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1 Il nostro corpo attraverso i testi Daniele Dell’Agnola – insegnante di italiano SME e docente SUPSI Un tentativo di descrivere un’attività, seguendo i principi indicati dal Piano di studio PREMESSE 1- Tipologia testuale di riferimento: testo narrativo 2- Per chi? IV media 3- Ambiti competenza coinvolti : lettura (ricezione) 4- Processi sono mobilitati : Realizzare 5- Traguardi di competenza : fare delle inferenze tra informazioni o tra diverse parti del testo, mettendo in relazione quanto letto con la propria esperienza, le proprie conoscenze e il proprio mondo interiore. Mettere in relazione tra loro delle informazioni contenute nei testi e legarle a conoscenze pregresse. Nella fase di discussione e scrittura, successiva alla lettura e alla comprensione del testo: Documentarsi in modo approfondito su un tema, su una situazione o su un problema allo scopo di presentarli in un testo orale o scritto a carattere espositivo (parlare – scrivere – realizzare). Nella riflessione scritta si chiede all’allievo di produrre un testo organizzando i blocchi informativi in capoversi e paragrafi, usando un lessico preciso. (scrivere – attivare / scrivere – realizzare) 6- Finalità : la lettura persegue tre finalità distinte: il piacere personale, l’accesso al sapere e l’inserimento nella vita sociale. Prioritari sono dunque il piacere di leggere, l’interiorizzazione e l’apprezzamento dei contenuti, lo sviluppo dell’immaginazione e del gusto, la scoperta che leggere è indispensabile per trovare informazioni per accrescere il proprio sapere e per soddisfare la propria curiosità e i propri bisogni. (Piani di studio, p.97)

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Il nostro corpo attraverso i testiDaniele Dell’Agnola – insegnante di italiano SME e docente SUPSI

Un tentativo di descrivere un’attività, seguendo i principi indicati dal Piano di studio

PREMESSE

1- Tipologia testuale di riferimento: testo narrativo2- Per chi? IV media3- Ambiti competenza coinvolti : lettura (ricezione)4- Processi sono mobilitati : Realizzare5- Traguardi di competenza : fare delle inferenze tra informazioni o tra diverse parti del testo,

mettendo in relazione quanto letto con la propria esperienza, le proprie conoscenze e il proprio mondo interiore. Mettere in relazione tra loro delle informazioni contenute nei testi e legarle a conoscenze pregresse.

Nella fase di discussione e scrittura, successiva alla lettura e alla comprensione del testo: Documentarsi in modo approfondito su un tema, su una situazione o su un problema allo scopo di presentarli in un testo orale o scritto a carattere espositivo (parlare – scrivere – realizzare). Nella riflessione scritta si chiede all’allievo di produrre un testo organizzando i blocchi informativi in capoversi e paragrafi, usando un lessico preciso. (scrivere – attivare / scrivere – realizzare)

6- Finalità : la lettura persegue tre finalità distinte: il piacere personale, l’accesso al sapere e l’inserimento nella vita sociale. Prioritari sono dunque il piacere di leggere, l’interiorizzazione e l’apprezzamento dei contenuti, lo sviluppo dell’immaginazione e del gusto, la scoperta che leggere è indispensabile per trovare informazioni per accrescere il proprio sapere e per soddisfare la propria curiosità e i propri bisogni. (Piani di studio, p.97)

7- Legami con le competenze trasversali e alla formazione generale: nell’ambito dell’ educazione sessuale, si promuove la conoscenza di sé e dell’altro, il rispetto (ambito socio-affettivo, p.62).

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ATTIVITÀ

1 Descrizione dell’attività o del percorso

Il percorso prevede la lettura e il commento di diversi testi che si prestano ad essere discussi in classe poiché tracciano un sentiero tematico che tocca lo sguardo maschile e femminile sul corpo dell’altro. La discussione in classe è un momento importante, perché permette di ragionare sui racconti, cercare i legami tra i testi. In questo modo si cerca di nutrire il pensiero, partendo dai testi letti in classe. L’allievo si prepara in questo modo a esporre oralmente o nella forma scritta una riflessione. Ecco i quattro testi scelti:

Italo Calvino, “Il seno nudo”, in Palomar, Mondadori, Milano 1994 (prima ed. 1983). (a) Alberto Pellai “Un elefante dentro una cinquecento”, in Baciare, fare, dire, Feltrinelli, Milano 2015.

(b) Claudia De Lillo, Dire, fare, baciare - istruzioni per ragazze alla conquista del mondo, Feltrinelli,

Milano 2014, p. 21. (c) Plinio Martini, Il fondo del sacco, Casagrande, Bellinzona 2010 (lettura del primo capitolo). (d)

a) Il testo di Calvino, pur essendo complesso, può incuriosire gli adolescenti perché lo sguardo sul proprio corpo e sul corpo degli altri è parte di questo periodo di passaggio. Il tabù della nudità femminile svelatosi agli occhi contemplativi di Palomar è oggetto di riflessione: il seno, inizialmente da evitare, cresce d’importanza. Dapprima appartiene al paesaggio, successivamente Palomar lo distingue da esso, alla fine il seno diventa un bene su cui soffermarsi “con uno speciale riguardo” (…) “in uno slancio di benevolenza e gratitudine per il tutto, per il sole e il cielo, per i pini ricurvi e la duna e l'arena e gli scogli e le nuvole e le alghe, per il cosmo che ruota intorno a quelle cuspidi aureolate.” Inizialmente va proposto un lavoro dedicato alla comprensione del testo, individuando le sequenze narrative. Palomar vive un crescendo del suo pensiero parallelo al continuo ritorno nel luogo dove la bagnante si trova sdraiata e nuda. È possibile riflettere su come è osservato, valutato, presentato il corpo della donna. Scavare nel testo, facendo emergere i temi, gli atteggiamenti, le meditazioni di Palomar, può rivelarsi un’ottima occasione per muovere anche i pensieri degli allievi, che hanno esperienza con la loro nudità e con quella presentata nelle varie espressioni della nostra società (media, internet, pubblicità): il testo ci porta a riflettere sui tabù, in particolare riferendosi al nudo femminile, grazie al punto di vista di un personaggio letterario.

b) A questa proposta letteraria, aggiungiamo il testo di Alberto Pellai intitolato Un elefante dentro una cinquecento, tratto da Baciare, fare, dire (Feltrinelli, Milano 2015) si aggancia al tema, recuperando una scena molto più vicina alla quotidianità degli allievi: si tratta di un dialogo tra padre e figlio. L’oggetto del discorso è la mamma, così come l’ha vista il papà, quando se n’è innamorato. Cosa ha apprezzato di lei? Il sedere? Gli occhi? Il seno? Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, è educatore e scrittore. Ha svolto numerose ricerche sull’infanzia e l’adolescenza, ha pubblicato molti libri per bambini, genitori e insegnanti. Dal 2010 cura su “Famiglia Cristiana” la rubrica settimanale Essere genitori. Ha vinto numerosi premi letterari.

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Il testo riproduce con efficacia un dialogo aperto tra papà e figlio. Siamo partiti dalla contemplazione di Palomar in chiave descrittivo-narrativa; ci caliamo ora in un possibile vissuto. Le domande aperte del figlio e i suoi ragionamenti fanno riferimento al corpo della donna, osservato, valutato, classificato. Si tratta di uno spunto interessante, soprattutto se i due testi sono confrontati dal punto di vista dei contenuti. In questa situazione il docente può valutare con gli allievi il contesto famigliare nel quale si svolge il dialogo tratto dal libro di Alberto Pellai, stimolare una discussione su cosa ci colpisce in una persona dalla quale siamo attratti.

c) Al testo di Alberto Pellai possiamo contrapporre lo sguardo femminile rivolto al maschio, recuperando una simpatica pagina di Claudia de Lillo, blogger, collaboratrice di “D di Repubblica” e attenta al dibattito sul ruolo della donna nella società. Riteniamo che il confronto tra i punti di vista possa stimolare discussioni in classe. Anche in questo caso abbiamo una evidente differenza di vedute tra madre e figlia. Per quale motivo? Cosa osserva la mamma in un uomo? Cosa osserva la figlia? Si cerca, grazie a questa terza lettura, di promuovere un confronto tra due punti di vista diversi (quello maschile e quello femminile) cogliendo nel dialogo tra padre e figlio, madre e figlia, gli elementi essenziali presenti nel testo: i gusti della madre e della figlia non coincidono, così come quelli del padre e del figlio, nel testo di Pellai.

d) Nella quarta fase di questo esteso percorso di letture, si cerca di riflettere su come Gori, protagonista del Fondo del sacco di Plinio Martini, osservi Maddalena e come la descrive, tenendo in considerazione il contesto storico e sociale nel quale si svolge la vicenda.Citiamo due brani tratti dal primo capitolo del Fondo del sacco. Il tema del migrante s’intreccia con quello amoroso. Il romanzo si apre con gli occhi puntati sulla ragazza e con i profumi, l’imbarazzo, le difficoltà nel trovare per Gori le parole. Ecco come Gori osserva la sua Maddalena. Si tratta di considerazioni che vanno aldilà del dialogo quotidiano e attuale tra genitori e figli. Nel primo capitolo del romanzo di Plinio Martini i pensieri intimi di Gori ci regalano una descrizione di Maddalena molto delicata, poetica. Sono poche le parole che Gori riesce a dire, durante il breve incontro con la ragazza, prima di partire. Ma ci troviamo in un contesto storico e sociale molto diverso…

e) Il docente può aggiungere, come spunti ulteriore, una celebre frase di Anna Magnani: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!” La celebre frase che Anna Magnani disse al suo truccatore parecchi anni fa è attuale più che mai. Come può essere usata per argomentare una tesi secondo la quale il nostro corpo cambia e va valorizzato nel tempo, senza cancellare i segni del vissuto? In questo modo gli allievi imparano a considerare la realtà nella quale ci muoviamo.

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I testi scelti

a) Calvino

Il signor Palomar cammina lungo una spiaggia solitaria. Incontra rari bagnanti. Una giovane donna è distesa sull'arena prendendo il sole a seno nudo. Palomar, uomo discreto, volge lo sguardo all'orizzonte marino. Sa che in simili circostanze, all'avvicinarsi d'uno sconosciuto, spesso le donne s'affrettano a coprirsi, e questo gli pare non bello: perché è molesto per la bagnante che prendeva il sole tranquilla; perché l'uomo che passa si sente un disturbatore; perché il tabù della nudità viene implicitamente confermato; perché le convenzioni rispettate a metà propagano insicurezza e incoerenza nel comportamento anziché libertà e franchezza. Perciò egli, appena vede profilarsi da lontano la nuvola bronzeo-rosea d'un torso nudo femminile, s'affretta ad atteggiare il capo in modo che la traiettoria dello sguardo resti sospesa nel vuoto e garantisca del suo civile rispetto per la frontiera invisibile che circonda le persone. Però, - pensa andando avanti e, non appena l'orizzonte è sgombro, riprendendo il libero movimento del bulbo oculare - io, così facendo, ostento un rifiuto a vedere, cioè anch'io finisco per rafforzare la convenzione che ritiene illecita la vista del seno, ossia istituisco una specie di reggipetto mentale sospeso tra i miei occhi e quel petto che, dal barbaglio che me ne è giunto sui confini del mio campo visivo, m'è parso fresco e piacevole alla vista. Insomma, il mio non guardare presuppone che io sto pensando a quella nudità, me ne preoccupo, e questo è in fondo ancora un atteggiamento indiscreto e retrivo. Ritornando dalla sua passeggiata, Palomar ripassa davanti a quella bagnante, e questa volta tiene lo sguardo fisso davanti a sé, in modo che esso sfiori con equanime uniformità la schiuma delle onde che si ritraggono, gli scafi delle barche tirate in secco, il lenzuolo di spugna steso sull'arena, la ricolma luna di pelle più chiara con l'alone bruno del capezzolo, il profilo della costa nella foschia, grigia contro il cielo. Ecco, - riflette, soddisfatto di se stesso, proseguendo il cammino, - sono riuscito a far sì che il seno fosse assorbito completamente dal paesaggio, e che anche il mio sguardo non pesasse più che lo sguardo d'un gabbiano o d'un nasello.Ma sarà proprio giusto, fare così? - riflette ancora, - o non è un appiattire la persona umana al livello delle cose, considerarla un oggetto, e quel che è peggio, considerare oggetto ciò che nella persona è specifico del sesso femminile? Non sto forse perpetuando la vecchia abitudine della supremazia maschile, incallita con gli anni in un'insolenza abitudinaria?Si volta e ritorna sui suoi passi. Ora, nel far scorrere il suo sguardo sulla spiaggia con oggettività imparziale, fa in modo che, appena il petto della donna entra nel suo campo visivo, si noti una discontinuità, uno scarto, quasi un guizzo. Lo sguardo avanza fino a sfiorare la pelle tesa, si ritrae, come apprezzando con un lieve trasalimento la diversa consistenza della visione e lo speciale valore che essa acquista, e per un momento si tiene a mezz'aria, descrivendo una curva che accompagna il rilievo del seno da una certa distanza, elusivamente ma anche protettivamente, per poi riprendere il suo corso come niente fosse stato. Così credo che la mia posizione risulti ben chiara, - pensa Palomar, - senza malintesi possibili. Però questo sorvolare dello sguardo non potrebbe in fin dei conti essere inteso come un atteggiamento di superiorità, una sottovalutazione di ciò che un seno è e significa, un tenerlo in qualche modo in disparte, in margine o tra parentesi? Ecco che ancora sto tornando a relegare il seno nella penombra in cui l'hanno tenuto secoli di pudibonderia sessuomaniaca e di concupiscenza come peccato... Una tale interpretazione va contro alle migliori intenzioni di Palomar, che pur appartenendo a una generazione matura, per cui la nudità del petto femminile s'associava all'idea d'un'intimità amorosa, tuttavia saluta con favore questo cambiamento nei costumi, sia per ciò che esso significa come riflesso d'una mentalità più aperta nella società, sia in quanto una tale vista in particolare gli riesce gradita. E' quest'incoraggiamento disinteressato che egli vorrebbe riuscire a esprimere nel suo sguardo.

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Fa dietro-front. A passi decisi muove ancora verso la donna sdraiata al sole. Ora il suo sguardo, lambendo volubilmente il paesaggio, si soffermerà sul seno con uno speciale riguardo, ma s'affretterà a coinvolgerlo in uno slancio di benevolenza e gratitudine per il tutto, per il sole e il cielo, per i pini ricurvi e la duna e l'arena e gli scogli e le nuvole e le alghe, per il cosmo che ruota intorno a quelle cuspidi aureolate.Questo dovrebbe bastare a tranquillizzare definitivamente la bagnante solitaria e a sgombrare il campo da illazioni fuorvianti. Ma appena lui torna ad avvicinarsi, ecco che lei s'alza di scatto, si ricopre, sbuffa, s'allontana con scrollate infastidite delle spalle come sfuggisse alle insistenze moleste d'un satiro.Il peso morto d'una tradizione di malcostume impedisce d'apprezzare nel loro giusto merito le intenzioni più illuminate, conclude amaramente Palomar.

b) Pellai

“Papà, come hai fatto a innamorarti della mamma?”“Non te lo so spiegare bene. L’ho vista e per me è stato proprio un colpo di fulmine. Ho capito che lei era quella giusta.”“Anche lei l’ha capito subito che tu eri quello giusto?”“No, direi di no. Infatti non ne voleva sapere.”“Allora la tua era pura attrazione fisica.”“Be’, non direi, di lei mi piaceva tutto.”“Ma perché ti piaceva così tanto?”“Non te lo so dire, certe cose le senti, ma non le sai spiegare.”“C’era qualcosa nella mamma che ti attizzava un sacco?”“Cosa intendi dire con attizzava”?“Che ti prendeva particolarmente, che ti piaceva davvero tanto.”“Be’, sì, credo che fossero gli occhi.”“Papà, mi dici così perché non vuoi dirmi la verità.”“Perché, quale dovrebbe essere la verità?”“Di solito nella mia classe quando a uno gli piace una è perché ha delle belle tette.”“…Hmmm, diciamo che questo non si può proprio dire: la mamma arriva a malapena alla seconda.”“Allora ti sarà piaciuto il suo sedere.”“Credimi, la guardavo negli occhi e tutto il resto passava in secondo piano. Non ho scelto tua mamma per il suo sedere.”“Sei un bugiardo, papà.”“Perché dici questo?”“Perché se una tipa di prende, i motivi sono due, si solito: o ha un bel seno oppure ha un bel sedere.”“E se invece fossero proprio gli occhi il segreto di tutto? Secondo te è impossibile che uno si innamori per via degli occhi?”“Sì, però credo che gli occhi arrivino per terzi. Prima il seno, poi il sedere, infine medaglia di bronzo: gli occhi.”Ma secondo te se chiamo qui tua mamma e le riassumo questa conversazione, lei cosa dice?”“No, papà, alla mamma non dirle niente. Poi magari le viene il complesso che ha il seno piccolo. Meglio lasciarla stare.”

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c) De Lillo

“Mamma…”“Dimmi.”“Lo vedi quello?”“Quale? Il biondino che sta pensando i limoni?”“No! Quello che sta mettendo nel carrello le melanzane, con la maglietta verde.”“Ah, quello. Sì, lo vedo. E allora?”“Non è carino?”“Carino? Tu lo trovi carino?”“Sì, molto. Direi che è abbastanza il mio tipo.”“Il tuo tipo?” Ma sembra uno Yeti.”“Non è vero! Guardalo: è alto, muscoloso…”“Appunto: l’abominevole uomo delle nevi…”“È rassicurante, dà un’idea di forza…”“Ha i capelli unti, la pelle grassa, è pelosissimo. Ha un tatuaggio sul collo e poi…”“Poi?”“Non sembra illuminato dalla luce dell’intelligenza.”“Macché. È virile. Proprio un bel ragazzo. Quando avrò un fidanzato spero che gli assomigli.”“Amore, mi fai paura. Quel tizio è terrificante. La sola idea che ti possa piacere uno così mi mette i brividi. Tesoro, lasciatelo dire: tu, di ragazzi, non capisci niente.”“Ha parlato l’intenditrice…”“Cosa vuoi dire?”“Voglio dire che sei tu quella che ha i gusti discutibili. Basta guardare quello.”“Quello chi, scusa?”“Lui, papà, tuo marito. L’Adone che ti sei scelta. Colui che mi ha regalato le gambe a tarallo e un panettone al posto dei capelli. Per non parlare l’allergia agli acari e ai pollini.”

d) Plinio Martini (lettura del primo capitolo)

“Lei era di quelle creature che quando passano in strada la gente si volta e smette di parlare, se lei rideva o si scostava i capelli, c’era da credere che nessuno aveva riso o alzato la mano in quel modo” (…) “Maddalena aveva un anno in meno di me. Quando andavamo a scuola era l’unica a portare scarpe da bottega; noi ci andavamo con pedule o zoccoli o anche a piedi nudi, e le sue erano scarpe alte coi legacci intrecciati fino al nodo: forse avevo incominciato a volerle bene per quelle scarpe e perché aveva il collo sottile da allungare sopra il quaderno (…)”

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2 Aspetti legati alla auto-valutazione e alla valutazionea. Il lavoro, che comprende lettura, discussione, riordino dei contenuti emersi, elaborazione di

una riflessione attraverso un testo espositivo (o argomentativo), è valutato grazie ad un intervento mirato del docente durante il laboratorio di scrittura a gruppi ridotti. La consulenza in vicinanza permette all’allievo di capire come può migliorare il testo.

3 Aspetti legati alla differenziazionea. Gli interventi dell’insegnante nei testi scritti dagli allievi può essere risolutivo o meno, a

seconda delle competenze dell’allievo. Alcuni ragazzi hanno bisogno di essere orientati, così riescono, anche grazie alle indicazioni scritte del docente, a trovare una via per migliorare il testo. Altri invece chiedono una consulenza più intensa, con una presenta dell’insegnante che commenta il testo con la voce e un accompagnamento.

b. La discussione in classe, l’importanza dell’oralità va a sostenere gli allievi che da soli non riuscirebbero comprendere il testo.

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EVENTUALI ALLEGATI

1- Diario di bordo2- Materiali prodotti

LE CONSIDERAZIONI RACCOLTE ALLA LAVAGNA dopo la lettura di Palomar e del brano tratto dal libro di Alberto Pellai. Si tratta di una prima breve discussione in classe:

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I testi degli allievi

Quattro esempi diversi tra loro, come sviluppo del pensiero e come approfondimento. I testi sono presentati così come sono stati trascritti dagli allievi, dopo una revisione con il docente durante un laboratorio di scrittura una quarta media.

L.Il corpo femminile è pieno di curve aggraziate, la pelle è morbida e i fianchi meravigliosi. Insomma, pura arte. Per alcuni è solamente un trofeo da dare al più meritevole, per altri significa bel sedere e una terza piazzata bene e per altri ancora è solo un semplice insieme di cellule. Italo Calvino, celebre scrittore italiano, vuole spiegare l’importanza del corpo di una donna a modo suo, dedicando a questo tema un racconto contenuto nel suo libro intitolato Palomar . Un giorno Palomar, camminando lungo la spiaggia, vede una donna a petto nudo. Dato che è un uomo discreto, inizialmente non la guarda; successivamente inizia a infrangere questo tabù e a riflettere sulle convenzioni sociali, cominciando gradualmente a distinguere la donna dal paesaggio. Per concludere, il protagonista ha un pensiero di benevolenza e gratitudine verso la donna; ringraziandola per tutto, “il cielo, la rena, il sole..”, ringraziandola di essere il centro del cosmo.Alberto Pellai, autore di Baciare fare dire, pubblicato a Milano nel 2015, racconta in un capitolo del libro uno scambio di battute tra lui e suo figlio. Egli chiede al padre: - Papà, come hai fatto ad innamorarti della mamma?Pellai inizialmente risponde di non saperlo, ma in seguito dice di aver amato gli occhi della donna. Il figlio, incredulo, cerca di far “ragionare” il padre spiegando che è impossibile innamorarsi solamente degli occhi; senza guardare le forme. La frase che mi ha colpito di più del dialogo è stata la risposta di Pellai:- E se invece fossero gli occhi il segreto di tutto? Secondo te è impossibile che uno si innamori per via degli occhi?La mia risposta è sì! Non innamorarti di una donna solo perché ha un bel sedere e un bel seno! Non innamorarti solo perché ha delle forme: quelle col tempo spariranno. Piuttosto innamorati del profumo della sua pelle, dei suoi occhi e delle emozioni che ti regala. Innamorati dei suoi abbracci, delle sue carezze e dei suoi sorrisi imbarazzati. Prendi i suoi difetti e trasformali in virtù. Impara a cogliere la sua vera essenza, senza badare all’involucro. Scava nel suo animo fino ad arrivare al centro del suo cuore: è quello che conta, perché rimane nel tempo.Per concludere vorrei citare due brani tratti dal libro di Plinio Martini (scritto nel…) intitolato Il fondo del sacco:“Lei era di quelle creature che quando passano in strada la gente si volta e smette di parlare, se lei rideva o si scostava i capelli, c’era da credere che nessuno aveva riso o alzato la mano in quel modo” (…) “Maddalena aveva un anno in meno di me. Quando andavamo a scuola era l’unica a portare scarpe da bottega; noi ci andavamo con pedule o zoccoli o anche a piedi nudi, e le sue erano scarpe alte coi legacci intrecciati fino al nodo: forse avevo incominciato a volerle bene per quelle scarpe e perché aveva il collo sottile da allungare sopra il quaderno (…)”Gori, il protagonista del racconto descrive in modo molto dolce e aggraziato la giovane ragazza di cui è innamorato. Dice di essersi innamorato dei suoi sorrisi, del suo modo di camminare, le collo sottile e delle scarpe con i lacci fino al nodo. Mi ha colpito che Gori non si sia innamorato delle forme di Maddalena ma della sua essenza.

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M.Italo Calvino ha scritto un testo intitolato Il seno nudo dove si parla di una donna che viene considerata sacra dal protagonista, Palomar, che fa una riflessione sul seno della donna e tuto quello che la circonda. Per Palomar guardare un seno nudo in spiaggia significa infrangere un tabù, ma anche riflettere sul valore del corpo della donna. Su un altro testo interessante e imbarazzante di Alberto Pellai leggiamo che il figlio chiede al padre come ha fatto ad innamorarsi della madre. Lui gli risponde che sono gli occhi che gli piacevano tanto, ma il figlio non gli crede, perché per lui, se una ragazza ti prende, è perché ha un bel seno o un bel sedere.Da questo dialogo si può capire che l’uomo è attratto dalla donna non solo per il seno e il sedere, ma anche da altre caratteristiche: il carattere, come si veste.In conclusione io non mi vergono di parlare di questo argomento perché ne parlo con amici quando facciamo un giro, oppure con mio padre, alla sera.

R.Un elefante dentro una cinquecento, è tratto da Alberto Pellai, Baciare, Dire, Fare.Questo testo rappresenta una relazione tra padre e figlio. Il padre viene sorpreso da una domanda insolita posta dal figlio: “Papà. Come hai conosciuto la mamma?” Il padre afferma che fu subito amore: non l`ha notata perché aveva il seno grande o piccolo o per il sedere, ma si è innamorato degli occhi. All’inizio il figlio gli dice che se uno della sua classe si innamora, è perché gli piace una ragazza con un bel seno o un bel sedere. Il padre risponde che non sono tutti cosi. I due alla fine hanno una loro opinione: il padre insiste nel ritenere importanti gli occhi, mentre il figlio continua a pensare che al papà piace la mamma per il suo seno (che tra l`altro ce l`ha piccolo).Io sinceramente non avrei il coraggio di chiedere una cosa simile a mio padre perché mi vergogno a parlare con lui di un tema così banale. 

D.Tutti sogniamo un corpo perfetto, senza nessuna impurità. Sia uomini che donne vogliono essere belli. Il problema è che gli uomini lo sognano (quasi tutti), mentre le donne lo realizzano. Infatti nella società di oggi notiamo che il “corpo perfetto” dove non siano evidenti i segni del tempo è un obbiettivo di molte donne. Una famosa attrice, Anna Magnani, viene ricordata per una frase che disse al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non togliermene neanche una. C' ho messo una vita a farmele.” Queste la dicono lunga sulla donna che viene mostrata per esempio in televisione o nelle pubblicità. Vogliamo essere perfette a tutti i costi e volendo questo ricorriamo pure ad interventi chirurgici e trucchi. Così vediamo per strada donne anziane che alcune sono ridicole perché la chirurgia estetica non riesce a cancellare tutto il tempo. Tutto questo non è giusto, cercare di essere giovani può portare a interventi dannosi per la salute e conseguenze che non vorremmo.Nei paesi arabi le donne vengono considerate diversamente. Nel libro Sotto il burqa di Deborah Ellis, oltre a raccontare la vita difficile delle donne, si dice che le femmine devono portare il burqa, un vestito che copre tutto il corpo lasciando liberi solo gli occhi. Con questo abito la bellezza femminile non viene vista dagli uomini. Io mi chiedo come facciano gli uomini ad innamorarsi delle ragazze visto che solo la famiglia può vedere la donna scoperta, anche se sono cosciente che in molti paesi i matrimoni sono proprio organizzarti. Ma come ci vedono gli uomini nelle nostre nazioni di “donne senza velo”?A questa domanda può rispondere il testo di Italo Calvino Palomar in cui si racconta la vicenda di un uomo che fa delle riflessioni sempre più filosofiche davanti al seno nudo di una donna sdraiata al sole. Palomar ritorna più volte a osservare il seno inquadrandolo in modo diverso; alla fine con un particolare riguardo la

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sua universalità: “Ora il suo sguardo, lambendo volubilmente il paesaggio, si soffermerà a coinvolgerlo in uno slancio di benevolenza e gratitudine per tutto, per il sole e per il cielo, per i pini ricurvi e la duna e l' arena e gli scogli e le nuvole e le alghe, per il cosmo che ruota intorno a quelle cupidi aureolate.” All' ultima riflessione considera la donna come madre natura e questo fattore è importante perché se oggi la gente pensasse che la donna non vale niente, sarebbe ragionare come cento anni fa. Ora viviamo in un mondo più aperto e un seno nudo in spiaggia non imbarazza i passanti come nel passato. Tutto è cambiato e questi cambiamenti sono importanti per un mondo più umano, più ragionevole.Ci sono però persone che non sono ancora mature. Per una giovane che sta crescendo non è facile orientarsi. In un testo di Pellai, tratto dal libro Baciare,fare,dire, si legge un dialogo tra padre e figlio che discutono su quello che più li attrae nelle donne. Il padre sostiene che la bellezza sta negli occhi ma il figlio replica che prima vengono il seno e il sedere. Il figlio rappresenta la società immatura che non vede la bellezza di una donna al di fuori del seno e del sedere. Bisogna solo sperare che questo tipo di società impari ad aprire gli orizzonti per non rimanere così chiusi su se stessi.