PROVE DI VOLO - edizionilswr.it · Tutte le copie devono portare il contrassegno SIAE Responsabile...

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PROVE DI VOLOManuale di Psiconautica Elementare

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Luca Pani

PROVE DI VOLOManuale di Psiconautica Elementare

Dipinti diFilippo Martinez

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Tutte le copie devono portare il contrassegno SIAE

Responsabile Editoriale Libri: Costanza Smeraldi

Responsabile Redazione Libri: Paola Sammaritano

Responsabile Produzione Libri: Michele Ribatti

Copertina (da un dipinto di Filippo Martinez): Marco Serra

© 2015 EDRA S.p.A.* – Tutti i diritti riservati

ISBN 978-88-6895-264-8e-ISBN 978-88-6895-265-5

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Edra S.p.A.Via G. Spadolini 7, 20141 MilanoTel. 02 881841Distributore La Tribuna S.r.l. - Via G. Spadolini 7, 20141 Milano

Printed in ItalyFinito di stampare nel mese di settembre 2015 presso “Printer Trento” S.r.l., Trento

(*) Edra S.p.A. e La Tribuna S.r.l fanno parte di

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Prove di Volo rappresenta la tensione e il de-siderio di librarsi, volteggiando a mezz’aria nella mente umana, attraverso quello che il nostro cervello vede, sente e percepisce nel-le sue infinite e multiformi interpretazioni del mondo attuale.

Brevi scritti, diffusi settimanalmente dall’Uni-versità di Aristan (www.aristan.org), da sem-plice divertissement, sono diventati un impe-gno profondo e non casuale nella vita frenetica dell’autore, Luca Pani. I più significativi, e altri inediti, sono accompagnati in Prove di Volo dai dipinti di Filippo Martinez, anch’essi selezio-nati dalla sterminata produzione dell’artista. Una collezione di pensieri e immagini dunque precisamente abbinati, lungo un percorso filosofico che miscela sapientemente, con sicurezza, profondità e senso critico, temi, problemi, stili e contenuti di due veri talenti della comunicazione.

Il libro nasce da un incontro – quello tra Luca e Filippo – non casuale. Entrambi sardi, con-dividono l’interesse per l’Uomo e per l’evolu-zione, passata e futura, della sua animalità e spiritualità.

Pur con provenienze diverse, differenti e se-rissime professioni, diversi studi ed espe-rienze, entrambi perseguono il medesimo ideale di ricerca della vera Felicità. Il con-nubio è affascinante e originale, e disvela un ribollire di sentimenti morali, emozioni estetiche e fatti fuori dal tempo che sono parte integrante della nostra realtà, ma che riescono molto spesso ad andare ben oltre.

Prove di Volo è una delle espressioni della capacità di Luca Pani di confrontarsi aper-tamente al di fuori del proprio contesto abi-tuale e di mettersi in discussione insieme a tutti quelli che non vogliono mai smettere di conoscersi e migliorarsi.

Buona lettura.

L’Editore

PRESENTAZIONE

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Esiste una fluttuante città-stato, capitale di se stessa, e la sua topografia coincide con la pelle di chi vuol viverla; questa città si chia-ma Aristan e nella facoltà di Scienze della felicità della sua Università ci si può laureare in Teoria e tecniche di salvezza dell’umanità, un titolo che si conquista solo per il puro pia-cere della conoscenza e che, infatti, non ha alcun valore legale.

L’Università di Aristan, fra l’altro, pubblica ogni giorno nel suo sito web (www.aristan.org) l’e-ditoriale di uno dei suoi docenti abbinando-lo a un’immagine e a un breve filmato. Per due anni l’editoriale della domenica è stato firmato da Luca Pani, psiconauta di Aristan, che ha subito conquistato moltissimi lettori vincendo quasi sempre la classifica del più letto della settimana e guadagnando così,

tra i colleghi, l’affettuoso soprannome di “Caimano”. Qualche volta, occasionalmen-te, Filippo Martinez abbinava un suo dipinto all’editoriale del Caimano, poi questo gioco è diventato una prassi. Il libro che avete in mano è nato così. Alle istruzioni di volo di uno psiconauta appassionato, che non rie-sce a essere semplicemente didascalico, si sommano visioni parallele che giungono dalle rare, eterogenee mostre di un tragediografo che ha un conto aperto con la morte: “Imma-gini da una partita a scacchi”, “Esplosione di un giocatore di biliardino”, “La cappella degli stati mentali”, “Altrove è l’unico posto possi-bile”, “Termopili, nostalgia della battaglia”...

Buon viaggio.

Luca Pani e Filippo Martinez

PREFAZIONE

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A Piergiorgio Mulas, indimenticabile Geometra Metafisico

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Verso il cervello

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Lasciamo perdere il Santo Graal e le rovine di Atlantide, si tratta di qualcosa di molto più Santo e impenetrabile.

Tanto importante da richiamare persino l’i-dea di Dio perché – pensateci bene – non è certo dell’esistenza fisica di un’Entità Spiri-tuale ciò di cui abbiamo bisogno, ma di capire semmai come la immaginiamo.

Almeno così ci piace credere.

Su queste basi il nostro cervello trasforma le idee in simboli. Diversi oscillatori che ci fan-no prendere coscienza delle cose che avven-gono intorno a noi rimbombano senza sosta, come dei tamburi.

I tamburi dell’anima.

È una “funzione” che coinvolge e stimola miliardi di cellule contemporaneamente. Ci chiediamo se, lungo il corso di questa ricer-ca psiconautica, sarà possibile modificare le idee che abbiamo di noi stessi, come negli ultimi cinquecento anni abbiamo accettato di cambiare le idee che avevamo del mondo.

Potremmo infatti accorgerci, una volta arri-vati in fondo, che al di là di una minuziosa de-scrizione della “macchina” uomo, c’è ancora qualcosa che ci sfugge.

Solo allora inizierà un altro viaggio, molto più lungo e impegnativo.

I TAMBURI DELL’ANIMA

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Tango (particolare)

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Ricordi come ti batteva il cuore quando hai dato il primo bacio? Certo che ti ricordi. Come potresti dimenticarlo? Non potresti, neppure volendolo, è un’emozione infinita che si ripe-te quasi uguale a ogni primo bacio.

Le emozioni sono il carburante psichico di memoria e pensiero. Più forte è l’emozione che accompagna un evento e meglio sarà im-presso nella nostra memoria.

Noi ricordiamo molto bene le emozioni forti e contrastanti come la paura o il piacere in-tenso e lo facciamo, tra l’altro, in modo dif-ferente.

Esiste una memoria del colore, una del suo-no, una dell’immagine e così via, tutte se-parate tra loro. Lo stesso ricordo viene così suddiviso in frammenti tutti poi ricomposti, più o meno precisamente, dall’associazione

di migliaia di cellule che si accendono e si spengono in una coordinazione non sempre identica.

Le memorie olfattive, per esempio, sono tra le più forti che abbiamo, un profumo può evocare immagini ed emozioni inaspettate e far per-sino venire nuove idee. Forse per tutto ciò le nostre decisioni, specie quelle più importanti, non si basano mai solo sul freddo intelletto. Abbiamo bisogno di dare una connotazione affettiva alle nostre scelte. Abbiamo bisogno che la nostra mente abbia un “cuore”.

Ecco perché gli individui innamorati (di qual-siasi cosa), quelli cioè che passano dal so-gno alla vita reale senza scosse, hanno una forza infinita. Possiedono nello stesso mo-mento cuore e mente ovvero i due pilastri intorno ai quali, in un modo o nell’altro, ruota tutta la nostra vita.

MI RITORNI IN MENTE

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I contemplatori di nuvole (particolare)

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A cosa serve invece un cuore quando sem-bra non provare più niente? Com’è possibile che per l’evoluzione dell’uomo sia stato utile conservare la mancanza di energie e l’aridità di voglie e di speranze?

Eppure noi, conquistatori di abissi e conti-nenti, siamo riusciti a trarre vantaggi per-sino dall’incapacità di fare e di volere. Gli Accidiosi sono gregari e sono fedeli, fedeli al gruppo e agli ideali. Sono immuni dalle gravi depressioni, dalle malinconie distruttive e i sensi di colpa impediscono loro di compiere gesti inconsulti.

Così gli Accidiosi non si consumano, non abu-sano del proprio corpo e della propria vita. È chiaro come la specie abbia avuto bisogno di loro, delle loro paure e ansie, perché mentre i coraggiosi spinti dalla lussuria, dalla gola e dalle passioni, si avventuravano in territori

sconosciuti e inesplorati, tanto da non riuscire a tornare indietro, qualcuno doveva pure presi-diare gli spazi che erano stati conquistati. L’accidia porta un altro innegabile vantaggio, l’apprezzamento della lentezza e delle pau-se. Indolenti e stanchi, si vedono vivere e so-prattutto vedono vivere gli altri.

Come mai allora è diventata un vizio capitale?

Perché l’accidia è anche una malattia dell’a-nimo, che colpisce intelletto, volontà e umo-re. E ogni delitto contro una di queste qualità diventa un peccato contro la propria persona e contro il Creatore che ci aveva concepito a sua immagine e somiglianza.

Un Demiurgo e Dio che aveva forgiato l’uni-verso in soli sei giorni, dimostrando che la linea tracciata per l’uomo non doveva essere quella dell’inutile attesa.

ACCIDIA: IL PECCATO DIMENTICATO

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L’equilibrista nudo

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È l’alba dei Terminator di ultima generazione, non quella dei robot ionici e dei nanocalco-latori ad acido nucleico, roba sorpassata, e non è neppure l’ora delle macchine emotive a inferenza variabile, è molto di più. La fron-tiera delle frontiere, quella dove non si vede neppure la luce perché si va più veloci, si oc-cupa di analisi di complessità che si basano sull’incertezza. I confini si spingono, per la prima volta seriamente, sino a lambire l’In-telligenza Artificiale, e si basano sulla pro-babilità, sui meccanismi decisionali e sulla teoria dei giochi.

Si basano, in fondo, sugli errori.

È vero che il nostro cervello non procede mai per certezze assolute, anzi. Nelle scelte fondamentali una serie di circuiti ridondanti vaglia le diverse opzioni ma – alla fine – la decisione è basata anche su variabili influen-zate da ricordi precedenti, condizioni cogni-tive, interferenze emotive e persino motorie.

Uno dei motivi per cui il cervello umano potrebbe consentire differenti tolleranze

nella valutazione degli errori che compie, tanto da evolvere dei circuiti dedicati, de-riva probabilmente dal fatto che mentre al-cuni errori sono potenzialmente letali, altri sono utili a imparare nuove strategie. In ef-fetti, un qualunque programma che ripete all’infinito lo stesso procedimento ha una sola modalità per migliorarsi che è quella di diventare più veloce e più efficiente (ov-vero meno costoso in termini energetico-economici), ma non inventerà mai niente di nuovo.

In mancanza di errori le strutture biologiche non sarebbero mai state in grado di evolvere.

A ben guardare il materiale biologico che più di ogni altro ha applicato il principio dell’er-rore è proprio il codice della vita, lo stes-so DNA. La maggior parte del nostro DNA è piena zeppa di errori, eppure porta le infor-mazioni più preziose che siano mai state trasmesse, contiene le istruzioni su come costruire un essere umano, il prodotto più importante nell’evoluzione di tutte le spe-cie viventi.

ELOGIO DELL’ERRORE

“Tutto sommato la storia degli errori dell’umanità, sembra più importante e interessante di quella delle sue scoperte.”

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Dittico del desiderio

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Sesso e cioccolato fondente, buona musica e champagne. Godete e non pentitevi, mai. Anche perché non potete, altrimenti non sa-reste dei veri Lussuriosi. Vizio capitale per eccellenza e forse per questo, di tutti i vizi, il più naturale e umano.

È piacere dell’animo allo stato puro, bisogni della carne, voglie e animalità. Un vizio che toglie il respiro e – a momenti – rende suc-cubi. I Lussuriosi sono vittime di un sistema del piacere sovradimensionato, per loro tut-to è meraviglioso, pieno di vita e di allegria. Sempre alla ricerca di stimoli che possano aumentare la loro gioia, che non sempre arri-va e troppo spesso non rimane. Travolti dagli eventi della vita e fortemente condizionati dall’ambiente, sono soggetti a sbalzi di umo-re, volontà ed energia. Non è forse un caso che nel nostro cervello i circuiti della gratifi-cazione e del piacere siano anche quelli della malinconia e della disperazione.

I meccanismi biologici della lussuria si atti-vano quando gli animali si alimentano, si ac-coppiano e uccidono il rivale in amore. Tutti comportamenti utili a tramandare i propri geni a discapito di quelli di altri pretendenti. Istinti animali fondamentali, tra i più sempli-ci e più antichi.

La necessità di alimentarsi che diviene vizio di gola e quella di riprodursi che diventa lussuria. Ma allora, se esistono dei sistemi biologici che governano la gioia e il dolore, il piacere e il di-spiacere, la rabbia furente e la calma pacifica, dobbiamo dedurre che esiste una biologia del bene e del male? Probabilmente sì, perché sia-mo gli unici animali morali del pianeta, ma la moralità, a differenza della lussuria, non è una caratteristica del tutto naturale e istintiva.

Del resto, come scrisse Woody Allen, il sesso senza amore è un’esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è una delle migliori.

LUSSURIA: IL VIZIO NATURALE

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