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2016/2017 Protocollo Accoglienza e Integrazione Alunni Stranieri Ins. Referente Intercultura Giada Magliarditi

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2016/2017

Protocollo Accoglienza e Integrazione

Alunni Stranieri

Ins. Referente Intercultura

Giada Magliarditi

Protocollo Accoglienza e Integrazione Alunni Stranieri 1

INDICE

Introduzione ................................................................................................... 2

Il Protocollo d’Accoglienza e Integrazione ...................................................... 3

ORGANIZZAZIONE DEL PROTOCOLLO ..................................................... 4

Prima Fase: AMMINISTRATIVA – BUROCRATICO – INFORMATIVA ...... 4

Seconda Fase: COMUNICATIVA – RELAZIONALE ................................... 6

Terza Fase: EDUCATIVA – DIDATTICA .................................................... 7

L’italiano come seconda lingua ................................................................... 8

Quarta Fase: SOCIALE ............................................................................ 10

VALUTAZIONE ............................................................................................ 11

Protocollo Accoglienza e Integrazione Alunni Stranieri 2

Introduzione

Il protocollo di accoglienza e integrazione degli alunni stranieri è un documento che

viene deliberato dal Collegio dei Docenti ed inserito nel POF.

Contiene criteri e indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni

immigrati, definisce i compiti degli insegnanti, del personale amministrativo e degli

eventuali mediatori culturali.

Traccia le diverse possibili fasi di accoglienza e le attività di facilitazione per

l’apprendimento della lingua italiana.

Il protocollo può essere considerato punto di partenza comune ai tre ordini di scuola,

integrato e rivisto sulla base delle esigenze e delle risorse della scuola.

Questo documento fa riferimento all’ art. n.45 del DPR 31/08/1999 n° 394 ed alle linee

Guida del MIUR sull’integrazione degli alunni stranieri (marzo 2006).

Il PROTOCOLLO di ACCOGLIENZA e INTEGRAZIONE, vuole essere uno

strumento utile a favorire l’inserimento di tutti i bambini stranieri, con una particolare

attenzione a quelli che portano con sé un vissuto di sradicamento, più o meno

traumatico, dai luoghi d’origine.

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Il Protocollo d’Accoglienza e Integrazione

CHE COS’È

• E’ un documento che attesta un accordo preso

• È un insieme di norme che regolano lo svolgersi di un’azione

• È un punto di partenza comune, all’interno del percorso dei vari team docenti

COME DEVE ESSERE

• Flessibile

• Integrato

• Aggiornato in base alle esperienze

• Condiviso dal personale scolastico

CHE SCOPO HA

• Presentare una modalità corretta e pianificata, con la quale affrontare e facilitare

l’inserimento scolastico e l’integrazione degli alunni stranieri

A COSA SERVE

• Definire pratiche condivise all’interno dell’Istituzione Scolastica, per l’accoglienza

degli alunni stranieri

• Sostenere gli alunni neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto

• Instaurare un rapporto collaborativo con le famiglie degli alunni stranieri

• Promuovere le competenze linguistiche degli alunni stranieri;

• Diminuire l’insuccesso scolastico degli alunni stranieri;

• Promuovere la collaborazione tra ordini di scuole e tra scuola e territorio

COSA CONTIENE

• I criteri e le indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni stranieri

• La definizione dei compiti e dei ruoli degli operatori scolastici

• Le fasi dell’accoglienza

• Le modalità di intervento per l’apprendimento della lingua italiana

• Le risorse umane ed economiche per tali interventi

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ORGANIZZAZIONE DEL PROTOCOLLO

Il protocollo d'accoglienza e integrazione delinea prassi condivise di carattere:

Amministrativo – burocratico – informativo che riguardano l'iscrizione e

l'inserimento a scuola degli alunni stranieri;

Comunicativo – relazionale riguardante i compiti e i ruoli degli operatori scolastici

e le fasi dell'accoglienza a scuola;

Educativo – didattico che traccia le fasi relative all'assegnazione della classe,

insegnamento dell'italiano come seconda lingua;

Sociale che individua i rapporti e le collaborazioni con il territorio.

Prima Fase: AMMINISTRATIVA – BUROCRATICO – INFORMATIVA (iscrizione)

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, Segreteria, Docente Referente Intercultura

L’iscrizione rappresenta il primo passo di un percorso d’accoglienza dell’alunno

straniero e della sua famiglia.

L’iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei

modi e alle condizioni previste per i minori italiani e può essere richiesta in qualunque

periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri vengono iscritti alla classe

corrispondente all’età anagrafica, salvo, in attuazione dell’art. 45, comma 2, del DPR

394/99, che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo

conto:

• dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza, che può determinare

l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella

corrispondente all’età anagrafica;

• del corso di studi eventualmente seguito nel Paese di provenienza;

• del titolo di studio eventualmente posseduto;

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• dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione.

Al fine di realizzare nella maniera più idonea l’integrazione dei minori stranieri la loro

ripartizione nelle classi avverrà in modo da evitare la costituzione di classi in cui risulti

predominante la loro presenza (di norma non oltre 5 per classe).

Fra il personale di segreteria vi sarà un incaricato al ricevimento delle iscrizioni degli

alunni stranieri, anche al fine di affinare progressivamente abilità comunicative e

relazionali che aiutano l’integrazione con i nuovi utenti.

Al momento dell’iscrizione sarà opportuno:

• fornire la modulistica bilingue necessaria;

• dare alle famiglie le informazioni utili per garantire il diritto/dovere allo studio

(informativa sull’Istituto, sul diritto allo studio, ecc.);

• acquisire l'opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica;

• raccogliere la documentazione relativa alla precedente scolarità (se esistente) o una

dichiarazione del genitore attestante la classe e il tipo di istituto frequentato.

• fissare il primo incontro tra le famiglie e la Commissione Accoglienza.

La commissione è composta dal Dirigente Scolastico, Docente Referente per l’area

intercultura / alunni stranieri, Docente Funzione strumentale Integrazione, personale di

segreteria (con ruolo consultivo).

Il Dirigente, sentito il parere della Commissione Accoglienza, assegna l'alunno alla

classe tenendo conto della complessità dei gruppi-classe (come presenza di alunni

disabili, situazioni di svantaggio, numero eccessivo di alunni stranieri già inseriti,

alunni ripetenti, dinamiche di gruppi particolari) e del periodo dell’anno scolastico nel

quale viene effettuata l’iscrizione (iscrizioni richieste verso la fine del secondo

quadrimestre devono evitare situazioni che sfocino inevitabilmente in cambio classe

per ripetenza).

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Seconda Fase: COMUNICATIVA – RELAZIONALE (conoscenza dell’alunno e della sua famiglia)

Soggetti coinvolti: Docente Referente Intercultura

La prima conoscenza si articola attraverso un incontro con i genitori e un colloquio con

l’alunno.

In particolare, il docente referente coordina le seguenti azioni:

esamina la prima documentazione raccolta dalla segreteria all'atto dell'iscrizione

effettua un colloquio con la famiglia (eventualmente alla presenza di un

mediatore linguistico) nel quale raccoglie informazione su: situazione familiare,

storia personale e scolastica, situazione linguistica dell'alunno;

effettua un colloquio con l'alunno per la valutazione delle abilità e competenze

linguistiche, dei bisogni specifici di apprendimento e degli interessi;

fornisce alla famiglia informazioni sull’organizzazione della scuola;

propone l'assegnazione alla classe sulla scorta degli elementi raccolti durante il

colloquio, tenendo conto dell’età anagrafica, dell’ordinamento degli studi del

Paese di provenienza, di un primo accertamento di competenze ed abilità, delle

aspettative familiari emerse dal colloquio

fornisce le informazioni raccolte ai docenti che accoglieranno l'alunno in classe

individua con il team docenti percorsi di facilitazione e integrazione.

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Terza Fase: EDUCATIVA – DIDATTICA (inserimento nella classe, educazione interculturale,

insegnamento dell’italiano seconda lingua).

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, Docente Referente Intercultura, Insegnanti

La decisione sull’assegnazione ad una classe viene accompagnata dall’individuazione

dei percorsi di facilitazione, quali:

progettare specifiche attività di benvenuto e conoscenza fra l’alunno straniero e

la classe accogliente.

attivare interventi di sostegno alla classe attingendo a risorse professionali ed

economiche sia interne (ore di compresenza, di progetto, aggiuntive di

insegnamento) sia ove possibile, esterne, mediante accordi e convenzioni con

enti locali, e varie associazioni;

favorire la partecipazione degli insegnanti della classe accogliente agli incontri

del gruppo di lavoro, per progettare interventi facilitanti l’apprendimento

dell’italiano, come L2 (seconda lingua).

Per favorire l’integrazione nella classe, gli insegnanti promuovono momenti di

insegnamento individualizzato, attività in piccolo gruppo, percorsi di educazione

interculturale, uso di strumenti informatici, individuando modalità di semplificazione

o facilitazione linguistica per ogni disciplina.

Un’accoglienza “amichevole” potrebbe anche concretizzarsi nell’individuazione per

ogni nuovo alunno straniero di un ragazzo/bambino italiano – o immigrato da tempo o

nato in Italia da genitori stranieri – che svolga la funzione di tutor, di “compagno di

viaggio”, specialmente nei primi tempi.

Si sottolinea, inoltre che, per un completo inserimento, è necessario che l’alunno

trascorra tutto il tempo scuola nel gruppo classe. L’immersione in un contesto di

seconda lingua parlata da adulti e compagni facilita infatti l’apprendimento del

linguaggio funzionale.

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L’italiano come seconda lingua

I bambini stranieri apprendono la nuova lingua sia nei momenti di insegnamento

guidato in classe, sia attraverso l’acquisizione informale, nei momenti di gioco e

relazione.

Nella prima fase di accoglienza, l’insegnamento della seconda lingua deve quindi

tendere a:

fornire al bambino straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere

di partecipare alla vita relazionale della classe

sviluppare l’italiano utile a partecipare ad alcune attività comuni alla classe e

alla scolarizzazione.

Insegnare l’Italiano come L2 vuol dire insegnare la lingua per comunicare e la lingua

dello studio (la lingua italiana specifica, necessaria per comprendere ed esprimere

concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e una riflessione sulla

lingua stessa).

La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da

4 mesi a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente

extrascolastico.

La lingua dello studio invece può richiedere alcuni anni, considerato che si tratta di

competenze specifiche.

Gli strumenti base (BICS, Basic Interpersonal Communication Skills) della

comunicazione sono fondamentali per una prima ed effettiva interazione dell’alunno

con la nuova realtà.

Inoltre l’apprendimento della L2 avviene in una situazione “mista” a scuola e fuori

scuola; grazie allo scambio con i pari e alle trasmissioni televisive si alimenta ogni

giorno il lessico di parole, espressioni, strutture.

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Durante il processo di apprendimento della lingua della comunicazione l’alunno

attraversa 2 fasi, del silenzio e dell’interlingua.

Nella Fase del silenzio

l’alunno non parla, non produce lingua orale

l’alunno ascolta, “immagazzina” lessico e strutture che poi utilizzerà quando si

sentirà pronto

ha una durata variabile e molto soggettiva

Nella Fase dell’interlingua

l’alunno produce in lingua, sia orale che scritta, ma modellandola sugli schemi

grammaticali e sintattici della L1

più forte è la conoscenza grammaticale e sintattica della L1 e meno pesanti sono

le interferenze

per l’insegnante è importante perché consente di capire su quali punti lavorare:

è necessaria un’analisi dell’interlingua (registrazione/trascrizione)

Apprendere la lingua dello studio richiede un intervento intenzionale di tutte le

discipline e il possesso dei prerequisiti cognitivi (saper memorizzare, comprendere un

testo semplice, riassumere, schematizzare, ecc.)

Uno degli obiettivi prioritari dell’integrazione degli alunni stranieri è quello di

promuovere il raggiungimento delle abilità comunicative interpersonali di base

indicate nel FRAMEWORK (Quadro comune europeo di riferimento per le lingue)

come livello A (A1/A2)

Occorre quindi che tutti gli insegnanti della classe, di tutte le discipline, siano coinvolti.

E’ necessario, pertanto, una programmazione mirata sui bisogni reali e sul

monitoraggio dei progressi della lingua italiana acquisita via via dall’alunno straniero.

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Quarta Fase: SOCIALE

Il protocollo di accoglienza costituisce la base sulla quale verrà costruita una rete di

raccordo tra l’Istituzione scolastiche e il Servizio Sociale del Comune.

Si rivela poi di fondamentale importanza l’instaurazione di un attento e proficuo

rapporto tra la scuola e le famiglie dei minori iscritti, eventualmente facilitato

dall’intervento di mediatori culturali e di operatori del volontariato sociale e di

associazioni interculturali.

Tutto ciò avrà il fine di garantire ad ogni alunno straniero il diritto fondamentale

all’istruzione e alla promozione della propria personalità.

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VALUTAZIONE

Per la valutazione delle competenze di alunni immigrati arrivati da poco in Italia sarà

utile far riferimento ai parametri di valutazione del “quadro comune europeo”,

soprattutto ai livelli A1 e A2 (focalizzando maggiormente l’attenzione su aspetti

comunicativi che su aspetti formali) e gradualmente, puntare ai livelli B1

Una volta valutato il livello di competenze raggiunto dall’alunno, il docente può

predisporre un adeguato intervento scolastico, condiviso anche con gli insegnanti

alfabetizzatori ed eventualmente i mediatori culturali, di sviluppo, supporto e

potenziamento delle abilità linguistiche dell’alunno.

Il ruolo del Referente INTERCULTURA/alunni STRANIERI consiste nel promuovere

e coordinare incontri informativi e propositivi (in fase iniziale, in itinere e in fase finale)

fra docenti coordinatori, alfabetizzatori e mediatori culturali per gli alunni interessati,

in sintonia con i pareri espressi dal team docenti.

Sul documento di valutazione, laddove non si abbiano indicazioni chiare sul

conseguimento degli obiettivi, e, a seconda della data di arrivo dell’alunno e delle

informazioni raccolte sulle sue abilità e conoscenze scolastiche, negli spazi riservati

alle discipline o agli ambiti disciplinari, possono essere espressi enunciati di questo

tipo o simili:

A. “La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova nella fase di

alfabetizzazione in lingua Italiana” (1^fase di alfabetizzazione)

B. “La valutazione espressa si riferisce ad un percorso di apprendimento disciplinare

facilitato e semplificato, in quanto l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione in

lingua italiana” (2^fase di alfabetizzazione)”.

Se si valuta che l’alunno nel corso dell’anno non abbia raggiunto né gli obiettivi minimi

relativi all’apprendimento della lingua stabiliti dal docente alfabetizzatore né gli

obiettivi mirati stabiliti dalla programmazione dei docenti di classe, non è opportuno

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permettergli il superamento alla classe superiore, al fine di garantirgli la possibilità di

approfondire la conoscenza della lingua italiana, L2.

Qualora invece si valuti che il ritardo dell’alunno nel conseguimento di alcuni obiettivi

sia comunque recuperabile, si può optare per una valutazione biennale.

La sospensione della valutazione permane fino a quando l’alunno, fatti regolarmente i

test di italiano, (attraverso la predisposizione di verifiche e schede di studio

semplificate), non abbia raggiunto il livello superiore.

Per quanto concerne la valutazione finale è possibile, almeno per il primo anno

dell’inserimento scolastico degli alunni non italofoni, avere una visione ed un uso più

elastico del documento di valutazione, utilizzando giudizi globali che mettano in

evidenza i progressi nell’acquisizione del lessico disciplinare e le operazioni mentali

che lo sottendono, facendo riferimento agli obiettivi programmati per il singolo piano

didattico personalizzato e tenendo conto dei dati di partenza di ciascun alunno.