Magazine "Protezione Civile"

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2PRIMO PIANO Calabria 2011: esercitazione nazionale di Protezione Civile 2FOCUS I dieci anni del Meccanismo Europeo di Protezione Civile 2STORIE Irpinia 1980, una riflessione a 31 anni dal terremoto anno 1 n. 5 DAL TERRITORIO: SCIAME SISMICO POLLINO, LE INIZIATIVE DEL DIPARTIMENTO • DAL DIPARTIMENTO: IX GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA NELLE SCUOLE Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

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2PRIMO PIANO

Calabria 2011:esercitazione nazionaledi Protezione Civile2FOCUSI dieci anni delMeccanismo Europeodi Protezione Civile

2STORIEIrpinia 1980,una riflessione a 31anni dal terremoto

anno 1 n. 5

DAL TERRITORIO: SCIAME SISMICO POLLINO, LE INIZIATIVE DEL DIPARTIMENTO • DAL DIPARTIMENTO: IX GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA NELLE SCUOLE

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

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La resilienza di un territorio è frutto di una comunità consapevole.

Un cittadino informato, partecipe, e soggetto attivo della

prevenzione è l’elemento fondante di un efficace Sistema di

protezione civile. Il tema dell’auto-protezione – come consapevolezza dei

rischi e conoscenza dei comportamenti virtuosi da adottare in emergenza

– è al centro di questo numero che dedica il suo Primo Piano

all’esercitazione nazionale di Protezione Civile “Calabria 2011”.

L’iniziativa, che rientra in un più ampio progetto di definizione delle linee

strategiche di intervento in emergenza, guarda con attenzione al mondo

della scuola e rivolge ai più giovani una serie di attività formative,

informative e di diffusione della cultura di protezione civile. Sempre legato

all’attualità, un approfondimento sull’emergenza maltempo che, dal Nord

al Sud – e in particolare in Liguria, Piemonte, alta Toscana, Isola d’Elba,

Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia – ha duramente colpito il nostro

Paese in questi ultimi mesi. Il Focus di questo numero è invece dedicato

a un compleanno: nasceva dieci anni fa il Meccanismo Europeo di

Protezione Civile, lo strumento dell’Unione Europea concepito per

rispondere alle emergenze su un territorio interno o esterno all’Unione,

attraverso la condivisione delle risorse degli Stati membri. E di un’altra

ricorrenza, più dura da raccontare, parla invece la sezione Storie. Il 23

novembre di 31 anni fa, il Sud Italia viveva una delle tragedie più pesanti

subite dal nostro Paese: il terremoto dell’Irpinia, di cui torniamo a

discutere oggi non solo per ricordare una pagina dolorosa della memoria

italiana, ma anche e soprattutto per ricostruire l’evoluzione della

macchina dei soccorsi fino alla definizione dell’attuale Sistema di

protezione civile. L’ultimo numero dell’anno si chiude con le consuete

rubriche Dal Territorio e Dal Dipartimento. Una carrellata di informazioni

utili, a cui potete contribuire segnalandoci le vostre iniziative sulla casella

di posta [email protected] o sulla pagina facebook della rivista

che nel corso dei mesi – grazie soprattutto alla vostra presenza –

è diventata sempre più uno spazio di confronto e di condivisione.

L’editoriale

Anno 1 n. 5novembre/dicembre 2011

Pubblicazione bimestraleiscritta al Registro degli Operatori della Comunicazione al n. 20383 del 6.12.2010

EditorePresidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Direttore responsabileMariacristina Giovannini

RedazioneVincenzo ArenaValeria BernabeiFrancesca DottarelliClaudia Di LorenzoAlessandra EspositoRossella GentileMariacristina GiovanniniElena LombardoSilvia MannaFrancesca PattiMarianna SchiavonCristina Spatola

Art DirectorMaurilio Silvestri

ImpaginazioneSilvia Alessandrini

FotografiRomeo FrisinaMatteo ValenteGino Viani

ContattiServizio C omunicazionee relazioni con il pubblico00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 [email protected]

Stampa Del Gallo Editori

PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Per info sui temi trattati nel magazine scrivi al Contact Center. Compila il form in home page www.protezionecivile.gov.it

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Calabria 2011:esercitazione nazionaledi Protezione Civile2FOCUSI dieci anni delMeccanismo Europeodi Protezione Civile

2STORIEIrpinia 1980,una riflessione a 31anni dal terremoto

anno 1 n. 5

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

2 In questo numero

Editoriale

Primo PianoEsercitazione

“Calabria 2011”

FocusAlluvioni: la rispostae i limiti del Sistema

Dieci anni del Meccanismo Europeo

di Protezione Civile

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StorieIl terremoto in Irpinia

Dal TerritorioCrisis Camp Italy,

la nuova comunicazionein emergenza

Provincia di Milano: i 35anni della Protezione Civile

Protezione Civile Veneto:online il nuovo sito

Veneto e Friuli:modelli di protezione civile

da esportare

Informazione telefonicain emergenza:

nuovo servizio al cittadinodel Comune di Lucca

A scuola di protezionecivile: un percorso

didattico per l’annoaccademico 2011-2012

Sciame sismiconel Pollino:le iniziative

del Dipartimento

A Modena un corsoper aspiranti

volontari under 18

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Bari, Gabriellial Congresso nazionale

di Legambiente

Esercitazione“Airsubsarex n.01 2011”

DalDipartimento

IX giornata nazionaledella sicurezza

nelle scuole

Giornata Internazionaledel Volontariato:

a Roma l’evento “Capacidi intendere e valere”

Definito il “Piano neve2011-2012”

di Viabilità Italia

Progetto DRHOUSE:in Campania il quarto corso

per tecnici di rilevazionedel danno e agibilità

Giornata di studio“Risorgimento

e geologia italiana”

Scuola multimediale:al via la quarta edizione

Lucca, “La protezionecivile nelle istituzioni”

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Alluvione Liguria:Medaglia d’oro al

volontario Sandro Usai

Diritto internazionalee disastri: i primi risultati

della ricerca

Contributi alleOrganizzazioni di

volontariato di protezionecivile per il 2011

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ucNormativa

pag. 34

Letterapag. 40

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2Primo Piano

Si è svolta dal 25 al 27 novembre l’eser-citazione nazionale di protezione ci-vile “Calabria 2011”. L’esercitazione,

organizzata prevalentemente per posti di co-mando, ha previsto la simulazione di un se-vero terremoto sul territorio calabrese. I la-vori hanno preso il via il 25 novembre, con unagiornata interamente dedicata a iniziativenelle scuole. Il 26 novembre è stato dedica-to alla fase esercitativa vera e propria e il 27novembre si è svolto il debriefing conclusivo.L’esercitazione è stata organizzata dal Di-partimento della Protezione Civile, d’intesacon la Regione Calabria, con il coinvolgi-mento delle Province e Prefetture Utg cala-bresi – Catanzaro, Cosenza, Crotone, ViboValentia e Reggio Calabria – e dei Comuni.L’idea di un’esercitazione nazionale in Cala-bria nasce dall’esigenza di testare i primi ri-sultati della pianificazione di emergenza peril rischio sismico in questa Regione. La Ca-labria è tra le Regioni a maggior rischio si-smico e presenta, anche, una quantità rile-vante di rischi indotti da eventi sismici, comefrane e tsunami. Inoltre il territorio è carat-terizzato da un’alta vulnerabilità delle infra-strutture di accesso: reti viaria e ferroviaria,porti e aeroporti. L’esercitazione rientra, dun-que, in un più ampio programma di lavoro.

EsercitazioneCalabria 2011L’iniziativa rientra nelleattività di pianificazionedi emergenza

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Un momento dell’attivitàesercitativa nello scenariooperativo di Scilla

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U ObiettiviL’esercitazione si è svolta per posti di coman-do, con l’obiettivo di testare l’efficienza dellecomunicazioni e le procedure di attivazionedel coordinamento in emergenza dal livelloperiferico al livello centrale. Sono state organizzateanche azioni sul territorio per testare la capa-cità di risposta locale all’evento calamitoso e,in particolare, momenti di verifica dei piani dievacuazione degli istituti scolastici e attività didiffusione delle conoscenze di protezione ci-vile per il 25 novembre, Giornata nazionaleper la sicurezza nelle scuole. Grazie a “Calabria 2011” sono state testateanche le procedure di attivazione delle com-ponenti e delle strutture operative di protezionecivile e in particolare:• la risposta operativa della catena di soccorso;

• la tempistica e le modalità di attivazione deiCoc - Centri operativi comunali, dei Com - Cen-tri operativi misti e dei cinque Ccs - Centri dicoordinamento dei soccorsi;

• l’attivazione coordinata dei modelli di inter-vento di enti e strutture partecipanti e delflusso delle comunicazioni in emergenza;

• le procedure di attivazione delle struttureoperative per gli interventi tecnici urgenti;

• le attivazioni per il soccorso e l’assistenzasanitaria;

• le procedure di evacuazione medica conmezzo aereo AeroMedEvac;

• l’operatività del volontariato;• le telecomunicazioni d’emergenza;• la verifica degli entry point terrestri, aereie marittimi; l’analisi delle procedure di at-tivazione e instradamento dei soccorsi sulterritorio e della movimentazione del ma-teriale utile alla gestione dell’emergenza;

• l’efficacia e i tempi di applicazione delleprocedure per la verifica speditiva del-l’idoneità dei manufatti stradali al transitodei mezzi di soccorso;

• l’informazione alla popolazione scolastica;• la simulazione dello scenario di danno.

U Lo scenarioL’evento storico di riferimento di “Calabria2011” è il terremoto del 28 marzo 1783 del-le ore 18.55, con un’intensità massima delX-XI della Scala Mercalli. Questa scossa faparte di un periodo sismico iniziato il 5 feb-braio 1783 e durato oltre tre anni.La scossa del 28 marzo è stata avvertita intutta l’Italia meridionale, dalla Sicilia, a Na-

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poli, alla Puglia meridionale. L’area mag-giormente colpita è a sud di Catanzaro erappresenta la localizzazione più setten-trionale tra le aree più danneggiate dell’in-tero periodo sismico. La scossa ha avuto ef-fetti catastrofici in 12 località. Altre 25 han-no subito effetti distruttivi e si sono registratigravi danni in 71 paesi. In seguito alla scos-sa del 5 febbraio 1783 e a quelle immedia-tamente successive molte persone hannoabbandonato le loro case, costruito ripariprovvisori e vissuto per alcune settimanefuori dai centri abitati. La scossa catastrofi-ca del 28 marzo 1783 ha provocato quindiun moderato numero di vittime in rappor-to all’intensità dell’evento sismico.

Le scosse hanno provocato imponenti ef-fetti sul suolo e in particolare frane, feno-meni di liquefazione e apertura di fratture. Ilmargine settentrionale dell’Aspromonte e laPiana di Gioia Tauro hanno subito gli effettipiù importanti: movimenti franosi di scivo-lamento e distacco che in alcuni casi han-no trascinato interi centri abitati e ostruitocorsi d’acqua, determinando la formazionedi centinaia di laghi.

U Le attività divulgativeNell’ambito della esercitazione nazionale diprotezione civile “Calabria 2011”, la giorna-ta del 25 è stata interamente dedicata al te-ma della sicurezza nelle scuole, con iniziati-ve di sensibilizzazione e attività divulgativerivolte ai più giovani per la diffusione dellacultura di protezione civile.La scuola, luogo simbolo di ogni collettività,è sede privilegiata per la diffusione di buonepratiche in materia di prevenzione dei rischinaturali che insistono sul nostro territorio.L’appuntamento con le scuole calabresi èstato organizzato a valle del protocollo d’in-tesa “prevenzione e sicurezza a scuola” fir-mato il 28 luglio 2011 dalla Regione Cala-bria e dall’Ufficio scolastico regionale. Il pro-tocollo mira alla realizzazione di una corret-ta pianificazione degli interventi emergen-ziali da attivare sul territorio in caso di cala-mità e alla programmazione di iniziative ri-volte ai docenti e agli studenti, e aperte an-che al contributo di enti e associazioni.In questo quadro, il Dipartimento della Pro-tezione Civile ha avviato una serie di proget-ti didattici sul territorio regionale. Il 15, 17 e 18 novembre sono stati organiz-zati seminari provinciali rivolti a dirigenti sco-

In questa pagina e nella successivaalcuni scenarioperativi dellafase esercitativa

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lastici e responsabili della sicurezza. Questiincontri, introdotti dai referenti dell’Ufficioscolastico regionale, sono stati occasione perapprofondire alcuni temi tra cui la cono-scenza del Servizio Nazionale della Prote-zione Civile, della sismicità e pericolosità si-smica in Calabria, della sicurezza nelle scuo-le, della pianificazione sul rischio sismico inCalabria. Ai seminari hanno partecipato rap-presentanti del Dipartimento della Protezio-ne Civile, dell’Ingv - Istituto nazionale di geo-fisica e vulcanologia, del Settore protezionecivile della Regione Calabria e della Direzio-ne regionale dei Vigili del Fuoco. Al dibattitosono intervenuti anche prefetti, sindaci e rap-presentanti della protezione civile provincia-li e comunali. Nella stessa settimana ha pre-so il via in Calabria anche il progetto “Scuo-

la multimediale di protezione civile”. Il progettoha l’obiettivo di diffondere la conoscenza deidiversi rischi cui è esposto il nostro Paese emira a favorire il rispetto del territorio e l’ac-quisizione di norme di comportamento daadottare in caso di emergenza.Per la fase esercitativa del 25 novembre ilDipartimento della Protezione Civile ha pro-posto, in accordo con la Regione e l’Ufficio sco-lastico regionale, anche una prova di eva-cuazione dei plessi scolastici calabresi, perun totale di circa 600 istituti. In alcune scuo-le gli alunni hanno completato la prova dievacuazione nelle aree di attesa individuatedal piano di emergenza comunale. Tra le at-tività di diffusione delle conoscenze di pro-tezione civile intraprese il 25 novembre, inconcomitanza con la Giornata nazionale del-

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la sicurezza nelle scuole, anche la distribu-zione di materiale didattico e divulgativo.Questa attività è stata svolta in raccordo conCittadinanzattiva – che a Lamezia Terme il25 novembre ha presentato con il Diparti-mento anche il rapporto annuale “Impara-resicuri” – e con i volontari Anpas, già for-mati dal Dipartimento per la campagna “Ter-remoto - Io non rischio”, e ha visto il contri-buto di numerose organizzazioni di volonta-riato locale di protezione civile.Nel corso dell'anno scolastico 2011-2012saranno avviate in Calabria altre attività diformazione e informazione che prevedono ilcoinvolgimento degli studenti. Tra queste, ilDipartimento della Protezione Civile, la Regionee l’Ufficio scolastico regionale hanno propo-sto anche un concorso che permetterà agli stu-denti di cimentarsi con elaborati, progettigrafici e multimediali dedicati al tema sicu-rezza e protezione civile.

U Prima giornata: le scuoleIl Capo Dipartimento Franco Gabrielli ha de-ciso di trascorrere la prima giornata di “Ca-labria 2011” insieme agli studenti della regione.L’esercitazione nazionale di protezione civi-le ha, infatti, aperto i lavori con una giorna-ta interamente dedicata alle scuole. Prime tappe, il Comune di Martirano Lom-bardo e Vibo Valentia. Qui il Capo Diparti-mento ha incontrato i ragazzi di alcuni istitutiscolastici impegnati nella prova di evacua-zione e ha ricordato loro l’importanza delleesercitazioni per testare la capacità di rispo-sta del territorio in una situazione di emer-genza. Il Capo Dipartimento ha spiegato aglistudenti che auto-protezione significa so-prattutto essere consapevoli dei rischi che

insistono sul territorio e conoscere i com-portamenti virtuosi e le misure da adottarein emergenza. Per questo ogni giovane deveprepararsi, essere informato ed essere sog-getto attivo nella diffusione di una culturadella prevenzione.Nella giornata nazionale per la sicurezza nel-le scuole, “Calabria 2011” ha invitato gli isti-tuti di ogni ordine e grado a coinvolgere i ra-gazzi in una prova di evacuazione. Per gli stu-denti di alcune scuole il momento esercitati-vo è stato completato nelle aree di accoglien-za individuate dal piano comunale.Direttori didattici e insegnanti sono stati pre-parati a questa giornata attraverso il ciclo diincontri informativi che si è svolto nelle cin-que province calabresi dal 15 al 18 novembre.A supporto delle attività previste per questagiornata, il Dipartimento ha distribuito agliinsegnanti materiale didattico e divulgativosul rischio sismico del progetto Edurisk del-l’Ingv e, a tutti i ragazzi, il vademecum “Pro-tezione civile in famiglia”, con le norme diauto-protezione da adottare in caso di emer-genza. Come ha sottolineato il Capo Diparti-mento l’esercitazione “Calabria 2011” partedal mondo della scuola per ribadire l’impor-tanza della prevenzione e la necessità di unamaggiore consapevolezza che porti al radi-camento di una cultura di protezione civile. Il mondo della scuola in Calabria – ha evi-denziato Franco Gabrielli – ha risposto in ma-teria partecipata all’esercitazione, a dimo-strazione di una giusta sensibilità in materiadi prevenzione: un cammino complesso chenon solo la Calabria deve intraprendere. A conclusione della prima giornata di lavori,nella sede consiliare del Comune di LameziaTerme, il Capo Dipartimento è intervenuto

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alla presentazione del rapporto nazionale“Impararesicuri”: progetto rivolto alle scuo-le avviato dal Dipartimento e da Cittadinan-zattiva con l’obiettivo di monitorare la per-cezione del rischio sismico in Italia e ali-mentare la diffusione di buone pratiche. Nel corso dell’incontro, Franco Gabrielli ha sot-tolineato che è il comportamento dei singo-li a fare la differenza e che proprio per que-sto è importante parlare di “cittadinanza at-tiva”. Un cittadino consapevole è infatti ingrado di informarsi e di essere attore, in pri-ma persona, della propria sicurezza.

U Seconda giornata: la fase esercitativaLa fase esercitativa di “Calabria 2011” si è svol-ta il 26 novembre con l’obiettivo di testare lacapacità di risposta del territorio calabresein caso di terremoto. In particolare, l’eserci-tazione ha messo alla prova l’efficienza del-le comunicazioni e le procedure di attivazio-ne del coordinamento in emergenza dal li-vello periferico al livello centrale. Sono stati organizzati anche scenari opera-tivi nelle cinque province per testare la capacitàdi risposta locale all’evento calamitoso. Il Ca-po Dipartimento Franco Gabrielli ne ha seguitoda vicino alcuni. La giornata si è aperta aScilla, in provincia di Reggio Calabria, doveè stato simulato uno scenario d’interventoper verificare la tempestività e la capacita dicoordinamento interforze dei vari attori coin-volti – in raccordo con il Centro di coordina-mento dei soccorsi – nell’attività di verificadi un viadotto, che si ipotizza soggetto a di-stacchi di materiale. Il Capo Dipartimento siè poi diretto a Germaneto, presso la Sala ope-rativa della Regione Calabria, dove è stataattivata la Dicomac - Direzione di comando

e controllo, e si è collegato via satellite con lasede operativa del Dipartimento della Prote-zione Civile, dove è stato convocato il Comi-tato operativo. L’esercitazione è stata dun-que anche occasione per testare l’efficien-za dei sistemi di comunicazione. A Germanetoil Capo Dipartimento ha seguito anche le at-tività addestrative dei volontari, impegnatinelle attività di montaggio tende per l’allesti-mento di un’area di accoglienza.La giornata è proseguita con il sopralluogonella località di Marano Marchesato dove è sta-ta allestita un’area di accoglienza. In questocentro, nell’ambito dell’esercitazione, han-no completato la prova di evacuazione gli

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ospiti di un centro per disabi-li, coinvolti anche in un testper il censimento delle perso-ne fragili o con disabilità inun’area di accoglienza. In particolare, gli ospi-ti hanno compilato con gli operatori sanitarila “Scheda di classificazione della funziona-lità, della disabilità e della salute della perso-na per l’allocazione abitativa transitoria inemergenza”. Nell’ambito dello scenario sonostati testati anche due progetti per il censi-mento informatico della popolazione e dei ma-teriali. Il Capo Dipartimento, prima di rien-trare a Roma per il Comitato Operativo, haraggiunto lo scenario operativo di Crotone in

cui ha osservato le attività di un posto medi-co aeroportuale e di una zona di ammassa-mento in area Pip - Piano per gli insedia-menti produttivi. Contemporaneamente allosvolgimento delle attività sul territorio, a li-vello centrale, nella sede del Dipartimentodella Protezione Civile, si è riunito in sedutapermanente il Comitato Operativo, per defi-nire le strategie di intervento e garantire l’im-piego coordinato delle risorse nazionali.Durante la mattinata i rappresentanti dellecomponenti e strutture operative nazionalihanno lavorato per pianificare gli interventi dipropria competenza, operando in stretto rac-cordo e coordinamento secondo quanto pre-visto dalla direttiva del 3 dicembre 2008 “In-dirizzi operativi per la gestione delle emer-genze”. La simulazione di imprevisti e di sce-nari complessi ha consentito di verificareprocedure e meccanismi di attivazione, chehanno richiesto, nella maggior parte dei ca-si, l’azione congiunta di più soggetti.Nel pomeriggio il Capo Dipartimento dellaProtezione Civile ha presieduto la riunioneconclusiva del Comitato Operativo per un’ana-lisi delle attività svolte, sia sul territorio, sia alivello nazionale. Franco Gabrielli ha evi-denziato la forte motivazione e l’impegno ditutte le componenti e strutture operative at-tivate per l’esercitazione, un’importante oc-casione per condividere le buone pratichee, soprattutto, per individuare i principaliaspetti da migliorare che costituiranno la ba-se di lavoro dei prossimi mesi.

U Terza giornata: il debriefing L’esercitazione “Calabria 2011” si è chiusa conun debriefing a cui hanno preso parte tuttigli attori coinvolti nelle attività esercitative, le

Crotone, attivitàesercitativa nelloscenario operativodell’aeroporto

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istituzioni locali, e il Dipartimento della Pro-tezione Civile. La riunione tecnica – che si èsvolta nella sede della Protezione Civile del-la Regione Calabria a Germaneto – è statasoprattutto occasione per fare un punto acaldo degli elementi di forza e delle criticitàemerse nel corso delle attività.Un bilancio necessario per il completamen-to del Piano di emergenza nazionale per la Re-gione Calabria, a cui si lavora da alcuni me-si. Tra gli aspetti rilevati, nonostante alcunecriticità sul territorio, i risultati del test di ve-rifica della rete di comunicazione alternativaregionale in caso di blackout.Su questo versante, è emersa anche la ne-

cessità di un linguaggio uni-co e condiviso, per consenti-re interventi di soccorso in-terforze coordinati e tempe-stivi. Gli scenari operativi sono stati appro-fonditi anche da un punto di vista sanitario. Inparticolare, sotto questo profilo, sono statipresidiati tutti i centri operativi, è stato adot-tato un piano unificato per le maxi-emergenzeed è stata testata una scheda di rilevamentodedicata alle persone disabili, elaborata dal Di-partimento della Protezione Civile.Il debriefing conclusivo ha permesso inoltredi integrare i punti di situazione organizzati alivello provinciale nella giornata di ieri in

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Un momentodel Comitato nella sede operativadel Dipartimento

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un’analisi complessiva dell’attività svolta daiCcs - Centri di coordinamento dei soccorsi,in raccordo con i Centri operativi misti e iCentri operativi comunali attivati. È stato inol-tre fatto un resoconto delle attività seguitedal Comitato operativo convocato nella sededel Dipartimento della Protezione Civile a Ro-ma, in coordinamento con il territorio.L’attività di questi mesi, convogliata nella eser-citazione “Calabria 2011”, ha contribuito asensibilizzare le autorità locali di protezione ci-vile rispetto al loro ruolo nell’ambito del Ser-vizio Nazionale della Protezione Civile.In questo senso, è stata ribadita la necessitàdi valorizzare il livello comunale per garanti-

re l’efficacia e l’efficienza dell’intero Sistema.Il percorso intrapreso dal Dipartimento del-la Protezione Civile insieme con la Regione Ca-labria ha attivato dunque un circuito virtuo-so per il consolidamento di un Sistema par-tecipato di salvaguardia della vita umana e tu-tela dei beni e degli insediamenti.L’esercitazione “Calabria 2011”, che di que-sto percorso è parte integrante, ha fornitodunque nuovi input al tavolo permanenteche si occupa delle attività di pianificazioneper il rischio sismico in questa Regione, inuna necessaria fase di test che consentiràdi consolidare gli ambiti di eccellenza e lavorarealla risoluzione delle criticità emerse. 2

L’esercitazione di protezione civile è unimportante strumento di prevenzione e di verificadei piani di emergenza, con l’obiettivo di testareil modello di intervento, di aggiornare leconoscenze del territorio e l’adeguatezza dellerisorse. Ha inoltre lo scopo di preparare i soggettiinteressati alla gestione delle emergenza e lapopolazione ai corretti comportamenti daadottare. Esistono due diverse tipologie diesercitazioni: l’esercitazione per posti di comandoo table-top prevede l’attivazione dei centrioperativi e della rete delle telecomunicazioni.L’esercitazione a scala reale o full-scale prevedeinvece azioni sul territorio e un possibilecoinvolgimento della popolazione.Le esercitazioni possono svolgersi a livellonazionale, regionale, provinciale o comunale. Per le esercitazioni nazionali, la programmazionee l’organizzazione spetta al Dipartimento dellaProtezione Civile in accordo con le Regioni o leProvince Autonome in cui si svolgono.

CHE COS’È UN’ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE?

Quelle classificate come regionali o locali,invece, sono promosse dalle Regioni o ProvinceAutonome, dalle Prefetture Uffici territoriali digoverno, dagli Enti locali o da qualunque altraamministrazione del Servizio Nazionale dellaProtezione Civile, per i piani di competenza.Gli elementi fondamentali utili allaprogrammazione di un’esercitazione sonocontenuti nel “documento di impiantodell’esercitazione” – condiviso con tutte leamministrazioni partecipanti – che individua,tra l’altro, l’ambito territoriale e lo scenario dirischio di riferimento, il sistema dicoordinamento, la strategia di intervento e lemodalità di coinvolgimento della popolazione.A livello internazionale, nell’ambito delMeccanismo Comunitario, la CommissioneEuropea dispone un’attività formativa cheprevede anche esercitazioni. Il Dipartimento ne ha organizzate diverse sul territorio italiano,insieme alle Regioni di volta in volta coinvolte.

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2 Focus

Mercoledì 9 novembre il Capo Di-partimento della Protezione Civileriferisce alla Commissione VIII Am-

biente, territorio e lavori pubblici della Ca-mera dei Deputati sulle alluvioni in Liguriadi Levante e alta Toscana, in Piemonte e aGenova e sulle successive piogge in Cam-pania, Basilicata, Puglia e Isola d’Elba. Even-ti che hanno provocato vittime, dispersi e fe-riti, ingenti danni alle abitazioni, alle infra-strutture viarie, ai servizi essenziali e alle te-lecomunicazioni. L’audizione di Gabrielli sisvolge a pochi giorni dalle precipitazioni chein Sicilia, a fine novembre, sferzano il mes-sinese. Tanti i temi affrontati: l’eccezionalitàdelle precipitazioni che stanno colpendo ilPaese, la risposta del Servizio Nazionale del-la Protezione Civile all’emergenza maltem-po, il sistema di allertamento per il rischioidrogeologico, l’importanza della prevenzio-ne e dei piani di protezione civile.

U Piogge eccezionali ma ricorrentiLa Liguria, la Toscana, il Piemonte e qualchegiorno dopo la Sicilia subiscono rovesci diingenti quantitativi di pioggia in un tempo re-lativamete breve. Fino a 500ml di pioggiavengono giù in tempi ristretti, su territori spes-so impreparati ad affrontare questi fenome-ni. Fenomeni eccezionali eppure sempre piùricorrenti. Il Capo Dipartimento ribadisce inCommissione: “Il problema è che le frequenzedi questi episodi stanno esponenzialmenteaumentando”. Cosa fare? Prevenire e ga-rantire una risposta coordinata e responsa-bile del Sistema di protezione civile.

U La risposta del Sistemadi protezione civile

Da subito, il Sistema di protezione civile – alivello locale, regionale e centrale – s’attivaper fornire soccorso e assistenza alla popo-lazione colpita dalle alluvioni e per presidia-

Alluvioni:la rispostae i limitidel SistemaL’audizione del Capo Dipartimentoin Commissione Ambientealla Camera

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re il territorio. Il Dipartimento della Protezio-ne Civile segue l’evolversi degli eventi, attra-verso rapporti costanti con le sale operativenazionali e regionali; continui aggiornamen-ti del Comitato Operativo, riunito in sedutapermanente; sopralluoghi nelle zone colpi-te da parte di team di esperti.

U Il Sistema di allertamentoIn Commissione sono illustrati l’architetturae il funzionamento del Sistema di allerta-mento nazionale per il rischio idrogeologicoe idraulico ai fini di protezione civile, disciplinatodalla direttiva del Presidente del Consigliodei Ministri del 27 febbraio 2004, e dai suc-cessivi atti di modifica e integrazione. In par-ticolare, il Capo Dipartimento descrive il ruo-lo dei Centri funzionali e quello del Dipartimento,che garantisce – attraverso il Centro Funzio-nale Centrale – il coordinamento delle previsionimeteorologiche. Il Dipartimento emette quo-

tidianamente un bollettino di vigilanza me-teorologica nazionale o, in caso di previsionedi eventi di scala sovra regionale, avvisi na-zionali di condizioni meteorologiche avver-se, costituiti dalla integrazione degli avvisimeteo regionali. La direttiva chiarisce le re-sponsabilità definendo i protocolli operativie i rapporti con le autorità di protezione civi-le. Le Regioni devono stabilire in modo uni-voco le azioni di protezione civile da attivarea livello locale, ufficializzarle in delibere diGiunta e informarne il Dipartimento.Gabrielli spiega come i bollettini di vigilanzameteo non siano l’equivalente delle tradizio-nali previsioni meteo, ma rappresentino pre-visioni che attengono a scenari di protezionecivile. Il Dipartimento segnala le piogge e lenevicate solo se hanno una potenziale rica-duta sull’incolumità dei cittadini. Il bolletti-no è frutto del concorso dell’attività del Cen-tro funzionale centrale della Protezione Ci-vile, del servizio meteorologico dell’Aero-nautica Militare e dei Centri funzionali re-gionali del Piemonte e dell’Emilia-Romagna,individuati come centri di eccellenza fra lerealtà regionali. Una volta emesso dal Di-partimento l’avviso meteo, i singoli centri fun-zionali regionali, se sussistono situazioni di cri-ticità idrogeologica, emettono propri avvisidi criticità: lo fanno in autonomia se i centrifunzionali regionali sono autonomi o tramiteil Dipartimento se non lo sono. Le regioni nonautonome in questo senso sono il Friuli, ilLazio, la Puglia, la Sicilia, la Sardegna, la Ca-labria e l’Abruzzo. Il Dipartimento, per le Re-gioni non autonome, emette avvisi di critici-tà secondo una tripartizione di pericolosità:criticità ordinaria, criticità moderata e criti-cità elevata. Tutte le Regioni devono dira-

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2 Focus

mare sul territorio gli avvisi, prescrivendo perogni tipo di criticità un tipo di attenzione o diallerta specifica.

U Allerta: proceduree comunicazione non uniformi

Gabrielli sottolinea come esista un problemadi uniformità delle procedure e delle forme dicomunicazione. “Ci sono Regioni che riferi-scono alla criticità elevata l’allerta 2, altre l’al-lerta 3, altre il preallerta”. Una complessitànella comunicazione delle allerta che non ren-de fluido il flusso informativo nel Sistema. E unodei primi compiti del Comtato Paritetico pre-visto dalla legge 401/2001 che il Dipartimen-to della Protezione Civile s’accinge a riattiva-re, conclude Gabrielli, sarà proprio cercare diuniformare procedure e comunicazione.

U Prevenzione strutturaleCentrale nella relazione il tema della preven-zione. “Esiste – sostiene Gabrielli – una pre-venzione strutturale. Se ci si soffermasse aparlare delle condizioni delle scuole, degli uf-fici strategici e delle abitazioni, si vedrebbeche esiste un problema di interventi pre-ventivi per mettere in sicurezza gli edifici e ilterritorio”. Questa attività di prevenzione nonè in carico alla Protezione Civile. Piuttosto al-le Regioni e agli Enti locali che devono prov-vedere ad un’attenta e lungimirante proget-tazione urbanistica dei centri urbani, ad atti-vità di indagine e consolidamento strutturaledi strutture di propria pertinenza. Molto spes-so, tuttavia, la mancanza di risorse fa sì checerti interventi restino incompiuti. Manca unavisione d’insieme, un piano di interventi si-stematici a medio e lungo termine. Uno sta-tus quo che non può essere superato con in-

terventi spot, con singole e isolate iniziative.Eticamente, ribadisce il Capo Dipartimento, èimpensabile non dotare gli enti locali di ri-sorse per intervenire: “i morti di questi gior-ni ci impongano interventi immediati”. Maogni intervento, ogni stanziamento di risorseè sterile se non si comprende che previsionee prevenzione sono presupposti di un Siste-ma di protezione civile che gira bene solo conil concorso di ciascuno: istituzioni, compo-nenti e cittadini.

U Il rischio accettabilePoiché la cementificazione e il dissesto sonoun dato di fatto decennale e gli interventi suldissesto hanno tempi lunghi, Gabrielli insistesulla sottoscrizione di un patto sociale fra cit-tadini e istituzioni basato sul concetto di “rischioaccettabile”. Certe emergenze non determi-nerebbero i danni che invece provocano, segli Enti locali diffondessero la cultura dell’au-to-protezione e se il cittadino la facesse pro-pria. Di contro cittadini, media e stakeholdernon possono “crocifiggere” quegli ammini-stratori che responsabilmente e coraggiosamente– a volte anche rischiando, ma nell’interessegenerale – prendono decisioni anche impopolariin emergenza ma quantomeno non si na-scondono dietro un pavido immobilismo.

U L’auto-protezioneRicorrente il tema dell’auto-protezione. “Qual-cuno ha ironizzato – dice Gabrielli – quandoho sottolineato l’aspetto dell’auto-protezione,contrabbandandola come se significasse‘ognuno faccia come meglio crede o si ar-rangi’, al contrario l’auto-protezione è uno deiconcetti basilari di un Sistema di protezionecivile. Dispone l’interruzione di tutte le attivi-

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tà in alveo e la messa in sicurezza dei mezzie macchinari, assicura una reperibilità fina-lizzata, in via prioritaria, alla ricezione di ulterioriaggiornamenti, assicura la sorveglianza at-traverso il presidio territoriale delle zone a ele-vata predisposizione al dissesto idrogeologi-co e ad alta pericolosità idraulica”. Le zone so-no individuate nella cartografia delle criticitàa uso della Protezione Civile e nelle sue even-tuali integrazioni di dettaglio a cura dei Co-muni. Sia in caso di allerta 1 sia di allerta 2,i Comuni s’avvalgono del supporto del vo-lontariato, dei corpi dello Stato, di enti pubblicie privati preposti alla bonifica, alla difesa delsuolo e del territorio, alla gestione della viabilitàstradale e ferroviaria e anche dell’energia.Non ci possono essere confusione e sovrap-posizioni di ruoli e prerogative nella gestionedelle emergenze. “La catena di comando è bendefinita – sostiene Gabrielli – le azioni chedevono essere eseguite sono scritte”. Ciò cheserve è insistere sull’auto-protezione.

U I piani di protezione civile e l’informa-zione alla popolazione

I piani di protezione civile devono essere pre-disposti e resi pubblici da Comuni e Province.Su questo fronte Gabrielli è perentorio. “Quan-do si afferma che il Dipartimento emana gliavvisi e poi sono i Comuni che li devono at-tuare, non è uno ‘scaricabarile’, non è un met-tere la croce addosso all’ultimo anello dellacatena”. Il Sistema di protezione civile fun-ziona nel nostro Paese in senso sussidiario.È il Sindaco la prima autorità di protezione ci-vile e, sussidiariamente, nella gestione delleemergenze i comuni possono essere affiancatidalle autorità sovraordinate. La stessa Regio-ne Liguria con delibera n. 746 del 9 luglio del

2007, parlando dei tipi di allerta idrogeologi-ca e delle azioni da intraprendere, prevedeche “il Sindaco, in qualità di autorità comunaledi protezione civile, attiva la struttura comunaledi protezione civile, comunica in tempo utilealla popolazione tramite le strutture comuna-li a disposizione, ivi compreso il volontariato,la necessità di mettere in atto misure di auto-protezione”. Ogni Comune dovrebbe aver pre-disposto un piano di protezione civile. Se poiquesti piani non sono conosciuti dalla genteè come se non esistessero. Ecco che emergeil tema dell’informazione alla popolazione: ilcombinato disposto tra l’articolo 15 della leg-ge n. 225 del 1992 e l’articolo 12 della leggen. 265 del 1999 pone in capo al sindaco lecomunicazioni alla popolazione. Informare lacollettività è prerogativa del Sindaco – ricordaGabrielli – “non per una perversione, ma peruna semplice ed elementare considerazione:chi meglio di colui che sta sul territorio ne co-nosce le condizioni?”.

U Proposte e conclusioniGabrielli pone infine l’accento sulla necessi-tà di rifinanziare il Fondo nazionale e regionaledi protezione civile: le risorse limitate po-trebbero determinare una riduzione della ca-pacità operativa del sistema di protezione ci-vile; sulla necessità di modificare le recentidisposizioni normative, come la legge n. 10 del26 febbraio 2011, che incidono sul reperi-mento delle risorse da destinare alle emer-genze; sull’esigenza di introdurre forme diassicurazione obbligatoria rispetto ai rischinaturali, come avviene in altri Paesi europeie non europei; sul bisogno per il Sistema di pro-tezione civile di rafforzare le attività di pre-venzione non strutturale 2

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2 Focus

Per il 10° anniversariodel Meccanismo Eu-ropeo di Protezione Ci-

vile, il 10 e 11 novembre si èsvolta alla Biblioteca Nazio-nale Centrale di Roma la con-ferenza internazionale “Civilprotection and humanitarianaid facing disasters and cri-ses together”.Il Meccanismo Europeo di Pro-tezione Civile è uno strumen-to dell’Unione Europea nato

crescente collaborazione tra i30 Stati membri del Mecca-nismo, lo strumento della Com-missione capofila negli inter-venti in territorio interno edesterno all’Unione Europea.Le due giornate di lavori han-no rilanciato il dialogo e il con-fronto tra tutti gli attori inter-nazionali che intervengono inambito emergenziale, in par-ticolare l’Onu - Organizzazio-ne delle Nazioni Unite, e ri-

per facilitare la cooperazionenegli interventi di assistenzadi protezione civile nel caso siverifichino delle emergenzeche richiedono azioni di ri-sposta rapida.La conferenza, organizzata dalDipartimento della Protezio-ne Civile e dal Ministero degliAffari Esteri, è dedicata al te-ma della cooperazione per lagestione delle emergenze in-ternazionali e mette in luce la

Dieci anni del MeccanismoEuropeo di Protezione CivileUna conferenza internazionale dedicata al temadella cooperazione per la gestione delle emergenze internazionali

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flettono la recente tendenzache vede il Meccanismo ope-rare in settori e ambiti tradi-zionalmente di competenzadell’aiuto umanitario, comenel caso del maremoto nel SudEst Asiatico nel 2004, il terre-moto del 2010 ad Haiti, e larecente emergenza umanita-ria per l’afflusso di cittadini dalNord Africa. Il quadro degli in-terventi necessita di un ap-proccio di risposta agli eventiconcordato e condiviso dalleparti, un’evoluzione impor-tante già annunciata nella Co-municazione della Commis-sione Europea del 26 ottobre2010 “Potenziare la reazioneeuropea alle catastrofi: il ruo-lo della protezione civile e del-l’assistenza umanitaria”. Il do-cumento dà il via all’iter peruna nuova strategia di gestio-ne delle catastrofi da parte del-l’Unione Europea e, secondol’art. 196 del Trattato di Li-sbona, incoraggia la coopera-zione tra gli Stati membri perrafforzare l’efficacia dei siste-mi di prevenzione e di prote-zione dalle calamità naturalio antropiche e “favorire la coe-renza tra le azioni intraprese alivello internazionale in mate-ria di protezione civile”. Nelcorso della conferenza è sta-ta ribadita anche l’importan-za di coordinare i diversi atto-

nergia tra le attività di prote-zione civile e gli aiuti umanitari.Un passo verso la propostadella Commissione per la ri-forma legislativa del Mecca-nismo e il potenziamento del-le capacità di risposta ai disa-stri. Un cambiamento che ri-conosce passaggi importantiquali la conoscenza della di-sponibilità di risorse su basevolontaria da parte degli Sta-ti, il rafforzamento di una po-litica di prevenzione all’interodel sistema del Meccanismo,procedure più semplici, e larealizzazione dell’EmergencyResponse Centre nell’ambitodella DG-ECHO, Direzione Ge-nerale per gli Aiuti Umanitarie la Protezione Civile. Un potenziamento dell’attua-le Monitoring and InformationCentre con il compito di guar-dare sia alle emergenze di ca-rattere umanitario che a quel-le più strettamente vicine allaprotezione civile. Il Diparti-mento in questi dieci anni hasvolto – come sottolineato an-che dalla commissaria euro-pea Kristalina Georgieva – unruolo da protagonista, non so-lo nel mettere a disposizione ri-sorse, ma anche nel determi-nare politiche e strategie co-muni nell’interesse europeo eportare assistenza in ambitointernazionale. 2

ri che partecipano alla gestio-ne di un’emergenza interna-zionale. È questo il caso dellaconvivenza dell’elemento ci-vile con quello militare, unoscenario delineatosi con l’im-piego sempre più frequentedelle forze militari in caso didisastri, ma disciplinato da uncriterio molto rigido, chiama-to del last resort ovvero di ri-corso al mezzo militare solo inmancanza di mezzo civile si-mile. L’uso delle risorse mili-tari a sostegno delle opera-zioni di protezione civile con-dotte al di fuori dell’UnioneEuropea, si basano su normededicate: le linee guida di Oslodel 1994, riviste nel 2003, perl’utilizzo dei mezzi di difesamilitari e civili in risposta allecalamità naturali e le linee gui-da dell’Onu del 2003.Dal militare al civile, la capa-cità di risposta a un evento èrappresentata anche dal Mo-vimento Internazionale di Cro-ce Rossa e Mezza Luna Ros-sa, dalle Organizzazioni nongovernative, dalle strutture na-zionali di protezione civile, dal-l’Unione Europea e dalle Agen-zie delle Nazioni Unite. Si delinea così un contesto ar-ticolato in cui la guida dell’Onuè essenziale per raggiungerela piena efficacia della rispo-sta ai disastri, e favorire la si-

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2Storie

Una sezione dedicata agli eventi che hanno segnato la storia italiana e che, al contempo, hanno contribuitoalla nascita e all’evoluzione di una cultura condivisa di protezione civile.

Uno sguardo al passato che è anche occasione di riflessionesui temi di previsione e prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.

Un boato tremendo, come lo scoppio di una bomba, e poi una scos-sa, interminabile e distruttiva. Alle 19.35 del 23 novembre 1980, ilSud Italia è devastato da una tra le più pesanti tragedie della sto-

ria del nostro Paese: un terremoto di magnitudo 6.9 colpisce una vasta area della Cam-pania, della Basilicata e parte della Puglia.

Nell’area colpita – a cavallo tra Irpinia, Basilicata e Cilento – sono gravemente dan-neggiati 337 comuni che perdono gran parte del patrimonio abitativo. In Provincia di Avel-lino, Laviano, S. Angelo dei Lombardi e Lioni sono completamente distrutti e Caposele,S. Michele di Serino, Senerchia e Teora subiscono danni gravissimi. Tutte le sedi istitu-zionali di riferimento vengono meno, spazzate via dal terremoto.

Le scosse sismiche innescano anche numerose frane, alcune molto gravi, come le fra-ne di Calitri, di Caposele, di Calabritto e di Senerchia che arrecano ulteriore danno al ter-ritorio. Le conseguenze del sisma sono pesantissime: 2.734 vittime e 8.848 feriti. Mette-re in salvo se stessi e cercare i propri cari sono le prime istintive reazioni della popola-zione colpita. Poi scatta la risposta solidale e partecipata dei sopravvissuti al terremoto

Il terremotoin IrpiniaUn sisma di magnitudo 6.9 colpisceuna vasta area di Campania, Basilicatae marginalmente della Puglia

Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gliitaliani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di

questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modomigliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi.1“ ”

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e, successivamente, il sostegno degli emigranti, rientrati in Italia per aiutare le famigliedi origine. La visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini nelle zone colpite dalterremoto, il 25 novembre, dà un impulso all’organizzazione dei soccorsi, partiti in ritardoe senza i mezzi necessari.

Le linee elettriche e telefoniche sono interrotte a causa del terremoto ed è dunque im-possibile ogni comunicazione tra le zone terremotate e il centro. La circolazione ferroviariaè completamente bloccata e la penisola è tagliata in due.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla popolazione che, in preda al panico, cer-ca di fuggire bloccando le principali arterie stradali. L’esercito gioca un ruolo importan-te nelle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione.Si stabilisce così un forte le-game tra militari e terremotati. Le zone colpite vengono raggiunte da generi di necessi-tà di ogni tipo: viveri, tende, coperte, abiti e tutto quanto viene raccolto in modo spon-taneo. Anche il volontariato, sebbene non organizzato, costituisce una risorsa fondamentale.Si tratta dell’ennesima prova di solidarietà di un Paese dal grande potenziale umano, comela storia testimonia già a partire dall’alluvione di Firenze del 1966.

La popolazione colpita del terremoto ha bisogno di non sentirsi abbandonata e, al con-tempo, di avere punti di riferimento. Il senso di appartenenza a un luogo così bruscamenteviolato dal terremoto porta gran parte delle famiglie a non lasciare la propria terra, an-che se non hanno più una casa, anche se non hanno più nulla. Le abitazioni distrutte ofortemente danneggiate sono circa 350mila, 500mila quelle danneggiate.

Le persone sfollate oltre 400mila. Solo l’arrivo di un lunghissimo inverno convince-rà una parte della popolazione a lasciare l’area terremotata e a cercare ospitalità in altrecittà d’Italia o all’estero.

U 1980-2011, A 31 ANNI DAL SISMA IN IRPINIA“L’Irpinia è una terra in cui abbiamo sofferto e combattuto, per risollevarla dalla tra-

gedia che l’aveva colpita. Ho provato una grande emozione nel ritornarvi. Laddove ave-vo lasciato montagne di rovine ho ritrovato paesi meravigliosi.2”

Il 23 novembre è una data che l’Italia non dimentica e, ogni anno, è occasione per tor-nare a parlare del terremoto in Irpinia attraverso iniziative in ricordo delle vittime, deiferiti e delle persone rimaste senza casa, ma anche per raccontare l’impegno solidale diquanti, da ogni parte del Paese, sono accorsi per prestare i primi soccorsi, affiancando icorpi dello Stato. Al contempo, il 23 novembre è un momento di riflessione per le Istitu-zioni e per la comunità scientifica sui rischi che caratterizzano il territorio italiano e suifondamentali temi della previsione e della prevenzione.

Non un evento celebrativo, ma un momento di analisi sulla protezione civile è anche

(1) Dal discorso del Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini

(2) Dall’intervento al convegno del Presidente dell’Ispro - Istituto studi e ricerche sulla Protezione Civile e Difesa Civile Giuseppe Zamberletti

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2Storie

il convegno organizzato per i giorni 22-23-24 novembre 2011 dal Comunedi Ariano Irpino, Ufficio Protezione Civile in collaborazione con i giovani vo-

lontari del Servizio Civile nazionale. A distanza di 31 anni dal sisma che ha devastato unavasta area della Campania, della Basilicata e parte della Puglia, il convegno intende ri-costruire le vicende umane del terremoto attraverso una serie di testimonianze e a discuteredi protezione civile, focalizzando l’attenzione sulle attività di previsione, prevenzione soc-corso e superamento delle emergenze così come definite nell’ambito del Sistema Nazio-nale. Nell’ambito del convegno è intervenuto anche il padre della protezione civile italianaGiuseppe Zamberletti, Presidente dell’Ispro, Istituto studi e ricerche sulla Protezione Ci-vile e Difesa Civile.

Zamberletti ha raccontato la sua esperienza di coordinamento dei soccorsi quale Com-missario straordinario di Governo per il terremoto del 1980, soffermandosi su quegli aspet-ti che hanno portato alla definizione della protezione civile come sistema e valorizzandoil ruolo del volontariato che, da risorsa spontanea e non organizzata, è diventato fonda-mentale componente e struttura operativa del Servizio Nazionale.

Una occasione per ribadire l’idea alla base del Servizio Nazionale della Protezione Ci-vile quale sistema flessibile, articolato, veloce e fondato sul principio di sussidiarietà, sul-la collaborazione tra civili e militari e tra le amministrazioni ai vari livelli.

In questa paginae nella successiva,immagini delterremoto in Irpinia

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U IL FRIULI E L’IRPINIA: LA NASCITA DELLA PROTEZIONE CIVILE“Sorvolando la zona terremotata, quello che mi colpì in modo angoscioso fu constatare

che in molti paesi non si vedeva nessuno impegnato a prestare soccorso. Apparve chiaro quan-to costasse la mancanza di una organizzazione permanente di protezione civile.3 ”

I terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Campania, che provocano rispettivamente976 e 2.734 vittime, cambiano definitivamente rispetto agli eventi del passato le modalitàdi gestione dell’emergenza.

In Friuli Venezia Giulia vengono coinvolti da subito il governo regionale e i sindaci deicomuni colpiti, che lavorano in stretto contatto con il Commissario straordinario GiuseppeZamberletti nominato dall’inizio dell’emergenza. Per la prima volta vengono istituiti i “cen-tri operativi”, con l’obiettivo di creare in ciascun comune della zona colpita un organismodirettivo composto dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e private, sotto la pre-sidenza del Sindaco, con il potere di decidere sulle operazioni di soccorso, conoscendo le ca-ratteristiche del territorio e le sue risorse. Anche nella fase della ricostruzione verrà dato po-tere decisionale ai Sindaci per favorire un controllo diretto sul territorio e al tempo stesso

(3) Il Presidente dell’Ispro - Istituto studi e ricerche sulla Protezione Civile e Difesa Civile Giuseppe Zamberletti ricorda il terremoto del-

l’Irpinia in Se la terra trema, Edizioni Sole 24 ore

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2Storie

far sentire le istituzioni vicine ai cittadini. La popolazione partecipa attivamentealla ricostruzione del tessuto sociale e urbano secondo quello che diventerà il

“modello Friuli” – “com’era, dov’era” – completata in poco più di 15 anni. La gestione delterremoto dell’Irpinia risulta invece fallimentare, sia nella fase dell’emergenza, sia nella suc-cessiva fase della ricostruzione. I primi soccorsi sono caratterizzati dalla totale mancanza dicoordinamento: volontari, strutture regionali e autonomie locali si mobilitano spontaneamentesenza aver avuto indicazioni e precisi obiettivi operativi dal Ministero dell’Interno. Dopo ilcaos dei primi tre giorni, il governo interviene nominando il Commissario straordinario Giu-seppe Zamberletti, che riesce a riorganizzare i soccorsi e a dialogare con i Sindaci.

Di fronte a queste catastrofi, il sistema dei soccorsi mostra dunque tutti i suoi limiti: siapre un dibattito civile e culturale con l’obiettivo di superare il vecchio assetto operativo.Comincia a farsi strada l’idea che i disastri vadano affrontati dopo averli, prima, “imma-ginati, descritti e vissuti” e che occorra dimensionare le strutture di intervento tenendo con-to di scenari già elaborati e di misure di prevenzione già messe in atto. Si comincia a par-lare di protezione civile non solo come soccorso, ma anche come previsione e prevenzione.I tempi sono maturi per un cambiamento radicale. Nel 1981 il regolamento d’esecuzione del-la Legge n. 996 del 1970 (norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da ca-lamità - Protezione Civile), individua per la prima volta gli organi di protezione civile or-

In questa pagina,un momentodelle operazionidi soccorso

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dinari – Ministro dell’Interno, Prefetto, Commissario di Governo nella Regione, Sindaco –e straordinari – Commissario straordinario – e ne disciplina le rispettive competenze. La pro-tezione civile è definita compito primario dello Stato. Si comincia a parlare di prevenzionedegli eventi calamitosi, attraverso l’individuazione e lo studio delle loro cause.

Sono gli organi statali, Prefetto e Commissario di Governo, a svolgere il ruolo più im-portante nella gestione dell’emergenza. Nel 1982, con la legge n. 938 del 1982, viene for-malizzata la figura del Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, una sorta di“commissario permanente” pronto ad intervenire in caso di emergenza. Il Ministro per il Co-ordinamento della Protezione Civile si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, isti-tuito sempre nel 1982, nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Ordinedi Servizio del 29 aprile. La svolta definitiva arriva con la Legge n. 225 del 1992 e la na-scita del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che ha il compito di “tutelare l’integri-tà della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivantida calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi”.

La legge individua le attività di protezione civile: previsione e prevenzione, soccorso e su-peramento dell’emergenza. Il sistema si occupa dunque di individuare le cause delle cala-mità naturali, i rischi sul territorio e le azioni necessarie a evitare o ridurre la possibilità chegli eventi calamitosi provochino danni.

La struttura di protezione civile viene riorganizzata profondamente come un sistema co-ordinato di competenze al quale concorrono le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Pro-vince, i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pubblici, la comunità scientifica, il volontaria-to, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione anche privata. La Legge n. 225/92inserisce il volontariato tra le componenti e le strutture operative del Servizio Nazionale estabilisce che deve essere assicurata la più ampia partecipazione dei cittadini e delle orga-nizzazioni di volontariato di protezione civile nelle attività di previsione, prevenzione e soc-corso, in vista o in occasione di calamità naturali o catastrofi. Nell’evoluzione della Prote-zione Civile italiana, storicamente la Legge n. 225/92 rappresenta il momento di passag-gio tra la fase accentrata e decentrata di gestione del Sistema: le competenze operative ri-mangono in capo all’amministrazione centrale e periferica dello Stato, ma per la prima vol-ta aumenta notevolmente il peso delle Regioni, delle Province e dei Comuni, soprattutto perquanto riguarda la previsione e la prevenzione dei rischi.

• La memoria per rinascere, Dipartimento della Protezione Civile, 2003

• Italiani con gli stivali, Erasmo d’Angelis, Legambiente, 2009

• Se la terra trema, Alma Pizzi, Sole 24 ore, 2006

• I sepolti e i salvati, La Storia siamo noi, Rai Educational

• «La Stampa», archivio storico

• «Repubblica», archivio storico

FONTI

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2Dal Territorio

Resilienza, collaborazione e condivisione sono le parole chiave del primo Crisis Camp italiano, ospitato dal-la città di Bologna il 19 novembre. Singoli cittadini, Organizzazioni di volontariato, amministratori pub-

blici, giornalisti e scienziati si sono confrontati sui possibili sviluppi della comunicazione in emergenza.Tra gli argomenti affrontati, il crowdmapping e la piattaforma Ushahidi, il principio citizens as sensor, l’uti-lizzo degli open data da parte delle amministrazioni pubbliche e la gestione delle previsioni meteo.Le recenti alluvioni in Liguria e Toscana hanno messo in evidenza l’importanza di informare e comunicare tra-mite l’uso delle nuove tecnologie e dei social network, coinvolgendo attivamente gli attori presenti sul territo-rio, per migliorare le attività di gestione e superamento dell’emergenza. Grande rilievo è stato dato alle applicazioniopen source e alla diffusione degli open data, che rappresentano un ottimo esempio di partecipazione condi-visa per la creazione e la trasparenza dell’informazione. Un progetto che coniuga l’Open Source e gli Open Da-ta è OpenStreetMap, definito come la “wikipedia delle mappe e dei dati geografici”. Tra le criticità emerge lamancanza di coordinamento e di validazione delle informazioni provenienti dai cittadini e la conseguente dif-ficoltà di gestire la comunicazione da parte delle istituzioni. La formazione di volontari in grado di raccoglie-re le informazioni dal web, la fruibilità dei piani comunali di protezione civile in open data e la creazione di unosservatorio permanente sulle nuove pratiche di comunicazione in emergenza, sono state alcune delle propo-ste su cui i partecipanti hanno deciso di lavorare da qui al prossimo Crisis Camp.3 INFOcrisiscampitaly.wordpress.comTwitter: #crisiscampit

Crisis Camp Italy,la nuova comunicazione in emergenza

Domenica 20 novembre laProvincia di Milano ha

celebrato il trentacinquesimoanniversario della ProtezioneCivile e i dieci anni di vita delComitato di coordinamento delleorganizzazioni di volontariato,l’organismo che riunisce tutte leorganizzazioni di volontariato diprotezione civile operanti sulterritorio della Provincia di Milanoe iscritte alla sezione provincialedell’albo regionale delvolontariato di protezione civile.La celebrazione, che si è svolta aMilano presso il Teatro Dal Verme,

è stata l’occasione perripercorrere insieme la storiadella Protezione Civile dellaProvincia di Milano dal 1976 aoggi, ma anche un’opportunitàper delineare i punti cardine delleresponsabilità delle istituzioni daun lato e del volontariatodall’altro, anche in vista dellenumerose sfide future, prima fratutte l’Expo del 2015.L’evento si è aperto con i salutidell’assessore provinciale allaProtezione Civile StefanoBolognini. Alla giornatacommemorativa hanno

partecipato anche l’assessoreNovo Umberto Maerna e il CapoDipartimento della ProtezioneCivile Nazionale, Franco Gabrielli.Al trentacinquesimo anniversariodella Protezione Civile di Milanosono intervenuti al Teatro DalVerme anche numerosirappresentanti delle diversestrutture operative. Il volontariatomilanese ha partecipato conentusiasmo a questa giornata difesta, per tutti occasione diincontro e di riflessione. 3 INFOwww.provincia.milano.itwww.ccv-mi.org

Provincia di Milano:i 35 anni della Protezione Civile

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Protezione Civile Veneto:online il nuovo sito

Èstato presentato il 17 novembredall’assessore regionale alla-

Protezione Civile Daniele Stival e daldirigente di settore Roberto Tonella-to il nuovo sito internet della Prote-zione Civile regionale del Veneto.“Questo strumento – ha detto Stival– contribuirà ad accrescere l’effi-cienza delle attività e la tempesti-vità della circolazione delle infor-mazioni, ma svolgerà anche altreimportanti funzioni rivolte al citta-dino”. Tra le sezioni del portale –raggiungibile all’indirizzo www.pro-tezionecivileveneto.it – una è inte-ramente dedicata all’approfondi-mento meteo, con bollettini giorna-lieri forniti dal Centro meteorologi-co di Teolo - Dipartimento per la si-curezza del territorio. In rilievo an-che le sezioni dedicate al volonta-riato, ai corsi di formazione per ope-ratori e tecnici del settore e alla cam-pagna adesioni, rivolta soprattutto aigiovani che vogliono offrire il propriocontributo nella diffusione della cul-tura di protezione civile. Il sito fornisce anche notizie relativeal centro funzionale decentrato del-la Regione, alla legislazione di set-tore e l’elenco delle associazioni diprotezione civile iscritte all’albo re-gionale. Il portale sarà gestito daitecnici che operano nella sede cen-trale di Marghera.3 INFOwww.protezionecivileveneto.itprotezione.civile@regione.veneto.it

Un 3 dicembre ricco d’impegniper Franco Gabrielli. Trieste

ospita, in piazza Unità d’Italia, laquattordicesima Giornata delvolontario di Protezione Civile,promossa dalla Regione Friuli. APordenone apre la nuova salamultimediale di protezione civiledel Comando provinciale dei Vigilidel Fuoco. A Treviso si tiene ildodicesimo meeting dellaProtezione Civile veneta con 1.500volontari in rappresentanza deigruppi comunali. Il CapoDipartimento partecipa alle tremanifestazioni ed esprime ilproprio apprezzamento perl’organizzazione dei sistemi

friulano e veneto e per le lorocapacità di gestire le emergenze.Gabrielli propone che le Regionivirtuose supportino le realtà piùindietro in materia di protezionecivile e ribadisce la necessità diridurre la dispersione delle saleoperative che non comunicano asufficienza. Due esempi aconfronto: in Liguria, nelle fasiiniziali dell’alluvione, si registraun black out della comunicazionefra componenti; in Friuli VeneziaGiulia Gabrielli, invece, riscontrauna e costante interazione traPrefetture e Regione.3 INFOwww.protezionecivile.fvg.itprotezione.civile@regione.veneto.it

Veneto e Friuli: modelli diprotezione civile da esportare

Cittadini allertati in tempo reale durante le emergenze che siverificano nel territorio. Il Comune di Lucca, in raccordo con la

Protezione Civile locale, da più di un anno ha attivato il “Sistema diinformazione telefonica in emergenza”, un servizio automatico diallertamento telefonico rivolto alla popolazione. Dopo la fase di sperimentazione, il sistema – rivolto alla popolazionedelle 72 frazioni comunali – si arricchisce di nuovi strumenti e prevedela possibilità di aggiungere anche i telefoni cellulari. È sufficiente compilare il modulo presente nella sezione “protezionecivile” del sito del comune, inserendo un contatto telefonico (di retefissa o mobile) o l’indirizzo di posta elettronica, per iscriversigratuitamente al servizio. In caso di emergenza, i cittadini che sitrovano nelle zone interessate, ricevono una telefonata di avviso. Ilservizio è rivolto anche ai non residenti nel Comune di Lucca.3 [email protected]

Informazione telefonica in emergenza:nuovo servizio al cittadino del Comune di Lucca

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2Dal Territorio

to alle classi quinte, spiegherà laclassificazione dei rischi naturali eantropici e conterrà l’approfondi-mento sulle tipologie di dissesto idro-geologico più comuni in Italia e su quel-le che interessano, nello specifico,il territorio comunale.Alla parte teorica verrà poi affian-cata quella pratica: gli alunni, ac-compagnati da insegnanti e volon-tari, esploreranno alcune zone diBallabio per osservare i punti soggettia potenziale rischio idrogeologico ele tecniche di prevenzione e mitiga-zione adottate dall’uomo. Ai bambini delle classi seconde ver-rà invece spiegato il modulo “RischiDomestici”. Dopo la definizione del

È stato presentato dal gruppo diprotezione civile del comune di

Ballabio, in provincia di Lecco, unprogetto sperimentale di sensibiliz-zazione scolastica finalizzato allaconoscenza dei principali rischi cheinteressano il territorio italiano. La proposta, dopo l’approvazione daparte del Comune, è stata inserita nelpiano di diritto allo studio per l’an-no accademico 2011-2012 e preve-de il coinvolgimento – nella prima fa-se di test – delle sole classi secon-de e quinte della scuola primaria divia Confalonieri.Due i rischi su cui si sono focaliz-zati i promotori dell’iniziativa. Il pro-getto “Rischio idrogeologico”, rivol-

A scuola di protezione civile: un percorsodidattico per l’anno accademico 2011-2012

rischio e un elenco dei pericoli do-mestici più comuni (fughe di gas,incendi, ecc.), saranno mostrate lebuone norme di comportamento perprevenire gli incidenti in casa e ascuola. Anche in questo caso, il per-corso formativo prevede una seriedi attività pratiche da svolgersi inpiccoli gruppi nella palestra scola-stica. La finalità del progetto è quel-la di diffondere una corretta cultu-ra di protezione civile tra le nuovegenerazioni, sensibilizzando i piùpiccoli sui temi di sicurezza e par-tecipazione attiva nella tutela delterritorio.3 [email protected]

Sciame sismico nel Pollino:le iniziative del Dipartimento

Anovembre il Dipartimento della Protezione Civile riceve, da cittadini preoccupati che vivono tra Calabriae Basilicata, richieste di informazioni su scosse sismiche nella zona del Pollino. Il Dipartimento divulga

sul proprio sito www.protezionecivile.gov.it approfondimenti con dati dell’Istituto nazionale di geofisica evulcanologia e del proprio Ufficio Rischio sismico e vulcanico. Al confine tra le province di Cosenza ePotenza è in atto una sequenza sismica, ma non si verifica un terremoto con repliche di minore intensità.Avvengono scosse di simile energia, distribuite casualmente nel tempo. La sequenza sismica ècaratterizzata da eventi di bassa magnitudo. Il Dipartimento della Protezione Civile, la Direzione regionaledella Protezione Civile della Basilicata, l’Università della Basilicata, la Prefettura di Potenza e l’Istitutonazionale di geofisica e vulcanologia decidono di potenziare il programma ordinario di attività diinformazione alla popolazione, di verifica degli edifici pubblici e dei piani comunali di protezione civile. Ilprogramma delle attività prevede iniziative dal 25 novembre al 18 dicembre: assemblee dei Sindaci dellazona e delle associazioni di volontariato, task force tecniche a cura di ricercatori ed esperti, attività diverifica sul campo dei piani di protezione civile dei vari comuni, incontri informativi nelle scuole,formazione dei volontari da parte di personale del Dipartimento.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.protezionecivilebasilicata.it

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A Modena un corsoper aspiranti volontari under 18

Under 18 è il nome del progettopromosso del Gruppo comuna-

le di Protezione Civile del Comunedi Modena, cui hanno partecipato15 ragazzi di età compresa fra i 16e i 18 anni. Tra ottobre e novembregli aspiranti volontari, affiancati daesperti, hanno imparato a usare leattrezzature a disposizione della pro-tezione civile, dalle motopompe aisacchi di sabbia, alle tende impie-gate per allestire i campi di acco-glienza. Il corso si è concluso il 19 e20 novembre con un’esercitazionefinale, durante la quale i ragazzihanno affrontato la gestione simu-lata di un’emergenza idraulica aPonte Alto e Campogalliano. Tra le pro-

ve sostenute, l’allestimento e la ge-stione di una struttura temporanead’accoglienza all’interno del poloambientale di Marzaglia, l’organiz-zazione e gestione di una sala dor-mitorio e di una mensa. Sabato 26novembre al Cup - Centro unificatoprovinciale di Marzaglia si è svoltala cerimonia di consegna degli attestatidel corso base per volontari. In un primo tempo i ragazzi potran-no solo partecipare agli interventimeno impegnativi del gruppo, sot-to la supervisione di tutor e capi-squadra, fino al raggiungimento del-la completa autonomia operativa.3 [email protected]

Esercitazione“Airsubsarex n.01 2011”

San Benedetto del Tronto siprepara ad affrontare una

notte impegnativa, ma è solo unasimulazione.Il 16 novembre, infatti, si svolge“Airsubsarex n.01 2011”,un’esercitazione notturna lungo illitorale di competenza dellaCapitaneria di porto dellacittadina marchigiana. Lo scenario ipotizzato prevedel’ammaraggio forzato di unvelivolo decollato dall’aeroporto diFalconara con 40 passeggeri abordo. Alle 20.45, ora di iniziodell’esercitazione, si muoverannosette unità navali, di cui cinquedella Guardia Costiera, una dellaGuardia di Finanza e una deiCarabinieri.Oltre 200 gli operatori coinvolti.Tra questi, 120 volontari dellaprotezione civile e 60 dellaGuardia Costiera, tra personaleimpegnato in banchina, sui mezzinavali e nelle sale operative. Ilcoordinamento delle operazioni èaffidato alla Sala operativa dellaCapitaneria di Porto di Ancona(Settimo centro secondario disoccorso marittimo).L’esercitazione ha l’obiettivo ditestare il piano di soccorso delleCapitanerie marchigiane per leemergenze in mare.3 INFOwww.guardiacostiera.itsanbenedettodeltronto@guardiacostiera.it

Bari, Gabrielli al Congresso nazionaledi Legambiente

Bari ospita dal 2 al 4 dicembre il IX Congresso nazionale di Legambiente.Un appuntamento in cui si definiscono gli obiettivi e le priorità del-

l’associazione, dedicato quest’anno a Mario Di Carlo e Angelo Vassallo. Par-tecipa al Congresso anche il Capo Dipartimento della Protezione CivileFranco Gabrielli. Cuore del suo intervento: la consapevolezza del rischioda parte dei cittadini e l’importanza del volontariato nella diffusione del-la cultura di protezione civile. Gabrielli sostiene la proposta di Legam-biente d’istituire un servizio civile volontario per la prevenzione del ri-schio idrogeologico e rivolge un appello per salvare il servizio civile, lacui sopravvivenza è minacciata da un costante depauperamento di ri-sorse. Il Capo Dipartimento sottolinea poi l’importanza del ruolo del vo-lontariato nel diffondere cultura di protezione civile e consapevolezza deirischi. Solo un cittadino che conosce i rischi è capace di auto-protegger-si. Il ruolo del volontariato, quindi, è fondamentale per la diffusione del

concetto di auto-protezione come fondamen-to di un maturo Sistema di protezione civile.

3 [email protected]

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2Dal Dipartimento

I l 25 novembre si è svolta in oltre 4mila scuole in tutta Italia la IX giornata nazionale della sicurezza nelle scuo-le, appuntamento annuale per promuovere la cultura della sicurezza attraverso prove di evacuazione, even-ti e momenti di discussione. L’iniziativa rientra nell’ambito della campagna “Impararesicuri”, promossa da Cit-tadinanzattiva in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile per educare a una gestione consapevoledei rischi del proprio territorio, con particolare riferimento al rischio sismico.A Lamezia Terme, in provincia di Cosenza, sono stati presentati i risultati della terza indagine “Conoscenza epercezione del rischio sismico”, realizzata in 17 Regioni e 50 Province attraverso questionari compilati da1.211 studenti della scuola primaria, 1.160 delle scuole secondarie di primo e secondo grado e da 1.477 ge-nitori. L’indagine presenta dati nazionali e focus su sei Regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Ca-labria e Campania. A fare paura è soprattutto il possibile crollo della casa, indicato come il pericolo più fre-quente in caso di terremoto dal 57% degli studenti delle scuole superiori, dal 46% di quelli delle elementarie dal 64% dei genitori. Il timore di un crollo nasce dalla memoria degli ultimi terremoti e dalla scarsa fiduciache soprattutto gli adulti hanno della sicurezza della propria abitazione (solo il 45% degli intervistati). Glistudenti, da parte loro, non si sentono affatto certi della sicurezza della scuola che frequentano: solo il 29%di quelli più grandi e il 41% dei piccoli non hanno alcun dubbio a proposito. Infine, oltre il 70% ignora a qua-le zona sismica appartenga il proprio Comune e se abbia un Piano di emergenza.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.cittadinanzattiva.it

IX giornata nazionaledella sicurezza nelle scuole

In occasione della GiornataInternazionale del Volontariato,il 5 dicembre scorso, centinaia divolontari provenienti da tuttaItalia hanno partecipato a“Capaci di intendere e di valere”,evento organizzato pressol’Auditorium Conciliazione diRoma. Il momento di confronto èstato promosso da Forum TerzoSettore, Consulta del Volontariatopresso il Forum, ConVol -Conferenza permanente delleassociazioni, federazionie reti di volontariato e CSVnet -Coordinamento nazionale dei centri

di servizio per il volontariato.L’incontro si è tenuto allapresenza del Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano.Tra gli invitati anche il CapoDipartimento della ProtezioneCivile Franco Gabrielli. In Italiasono oltre 3milioni e 300mila ivolontari che prestano il loroservizio e oltre 40mila leorganizzazioni nateprevalentemente dopo il 1980.La Giornata Internazionale delVolontariato quest’anno haassunto particolare significatovista la concomitanza con altre

celebrazioni: i 20 anni della leggequadro sul volontariato, la n. 266del 1991, la chiusura dell’Annoeuropeo del volontariato e il 150°anniversario dell’Unità d’Italia. Rappresentato anche ilvolontariato di protezione civile,descritto durante l’incontro nellavideo intervista al Responsabiledell’Ufficio Volontariato,Formazione e Comunicazione delDipartimento della ProtezioneCivile, Titti Postiglione, e dacoinvolgenti testimonianze.3 INFOwww.lavoro.gov.itwww.forumterzosettore.it

Giornata Internazionale del Volontariato:a Roma l’evento “Capaci di intendere e valere”

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Progetto DRHOUSE: in Campania il quarto corsoper tecnici di rilevazione del danno e agibilità

Si è svolto in Campania dal 9 all’11 novembre l’ultimo dei quattro corsi organizzati dal Dipartimentodella Protezione Civile nell’ambito del progetto DRHOUSE - Development of Rapid Highly-specialized

Operative Units for Structural Evaluation, con l’obiettivo di preparare 100 tecnici italiani esperti nellavalutazione del danno e dell’agibilità. I tre corsi precedenti, realizzati da dicembre 2010, sono statiorganizzati ad Ancona e Tolentino nelle Marche, a Foligno e Marsciano in Umbria e a Palermo e SantaVenerina in Sicilia, in collaborazione con le Regioni e i Comuni. Il progetto, di cui il Dipartimento della Protezione Civile è beneficiario coordinatore, è finanziato dallaCommissione Europea e prevede la preparazione e l’eventuale dispiego fino a 15mila km di distanza di unmacromodulo di Protezione civile europea per la valutazione del danno e dell’agibilità degli edificidanneggiati da un terremoto in Paesi esteri e per la messa in sicurezza degli stessi. Il corso in Campaniaha previsto due giornate formative a Benevento e un’esercitazione a Baselice.La formazione ha riguardato le metodologie di valutazione dell’agibilità e del danno in uso nei Paesi esteri,il Meccanismo comunitario di protezione civile, le emergenze internazionali, la logistica, il primo soccorso,la sicurezza e i contatti con la stampa. Durante l’esercitazione sono stati utilizzati palmari per l’ispezione

di edifici realmente danneggiati, videocamere fissate a caschi di protezioneindividuale e sistemi di comunicazione satellitare.

3 INFOwww.protezionecivile.gov.it [email protected]

le previsioni atmosferiche e in pre-senza di criticità; l’individuazionedi tratte e aree, interne o esternealle autostrade, per l’accumulo deimezzi pesanti e garantire assisten-za in caso di fermo temporaneo deimezzi; l’affinamento delle procedu-re di raccordo dei Comitati opera-tivi per la viabilità - Cov delle Pre-fetture con Viabilità Italia e sul ter-ritorio con gli enti locali, le Forze diPolizia e i Cov limitrofi in caso dicriticità estese; il perfezionamentodei flussi informativi e della comu-nicazione all’utenza.Il Piano prevede misure come la map-patura aggiornata delle aree e deinodi autostradali più esposti a even-

P er prevenire disagi alla circola-zione in autostrada determina-

ti da precipitazioni nevose Viabili-tà Italia ha redatto il “Piano neve2011-2012”. Il documento è statoelaborato in collaborazione con glienti e le amministrazioni che fannoparte di Viabilità Italia, tra cui il Di-partimento della Protezione Civile.L’organismo garantisce il coordina-mento degli interventi rapidi ed ef-ficaci − anche di carattere preven-tivo − in caso di criticità alla via-bilità causate da avversità atmo-sferiche o grandi esodi.Tra i punti fondamentali del docu-mento: la tempestività degli inter-venti delle strutture in relazione al-

Definito il “Piano neve 2011-2012”di Viabilità Italia

ti nevosi e le azioni integrate di tut-ti i soggetti competenti: i Comitati Ope-rativi per la Viabilità delle Prefettu-re, la Polizia Stradale, i Carabinie-ri, la Concessionarie autostradali,l’Anas, i Vigili del Fuoco, il ServizioNazionale di Protezione Civile, l’Ispet-torato di Vigilanza delle Concessio-ni Autostradali, l’Unione Provinced’Italia e l’Associazione NazionaleComuni Italiani.A integrazione del documento, laPrefettura di Potenza in raccordocon le Prefetture di Salerno, Cosen-za e Matera e Anas ha predisposto ilpiano per l’A/3.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.poliziadistato.it

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2Dal Dipartimento

Giornata di studio“Risorgimento e geologia italiana”

Lorenzo Nicolò Pareto, GiuseppeMeneghini e Quintino Sella, per

citarne alcuni. Forse non tutti san-no che nella storia, questi e altri stu-diosi di Scienze della Terra hannocontribuito attivamente al Risorgi-mento e all’Unità d’Italia e alla fon-dazione delle principali Istituzionigeologiche nazionali. È per ricordarliche il 25 novembre scorso è stataorganizzata a Firenze una giornatadi studi, a cui hanno aderito le prin-cipali Istituzioni, Associazioni e Or-ganizzazioni professionali delle Scien-ze Geologiche. Tra queste, anche il Di-partimento della Protezione Civileche ha partecipato all’iniziativa coninterventi sul Volontariato e la Sto-

ria della Protezione Civile dall’Uni-tà d’Italia a oggi. Al centro della di-scussione avviata con la tavola ro-tonda, la figura del geologo e il suofuturo, fondamentale per le energiealternative, le risorse idriche, la di-fesa del suolo, la protezione dai ri-schi geologici e la sicurezza am-bientale. A difesa di questa profes-sione, i partecipanti hanno rivoltoun appello alle Istituzioni della Re-pubblica per rafforzare le materiegeologiche a Scuola e nelle Univer-sità, armonizzare la legislazione sulGoverno del territorio e rilanciare ilServizio Geologico d’Italia.3 INFOwww.geo.unifi.itwww.isprambiente.gov.it

Scuola multimediale:al via la quarta edizione

Ha preso il via il progetto “Scuola multimediale di protezione civile”,alla sua quarta edizione per l’anno scolastico 2011-2012. Le scuole in-

teressate dall’iniziativa sono 33 in Abruzzo, Marche, Calabria e nella Pro-vincia del Medio Campidano. Gli alunni coinvolti sono circa 2.700 delleclassi terze, quarte e quinte della scuola primaria, e delle classi prime e se-conde della scuola secondaria di primo grado. Il progetto mira a diffonderela conoscenza dei rischi e delle norme di autoprotezione. Un percorso di-dattico virtuale porta i ragazzi ad avventurarsi nel “mare dei rischi”. Le “iso-le” sono il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, incendi boschivi, in-dustriale e ambientale. Sulla “terraferma” si trovano le componenti delSistema di protezione civile. Scuola multimediale prevede una fase di e-learning da ottobre a marzo, durante la quale i ragazzi possono navigaresulla piattaforma didattica e sviluppare le unità previste. Il progetto sichiude con una esercitazione per gli studenti a conclusione dell’anno sco-

lastico, organizzata con le strutture ope-rative locali del Servizio Nazionale.

3 INFOwww.protezionecivile.gov.itscuolamultimediale@protezionecivile.it

Lucca, “La protezionecivile nelle istituzioni”

Il Dipartimento della ProtezioneCivile, la Regione Toscana, laPrefettura e la Provincia di Luccapromuovono a Lucca – 30novembre e 1, 6 e 7 dicembre – ilseminario “La protezione civilenelle istituzioni” e un corso diformazione rivolto a Sindaci epersonale specializzato dellestrutture operative locali. Ilseminario del 30 novembreinsiste sui livelli di responsabilitànel Sistema di protezione civile,con particolare riferimento alruolo del Sindaco.Le sessioni di formazione delprimo, del 6 e del 7 dicembre –rivolte a dirigenti, funzionari,responsabili di funzione dicomuni e centri intercomunali etenute da personale delDipartimento – affrontano il temadella pianificazionedell’emergenza, della suagestione e della comunicazione dicrisi. L’iniziativa rientranell’ambito della promozione del“Programma di indirizzoformativo per i livelli territorialicompetenti” del Dipartimentodella Protezione Civile e mira apotenziare la capacità operativae le conoscenze dei vari soggettiche compongono il Sistemaprovinciale di protezione civile.3 [email protected]@comune.lucca.it

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Nell’ambito del convegno “Diritto Internazionalee Disastri” del 7 e 8 novembre, il

Dipartimento della Protezione Civile rinnoval’impegno per la condivisione di standard perl’assistenza alle popolazioni colpite da disastri.All’evento organizzato dalla Scuola SuperioreSant’Anna, l’Università degli Studi di Milano,l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emiliae ospitato dal Dipartimento, partecipano studiosi didiritto internazionale e operatori del settoreumanitario. L’obiettivo è raccogliere in unapubblicazione, prevista per il 2012, i risultati dellaricerca a cura di università italiane ed estere sulcontributo del diritto europeo e internazionale inmateria di prevenzione, preparazione e risposta aidisastri naturali e antropici. 3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.sssup.it

Diritto internazionale e disastri:i primi risultati della ricerca

I l 21 novembre il Presidente della Repubblica, Gior-gio Napolitano, ha consegnato la Medaglia d’oro alvalore civile alla moglie di Sandro Usai. Il volontariodi protezione civile ha perso la vita a Monterosso men-tre partecipava ai soccorsi durante l’alluvione del 25ottobre scorso. La Medaglia d’oro al valore civile vie-ne conferita per premiare gli atti di eccezionale co-raggio e indicare gli autori come meritevoli di onore pub-blico. Presente alla consegna della Medaglia, al Qui-rinale, anche il Capo Dipartimento della ProtezioneCivile Franco Gabrielli. Il Capo del Dipartimento, conla sua presenza, ha rinnovato la stima e l’ammira-zione per tutti coloro che quotidianamente offrono il lo-ro impegno con l’attività di volontariato, contribuen-do alla tutela del territorio e alla salvaguardia di vi-te umane anche a rischio della propria.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.quirinale.it

Alluvione Liguria: Medaglia d’oroal volontario Sandro Usai

Contributi alle Organizzazionidi volontariato di protezione civile per il 2011

Il 7 novembre scorso il Dipartimento della Protezione Civile ha trasmesso alle strutture delle protezionicivili regionali e alle Organizzazioni nazionali di volontariato di protezione civile una lettera con leindicazioni sui contributi per il finanziamento dei progetti di potenziamento delle attrezzature e il

miglioramento della preparazione tecnica e la formazione del volontariato, relative al 2011. Entro il 31dicembre è possibile presentare domanda. Il Dipartimento può concedere contributi alle organizzazioni divolontariato iscritte nell’Elenco nazionale, in base agli stanziamenti previsti. I criteri per la concessione,approvati dalla Conferenza Unificata dell’8 luglio 2010, sono quelli validi per il triennio 2010-2012, giàpubblicati sul sito www.protezionecivile.gov.it. Per la valutazione dei progetti relativi al 2011 la ConferenzaUnificata ha stabilito la costituzione di una Commissione composta da rappresentati del ServizioVolontariato del Dipartimento e da due persone indicate dalla Conferenza. Nella lettera sono sintetizzati icasi in cui la Commissione riterrà non ammissibile la richiesta di contributo. Sono inoltre precisati imassimali finanziabili per il 2011 e sono fornite indicazioni sulle tipologie progettuali che sarannovalutate con priorità. Nella lettera si precisa infine che i progetti presentati possano prevedere ancheinterventi di manutenzione nell’ambito della misura “acquisizione mezzi e attrezzature” e che tengano in

considerazione i fabbisogni formativi in materia di sicurezza nell’ambito dellamisura “miglioramento della preparazione tecnica e per la formazione”.

3 [email protected]

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2Normativa

cpubblicazione di quest’ordinanza in Gaz-zetta ufficiale, il Commissario delegato deveavviare un piano degli interventi per il su-peramento dell’emergenza. (art. 1)

Conferenza di servizi. Per realizzare gli in-terventi urgenti il Commissario delegato puòaffidare la progettazione e/o gli studi di fat-tibilità e servizi a liberi professionisti. Il Com-missario approva i progetti ricorrendo, se ne-cessario, alla Conferenza di servizi. (art. 2)

Contributi per case danneggiate o di-strutte. Per le case danneggiate o parzial-mente inagibili è previsto un contributo:• fino al 75% e nel limite massimo di100mila euro per le abitazioni principali

• fino al 75% e nel limite massimo di30mila euro per le altre abitazioni.

Per la ricostruzione di abitazioni principalidistrutte o totalmente inagibili o per il lorospostamento da aree a rischio idrogeolo-gico elevato o molto elevato è previsto uncontributo fino al 100% del valore.

U Opcm n. 3973 del 5 novembre 2011:primi interventi urgenti per le eccezio-nali avversità atmosferiche di ottobre2011 nella provincia di La Spezia

Commissario delegato e Piano interventi.Il Presidente della Regione Liguria è nomi-nato Commissario delegato per superarel’emergenza per le eccezionali avversità at-mosferiche che si sono verificate nella Pro-vincia di La Spezia a ottobre 2011. Entrosette giorni dal 10 novembre, data di pub-blicazione di quest’ordinanza in Gazzettaufficiale, il Commissario delegato individuai comuni danneggiati, quantifica i danni eadotta tutte le iniziative per rimuovere le si-tuazioni di rischio, assicurare l’assistenzaalle popolazioni, avviare la messa in sicu-rezza delle aree colpite e gli interventi ur-genti di prevenzione. Il Commissario puònominare dei Soggetti attuatori e si può av-valere di una struttura composta al mas-simo da cinque unità di personale. Entro 45 giorni dal 10 novembre, data di

Pubblichiamo in questa sezione alcuni esempi di sintesi di provvedi-menti, uno dei nuovi servizi del sito internet del Dipartimento della Pro-tezione Civile. Le sintesi sono strutturate per punti e hanno l’obietti-vo di spiegare in modo semplice e chiaro il contenuto di decreti, or-dinanze e altri atti. Sono consultabili, insieme ai testi in versione in-tegrale, nella sezione “Provvedimenti” su www.protezionecivile.gov.it[

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Le modalità per l’erogazione del contributosaranno definite dal Commissario delegatocon successivi provvedimenti. (art. 3)

Contributo di autonoma sistemazione. Peri nuclei familiari con abitazione principale di-strutta, in tutto o in parte, o sgomberata èprevisto un contributo per l’autonoma siste-mazione fino ad un massimo di 400 euro almese, e nel limite di 100 euro per ogni com-ponente. Se il nucleo familiare è compostoda una sola persona, il contributo massimoè di 200 euro. Se sono presenti personecon più di 65 anni, portatori di handicap odisabili con una invalidità superiore al 67%,è concesso un contributo aggiuntivo fino adun massimo di 100 euro al mese perognuna di queste persone. Il contributo di autonoma sistemazione èconcesso dalla data di sgombero fino alrientro in casa o alla sistemazione in unanuova abitazione, e comunque non oltre 12mesi dal provvedimento di sgombero. IlCommissario delegato è autorizzato a repe-rire un alloggio alternativo per i nuclei fami-liari per cui non sia stata possibile l’auto-noma sistemazione. (art. 3)

Trasloco e deposito. Per chi abita in localisgomberati è previsto un contributo finoall’80% delle spese per il trasloco e depositofino ad un massimo di 5mila euro. Per otte-nere il contributo, gli interessati devono pre-sentare i documenti giustificativi. (art. 3)

Beni mobili. Per i beni mobili necessari alrecupero delle normali condizioni di vita,esclusi i beni di lusso, è previsto un contri-buto fino al 75% del danno, nel limite mas-

simo di 30mila euro, anche in anticipazione.Il contributo è concesso per i danni sui benimobili registrati o per i beni rottamati, per unimporto non inferiore a 500 euro. (art. 3)

Cumulabilità dei contributi. I contributi edeventuali indennizzi assicurativi possono es-sere cumulati, non oltre l’importo del costoper riparare o riacquistare i beni danneg-giati. Il contributo per abitazioni danneg-giate non può essere cumulato con quelloper abitazioni distrutte. (art. 3)

Contributi per le attività produttive. Il Com-missario delegato può destinare una partedelle somme stabilite da quest’ordinanzaper favorire l’immediata ripresa delle attivitàproduttive danneggiate a causa dell’allu-vione. Il contributo può essere:a) fino al 75% del danno subito da impianti,strutture, macchinari e attrezzature, in basealla spesa effettivamente sostenuta;b) fino al 30% del prezzo di acquisto dellescorte di materie prime, semilavorati e pro-dotti finiti, danneggiati o distrutti a causa de-gli eventi alluvionali e non più utilizzabili; c) legato alla durata della sospensione del-l’attività – almeno di sei giorni lavorativi – equantificato in 365esimi sulla base dei red-diti prodotti, dall'ultima dichiarazione an-nuale dei redditi. Per attività avviate nel2011, la domanda di contributo deve essereaccompagnata da perizia asseverata. d) fino al 75% del danno, nel limite di30mila euro, per beni mobili registrati dan-neggiati o rottamati. La domanda va pre-sentata entro 20 giorni dal 10 novembre,data di pubblicazione di questa ordinanza inGazzetta ufficiale. (art. 4)

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Attestazione dei danni alle attività produt-tive. Per importi fino a 30mila euro, i dannipossono essere attestati con dichiarazionisostitutive di atto di notorietà. Danni supe-riori a 30mila euro devono essere attestaticon perizia asseverata fatta da professioni-sti abilitati o da pubblici dipendenti, iscrittiai rispettivi ordini o collegi. Il Commissariodelegato, su richiesta degli interessati, puòanticipare fino al 50% del contributo, cal-colato in base alla relazione tecnica degli in-terventi da realizzare e dei costi stimati. È ammessa la cumulabilità fra contributipubblici ed eventuali indennizzi assicurativi,non oltre l’importo del costo necessario perla riparazione o la nuova acquisizione deibeni danneggiati. (art. 4)

Assegnazione dei contributi. Il Commissariodelegato stabilisce le norme per l’assegna-zione, l’erogazione dei contributi, le anticipa-zioni e la rendicontazione delle spese. (art. 5)

Deroghe. L’ordinanza stabilisce le deroghedi cui può avvalersi il Commissario dele-gato. (art.6)

Aree di stoccaggio. Il Commissario dele-gato può decidere l’apertura di aree di stoc-caggio provvisorio dei materiali litoidi e ve-getali in esubero, accumulati lungo i corsid’acqua o spiaggiati. (art. 7)

Sospensione dei mutui. È possibile richie-dere la sospensione per otto mesi delle ratedei mutui per edifici distrutti o inagibili, an-che parzialmente. La stessa sospensionepuò essere richiesta per i mutui legati alle at-tività commerciali ed economiche svolte in

edifici distrutti o inagibili, anche parzial-mente. Entro 30 giorni dall’entrata in vigoredi questa ordinanza, gli istituti di credito ebancari informano i clienti interessati sullapossibilità di chiedere la sospensione dellerate, indicando costi e tempi di rimborsodei pagamenti sospesi, e il termine per ri-chiedere la sospensione, che non può es-sere inferiore a 30 giorni.Se manca la comunicazione della banca odell’istituto di credito, le rate sono sospesefino al 30 giugno 2012, e senza spese ag-giuntive. (art.8)

Donazioni. L’ordinanza autorizza il Diparti-mento della Protezione Civile a ricevere ri-sorse attraverso la raccolta di fondi privati el’invio di messaggi Sms - Short MessageService dalle reti di telefonia fissa e mobile,da destinare alle iniziative necessarie perfronteggiare l’emergenza. I fondi sarannoversati al Fondo per la protezione civile e sa-ranno messi a disposizione del Commissa-rio delegato. Viene anche istituito un Comi-tato di garanti, formato da tre membri, pervigilare sull’utilizzo delle risorse. (art.8)

Fondi. L’ordinanza stabilisce che lo stan-ziamento per gli interventi è di 49,5 milionidi euro. Oltre a questa somma, il Commis-sario può utilizzare anche eventuali risorsefinanziarie disponibili sul bilancio regionale.Il Commissario delegato è autorizzato aprireuna contabilità speciale per l’utilizzo delle ri-sorse necessarie per gli interventi. (art. 9)

Rimborsi per i volontari. I rimborsi per il vo-lontariato saranno a carico delle risorse pre-viste per far fonte all’emergenza. (art. 10)

2Normativa

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U Opcm 3974 del 5 novembre 2011:primi interventi urgenti per le eccezio-nali avversità atmosferiche di ottobre2011 nella provincia di Massa Carrara

Commissario delegato e piano interventi.Il Presidente della Regione Toscana è no-minato Commissario delegato per superarel'emergenza dovuta alle eccezionali avversitàatmosferiche che si sono verificate nellaProvincia di Massa Carrara a ottobre 2011.Entro sette giorni dal 10 novembre, data dipubblicazione di quest’ordinanza in Gaz-zetta ufficiale, il Commissario delegato indi-vidua i Comuni danneggiati, quantifica idanni e adotta tutte le iniziative necessariee urgenti per rimuovere le situazioni di ri-schio, assicurare l’assistenza alle popola-zioni, avviare la messa in sicurezza dellearee colpite e gli interventi urgenti di pre-venzione. Per queste azioni il Commissariopuò nominare dei Soggetti attuatori e si puòavvalere di una struttura composta al mas-simo da cinque unità di personale. Entro 45 giorni dal 10 novembre, data dipubblicazione di quest’ordinanza in Gaz-zetta ufficiale, il Commissario delegato deveavviare un piano degli interventi per il su-peramento dell'emergenza (art. 1)

Conferenza di servizi. Per realizzare gli in-terventi urgenti il Commissario delegato puòaffidare la progettazione e/o gli studi di fat-tibilità e servizi a liberi professionisti. Il Com-missario approva i progetti ricorrendo, senecessario, alla Conferenza di servizi. (art. 2)

Contributi per case danneggiate o di-strutte. Per favorire il rientro nelle case dan-

neggiate o parzialmente inagibili è previstoun contributo:• fino al 75% e nel limite massimo di100mila euro per le abitazioni principali

• fino al 75% e nel limite massimo di30mila euro per le altre abitazioni.

Per la ricostruzione di abitazioni principalidistrutte o totalmente inagibili o per il lorospostamento da aree a rischio idrogeolo-gico elevato o molto elevato è previsto uncontributo fino al 100% del valore. Modalità e procedure per l’erogazione delcontributo saranno definite dal Commissariodelegato con successivi provvedimenti. Ilcontributo per abitazioni danneggiate nonpuò essere cumulato con quello per abita-zioni distrutte. (art. 3)

Contributo di autonoma sistemazione. Peri nuclei familiari con abitazione principale di-strutta in tutto o in parte, o sgomberata èprevisto un contributo per l’autonoma siste-mazione fino ad un massimo di 400 euro almese, e nel limite di 100 euro per ogni com-ponente. Se il nucleo familiare è compostoda una sola persona, il contributo massimoè di 200 euro. Se sono presenti personecon più di 65 anni, portatori di handicap odisabili con una invalidità superiore al 67%,è concesso un contributo aggiuntivo fino adun massimo di 100 euro al mese perognuna di queste persone. Il contributo di autonoma sistemazione èconcesso dalla data di sgombero fino alrientro in casa o alla sistemazione in unanuova abitazione, e comunque non oltre 12mesi dal provvedimento di sgombero.Il Commissario delegato è autorizzato a re-perire un alloggio alternativo per i nuclei fa-

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miliare per cui non sia stata possibile l’au-tonoma sistemazione. (art. 3)

Trasloco e deposito. Per chi abita in localisgomberati è previsto un contributo finoall’80% delle spese sostenute per il traslocoe deposito fino ad un massimo di 5milaeuro. Per ottenere il contributo, gli interes-sati devono presentare la documentazionegiustificativa. (art. 3)

Beni mobili. Per i beni mobili necessari alrecupero delle normali condizioni di vita,esclusi i beni di lusso, è previsto un contri-buto fino al 75% del danno, nel limite mas-simo di 30mila euro, anche in anticipazione.Il contributo è concesso per i danni sui benimobili registrati o per i beni rottamati per unimporto non inferiore a 500 euro. (art. 3)

Cumulabilità dei contributi. I contributi edeventuali indennizzi assicurativi possono es-sere accumulati, non oltre l’importo del co-sto per la riparazione o il riacquisto dei benidanneggiati. Il contributo per abitazioni dan-neggiate non può essere cumulato conquello per abitazioni distrutte. (art. 3)

Contributi per le attività produttive. Il Com-missario delegato può destinare una partedelle somme stabilite da quest’ordinanza perfavorire l’immediata ripresa delle attività pro-duttive danneggiate a causa dell’alluvione.Le risorse possono essere distribuite ai sog-getti interessati, anche attraverso i sindacidei comuni colpiti. Il contributo può essere:a) fino al 75% del danno subito da impianti,strutture, macchinari e attrezzature, in basealla spesa effettivamente sostenuta;

b) fino al 30% del prezzo di acquisto dellescorte di materie prime, semilavorati e pro-dotti finiti, danneggiati o distrutti a causa de-gli eventi alluvionali e non più utilizzabili; c) legato alla durata della sospensione del-l’attività – almeno di sei giorni lavorativi – equantificato in 365esimi sulla base dei red-diti prodotti, che risultano dall’ultima di-chiarazione annuale dei redditi. La sospen-sione dell’attività deve essere almeno di seigiorni lavorativi. In caso di attività avviate nel2011, la domanda di contributo deve essereaccompagnata da perizia asseverata com-pilata da un professionista autorizzato allacertificazione tributaria, cioè un revisorecontabile iscritto negli albi dei commerciali-sti, dei ragionieri e periti commerciali e deiconsulenti del lavoro che hanno esercitato laprofessione per almeno cinque anni. d) fino al 75% del danno, nel limite di 30milaeuro, per beni mobili registrati o danneg-giati, sulla base della fattura relativa alla ri-parazione o, in caso di rottamazione, sullabase del valore complessivo dei beni ricavatodai listini correnti per un importo non infe-riore a 500 euro. La domanda va presentatadomanda entro il 31 gennaio 2012. (art. 4)

Attestazione dei danni. Per importi fino a30mila euro, i danni possono essere attestaticon dichiarazioni sostitutive di atto di noto-rietà. I controlli, a campione, sulle attesta-zioni verranno svolti dal Commissario dele-gato anche attraverso i Soggetti attuatori.Danni superiori a 30mila euro devono es-sere attestati con perizia asseverata fatta daprofessionisti abilitati o da pubblici dipen-denti, iscritti ai rispettivi ordini o collegi. Il Commissario delegato, su richiesta degli

2Normativa

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mente. Entro 30 giorni dall'entrata in vigoredi questa ordinanza, gli istituti di credito ebancari informano i clienti interessati sullapossibilità di chiedere la sospensione dellerate, indicando costi e tempi di rimborso deipagamenti sospesi, e il termine per richie-dere la sospensione, che non può essere in-feriore a 30 giorni.Se manca la comunica-zione della banca o dell’istituto di credito, lerate sono sospese fino al 30 giugno 2012, esenza spese aggiuntive. (art.8)

Donazioni. L’ordinanza autorizza il Diparti-mento della Protezione Civile a ricevere ri-sorse attraverso la raccolta di fondi privati el’invio di messaggi Sms - Short MessageService dalle reti di telefonia fissa e mobile,da destinare all'attuazione di iniziative ne-cessarie per fronteggiare l'emergenza.I fondi saranno versati al Fondo per la pro-tezione civile e saranno messi a disposizionedel Commissario delegato. Viene anche isti-tuito un Comitato di garanti, di tre membri,per vigilare sull’uso delle risorse. (art.8)

Fondi. L’ordinanza stabilisce anche lasomma stanziata per gli interventi che am-monta a 85 milioni di euro. Oltre a questasomma, il Commissario può utilizzare anchealtre eventuali risorse finanziarie disponibilisul bilancio regionale. Il Commissario dele-gato è autorizzato aprire una contabilità spe-ciale per l’utilizzo delle risorse necessarieper gli interventi. (art. 9)

Rimborsi per i volontari. I rimborsi per il vo-lontariato saranno a carico delle risorse pre-viste per far fonte all’emergenza indicatenell’art. 9. (art. 10 )

interessati, può anticipare fino al 50% delcontributo, che è calcolato sulla base dellarelazione tecnica degli interventi da realiz-zare e dei costi stimati.È ammessa la cumulabilità fra contributipubblici ed eventuali indennizzi assicurativi,non oltre l’importo del costo necessario perla riparazione o la nuova acquisizione deibeni danneggiati. (art. 4)

Assegnazione dei contributi. Il Commissariodelegato stabilisce le norme per l’assegna-zione, l’erogazione dei contributi, le anticipa-zioni e la rendicontazione delle spese. (art. 5)

Deroghe. L’ordinanza stabilisce le deroghedi cui può avvalersi il Commissario dele-gato. (art.6)

Aree di stoccaggio. Il Commissario dele-gato può decidere l’apertura di aree di stoc-caggio provvisorio dei materiali litoidi e ve-getali in esubero, accumulati lungo i corsid'acqua o spiaggiati.Nel piano del Commissario delegato pos-sono essere inseriti anche altri interventi fi-nanziati dalla Comunità europea, dalle am-ministrazioni statali, dalle Regioni, dagli Entilocali e da enti o società erogatori di servizipubblici finalizzati alla rimozione del pericoloo alla prevenzione del rischio. (art. 7)

Sospensione dei mutui. È possibile richie-dere la sospensione per otto mesi delle ratedei mutui per edifici distrutti o inagibili, an-che parzialmente. La stessa sospensionepuò essere richiesta per i mutui legati alle at-tività commerciali ed economiche svolte inedifici distrutti o inagibili, anche parzial-

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2 Lettera

u“Mi piacerebbe molto dare un contributo concreto in Liguria dopo i disastri che sono capitati di recenteoperando come volontaria attraverso Voi. Come posso fare? Grazie molte dell’attenzione che vorrete ri-servarmi.” Flavia

“Siamo un gruppo di amici che vorrebbe andare a Genova e dintorni per aiutare fisicamente le persone col-pite dal disastro di questi giorni. Purtroppo potremmo solo alcuni week end. Come possiamo fare ad or-ganizzarci? Contattiamo voi perché possiate darci direttive più utili. Grazie e buon lavoro.” Ilenia

Nel nostro Paese i volontari di protezione civilesono una vivace risorsa con oltre 800mila associatisu tutto il territorio e più di 4mila organizzazioniiscritte all’Elenco nazionale del Dipartimento dellaProtezione Civile.Il volontariato di protezione civile è componente delServizio Nazionale di Protezione Civile. Per potersvolgere attività di protezione civile comevolontario a supporto delle istituzioni checoordinano gli interventi durante emergenze comele alluvioni che hanno colpito la Liguria nellescorse settimane, è necessario essere iscritti aduna delle organizzazioni di volontariato diprotezione civile inserite negli Elenchi regionale enazionale. Chi desidera diventare volontario diprotezione civile può, al momento dell’iscrizionepresso un’Organizzazione di volontariato diprotezione civile, valutare una serie di elementi:ambito territoriale di evento: nazionale, regionale,comunale; ambito dimensionale dell’evento;eventuale specializzazione operativadell’organizzazione: sub, cinofili, antincendi,

Il volontariato di Protezione CivileCome diventare volontari

Per inviare contributi, segnalazioni, testimonianze o riflessioni scrivete a [email protected]

Il magazine “Protezione Civile” è anche su facebook. Se appartienia un’associazione di volontariato iscritta all’Elenco Nazionaleo al Registro Regionale e desideri inviare contenuti multimedialio segnalare un evento scrivi a [email protected]. La redazione selezionerà i contributi e li pubblicherà nelle appositesezioni della pagina.

eccetera; disponibilità richiesta; vicinanza dellasede alla propria abitazione. I volontari cheaderiscono alle associazioni o ai gruppi comunali eintercomunali devono assicurare la propriadisponibilità all’attuazione delle attivitàprogrammate e partecipare ai corsi di formazione edi addestramento. Sono tutelati per ilmantenimento del posto di lavoro, per ilmantenimento del trattamento economico, per lacopertura assicurativa. Gli Elenchi regionale onazionale sono consultabili rispettivamente pressola Regione nella quale si intende svolgere – inprevalenza – l’attività di protezione civile e pressoil Servizio volontariato del Dipartimento dellaProtezione Civile. Molte delle sedi delleorganizzazioni di protezione civile sono indicateanche sul sito www.protezionecivile.gov.it allapagina “Organizzazioni di volontariato”.

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Da luglio c’è un nuovo servizio per chi desidera saperne di più sui rischi del no-

stro Paese e sui comportamenti che aiutano a prevenirli e mitigarli, o fare segna-

lazioni al Dipartimento della Protezione Civile. Il numero verde risponde dal lunedì

al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00 e quando necessario sarà esteso fino ad h24 tut-

ti i giorni della settimana. Per le domande online e per consultare lo stato di la-

vorazione delle richieste è sempre disponibile il sito internet del Dipartimento.

Telefona all’800 840 840 o scrivici su protezionecivile.gov.it

IL CONTACT CENTER DEL DIPARTIMENTOÈ APERTO PER FERIE.

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