PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI … · C.M. n.301, 8settembre 1989 – Inserimento degli...
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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI
Allegato n. 7 – P.T.O.F. revisione a.s. 2017/2018
1. IL DOCUMENTO 3. PERCORSO OPERATIVO
1.a Premessa 3.a Ingresso
1.b Riferimenti normativi 3.b Alfabetizzazione
1.c Finalità del Protocollo 3.c Insegnamento L2 e
facilitazione
3.d Principi e criteri metodologici
4.e Valutazione
2.FASI DELL’INSERIMENTO 4.f Rapporti col territorio
2.a Iscrizione
2.b Gestione delle informazioni
2.c Accoglienza
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE POLO 2 BORGO C O N I N D I R I Z Z O M U S I C A L E
A M B I T O T E R R I T O R I A L E N . 2 0
p .z z a
C a rd uc c i , 3 - 0 8 3 3 2 6 3 1 0 2 - c . f . 9 1 0 1 2 5 3 0 7 5 3 [email protected] - [email protected]
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7 3 0 1 4 - G A L L I P O L I ( L E )
1. IL DOCUMENTO
1.a Premessa
Il Protocollo d’Accoglienza è un documento deliberato dal Collegio dei Docenti; contiene criteri,
principi, indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni stranieri, definendo anche
compiti e ruoli degli operatori scolastici. Inoltre, definisce le possibili modalità e fasi
dell’accoglienza scolastica e dell’inserimento degli alunni nelle sezioni/classi. L’adozione del
Protocollo da parte della scuola garantisce l’attuazione delle normative ministeriali che
attribuiscono al Collegio dei Docenti precisi compiti deliberativi in tal senso.
La presenza di alunni di recente immigrazione può rappresentare un elemento di complessità per
l’organizzazione della scuola e per la didattica ma, indubbiamente, costituisce un’importante
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opportunità di crescita e di confronto interculturale. E’ necessario, pertanto, sostenere una
leadership diffusa, capace di promuovere, all’interno della scuola, la dimensione dell’apertura e
del riconoscimento reciproco e, all’esterno della scuola, la relazione e le intese necessarie con le
altre scuole, con le istituzioni e le risorse del territorio.
Il presente Protocollo delinea i processi di progettazione, gestione e organizzazione, relativi
all’inclusione degli alunni stranieri, sia nell’impostazione educativo-didattica, sia nelle strategie
operative messe in atto per favorire i processi di apprendimento e integrazione degli alunni con
cittadinanza non italiana.
Nella definizione e gestione del protocollo, il Dirigente Scolastico svolgerà il proprio ruolo di
promozione e di coordinamento, favorendo la condivisione di strumenti attuativi della proposta
formativa ed assicurando altresì il regolare espletamento degli atti relativi all’iscrizione e
all’assegnazione alle classi degli alunni di provenienza estera , in sintonia con la normativa vigente.
2.a Riferimenti normativi
Costituzione della Repubblica Italiana 1948 art.34
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo ONU, 10 dicembre 1948
Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo ONU, 20 novembre 1959
C.M. n.301, 8settembre 1989 – Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo
C.M. n.205 del 26/7/90: “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri . L’educazione
interculturale”
C.M. n.122 del 28/4/92 : “Pronuncia del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
sull’Ed. interculturale nella scuola pubblica ”
C.M. n.138 del 27/4/93 : “Pronuncia del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.
Razzismo e antisemitismo”
C. M. n.5, 12 gennaio 1994 - Iscrizione degli alunni stranieri anche sprovvisti di permesso di
soggiorno
C.M. n.73 del 27/3/94 : “Dialogo interculturale e convivenza democratica : l’impegno
progettuale della scuola”
Legge n. 40, 6 marzo 1998 (Turco-Napolitano) – Disciplina dell’immigrazione e condizione
giuridica dello straniero
Decreto Legislativo n.286,25 luglio 1998 “Disposizioni concernenti la disciplina
dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”
D.P.R. 31/8/99 n.394, art.45, “Iscrizione scolastica”
L. n. 189,30 luglio 2002 (Bossi-Fini ha confermato le precedenti procedura di accoglienza)
C.M. n. 24 del 01/03/06 Prot. N. 1148/A6: “Linee guida per l’accoglienza degli alunni
stranieri” (2006/2007)
La via italiana per la scuola interculturale l’integrazione degli alunni stranieri - MIUR-
ottobre 2007
D.P.R. n. 122 22/06/2009 “Regolamento norme vigenti per la valutazione degli alunni”;
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C.M. n. 2/8 gennaio 2010: Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con
cittadinanza non italiana
D.M. 27/12/2012 “Bisogni Educativi Speciali” (Nota ministeriale 2013 Piano Didattico
Personalizzato);
C.M. n. 8/6 marzo 2013: Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento
per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica. Indicazioni operative”.
MIUR, Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri. 20 Febbraio 2014
MIUR, nota 09/09/2015 Diversi da chi? a cura dell’Osservatorio Nazionale per
l’Integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura.
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (MIUR, dicembre
2014)
2.c Finalità del Protocollo
- Favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova
ostacoli al pieno inserimento;
- costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture e con le ‘storie’ di ogni
allievo;
- proporre nuove collaborazioni tra docenti nell’elaborazione di risposte personalizzate ai
bisogni educativi e didattici degli alunni;
- sollecitare una riflessione maggiormente partecipata rispetto alle problematiche
pedagogiche, didattiche e culturali poste dalla società complessa e multiculturale;
- promuovere l’attenzione nei confronti degli alunni di seconda generazione al fine di
potenziare competenze e abilità di base, per sostenere il successo scolastico;
- sollecitare maggiore consapevolezza rispetto al disagio emotivo che spesso accompagna il
percorso migratorio;
- promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi
dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.
2. FASI DELL’INSERIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI
◊ Amministrativa-burocratica (iscrizione);
◊ Comunicativa-relazionale (prima conoscenza e proposta di assegnazione alla classe)
◊ Operativa (percorso didattico-educativo, insegnamento dell’italiano L2, interventi di
facilitazione, raccomandazioni per i docenti, valutazione);
◊ Principi e criteri metodologici di programmazione
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◊ Validazione e certificazione degli apprendimenti non formali e informali
◊ Sociale (rapporti e collaborazioni col territorio).
2.a Iscrizione
Obiettivi: far sì che l’iscrizione a scuola dell’alunno straniero costituisca il primo passo di un
percorso di accoglienza dell’alunno e della sua famiglia.
Iscrizione dello studente
L’ assistente amministrativo degli uffici di segreteria preposto:
1. si fa carico della richiesta di iscrizione avanzata dalla famiglia;
2. raccoglie la documentazione relativa alla precedente scolarità (scuola di provenienza,
grado raggiunto, scheda di valutazione, etc.)
3. acquisisce l’opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica;
4. acquisisce la documentazione relativa agli obblighi vaccinali;
5. fornisce alla famiglia una prima informativa sul sistema scolastico italiano e
sull’istituzione scolastica (orario, contatti, libretto assenze, cedole librarie, etc.)
6. cura tutte le successive pratiche al fine di perfezionare l’inserimento dell’alunno;
7. fissa un appuntamento con la famiglia e il docente referente/mediatore per la
presentazione della scuola e la prima acquisizione di informazioni.
2.b Gestione delle informazioni
Obiettivi:
- facilitare la comunicazione fra la scuola e la famiglia straniera ricorrendo ad eventuali
interventi di interpreti o mediatori culturali per superare le difficoltà linguistiche
- creare un clima di apertura che riduca il distacco e la diffidenza dell’alunno e della famiglia
verso la realtà scolastica
Colloquio con la famiglia e con lo studente – Patto formativo
Il docente referente e/o eventualmente un membro della commissione di accoglienza, e/o
docente FS - possibilmente avvalendosi di un mediatore culturale - gestirà un primo
colloquio con la famiglia finalizzato all’acquisizione di informazione relative a:
- biografia scolastica
- situazione familiare
- progetto migratorio della famiglia
- storia dell’alunno
- interessi, abilità, competenze
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-auto-percezione dell’alunno (come mi considero, come sto con gli altri, cosa so fare, cosa
vorrei fare…)
- abilità, interessi, competenze possedute, ritenuti punti di forza da attivare nel processo di
apprendimento e le difficoltà;
E’ importante, nella fase iniziale dell’inserimento, conoscere gli aspetti sopraindicati per evitare
di proporre percorsi di apprendimento o troppo difficili o troppo facili che possano demotivare o
creare nell’alunno atteggiamenti di rifiuto.
È essenziale, inoltre, favorire sin dal principio un buon rapporto scuola–famiglia ed incentivare i
genitori a seguire con attenzione il percorso formativo dei/delle propri/e figlie sin dal loro avvio,
cercando di fornire, laddove dovessero mancare, tutti gli strumenti per poterlo fare. Il colloquio
potrà essere concluso da una visita e presentazione della struttura scolastica.
Durante il colloquio sarà compito dei docenti rendere il più possibile esplicito ciò che la scuola
richiede agli alunni:
- l’esecuzione dei compiti a casa.
- la gestione del materiale scolastico
- consensi per uscite didattiche e comunicazioni di assenze
- rispetto del patto formativo
Si stabilisce un patto formativo con lo studente e la sua famiglia dove si richiede l’acquisizione
della lingua italiana come un obiettivo fondamentale.
Si prospetta una buona acquisizione della lingua italiana nell’arco di almeno 3 anni.
Rapporto scuola-famiglia: si richiede la partecipazione dei genitori alla vita scolastica.
2.c Accoglienza
Obiettivi:
- Individuare la classe di inserimento
- Elaborare percorsi personalizzati
- Predisporre un ambiente accogliente
La C.M. 2/2010 contiene indicazioni circa la “Distribuzione degli alunni con cittadinanza non
italiana tra le scuole e formazione delle classi”. A proposito della formazione delle classi si
elencano alcuni “punti fermi, che dovranno costituire da quadro di riferimento alle diverse
iniziative e operazioni da porre in campo per garantire una partecipazione alla vita scolastica
degli alunni stranieri utile e fruttuosa […]”. La circolare raccomanda in particolare: “il numero
degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non potrà superare di
norma il 30% del totale degli iscritti…”. La stessa CM ribadisce che “gli alunni stranieri soggetti
all’obbligo di istruzione sono iscritti d’ufficio alla classe corrispondente all’età anagrafica.
L’allievo straniero può tuttavia essere assegnato a una classe diversa sulla base di criteri
definiti dai Collegi dei Docenti tenendo conto della normativa vigente”. Pertanto se all’inizio
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dell’anno, l’alunno presenta una corrispondenza fra età e classe, comprovata da
documentazione scolastica, l’inserimento avviene nella classe corrispondente. L’iscrizione in
una classe diversa (immediatamente precedente o successiva) avverrà tenendo conto:
- dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno;
- dell’accertamento di competenze, abilità, e livelli di preparazione dell’alunno;
- del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Pese di provenienza;
- del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno;
- del periodo dell’anno scolastico nel quale viene effettuata l’iscrizione (es. per iscrizioni
richieste verso la fine del secondo periodo, è auspicabile evitare situazioni che sfocino
inevitabilmente nel cambio classe per ripetenza).
La scelta della sezione avverrà invece sulla base dei criteri :
- il numero degli allievi per classe
- la presenza di altri stranieri
- la presenza di altre situazioni problematiche e delle dinamiche relazionali dei diversi
gruppi-classe, per distribuire equamente il compito delle programmazioni individualizzate.
L’art. 45 del DPR 349/99 specifica che, per gli alunni con cittadinanza non italiana, l’iscrizione
può avvenire anche in corso d’anno, al momento dell’arrivo in Italia. In questi casi il Dirigente
Scolastico procede nell’individuazione della classe più idonea a accogliere il nuovo iscritto.
Nell’accoglienza degli alunni immigrati gioca un ruolo fondamentale il Dirigente Scolastico che
svolge la funzione di vero e proprio garante del diritto all’apprendimento nei confronti delle
famiglie straniere. Il Dirigente esercita all’interno una funzione di coordinamento e di previsione in
particolare per quanto riguarda la messa a disposizione di risorse professionali, economiche,
strumentali in modo flessibile secondo le esigenze. All’esterno garantisce relazioni stabili con enti
locali e associazioni, oltre che con le altre scuole del territorio che condividono le stesse
problematiche.
3. FASE OPERATIVA
3.a Ingresso
Per ciascun alunno si prevede una fase provvisoria, corrispondente alla prima settimana di
inserimento, nella quale verranno effettuati i test di rilevazione delle competenze di italiano L2, di
matematica ed eventualmente di lingua straniera. I test di italiano verranno impartiti dai docenti
facilitatori o dai docenti FS.; quelli disciplinari saranno elaborati dai rispettivi docenti di classe con
la collaborazione dei docenti facilitatori. Nella prima settimana, l’inserimento può avvenire
gradualmente, anche riducendo il monte orario settimanale.
Si propongono alcune prove logico – matematiche, organizzate su diversi livelli di competenza.
Si provvede anche a somministrare un test di comprensione-produzione della lingua italiana, allo
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scopo di evidenziare il livello di competenza linguistica (da nullo ad accettabile).
Si possono predisporre schede per la rilevazione di abilità e competenze non verbali.
L'accoglienza non può essere una fase definita nel tempo, ma dovrebbe corrispondere ad una
modalità di lavoro atta ad instaurare e mantenere nel plesso un clima accettabile e motivante per
tutti i protagonisti dell'azione educativa ( genitori, alunni, docenti, collaboratori scolastici). La
collegialità è fondamentale in tutte le fasi della programmazione: la lingua è trasversale a tutte le
discipline e l’alunno appartiene alla classe, non ad un unico insegnante. Sarà compito degli
insegnanti preparare l'accoglienza predisponendo attività finalizzate a :
- favorire la conoscenza con i compagni;
- favorire la conoscenza degli spazi e delle attività della scuola con il coinvolgimento dei
compagni;
- lasciare disponibili materiali nella lingua madre dell’alunno, in modo che tutti vi si possano
accostare (libri di favole, vocabolari bilingue, scritte di saluti, comandi)
- potenziare tutte le occasioni di comunicazione.
3.b Alfabetizzazione
In seguito alla rilevazione del grado di conoscenza della lingua italiana, l’alunno verrà avviato ad
un percorso di alfabetizzazione calibrato al suo livello di partenza. Obiettivo prioritario sarà
l’acquisizione di una funzionale competenza nella lingua italiana, scritta e orale, sia in forme
ricettive che produttive, prima per la comunicazione interpersonale e per l’integrazione scolastica,
poi per lo studio delle discipline, da realizzare attraverso laboratori di Italiano L2. La competenza
linguistica verrà preliminarmente valutata in base ai parametri fissati dal QCER (Council of Europe,
2001), attraverso prove strutturate per la rilevazione del livello di partenza. A seconda dei bisogni,
la scuola attiverà corsi mirati per livello di competenza. Gli interventi per l’apprendimento della
lingua italiana prenderanno in considerazione i bisogni linguistici degli alunni stranieri: la scuola
attiverà laboratori di italiano L2 articolandoli nei livelli previsti dal Portfolio europeo.
I LIVELLI
- LIVELLO 1 (cfr Portfolio europeo livelli P, A1, A2) Alfabetizzazione di base, con l’obiettivo
che l’alunno acquisisca una padronanza strumentale della lingua italiana.
- LIVELLO 2 (cfr Portfolio europeo livelli B1, B2) Consolidamento delle abilità acquisite per
migliorare la capacità espressiva e comunicativa, con l’obiettivo che l’alunno raggiunga una
padronanza linguistica che gli consenta di esprimersi compiutamente e inserirsi nel nuovo
codice comunicativo.
- LIVELLO 3 (cfr Portfolio europeo livelli C1, C2) Apprendimento della lingua per studiare con
l’obiettivo che l’alunno sappia utilizzare la lingua specifica delle varie discipline.
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3.d Insegnamento L2 e interventi di facilitazione
Il C.d.C. presterà particolare attenzione nell’individuare la fase linguistica in cui l’alunno si trova:
fase1: l’alunno neo arrivato impiega da 3 mesi ad 1 anno per apprendere la lingua del “qui
e ora”, per comunicare nella vita quotidiana.
In questa fase:
l’alunno frequenta corsi intensivi di italiano L2 e riceve materiale operativo di italiano L2 da usare
autonomamente.
fase 2: l’alunno conosce la lingua per comunicare nella vita quotidiana e deve acquisire la
lingua astratta, per studiare le discipline.
In questa fase, che dura all’incirca 4/5 anni, è importante che l’alunno frequenti ancora corsi di
italiano L2, anche se non in modo intensivo
I docenti faciliteranno l’apprendimento di ogni disciplina attraverso:
glossari
mappe concettuali
semplificazione delle consegne
linguaggio non verbale e uso delle immagini
sottolineatura dei concetti base
metodo del confronto
modalità di apprendimento cooperativo
valorizzazione dei saperi precedenti
semplificazione dei testi
supporti multimediali
uso di libri di testo nella propria lingua o in lingua veicolare
3.d Principi e criteri metodologici
Tutti i docenti della classe e della sezione si impegnano a:
- rilevare i bisogni specifici di apprendimento e, in accordo con la commissione, favorire la
partecipazione ai corsi di italiano L2, sia quelli organizzati all’interno della scuola, sia quelli
organizzati in ambito extrascolastico;
- prestare attenzione al clima relazionale;
- favorire l’integrazione nella classe/sezione, promuovendo attività di piccolo gruppo;
- progettare momenti di osservazione in situazione;
- strutturare percorsi adeguati alle competenze dell’alunno:
- redigere un piano didattico mirato;
- progettare percorsi alternativi, ad esempio utilizzando le materie di studio per l’ampliamento
delle competenze lessicali e solo successivamente per l’acquisizione dei contenuti;
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- rispettare la flessibilità oraria;
- lavorare per gruppi misti e classi aperte
- individuare modalità di semplificazione e facilitazione linguistica per ogni disciplina o campo
d’esperienza.
- collaborare con l’insegnante del Laboratorio L/I del plesso per continuare, all’interno della classe,
a stimolare, con attività appropriate, l’apprendimento dell’italiano a diversi livelli;
- progettare e realizzare percorsi di educazione interculturale, per trasformare le differenze in un
valore di crescita umana e culturale;
3.e Valutazione
I minori con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale, in quanto soggetti
all’obbligo di istruzione, sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini ita liani (D.P.R.
394/1999 art. 45 , D.P.R. 122/2009 e D.Lvo. 62/2017). La normativa prevede che occorre valutare
ciò che è stato programmato individualmente in un’ottica non solo disciplinare ma formativa:
processi di apprendimento, comportamenti e rendimenti scolastici complessivi . Si ribadisce
l’importanza della valutazione formativa che tenga conto dei progressi rispetto ai livelli iniziali.
In sede di valutazione, il C.d.C. , in base all’eventuale percorso individualizzato (PDP), adotterà una
valutazione “di percorso” , formulando un profilo generale sulla base della progettazione
individualizzata (PDP), dell’impegno personale e tenendo conto delle valutazioni conseguite nei
corsi di italiano L2 e/o nelle attività svolte con altri docenti.
Alla fine del primo quadrimestre, il Consiglio di Classe, dopo aver preso in esame gli elementi
sopra indicati, potrà esprimere, in ogni singola disciplina, anche nel caso in cui l’alunno partecipi
parzialmente alle attività didattiche, una valutazione di questo tipo:
“La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione in
lingua italiana”.
Nel caso di alunni inseriti in corso d’anno, per i quali non è stato possibile effettuare percorsi di
studio individualizzati di durata significativa, si procederà come sopra e si subordinerà l’eventuale
ipotesi di non ammissione alla classe successiva alla luce dei seguenti elementi:
a - il grado di inserimento nel gruppo classe;
b - il livello di maturità fisica e psichica rispetto al gruppo in cui è inserito o dovrebbe essere
inserito;
c - il possesso delle competenze extralinguistiche acquisite nel percorso scolastico;
d - i risultati del lavoro svolto con l’insegnante di italiano L2 o con eventuali docenti che hanno
svolto attività con l’alunno;
e - la motivazione, l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate.
Oppure:
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“La valutazione espressa fa riferimento al PDP (Piano Didattico Personalizzato)/al percorso
personalizzato, programmato per gli apprendimenti, in quanto l’alunno si trova nella fase di
alfabetizzazione in lingua italiana”
3. f Rapporti col territorio
E’ auspicabile l’attivazione di legami attivi col territorio (laboratori, centri per stranieri,
collaborazioni con l’ente locale, etc.) al fine di favorire la costituzione di una rete di supporto che
in modo sinergico possa sostenere il processo di inclusione.
Il presente documento è parte integrante del PTOF 2016-2019 rev. A.s. 2017/2018.