Protezione Civile - Settembre/Ottobre 2011

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2PRIMO PIANO Emergenza umanitaria: un punto a sei mesi dal Piano di accoglienza 2FOCUS Online la nuova sezione “Bandi e altre procedure” 2STORIE I bambini di San Giuliano di Puglia anno 1 n. 4 DAL TERRITORIO: EMERGENZA IN BIBLIOTECA, ESERCITAZIONE A BERGAMO • DAL DIPARTIMENTO: “FORMA, INFORMA E GIOCA”, UN BILANCIO DEL PROGETTO 2011 Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

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Anno I, numero 4

Transcript of Protezione Civile - Settembre/Ottobre 2011

2PRIMO PIANO

Emergenza umanitaria:un punto a sei mesidal Piano di accoglienza2FOCUSOnline la nuovasezione “Bandi ealtre procedure”

2STORIEI bambinidi San Giulianodi Puglia

anno 1 n. 4

DAL TERRITORIO: EMERGENZA IN BIBLIOTECA, ESERCITAZIONE A BERGAMO • DAL DIPARTIMENTO: “FORMA, INFORMA E GIOCA”, UN BILANCIO DEL PROGETTO 2011

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Asei mesi dall’attivazione del Piano nazionale per l’accoglienza

dei migranti abbiamo raccolto voci e testimonianze sul campo,

con l’obiettivo di ricostruire insieme il percorso che una

persona profuga o richiedente asilo compie dal momento dello sbarco

in Italia fino alla sistemazione in una struttura di accoglienza.

A parlare sono direttamente i soggetti coinvolti nella gestione

dell’emergenza, per un punto di situazione che mira soprattutto a

raccontare la risposta operativa del Sistema di protezione civile nelle

diverse fasi di soccorso e accoglienza. Ma l’autunno è anche la

stagione delle scuole. Questo numero si lascia attraversare dal tema

con la presentazione delle iniziative del Dipartimento rivolte ai più

giovani per il nuovo anno scolastico e con una lettera di

ringraziamento da parte dei bambini di un Istituto della provincia di

Roma coinvolto nel progetto “A scuola di protezione civile”.

La scuola, luogo simbolo di ogni collettività, è anche al centro della

sezione Storie, dedicata al terremoto di Molise e Puglia del 31 ottobre

2002, così crudele e difficile da ricordare per il crollo dell’Istituto

comprensivo “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia. Un

momento di riflessione che è però anche occasione per discutere di

sicurezza e per ricostruire l’evoluzione della legislazione antisismica in

Italia dal 2002 ad oggi. Dal rientro controllato sulla terra del satellite

UARS alla mostra itinerante “Terremoti d’Italia”, sono diverse le novità

dal Dipartimento. Su tutte, una informazione di servizio: è online dal

10 ottobre la nuova sezione “Bandi e altre procedure”, consultabile

direttamente dalla home page di www.protezionecivile.gov.it.

Una evoluzione del sito che guarda direttamente al cittadino, con

l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi e delle

informazioni. In chiusura, resta confermato l’appuntamento con le news

Dal Territorio: una sezione che cresce ad ogni numero grazie anche

alle segnalazioni che ci inviate su [email protected]

e sulla pagina facebook della rivista.

L’editoriale

Anno 1 n. 4 settembre/ottobre 2011

Pubblicazione bimestrale iscritta alRegistro degli Operatori dellaComunicazione al n. 20383 del6.12.2010

EditorePresidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Direttore responsabileMariacristina Giovannini

RedazioneVincenzo ArenaValeria BernabeiMariacristina GiovanniniSara IacoboniElena LombardoFrancesca PattiMarianna SchiavonCristina Spatola

Art DirectorMaurilio Silvestri

ImpaginazioneSilvia Alessandrini

FotografiRomeo FrisinaMatteo ValenteGino Viani

ContattiServizio C omunicazionee relazioni con il pubblico

00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 [email protected]

PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Per info sui temi trattati nel magazine scrivi al Contact Center. Compila il form in home page www.protezionecivile.gov.it

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2PRIMO PIANO

Emergenza umanitaria:un punto a sei mesidal piano di accoglienza2FOCUSOnline la nuovasezione “Bandi ealtre procedure”

2STORIEI bambinidi San Giulianodi Puglia

anno 1 n. 4

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

2 In questo numero

Editoriale

Primo PianoEmergenza

umanitaria migranti

FocusIl satellite UARS

della NASA

Trasparenza,tutte le procedure

d’affidamento sul sitodel Dipartimento

Riaprono le scuole:le iniziative

del Dipartimento

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StorieI bambini di San Giuliano

Dal TerritorioMatera, un manuale

in braille sulleemergenze per ciechi

e ipovedenti

Calabria, Mimmoe i “Diavoli Rossi”:protezione civile

in carrozzella

Emergenzain biblioteche

e archivi, esercitazionea Bergamo

Friuli Venezia Giulia:seminario sullacooperazione

transfrontaliera

Esercitazione“Vesuvio 2011”

Rischio idrogeologico:a Cesena l’esercitazione

“Ippocampo 2011”

Test sul nuovo pianodi protezione civile

a Castiglione del Lago

Marche, attivitàdi protezione civile percondannati a pene lievi

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Alghero, conferenzainternazionale sugli incendie i cambiamenti climatici

Campania, in arrivola legge regionaledi protezione civile

DalDipartimento“Terremoto - io non rischio”:campagna nazionale per lariduzione del rischio sismico

Comunicazione di crisi:le strutture di protezione

civile europee siconfrontano a Varsavia

Emergenzavulcano Pyuehue:

Mauro Rosinel team

“Protezione civilee responsabilità del

rischio”: un confrontotra giustizia,

comunicazionee protezione civile

“Forma, informae gioca”: un bilancio

del progetto 2011

Terremoti d’Italia:a Roma, Frosinone e Napoli

le prossime tappe

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Geoitalia 2011:l’intervento

del Dipartimentoal Forum italiano

di scienza della Terra

Tsunami nel Mediterraneo:il Dipartimento partecipa

al progetto NeamTws

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ucNormativa

pag. 44

Letterapag. 48

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2Primo Piano

EmergenzaumanitariamigrantiUn punto a sei mesidall’attivazione del Pianodi accoglienza

Èprorogato di un anno, al 31 dicembre2012, lo stato di emergenza per l’ec-cezionale afflusso di cittadini prove-

nienti dai Paesi del Nord Africa.A sei mesi dall’attivazione del Piano di ac-coglienza sono oltre 26mila i migranti assistitinelle strutture regionali. Il Piano, operativodal 15 aprile, definisce la risposta del Siste-ma di protezione civile all’emergenza umanitariae individua le misure di accoglienza, le pro-cedure di gestione e le responsabilità deisoggetti che concorrono alla sua realizza-zione. Il sistema di accoglienza contenutonel Piano garantisce assistenza modulareper un massimo di 50mila migranti nellestrutture individuate dalle Regioni e dalleProvince autonome d’intesa con gli Enti locali.Per i trasferimenti vengono utilizzate tre gran-di navi, mentre ai trasporti via terra provve-dono i Soggetti attuatori delle Regioni di de-stinazione. Il Capo Dipartimento della Pro-tezione Civile è Commissario delegato perl’emergenza umanitaria e si avvale di un grup-po di supporto operativo interno.Questa struttura di coordinamento si occupa

di ripartire i migranti che sbarcano sulle co-ste siciliane, alloggiarli temporaneamentenei centri di Lampedusa, Manduria e altrelocalità, per poi trasferirli verso le varie Regionisecondo i criteri definiti dal Piano.Dalla seconda metà di agosto non sono sbar-cati più migranti del Nord Africa, ma solopersone provenienti dalla Tunisia e dunquerimpatriate secondo le procedure ordinarie delMinistero dell’Interno.Il 14 settembre il Centro di Manduria è sta-to chiuso e il 24 settembre l’isola di Lampe-dusa è stata dichiarata “porto non sicuro perlo sbarco dei migranti ai fini del soccorso inmare”. Dal Piano nazionale discendono i di-versi piani regionali per l’attuazione delle mi-sure di assistenza previste a livello localeSu indicazione del Commissario delegato, èstato costituito il Gma - Gruppo di monito-raggio e assistenza, nato per dare supportoai Soggetti attuatori e per verificare il rispet-to degli standard minimi di assistenza pre-visti dal Piano e l’omogeneità di trattamentodei migranti sul territorio.Il Gma è composto dai rappresentanti del Di-partimento della Protezione Civile, del Mini-stero dell’Interno con il Dipartimento per le Li-bertà civili e l’immigrazione, della Conferen-za delle Regioni, dell’Upi - Unione delle pro-vince d’Italia, dell’Anci - Associazione na-zionale comuni italiani, dell’UNCHR - Uni-ted Nations High Commissioner for Refuge-es e dello IOM - International Organizationfor Migrations. Procedure, metodologie eschede di valutazione sono state sviluppatein modo condiviso dal Gma.I risultati delle valutazioni sono progressiva-mente trasmessi al Commissario delegatoper elaborare misure di supporto all’attività dei

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L’attesa dei migrantinel Centro di soccorsoe prima accoglienza

Soggetti attuatori sul territorio e facilitare ladiffusione delle buone pratiche. Per valuta-re l’assistenza ai minori non accompagnatiè prevista un’attività di monitoraggio speci-fico, a cui partecipano anche rappresen-

tanti del Ministro del Lavoro e delle Politi-che Sociali - Direzione generale dell’Immi-grazione e di Save the Children, organizza-zione non governativa impegnata in Italianella tutela dei minori. 2

Oltre agli avvistamenti da parte dei mezzi ae-ronavali dello Stato preziose sono anche le se-gnalazioni dei pescherecci, delle unità mer-cantili e da parte delle unità della Marina Mi-litare Italiana.Successivamente all’avvistamento la notizia vie-ne veicolata da Lampedusa alla direzione ma-rittima di Palermo – struttura periferica del Cor-po della Capitaneria di Porto – e a Roma, al Co-mando generale centrale operativo.Di lì scattano le operazioni con l’invio nel trat-to di mare interessato delle unità navali e dieventuali mezzi aerei.La Capitaneria di Porto opera anche in con-dizioni meteo-marine avverse, complesse,gestendo imbarcazioni fatiscenti e cariche dipersone. Fino ad oggi sono state portate a ter-mine oltre 500 operazioni con il salvataggio dioltre 40mila migranti.Una volta che si esce in mare viene valutatodalle unità navali il tipo di assistenza o soccorsoche deve essere prestato ai migranti. Se l’im-barcazione naviga senza rischio per la sicu-rezza delle persone, viene scortata sino all’arrivoin porto. Se è in avaria o non è ritenuta sicu-ra per la navigazione si procede al trasbordo.Contemporaneamente è attivato il dispositivoa terra: si procede a chiamare la struttura dicoordinamento della protezione civile, le For-ze di Polizia a terra, la struttura sanitaria e leorganizzazioni umanitarie che coadiuvano leoperazioni di accoglienza.

Quali sono le tappe che affronta unapersona migrante dallo sbarco alla si-stemazione nel Cspa di Lampedusa?

Lo abbiamo ricostruito insieme ai soggetticoinvolti nelle operazioni di soccorso e pri-ma accoglienza.

U Dall’avvistamento allo sbarco: la Capitaneria di Porto e le operazionidi soccorso in mareTenente di Vascello Antonio Morana, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa

Uno dei compiti del corpo della Capitaneriadi Porto è il coordinamento delle operazionidi soccorso in mare per chiunque si trovi inpericolo di vita e, dunque, anche per le per-sone migranti.Oltre all’impiego diretto delle unità navali pro-prie, il comando generale con una strutturacentrale e periferica coordina anche i mezzi ae-ronavali delle altre forze in campo a Lampe-dusa: Guardia di Finanza e unità navali dei Ca-rabinieri, oltre che le risorse presenti in mareaperto o in porto che possono agevolare le ope-razioni di soccorso.L’esperienza maturata a Lampedusa insegnache gli avvistamenti delle imbarcazioni dei mi-granti sono effettuati dalle unità navali o daimezzi aerei in pattugliamento nel tratto di mareda Lampedusa alla Libia.

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La prima accoglienzaTutte le fasi dallo sbarco all’arrivo nel Centrodi soccorso e prima accoglienza di Lampedusa

2Primo Piano

si realizza un cordone di sicurezza e si con-corre ai servizi di soccorso e assistenza perprocedere poi all’accompagnamento dei mi-granti nel centro. Qui si avvia la fase di iden-tificazione dei cittadini stranieri. Questa procedura si apre con una intervista daparte del personale dell’Ufficio immigrazionedella Questura di Agrigento e della Direzionecentrale dell’immigrazione in collaborazionecon i mediatori culturali. Si procede poi con unaseconda fase curata dalla Polizia scientifica peruna compiuta identificazione della persona el’inserimento nella banca dati nazionale.Una volta avviata la sistemazione dei migran-ti nel Centro di accoglienza, per le Forze di Po-lizia prosegue l’ordinaria attività di vigilanza etutela della sicurezza pubblica.Una fase delicata è il trasferimento tramitepullman dei migranti verso le navi o gli aero-

Una volta a terra – dopo la prima assistenzaa bordo da parte del corpo sanitario dell’Ordinedi Malta – i migranti sono affidati alle cure deisanitari e, poi, della Polizia di Stato per il tra-sferimento al centro di accoglienza.

U Il ruolo delle Forze di Polizia: lo sbarco, l’identificazione, il trasferimento dei migrantiGiuseppe Bisogno, Questore di Agrigento

L’operato delle Forze di Polizia sul fronte im-migrazione a Lampedusa si inquadra nelle re-sponsabilità dell’Autorità provinciale di pub-blica sicurezza. Nella fase di avvicinamentodi una imbarcazione le Forze di Polizia sonochiamate a predisporre i servizi di ordine e si-curezza pubblica. Al momento dello sbarco

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Lampedusa, un momentodello sbarco dei migrantial molo Favaloro

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porti. Ulteriore mansione riguarda i minori nonaccompagnati. La Questura di Agrigento ha ilcompito di individuare i posti disponibili nel-le case di accoglienza del distretto di compe-tenza e deve provvedere anche all’accompa-gnamento dei minori al di fuori dal distretto dicompetenza, nelle case di accoglienza indi vi-duate dal Soggetto attuatore: il Ministero delLavoro e della Solidarietà sociale.

U La scheda sindromica e la primaassistenza sanitaria del migranteMaria Cristina Crisafi, medico del Centro di soccorso e prima accoglienza

Quando i migranti raggiungono il Centro di soc-corso e prima accoglienza, dopo le procedu-re di identificazione, è avviato un primo mo-nitoraggio sanitario delle patologie significati-ve che possono compromettere la salute delmigrante. Durante questo primo screening dia-gnostico si compila una scheda sindromica.Se positiva, i migranti seguono le procedure delServizio sanitario nazionale. Se negativa, i mi-granti vengono accompagnati nei loro alloggi.Le persone accolte nel centro sono comunqueinvitate a tornare in ambulatorio per qualsia-si problematica o per segnalare sintomi non ri-feriti ad un primo colloquio. Nella scheda sa-nitaria, che accompagna il migrante dal cen-tro di accoglienza in poi, sono indicate anchele patologie che hanno bisogno di cure quo-tidiane. Sono molto frequenti le sindromi da raf-freddamento e gli stati di astenia, legati so-prattutto alle difficili condizioni di viaggio af-frontate dal migrante. I pazienti che hanno bi-sogno di medicine viaggiano con un foglio diterapia destinato alla struttura di ricezione pergarantire continuità nelle cure. 2

2Primo Piano

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Lampedusa, il recuperodelle imbarcazionial molo Favaloro

2Primo Piano

Sono un mediatore del Cies - Centro informazione ed educazione allo sviluppo. Come mediatore culturaleaiuto ad assistere i migranti che sbarcano sull’isola di Lampedusa. All’interno del Centro lavoro conl’Ufficio immigrazione per l’identificazione dei migranti che consiste nel compilare una scheda personale incui sono indicati il nome, il cognome, la data di nascita, la nazione e il luogo di partenza. Quando il migrante arriva, se è troppo stanco o malato, viene accompagnato al pronto soccorso el’identificazione può avvenire anche lì. Se invece le condizioni di salute sono buone, si acquisiscono i datidirettamente nella postazione dell’Ufficio immigrazione. La prima domanda è sei solo/a o accompagnato/a? Questa è una informazione fondamentale da raccogliere, in modo da tenere vicini i componenti di un nucleofamiliare anche nel successivo trasferimento dal Cspa. Per i bambini, le procedure di identificazione sonosvolte insieme con i genitori, e per i più piccoli in braccio alla mamma. I dati raccolti in questa prima fasepossono essere successivamente integrati dal migrante, con dati o informazioni che vuole comunicare eche ha tralasciato di riferire ad un primo colloquio. Il mediatore, in base alla sua esperienza, è anche ingrado di segnalare se una persona migrante indica una provenienza non compatibile, ad esempio, con lesue competenze linguistiche. In questo caso, accanto alla nazionalità dichiarata, viene riportata anche lanazionalità presunta suggerita dal mediatore. È una informazione aggiuntiva, che non mette comunque indiscussione quanto dichiarato dal migrante. I mediatori che lavorano nel Cspa accompagnano il migrantenella sua vita nel centro, oltre che per la fase di identificazione, anche per la visita medica, i pasti e tuttele altre esigenze quotidiane.

TESTIMONIANZA LA MEDIAZIONE CULTURALE NEL CENTRO DI LAMPEDUSA

Sakahria Traorè, insegnante di inglese e mediatore culturale. Originario della Costa d’Avorio, è in Italia da 12 anni

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Una delle emergenze che ci sono a Lampedusa, oltre a quella dell’accoglienza dei migranti, riguarda leimbarcazioni. Il problema è di ordine logistico – mancanza di spazio sul molo per le operazioni di soccorsoe per le manovre di ormeggio di nuovi barconi con i migranti – ma anche di natura ambientale.

I migranti arrivano, come è noto, a bordo di imbarcazioni fatiscenti e, spesso, in avaria. Una volta in porto, come viene affrontato il problema dello smaltimento dei barconi?Le barche con cui arrivano i migranti hanno fasciame vecchio e il moto ondoso ne aggrava le condizioniprovocandone l’affondamento ed esponendo così a rischio ambientale il territorio circostante. Ogniimbarcazione, infatti, ha idrocarburi e olio motore.Sotto l’egida della Capitaneria di Porto di Lampedusa, che indica le barche maggiormente danneggiate el’ordine di priorità per la dismissione, vengono avviate le operazioni a partire dalle barche con lo scafo piùdanneggiato e soggetto a fratture.

Come si svolge il recupero delle barche?Il recupero delle barche è piuttosto semplice per quanto concerne quelle in galleggiamento. Le fasce dialaggio sono fatte passare sotto la chiglia in modo che la gru sollevi e posizioni a bordo la barca.Per le barche affondate il recupero è più complesso. Poggiando sul fondo, non c’è lo spazio necessario perfar passare le fasce di alaggio. L’operazione viene fatta dai sommozzatori imbracando o l’asse dell’elica ola prora e sollevandola leggermente per il passaggio delle fasce. La gru è tarata fino a 220 tonnellate, mapuò operare fino a 750 tonnellate.

Qual è la procedura di dismissione?La procedura prende il via con la bonifica delle imbarcazioni in galleggiamento. Un camion autospurgo adepressione – ossia una cisterna che crea un vuoto interno – aspira le acque di sentina: una miscelaoleosa dal forte potere inquinante che si crea nel vano motore ed è costituita dall’acqua permeata dalfasciame e dagli oli motore. Quando questa operazione di bonifica sulle barche è completata si passa allarimozione vera e propria. Le barche sono quindi sistemate su un pontone: per rendere il carico stabile èformato un primo pavimento con le barche “piatte”, a cui si sovrappone un secondo strato di barche con“tuga” o sovrastruttura. Una volta terminato il carico, per liberare l’isola le imbarcazioni vengono trasferitetramite mezzo nautico – pontone – in centri di smaltimento. Il pontone è autopropulso a sei motori, si puòmuovere autonomamente in porto, ma viene trainato e scortato da un rimorchiatore.Le barche sono dunque frantumate tramite sistemi meccanici. Vengono separate le parti metalliche dallaparte legnosa. Questi materiali avranno un destino diverso: la parte metallica finirà nel mercato delrecupero, mentre la parte legnosa – sarà distrutta in appositi impianti.

INTERVISTA LO SMALTIMENTO DEI BARCONI

Walter Mazzei, Dipartimento della Protezione Civile, Ufficio Rischi idrogeologici e antropici, Servizio rischio ambientale

Nella pagina precedente, la primaaccoglienza dei migranti al molo Favaloro. In questa pagina, lo smaltimentodei barconi a Priolo Gargallo

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centro di smistamento per organizzare itrasferimenti dei migranti nelle strutture re-gionali, nell’ambito del Piano nazionale diaccoglienza. Il periodo di permanenza nelcentro è in media di 10-15 giorni. Oltre al-l’allestimento della tendopoli, in 48-72 oresono stati realizzati anche gli allacci elet-trici, idrici e il sistema di fognature. Si ècreato un coordinamento operativo moltoefficace e una buona sinergia con gli Entiterritoriali. All’interno della tendopoli, l’or-ganizzazione dei servizi è stata affidata adun Ente di comprovata esperienza e ca-pacità, in grado di garantire non soltanto ipasti, ma anche i servizi alla persona.

U La gestione del Centrodi temporanea accoglienza Il direttore del Centro di Manduria Nicola Lo Noce, Responsabile dell’Ente gestore “Connecting People”

All’interno del Centro, la giornata del mi-grante viene scandita innanzi tutto dai pa-sti: intorno alle 8.00 c’è la colazione, alle12.45 il pranzo, alle 18.45 la cena. In mez-zo ci sono una serie di attività, tra cui lelezioni di lingua italiana, che hanno moltosuccesso e che vengono fatte in due mo-menti diversi della giornata per i francofo-ni e per gli anglofoni, per non sovrappor-

2Primo Piano

Il Centro di Manduria è nato in un’areadel demanio della Marina Militare do-ve c’era un aeroporto dismesso della

seconda guerra mondiale. La struttura èstata realizzata in poco più di 48 ore, dal25 al 27 marzo, a seguito di un’intesa trail Ministero dell’Interno e il Ministero del-la Difesa e grazie al lavoro di 600 Vigili delfuoco. Il progetto è stato condiviso con lerappresentanze territoriali e con gli ammi-nistratori locali. Ad aprile il Centro ha rag-giunto una capacità ricettiva di circa 3.700migranti, quasi tutti di nazionalità tunisi-na. Il tetto massimo è stato poi ridotto a1.500 ospiti al giorno. Dal 4 maggio a me-tà settembre sono stati ospitati quasi 12mi-la migranti sub sahariani in fuga dalla Li-bia di 30 nazionalità diverse, in particola-re di: Nigeria, Ghana, Mali, Ciad e Burki-na Faso. Il 14 settembre la struttura è sta-ta svuotata.

U Il funzionamento della strutturaIl Soggetto attuatore di Manduria Michele Campanaro, Vice-Prefetto Vicario di Taranto

Il Soggetto attuatore di Manduria è il brac-cio operativo del Commissario delegato sulterritorio, con il compito di gestire il Cen-tro temporaneo. La struttura funziona da

Manduria: il Centro di temporanea accoglienzaLa struttura è stata chiusa il 14 settembre

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re le traduzioni. Inoltre, ci sono i tornei dicalcio e le partite di basket. L’Ente gesto-re si occupa di tutto quello che non ri-guarda la sicurezza, che è di competenzadella Questura: dalla fornitura di beni co-me le schede telefoniche e le sigarette, al-le pulizie, ai pasti e all’assistenza alla per-sona ad ogni livello. Per tutta la giornatasono a disposizione gli psicologi, gli assi-stenti sociali e legali, per chi ha bisogno diraccontare la propria storia, o di ricostruirlanel miglior modo possibile per presentarela richiesta di asilo. Fin dall’arrivo sui pul-lman viene spiegato ai migranti che Man-duria è una struttura di accoglienza tem-poranea e che saranno trasferiti in tempirapidi nelle strutture per la seconda acco-

glienza. Subito dopo l’ingresso nel centro,tutti vengono sottoposti a visita medica. Seci sono soggetti con particolari problema-tiche sanitarie, grazie agli accordi con laAsl di Taranto, vengono immediatamente12mila ospiti, ci sono stati al massimo unadecina di casi. Nel campo ci sono musul-mani, cristiani presbiteriani, pochissimicattolici e persone di altri riti cristiani. Unodei momenti più suggestivi è osservarequeste persone mentre pregano all’im-brunire, perché nello stesso momentovedi i musulmani rivolti verso La Mec-ca e i cristiani presbiteriani che prega-no urlando: una Babele dove ognuno sirivolge a Dio nella sua lingua e con lasua preghiera. 2

Come sono cambiate nell’ultimo ventennio le prospettive del Dipartimento di PubblicaSicurezza sul tema dell’immigrazione? Prima si guardava allo straniero come a un potenziale nemico e si prendevano provvedimenti immediati perl’espulsione, oggi, invece, con gli afflussi massicci, il tema dell’immigrazione si è trasformato da unproblema di sicurezza a un tema sociale. Gli uffici immigrazione si sono ampliati e riorganizzati, i permessidi soggiorno sono stati digitalizzati.

Come è cambiato nel tempo il ruolo di Taranto? Per la sua posizione geografica, Taranto non è mai stata esposta ai flussi migratori, lo è diventata conquesta emergenza. Il Centro di Manduria è nato proprio come prolungamento di Lampedusa perl’accoglienza temporanea dei migranti.

Qual è il compito delle forze dell’ordine all’interno del Centro di Manduria? Accogliere i migranti, dare loro i tesserini identificativi in base alle generalità che dichiarano e garantire lavigilanza e la prevenzione nel Centro h24. Inoltre, scortare i trasferimenti nei centri di seconda accoglienza.Nei momenti di maggiore presenza dei migranti sono state sfiorate le 100 unità per turno, mentre a metàsettembre erano 30 per turno, compreso il personale della Questura e i funzionari di rinforzo.

INTERVISTA IL RUOLO DELLE FORZE DELL’ORDINE NEL CENTRO

Giuseppe Mangini, Questore di Taranto

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2Primo Piano

TESTIMONIANZAIL RUOLO DEL VOLONTARIATO:ATTIVITÀ ANTINCENDIO E LOGISTICA

Patrizio Losi,Presidente nazionale della Fir CB - Federazione italiana ricetrasmissioni

TESTIMONIANZAIL NUCLEO OPERATIVO NELLA STRUTTURA DI MANDURIA

Armando Curianò,Dipartimento della Protezione Civile, Ufficio Gestione delle emergenze

La nostra organizzazione è stata coinvolta in questaemergenza dal 1° giugno, per le attività antincendioe per la logistica del campo. I nostri interventihanno riguardato soprattutto le piccole emergenze:dalla lampadina che brucia nelle torri faro, alcondizionatore che non funziona. Un’altra parteimportante del lavoro è stata la gestione dellasegreteria del Dipartimento, ovvero l’aggiornamentodelle presenze, la consegna dei buoni carburante edei condizionatori. Abbiamo dato un supporto anchea livello umano: quando gli ospiti hanno piccoliproblemi noi siamo lì a dare loro una mano. Neiprimi due mesi hanno lavorato volontari dellanostra organizzazione locale, cioè della Provincia diTaranto e della Provincia di Brindisi. Poi, d’accordocon il Dipartimento, abbiamo selezionato volontarida tutte le Province d’Italia. Complessivamente, trale strutture locali e le squadre arrivate da tuttal’Italia abbiamo sfiorato le 300 unità.

Il personale del Dipartimento è stato a Manduriasin dall’inizio dell’emergenza. Con la nomina delCapo Dipartimento come Commissario delegato èstato istituito un nucleo operativo nella struttura diManduria con il compito di supportare il Soggettoattuatore e la Questura nei trasferimenti deimigranti dal porto di Taranto verso il campo diManduria e da Manduria nelle strutture regionali.Fanno parte di questo nucleo funzionari del ServizioVolontariato, che coordinano l’attività dei volontariall’interno del campo, personale del ServizioGestione risorse in emergenza, che elaboraproposte da sottoporre al Soggetto attuatore permigliorare la vivibilità del campo e funzionari delServizio Relazioni internazionali, che curano irapporti con le organizzazioni internazionali, inparticolare con l’UNCHR - United Nations HighCommissioner for Refugees, lo IOM - InternationalOrganization for Migrations e Save the Children.

In questa pagina e nellasuccessiva, migrantiospitati nelle strutturedi prima e secondaaccoglienza in Molise

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Com’è organizzata l’accoglienza dei migranti in Molise? In Molise abbiamo una struttura di prima accoglienza, a Campochiaro, dove i migranti rimangono per circa15 giorni e altre strutture di accoglienza permanenti, con un impatto minimo sul territorio: hanno unmassimo di 15 persone per Comune con prevalenza di nuclei familiari. Il Molise ospita complessivamente127 persone distribuite in nove strutture che sono numeri abbastanza rilevanti per questa regione.

Come viene gestita la struttura di Campochiaro?Il campo di accoglienza è organizzato secondo il modello “protezione civile”. Infatti, come per l’assistenzaalla popolazione in emergenza, tutti i servizi vengono affidati alle associazioni di volontariato iscritteall’Albo regionale di protezione civile.

E le struttura di seconda accoglienza?Sono di vario tipo: strutture private o pubbliche per singoli o coppie e strutture con spazi comuni dove inuclei familiari sono ospitati in bungalow o camere. Qui vengono forniti i servizi alle persone da due entigestori: la Caritas Diocesana di Campobasso-Bojano, con la sua struttura di accoglienza, e l’associazione“Dalla parte degli ultimi”.

INTERVISTA IL MODELLO DI ACCOGLIENZA DEL MOLISE

Giuseppe Antonio Giarrusso, Soggetto attuatore del Molise, Dirigente responsabile Servizio protezione civile regionale

In queste pagine descriviamo la fase con-clusiva del percorso dei migranti, che pre-vede il loro trasferimento nelle strutture diseconda accoglienza sul territorio, gestitedalle Regioni. Ci focalizziamo in particolaresull’esperienza del Molise raccontata dal suoSoggetto attuatore che ne illustra il modelloorganizzativo e descrive le strutture e servi-zi presenti sul territorio, dalla struttura di pri-ma accoglienza a Campochiaro, chiusa il 16settembre, e quelle di seconda accoglienzasparse sul territorio. Riportiamo poi la testi-monianza di altre persone che in qualità diresponsabili o operatori raccontano le loroesperienze nell’organizzazione di attività per

Le strutture di seconda accoglienza:l’esperienza del Molise

i migranti, che vanno dalla fornitura dei ser-vizi nelle strutture di accoglienza, come me-diazione culturale e linguistica, assistenzasanitaria, supporto giuridico, alle prime atti-vità per favorire l’integrazione sul territorio.

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2Primo Piano

TESTIMONIANZALE PRIME ESPERIENZE DI INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI

Don Franco,Direttore della Caritas Diocesana di Campobasso-Bojanoe responsabile del centro Caritas a Colle D’Anchise

TESTIMONIANZAORGANIZZARE I SERVIZI NELLESTRUTTURE DI ACCOGLIENZA

Loredana Costa,responsabile della onlus“Dalla parte degli ultimi”

Abbiamo scelto con il Vescovo e le suore dorotee, chequi vivono, di impegnare il centro Caritas di ColleD’Anchise nell’accoglienza dei migranti. Lavoriamocon l’associazione “Dalla parte degli ultimi”, con cuicondividiamo l’idea che l’incontro con la diversitàsia una ricchezza, in termini di cultura e sviluppolocale. Nella struttura sono ospitate 16 persone ecinque bambini. L’integrazione con il paese è iniziatada subito con i campi estivi, il coinvolgimento nellamessa domenicale e l’inserimento nelle scuole localidei bambini. Stiamo già lavorando con il sindaco perfuturi inserimenti lavorativi degli adulti e stiamoipotizzando di integrare nuclei familiari nel tessutotopografico del paese.Al loro arrivo le persone hanno reagito con grandericonoscenza, ma soprattutto con tanta semplicitàe umiltà. Ora la riconoscenza è diventata rispettoreciproco.

L’associazione “Dalla parte degli ultimi” è unaonlus senza scopo di lucro che operaprevalentemente con volontari. Da 25 anni siamoimpegnati nel settore della cooperazione allosviluppo ed è nel nostro dna l’attitudine a lavorarecon realtà che sono diverse dalle nostre, secondoun metodo che privilegia la vicinanza, l’ascolto e lacondivisione. Collaboriamo con i migranti nella gestione dellestrutture e offriamo una serie di servizi di supportocome l’accompagnamento ai servizi del territorio ola mediazione linguistica e culturale, l’assistenzasociale e psicologica, la consulenza legale. Sonodiverse le figure impegnate: l’operatore, checondivide con le persone la vita quotidiana, ilmediatore culturale, l’insegnate, l’operatore chericostruisce le storie-memorie dei migranti, incollaborazione con il consulente legale.

Lavoro nella struttura della Caritas di Colle D’Anchise. Fungo un po’ da mediatrice culturale, ma ilmio vero ruolo è di operatore, che comprende tantissime mansioni dalla gestione del centro all’esseredisponibile ai bisogni delle persone ospitate. Inizialmente è stato faticoso, poi le persone hanno sentito che avevano qualcuno di cui fidarsi, concui parlare, e anche con cui discutere perché le loro modalità culturali e di comunicazione sonodiverse dalle nostre. Loro mi hanno insegnato come comunicare e io ho cercato di non far sentire ladifferenza di ruolo fra di noi. Ora penso che siamo riusciti a creare una bella atmosfera anche se nonè facile mantenerla perché sono persone che vengono da paesi di guerra e che non hanno ancora unacondizione stabile di vita.

TESTIMONIANZA LA VITA QUOTIDIANA NELLE NELLE STRUTTURE D'ACCOGLIENZA

Barbara Raimondo, operatrice e mediatrice nel centro Caritas Diocesana di Colle D’Anchise

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Qual è la funzione del Gma?Il Gma - Gruppo di monitoraggio e assistenza ha il compito di verificare nelle diverse Regioni comeviene realizzato il Piano nazionale di accoglienza, di evidenziare le criticità e di proporre ai Soggettiattuatori soluzioni per favorire un livellamento verso l’alto degli standard di accoglienza nellediverse strutture. L’attività del Gma non si sostituisce a quella che ogni Soggetto attuatore deveesercitare sul territorio di propria competenza. Entro il mese di ottobre si concluderà il primo giro diverifiche. Al termine del primo giro di verifiche, si trarranno le somme parziali del lavoro del gruppoe verranno proposte al Commissario delegato misure per migliorare il livello di accoglienza sulterritorio nazionale.

INTERVISTA IL GRUPPO DI MONITORAGGIO E ASSISTENZA

Giovanni De Siervo, responsabile del Gma

Il Gma - Gruppo di monitoraggio e assistenza, istituito dal decreto n. 3697 del 27 luglio2011, è la struttura di supporto al Commissario delegato per garantire il rispetto degli stan-dard di accoglienza su tutto il territorio nazionale. Il responsabile della struttura ne rac-conta la composizione e le attività.

I compiti e le funzioni del Gruppodi monitoraggio e assistenza

In questa pagina, il centrodi accoglienza di Manduria.Nella pagina successiva, vitaquotidiana a Civitacampomarano

Chi lo compone?È costituito da rappresentanti di diverse amministrazioni ed Enti, quali: Ministero dell’Interno, Conferenzadelle Regioni, Upi - Unione delle province italiane e il Servizio centrale Sprar dell’Anci, il Sistema diProtezione per richiedenti asilo e rifugiati. A questi si aggiungono l’Alto Commissariato delle Nazioni uniteper i rifugiati - UNCHR e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni - IOM che hanno preciseresponsabilità su immigrati, rifugiati e richiedenti asilo. Nel Gma è prevista anche una sezione dedicata almonitoraggio delle strutture per i minorenni non accompagnati. In questo caso la composizione è integratadal Soggetto attuatore per i minori, Save the Children e Anci.

Com’è organizzato?Il Gma è diviso in due sezioni: un coordinamento centrale che indirizza le attività e fa una sintesi di quantorilevato sul territorio e team dislocati nelle varie Regioni. I team sono generalmente composti da unrappresentante del Dipartimento, uno di un ente o istituzione italiana, es. Anci, Upi, Conferenza delleRegioni e uno di un’organizzazione internazionale es. UCHCR, IOM. Questo per favorire la contaminazionedelle sensibilità e visioni con chi ha esperienza in materia.

Come si svolgono le visite nelle Regioni?Normalmente durano tra i tre e i cinque giorni. Iniziano con l’incontro con il Soggetto attuatore dellaRegione e degli altri soggetti coinvolti, a cui seguono le verifiche a campione in alcune strutture diaccoglienza. La visita è finalizzata a fotografare il tipo di accoglienza fornita, che include non solo i servizidi base, come vitto e alloggio, ma anche i servizi aggiuntivi alla persona, come mediazione culturale,assistenza legale, supporto socio-psicologico, insegnamento dell’italiano, secondo gli standard fissati dalMinistero dell’Interno per la gestione dei Cara - Centri di accoglienza per richiedenti asilo. Le informazioniraccolte vengono inserite in questionari, grazie cui è possibile analizzare e rielaborare in modostandardizzato le informazioni.

Alla conclusione di questo primo giro di visite, l’attività del Gma proseguirà con altri cicli di verifiche cheinteresseranno l’intera durata dell’emergenza.

I questionari di monitoraggioI questionari nascono dalla condivisione di strumenti già usati e sviluppati dal Ministero dell’Interno, dalServizio centrale Sprar e dall’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, che sono statisintetizzati e adattati alle esigenze dell’emergenza in corso. Il Gma ha adottato due diversi tipi di questionari: uno per il Soggetto attuatore per raccogliere informazionisulla gestione regionale dell’emergenza, es. condizioni di accoglienza sul territorio regionale, forme disinergia con i soggetti istituzionali coinvolti, assistenza sanitaria, meccanismi di monitoraggio e criticità.L’altro per le strutture di accoglienza che fotografa il tipo di accoglienza, es. condizioni materialidell’accoglienza, servizi di varia natura come mediazione linguistica e culturale, consulenza legaleed eventuali forme di integrazione.

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2Primo Piano

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2 Focus

Dal 22 al 24 settembre 2011, suconvocazione del Capo Dipartimen-to della Protezione Civile, è stato riu-

nito in seduta permanente un Comitatooperativo per seguire il rientro sulla Terra delsatellite della NASA UARS - Upper Atmo-sphere Research Satellite. Sulla base dei datiforniti dall’Asi - Agenzia spaziale italiana, ilsatellite sarebbe potuto entrare in contattocon l’atmosfera terrestre tra il 23 e il 24 set-tembre, interessando anche il territorio ita-liano. Per questo, con decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri è stato disposto dasubito il coinvolgimento delle strutture ope-rative del Servizio Nazionale della Protezio-ne Civile ed è stato affidato al Capo Diparti-mento il coordinamento delle attività.Il Comitato operativo ha terminato la sua at-tività alle 3.45 del 24 settembre, quando èstata definitivamente esclusa la possibilità dicaduta di frammenti del satellite sul territo-rio italiano. La sola probabilità che ciò potesseverificarsi – stimata sempre sotto l’1,5% – hareso però necessaria un’azione di informa-zione della popolazione e la divulgazione dinorme di autoprotezione.

U Le finestre d’interesse per l’ItaliaLa previsione di rientro del satellite sulla Ter-ra, così come delineata dai primi dati del-l’Asi del 22 settembre, era centrata intorno al-le 19.15 di venerdì 23 settembre, con unafinestra di incertezza dalle 13.00 del 23 set-tembre alle 5.00 del 24 settembre. Per l’Ita-lia, le prime finestre di interesse individuatecoinvolgevano le regioni del Nord tra le 21.25e le 22.03 del 23 settembre e tra le 3.34 e le4.12 del 24 settembre.Fino al cessato allarme, queste previsionidi rientro sono state soggette a continui ag-giornamenti poiché legate al comportamentodel satellite nello spazio, agli effetti delladensità atmosferica sugli oggetti in cadutae alle conseguenze sulla materia dell’attivi-tà solare. Per questo, durante i diversi pun-ti di situazione del Comitato operativo, sonocambiate più volte le indicazioni rispetto apossibili aree e tempi di ricaduta di fram-menti del satellite sul nostro Paese. L’ulti-ma di queste, prima del cessato allarme,interessava solo una delle due traiettorieprospettate inizialmente, quella riguardan-te le Province autonome di Trento e Bolza-no, tutte le province del Veneto e del FriuliVenezia Giulia e Brescia e Sondrio per laLombardia tra le 3.34 e le 4.12.

U Lo scambio di informazionicon i paesi del MIC

Il 23 settembre, esperti dei 25 Paesi delMIC-Monitoring Information Centre, colle-gati in tele-conferenza con il Dipartimentodella Protezione Civile, hanno condiviso leinformazioni sull’evoluzione degli scenari re-lativi al rientro sulla Terra del satellite UARSe hanno informato gli altri Paesi sulle attivi-

Il satelliteUARSdella NASAIl Servizio Nazionaleha monitorato il rientro del veicolo spaziale

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tà intraprese per informare i cittadini sullenorme di autoprotezione da adottare. Attra-verso il CECIS - Common Emergency Com-munication and Information System, unapiattaforma informatica in grado di garanti-re lo scambio delle informazioni in temporeale tra i Paesi del MIC, il Dipartimento del-la Protezione Civile ha inoltre messo a di-sposizione tutte le informazioni validate e ag-giornate di cui poteva disporre.

U Le indicazioni per i trasportiDurante tutta l’emergenza, è rimasta liberala circolazione dei mezzi di trasporto aereo,ferroviario, stradale e autostradale. Enav -Ente nazionale di assistenza al volo ed Eu-rocontrol, organizzazione responsabile del-la gestione dei flussi di traffico aereo in Eu-ropa, hanno comunque informato gli aero-naviganti sul possibile rischio di caduta diframmenti sul territorio italiano. 2

BOOM DI CONTATTI AL DIPARTIMENTO

Per rispondere alle domande dei cittadini sugliscenari di rientro sulla Terra del veicolo spazialeUARS della NASA, il servizio Contact Center delDipartimento della Protezione Civile è stato este-so h24 dal 22 al 24 settembre 2011. In tre giorniil numero verde 800 840 840 ha registrato oltremille telefonate, il picco massimo dall’attivazio-

ne del servizio. Anche il sito del Dipartimento,che ha fornito in maniera continuativa le infor-mazioni emerse nel corso delle riunioni delComitato operativo, ha ricevuto quasi 110milavisite. Questo carico ha determinato alcuni ral-lentamenti del servizio e parziali interruzioni, dicui ci scusiamo con i lettori.

Foto Nasa

Il satellite della NASAUARS-Upper AtmosphereResearch Satellite

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2 Focus

Nelle sezione, la suddivisione principale deicontenuti avviene per tipo di procedura:aperta, ristretta e negoziata con pubblica-zione di bando di gara. Sono inoltre pre-senti le procedure negoziate senza pubbli-cazione del bando di gara, le procedure ineconomia e le procedure in convenzioneConsip/Mercato Elettronico. La pubblicazione di quest’ultime non èesplicitamente richiesta dal Dpcm del 26aprile 2011 ma, in linea con i principi dimassima trasparenza della pubblica am-ministrazione, il Dipartimento della Prote-zione Civile ha scelto di pubblicarle. Le pro-cedure sono ricercabili anche per tipo dispesa, tipo di contratto, stato – in corso oscaduto – e data. I bandi e le altre procedure sono pubbli-cate nella sezione con una visualizzazionea schede che traccia l’intero iter approva-tivo della procedura. Per i bandi a proce-dura aperta, ristretta e negoziata ogni pro-cedura vede pubblicati in diversa sequen-

Dal 10 ottobre è fruibile sul sito delDipartimento della Protezione Civi-le www.protezionecivile.gov.it la se-

zione rinnovata “Bandi e altre procedure”.Questa sezione è accessibile direttamentedalla home page del sito e risponde alle di-sposizioni del decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri del 26 aprile 2011“Pubblicazione nei siti informatici di atti eprovvedimenti concernenti procedure adevidenza pubblica o di bilanci, adottato aisensi dell’articolo 32 della legge 18 giugno2009, n. 69”, pubblicato in Gazzetta uffi-ciale il 1° agosto 2011.Il decreto stabilisce, rispettando la norma-tiva di protezione dei dati personali, le mo-dalità di pubblicazione nei siti delle ammi-nistrazioni, degli enti pubblici, degli atti edei provvedimenti concernenti proceduread evidenza pubblica e dispone, anche,che siano resi pubblici i bilanci preventivie consuntivi per cui è già prevista la pub-blicazione sulla stampa quotidiana.

Trasparenza, tuttele procedure d’affidamento

sul sito del DipartimentoOnline la nuova sezione “Bandi e altre procedure”.

A breve tutte le convenzioni

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za temporale i tab “Bando e altra proce-dura”, “Avvisi”, “Esito” e “Contratto”. Pergli affidamenti in procedura negoziata sen-za pubblicazione di bando, in economia ein convenzione Consip/Mercato Elettronicoi tab visualizzati sono “Bando e altra pro-cedura” e “Contratto”. Nei singoli conte-nuti della sezione sono pubblicati e resi sca-ricabili i relativi allegati. Sempre nell’ottica della massima traspa-renza, il sito del Dipartimento rende ac-cessibile dalla home page la pagina “Bi-lancio” che ospita il bilancio previsionaledell’anno in corso e l’archivio dei bilancipreventivi e dei rendiconti consuntivi deglianni passati, a partire dal 2003. La ristrut-

turazione di queste sezioni anticipa la pros-sima pubblicazione sul sito web della pa-gina “Convenzioni” nella sezione “Atti e do-cumenti”. In questa pagina sarà pubblica-to l’elenco delle convenzioni onerose e nononerose stipulate dal Dipartimento dellaProtezione Civile, suddivise per tema e ca-ratterizzate da soggetto, durata e importonel caso di quelle onerose.Obiettivo di queste evoluzioni del sito: mi-gliorare la qualità dei servizi e delle infor-mazioni online rivolte al cittadino, alle im-prese e a tutti gli organi di informazione, maanche contribuire a raggiungere livelli sem-pre maggiori di usabilità e fruibilità dei con-tenuti web nell’interesse dell’utente. 2

Tutte le procedure pubblicate nella sezione “Ban-di e altre procedure” sono organizzate secondo seidiverse categorie di faccette. Le faccette sono delle etichette che racchiudonoun insieme di contenuti con caratteristiche ricon-ducibili a un medesimo ambito semantico. Le cinque categorie di faccette della nuova sezio-ne “Bandi e altre procedure” del sito del Diparti-mento sono:

u Tipo Bandi e altre procedure che caratteriz-za i contenuti per tipo: Avviso, Bando o altraprocedura, Esito, Contratto.

u Procedura che permette di scegliere i conte-nuti in base al tipo di procedura: aperta, ri-stretta, negoziata con pubblicazione del ban-do di gara, negoziata senza pubblicazione delbando di gara, in economia e stipulata nel-l’ambito della convenzione Consip/Mepa.

u Tipo di contratto che permette di cercare leprocedure distinguendole in Lavori, Servizi eForniture.

u Tipo di spesa che cataloga i contenuti in ba-se all’ambito di attività: Funzionamento delDipartimento, Previsione e prevenzione dei ri-schi, Gestione delle emergenze, Gestione del-la flotta aerea.

u Stato che individua le procedure in corso, cioèle procedure per cui è possibile presentareun’offerta, e le procedure scadute.

u Data che si riferisce alla data di pubblicazio-ne del contenuto Bando o altra procedura.

È possibile navigare in questa sezione e ricercarele procedure cui si è interessati selezionando so-lo una faccetta o incrociando diverse tipologie difaccette.

GUIDA ALLA NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Il traguardo di una collettività partecipe,sensibile ai fenomeni naturali e consa-pevole del suo ruolo attivo non può pre-

scindere dal coinvolgimento del mondo del-la scuola.Trasmettere ai giovani una culturadi protezione civile, educarli a conoscere me-glio i rischi presenti sul territorio e a capire qua-li comportamenti e quali scelte occorre adot-tare per rendere più sicuro vivere il nostroPaese, è un versante di impegno fonda-mentale e un investimento sociale di prima-ria importanza. Il Dipartimento della ProtezioneCivile guarda con attenzione al mondo della

scuola e lavora al fianco delle istituzioni com-petenti per veicolare, attraverso gli studenti, unamigliore conoscenza dei rischi, le buone prassiper fare prevenzione in prima persona e le nor-me di comportamento da adottare in emergen-za. In questo quadro si inseriscono le attività dicomunicazione, informazione e diffusione dellacultura di protezione civile che, soprattutto ne-gli ultimi anni, il Dipartimento promuove a par-tire dagli Enti locali e territoriali, per accrescerela sensibilità della collettività sui temi di auto-protezione e tutela del territorio.Come ogni anno, con la riapertura delle scuole

Riaprono le scuole:le iniziative del DipartimentoI ragazzi tornano in classe e, come ogni anno,il Dipartimento avvia le iniziative rivolte ai più giovani

2 Focus

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prendono il via le visite didattiche alla sedeoperativa del Dipartimento della ProtezioneCivile. Il progetto “A scuola di protezione ci-vile”, organizzato in collaborazione con tut-ti gli Uffici e Servizi del Dipartimento, è ri-volto principalmente agli studenti delle scuo-le primarie e secondarie, di primo e di se-condo grado.Nel corso dell’anno scolastico 2010-2011sono stati 36 gli incontri nella sede operati-va, che hanno coinvolto un totale di oltre1.500 studenti, per la maggior parte prove-nienti dal Lazio. Gli incontri, della durata di unamattinata, sono strutturati in base all’età deiragazzi e concordati, di volta in volta, con i do-centi. La giornata formativa prevede una vi-sita guidata alla Sala situazioni Italia, la strut-tura che ha il compito di monitorare e sor-vegliare il territorio nazionale, al Coau - Cen-tro operativo aereo unificato che coordina laflotta aerea statale impegnata nelle attivitàdi spegnimento degli incendi boschivi e alCoemm - Centro operativo per le emergen-ze marittime che cura le attività di soccorsoin mare. Per i più grandi, o su specifica richiesta, èprevisto anche un sopralluogo ai Centri fun-zionali, i centri di monitoraggio e previsionedei rischi sull’intero territorio nazionale.Grazie a queste visite gli studenti possonoguardare da vicino il Sistema nazionale diprotezione civile e comprendere quali sonoi soggetti, i metodi e le dinamiche che lo ca-ratterizzano sia nelle attività ordinarie sia nel-la gestione delle emergenze.I funzionari del Dipartimento, su richiestadegli insegnanti, coinvolgono gli studenti inapprofondimenti tematici: dal rischio sismi-co al rischio vulcanico, dall’attività aeronau-

tica al settore meteo. A conclusione dellagiornata formativa tutti i ragazzi ricevono unattestato di partecipazione e materiale di-dattico per approfondire la conoscenza dei te-mi affrontati.Nel mese di ottobre prende il via anche ilprogetto “Scuola multimediale di protezionecivile” per l’anno scolastico 2011-2012. Il progetto – giunto quest’anno alla sua quar-ta edizione – si rivolge principalmente alleclassi quarte e quinte della scuola primariae alle classi prime della scuola secondariadi primo grado e ha l’obiettivo di diffonderela conoscenza dei diversi rischi cui è espostoil nostro Paese. Il Progetto mira anche a fa-vorire comportamenti tesi al rispetto del ter-ritorio e all’acquisizione di norme di com-portamento da adottare in caso di emergen-za. Per l’anno scolastico appena iniziato ilprogetto coinvolge circa 4mila ragazzi per50 istituti distribuiti in tre Regioni – Calabria,Marche e Abruzzo – e nella Provincia delMedio Campidano in Sardegna.Scuola multimediale prevede una fase di e-learning, da ottobre a marzo, durante la qua-le i ragazzi guidati dall’insegnante possono na-vigare all’interno della piattaforma didatticae iniziare a sviluppare le unità previste.Un percorso didattico virtuale porta i ragaz-zi ad avventurarsi nel “mare dei rischi” dovesorgono le diverse “isole”: il rischio sismico,vulcanico, idrogeologico, incendi boschivi,industriale, ambientale. Sulla “terraferma”si trovano invece le Componenti del Sistemadi protezione civile tra cui il volontariato e ilServizio Nazionale. Gli alunni sono accom-pagnati attraverso questo scenario da tutor vir-tuali. Il progetto prevede, oltre alla piattafor-ma, un forum che consente un’interazione con-

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tinua tra docenti, alunni ed esperti del Di-partimento. Al termine di ogni unità didatti-ca, gli alunni devono superare un test pervalutare il livello di apprendimento e acce-dere così alla successiva unità didattica. Lafase conclusiva del progetto, che si svolgein chiusura di anno scolastico, prevede unagiornata di esercitazione per tutti gli studen-ti, organizzata in collaborazione con le strut-ture operative locali del Servizio Nazionale.In autunno, una data importante per parla-re di prevenzione è il 25 novembre – la Gior-nata nazionale della sicurezza nelle scuole– che quest’anno vede il Dipartimento im-pegnato su diversi progetti a partire dal tra-dizionale appuntamento con Impararesicu-ri, la campagna nazionale di informazione esensibilizzazione sulla sicurezza nelle scuo-le promossa dal Dipartimento della Prote-zione Civile insieme con il settore “Scuola diCittadinanzattiva”. Educazione alla sicurez-za, educazione al benessere, prevenzionedei comportamenti violenti a scuola e svi-luppo della cittadinanza attiva sono i princi-pali ambiti d’interesse della campagna, cheè articolata in diverse fasi di lavoro: dal mo-nitoraggio di un campione di edifici scolasti-ci in tutta Italia alla realizzazione di un premioper le scuole dedicato alle “buone pratichedi educazione alla sicurezza e alla salute”,passando attraverso la Giornata nazionaledella sicurezza nelle scuole del 25 novem-bre. Impararesicuri ha tra i suoi obiettivi con-tribuire alla messa in sicurezza delle scuoleitaliane, lavorare per il radicamento della cul-tura della sicurezza tra i più giovani, crearecollegamenti stabili tra le scuole e il territorioper una comune gestione dei rischi legati ailuoghi di appartenenza. Il 25 novembre è

anche la data di un’altra iniziativa del Dipar-timento che coinvolge direttamente i più gio-vani, organizzata a valle del Protocollo d’in-tesa “Prevenzione e sicurezza a scuola” fir-mato il 28 luglio 2011 dalla Regione Cala-bria e dall’Ufficio scolastico regionale. Nel-l’ambito della esercitazione nazionale di pro-tezione civile in Calabria – organizzata dalDipartimento con le Istituzioni sul territoriodal 25 al 27 novembre – la giornata del 25 sa-rà infatti interamente dedicata al tema dellasicurezza nelle scuole, con iniziative di sen-sibilizzazione e attività divulgative rivolte aipiù giovani per la diffusione e la valorizza-zione della cultura di protezione civile. 2

Sono tre i progetti di Servizio civile promossi dalDipartimento della Protezione civile per il 2012,rivolti a ragazzi tra i 18 e i 29 anni non compiuti:

u La Protezione Civile tra memoria e multi-medialità, per avvicinare i giovani al mondodella comunicazione pubblica e istituzionale.

u RIDRISV (La Riduzione del Rischio Sismicoe Vulcanico in Italia), che inserisce i volon-tari nelle attività di prevenzione del rischiosismico e vulcanico.

u La prevenzione dei rischi idrogeologici edantropici: strumenti di programmazione edindirizzo, per migliorare il sistema di comu-nicazione e di scambio dati e informazionitra le componenti del Sistema nazionale diprotezione civile.

www.protezionecivile.gov.it www.serviziocivile.gov.it

SERVIZIO CIVILE: I PROGETTI 2012

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2Storie

Una sezione dedicata agli eventi che hanno segnato la storia italiana e che, al contempo, hanno contribuitoalla nascita e all’evoluzione di una cultura condivisa di protezione civile.

Uno sguardo al passato che è anche occasione di riflessionesui temi di previsione e prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.

Il 31 ottobre 2002 un terremoto di magnitudo 5.8 investe il Molise e par-te della Puglia. Il sisma ha il suo epicentro nella zona del basso Molise,in provincia di Campobasso, circa 20 km a sud Est del capoluogo. Gli ef-

fetti più gravi della scossa si osservano in una zona ristretta compresa tra i Monti Fren-tani e il Sannio al confine tra le province di Campobasso e Foggia. La scossa, di 60 lun-ghissimi secondi, è avvertita distintamente in tutto il Molise, nel Foggiano, e in provinciadi Chieti. Il terremoto sorprende la popolazione in piena mattina. Sono le 11.32 quandola terra trema provocando 30 morti, circa 100 feriti e quasi 14mila senza tetto, con dan-ni anche nella provincia di Foggia. Il Comune più colpito è San Giuliano di Puglia, pocopiù di 1.200 abitanti e un solo, drammatico, crollo: la scuola materna, elementare e me-dia “Francesco Jovine”.

In una mattina come tante altre, da trascorrere sui banchi di scuola, restano intrappo-lati sotto le macerie dell’edificio 57 bambini, otto insegnanti e due bidelle.

I bambinidi San GiulianoIl 31 ottobre 2002un terremoto colpisce il Molisee parte della Puglia

Il terremoto dei bambini, la strage dei bambini. Il paese colpito dallasorte in modo così spietato li ha chiamati angeli, giornali e televisioni

hanno ripetuto quel nome, angeli, volendo dire innocenti, incolpevoli, crea-ture di paradiso, fiori ancora in boccio strappati anzitempo al loro rigoglio.Ma bambini è parola ancora più tremenda perché è una parola di realtàterrestre, di vite recise quando appena cominciavano a schiudersi,di persone sottratte ad altre persone e al proprio destino1.

“”

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La camera d’aria formata dal crollo dei solai permette ad alcune persone nella scuoladi salvarsi, ma molte altre restano invece intrappolate. Il viavai di mezzi e soccorritori èininterrotto. All’inizio si scava a mani nude, senza l’aiuto delle ruspe, e si va avanti per 30– lunghissime – ore di lavoro.

A San Giuliano arrivano giornalisti da ogni parte del mondo, ma oltre le telecamere pro-segue la sua corsa la macchina dei soccorsi: dalle 11.32 si lotta contro il tempo per salva-re le persone coinvolte.

Dalle macerie provengono urla, lamenti, richieste di aiuto. Le strutture operative delSistema di protezione civile lavorano senza sosta. Per la popolazione sono ore drammati-che, e tutto il paese è raccolto attorno ai soccorritori in una silenziosa disperazione.

Intorno alle 22.00 le speranze di trovare persone ancora in vita si fanno rade eppure,all’alba di venerdì 1° novembre si scava ancora e alle 4.20 del mattino il lavoro instanca-bile dei soccorritori restituisce alla vita Angelo, l’ultimo dei superstiti.

I Vigili del Fuoco parlano con lui, lo rassicurano, lo consolano fin quando, pietra dopopietra, anche quest’ultimo bambino è tratto in salvo.

L’applauso che accompagna il sollievo per il salvataggio di Angelo è però oscurato dauna drammatica consapevolezza: non c’è più vita sotto le macerie.

27 bambini e una maestra sono morti. Tutta la prima elementare – la classe dei natinel 1996 di San Giuliano – non esiste più.

L’ultimo corpo è estratto dalle macerie alle 12.48 di venerdì 1° novembre. Nel pome-riggio la terra torna a tremare, mentre i genitori vegliano i loro piccoli, bambini che ognivolontario, ogni soccorritore, sente e piange come figli propri. Il palazzetto dello sport diSan Giuliano è una enorme camera ardente.

Per la notte, la seconda fuori casa per la comunità di San Giuliano, viene allestita unatendopoli da 1200 posti letto nel campo sportivo, adatta ad ospitare tutti gli abitanti.

Il 3 novembre 2002, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciam-pi, si svolgono i funerali delle piccole vittime e viene lanciato un appello dalla madre delpiccolo Luigi perché le scuole italiane siano più sicure:

“A nome di tutti i papà e di tutte le mamme, affidiamo al Signore questi nostri angeli.Gli angeli di San Giuliano sono vicini a noi. Noi siamo fortunati perché abbiamo il lorovolto vicino a noi. A tutti chiedo una sola cosa, che le nostre scuole siano più sicure. Nonvoglio assolutamente che nessuna mamma e nessun papà, nessuno pianga più i suoi figli”.

U DOPO SAN GIULIANO. L’EVOLUZIONE NORMATIVAPer ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato italiano si è concentrata sulla

classificazione del territorio in base all’intensità e alla frequenza dei terremoti del passa-to e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche.

(1) Dov’era Dio? – Eugenio Scalfari, «Repubblica» del 3 novembre 2002

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2Storie

In base alle norme tecniche, previste dalla legislazione antisismica italiana, unedificio deve sopportare i terremoti meno forti senza subire gravi danni e i ter-remoti più forti senza crollare, salvaguardando prima di tutto le vite umane.

Sino al terremoto del Molise e Puglia del 2002 il territorio nazionale era classificato in trecategorie sismiche a diversa severità; ma dopo il drammatico evento di S. Giuliano si giun-ge ad un importante punto di svolta: nessuna area del territorio italiano può essere consi-derata immune dal rischio sismico. Il 20 marzo del 2003 – ad appena cinque mesi dallatragedia di San Giuliano – viene emanata una ordinanza del Presidente del Consiglio deiMinistri, la n. 3274, che stabilisce criteri per la riclassificazione dell’intero territorio nazionalein quattro zone a pericolosità decrescente, eliminando di fatto le zone non classificate.

I criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale sono basati sugli stu-di e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ovvero sul-l’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tem-po – in genere di 50 anni – da un evento che superi una determinata soglia di intensità omagnitudo. Il provvedimento detta i principi generali in base ai quali le Regioni – cui loStato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio2 – stilano l’elencodei Comuni con l’attribuzione a una delle quattro zone nelle quali è stato riclassificato ilterritorio nazionale. Nella zona 1 possono verificarsi forti terremoti; nella zona 2 possono

In questa pagina,la notizia di aperturadel quotidiano«La Stampa»dell’1/11/2002

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verificarsi terremoti abbastanza forti; nella zona 3 possono verificarsi scuotimenti mode-sti. La zona 4, invece, è la meno pericolosa. Per i Comuni inseriti in questa fascia le pos-sibilità di danni sismici sono basse.

Grazie all’ordinanza n. 3274 del 2003 sparisce dunque il territorio “non classificato”che diventa zona 4, dove è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazioneantisismica. A ciascuna zona è inoltre attribuito un valore dell’azione sismica utile per laprogettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia3.

L’attuazione del provvedimento ha permesso di ridurre la distanza fra la conoscenzascientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi e ha portato a progetta-re e realizzare costruzioni nuove più sicure e aperte all’uso di tecnologie innovative.

Le novità introdotte con l’ordinanza sono state recepite e affinate grazie anche agli stu-di svolti dai Centri di competenza4. Un aggiornamento dello studio di pericolosità di rife-rimento nazionale5 previsto dall’ordinanza n. 3274 del 2003, è stato successivamente adot-tato con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006.

Il nuovo studio di pericolosità ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per laclassificazione del proprio territorio introducendo degli intervalli di accelerazione, con pro-babilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche.

Nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, alcune Regioni hanno clas-sificato il territorio nelle quattro zone proposte, altre Regioni hanno classificato diversa-mente il proprio territorio, ad esempio adottando solo tre zone – zona 1, 2 e 3 – e intro-ducendo, in alcuni casi, delle sottozone per meglio adattare le norme alle caratteristichedi sismicità. A ciascuna zona o sottozona è attribuito un valore di pericolosità di base, espres-sa in termini di accelerazione massima su suolo rigido. Tale valore di pericolosità di basenon ha però influenza sulla progettazione. Le attuali norme tecniche per le costruzioni6,infatti, hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: perciascuna zona – e quindi territorio comunale – precedentemente veniva fornito un valoredi accelerazione di picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolodelle azioni sismiche.

Dal 1° luglio 2009 con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria”individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione del-la vita nominale dell’opera.

(2) Con il decreto legislativo n. 112 del 1998 e con il DPR n. 380 del 2001 - Testo Unico delle Norme per l’Edilizia

(3) Zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g

(4) Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), Reluis (Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica),

EUCENTRE (European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering)

(5) Gruppo di lavoro, 2004

(6) Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008

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2Storie

Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del terri-torio nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente

dai confini amministrativi comunali. La classificazione sismica, cioè la zona sismica di ap-partenenza del comune, rimane utile per la gestione della pianificazione e per il controllodel territorio da parte degli Enti preposti.

U DALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA ALLA RICOSTRUZIONEIl 31 ottobre 2002, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è dichiarato

lo stato di emergenza per i gravi eventi sismici nel territorio della Provincia di Campobasso.Con lo stesso decreto, il Capo Dipartimento della Protezione Civile è nominato Commis-sario delegato per il coordinamento degli interventi volti al superamento dell’emergenza.

All’indomani del terremoto sono insediate due strutture commissariali nei Comuni diSan Giuliano e Larino. Per l’attuazione degli interventi, il 29 novembre 2002 è emanatal’Opcm n. 3253: il provvedimento definisce gli ambiti di intervento del Commissario de-legato, che opera in raccordo con i Sindaci e le Regioni Molise e Puglia. L’ordinanza pre-vede anche l’acquisizione di moduli abitativi in legno.

Diverse sono le fasi di realizzazione del villaggio temporaneo di San Giuliano di Puglia,dal censimento e analisi del fabbisogno al reperimento delle aree per l’insediamento, dal-

In questa pagina,la nuova scuola“Francesco J ovine”di San Giuliano

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la progettazione delle strutture alla realizzazione vera e propria del villaggio, su un’areadi 44mila mq. Le attività di progettazione prendono il via il 15 novembre 2002 e quattromesi più tardi, il 28 marzo 2003, è ultimata la consegna delle 146 unità abitative. Il vil-laggio temporaneo, oltre a un parco con area giochi e a diversi punti di aggregazione, pre-vede anche diverse strutture sociali per la comunità di San Giuliano: uffici, una strutturasanitaria, la nuova scuola completa di mensa. Dopo le prime Ordinanze del Presidente delConsiglio dei Ministri per fronteggiare l’emergenza, è emanata dal Commissario delegatoper la ricostruzione, il Presidente della Regione Molise Angelo Michele Iorio, l’Ordinanzan. 13 del 2003 “Primi elementi diretti a favorire la fase della ricostruzione nei comuni del-la Provincia di Campobasso colpiti dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002”. Il ConsiglioRegionale del Molise approva definitivamente il piano per la ricostruzione nel luglio 2004.Dal gennaio 2008 le famiglie di San Giuliano iniziano a rientrare nelle nuove case.

U L’ISOLAMENTO SISMICO E LA NUOVA SCUOLA DI SAN GIULIANO L’impiego di sistemi di isolamento sismico – applicato in via sperimentale negli anni

Ottanta a un ristretto numero di edifici, viadotti e ponti autostradali – cresce esponenzialmentein seguito all’emanazione dell’ordinanza n. 3274 del 2003.

L’isolamento sismico permette a un edificio di sopportare senza danni terremoti anchemolto forti. Per isolare una costruzione dal terreno, la condizione ideale sarebbe di soste-nerla su un cuscino d’aria, cosicché i movimenti del terreno non vengano in alcun modotrasmessi. Nella realtà, si inseriscono tra la costruzione e le sue fondazioni dei dispositivicome quelli utilizzati in Abruzzo per gli edifici del Progetto Case, in seguito al terremotodel 6 aprile 2009. Gli isolatori sismici sono dispositivi di appoggio, ad esempio in gommae piombo, che permettono alla costruzione di assorbire facilmente spostamenti orizzonta-li anche di 20-40 cm del terreno di fondazione. Grazie agli isolatori sismici le costruzionie i loro abitanti non risentono delle accelerazioni provocate dalle scosse.

Anche per la ricostruzione della scuola “Francesco Jovine”, crollata nel terremoto di SanGiuliano di Puglia, è stata adottata questa tecnica di protezione antisismica. Per l’isola-mento dell’Istituto sono stati utilizzati 61 isolatori in gomma armata di diametro 60 e 70centimetri e 12 slitte in acciaio-teflon. Alla realizzazione del sistema di isolamento sismicodella scuola hanno concorso l’Enea - Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente,per la consulenza specialistica, l’associazione Acedis - Costruttori italiani dispositivi di vin-colo strutturale in acciaio per la fornitura dei dispositivi e il laboratorio dell’Università del-la Basilicata per le prove sperimentali.

• Gli angeli di San Giuliano, La Storia siamo noi, Rai Educational

• «La Stampa», archivio storico

• «Repubblica», archivio storico

FONTI

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2Dal Territorio

gionale alle infrastrutture della Ba-silicata Rosa Gentile, dal presiden-te della Provincia di Matera FrancoStella. Il manuale è risultato del la-voro del Gruppo volontari per l’am-biente di Matera e del disaster ma-nager Pio Acito che ha curato, pri-ma della pubblicazione del manua-le, sessioni di formazione dei volon-tari, dei non vedenti e degli ipove-denti dell’Unione italiana ciechi edell’Unione italiana volontari pro cie-chi. Non vedenti e ipovedenti, infat-ti, per poter affrontare le emergen-ze devono conoscere l’origine dei fe-nomeni, sapere come e perché si ge-nera un terremoto, cosa attiva una fra-na, dove insistono le alluvioni. Devono

L a Provincia di Matera, Legam-biente, Unione Italiana Ciechi e

Unione Italiana Volontari Pro Ciecipresentano il primo “Manuale di au-to-aiuto per non vedenti e ipovedentiin situazioni di emergenza”, stam-pato in caratteri braille. I contenu-ti: norme di comportamento, nume-ri utili e rapporti con le strutture diprotezione civile in caso di calami-tà e disastri. Apprezzamento e so-stegno per l’iniziativa dal direttore del-l’Ufficio Risorse umane e strumen-tali del Dipartimento della Protezio-ne Civile Flavio Siniscalchi, dal pre-sidente della Consulta nazionale delvolontariato di protezione civile Si-mone Andreotti, dall’assessore re-

Matera, un manuale in braille sulle emergenzeper ciechi e ipovedenti

capire cosa sta succedendo attornoa loro e immaginare la possibile evo-luzione degli eventi in corso. Que-st’esperienza valorizza il ruolo delvolontariato e dimostra l’attenzio-ne nelle attività di protezione civileverso i diversamente abili. Oltre chein braille, il manuale è stato stam-pato in formato large print per ipo-vedenti ed è anche disponibile sot-to forma di audiolibro in formatomp3. È a disposizione gratuita suisiti istituzionali della Provincia diMatera, sui siti delle associazioninazionali dei ciechi e sul sito inter-net emergenzabasilicata.it3 [email protected]

Calabria, Mimmo e i “Diavoli Rossi”:protezione civile in carrozzella

Tiriolo, provincia di Catanzaro, un piccolo comune dell’entroterra calabrese a 600 metri sul livello delmare. In questo paese alle pendici della Sila, la protezione civile è Mimmo Rocca. Mimmo è un disabile

affetto da amiotrofia spinale, una malattia progressiva che gli ha tolto l’uso prima delle gambe poi dellebraccia. Ha 60 anni Mimmo e per sua iniziativa sono nati nel 1982 i “Diavoli Rossi”: efficiente e organizzatogruppo antincendio di protezione civile, di cui oggi è vicepresidente. Trent’anni fa gli incendi mangiavano iboschi della Sila, così come purtroppo ancora oggi, e Mimmo decise di dar vita a questo gruppo diprotezione civile: un’iniziativa concreta per difendere la propria terra. Oggi il Gruppo di protezione civile dei“Diavoli Rossi” conta decine di volontari e un buon numero di mezzi pronti ad affrontare ogni emergenza.Sono specializzati nell’affrontare gli incendi, ma hanno anche spalato fango durante le alluvioni di ViboValentia e Soverato, sono intervenuti a Cerzeto e durante il terremoto dell’Aquila. In carrozzella, ma semprein prima linea Mimmo. Non ha ruoli operativi, non può guidare mezzi antincendio, non spegne fuochi, macon la radio segue e guida i volontari. Per questi, per i tanti giovani alla cui vita Mimmo ha dato un senso,lui è “il capo”. E i “Diavoli Rossi”, anche grazie a lui, sono una garanzia di rapidità ed efficienza, ladimostrazione che anche al Sud, anche in carrozzella è possibile fare bene protezione civile.3 [email protected]

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Emergenza in biblioteche earchivi, esercitazione a Bergamo

Bergamo. L’8 Ottobre si svolgealla Biblioteca e Archivi Storici

“Angelo Mai” la simulazione degliinterventi sui beni culturali in casodi calamità che coinvolgano biblio-teche, archivi o musei. L’esercita-zione è promossa dal gruppo di lavoro“Emergenza in biblioteche e archivi”e coordinata dalla SoprintendenzaBeni Librari della Regione Lombar-dia e dal Comune di Bergamo. La si-mulazione coinvolge lo staff dellaBiblioteca, l’Ufficio protezione civi-le del Comune, l’Ufficio sicurezza suiluoghi di lavoro, la Polizia locale, laQuestura, la Prefettura, il 118, i Vi-gili del fuoco. All’esercitazione par-tecipa il gruppo comunale dei vo-

lontari di protezione civile. Obiettividella simulazione: consolidare me-todologie e interventi operativi con at-tenzione sulle caratteristiche infra-strutturali della Biblioteca, sulla suacollocazione nel centro storico, sul-le modalità di accesso alla struttu-ra di volontari e mezzi. Affinare letecniche di recupero e salvaguardiadei beni culturali conservati: libri,riviste, fotografie, busti, monete,strumenti musicali, quadri, stam-pe, manoscritti. Presentare il kitd’emergenza, di cui dovrebbero do-tarsi gli istituti che conservano que-sto patrimonio.3 [email protected]

Esercitazione“Vesuvio 2011”

Per tre giorni a Pollena Trocchiascatta l’allarme. Ma è solo una

simulazione. Dal 9 all’11 settembrela popolazione di questo Comune inprovincia di Napoli è coinvoltanell’esercitazione di protezionecivile “Vesuvio 2011” dedicata aidiversi rischi presenti sul territoriooltre che al rischio vulcanico. Lasimulzione è promossa dal Nucleovolontari “Fire Fox”, incollaborazione con gli Enti locali, ilCentro di servizio per il volontariatodi Napoli, il Dipartimento dellaProtezione Civile ed esperti delsettore. Evacuazione di civili,ricerca dispersi e recupero feriti,verifica di edifici, segnalazione diincendi boschivi, verifica delsistema di comunicazioni: questesono solo alcune delle attività disoccorso avviate durantel’esercitazione, che ha previstoanche l’attivazione di un Centrooperativo comunale e il test dellerelative funzioni di supporto.Pollena Trocchia rientra nella zonarossa prevista dal Piano nazionaledi emergenza per il Vesuvio; perquesto, è preziosa ogni iniziativa disensibilizzazione sul rischiovulcanico e sulle procedure diemergenza. Con lo stesso obiettivo,apre l’esercitazione il convegno“Informare per prevenire”.3 [email protected]

Friuli Venezia Giulia: seminariosulla cooperazione transfrontaliera

Si svolge a Tarvisio il 15 settembre il seminario internazionale organiz-zato dall’EUPM - European Union Police Mission e rivolto ai funzionari

della protezione civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, allestrutture di pubblica sicurezza italiane, austriache e slovacche e alle delegazionidi alcuni paesi balcanici, tra cui Macedonia, Montenegro e Albania.Al centro del dibattito, il miglioramento della cooperazione transfronta-liera tra i paesi partecipanti per coordinare al meglio le attività di poliziae per fronteggiare le emergenze di protezione civile. La protezione civile friu-lana collabora da tempo con le analoghe strutture dell’arco alpino nelsoccorso in montagna, nelle attività di prevenzione e previsione del ri-schio sismico, del rischio idrogeologico e nella lotta agli incendi. La col-laborazione tra i Paesi coinvolti ha permesso la stesura di protocolli ope-rativi tra le strutture di protezione civile con l’obiettivo di garantire lasalvaguardia delle popolazioni, dei beni, del patrimonio culturale, degli

insediamenti e dell’ambiente naturale nel-l’area transfrontaliera.

3 [email protected]

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2Dal Territorio

Si chiama “Rocca del Leone 2011” l’esercitazioneorganizzata il 23 e 24 settembre a Castiglione

del Lago, in provincia di Perugia, dal gruppocomunale di protezione civile della Confraternitadella misericordia. Prevista la simulazione di unevento sismico di media entità per testarel’efficacia del nuovo piano di protezione civile delComune e verificare la capacità d’intervento dellecomponenti che prendono parte alle simulazioni. Alsindaco il compito di dirigere il Coc - Centrooperativo comunale. L’esercitazione vuole verificarela funzionalità dei percorsi di evacuazioneindividuati nel piano, la capacità di soccorso deivolontari e la risposta della popolazione.3 INFOwww.comune.castiglione-del-lago.pg.it/it [email protected]

I l 3 e 4 settembre il Ponte Vecchio di Cesena e il tratto urbano del fiume Savio fanno da cornice all’esercita-zione di protezione civile “Ippocampo 2011” promossa dalla Fias - Federazione italiana attività subacquee,

in collaborazione con il Centro di soccorso sub “Roberto Zocca” e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna,delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna e dei Comuni di Cesena, Cesenatico e Cervia. I 300 partecipanti, provenienti dalle associazioni locali di volontariato di protezione civile, dalle sezioni nazionaliFias e da quelle accreditate presso la Regione Emilia-Romagna, sono chiamati a testare la loro capacità di ri-sposta di fronte a un evento alluvionale di grande portata. Quattro le aree operative individuate: mare, area por-tuale, acque interne (laghi, cave, fiumi, canali) e terra (allestimento e gestione di un campo di accoglienza). A Cesena, in particolare, è prevista la simulazione di due situazioni critiche. Nel primo caso si ipotizza il ribaltamentodi un’autocisterna con la fuoriuscita di sostanze inquinanti nei pressi del fiume Savio. Lo scenario allestito pre-vede che i volontari si occupino di posizionare barriere contenitive, di prelevare campioni di fluidi e di collaborarealla raccolta del materiale inquinante. Nella seconda prova si ipotizza la ricerca e il recupero del corpo di unapersona annegata nel fiume dopo essersi gettata dal Ponte Vecchio. L’iniziativa ha lo scopo di favorire l’integrazione operativa nel Sistema regionale di protezione civile delle as-sociazioni Fias provenienti da tutta Italia e l’addestramento degli operatori subacquei di protezione civile cheoperano sul territorio regionale. 3 [email protected]

Rischio idrogeologico: a Cesenal’esercitazione “Ippocampo 2011”

Test sul nuovo piano di protezionecivile a Castiglione del Lago

Marche, attività di protezionecivile per condannati a pene lievi

Quattro protocolli d’intesa – sottoscritti adagosto dalla Regione, dal Tribunale e dalla

Procura di Ancona – prevedono che i condannati apene lievi potranno prestare lavoro non retribuito inattività di protezione civile. I condannati sarannoimpiegati in supporto logistico o amministrativo. Laprima e la seconda convenzione insistonosull’importanza del lavoro di pubblica utilità qualeopportunità, per chi è sottoposto a pene restrittive,di prestare attività socialmente utili. Gli altriprotocolli rafforzano la collaborazione tra Regione eProcura nel reclutamento dei volontari di protezionecivile e nella riduzione degli arretratinell’esecutività dei provvedimenti penali. 3 INFOwww.protezionecivile.regione.marche.itprot.civ@regione.marche.it

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Dal 4 al 6 ottobre Alghero ospita la conferenza International Fire Beahviour and Risk organizzata dal De-sa-Dipartimento di economia e sistemi arborei dell’Università di Sassari e dal Cnr Ibimet - Istituto di

biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche, con il patrocinio della Regione autonoma della Sar-degna, della Provincia di Sassari e del Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici.La conferenza si inserisce nell’ambito del progetto “Proterina C” che studia gli effetti del cambiamentoclimatico sia sull’ambiente che sulle aree antropizzate della Sardegna, della Liguria e della Corsica, valu-tando l’influenza della variabilità climatica sul rischio idrogeologico e sugli incendi. L’obiettivo è quello difornire una piattaforma comune che consenta di condividere i metodi di previsione e prevenzione dei rischie di localizzare le aree da proteggere. Quattro le sessioni in cui si articola la conferenza. Il modulo “Progettieuropei sugli incendi boschivi” riguarda le principali attività legate a “Proterina C” e ai programmi euro-pei che affrontano lo stesso tema. Nella seconda sessione, dedicata ai “Modelli di rischio e di comportamentodel fuoco”, viene analizzato il comportamento del fuoco su diverse scale spaziali. Il modulo “Clima e incendi”approfondisce le relazioni tra il clima e lo sviluppo degli incendi, con un focus sulla relazione clima-in-cendi del passato e i potenziali effetti dei cambiamenti climatici sugli eventi futuri. Infine, nella sessione“Rischio sull’interfaccia urbano rurale” si discute delle metodologie utilizzate per prevedere il comporta-mento del fuoco e valutare il rischio incendio nelle aree di interfaccia urbano rurale.

Alghero, conferenza internazionalesugli incendi e i cambiamenti climatici

Campania, in arrivo la legge regionaledi protezione civile

Presentato il 10 settembre ildisegno di legge che riordina

il sistema di protezione civiledella Regione Campania.Promotore del ddl è EdoardoCosenza, assessore regionale ailavori pubblici con delega allatutela del territorio e alla gestionedegli eventi catastrofici.Il progetto di legge nascedall’esigenza di assicurareinterventi efficaci e tempestivi atutela della popolazione e delleimprese in caso di calamitànaturali violente, rafforzando erazionalizzando i compiti

assegnati alla protezione civile. Tra le novità della legge,l’istituzione del Comitatoregionale di protezione civile, unorganismo che avrà la funzione dicoordinamento tra la Regione e lealtre amministrazioni, incollaborazione con il Centrofunzionale regionale multi-rischio. Il disegno di leggeconferisce anche un importantevalore alla formazione attraversol’istituzione della Scuolaregionale di protezione civile. Il Servizio regionale di protezionecivile verrà aperto inoltre al

contributo delle imprese, delleaziende pubbliche, dei centri diricerca, delle università e ordiniprofessionali. La Regione potràinoltre sottoscrivere contratti conimprese e organismi di ricerca perla realizzazione di progettiinnovativi nell’ambito dellaprevisione e mitigazione dei rischipresenti sul territorio. Il testo approvato dalla Giuntapassa ora al Consiglio regionaleper l’ultimo esame e la definitivaapprovazione.3 INFOwww.sito.regione.campania.itsegreteria.cosenza@regione.campania.it

3 [email protected]

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2Dal Dipartimento

Una delle sfide più importantiper la protezione civile

riguarda lo sviluppo dellacomunicazione in situazioni di crisie di emergenza. Su questo si sonoconfrontate le strutture diprotezione civile europee dal 19 al20 luglio a Varsavia, durante ilseminario An integrated approachto more effective crisiscommunication. La protezionecivile polacca, durante il semestreeuropeo di Presidenza dellaPolonia, ha promosso l’incontro acui hanno preso parte 50 esperti incomunicazione e psicologia

dell’emergenza di diverseprotezioni civili europee. Tra questeil Dipartimento della ProtezioneCivile per l’Italia.I partecipanti hanno lavorato indue gruppi: tecnologico e sociale.Durante le sessioni sono statipresentati progetti, di diversiPaesi, sull’uso delle tecnologiesatellitari e dei nuovi sistemi diinformazione per finalità diprotezione civile. Sono stati presiin esame gli aspetti psicosocialidurante un’emergenza, inparticolare delle persone piùvulnerabili, tenendo in

considerazione il ruolo delvolontariato nel settore.Alla base della riflessione ilprincipio secondo cui in emergenzaè cruciale raggiungere le personerapidamente con informazioni sulrischio e sulle norme dicomportamento.I risultati dell’incontro hannofornito elementi per l’approvazionea breve termine della conclusionedel Consiglio sull’approcciointegrato per una comunicazioneefficace del rischio e in emergenza.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.straz.gov.pl

Comunicazione di crisi: le strutturedi protezione civile europee si confrontano a Varsavia

Nasce da un’idea del Dipartimento della Protezione Civile e di Anpas - Associazione nazionale pubbliche as-sistenze l’iniziativa “Terremoto - io non rischio”, campagna nazionale per la riduzione del rischio sismi-

co. Il 22 e 23 ottobre 120 volontari dell’Anpas sono impegnati nelle piazze di Basilicata, Calabria, Campania,Puglia, Sicilia e Toscana per distribuire materiale informativo e sensibilizzare i cittadini a informarsi sul livellodi pericolosità del proprio territorio. Lucca, Castelnuovo Garfagnana (Lucca), Avellino, Potenza, Foggia, Troia,Cosenza, Siracusa, Solarino (Siracusa) sono i comuni che ospitano l’iniziativa. “Terremoto - io non rischio” èrealizzata in collaborazione con l’Ingv - Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e ReLuis - Consorzio del-la rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica, in accordo con i Comuni e le Regioni coinvolte. Obiet-tivo della campagna è promuovere una cultura della prevenzione del rischio sismico e formare un volontaria-to sempre più consapevole e specializzato. Tra giugno e ottobre, i volontari Anpas delle sei Regioni interessa-te dall’iniziativa sono stati coinvolti in un percorso formativo sulla riduzione del rischio sismico. Questi stes-si volontari hanno allestito degli stand informativi in nove piazze di sei Regioni che in passato hanno conosciutoforti terremoti, per parlare di rischio sismico ai loro concittadini e avviare un processo virtuoso, che punti a ren-dere il cittadino attivo nel prevenire e ridurre le conseguenze dei terremoti. I materiali informativi della campagna sono stati realizzati grazie alla collaborazione di tecnici, comunicato-ri, esperti di protezione civile e volontari. 3 [email protected]

“Terremoto - io non rischio”: campagnanazionale per la riduzione del rischio sismico

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programma ambientale UNEP/OCHAa cui chiede la disponibilità di un te-am di esperti in grado di fornire unquadro completo e obiettivo della si-tuazione e indicazioni operative perfronteggiare l’emergenza. A sua vol-ta, l’UNEP/OCHA chiede supporto alMIC - Monitoring and Information Cen-tre che sceglie tre esperti, di cui unodi nazionalità italiana. Su segnala-zione del Dipartimento della Prote-zione Civile, partecipa alla missionetecnica – organizzata dal 4 al 19 lu-glio – Mauro Rosi, professore ordina-rio di geofisica e vulcanologia al-l’Università di Pisa. È per raccontaree condividere la sua esperienza in Ar-gentina che l’11 ottobre Mauro Rosi in-

4giugno 2011. Dopo un periodo diinattività di 51 anni, il vulcano

cileno Puyehue riprende l’attività erut-tiva con violente esplosioni che pro-ducono colonne eruttive alte anche10 km. Tra le misure adottate per fron-teggiare l’emergenza, il Governo cilenodispone l’evacuazione di circa 3500persone a sud di Santiago. Le cenerivulcaniche emesse si disperdono ver-so est e determinano la chiusura de-gli aeroporti e dei valichi andini conl’Argentina. In considerazione dei dan-ni causati dalla ricaduta delle cene-ri vulcaniche, nel periodo di apertu-ra della stagione sciistica, il Mini-stero dell’Interno argentino contattal’Agenzia delle Nazioni Unite per il

Emergenza vulcano Pyuehue:Mauro Rosi nel team

contra i colleghi del Dipartimento, aiquali riporta le osservazioni e le rac-comandazioni prodotte durante lamissione e condivise con le istituzio-ni argentine. L’incontro diventa oc-casione per riflettere sulle azioni da in-traprendere in Italia al verificarsi di unevento eruttivo simile a quello cile-no. Nel nostro Paese, il vulcano cheper tipologia e modalità di eruzionepiù si avvicina al vulcano Puyehue èil Vesuvio, per il quale lo scenario erut-tivo di riferimento per il Piano nazio-nale di emergenza è di tipo sub-Pli-niano, caratterizzato da violente esplo-sioni e alte colonne eruttive.3 [email protected]

“Protezione civile e responsabilità del rischio”:un confronto tra giustizia, comunicazione e protezione civile

Si svolge il 4 ottobre, nella sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la giornata di studio“Protezione civile e responsabilità nella società del rischio: chi valuta, chi decide, chi giudica”.

L’incontro è occasione per riflettere sulla possibilità che chi elabora previsioni su fenomeni naturali e chi –su tali basi – assume o meno decisioni per la salvaguardia della popolazione possa essere chiamato arispondere del proprio operato non solo nei termini e con i parametri tecnici di questa professione, maanche secondo criteri di colpevolezza, giuridicamente intesa.Sono circa 300 i partecipanti all’incontro organizzato dal Dipartimento in collaborazione con la FondazioneCima, che lavora nel campo delle previsioni idrometeorologiche.Due le sessioni di lavoro della giornata: nella prima, i relatori si interrogano sul rapporto tra giustizia eprotezione civile, mentre nella seconda il dibattito è incentrato sulla prevenzione e sul governo delterritorio, sul diritto all’informazione e la comunicazione del rischio. Il Capo del Dipartimento FrancoGabrielli conclude l’incontro con un auspicio: che il dialogo avviato tra questi tre mondi – giudiziario,dell’informazione e della protezione civile – continui in altre città, con nuovi incontri.Presto gli atti del seminario sul sito internet del Dipartimento.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.cimafoundation.org

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2Dal Dipartimento

Terremoti d’Italia: a Roma,Frosinone e Napoli le prossime tappe

Prosegue il tour di “Terremoti d’Italia”, lamostra itinerante di carattere scientifico

promossa dal Dipartimento della Protezione Civileper sensibilizzare cittadini e studenti sul rischiosismico. Prime tappe: la Biblioteca Nazionale diRoma dal 4 al 14 ottobre, la Villa Comunale diFrosinone dal 19 ottobre al 3 novembre e, aseguire, la Città della Scienza a Napoli. La mostrasi articola in tre sezioni – storica, scientifica econoscitiva – legate in un unico percorso dallaproiezione di foto e filmati che stimolano ecoinvolgono il visitatore. Nella parte storica,documenti e materiali d’archivio ricostruiscono glieventi dei più importanti terremoti italiani. Il

settore scientificoillustra il fenomeno

fisico e i suoi effetti, e ospita una collezione distrumenti di misura del sisma, dai più antichi aquelli di ultima generazione. La sezioneconoscitiva ospita infine la piattaforma e la cittàsismica e affronta i temi della prevenzione e idispositivi antisismici. La piattaforma è undispositivo che permette di sperimentaredirettamente cosa accade durante un terremoto intre diverse situazioni: al piano terra o per strada,al quinto piano di un comune edificio antisismico eal quinto piano di una struttura isolatasimicamente. L’esperienza delle tavole sismicherappresenta un importante strumento peraumentare la consapevolezza sul rischio sismico,dando così un importante contributo allo sviluppodella cultura della prevenzione.

“Forma, informa e gioca”:un bilancio del progetto 2011

Avvicinare i più giovani alla culturadi protezione civile attraverso il gio-

co: è l’obiettivo del progetto “Forma,informa e gioca”, che tra febbraio emaggio 2011 ha coinvolto le scuoledella Comunità montana del Mugel-lo, alcuni istituti della Comunità mon-tana dell’Appennino Piacentino e gliistituti scolastici della ComunitàMontana di Bussento-Lambro e Min-gardo. Scopo dei “giochi didattici”è favorire la diffusione della culturadi protezione civile nelle scuole: pun-to di incontro e confronto tra stu-denti, famiglie, istituzioni e mondodel volontariato. Il programma delleattività previste dall’iniziativa nel-le scuole della montagna italiana

prevede tre strumenti didattici in-novativi che permettono il coinvol-gimento di giovani appartenenti adiverse fasce d’età: “Il rischiatrottolo”per le scuole primarie, “L’Isola deifiori di tuono” per le secondarie di Igrado e “Vai in paniCOC” per le se-condarie di II grado. Il Progetto, realizzato dal Diparti-mento della Protezione Civile e dal-l’Uncem - Unione nazionale dei co-muni, degli enti e delle comunitàmontane, si inserisce nell’ambitodel protocollo di intesa firmato il 25febbraio 2009 per la realizzazionedi giochi didattici finalizzati alladiffusione della cultura di protezio-ne civile nelle scuole.

In totale, i ragazzi coinvolti nelle trearee territoriali – Nord Italia, Cen-tro Italia e Sud Italia – sono stati791. Per la sperimentazione nellaComunità montana del Mugello so-no stati coinvolti 295 studenti. Nel-lo stesso periodo, dal 14 al 25 feb-braio 2011, hanno partecipato alprogetto “Forma, informa e gioca”299 studenti nella Comunità mon-tana dell’Appennino Piacentino,mentre nella Comunità montanaBussento-Lambro e Mingardo le at-tività si sono svolte dal 16 al 27maggio con un coinvolgimento totaledi 197 studenti.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.uncem.it

3 [email protected]

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Geoitalia 2011: l’intervento del Dipartimentoal Forum italiano di scienza della Terra

Il Dipartimento della Protezione Civile ha partecipato a Geoitalia 2011, il VIII Forum italiano di scienzadella Terra, che si è svolto al Lingotto di Torino dal 19 al 23 settembre 2011. Il Forum, organizzato dallaFist - Federazione italiana di scienze della Terra, si è aperto con l’intervento del Capo Dipartimento

della Protezione Civile, Franco Gabrielli. Nel suo discorso, il Capo Dipartimento ha evidenziatol’importanza del lavoro di tecnici e scienziati nella costruzione di una cultura diffusa del rischio,fondamentale per garantire la programmazione e la pianificazione d’emergenza e ha auspicato unamaggiore sensibilità del Paese rispetto ai rischi naturali ed antropici. Tra i focus del discorso di Gabriellianche la conoscenza del territorio nel quale si vive e la prevenzione che, nel caso di rischio sismico,significa realizzare costruzioni, pubbliche e private, capaci di resistere a forti scosse e rafforzare quelleesistenti. La sicurezza è stato anche il tema dell’intervenuto del direttore dell’Ufficio Rischio sismico evulcanico del Dipartimento della Protezione Civile Mauro Dolce, che ha partecipato al simposio “Lamicrozonazione sismica: esperienze, criticità e progetti” e alla tavola rotonda sull’impatto dell’attualecrisi economica sugli investimenti nella prevenzione. Al termine degli incontri il direttore ha illustrato inconferenza stampa le attività del Dipartimento della Protezione Civile connesse all’articolo 11 della leggen. 77 del 24 giugno 2009, riguardante i finanziamenti degli interventi per la prevenzione del rischiosismico su tutto il territorio nazionale. 3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.geoitalia.org

Tsunami nel Mediterraneo:il Dipartimento partecipa al progetto NeamTws

Il Dipartimento della ProtezioneCivile partecipa per l’Italia al

progetto NeamTws - TsunamiWarning System, che prevede lacostituzione di un sistema diallertamento da rischio maremotoper l’area del Nord Est Atlantico,Mediterraneo e Mari collegati.Come il sistema di allertamentoper l’area del Pacifico che, adoggi, costituisce il primo e unicosistema di allertamento darischio tsunami attivato, anche larete NeamTws avrà la funzione diraccogliere, distribuire einterpretare, in maniera

continuativa, tutti i segnalisismici disponibili e i dati sullivello del mare per individuarel’eventuale esistenza epropagazione di un’onda dimaremoto. Sulla base di questidati, dovrà predisporretempestivi e chiari avvisi diallertamento per l’area dicompetenza e condividere i daticon i centri di ricerca nazionali einternazionali. In particolare, ilprogetto NeamTws prevede lacostituzione di nuove reti dimonitoraggio (sismico,mareografico, onda metrico);

nuove infrastrutture e procedureper l’allertamento e lacomunicazione; una catena diallertamento composta daistituzioni e istituti di ricercascientifici. Il 10 agosto scorso siè svolto il primo test del sistemadi allertamento per l’area delNord Est Atlantico, Mediterraneoe Mari collegati che ha previstola disseminazione di messaggi diprova attraverso postaelettronica, fax e sistemi ditelecomunicazioni globali Gts.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.ioc-tsunami.org

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2Normativa

c8 agosto 2011 Estensione del pocketmoney ai migranti con permesso disoggiorno6 luglio 2011 Attività formative e pocketmoney per richiedenti asilo 16 maggio 2011 Rimborsi delle spesesostenute dai Soggetti attuatori

Note15 luglio 2011 Procedura operativa perminori stranieri non accompagnatirichiedenti protezione internazionale 13 luglio 2011 Proceduresull’accoglienza dei minori stranieri nonaccompagnati 12 luglio 2011 Procedure per lariunificazione familiare 8 luglio 2011 Costituzione del Gruppo dimonitoraggio e assistenza 18 maggio 2011 Procedure per ilcollocamento di minori stranieri nonaccompagnati7 maggio 2011 Indicazioni operative perl’accoglienza dei migranti

U Provvedimenti sull’emergenzaumanitaria Nord Africa

A sei mesi dalla dichiarazione dellostato di emergenza umanitaria perl’eccezionale afflusso di cittadini nordafricani, riportiamo l’elenco deiprovvedimenti – decreti, ordinanze,circolari, note – usciti fino ad oggi epubblicati sul sito web del Dipartimentodella Protezione Civile.

Circolari11 ottobre 2011 Rimborso degli oneri difunzionamento delle strutture organizzative 1 ottobre 2011 Procedura a seguitodell’esito delle Commissioni territoriali per ilriconoscimento della protezioneinternazionale 26 settembre 2011 Gestione dellerichieste di rimborso per gli interventi svoltidal volontariato di protezione civile 10 agosto 2011 Altre disposizioni sulpocket money

Pubblichiamo in questa sezione alcuni esempi di sintesi di provvedi-menti, uno dei nuovi servizi del sito internet del Dipartimento della Pro-tezione Civile. Le sintesi sono strutturate per punti e hanno l’obietti-vo di spiegare in modo semplice e chiaro il contenuto di decreti, or-dinanze e altri atti. Sono consultabili, insieme ai testi in versione in-tegrale, nella sezione “Provvedimenti” su www.protezionecivile.gov.it[

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la gestione dell’afflusso di cittadini di Statinon appartenenti all’Unione Europea Opcm n. 3965 del 21 settembre 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3962 del 6 settembre 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3958 del 10 agosto 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3956 del 26 luglio 2011Disposizioni sul trattamento dei datipersonali nella gestione dell’emergenzaumanitaria Nord Africa Opcm n. 3955 del 26 luglio 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord AfricaOpcm n. 3951 del 12 luglio 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3948 del 20 giugno 2011Disposizioni urgenti di protezione civile Opcm n. 3947 del 16 giugno 2011Nuove disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3934 del 21 aprile 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3935 del 21 aprile 2011Centri di identificazione ed espulsionetemporanei Opcm n. 3933 del 13 aprile 2011Altre disposizioni per affrontarel’emergenza umanitaria Nord Africa Opcm n. 3924 del 18 febbraio 2011Interventi per gestire l’eccezionale afflussodi cittadini del Nord Africa e di paesiextraeuropei

Decreto del Capo Dipartimento14 settembre 2011 Approvazione dellaconvenzione con l’Oim - Organizzazioneinternazionale per le migrazioni

Decreto del Commissariodelegato emergenza2 settembre 2011 Nomina Soggettoattuatore Lombardia 12 agosto 2011 Nomina Soggettoattuatore Toscana 27 luglio 2011 Costituzione del Gruppodi monitoraggio e assistenza 16 giugno 2011 Nomina Soggettoattuatore Puglia 16 giugno 2011 Nomina Soggettoattuatore Lombardia 20 maggio 2011 Nomina Soggettoattuatore Veneto 18 maggio 2011 Nomina Soggettoattuatore minori10 maggio 2011 Nomina del Soggettoattuatore in Lombardia 6 maggio 2011 Nomina Soggettoattuatore in materia ambientale 4 maggio 2011 Nomina Soggetti attuatoriper Lazio, Sardegna, Toscana e per lagestione della struttura di Manduria 3 maggio 2011 Attuazione del Piano diaccoglienza 2 maggio 2011 Nomina Soggetti attuatori 22 aprile 2011 Istituzione del Gruppo disupporto operativo

Ordinanze del Presidente del Consigliodei MinistriOpcm n. 3966 del 30 settembre 2011Altre disposizioni per fronteggiarel’emergenza umanitaria Nord Africa e per

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Riportiamo la sintesi per punti del decretodi costituzione del Gma e della procedurache viene adottata dopo gli esiti delle Com-missioni territoriali per il riconoscimento del-la protezione internazionale

U Circolare dell’1 ottobre 2011: Proce-dura a seguito degli esiti delle Com-missioni territoriali per il riconosci-mento della protezione internazionale

Parere favorevole da partedella CommissioneLa Questura notifica l’esito favorevole dellaCommissione al migrante nei termini di leg-ge e contemporaneamente ne dà comuni-cazione al Soggetto attuatore e all’ente ge-store, dove il migrante è ospitato. Anche do-po la consegna dei permessi di soggiorno ilSoggetto attuatore garantisce l’assistenza almigrante fino al termine dello stato di emer-genza umanitaria.

Parere contrario da parte dellaCommissione: rigetto senza successivarichiesta di ricorso del migranteLa Questura locale notifica il rigetto al mi-grante e ne dà comunicazione anche al Sog-getto attuatore e all’ente gestore. Scaduti itermini previsti dalla legge entro cui il mi-grante ha diritto a fare ricorso, e se il mede-simo non lo ha presentato, la Questura emet-te il relativo decreto di espulsione e ne dàcomunicazione al Soggetto attuatore e al-l’ente gestore.Da questo momento il Soggetto attuatorenon assicura più l’accoglienza al migranteche sarà pertanto gestito dall’Autorità di pub-blica sicurezza.

Parere contrario da parte dellaCommissione: rigetto con successivarichiesta di ricorso del migranteLa Questura locale notifica il rigetto al mi-grante e ne dà comunicazione anche al Sog-getto attuatore e all’ente gestore. AI migran-te che ha presentato ricorso secondo i terminidi legge è garantita l’assistenza da parte delSoggetto attuatore, compatibilmente con ladurata dello stato emergenziale, fino alla con-clusione di tutti i gradi di giudizio.All’esito del giudizio definitivo da parte delTribunale, si seguirà una delle procedure il-lustrate nei precedenti punti.

U Decreto del 27 luglio 2011 delCommissario delegato emergenzaNord Africa: costituzione del Gruppodi monitoraggio e assistenza

È istituito un Gruppo di monitoraggio e assi-stenza - Gma per consentire il monitoraggiodelle attività realizzate sul territorio naziona-le dai Soggetti attuatori e per garantire gli stan-dard di assistenza previsti dal Piano nazio-nale di accoglienza migranti.

ObiettivoL’attività di monitoraggio ha l’obiettivo di ana-lizzare l’organizzazione realizzata a livello re-gionale e le condizioni dell’accoglienza diffusasul territorio. Le informazioni raccolte dalGma sono utilizzate per supportare i Sog-getti attuatori e consentire, nel caso di ne-cessità, il miglioramento degli standard diaccoglienza favorendo l’omogeneità di trat-tamento delle persone ospitate su tutto il ter-ritorio nazionale.

2Normativa

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Il Gma ha anche una sezione dedicata al mo-nitoraggio dell’assistenza ai minorenni nonaccompagnati. (art. 1)

ComposizioneIl Gma è composto dai rappresentanti del:• Dipartimento della Protezione Civile;• Ministero dell’Interno con il Dipartimento perle libertà civili e l’immigrazione;

• Conferenza delle Regioni;• Upi - Unione delle province d’Italia;• Anci - Associazione nazionale comuniitaliani;

• UNCHR - United Nations High Commis-sioner for Refugees;

• IOM - International Organization for Migrations.Per quanto riguarda la sezione dedicata aiminorenni non accompagnati la composi-zione del Gma è integrata dal Ministero del La-voro e delle Politiche Sociali – Direzione Ge-nerale dell’Immigrazione – e dall’associazio-ne Save the Children, in quanto principaleOrganizzazione non governativa impegnata inItalia in materia di tutela dei minorenni. Leattività di monitoraggio del gruppo dureran-no fino al termine dello stato di emergenza.(art. 2)

OrganizzazioneIl Gma è costituito da:Un organismo di coordinamento centrale,che opera all’interno delle strutture del Com-missario delegato e ha il compito di: defini-re le modalità con cui viene fatto il monitoraggiosul territorio, garantire l'organizzazione ge-nerale del lavoro e mantenere l’omogeneitànei risultati delle verifiche. In questo organi-smo partecipa un rappresentante per ogniente interessato;

Team di monitoraggio composti da rappre-sentanti dei diversi enti coinvolti che hannoil compito di fare le verifiche sul territorio na-zionale. (art. 2)

Verifiche sul territorioIl Gma analizza le attività realizzate dai Sog-getti attuatori dall’organizzazione delle strut-ture di prima accoglienza a quelle di desti-nazione a medio lungo termine con l’obietti-vo di accompagnare i Soggetti attuatori, incaso di necessità, in scelte e miglioramenti delsistema di accoglienza regionale.L’attività è suddivisa in analisi regionale e lo-cale. La prima mira a monitorare i piani didistribuzione regionali discendenti dal Pia-no nazionale e il modello organizzativo/ope-rativo locale. L’analisi locale, invece, si con-centra sulle diverse strutture di accoglienzaIl Gma riporta con cadenza periodica al Com-missario delegato le informazioni raccolteper permettere un’attività di accompagna-mento dei Soggetti attuatori per colmare leeventuali lacune. (art. 2)

Strumenti di verificaIl lavoro del Gma si basa sull’analisi dei do-cumenti prodotti a livello regionale/locale e suuna serie di incontri con i Soggetti attuatorie con gli altri soggetti interessati a livello re-gionale. È prevista anche l’organizzazione divisite a campione nelle strutture di acco-glienza. (art. 2)La verifica dei team di valutazione viene fat-ta secondo standard comuni che devono es-sere definiti prima di iniziare le verifiche sulterritorio. Per la definizione degli standardsi può fare riferimento a standard già in usodagli Enti e dalle Amministrazioni coinvolte.

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2 Lettera

uNell’ambito del progetto “A scuola di protezione civile” – promosso dal Dipartimento e rivolto agli studentidelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado – alcune classi elementari dell’Istituto Com-prensivo di Albano Cecchina hanno partecipato a maggio ad una visita alla sede operativa della ProtezioneCivile. Queste visite rientrano nelle attività del Dipartimento per favorire la diffusione della cultura di prote-zione civile tra i più giovani e permettono agli studenti di vedere da vicino come funziona il Sistema nazio-nale di protezione civile, comprendere i soggetti, i metodi e le dinamiche che lo caratterizzano sia nelle at-tività ordinarie sia nella gestione delle emergenze. Pubblichiamo i ringraziamenti al Dipartimento di ManuelaFini, dirigente scolastico dell’Istituto e alcune impressioni dei ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa.

Un sentito ringraziamento da parte delle insegnanti e del dirigente scolastico per l'impegno e la dedizione cheavete dimostrato nel coinvolgere i nostri bambini nel progetto “A scuola di protezione civile” e per averaffrontato una problematica così importante quale è la sicurezza. Il successo più grande è stato vedere i voltiattenti dei nostri alunni, il loro interesse. Avete affrontato la delicata questione della sicurezza con efficaciae chiarezza. Siamo fermamente convinti della validità di questo progetto e per questo ci auspichiamo chequesta iniziativa prosegua nei prossimi anni.Il dirigente scolasticoDott.ssa Manuela Fini

A scuola di protezione civileStudenti di una scuola elementare in visita al Dipartimento

Per inviare contributi, segnalazioni, testimonianze o riflessioni scrivete a [email protected]

“È stata un’esperienza strabiliante: abbiamoimparato tantissime cose. Vale più di centoore di lezione” Iulia, IV elementare

“Mi ha colpito molto la spiegazionedei diversi aerei che si usano per spegneregli incendi” Emanuela, IV elementare

“Non vedo l’ora di diventare volontariadi protezione civile” Francesca, IV elementare

“Ho imparato che ci sono due modi permisurare il terremoto e sono la scala Mercallie la scala Richter” Jacopo, IV elementare

Il magazine “Protezione Civile” è anche su facebook. Se appartienia un’associazione di volontariato iscritta all’Elenco Nazionaleo al Registro Regionale e desideri inviare contenuti multimedialio segnalare un evento scrivi a [email protected]. La redazione selezionerà i contributi e li pubblicherà nelle appositesezioni della pagina.

“Sono rimasto colpito dalla sala operativa dellaProtezione Civile dove c’erano molte televisioni emolti computer che monitoravano tutto il territorioitaliano” Leonardo, IV elementare

“La Protezione Civile lavora 24 ore su24 per proteggerci” Chiara, IV elementare

“Ho imparato che in caso di alluvione dobbiamosalire sul tetto della casa” Roberto, IV elementare[

Da luglio c’è un nuovo servizio per chi desidera saperne di più sui rischi del no-

stro Paese e sui comportamenti che aiutano a prevenirli e mitigarli, o fare segna-

lazioni al Dipartimento della Protezione Civile. Il numero verde risponde dal lunedì

al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00 e quando necessario sarà esteso fino ad h24 tut-

ti i giorni della settimana. Per le domande online e per consultare lo stato di la-

vorazione delle richieste è sempre disponibile il sito internet del Dipartimento

Telefona all’800 840 840 o scrivici su protezionecivile.gov.it

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