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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO 15/09/2016 Scuola Sesto Gnaccarini - XXVI° Corso di Alpinismo (A1) 1

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO

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Conoscenze per l’ambiente che frequentiamo

BASSA MONTAGNA

MEDIA MONTAGNA

ALTA MONTAGNA

Come andiamo in Montagna?

CO

NO

SCEN

ZE

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COME ANDIAMO IN MONTAGNA?

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NON IMPORTA COSA FACCIAMO IN MONTAGNA…

L’IMPORTANTE E’ CHE ABBIAMO LA CONSAPEVOLEZZA

DI COSA STIAMO FACENDO E

DELL’AMBIENTE CHE STIAMO FREQUENTANDO

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Si può partire con queste condizioni……

…..e ritrovarsi dopo meno di un’ora in questa situazione

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• Regole Generali • Conoscenza dell’ambiente • Nozioni tecniche

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5 QUINDI COSA E’ NECESSARIO APPRENDERE?

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REGOLA GENERALE N.1

CHI PESTA LA CORDA PAGA LA

BIRRA A TUTTI

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L’AMBIENTE

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LA NEVE (CARATTERISTICHE)

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LA NEVE

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Il manto nevoso è costituito da diversi strati di neve prodotti dalle varie nevicate oppure dall’azione di trasporto del vento che crea nuovi depositi.

Una volta che toccano il suolo, i cristalli di neve perdono le loro caratteristiche, subiscono una serie di trasformazioni e assumono il nome generico di grani.

Ogni strato presenta caratteristiche differenti per quanto riguarda il tipo di grano, lo spessore, la temperatura, la densità e la durezza.

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LA NEVE

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Per resistenza si intende lo capacità di resistere a sollecitazioni che tendono ad allontanare i cristalli di neve gli uni dagli altri.

La resistenza dipende dalle caratteristiche della neve (forma dei cristalli, struttura del manto, temperatura e umidità) e dal tipo di deformazione alla quale è sottoposta.

La neve può subire una fratturazione secondo tre tipi di sollecitazioni: 1. compressione (zona rossa) 2. trazione (zona blu) 3. taglio (zona gialla)

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LA NEVE (I RISCHI)

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LE VALANGHE

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Valanga di neve

polverosa

Valanga a lastroni soffici

Valanga di neve umida

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13 COME DIFENDERSI

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14 Cosa dice la legge…..

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IL GHIACCIO (CARATTERISTICHE)

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IL GHIACCIO

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Definizione: ghiaccio in movimento derivante dal metamorfismo della neve. Il ghiacciaio è un entità dinamica, un fluido estremamente

viscoso che fluisce per gravità.

Cos’è un ghiacciaio

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ALCUNE SOTTO-DEFINIZIONI

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• Ghiacciai freddi: temperatura costantemente sotto lo zero • Ghiacciai temperati: possono presentare in superficie e/o

alla base temperature al di sopra dello zero con fenomeni di fusione

• Calotte glaciali: sono estensioni di ghiaccio con superfici molto elevate e il rilievo sottostante non ne influenza il movimento

• Ghiacciai vallivi: sono caratterizzati da una lingua glaciale che fluisce lungo una valle

• Ghiacciai di circo: piccoli corpi glaciali che occupano depressioni o cavità

• Ghiacciai pedemontani: grandi corpi glaciali che si espandono in zone di pianura

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IL GHIACCIO

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Morfologia

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COSA INTERESSA PRINCIPALMENTE ALL’ALPINISTA?

GHIACCIAIO SECCO

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GHIACCIAIO UMIDO

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IL GHIACCIO

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Seraccata: cos’è e dove si forma?

cambi di pendenza più accentuati e di lunghezza significativa.

Successione di crepacci di dimensioni variabili che si forma nei punti di

Sera

cchi

pen

sili

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IL GHIACCIO (I RISCHI)

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I CREPACCI

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Strutture da flusso: i crepacci. I crepacci sono fratture dello strato superficiale dei ghiacciai, più fragile rispetto agli strati interni profondi, prodotte dalle tensioni derivanti dal movimento e da quelle dovute alle variazioni dell’inclinazione del letto su cui il ghiacciaio scorre. Come tutte le fessurazioni (in qualsiasi materiale) si formano perpendicolarmente alle tensio.

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I CREPACCI

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Formazione dei crepacci per frattura del ghiaccio nei punti di variazione di pendenza per convessità o concavità del substrato roccioso.

Crepacci a “V” (a imbuto)

Crepacci a campana

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I CREPACCI

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Quando la forma è importante…

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CREPACCI COPERTI DI NEVE

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Crepacci: quando diventano più o meno pericolosi

Coperti di neve: più pericolosi perché non si vedono.

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Cordata in presenza di ghiaccio vivo: è indispensabile porre attenzione nei cambi di pendenza concavi (crepacci a campana).

Cordata in presenza di ponti di neve: massima attenzione soprattutto nell’attraversamento di ponti.

Cordata in presenza di neve: massima attenzione sempre!!! Pericolo altissimo!!! Grande esperienza nella valutazione dei cambi di pendenza. Aggiunta del nodo a palla nell’esecuzione della cordata.

COME DIFENDERSI

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TECNICHE DI PROGRESSIONE

E MANOVRE DI EMERGENZA

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO

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L’equilibrio è stabile quando il baricentro si trova lungo la “diagonale” che collega due appoggi.

Si applica lo schema del così detto “modulo a croce”: immaginando di tracciare sul pendio due rette perpendicolari tra loro di cui una sulla linea di massima pendenza, l'equilibrio ottimale si ottiene facendo si che i piedi si trovino sempre su due quadranti opposti.

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO

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A seconda dell’inclinazione del pendio e dell’uso o meno dei ramponi in funzione delle condizioni del manto nevoso si adottano specifiche tecniche di progressione che verranno illustrate in dettaglio in ambiente.

esempio: salita diagonale, passo incrociato con inclinazione fino a 30°/35° su neve poco compatta - senza ramponi con piccozza.

esempio: salita diagonale su pendii con inclinazione moderata fino a 25° su neve molle o poco compatta senza ramponi e con piccozza.

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esempio: salita faccia a monte diretta “punte avanti” con inclinazione fino a 45°/50° su neve dura o ghiaccio - con ramponi e piccozza

esempio: discesa diagonale fianco al pendio con inclinazione fino a 25°/30° e discesa diagonale fianco al pendio “mezzo passo” con inclinazione fino 35°/40° su neve dura o ghiaccio – con ramponi e piccozza

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO

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Il gradinamento, inteso come tecnica di progressione, è oggi completamente superato stante l'attuale disponibilità di attrezzi tecnicamente avanzati.

Si applica ancora in condizioni particolari o di emergenza: ad esempio quando si verifica la rottura o la perdita di un rampone o di un attrezzo, o quando si deve superare un breve tratto ghiacciato e si reputa vantaggioso non calzare i ramponi.

Nella progressione i gradini vanno eseguiti a due per volta e la distanza tra un gradino e il successivo è determinata dall’inclinazione del pendio nonché dalla statura della persona.

Nell'eventuale utilizzo dei gradini in discesa, questi devono essere più ravvicinati; se il tratto è breve (4-5 metri) conviene scendere gradinando altrimenti è preferibile ricorrere alla corda doppia.

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Arresto su scivolata - senza piccozza

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Arresto su scivolata – con piccozza

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO – LA CORDATTA

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41 COME NON SI VA SU UN GHIACCIAIO

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PROGRESSIONE SU NEVE E GHIACCIO

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LA MANOVRA DI AUTOSOCCORSO

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PREVENIRE…. E’ MEGLIO CHE CURARE

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA

INIZIALE DI RECUPERO

1. Arresto e trattenuta 2. Predisposizione della sosta provvisoria 3. Caricamento della sosta provvisoria 4. Predisposizione della sosta definitiva 5. Trasferimento del carico dalla sosta provvisoria alla

sosta definitiva

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

1. Arresto e trattenuta

a. Importanza della corda tesa in modo da arrestare la caduta in pochi metri

b. Opporsi con tutte le proprie forze all’improvvisa trazione, magari abbassandosi (si abbassa il baricentro), magari aiutandosi con la becca della piccozza

c. Una volta bloccata la caduta, stabilizzare la propria posizione in modo da operare con una certa libertà

d. Essere in linea con la corda in modo da scaricare il più possibile sui piedi il peso del compagno

e. Per quanto possibile il caduto dovrà cercare si alleviare il proprio peso in modo da facilitare l’assicuratore

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

1. Trattenuta

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

2. Predisposizione del primo sistema di assicurazione

a. Si predispone un ancoraggio provvisorio sul quale scaricare parzialmente il peso del compagno e predisporre in condizioni di maggiore sicurezza e stabilità la sosta definitiva che dovrà avere assoluta garanzia di tenuta

b. Operazione da farsi quanto più velocemente possibile

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

2. Predisposizione del primo sistema di assicurazione

A seconda del terreno, come ancoraggio provvisorio possiamo utilizzare:

- Neve poco consistente: piccozza orizzontale - Neve con sufficiente consistenza: piccozza in verticale - Neve molto dura o ghiaccio: piantare la becca della

piccozza o avvitare un chiodo da ghiaccio

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

3. Caricamento dell’ancoraggio provvisorio

a. Collegare l’anello di cordino da ghiacciaio (collegato alla corda con nodo Prusik) all’ancoraggio provvisorio e caricarlo gradualmente accertandosi della sua tenuta

b. Nel caso di neve sufficientemente consistente, gli attrezzi possono essere infilati direttamente nell’anello di cordino durante l’infissione

c. Collaborare comunque alla tenuta mantenendo in tensione la corda fino all’esecuzione della sosta definitiva

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

3. Caricamento dell’ancoraggio provvisorio

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

4. Predisposizione dell’ancoraggio definitivo

a. Col materiale disponibile realizzare un ancoraggio definitivo che garantisca la massima tenuta possibile

b. Ancoraggio definitivo sempre a monte dell’ancoraggio provvisorio

c. Si raccomanda la massima velocità e semplicità di esecuzione

d. A seconda del terreno valgono le stesse regole di cui sopra riguardo al tipo di ancoraggio da utilizzare

e. Collegamento dei punti di ancoraggio f. Al vertice del triangolo di sosta inserire un moschettone a

ghiera + piastrina e collegarvi il tratto di corda a monte del nodo autobloccante prusik

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

5. Collegamento dei punti di ancoraggio 52

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

5. Caricamento dell’ancoraggio definitivo

a. Sciogliere asola e contro-asola e traferire in modo graduale il peso del compagno dall’ancoraggio provvisorio a quello definitivo

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MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO

5. Caricamento dell’ancoraggio definitivo

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Solo a questo punto potete accertarvi delle condizioni

del caduto e chiamare i soccorsi

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…. ALLA FINE LA REGOLA GENERALE N.2

CHI PESTA LA CORDA CON I

RAMPONI PAGA UNA CASSA DI BIRRA

A TUTTI 15/09/2016 Scuola Sesto Gnaccarini - XXVI° Corso di Alpinismo

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E ADESSO…..TUTTTI SUL GHIACCIAO A

BERE BIRRA DIVERTIRCI

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