dei parametri operativi

Poiché l’installazione non è monitorata e controllata in modo continuo dalla manutenzione il

sistema trasmette automaticamente i messaggi di allarme a numeri telefonici predefiniti.

Il sistema fa un uso esteso della tecnologia Web in tutti i livelli, automazione, controllo e

gestionale. I messaggi di allarme possono essere ricevuti e riconosciuti dall’operatore con

periferiche standard, a basso costo e comune utilizzo, quali Web-Pad, PC o telefoni cellulari.

La stessa tecnologia può essere utilizzata per ricevere dati statistici, storici, trend ed altri

reports HTML, indipendentemente da dove l’operatore si trova. In questo modo, l’utente

viene continuamente aggiornato sulla situazione degli impianti.

Livello di Automazione

Questo livello sarà costituito da unità autonome a microprocessore che effettueranno la

gestione di una determinata tipologia di impianti (tipicamente impianti meccanici). Tali unità,

denominate PX, costituiranno le unità periferiche tra loro collegate dal bus LON e tramite lo

stesso potranno dialogare con il livello superiore di supervisione. Più moduli PXC potranno

essere collegati alla stessa linea LON, in modo da realizzare un sistema di controllo

distribuito.

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Il livello di processo, come gli altri, permetterà un accesso ai dati di tipo locale in modo

dinamico tramite terminali operatore portatili (PXM20), collegabili in un qualsiasi punto del

bus, con la possibilità di interrogare il database di tutte le periferiche collegate al bus in modo

diretto e di poterlo gestire. Le unità periferiche PXC assolveranno ai compiti di controllo e

regolazione degli impianti tramite le seguenti funzioni che li caratterizzano:

Acquisizione dati storici.

Acquisizione dati in tempo reale.

Calcolo in tempo reale.

Download remoto.

Controllo di accesso tramite password.

Terminale locale con interfaccia grafica user-friendly.

Il software delle periferiche è realizzato tramite collaudati blocchi software preconfigurati.

Livello di Campo

Le informazioni provenienti dagli impianti collegati al sistema, ed i relativi comandi di

gestione, saranno gestiti al livello di campo tramite i moduli di I/O TMX. Tali moduli,

collegati alle periferiche PXC permettono la gestione delle seguenti tipologie di segnali:

Ingressi/uscite digitali.

Ingressi/uscite analogiche di tipo 0-10Vcc, 4..20mA….

Interfaccia seriale.

Regolatori terminali

Caratteristiche componenti

Controllore (PXC)

Controllore Desigo PXC modulare liberamente programmabile con il linguaggio D-MAP

(conforme allo Standard 1131 CEN). Tutti i blocchi funzioni sono disponibili in librerie e

vengono uniti graficamente per costruire le logiche di programma degli impianti stessi. Con

comunicazione BACnet/LonTalk . Principali funzionalità: gestione degli allarmi con invio al

sistema tramite rete, programmi orari, funzioni di storicizzazione dati, gestione remota,

accessi protetti per tutta la rete con profili utenti e categorie definiti individualmente.

Alimentazione: 24 Vca ± 20 % Potenza assorbita: 45 VA.

Modulo ingressi digitali

Modulo 16 ingressi digitali. Segnalazione ingressi con led Verde

Modulo ingressi uscite universali

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Modulo universale 8 ingressi/uscite configurabili: - DI ingressi digitali mantenuti, impulsivi

o conteggi; - AI sensori temperatura o 0..10 Vcc; - AO uscite analogiche 0..10 Vcc; -

Alimentazione apparati esterni inclusa. Segnalazione ingressi con led Verde

Modulo uscite digitali

Modulo 6 uscite digitali. Segnalazione ingressi con led Verde senza comando manuale locale.

6 uscite digitali a relè configurabili come: - Comando mantenuto o impulsivo; - Multi o

singolo stadio; - Comando a tre punti. Portata contatti 4A (resistitivo) oppure 3 A (induttivo a

250 Vca)

Modulo alimentatore

Modulo alimentatore per max. 130...160 punti

Terminale operatore

Terminale operatore semigrafico per la visualizzazione e la gestione di tutti i dati di un

controllore

di automazione Desigo PX collegati . Display ad alta risoluzione con contrasto modificabile,

operatività tramite tasti funzione con accesso diretto alle informazioni dell’impianto,

operatività

generica e visualizzazione funzioni impianto (gestione allarmi, programmi orari settimanali

con

calendario annuale, setpoint, valori, ecc.). Allarme collettivo acustico e visivo integrato.

Tensione di

lavoro: AC 24 V ± 20 %. Consumo: AC 24 V Max. 9 [VA], DC 12 ... 40 V Max. 4 [W].

7.2.5 DESCRIZIONE DELLE OPERE

La struttura sarà dotata di un efficiente sistema integrato di supervisione/building automation e di termoregolazione del tipo ad architettura aperta e con caratteristiche tali da consentire la gestione degli impianti tecnologici. Tale sistema dovrà consentire la regolazione, comando, controllo e gestione centralizzata di tutte le componenti tecnologiche in esso comprese; l'impiego di tale sistema deve consentire di ridurre i costi di gestione, i costi energetici, i costi di manutenzione oltre a quelli relativi alle risorse umane utilizzate. Il sistema prevede la realizzazione di una rete strutturata su più livelli funzionali:

Livello Campo

Rappresenta il livello degli elementi in campo che devono essere comandati o dei quali è necessario conoscere lo stato di funzionamento o di allarme al fine di soddisfare le necessità funzionali di impianti quali regolazione ambiente, distribuzione elettrica, ecc.

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La comunicazione viene realizzata con l’utilizzo di controllori di automazione in maniera distribuita (controllori compatti) o in maniera concentrata (quadri di supervisione).

Livello Automazione

Rappresenta il livello dei quadri di supervisione e quindi dei controllori di automazione e deve supportare il dialogo tra i vari componenti dell’impianto di supervisione quali controllori compatti, controllori modulari e moduli di acquisizione e comando. Il dialogo tra le periferiche avverrà utilizzando diverse tipologie di bus/reti, basati su protocolli di trasporto standard. Questi impianti necessitano di funzioni complesse quali i Programmi Orari Settimanali con Calendario annuale, Storici, Trend, Gestione Allarmi, servizi WEB, ecc., con architetture Client /Server al fine di assicurare una massima affidabilità di ogni singolo componente dei sistema.

Livello Gestionale

Rappresenta il livello più alto del sistema ed ha la funzione di presentare ed elaborare i dati acquisiti dai livelli funzionali precedenti. Deve essere in grado di utilizzare le infrastrutture di reti esistenti locali e geografiche, utilizzando periferiche di comunicazione (switch, router, ecc.) standard, per una massima affidabilità dei sistema con ridotti costi di installazione e cablaggio. Su tale livello si individua la postazione PC con il relativo Software di gestione. Il sistema di supervisione dovrà gestire tutti gli impianti tecnologici a partire dagli impianti meccanici di condizionamento e riscaldamento fino ad arrivare agli impianti elettrici. La raccolta dei punti elettrici e meccanici controllati sarà gestita collocando in maniera capillare all’interno degli edifici i quadri di supervisione. Saranno posizionati quadri di supervisione nelle varie centrali tecnologiche per la raccolta di allarmi, stati e regolazione di tutti gli elementi in campo. Saranno inoltre gestite e monitorate dal sistema di supervisione tutte le regolazioni degli impianti meccanici utilizzando sia i controllori dei quadri di supervisione di zona, sia i controllori distribuiti o i moduli di acquisizione e comando collegati con linea bus al quadro più vicino. Verranno monitorati ed elaborati i segnali acquisizione e verranno generati i comandi per fan-coil, termostati ambiente, sonde, valvole, diffusori ed ugelli motorizzati, serrande di regolazione, pompe ecc.. . Sono pertanto a carico dell’appaltatore meccanico la fornitura e la posa in opera di tutti i quadri di supervisione e di tutte le apparecchiature del sistema di supervisione contenute nei quadri o distribuite ed i punti collegamento necessari per la gestione dei punti controllati. Sono altresì a carico dell’Appaltatore meccanico anche la fornitura e posa in opera dei singoli bus di intercollegamento delle apparecchiature in campo da e verso il quadro di regolazione e fino al PC di supervisione, installato nella postazione centrale del sistema di gestione.

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Tutta la programmazione dei regolatori e l’engineering del sistema di supervisione, saranno a carico dell’appaltatore meccanico così come la messa in servizio del sistema e le prove funzionali e di collaudo di tutte le apparecchiature collegate. In particolare il Sistema di supervisione dovrà includere : - Licenza d’uso e pagine grafiche per il monitoraggio dei suddetti impianti; - Schede di interfacciamento con altri sistemi; - Moduli controllori di sistema; - Controllori a microprocessori compatti e modulari; - Quadri di supervisione; - Linee di collegamento; - Programmazione, attivazione e messa in servizio di tutti gli apparati forniti,

compreso corso di formazione. Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale; infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, RIVELAZ. INCENDIO, ecc., non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse.

7.3 IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI E FONIA

7.3.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale dell’impianto di trasmissione dati/fonia proposto e degli apparati che lo compongono.

7.3.2 DATI DI PROGETTO

I fabbricati in oggetto saranno dotati di un impianto di cablaggio strutturato in cat. 6 sul quale convergeranno i seguenti impianti: - Impianto di trasmissione dati/telefonia; - Impianto di TV a circuito chiuso; - Impianto di supervisione/regolazione; - Impianto di rivelazione incendi.

7.3.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

Il cablaggio strutturato verrà distribuito in maniera tale da garantire una distribuzione capillare delle prese in tutte le varie zone dalle aule, ai laboratori, agli uffici fino ad arrivare in tutti i quadri/centrali collegati su rete TCP/IP ed in tutti i locali in cui sia risultato necessario questo tipo d’impianto. L’impianto sarà di CAT. 6 e per ogni zona funzionale verrà installato un armadio di permutazione per avere garanzie sulla massima lunghezza di 90m alla singola presa. All’interno di ogni aula verranno cablate 2 prese RJ45 di cat. 6 nelle vicinanze della lavagna, negli uffici verranno cablate 2 prese RJ45 di cat. 6 per ogni posto operatore mentre per i laboratori di informatica e per i laboratori multimediali verranno cablate 4 prese RJ45 in cat. 6 per ogni posto operatore. L’impianto di cablaggio strutturato dovrà essere realizzato a partire dalla predisposizione di tubazioni, canali, cassette di derivazione, scatole portafrutti, placche e moduli ciechi e dovrà essere completato con l’infilaggio dei cavi di segnale e del montaggio delle prese con relativa certificazione.

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All’interno delle tubazioni saranno inserite le corde tiracavo per facilitare le operazioni di infilaggio. Un’identificazione univoca dovrà essere assegnata ad ogni sottosistema, ad ogni cavo dei vari sottosistemi di campus, dorsale e distribuzione orizzontale. Al fine di garantire una facile identificazione delle connessioni, dei cavi e delle prese della rete nel suo complesso, dovrà essere adottato uno schema di etichettatura il quale permetta in ogni momento di individuare da una presa utente, il corrispondente punto di arrivo ( piano, armadio, presa/connettore ) e viceversa.

Armadio di permutazione

L’armadio sarà costituito da una struttura in lamiera d’acciaio pressopiegata ed elettrosaldata, e saranno basati sulla tecnica rack 19” (482,6mm) e corredato di due montanti laterali completamente preforati (doppia foratura) con passo multiplo di 1U (44,45mm). Questo permette un assemblaggio standard sia per quanto riguarda il fissaggio dei permutatori, degli apparati attivi e per quanto riguarda gli spazi occupati in altezza. L’armadio per utilizzo a pavimento dovrà essere formato da una struttura metallica di base completa di zoccolo, con fondo aperto per il passaggio dei cavi, pannello posteriore e fiancate laterali asportabili, con all’interno kit di messa a terra. La parte elettrica dell’armadio contenente gli apparati attivi, dovrà essere costituita da una canalina metallica fissata al telaio ed equipaggiata con almeno 5 prese di tipo schuko o multistandard, alimentata da un pannello elettrico di servizio con interruttore magnetotermico da 16A dedicato derivato dall’UPS di alimentazione che sarà installato all’interno dell’armadio stesso. L’armadio sarà dotato di portella con vetro e avrà dimensioni idonee a contenere tutte le parti attive e passive di rete necessarie.

Distribuzione cavi UTP

La topologia della distribuzione orizzontale sarà stellare, con concentrazione delle linee d’utente nell’armadio di permutazione corrispondente a bordo di permutatori per cavi in rame. Il collegamento orizzontale sarà realizzato con cavo tipo UTP ( Unshielded Twisted Pair ) di CAT. 6, contenente 4 coppie in rame geometricamente gestite da un separatore centrale di materiale plastico, per trasmissione dati fino a 250 MHz . Il rivestimento della guaina sarà del tipo non propagante l’incendio e a basso contenuto di gas alogeni, secondo la normativa CEI 20-22 e CEI 20-37. Il diametro dei conduttori dovrà essere di 0,58mm, con guaina di colore RAL 7035, diametro dell’isolamento 1,04 PE, diametro massimo del cavo 7,8mm e peso di 56Kg/Km. Il raggio di curvatura in installazione non dovrà essere inferiore ad 8 volte il proprio diametro mentre, una volta installato, il raggio di curvatura non dovrà essere inferiore a 4 volte il proprio diametro. Ogni cavo dovrà essere continuo, senza giunzioni di alcun tipo e terminato ad entrambi gli estremi utilizzando tutte le 4 coppie.

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Connettori RJ45 e prese

L’interfaccia utente individuata è quella universale, su connettore RJ45 – ISO 8877; tutte le prese RJ45 utilizzate per terminare i cavi di CAT. 6, dovranno essere di CAT 6 e di tipo non-schermato. Il connettore, come detto, deve essere del tipo RJ45 per quanto riguarda le dimensioni geometriche, e deve possedere le seguenti caratteristiche : - dovrà essere del tipo “lead frame “ ( contatti senza soluzione di continuità, in

pezzo unico, senza saldature e/o circuiti stampati ); - terminazione dei fili di rame a perforazione di isolante eseguibile a mano senza

utilizzo di alcun attrezzo; - corpo plastico realizzata in policarbonato; - presenza di un ulteriore appoggio per il fissaggio del cavo; - presenza di un’etichetta che permetta la connessione del cavo a 4 coppie, sia

nella modalità 568 A sia 568 B; - conforme alle normative ISO/IEC di CAT. 6, con certificazione di terze parti; - dovranno facilitare il rispetto del limite massimo di sbinatura delle coppie (

eliminare la torcitura dei conduttori ) pari a 13mm previsti dallo standard; - il connettore dovrà permettere, in caso di utilizzo di conduttori con diametro

superiore ad AWG24, l’inserimento di un accessorio sul retro che assicuri il fissaggio dei fili in rame tramite viti;

- Ogni connettore dovrà essere dotato di tappo di chiusura frontale per la protezione dei contatti dalla polvere;

- Dovranno essere inoltre conformi allo standard CEI/IEC 603-7; I cavi in rame saranno terminati nel seguente modo: - I cavi saranno liberati della guaina esterna e connettorizzati secondo le

indicazioni presenti sulle norme EIA/TIA 568-B, ISO/IEC 11801, in particolare seguendo le Istruzioni d’uso dei prodotti rilasciate dal costruttore, che devono essere consegnate al Cliente per verifica;

- Le coppie devono mantenere l’intreccio fino ad una distanza inferiore a 6mm dal punto di terminazione sui connettori;

- Il raggio di curvatura dei cavi nella zona di terminazione non dovrà essere inferiore a quattro volte il diametro esterno del cavo;

- I cavi dovranno essere ordinatamente raggruppati e portati sui rispettivi blocchetti di terminazione. Ogni pannello o blocco di terminazione servirà alla terminazione di un gruppo di cavi identificabile separatamente fino all’ingresso al rack o al supporto;

- La guaina esterna del cavo dovrà essere mantenuta integra fino al punto di connessione, come riportato dalle istruzioni d’uso dei prodotti;

- Ogni cavo sarà chiaramente etichettato sulla guaina esterna, dietro il permutatore in un punto accessibile senza dover rimuovere le fascette di raggruppamento;

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Il sistema di cablaggio dovrà prevedere varie soluzioni per la gestione della presa d’utente; dovrà contemplare gli adattatori necessari all’alloggiamento dei connettori in rame (RJ45), nelle più comuni serie civili rintracciabili sul mercato.

Certificazione del cablaggio

In ottemperanza a quanto previsto dalla normativa ISO/IEC 11801, ogni singola tratta dovrà essere certificata per attestarne la rispondenza alle caratteristiche minime richieste dalla normativa stessa. Rame Partendo dal lato permutatore del collegamento orizzontale, sono da includere nella misura (BASIC LINK ) i seguenti segmenti: - il cordone dello strumento per l’allacciamento dell’unità di misura principale

(sorgente); - il cavo orizzontale con i due connettori RJ45 agli estremi; - il cordone dello strumento per l’allacciamento dell’unità di misura remota; I risultati delle misure dovranno includere le seguenti informazioni minime, per permettere una corretta manutenzione del sistema di cablaggio: - Identificativo univoco del collegamento (uguale alla numerazione della presa); - Configurazione del collegamento misurato; - Data e ora della misura; - Denominazione del personale tecnico che ha eseguito la misura e ragione

sociale dell’azienda; - Tipo di strumento, modello, versione software, numero di serie; - Standard di riferimento per i limiti di misura.

Apparati di rete

Ogni armadio conterrà il numero e i modelli di apparati idonei a garantire prestazioni e affidabilità della rete e il numero di porte degli switch sarà maggiorato del 20% rispetto al numero di prese RJ45. Gli switch utilizzati per i quadri di permutazione avranno le seguenti caratteristiche: - 22 Porte auto-sensing 10/100/1000 ports (IEEE 802.3 Type 10Base-T, IEEE

802.3u Type 100Base-TX, IEEE 802.3ab Type 1000Base-T); - Duplex: 10Base-T/100Base-TX: half or full; 1000Base-T: full only; - Dimensioni : (17.12 x 44.25 x 4.39 cm) (1U height); - Peso 1.96 kg; - Memoria e processore: 2 MB flash, 64 KB SDRAM, 2 MB RAM/ROM capacity;

packet buffer size: 500 KB; - Alimentazione 230V. L’armadio centro-stella a cui faranno capo tutti i quadri di permutazione sarà equipaggiato con le seguenti apparecchiature: - 1 switch collegabile a stack, web managed Gigabit switch con 24 porte

10/100/1000 e 2 porte di Uplink;

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- 1 Core Switch costituito da chassis modulare a 10-slot completo di n.ro 3 alimentatori, con una ”fabric capacity” di 64 Gbps, con due slots centrali dedicati ai moduli di gestione in configurazione ridondata , possibilità di inserimento di moduli con varie interfacce Ethernet e densità di porte. La piattaforma deve supportare comunicazioni IP e reti convergenti, integrando “continuous switching” per operazioni non-stop, capacità avanzate di QoS e distribuzione in linea dell’alimentazione dei telefoni IP. Equipaggiato con: - 2 Moduli per 8-porte 1000BaseX Ethernet con slots miniGBIC; - 5 Transceiver 1000Base-SX MiniGBIC; - 1 Modulo con 12 porte 10/100/1000Base-TX con porte RJ45; - 1 Software di Management OmniVista 2500 Core;

- 1 Centrale telefonica costituita da 3 Rack Large completi di kit di montaggio a 19”, batterie di back-up 48V, CPU ridondata, messaggi di cortesia, interfaccia audio, caselle vocali e posto operatore automatico, sistema di accounting e configurazione, software ARS (LCR) così equipaggiata: - 4 Accessi Base ISDN; - 12 Interni digitali; - 25 Interni analogici; - 4 Porte Ethernet LanSwitch.

7.4 IMPIANTO DI RICEZIONE TV E TV-SAT

7.4.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale del sistema di antenna TV e TV-SAT proposto e degli apparati che lo compongono.

7.4.2 DATI DI PROGETTO

La volontà è quella di dotare gli uffici di direzione e le zone dei bar di un impianto di TV e TV-SAT per la trasmissione dei canali in chiaro.

7.4.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

Sulla copertura dell’edificio liceo classico verrà installato un sistema di antenne per la ricezione di segnali terrestri su banda VHF e UHF e dei segnali satellitari. A valle dei sistemi di antenne verrà posto un centralino TV per la conversione dei canali e per la loro amplificazione. Il segnale miscelato verrà ripartito su più linee discendenti che andranno a servire i diversi piani del complesso edilizio. Le dorsali di edificio si attesteranno al piano in opportune cassette di derivazione dove verranno posti degli amplificatori di linee e dei divisori. In ogni piano sarà prevista una dorsale lungo la quale saranno installati dei derivatori a più vie per il collegamento dei singoli punti presa dislocati in campo.

7.5 IMPIANTO DI TV A CIRCUITO CHIUSO

7.5.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale del sistema di televisione a circuito chiuso proposto e degli apparati che lo compongono.

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7.5.2 DATI DI PROGETTO

La scelta progettuale è quella di proteggere e controllare il fabbricato oggetto di intervento con un sistema di TV a circuito chiuso che sorvegli tutti gli accessi esterni al complesso.

7.5.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

Il sistema TV C.C. progettato e proposto si compone di una serie di telecamere analogiche, di tipo tradizionale, alimentate in bassa tensione, dislocate sui vari accessi esterni ai fabbricati. Sono previste 12 telecamere posizionate come indicato nelle tavole di progetto. I segnali di tutte le telecamere, sono trasmessi e convertiti su cavo coassiale RG 59. I segnali video delle telecamere sono poi raccolti e resi disponibili per gli apparati di videoregistrazione (16-8CH). Il videoregistratore rendera’ disponibili su diverse combinazioni di visualizzazione (cameo, ciclica) tutte le telecamere tramite i due monitor da 17” collegati a ciascun DVR. La funzione di protezione e tutela del fabbricato e delle aree da proteggere sarà garantita affidandosi a telecamere fisse ad alta sensibilità tipo Day&Night con obiettivi DC auto-iris da 5-50mm e illuminatore ad infrarossi incorporato; La gestione dell’impianto sarà possibile tramite: - Tastiere per richiamo registrazioni e movimentazioni telecamere a brandeggio; - Sistema di supervisione. ( predisposizione) Saranno previsti cavidotti distinti per i vari impianti, in modo da non creare interferenze sia dal punto di vista esecutivo sia da quello funzionale; infatti si provvederà al fine di avere cavidotti per: ENERGIA, LUCE, TELEFONO, RIVELAZ. INCENDIO, ecc., non saranno mai realizzati cavidotti comuni per sistemi a tensioni diverse. In riferimento alla tavola di progetto si chiarisce che il videoregistratore ed il monitor da 17” sono ubicati nel locale tecnologico a quota 333,80, adiacente all’armadio centro stella di trasmissione dati. Il monitor da 20”, di controllo è invece previsto presso il mobile circolare di controllo e presidio del plesso scolastico, all’ingresso del liceo artistico, quota 337,40.

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8. IMPIANTO FOTOVOLTAICO

8.1 PREMESSA

Il presente capitolo descrive l’impianto fotovoltaico a servizio dei vari fabbricati e degli apparati che lo compongono. L’impianto sarà con pannelli in silicio monocristallino ad alta efficienza P=270 Wp cad. L’impianto, integrato nel pacchetto di copertura degli edifici scolastici, andrà ad operare in parallelo alla rete di distribuzione in media tensione. In accordo con la norma CEI 0-16 che regolamenta le connessioni alla rete MT/AT, l’impianto sarà collegato all’impianto utente a livello della barratura generale di bassa tensione a 400V. Le principali tipologie di opere ed impianti da realizzare sono: - Installazione campo fotovoltaico (pannelli fotovoltaici) in silicio

monocristallino; - Cavidotti e canalizzazioni. - Quadri di campo per il parallelo e la protezione delle stringhe in ingresso ai

convertitori DC/AC; - Distribuzione energia in corrente continua ed alternata fino al quadro elettrico

generale; - Inverter; - Quadri di protezione in corrente alternata; - Collegamento all’impianto di terra; - Connessione ed interfaccia su quadro generale di bassa tensione; - Rifasamento - Impianto di supervisione.

8.2 DATI DI PROGETTO

Di seguito vengono riportate le principali scelte progettuali adottate per la realizzazione dell’impianto: - Utilizzo di moduli fotovoltaici in silicio monocristallino 270 W di potenza di

picco; - Installazione dei moduli fotovoltaici fissati su supporto metallico, nel sistema

di copertura. - Campo fotovoltaico composto da 4 sezioni per una potenza di picco

complessiva pari a 200kW - La taglia dell’impianto proposto ne consente, in accordo con la norma CEI 0-16,

la connessione alla barratura di bassa tensione del quadro elettrico generale. La norma CEI 0-16, che regolamenta le connessioni di impianti attivi alla rete AT e MT del distributore, prevede infatti che gli impianti di produzione, di potenza inferiore ai 400 kVA, possano essere connessi direttamente alla barratura BT dell’impianto del cliente e che le protezioni associate al dispositivo di interfaccia ed i relativi strumenti di misura (TV e TA) possono effettuare le misure direttamente sulla barratura generale in bassa tensione.

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- Altro input alla base della progettazione è stata la suddivisione dell’impainto, per ogni zona in più inverter, in modo che i collegamenti dal campo fotovoltaico agli inverter stessi possa avvenire con cavi in c/c di sezione limitata, tenendo conto che i cavi stessi sono passati entro gli istituti per raggiungere dal campo gli inverter.

- I quadri di campo sono ubicati nei cavedi in corrispondenza delle coperture ove sono posizionati i campi Fotovoltaici

- Negli stessi cavedi sono ubicati i sezionatori per togliere corrente all’impianto fotovoltaico comandato dal pulsante di sgancio P3

- I cavi c/c interni da string control a inverter sono del tipo FG701 e saranno posati in cavidotti e canalette separati rispetto alle altre utenze

- All’esterno devono essere utilizzati cavi di tipo solare FG21M21 - Devono essere previsti scaricatori di tensione sia lato AC , che lato DC tipo

CONTRADE, dalle caratteristiche indicate negli elaborati di progetto - Gli inverter sono ubicati in apposito locale ricavato alla quota 333,80, edificio

liceo artistico, vicino al quadro elettrico generale. - Sono previsti in totale 16 inverter, come appresso specificato: 3 per la sezione 1 3 per la sezione2 4 per la sezione 3 3 per la sezione4 Il locale inverter sarà munito sia di estrattore cassonato, che di split per il condizionamento di potenza 3000 W Sarà prevista la realizzazione di un impianto di supervisione dell’impianto fotovoltaico con la possibilità di gestione, controllo e segnalazione locale e remota. - Località: Fabriano (AN) – 43° 20’ - Ombre / Ostacoli: NO - Tipologia della superficie di installazione: Superficie inclinata - Caratteristiche fornitura: TRIFASE – MT - Caratteristiche sistema: TN-S - Fonte primaria di generazione: Solare - Tipologia moduli: Silicio amorfo a tripla giunzione - Inclinazione (TILT): 16° - Orientamento (AZIMUT): SO 228°

8.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

8.3.1 ALLACCIAMENTO ALLA RETE

L’impianto fotovoltaico sarà collegato al quadro generale di bassa tensione posto a valle del trasformatore MT/BT al quale saranno collegate le linee di distribuzione principali. L’impianto fotovoltaico, destinato al funzionamento in parallelo alla rete del distributore ed in accordo con la norma CEI 0-16, sarà collegato alla barratura di bassa tensione dell’impianto elettrico, sul quadro elettrico generale di edificio alla

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quota 333,80 locale tecnologico edificio liceo artistico, senza intervenire sui quadri di media tensione. La norma CEI 0-16, che regolamenta le connessioni di impianti attivi alla rete AT e MT del distributore, prevede infatti che gli impianti di produzione, di potenza inferiore ai 400 kVA, possano essere connessi direttamente alla barratura BT dell’impianto del cliente e che le protezioni associate al dispositivo di interfaccia ed i relativi strumenti di misura (TV e TA) possono effettuare le misure direttamente sulla barratura generale in bassa tensione. Sul quadro elettrico generale verranno installati: - Gli interruttori magnetotermico differenziale motorizzato per la connessione

dell’impianto fotovoltaico alla barratura generale BT dell’impianto utente che assolverà le funzioni di dispositivo di interfaccia con la rete come previsto dalle CEI 0-16, uno per ognuna delle 4 sezioni alimentate.

- Protezione di interfaccia conforme alla norma CEI 0-16 e alle prescrizioni del distributore di rete MT con relativi TA e TV di misura;

Subito a valle del dispositivo d’interfaccia verrà installato anche il gruppo di misura dell’energia prodotta. Tale contatore sarà dotato di TA e TV certificati da UTF nel pieno rispetto delle condizioni imposte dal GSE per l’ottenimento delle tariffe incentivanti.

8.3.2 DISPOSITIVO D’INTERFACCIA

Il dispositivo di interfaccia (DI) sarà costituito da un interruttore motorizzato con sganciatore di apertura e chiusura. Le protezioni di interfaccia ad esso associate saranno costituite da relè di frequenza e di tensione secondo quanto prescritto nella CEI 0-16. Le protezioni previste sul dispositivo d’interfaccia sono: - Massima tensione 59 - 59N - 59T; - Minima tensione 27 – 27T; - Massima frequenza >81; - Minima frequenza <81. Oltre alle protezioni sopra descritte viene previsto anche il rincalzo sul dispositivo generale. Esso è costituito da un circuito a lancio di tensione, condizionato dalla posizione di chiuso del dispositivo di interfaccia, con temporizzazione ritardata a 0,5 s, che agirà a secondo dei casi concordati, sul dispositivo generale. Il temporizzatore sarà attivato dal circuito di scatto della protezione di interfaccia.

8.3.3 DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO

Rispetto al progetto definitivo in cui erano previsti moduli FV di tipo a film amorfo Potenza di 86 KW, il progetto esecutivo prevede: - n. 740 pannelli in silicio monocristallino - potenza di picco di ogni pannello 270 W - totale pot. 740x270= 199.800 Wp La disposizione dei pannelli è quella mostrata nella planimetria. Sono previsti pannelli tipo silicio monocristallino marca SOLON PHOTOVOLTAIK mod. solon blue 270/12 Potenza di picco 270 Wp cad. Sono previste 4 sezioni di impianto fotovoltaico.

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Sezione n. 1 n. 144 pannelli potenza 38.848 W Sezione n. 2 n. 224 pannelli potenza 60.429 W Sezione n. 3 n. 216 pannelli potenza 58.320 W Sezione n. 4 n. 156 pannelli potenza 42.120 W In dettaglio sono previsti i seguenti collegamenti ed inverter:

SEZIONE 1 (ubicazione copertura CIOF)

P = 38,88 KWp Sezione 1: n. moduli = 144 Orientamento = 42° est Inclinazione = 16 ° Inverter = n. 3 fronius IG Plus 150

• 4 stringhe x 12 moduli • 4 stringhe x 12 moduli • 4 stringhe x 12 moduli

Ciascuno con collegamento a string control 100/12 Cavi collegamento da string control ad inverter n. 3 linee 2x70 mmq cavi FG7M1 SEZIONE 2 (ubicazione copertura Liceo Scientifico) P= 60,48 KWp Sezione 2: n. moduli = 224 Orientamento = 42°est Inclinazione = 16° Inverter n. 3:

• N. 2 IG 300 o 9 stringhe x 10 moduli o 9 stringhe x 10 moduli

• N. 1 IG Plus 120 o 4 stringhe x 10 moduli

Ciascuno con collegamento a string control 100/12 Cavi collegati da string control ad inverter n. 3 lineecavi FG7M1 2x70 mmq per collegamento ed inverter IG 30

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2x70 mmq per collegamento ed inverter IG 30 2x35 mmq per collegamento ed inverter IG plus 120 SEZIONE 3 ( Ubicazione copertura Liceo artistico e classico) Sezione 3 P= 57,51 KWp Sezione 3 n. moduli= 213 orientamento= 48° ovest inclinazione = 16° Inverter n. 3:

• N. 2 IG 300 o 9 stringhe x 10 moduli

• N. 1 IG Plus 120 o 3 stringhe x 11 moduli

Cavi collegati da string control ad inverter n. 3 linee cavi FG7M1 2x120 mmq collegamento ad inverter IG 300 2x120 mmq collegamento ad inverter IG 300 2x70 mmq collegamento IG plus 120 SEZIONE 4 ( Ubicazione copertura Liceo classico) Sezione 4: P= 42,12 KWp n. moduli= 156 orientamento = 42° est inclinazione = 16° Inverter n. 4:

• N. 2 IG plus 120 o 3 stringhe x 10 moduli o 3 stringhe x 10 moduli

• N. 2 IG Plus 150 o 4 stringhe x 12 moduli o 4 stringhe x 12 moduli

Ciascuno con collegamento a string control 100/12 Cavi collegati da string control ad inverter cavi FG7M1 2x70 mmq collegamento a inverter IG Plus 120 2x.70mmq collegamento a inverter IG Plus 120 2x70 mmq collegamento a inverter IG Plus 150 2x70 mmq collegamento a inverter IG Plus 150 Nell’elaborato allegato sono mostrati i calcoli dell’impianto fotovoltaico sopra dimensionato

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8.3.4 INVERTER TRIFASE

I gruppi di conversione della corrente continua in corrente alternata (inverter) saranno in grado di operare in modo completamente automatico al fine del raggiungimento del punto di massima potenza (MPPT) del campo FV e sarà conforme alle prescrizioni normative vigenti. Gli inverter saranno ubicati nel locale tecnologico alla quota 333.80 del fabbricato Istituti Ogni inverter sarà dotato di doppio canale di ingresso indipendente con tre punti di connessione di stringa fusibilati per ogni MPPT, funzionamento senza trasformatore di isolamento, unità di conversione a ponte trifase e display LCD frontale per il monitoraggio dei parametri principali.

8.3.5 STRING CONTROL

Il quadro elettrico per il parallelo di stringa, dovrà essere in esecuzione da parete grado di protezione IP65 con pressacavi PG, interuttore CC, scatola in policarbonato resistente ai raggi UV. Il quadro string control dovrà connettere in parallelo le stringhe di moduli costituenti il campo fotovoltaico. Ogni quadro dovrà contenere le apparecchiature di protezione della singola stringa e i dispositivi di protezione dalle sovratensioni. II quadro elettrico di parallelo dovrà assolvere le funzioni seguenti: connessione e parallelo delle stringhe fotovoltaiche in ingresso con il polo

positivo su morsetto sezionabile per la sua possibile sconnessione; protezione delle singole stringhe dalla corrente di ricircolo proveniente dalle

altre stringhe con diodi di blocco (laddove necessari) montati su basetta con dissipatore di calore adeguatamente dimensionato;

protezione da sovratensioni indotte da fulminazioni mediante scaricatori (positivo-terra, negativo-terra, positive-negativo) connessi a terra e montati in modo tale da minimizzare l’induttanza del collegamento tra i terminali delle stringhe ed i dispositivi di protezione;

sezionamento in uscita delle stringhe messe in parallelo. La cassetta del quadro di campo sull’arrivo di ciascuna stringa dovrà essere a tenuta d’acqua (livello di protezione minimo IP55) per esterno, e dovrà essere del tipo fabbricato con resina autoestinguente, con pressacavi e chiusura meccanica. Come già detto i quadri string control sono ubicati nei cavedi in corrispondenza delle coperture . A monte degli string control, ovvero sempre nel cavedio di riferimento sono ubicati i sezionatori per togliere tensione all’impianto fotovoltaico, comandati tutti in parallelo dal pulsante di sgancio P3

8.3.6 IMPIANTO DI SUPERVISIONE

L’impianto fotovoltaico, sarà dotato di un datalogger per il monitoraggio ed il controllo dell’impianto in grado di assolvere alle seguenti funzionalità: Monitoraggio remoto dell’impianto mediante connessione Ethernet oppure GSM; Dati di performance dell’impianto: energia prodotta, potenza, tensioni, correnti,

anche sui singoli inverters;

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Fino a 4 ingressi analogici per il collegamento di sensori ambientali (irraggiamento, temperatura, vento, ecc.)

Possibilità di collegare sensori (irraggiamento, temperatura, ecc. al momento nomn previsti nella fornitura)

Fino a 4 ingressi digitali per collegamento di contatori ad impulsi e display esterni

Allarmi attivi con invio automatico di SMS, email o fax in caso di malfunzionamento dell’impianto

Possibilità di attivare contatori ad impulsi e display esterni Il sistema di gestione dovrà comprendere: Controller del sistema; Inverter collegati al controller utilizzando una comunicazione seriale su bus

RS485; Eventuali ingressi per il collegamento di sensori ambientali;

9. IMPIANTO ASCENSORI

9.1 PREMESSA

Il presente capitolo vuole essere una descrizione tecnica funzionale dell’impianto ascensori a servizio dei vari fabbricati e degli apparati che lo compongono.

9.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO

L’impianto ascensore dovrà soddisfare: o La Direttiva Europea 95/16/CE, recepita con Decreto del Presidente della

Repubblica n.162 del 30 aprile 1999 in materia di ascensori. o D.M. 236 del 17 giugno 1989 per l’abbattimento delle barriere architettoniche. o L’ascensore dovrà inoltre essere stato certificato come modello da un organismo

notificato, ossia essere stato sottoposto alle procedure di cui all’Allegato V - Esame CE secondo la direttiva Ascensori sopra citata.

o UNI EN 81-70:2005 Regole di sicurezza per la costruzione e l'installazione degli ascensori - Applicazioni particolari per ascensori per passeggeri e per merci - Parte 70: Accessibilità agli ascensori delle persone, compresi i disabili

o Decreto 11 gennaio 2010 “Norme relative all'esercizio degli ascensori in servizio pubblico destinati al trasporto di persone”.

9.3 DESCRIZIONE DELLE OPERE

9.3.1 CARATTERISTICHE GENERALI

Tipo di azionamento Elettrico a frequenza variabile, macchina a trazione diretta senza riduttore, con cinghie di trazione tali da garantire il massimo silenzio e arresti al piano perfettamente livellati.

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Macchina Il motore senza riduttore deve essere installato all’estremità superiore del vano corsa e all’interno dello stesso, con adeguato telaio di supporto fissato ad una guida di cabina e alle due guide di contrappeso. L'alimentazione principale dell'impianto è di 400 V, 50Hz, il motore è asincrono trifase con encoder.

L'azionamento sarà tale da consentire il perfetto livellamento al piano.

Quadro di controllo La manovra dell’ascensore dovrà essere simplex con manovra automatica a pulsanti con prenotazioni ai piani. Il quadro di manovra dovrà essere incassato, all’ultimo sbarco, all'interno del telaio delle porte e conterrà gli interruttori principali di potenza, interruttore luce cabina e luce vano, controllo delle indicazioni di cabina e dei piani, controllo del limitatore di velocità, della macchina e della catena della sicurezza, controllo dei pulsanti per la manovra d’emergenza, del monitoraggio della temperatura, interruttori per l'installazione e la manutenzione.

Cabina e porte di piano La cabina deve avere le seguenti dimensioni: 1200 mm di larghezza e 1400 mm di profondità e deve essere di tipo autoportante con armatura integrata. Le pareti dovranno essere costruite con materiale non infiammabile e non facilmente combustibile, e non dovranno emanare fumi tossici.

Le porte di piano dovranno essere telescopiche a due ante, a velocità variabile durante le fasi di apertura e chiusura con dispositivo di protezione porte a fotocellula e limitatore di spinta.

La bottoniera al piano sarà con scritte in Braille con frecce di indicazione e interruttore a chiave.

Interni di cabina Pareti con finitura in laminato di colore a scelta della DL,

cielino e profili angolari in materiale sintetico grigio, illuminazione sui lati, pavimento in gomma nera, specchio e corrimano sulla parete opposta alla bottoniera oppure su quella di fondo;

La bottoniera di cabina in vetro avrà tanti pulsanti quanti sono i piani serviti e sarà in versione speciale per disabili DM236.

Apparati di sicurezza La cabina dell’ascensore deve essere provvista di: ove necessario, adeguate balaustre di protezione sul tetto. un’unità di controllo della cabina, contenente il sistema

d’allarme e le interfacce per tutte le funzioni della cabina.

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luce di emergenza in cabina integrata alla bottoniera stessa

sistema di allarme con comunicazione bidirezionale collegato con un centro di assistenza attivo 24 ore su 24

citofono bidirezionale collegato con l’unità presente all’interno del quadro di manovra situato al piano ultimo superiore ed il citofono collegato alla cabina

prevenzione della velocità di salita della cabina tramite l'intervento simultaneo dei freni a disco installati sulla macchina e del limitatore di velocità

prevenzione della velocità di discesa della cabina tramite l'intervento simultaneo del limitatore di velocità e dei paracaduti montati sulla cabina.

Evacuazione automatica di riporto al piano L’ascensore deve esser provvisto di azionamento

automatico che permetta l'evacuazione automatica dei passeggeri bloccati in ascensore nell'eventualità di una caduta di tensione, senza necessità di far intervenire un addetto. La cabina è riportata automaticamente al piano più vicino e apre le porte automaticamente.

Evacuazione elettrica manuale d’emergenza L'impianto deve essere provvisto di pulsanti all'interno

del quadro di manovra con cui il personale addetto, tramite corrente d’emergenza, consentirà l'evacuazione dei passeggeri bloccati in ascensore, attraverso l'apertura simultanea dei freni a disco per permettere il movimento della cabina.

Tale dispositivo dovrà essere alloggiato all’interno del quadro di manovra in un settore separato, ed un contatto di sicurezza dovrà “tagliare” il circuito delle sicurezze.

Rumore I decibel misurati in cabina alla velocità nominale devono

essere circa di 50 dBA ± 3. I decibel misurati al piano in corrispondenza delle porte

devono essere minori o uguali di 60 dBA durante l'apertura e chiusura delle porte.

Paracadute ed ammortizzatore L’ascensore deve essere provvisto di paracadute a

presa progressiva sulle guide di cabina. In fondo fossa deve essere presente un adeguato numero di dispositivi ammortizzatori in poliuretano, con la massima freccia di compressione pari a 72 mm, appoggiati su pilastrini in acciaio regolabili in altezza sotto la cabina ed il contrappeso.

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LICEO CLASSICO

Dati tecnici Portata: 675 kg, 9 persone Velocità: 1,00 m/s Numero fermate: 4 Numero accessi cabina: 1 Corsa: m Potenza motore: 4,6 kW Forza motrice: 400 Volt - 50 Hz

LICEO ARTISTICO

Dati tecnici Portata: 675 kg, 9 persone Velocità: 1,00 m/s Numero fermate: 5 Numero accessi cabina: 1 Corsa: 14,40m Potenza motore: 4,6 kW Forza motrice: 400 Volt - 50 Hz

LICEO SCIENTIFICO

Dati tecnici Portata: 675 kg, 9 persone Velocità: 1,00 m/s Numero fermate: 4 Numero accessi cabina: 1 Corsa: 10,8m Potenza motore: 4,6 kW Forza motrice: 400 Volt - 50 Hz

CENTRO PER L’IMPIEGO

Dati tecnici Portata: 675 kg, 9 persone Velocità: 1,00 m/s Numero fermate: 3 Numero accessi cabina: 1 Corsa: 7,2m Potenza motore: 4,6 kW

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Forza motrice: 400 Volt - 50 Hz

PALESTRA

Dati tecnici Portata: 675 kg, 9 persone Velocità: 1,00 m/s Numero fermate: 3 Numero accessi cabina: 1 Corsa: 3,6m Potenza motore: 4,6 kW Forza motrice: 400 Volt - 50 Hz

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INDICE

1. PREMESSA 1.1 tipologia di impianti previsti

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2.1 norme di carattere generale 2.2 norme per impianti di illuminazione 2.3 norme illuminazione emergenza 2.4 norme per ambienti di lavoro o assimilabili 2.5 norme per strutture con rischio di incendio ed esplosione 2.6 norme produzione e trasformazione energia 2.7 norme impianti antenna tv 2.8 norme impianti telefonici 2.9 norme impianti per superamento barriere architettoniche 2.10 norme impianti di supervisione 2.11 norme impianti di diffusione sonora 2.12 norme impianti antintrusione 2.13 norme impianti di rivelazione automatica di incendio 2.14 norme per impianto di cablaggio strutturato 2.15 norme per impianti fotovoltaici 2.16 norme per produzione e trasformazione energia

3. IMPIANTI ELETTRICI – DISTRIBUZIONE GENERALE 3.1 dati di progetto 3.2 Criteri di scelta delle protezioni 3.3 scelte progettuali 3.4 descrizione delle opere

4. IMPIANTI ELETTRICI – ILLUMINAZIONE INTERNA ED ESTERNA ORDINARIA E

DIMMERABILE 4.1 premessa 4.2 dati di progetto 4.3 scelte progettuali 4.4 descrizione delle opere 4.5 impianto illuminazione dimmerabile 4.6 impianto illuminazione esterna

5. IMPIANTI ELETTRICI – ILLUMINAZIONE EMERGENZA 5.1 premessa 5.2 dati di progetto 5.3 scelte progettuali 5.4 descrizione delle opere

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6. IMPIANTI DI SICUREZZA

6.1 impianto rivelazione incendi 6.2 impianto diffusione sonora

7. IMPIANTI AUSILIARI 7.1 impianto videocitofonico 7.2 impianto di regolazione/supervisione 7.3 impianto di trasmissione dati e fonia 7.4 impianto di ricezione tv e tv sat 7.5 impianto di tv a circuito chiuso

8. IMPIANTO FOTOVOLTAICO 8.1 premessa 8.2 dati di progetto 8.3 descrizione delle opere

9. IMPIANTI ASCENSORI 9.1 premessa 9.2 normativa di riferimento 9.3 descrizione delle opere

10. APPENDICI 10 RELAZIONE DI CALCOLO DI VERIFICA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI

11. ALLEGATI:

- Descrizione corpi illuminanti e Calcoli illuminotecnici: elaborato EE 90-18

- Relazione di calcolo impianto fotovoltaico: elaborato EE 90-17

- Descrizione e specifiche impianto di supervisione domotica: elaborato EE 90-19

- Descrizione e specifiche impianto termoregolazione: elaborato M 90-04

-Descrizione sistemi di sgancio e scaricatori: elaborato EE 90-16

10 RELAZIONE DI CALCOLO DI VERIFICA PROTEZIONE CONTRO I

FULMINI PER:

-CENTRO DI FORMAZIONE

-ISTITUTI SCOLASTICI

-PALESTRA

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RELAZIONE TECNICA

Protezione contro i fulmini

CENTRO DI FORMAZIONE

Valutazione del rischio

scelta delle misure di protezione

SOMMARIO

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra.

4.2 Dati relativi alla struttura.

4.3 Dati relativi alle linee esterne.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1 di perdita di vite umane

6.1.1 Calcolo del rischio R1

6.1.2 Analisi del rischio R1

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7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

8. CONCLUSIONI

9. APPENDICI

10. ALLEGATI

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

Questo documento contiene :

- la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine ai sensi del DLgs 81/08, art. 29;

- la scelta delle misure di protezione da adottare ove necessarie come richiesto dal DLgs 81/08, art.

84.

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme CEI:

- CEI 81-10/1 (EN 62305-1): "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/2 (EN 62305-2): "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/3 (EN 62305-3): "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture

e pericolo per le persone"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/4 (EN 62305-4): "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici

nelle strutture"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-3 : "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato

dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico."

Maggio 1999.

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

L 'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le

caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta.

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La struttura che si vuole proteggere coincide con un intero edificio a sé stante, fisicamente separato

da altre costruzioni.

Pertanto, ai sensi dell'art. A.2.1.2 della Norma CEI EN 62305-2, le dimensioni e le caratteristiche

della struttura da considerare sono quelle dell'edificio stesso.

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra

Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato

nel comune di FABRIANO in cui è ubicata la struttura vale :

Nt = 2,5 fulmini/km² anno

4.2 Dati relativi alla struttura

Le dimensioni massime della struttura sono:

A (m): 39 B (m): 23,1 H (m): 17

La destinazione d'uso prevalente della struttura è: scolastico

In relazione anche alla sua destinazione d’uso, la struttura può essere soggetta a :

- perdita di vite umane

- perdita economica

In accordo con la Norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il

fulmine, deve pertanto essere calcolato :

- rischio R1;

Le valutazioni di natura economica, volte ad accertare la convenienza dell’adozione delle misure di

protezione, non sono state condotte perché espressamente non richieste dal Committente.

4.3 Dati relativi alle linee elettriche esterne

La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche:

- Linea di energia: linea elettrica

- Linea di segnale: linea telefonica

- Linea di segnale: linea videocitofonica

- Linea di segnale: linea TV

- Linea di segnale: linea bus building

Le caratteristiche delle linee elettriche sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle linee

elettriche.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

Tenuto conto di:

- compartimenti antincendio esistenti e/o che sarebbe opportuno realizzare;

- eventuali locali già protetti (e/o che sarebbe opportuno proteggere specificamente) contro il

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LEMP (impulso elettromagnetico);

- i tipi di superficie del suolo all'esterno della struttura, i tipi di pavimentazione interni ad essa e

l'eventuale presenza di persone;

- le altre caratteristiche della struttura e, in particolare il lay-out degli impianti interni e le misure

di protezione esistenti;

sono state definite le seguenti zone:

Z1: zona interna

Z2: zona esterna

Le caratteristiche delle zone, i valori medi delle perdite, i tipi di rischio presenti e le relative

componenti sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle Zone.

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

L'area di raccolta Ad dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata analiticamente come indicato

nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.2.

L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli

impianti interni per sovratensioni indotte, è stata valutata analiticamente come indicato nella

Norma CEI EN 62305-2, art.A.3.

Le aree di raccolta Al e Ai di ciascuna linea elettrica esterna sono state valutate analiticamente

come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.4.

I valori delle aree di raccolta (A) e i relativi numeri di eventi pericolosi all’anno (N) sono riportati

nell'Appendice Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

I valori delle probabilità di danno (P) per il calcolo delle varie componenti di rischio considerate

sono riportate nell'Appendice Valori delle probabilità P per la struttura non protetta.

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1: perdita di vite umane

6.1.1 Calcolo del rischio R1 I valori delle componenti ed il valore del rischio R1 sono di seguito indicati.

Z1: zona interna

RB: 1,93E-07

RU(impianto elettrico): 3,89E-07

RV(impianto elettrico): 1,94E-08

RU(impianto telefonico): 1,94E-06

RV(impianto telefonico): 9,72E-08

RU(impianto videocitofonico): 1,37E-07

RV(impianto videocitofonico): 6,85E-09

RU(impianto TV): 1,94E-06

RV(impianto TV): 9,72E-08

RU(impianto di automazione e regolazione): 1,86E-06

RV(impianto di automazione e regolazione): 9,32E-08

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Totale: 6,79E-06

Z2: zona esterna

RA: 3,85E-06

Totale: 3,85E-06

Valore totale del rischio R1 per la struttura: 1,06E-05

6.1.2 Analisi del rischio R1

Il rischio complessivo R1 = 1,06E-05 è maggiore di quello tollerato RT = 1E-05, occorre adottare

idonee misure di protezione per ridurlo.

La composizione delle componenti che concorrono a formare il rischio R1, espressi in percentuale

del valore di R1 per la struttura, è di seguito indicata.

Z1 - zona interna

RD = 1,8104 %

RI = 61,9821 %

Totale = 63,7925 %

RS = 59,0306 %

RF = 4,7619 %

RO = 0 %

Totale = 63,7925 %

Z2 - zona esterna

RD = 36,2075 %

RI = 0 %

Totale = 36,2075 %

RS = 36,2075 %

RF = 0 %

RO = 0 %

Totale = 36,2075 %

dove:

- RD = RA + RB + RC

- RI = RM + RU + RV+ RW + RZ

- RS = RA + RU

- RF = RB + RV

- RO = RM + RC + RW + RZ

essendo:

- RD il rischio dovuto alla fulminazione diretta della struttura

- RI il rischio dovuto alla fulminazione indiretta della struttura

- RS il rischio connesso alla perdita di esseri viventi

- RF il rischio connesso al danno fisico

- RO il rischio connesso all’avaria degli impianti interni.

I dati sopra indicati, evidenziano che il rischio R1 per la struttura si verifica essenzialmente nelle

seguenti zone:

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Z1 - zona interna (63,7925 %)

- in gran parte per perdita di esseri viventi

- a causa principalmente della fulminazione sia diretta che indiretta della struttura

- il contributo principale al valore del rischio R1 nella zona è dato dalle seguenti

componenti di rischio:

RU (impianto telefonico) = 28,6549 %

Perdita di vite umane per fulminazione diretta della linea

RU (impianto TV) = 28,6549 %

Perdita di vite umane per fulminazione diretta della linea

RU (impianto di automazione e regolazione) = 27,4755 %

Perdita di vite umane per fulminazione diretta della linea

Z2 - zona esterna (36,2075 %)

- in gran parte per perdita di esseri viventi

- a causa principalmente della fulminazione sia diretta che indiretta della struttura

- il contributo principale al valore del rischio R1 nella zona è dato dalle seguenti

componenti di rischio:

RA = 100,0000 %

Perdita di vite umane per fulminazione diretta della struttura

7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

Per ridurre il rischio R1 a valori non superiori a quello tollerabile RT = 1E-05, è necessario agire

sulle componenti con valori di rischio più elevato.

adottando una o più delle possibili misure di protezione seguenti:

Tenuto conto della fattibilità tecnica, in relazione anche ai vincoli da rispettare, per la protezione

della struttura in esame sono state scelte le misure di protezione seguenti:

- dotare l'edificio di un LPS di classe IV (Pb = 0,2)

- Sulla Linea L1 - linea elettrica:

- SPD arrivo linea - livello: IV

- Sulla Linea L2 - linea telefonica:

- SPD arrivo linea - livello: IV

- Sulla Linea L3 - linea videocitofonica:

- SPD arrivo linea - livello: IV

- Sulla Linea L4 - linea TV:

- SPD arrivo linea - livello: IV

- Sulla Linea L5 - linea bus building:

- SPD arrivo linea - livello: IV

Non è stata effettuata l'analisi relativa al rischio R4, poiché il committente ha espressamente

rinunciato a far valutare l'opportunità, dal punto di vista economico, di installare misure di

protezione finalizzate a ridurre l'entità di eventuali danni dovuti ai fulmini.

L’adozione di queste misure di protezione modifica i parametri e le componenti di rischio.

I valori dei parametri per la struttura protetta sono di seguito indicati.

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Zona Z1: zona interna

Pa = 1,00E+00

Pb = 0,2

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pc (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pc (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pc (impianto TV) = 1,00E+00

Pc (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (impianto telefonico) = 9,00E-03

Pm (impianto videocitofonico) = 9,00E-03

Pm (impianto TV) = 1,00E-04

Pm (impianto di automazione e regolazione) = 9,00E-03

Pm = 2,70E-02

Pu (impianto elettrico) = 3,00E-02

Pv (impianto elettrico) = 3,00E-02

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (impianto telefonico) = 3,00E-02

Pv (impianto telefonico) = 3,00E-02

Pw (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pz (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pu (impianto videocitofonico) = 3,00E-02

Pv (impianto videocitofonico) = 3,00E-02

Pw (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pz (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pu (impianto TV) = 3,00E-02

Pv (impianto TV) = 3,00E-02

Pw (impianto TV) = 1,00E+00

Pz (impianto TV) = 1,00E+00

Pu (impianto di automazione e regolazione) = 3,00E-02

Pv (impianto di automazione e regolazione) = 3,00E-02

Pw (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pz (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

ra = 0,01

rp = 0,5

rf = 0,001

h = 2

Zona Z2: zona esterna

Pa = 1,00E+00

Pb = 0,2

Pc = 1,00E+00

Pm = 1,00E+00

ra = 0,01

rp = 1

rf = 0

h = 1

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Rischio R1: perdita di vite umane

I valori delle componenti di rischio per la struttura protetta sono di seguito indicati.

Z1: zona interna

RB: 3,85E-08

RU(impianto elettrico): 1,17E-08

RV(impianto elettrico): 5,83E-10

RU(impianto telefonico): 5,83E-08

RV(impianto telefonico): 2,92E-09

RU(impianto videocitofonico): 4,11E-09

RV(impianto videocitofonico): 2,05E-10

RU(impianto TV): 5,83E-08

RV(impianto TV): 2,92E-09

RU(impianto di automazione e regolazione): 5,59E-08

RV(impianto di automazione e regolazione): 2,80E-09

Totale: 2,36E-07

Z2: zona esterna

RA: 3,85E-06

Totale: 3,85E-06

Valore totale del rischio R1 per la struttura: 4,09E-06

8. CONCLUSIONI

A seguito dell'adozione delle misure di protezione (che devono essere correttamente dimensionate)

vale quanto segue.

Rischi che non superano il valore tollerabile: R1

SECONDO LA NORMA CEI EN 62305-2 LA STRUTTURA E' PROTETTA CONTRO LE

FULMINAZIONI.

In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle Norme CEI la regola dell'arte, si può

ritenere assolto ogni obbligo giuridico, anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche

atmosferiche.

9. APPENDICI

APPENDICE - Caratteristiche della struttura

Dimensioni: A (m): 39 B (m): 23,1 H (m): 17

Coefficiente di posizione: isolata (Cd = 1)

Schermo esterno alla struttura: assente

Densità di fulmini a terra (fulmini/km² anno) Nt = 2,5

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APPENDICE - Caratteristiche delle linee elettriche

Caratteristiche della linea: linea elettrica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: energia - interrata con trasformatore MT/BT

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea telefonica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea videocitofonica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Caratteristiche della linea: linea TV

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea bus building

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore

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Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 30 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

APPENDICE - Caratteristiche delle zone

Caratteristiche della zona: zona interna

Tipo di zona: interna

Tipo di pavimentazione: cemento (ru = 0,01)

Rischio di incendio: ridotto (rf = 0,001)

Pericoli particolari: ridotto rischio di panico (h = 2)

Protezioni antincendio: manuali (rp = 0,5)

Schermatura di zona: assente

Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna

Impianto interno: impianto elettrico

Alimentato dalla linea linea elettrica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto telefonico

Alimentato dalla linea linea telefonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto videocitofonico

Alimentato dalla linea linea videocitofonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto TV

Alimentato dalla linea linea TV

Tipo di circuito: cavo schermato R <= 1 ohm/km (Ks3 = 0,0001)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto di automazione e regolazione

Alimentato dalla linea linea bus building

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Valori medi delle perdite per la zona: zona interna

Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 1,00E-02

Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 5,00E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R4) Lf = 2,00E-01

Perdita per avaria di impianti interni (relativa a R4) Lo = 1,00E-03

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Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: zona interna

Rischio 1: Rb Ru Rv

Rischio 4: Rb Rc Rm Rv Rw Rz

Caratteristiche della zona: zona esterna

Tipo di zona: esterna

Tipo di suolo: cemento (ra = 0,01)

Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna

Valori medi delle perdite per la zona: zona esterna

Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R1) Lt = 1,00E-02

Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R4) Lt = 1,00E-02

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: zona esterna

Rischio 1: Ra

Rischio 4: Ra

APPENDICE - Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

Struttura

Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura Ad = 1,54E-02 km²

Area di raccolta per fulminazione indiretta della struttura Am = 2,28E-01 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura Nd = 3,85E-02

Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta della struttura Nm = 5,32E-01

Linee elettriche

Area di raccolta per fulminazione diretta (Al) e indiretta (Ai) delle linee:

linea elettrica

Al = 0,000000 km²

Ai = 0,055902 km²

linea telefonica

Al = 0,000000 km²

Ai = 0,055902 km²

linea videocitofonica

Al = 0,001096 km²

Ai = 0,055902 km²

linea TV

Al = 0,000000 km²

Ai = 0,055902 km²

linea bus building

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PAG. 119

Al = 0,000000 km²

Ai = 0,055902 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (Nl) e indiretta (Ni) delle linee:

linea elettrica

Nl = 0,000000

Ni = 0,002795

linea telefonica

Nl = 0,000000

Ni = 0,013975

linea videocitofonica

Nl = 0,001370

Ni = 0,013975

linea TV

Nl = 0,000000

Ni = 0,013975

linea bus building

Nl = 0,000000

Ni = 0,013975

APPENDICE - Valori delle probabilità P per la struttura non protetta

Zona Z1: zona interna

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pc (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pc (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pc (impianto TV) = 1,00E+00

Pc (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (impianto telefonico) = 9,00E-03

Pm (impianto videocitofonico) = 9,00E-03

Pm (impianto TV) = 1,00E-04

Pm (impianto di automazione e regolazione) = 9,00E-03

Pm = 2,70E-02

Pu (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pv (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pv (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pw (impianto telefonico) = 1,00E+00

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PAG. 120

Pz (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pu (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pv (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pw (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pz (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pu (impianto TV) = 1,00E+00

Pv (impianto TV) = 1,00E+00

Pw (impianto TV) = 1,00E+00

Pz (impianto TV) = 1,00E+00

Pu (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pv (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pw (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Pz (impianto di automazione e regolazione) = 1,00E+00

Zona Z2: zona esterna

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc = 1,00E+00

Pm = 1,00E+00

RELAZIONE TECNICA

Protezione contro i fulmini

LICEO ARTISTICO – LICEO SCIENTIFICO – LICEO CLASSICO

Valutazione del rischio

scelta delle misure di protezione

SOMMARIO

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

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PAG. 121

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra.

4.2 Dati relativi alla struttura.

4.3 Dati relativi alle linee esterne.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1 di perdita di vite umane

6.1.1 Calcolo del rischio R1

6.1.2 Analisi del rischio R1

7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

8. CONCLUSIONI

9. APPENDICI

10. ALLEGATI

Disegno della struttura

Grafico area di raccolta Ad

Grafico area di raccolta Am

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

Questo documento contiene :

- la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine ai sensi del DLgs 81/08, art. 29;

- la scelta delle misure di protezione da adottare ove necessarie come richiesto dal DLgs 81/08, art.

84.

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme CEI:

- CEI 81-10/1 (EN 62305-1): "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/2 (EN 62305-2): "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

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PAG. 122

- CEI 81-10/3 (EN 62305-3): "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture

e pericolo per le persone"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/4 (EN 62305-4): "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici

nelle strutture"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-3 : "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato

dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico."

Maggio 1999.

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

L 'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le

caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta.

La struttura che si vuole proteggere coincide con un intero edificio a sé stante, fisicamente separato

da altre costruzioni.

Pertanto, ai sensi dell'art. A.2.1.2 della Norma CEI EN 62305-2, le dimensioni e le caratteristiche

della struttura da considerare sono quelle dell'edificio stesso.

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra

Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato

nel comune di FABRIANO in cui è ubicata la struttura vale :

Nt = 2,5 fulmini/km² anno

4.2 Dati relativi alla struttura

La pianta della struttura è riportata nel disegno (Allegato Disegno della struttura).

La destinazione d'uso prevalente della struttura è: scolastico

In relazione anche alla sua destinazione d’uso, la struttura può essere soggetta a :

- perdita di vite umane

- perdita economica

In accordo con la Norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il

fulmine, deve pertanto essere calcolato :

- rischio R1;

Le valutazioni di natura economica, volte ad accertare la convenienza dell’adozione delle misure di

protezione, non sono state condotte perché espressamente non richieste dal Committente.

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PAG. 123

4.3 Dati relativi alle linee elettriche esterne

La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche:

- Linea di energia: linea elettrica

- Linea di segnale: linea telefonica

- Linea di energia: linea palestra

- Linea di energia: linea centro formazione

Le caratteristiche delle linee elettriche sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle linee

elettriche.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

Tenuto conto di:

- compartimenti antincendio esistenti e/o che sarebbe opportuno realizzare;

- eventuali locali già protetti (e/o che sarebbe opportuno proteggere specificamente) contro il

LEMP (impulso elettromagnetico);

- i tipi di superficie del suolo all'esterno della struttura, i tipi di pavimentazione interni ad essa e

l'eventuale presenza di persone;

- le altre caratteristiche della struttura e, in particolare il lay-out degli impianti interni e le misure

di protezione esistenti;

sono state definite le seguenti zone:

Z1: liceo scientifico

Z2: liceo artistico

Z3: liceo classico

Z4: esterno

Le caratteristiche delle zone, i valori medi delle perdite, i tipi di rischio presenti e le relative

componenti sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle Zone.

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

L'area di raccolta Ad dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata graficamente secondo il

metodo indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.2, ed è riportata nel disegno (Allegato Grafico

area di raccolta Ad).

L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli

impianti interni per sovratensioni indotte, è stata valutata graficamente secondo il metodo indicato

nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.3, ed è riportata nel disegno (Allegato Grafico area di raccolta

Am).

Le aree di raccolta Al e Ai di ciascuna linea elettrica esterna sono state valutate analiticamente

come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.4.

I valori delle aree di raccolta (A) e i relativi numeri di eventi pericolosi all’anno (N) sono riportati

nell'Appendice Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

I valori delle probabilità di danno (P) per il calcolo delle varie componenti di rischio considerate

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PAG. 124

sono riportate nell'Appendice Valori delle probabilità P per la struttura non protetta.

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1: perdita di vite umane

6.1.1 Calcolo del rischio R1 I valori delle componenti ed il valore del rischio R1 sono di seguito indicati.

Z1: liceo scientifico

RB: 8,08E-07

RU(impianto elettrico): 1,61E-09

RV(impianto elettrico): 4,02E-10

RU(cablaggio strutturato): 4,36E-10

RV(cablaggio strutturato): 1,09E-10

Totale: 8,11E-07

Z2: liceo artistico

RB: 3,37E-07

RU(impianto elettrico): 1,34E-09

RV(impianto elettrico): 1,67E-10

RU(cablaggio strutturato): 3,63E-10

RV(cablaggio strutturato): 4,54E-11

Totale: 3,39E-07

Z3: liceo classico

RB: 7,49E-07

RU(impianto elettrico): 2,98E-09

RV(impianto elettrico): 3,72E-10

RU(cablaggio strutturato): 8,08E-10

RV(cablaggio strutturato): 1,01E-10

Totale: 7,53E-07

Z4: esterno

RA: 5,99E-06

Totale: 5,99E-06

Valore totale del rischio R1 per la struttura: 7,89E-06

6.1.2 Analisi del rischio R1

Il rischio complessivo R1 = 7,89E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05

7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

Poiché il rischio complessivo R1 = 7,89E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 , non sarebbe

necessario in linea teorica, adottare alcuna misura specifica di protezione per ridurlo.

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PAG. 125

In considerazione del fatto che il plesso scolastico è di nuova costruzione, realizzato con struttura

portante in cemento armato e copertura in lamiera metallica, si ritiene opportuno realizzare anche su

questa parte di fabbricato l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche in base alle seguenti

considerazioni:

1. il costo di realizzazione dell’impianto di protezione, nell’ipotesi di utilizzare sia le calate naturali

che i gli organi di captazione naturale presenti in copertura, è estremamente ridotto rispetto al

valore dell’opera;

2. la realizzazione dell’impianto era prevista nel progetto definitivo, anche se dal calcolo allegato

alla relazione l’immobile risultava auto protetto;

3. la tipologia di utenza che fruisce della costruzione con la possibilità di elevate concentrazione di

persone in spazi ridotti sia durante l’ingresso che l’uscita da scuola consiglia di controllare la

corrente di fulminazione in modo da ridurre le tensioni di passo e di contatto che si avrebbero in

caso di fulminazione diretta della struttura.

8. CONCLUSIONI

Rischi che non superano il valore tollerabile: R1

SECONDO LA NORMA CEI EN 62305-2 LA STRUTTURA E' PROTETTA CONTRO LE

FULMINAZIONI, si ritiene comunque opportuno realizzare un impianto di protezione contro le

scariche atmosferiche come previsto nel progetto definitivo.

In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle Norme CEI la regola dell'arte, si può

ritenere assolto ogni obbligo giuridico, anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche

atmosferiche.

9. APPENDICI

APPENDICE - Caratteristiche della struttura

Dimensioni: vedi disegno

Coefficiente di posizione: isolata (Cd = 1)

Schermo esterno alla struttura: assente

Densità di fulmini a terra (fulmini/km² anno) Nt = 2,5

APPENDICE - Caratteristiche delle linee elettriche

Caratteristiche della linea: linea elettrica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: energia - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): isolata

Coefficiente ambientale (Ce): rurale

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PAG. 126

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 12 B (m): 4 H (m): 3

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): isolata in cima ad un collina

SPD ad arrivo linea: livello I (Pspd = 0,01)

Caratteristiche della linea: linea telefonica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): rurale

SPD ad arrivo linea: livello II (Pspd = 0,02)

Caratteristiche della linea: linea palestra

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: energia - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 103 B (m): 26 H (m): 9,8

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): isolata

Caratteristiche della linea: linea centro formazione

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: energia - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 39 B (m): 23 H (m): 17

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

APPENDICE - Caratteristiche delle zone

Caratteristiche della zona: liceo scientifico

Tipo di zona: interna

Tipo di pavimentazione: cemento (ru = 0,01)

Rischio di incendio: ridotto (rf = 0,001)

Pericoli particolari: elevato rischio di panico (h = 10)

Protezioni antincendio: manuali (rp = 0,5)

Schermatura di zona: assente

Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna

Impianto interno: impianto elettrico

Alimentato dalla linea linea elettrica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

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PAG. 127

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: cablaggio strutturato

Alimentato dalla linea linea telefonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Valori medi delle perdite per la zona: liceo scientifico

Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 3,00E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 1,50E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R4) Lf = 2,00E-01

Perdita per avaria di impianti interni (relativa a R4) Lo = 1,00E-03

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: liceo scientifico

Rischio 1: Rb Ru Rv

Rischio 4: Rb Rc Rm Rv Rw Rz

Caratteristiche della zona: liceo classico

Tipo di zona: interna

Tipo di pavimentazione: cemento (ru = 0,01)

Rischio di incendio: ridotto (rf = 0,001)

Pericoli particolari: medio rischio di panico (h = 5)

Protezioni antincendio: manuali (rp = 0,5)

Schermatura di zona: assente

Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna

Impianto interno: impianto elettrico

Alimentato dalla linea linea elettrica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: cablaggio strutturato

Alimentato dalla linea linea telefonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Valori medi delle perdite per la zona: liceo classico

Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 5,56E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 2,78E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R4) Lf = 2,00E-01

Perdita per avaria di impianti interni (relativa a R4) Lo = 1,00E-03

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: liceo classico

Rischio 1: Rb Ru Rv

Rischio 4: Rb Rc Rm Rv Rw Rz

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PAG. 128

Caratteristiche della zona: liceo artistico

Tipo di zona: interna

Tipo di pavimentazione: cemento (ru = 0,01)

Rischio di incendio: ridotto (rf = 0,001)

Pericoli particolari: medio rischio di panico (h = 5)

Protezioni antincendio: manuali (rp = 0,5)

Schermatura di zona: assente

Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna

Impianto interno: impianto elettrico

Alimentato dalla linea linea elettrica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: cablaggio strutturato

Alimentato dalla linea linea telefonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Valori medi delle perdite per la zona: liceo artistico

Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 2,50E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 1,25E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R4) Lf = 2,00E-01

Perdita per avaria di impianti interni (relativa a R4) Lo = 1,00E-03

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: liceo artistico

Rischio 1: Rb Ru Rv

Rischio 4: Rb Rc Rm Rv Rw Rz

Caratteristiche della zona: esterno

Tipo di zona: esterna

Tipo di suolo: cemento (ra = 0,01)

Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna

Valori medi delle perdite per la zona: esterno

Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R1) Lt = 5,56E-03

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: esterno

Rischio 1: Ra

APPENDICE - Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

Struttura

Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura Ad = 4,31E-02 km²

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PAG. 129

Area di raccolta per fulminazione indiretta della struttura Am = 2,93E-01 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura Nd = 1,08E-01

Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta della struttura Nm = 6,25E-01

Linee elettriche

Area di raccolta per fulminazione diretta (Al) e indiretta (Ai) delle linee:

linea elettrica

Al = 0,000962 km²

Ai = 0,055902 km²

linea telefonica

Al = 0,001163 km²

Ai = 0,055902 km²

linea palestra

Al = 0,000505 km²

Ai = 0,055902 km²

linea centro formazione

Al = 0,000022 km²

Ai = 0,055902 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (Nl) e indiretta (Ni) delle linee:

linea elettrica

Nl = 0,002404

Ni = 0,139754

linea telefonica

Nl = 0,000727

Ni = 0,139754

linea palestra

Nl = 0,000316

Ni = 0,013975

linea centro formazione

Nl = 0,000014

Ni = 0,013975

APPENDICE - Valori delle probabilità P per la struttura non protetta

Zona Z1: liceo scientifico

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

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PAG. 130

Pc (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (cablaggio strutturato) = 9,00E-03

Pm = 9,10E-03

Pu (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pv (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pv (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pw (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pz (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Zona Z2: liceo artistico

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pc (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (cablaggio strutturato) = 9,00E-03

Pm = 9,10E-03

Pu (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pv (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pv (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pw (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pz (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Zona Z3: liceo classico

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pc (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (cablaggio strutturato) = 9,00E-03

Pm = 9,10E-03

Pu (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pv (impianto elettrico) = 1,00E-02

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pv (cablaggio strutturato) = 2,00E-02

Pw (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

Pz (cablaggio strutturato) = 1,00E+00

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Zona Z4: esterno

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc = 1,00E+00

Pm = 1,00E+00

RELAZIONE TECNICA

Protezione contro i fulmini

PALESTRA

Valutazione del rischio

scelta delle misure di protezione

SOMMARIO

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra.

4.2 Dati relativi alla struttura.

4.3 Dati relativi alle linee esterne.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1 di perdita di vite umane

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6.1.1 Calcolo del rischio R1

6.1.2 Analisi del rischio R1

7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

8. CONCLUSIONI

9. APPENDICI

10. ALLEGATI

1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO

Questo documento contiene :

- la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine ai sensi del DLgs 81/08, art. 29;

- la scelta delle misure di protezione da adottare ove necessarie come richiesto dal DLgs 81/08, art.

84.

2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme CEI:

- CEI 81-10/1 (EN 62305-1): "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/2 (EN 62305-2): "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/3 (EN 62305-3): "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture

e pericolo per le persone"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-10/4 (EN 62305-4): "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici

nelle strutture"

Aprile 2006;

Variante V1 (Settembre 2008);

- CEI 81-3 : "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato

dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico."

Maggio 1999.

3. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

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L 'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le

caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta.

La struttura che si vuole proteggere coincide con un intero edificio a sé stante, fisicamente separato

da altre costruzioni.

Pertanto, ai sensi dell'art. A.2.1.2 della Norma CEI EN 62305-2, le dimensioni e le caratteristiche

della struttura da considerare sono quelle dell'edificio stesso.

4. DATI INIZIALI

4.1 Densità annua di fulmini a terra

Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato

nel comune di FABRIANO in cui è ubicata la struttura vale :

Nt = 2,5 fulmini/km² anno

4.2 Dati relativi alla struttura

Le dimensioni massime della struttura sono:

A (m): 104 B (m): 26 H (m): 9,8

La destinazione d'uso prevalente della struttura è: scolastico

In relazione anche alla sua destinazione d’uso, la struttura può essere soggetta a :

- perdita di vite umane

- perdita economica

In accordo con la Norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il

fulmine, deve pertanto essere calcolato :

- rischio R1;

Le valutazioni di natura economica, volte ad accertare la convenienza dell’adozione delle misure di

protezione, non sono state condotte perché espressamente non richieste dal Committente.

L’edificio ha struttura portante metallica o in cemento armato con ferri d’armatura continui.

4.3 Dati relativi alle linee elettriche esterne

La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche:

- Linea di segnale: linea telefonica

- Linea di segnale: linea videocitofonica

- Linea di segnale: linea TV

- Linea di energia: linea elettrica

- Linea di segnale: linea bus building automation

Le caratteristiche delle linee elettriche sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle linee

elettriche.

4.4 Definizione e caratteristiche delle zone

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Tenuto conto di:

- compartimenti antincendio esistenti e/o che sarebbe opportuno realizzare;

- eventuali locali già protetti (e/o che sarebbe opportuno proteggere specificamente) contro il

LEMP (impulso elettromagnetico);

- i tipi di superficie del suolo all'esterno della struttura, i tipi di pavimentazione interni ad essa e

l'eventuale presenza di persone;

- le altre caratteristiche della struttura e, in particolare il lay-out degli impianti interni e le misure

di protezione esistenti;

sono state definite le seguenti zone:

Z1: zona interna

Le caratteristiche delle zone, i valori medi delle perdite, i tipi di rischio presenti e le relative

componenti sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle Zone.

5. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE

ELETTRICHE ESTERNE

L'area di raccolta Ad dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata analiticamente come indicato

nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.2.

L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli

impianti interni per sovratensioni indotte, è stata valutata analiticamente come indicato nella

Norma CEI EN 62305-2, art.A.3.

Le aree di raccolta Al e Ai di ciascuna linea elettrica esterna sono state valutate analiticamente

come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.4.

I valori delle aree di raccolta (A) e i relativi numeri di eventi pericolosi all’anno (N) sono riportati

nell'Appendice Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

I valori delle probabilità di danno (P) per il calcolo delle varie componenti di rischio considerate

sono riportate nell'Appendice Valori delle probabilità P per la struttura non protetta.

6. VALUTAZIONE DEI RISCHI

6.1 Rischio R1: perdita di vite umane

6.1.1 Calcolo del rischio R1 I valori delle componenti ed il valore del rischio R1 sono di seguito indicati.

Z1: zona interna

RB: 4,09E-07

RU(impianto elettrico): 1,97E-06

RV(impianto elettrico): 2,46E-07

RU(impianto telefonico): 2,05E-06

RV(impianto telefonico): 2,56E-07

RU(impianto videocitofonico): 9,37E-08

RV(impianto videocitofonico): 1,17E-08

RU(impianto TV): 1,97E-06

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RV(impianto TV): 2,46E-07

RU(impianto di building automation e regolazione): 1,97E-06

RV(impianto di building automation e regolazione): 2,46E-07

Totale: 9,47E-06

Valore totale del rischio R1 per la struttura: 9,47E-06

6.1.2 Analisi del rischio R1

Il rischio complessivo R1 = 9,47E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05

7. SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE

Poiché il rischio complessivo R1 = 9,47E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 , non occorre

adottare alcuna misura di protezione per ridurlo.

8. CONCLUSIONI

Rischi che non superano il valore tollerabile: R1

SECONDO LA NORMA CEI EN 62305-2 LA STRUTTURA E' PROTETTA CONTRO LE

FULMINAZIONI.

In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle Norme CEI la regola dell'arte, si può

ritenere assolto ogni obbligo giuridico, anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche

atmosferiche.

9. APPENDICI

APPENDICE - Caratteristiche della struttura

Dimensioni: A (m): 104 B (m): 26 H (m): 9,8

Coefficiente di posizione: isolata (Cd = 1)

Schermo esterno alla struttura: assente

Densità di fulmini a terra (fulmini/km² anno) Nt = 2,5

APPENDICE - Caratteristiche delle linee elettriche

Caratteristiche della linea: linea elettrica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: energia - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

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Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea telefonica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 5 < R <= 20 ohm/km

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 26 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea videocitofonica

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 5 < R <= 20 ohm/km

Caratteristiche della linea: linea TV

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 5 < R <= 20 ohm/km

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

Caratteristiche della linea: linea bus building automation

La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso.

Tipo di linea: segnale - interrata

Lunghezza (m) Lc = 100

Resistività (ohm x m) ρ = 500

Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza maggiore

Coefficiente ambientale (Ce): urbano (10 < h <= 20 m)

Dimensioni della struttura da cui proviene la linea: A (m): 35 B (m): 23 H (m): 17,5

Coefficiente di posizione della struttura da cui proviene la linea (Cd): in area con oggetti di altezza

uguale o inferiore

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APPENDICE - Caratteristiche delle zone

Caratteristiche della zona: zona interna

Tipo di zona: interna

Tipo di pavimentazione: cemento (ru = 0,01)

Rischio di incendio: ridotto (rf = 0,001)

Pericoli particolari: medio rischio di panico (h = 5)

Protezioni antincendio: manuali (rp = 0,5)

Schermatura di zona: assente

Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna

Impianto interno: impianto elettrico

Alimentato dalla linea linea elettrica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto telefonico

Alimentato dalla linea linea telefonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto videocitofonico

Alimentato dalla linea linea videocitofonica

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 2,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto TV

Alimentato dalla linea linea TV

Tipo di circuito: cavo schermato R <= 1 ohm/km (Ks3 = 0,0001)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Impianto interno: impianto di building automation e regolazione

Alimentato dalla linea linea bus building automation

Tipo di circuito: Cond. attivi e PE nello stesso cavo (spire fino a 0,5 m²) (Ks3 = 0,02)

Tensione di tenuta: 1,5 kV

Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1)

Valori medi delle perdite per la zona: zona interna

Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 1,00E-02

Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 5,00E-03

Perdita per danno fisico (relativa a R4) Lf = 2,00E-01

Perdita per avaria di impianti interni (relativa a R4) Lo = 1,00E-03

Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: zona interna

Rischio 1: Rb Ru Rv

Rischio 4: Rb Rc Rm Rv Rw Rz

APPENDICE - Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi.

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PAG. 138

Struttura

Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura Ad = 1,31E-02 km²

Area di raccolta per fulminazione indiretta della struttura Am = 2,64E-01 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura Nd = 3,28E-02

Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta della struttura Nm = 6,27E-01

Linee elettriche

Area di raccolta per fulminazione diretta (Al) e indiretta (Ai) delle linee:

linea telefonica

Al = 0,000405 km²

Ai = 0,055902 km²

linea videocitofonica

Al = 0,001579 km²

Ai = 0,055902 km²

linea TV

Al = 0,000405 km²

Ai = 0,055902 km²

linea elettrica

Al = 0,000405 km²

Ai = 0,055902 km²

linea bus building automation

Al = 0,000405 km²

Ai = 0,055902 km²

Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (Nl) e indiretta (Ni) delle linee:

linea telefonica

Nl = 0,000506

Ni = 0,013975

linea videocitofonica

Nl = 0,000987

Ni = 0,013975

linea TV

Nl = 0,000253

Ni = 0,013975

linea elettrica

Nl = 0,000253

Ni = 0,013975

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linea bus building automation

Nl = 0,000253

Ni = 0,013975

APPENDICE - Valori delle probabilità P per la struttura non protetta

Zona Z1: zona interna

Pa = 1,00E+00

Pb = 1,0

Pc (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pc (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pc (impianto videocitofonico) = 1,00E+00

Pc (impianto TV) = 1,00E+00

Pc (impianto di building automation e regolazione) = 1,00E+00

Pc = 1,00E+00

Pm (impianto elettrico) = 1,00E-04

Pm (impianto telefonico) = 9,00E-03

Pm (impianto videocitofonico) = 1,00E-04

Pm (impianto TV) = 1,00E-04

Pm (impianto di building automation e regolazione) = 9,00E-03

Pm = 1,82E-02

Pu (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pv (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pw (impianto elettrico) = 1,00E+00

Pz (impianto elettrico) = 4,00E-01

Pu (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pv (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pw (impianto telefonico) = 1,00E+00

Pz (impianto telefonico) = 1,50E-01

Pu (impianto videocitofonico) = 9,50E-01

Pv (impianto videocitofonico) = 9,50E-01

Pw (impianto videocitofonico) = 9,50E-01

Pz (impianto videocitofonico) = 6,00E-02

Pu (impianto TV) = 1,00E+00

Pv (impianto TV) = 1,00E+00

Pw (impianto TV) = 1,00E+00

Pz (impianto TV) = 1,50E-01

Pu (impianto di building automation e regolazione) = 1,00E+00

Pv (impianto di building automation e regolazione) = 1,00E+00

Pw (impianto di building automation e regolazione) = 1,00E+00

Pz (impianto di building automation e regolazione) = 1,0