Programma convegno antropologia alpina novembre - dislivelli · Alessia Glielmi e Clara Cucchi...

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Il convegno si inserisce nel quadro delle attività di ricerca, ma anche di riflessione teorica e di valorizzazione e restituzione, promosse dal Progetto E.CH.I. – Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale, un progetto finanziato dal programma di Cooperazione Territoriale Italia Svizzera (2007-2013) al quale partecipano le quattro regioni italiane che confinano con la Confederazione Elvetica (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano) e i tre cantoni Vallese, Ticino e Grigioni. Il convegno si prefigge l’obiettivo di fare il punto, in prospettiva comparativa e con apporti interdisciplinari, sulla ricerca demoetnoantropologica in area alpina concentrandosi su tre compiti studiare, valorizzare, restituire – con i quali chi si occupa di beni culturali DEA deve confrontarsi oggi in condizioni che per almeno due ragioni appaiono assai diverse rispetto agli anni in cui l’antropologia alpina è nata e ha conosciuto i suoi primi sviluppi: una prima ragione è che le “comunità locali” sono attualmente ben più coscienti della loro agency; una ragione diversa, e non meno importante, è che in molte parti delle Alpi la composizione delle “comunità locali” sta mutando considerevolmente a causa dell’ormai ben nota immigrazione dei cosiddetti “nuovi montanari”; questo ricambio della popolazione impone di domandarsi chi abbia titolo ad apprendere e trasmettere, e poi promuovere e valorizzare, le culture locali alpine. Le esperienze e le riflessioni che scaturiranno dal convegno potranno offrire spunti per un ripensamento del ruolo degli antropologi e della ricerca antropologica in area alpina, domandandosi quali siano gli strumenti che l’antropologo deve acquisire nella propria formazione accademica e professionale soprattutto riguardo alla valorizzazione dei beni culturali demoetnoantropologici, una finalità sino ad oggi trascurata accademicamente ma che in realtà richiede una sempre più accurata e nitida definizione delle competenze necessarie. Le opportunità non hanno confini w w w . e c h i - i n t e r r e g . e u C o m i t a t o s c i e n t i f i c o e o r g a n i z z a z i o n e L a u r a B o n a t o D i e g o M o n d o P i e r P a o l o V i a z z o P e r u l t e r i o r i i n f o r m a z i o n i : T e l . 0 1 1 4 3 2 6 0 0 9 E m a i l s e g r e t e r i a . m u s e i @ r e g i o n e . p i e m o n t e . i t I b e n i D E A i n a r e a a l p i n a : s t u d i a r e , v a l o r i z z a r e , r e s t i t u i r e T O R I N O 22 - 23 - 24 n o v e m b r e 2 0 1 2 M u s e o R e g i o n a l e d i S c i e n z e N a t u r a l i V i a G i o l i t t i , 36 T o r i n o

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Il convegno si inserisce nel quadro delle attività di ricerca, ma anche di riflessione teorica e di valorizzazione e restituzione, promosse dal Progetto E.CH.I. – Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale, un progetto finanziato dal programma di Cooperazione Territoriale Italia Svizzera (2007-2013) al quale partecipano le quattro regioni italiane che confinano con la Confederazione Elvetica (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano) e i tre cantoni Vallese, Ticino e Grigioni. Il convegno si prefigge l’obiettivo di fare il punto, in prospettiva comparativa e con apporti interdisciplinari, sulla ricerca demoetnoantropologica in area alpina concentrandosi su tre compiti – studiare, valorizzare, restituire – con i quali chi si occupa di beni culturali DEA deve confrontarsi oggi in condizioni che per almeno due ragioni appaiono assai diverse rispetto agli anni in cui l’antropologia alpina è nata e ha conosciuto i suoi primi sviluppi:

• una prima ragione è che le “comunità locali” sono attualmente ben più coscienti della loro agency;

• una ragione diversa, e non meno importante, è che in molte parti delle Alpi la composizione delle “comunità locali” sta mutando considerevolmente a causa dell’ormai ben nota immigrazione dei cosiddetti “nuovi montanari”; questo ricambio della popolazione impone di domandarsi chi abbia titolo ad apprendere e trasmettere, e poi promuovere e valorizzare, le culture locali alpine.

Le esperienze e le riflessioni che scaturiranno dal convegno potranno offrire spunti per un ripensamento del ruolo degli antropologi e della ricerca antropologica in area alpina, domandandosi quali siano gli strumenti che l’antropologo deve acquisire nella propria formazione accademica e professionale soprattutto riguardo alla valorizzazione dei beni culturali demoetnoantropologici, una finalità sino ad oggi trascurata accademicamente ma che in realtà richiede una sempre più accurata e nitida definizione delle competenze necessarie.

Le opportunità non hanno confini

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C o m i t a t o s c i e n t i f i c o e o r g a n i z z a z i o n e

L a u r a B o n a t o D i e g o M o n d o

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PROGRAMMA

GIOVEDI’ 22 NOVEMBRE 2012 Ore 15.30 Saluti delle Autorità

Relazioni di apertura

L’antropologia alpina: continuità, mutamenti, nuove sfide, Pier Paolo Viazzo Il progetto ECHI Piemonte: obiettivi e strategie di ricerca, Laura Bonato Coffee-break

Sessione 1 – STUDIARE LA MONTAGNA presiede Pier Paolo Viazzo Approdi e percorsi negli studi di comunità in ambiente alpino, Paolo Sibilla Strumenti consunti? Un dubbio patrimonio concettuale, Gian Luigi Bravo Scenografie della memoria: festa, migrazione e turismo in una valle alpina del Piemonte,

Dionigi Albera

Dibattito

VENERDI’ 23 NOVEMBRE 2012 Ore 09.30 Sessione 2 – SAPERI E SAPER FARE presiede Paolo Sibilla Perduzione nella ricerca e nella tradizione, Attualità e attuazione della ricerca in antropologia dell’ambiente, Nadia Breda Antropologi, raccoglitori e processi di patrimonializzazione, Stefano Allovio Saperi in movimento. Il caso dell’Alta Valsesia, Alessia Glielmi e Clara Cucchi Musei etnografici nell’arco alpino cuneese, Appunti da una ricerca, Carlotta Colombatto Coffee-break

Sessione 3 – PATRIMONIO presiede Adriano Favole La pratica comparativa nella valorizzazione del patrimonio in area alpina: esperienze, prospettive, Gianpaolo Gri Emigranti e locali: produzione, recupero e tutela a Bangio Anzino tra fine ‘600 e inizi ‘900, Giulia Fassio e Matteo Minetti Il patrimonio immateriale tra promozione e commemorazione. Dinamiche della memoria in una comunità alpina di confine, Roberta Zanini Dibattito Ore 15.00 Sessione 4 – FESTE presiede Gian Luigi Bravo Memorie di montagna. L’Atlante delle feste popolari del Piemonte: un percorso di ricerca, Piercarlo Grimaldi e Davide Porporato Carnevali “alpini”’? Una verità che non fa male, Giovanni Kezich e Antonella Mott Cambiare per vivere, Il Carnevale della Combe-Froide, Alexis Bétemps Lassez-faire, lassez-festoyer: politiche culturali ed identità fra i Ladini di Fassa, Cesare Poppi

Coffee-break Sessione 5 – RESTITUZIONE Presiede Piercarlo Grimaldi Restituzione, reciprocità, condivisione, tra isole e valli. Considerazioni etiche e teoriche, Adriano Favole Dispositivi per la partecipazione delle comunità locali e per la restituzione. Tre casi di studio nelle Alpi italiane, Valentina Porcellana

Il ruolo problematico dell’antropologo nella rivitalizzazione del patrimonio locale. Il caso del Carnevale di Formazza, Lia Zola Dibattito SABATO 24 NOVEMBRE 2012 Ore 09.30 Sessione 6 – RECUPERO presiede Laura Bonato Nuove mani, vecchie pietre: recupero materiale e valori immateriali del ritorno ai terrazzamenti in una località delle Prealpi venete, Mauro Varotto Conservazione dell’architettura vernacolare nel paesaggio culturale alpino, Monica Naretto Il recupero di borgate alpine: nuove progettualità e prospettive di ricerca nelle Alpi occidentali, Maria Anna Bertolino Coffee-break Parole e immagini per raccontare il costruito esistente, Anna Rita Bertorello Linguaggio e saperi delle costruzioni della tradizione, Gianfranco Cavaglià

Dibattito e conclusione dei lavori

www.echi-interreg.eu