Progetto Ponto de Encontro

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12 QPOUP EF FODPOUSP Obiettivi del progetto Cura e prevenzione dell’Aids: 2.500 persone seguite Centro di formazione: 3.500 giovani formati Biblioteca: 20.000 presenze annue Educazione nello sport: 2.000 giovani coinvolti ASSOCIAZIONE PROGETTO MOZAMBICO ONLUS Sede Operativa: Via Sante Vincenzi, 45—40138 Bologna Sede Legale: Via Rauten, 5 – 38072 Sarche TN [email protected] Tel. 051 4295538 ______________________________________________________ C/c bancario: IBAN IT41 W 08132 34442 000121011262 C/c postale N° 48603781 Iscritta al registro Onlus di Trento n. 28152 MOZAMBICO PROGETTO DI EDUCAZIONE PER I GIOVANI DEL MOZAMBICO www.progettomozambico.org

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Descrive le modalità di esecuzione del progetto triennale

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QPOUP!EF!FODPOUSP!

Obiettivi del progetto Cura e prevenzione dell’Aids: 2.500 persone seguite Centro di formazione: 3.500 giovani formati Biblioteca: 20.000 presenze annue  Educazione nello sport: 2.000 giovani coinvolti

ASSOCIAZIONE PROGETTO MOZAMBICO ONLUS Sede Operativa: Via Sante Vincenzi, 45—40138  Bologna   

Sede Legale: Via Rauten, 5 – 38072 Sarche TN  

[email protected]   ‐  Tel. 051 4295538   

 ______________________________________________________ 

                        C/c bancario: IBAN IT41 W 08132 34442 000121011262

C/c postale N° 48603781                  Iscritta al registro Onlus di Trento n. 28152  

MOZAMBICO

 

PROGETTO  DI EDUCAZIONE  PER I GIOVANI DEL MOZAMBICO 

www.progettomozambico.org 

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C OME E’ NATO IL PROGETTO  Siamo presenti nella città di Quelimane da 4 anni, con  il progetto “Vita Sidà”  (Sida  in portoghese significa Aids); l’obiettivo è quello della cura, attraverso la somministrazio‐ne di farmaci antiretrovirali. La nostra attività è iniziata nel mese di gennaio del 2004 e, in collaborazione con  le  istituzioni, abbiamo reso possibile  l’accesso ai farmaci alla po‐polazione  locale. Nei mesi successivi all’avvio ci siamo resi conto di quanto fosse  indi‐spensabile favorire azioni di formazione rivolte alla prevenzione, raggiungendo proprio quella gente che altrimenti non avrebbe neppure avuto modo di conoscere  la gravità della malattia.   A  partire  dalla  complessità  e  dalla  conoscenza  reale  del  problema  della  diffusione dell’Aids  ci  siamo  interrogati  in questi  anni  circa  la  possibilità  di intraprendere  azioni  realmente preventive,  che potessero deter‐minare  un  cambiamento.  Realtà complessa,  troppo  differente dalla  nostra,  con  sistemi  di  pen‐siero  lontani  dai  nostri  modi  di affrontare  il  quotidiano.  Man mano che avveniva il nostro radi‐camento  nella  città  in  cui  siamo presenti,  sempre  più  nasceva  in noi  il  desiderio  di  essere  parte attiva a fianco della gente in questa lotta contro l’Aids: lotta vera e reale contro un ne‐mico, non sempre dichiarato, ma sempre presente.   Il presupposto da cui si sviluppa questo progetto è l’idea che attraverso attività di for‐mazione e di aggregazione, si possa influire nell’educazione delle nuove generazioni. Il contagio dell’Aids ci pare sia ancora troppo diffuso per poterlo risolvere con progetti di breve durata e finalizzati solo alla conoscenza della malattia e delle modalità di tra‐smissione. Ci pare di poter affermare che solo un’azione di tipo educativo possa effetti‐vamente modificare  la  situazione.  Lo  scambio  tra pari,  la  relazione educativa  con un adulto di riferimento e la proposta di attività strutturate possono considerarsi elementi fondamentali per  il processo  educativo di un  giovane.  Se  si  considera  la povertà del contesto ci si può facilmente rendere conto di come questi siano elementi  importanti per un’azione che voglia essere anche preventiva. Secondo questa logica con un’azione di tipo educativo sono state pensate una serie di attività che accompagnino i giovani nel loro  processo  di  crescita,  aiutandoli  a  divenire  adulti  responsabili  e  protagonisti  con particolare attenzione agli aspetti formativi e aggregativi.  

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C RONOGRAMMA DEL PROGETTO 

2008   OTTOBRE Avvio dei lavori di ristrutturazione della biblioteca e centro di 

formazione    

2009  

GENNAIO Ripresa dei servizi cura del Day Hospital per malati di Aids

FEBBRAIO Conclusione dei lavori al centro di formazione

MARZO Apertura della biblioteca

APRILE Avvio dei corsi di formazione

MAGGIO Apertura del cantiere del centro sportivo

SETTEMBRE Avvio delle attività educative nello sport

NOVEMBRE Rifiniture dei lavori del centro sportivo

   

2010 Continuazione con le attività di cura e prevenzione all’Aids

  Continuazione con le attività di formazione e la biblioteca

  Continuazione con le attività di formazione nello sport

   

2011 Continuazione con le attività di cura e prevenzione all’Aids

  Continuazione con le attività di formazione e la biblioteca

  Continuazione con le attività di formazione nello sport

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 Parrocchia della Sagrada Familia La parrocchia della Sagrada Familia  fu  istituita nel 1950.  Inizialmente era affidata dei padri Dehoniani, che solo di recente hanno ceduto la cura pastorale alla Diocesi. E’ difficile  sapere  il numero degli abitanti della parrocchia, ma  si possono  stimare  in circa 60.000 persone, con circa 8‐10.000 cristiani praticanti. La nostra presenza  in città  in questi anni ci ha dato  la possibilità di collaborare  in più occasioni con la parrocchia. L’attività realizzata più importante è stata un’azione di for‐mazione, denominata  For.Za.  (Formazione  in  Zambezia),  rivolta a  tutti  i  giovani delle comunità  cristiane  referenti  alla  parrocchia  e  della  parrocchia medesima.  Sono  stati coinvolti circa 180 giovani e alcuni adulti, oltre al parroco. L’obiettivo era quello di con‐sentire  il  dialogo  e  trasmettere  alcuni  informazioni  circa  la  trasmissione  dell’Aids,  la prevenzione  e  la  conoscenza della malattia.  In  seguito  a  tale  iniziativa  alcuni  giovani hanno deciso di  fondare un nucleo denominato  “NUJOSFA”  (Nucleo Giovani  Sagrada Familia),  che  ha  l’obiettivo  di  promuovere  azioni  di  prevenzione  presso  le  comunità cristiane situate fuori dalla città, attraverso teatri e dibattiti da loro organizzati e gestiti. Il desiderio che esprimono è quello di riuscire ad  informare e  formare  i  loro coetanei che non hanno avuto modo di partecipare alla formazione da noi promossa. La richiesta che ci hanno  fatto  fin dal primo momento è stata quella di aiutarli dal punto di vista logistico (spostamenti ed eventuali piccoli acquisti) e di supervisionare quanto da  loro realizzato. Abbiamo  accettato e  ancora oggi  continua  la  collaborazione  con  loro e di conseguenza con la loro parrocchia di riferimento.  Inoltre è da evidenziare l’ottima relazione che si è instaurata tra noi e il parroco e il con‐siglio pastorale. La vicinanza della nostra casa, del DH da noi gestito e degli spazi in cui conduciamo  le  nostre  abituali  attività  con  la  chiesa  e  le  opere  parrocchiali,  ci  dà l’opportunità di  realizzare numerose attività  in modo congiunto.  In molte occasioni si tratta di semplici favori, di prestiti di materiali e di concessione di uso di spazi, in altre invece collaboriamo per iniziative relative alla formazione o all’organizzazione di eventi che vedono partecipare  le persone della parrocchia e  i nostri malati. Possono essere iniziative di preghiera o di formazione. L’ultima in ordine temporale è stata la formazio‐ne per acquisire le competenze per realizzare le visite domiciliari a chi dei nostri malati ne necessita, a cui hanno partecipato anche persone attive in ambito parrocchiale. Considerata  tale  collaborazione  il Presidente della nostra associazione durante  la  sua ultima visita in Mozambico, ha proposto al parroco la realizzazione di un progetto con‐giunto, rivolto all’educazione dei giovani, della comunità, ma aperto anche tutti i giova‐ni della città.  

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O BIETTIVO DEL PROGETTO  In  questi  anni  di  presenza  abbiamo  colto  che  il  modello  formativo  proprio dell’istruzione mozambicana prevede  la  trasmissione delle  competenze. Molte volte un professore ha di fronte gruppi classe composti da 50‐60 allievi; risulta chiaro che in tale situazione è essenziale la trasmissione di contenuti che possano elevare cultural‐mente, dando a  tutti  le  competenze base  che possano  combattere  l’analfabetismo, ancora troppo diffuso nel Paese. Leggere, scrivere e far di conto sono i presupposti su cui si basa ogni attività scolastica  in una realtà dove  la scuola già fatica ad assolvere compiti meramente istruttivi: poche le strutture scolastiche adeguate e sproporziona‐to il numero degli allievi rispetto a quello dei professori. Proporre un modello formativo diverso può essere lo strumento per determinare una crescita differente delle nuove generazioni.  Il dialogo,  l’ascolto, metodologie didatti‐che  differenti  che  possano  evidenziare  il  protagonismo  del  soggetto  in  formazione potrebbero essere elementi determinanti per  la consapevolezza e  la conoscenza,  fa‐vorendo una formazione differente. Allo  stesso  tempo  la  conoscenza del  contesto  ci porta ad  affermare  che non esiste nessuna attività extrascolastica strutturata; anche le parrocchie e le comunità religio‐se assolvono unicamente a compiti collegati alla catechesi. Troppo numerosi  i gruppi di ragazzi che si avvicinano ai sacramenti rispetto alle possibilità di strutture disponibi‐li e di educatori preparati ad assolvere al compito di accompagnare i giovani nel pro‐cesso di crescita.  Nella maggior parte dei casi i giovani si aggregano in gruppi informali di pari, di cui è assoluto il valore anche in questo contesto, ma non hanno la possibilità di sperimenta‐re modalità differenti. Per  questo  proporre  un modello  aggregativo  diverso,  con  adulti  di  riferimento  che possano essere presenti al fianco dei ragazzi può consentire un  lavoro educativo  im‐portante e comunque senza esperienze analoghe in questo contesto. E’ importante evidenziare la situazione di grande evoluzione che sta vivendo la città di Quelimane. Questa evoluzione ci  impone una  riflessione.  In pochi anni è aumentata considerevolmente  la presenza di persone straniere, presenti per motivi  lavorativi e commerciali, e di conseguenza sta enormemente crescendo qualsiasi tipo di proposta, spesso collegata al denaro. Se da un lato questo sviluppo fa ben sperare in termini di progresso per la popolazione in generale, dall’altro non può che portarci a riflettere su una proposta di benessere e di aspettative in continua evoluzione.  Per poter cogliere il cambiamento e per poter mettere le nuove generazioni in grado di affrontarlo è necessario  individuare un  luogo, dove qualcuno  si occupi della  loro crescita, evidenziando anche quegli aspetti che oggi risultano essere di assoluta con‐traddizione, tra la situazione in cui la gente vive e le prospettive che potrebbero esse‐re raggiungibili, tra la cultura trasmessa in famiglia e quanto poi si vive in città. 

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D ESCRIZIONE DEL PROGETTO  Il progetto vuole raggiungere l’obiettivo descritto, sostenendo i giovani con tre modali‐tà distinte:  

1. CURA E PREVENZIONE DELL’AIDS  Questo intervento si concretizzerà con il sostegno diretto per la cura dell’AIDS in favore dei pazienti  che hanno già contratto il virus ed in continuità con “Vita S.i. d.à”  già rea‐lizzato dall’Associazione dal 2004 al 2008.    Le attività che verranno garantite con il progetto sono:  

• visite ai pazienti • somministrazione di farmaci (antiretrovirali e per le malattie opportunistiche) • sostegno alimentare • analisi di laboratorio • assistenza psicologica  • prevenzione materno fetale.  

 Risultati previsti: Alla fine del 2011 saranno circa 2.500 le persone seguite dal Day Hospital.   

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Le attività rilevanti svolte nei Paesi in via di sviluppo riguardano i seguenti settori: • Educazione  • Sanitario • Acqua  

 I principali progetti realizzati nel 2007 sono stati: • Vita S.i.d.à., rivolto alla cura dell’AIDS (Quelimane ‐ Zambezia) • For.Za., rivolto alla formazione circa la prevenzione nelle comunità cristiane (Alto 

Molocué, Quelimane ‐ Zambezia) • For.Za. 2 – La natura ti aiuta, rivolto alla diffusione delle informazioni di base 

sull’utilizzo delle erbe e delle coltivazioni locali (Alto Molocue – Zambezia) • Sorgenti di Vita, con l’obiettivo di garantire un accesso durevole all’acqua potabi‐

le per le popolazioni rurali (Nampula – Zambezia • Emergenza in Mozambico, con l’obiettivo di ricostruire le case distrutte 

dall’alluvione (Quelimane – Zambezia)  • Una scuola per il Mozambico, finalizzato alla costruzione del  Centro Polifunziona‐

le (Alto Molocué – Zambezia)     Sacerdoti del Sacro Cuore (Padri Dehoniani) Partner di ogni nostra iniziativa e pertanto anche di questo progetto sono i Sacerdoti del Sacro Cuore, in particolare la Provincia Italia Settentrionale e la Provincia Mozam‐bicana.  Tra i loro scopi principali vi è la missionarietà, accompagnata sempre da una finalità caritativa e di aiuto concreto alla popolazione più bisognosa. Sono presenti in Mozambico dal 1947. Nei primi anni l’evangelizzazione si è espressa con l’apertura di nuovi posti di missione,  la  formazione dei catechisti,  l’apertura di piccoli ospedali e posti di salute, l’avvio della scolarizzazione anche nei villaggi più interni del paese. Nel difficile momento che precedette l’indipendenza hanno deciso di rimanere sul posto, in segno di comunione con  il popolo e con  la Chiesa  locale, così come sono rimasti anche  dopo  l’indipendenza  (1975),  quando  avvenne  la  nazionalizzazione  di  tutto quello che negli anni avevano costruito (case, scuole, chiese, centri di salute). Anche durante la guerra civile (1979 – 1992) i missionari hanno scelto di rimanere per essere vicini alla gente. Attualmente  i padri  sono presenti nel  territorio  con hanno 9  comunità  religiose.  In tutto il paese sono 31, di cui 18 italiani e 13 mozambicani. La loro sede principale in Mozambico è nella città di Quelimane e collaborano attiva‐mente anche alla gestione dei progetti da noi proposti, con i seguenti compiti: 

• indirizzare la popolazione verso i nostri progetti; • aiutarci a realizzare e organizzare le attività di natura formativa‐

informativa in particolare gli incontri di For.Za.; • coordinare i volontari mozambicani; • aiutare i volontari italiani a inserirsi nella realtà africana. 

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G LI ATTORI DEL PROGETTO  

Associazione Progetto Mozambico Onlus 

L’Associazione è  stata  costituita nel 2001 e ha  come  scopo  statutario  lo  svolgimento dell’attività  nel  settore  dell’assistenza  sociale,  socio‐sanitaria,  dell’istruzione  e  della cooperazione allo sviluppo.  

Attualmente  la  compagine  sociale è composta di 41 membri: quasi  tutti  i  soci hanno trascorso periodi di volontariato  in Africa, anche di  lunga durata,  seguendo da vicino tutti i progetti finora realizzati e alcuni soci lavorano stabilmente in Mozambico. 

L’Associazione conta una rete di oltre 200 simpatizzanti e volontari che prestano la loro opera  in  Italia  per  la  realizzazione  di  iniziative  di  raccolta  fondi  in  diversi  periodo dell’anno e si ritrovano in incontri a cadenza fissa in quattro gruppi locali (Trento, Bolo‐gna, Padova, Modena). 

I soggetti con i quali collaboriamo attivamente in Italia e in Mozambico per lo sviluppo dei nostri progetti sono: 

• La comunità dei padri Dehoniani della provincia italiana e mozambicana.  

• CEIS di Modena 

La sede legale dell’Associazione è in Trentino, a Sarche, là dove si ritrovava il primo nu‐cleo associativo. La nostra sede operativa e gli uffici dell’associazione sono a Bologna, presso lo Studentato delle Missioni dei padri dehoniani. 

 Oltre  ai  progetti  di  cooperazione  realizzati  in Mozambico,  l’Associazione  svolge  dal 2001 una  continua    attività di  sensibilizzazione  e di  educazione  in  Italia.  In  sintesi  le principali attività: 

• Incontri di sensibilizzazione al territorio  

• Percorsi di educazione nelle scuole  

• Incontri, convegni e dibattiti culturali  

• Incontri di formazione  

• Notiziario trimestrale  

• Mostra d’arte mozambicana 

• Sito Internet 

• Corso di lingua portoghese 

 

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2. EDUCAZIONE CON IL CENTRO DI FORMAZIONE E LA BIBLIOTECA  Questo  intervento  vuole avviare un  centro di  formazione e di educazione  rivolto  in particolare ai giovani che hanno già terminato le scuole medie e che stanno frequen‐tando le scuole superiori e l’università. Si intende ristrutturare un edificio da adibire in parte a biblioteca ed in parte a centro di formazione, dove i giovani della città possano avere un  luogo dove studiare o reperire  i materiali necessari e dove possano essere avviate  iniziative di  formazione, con corsi che  trasmettano competenze  richieste dal mercato del lavoro locale (informatica, lingue straniere, etc.).  Nel concreto saranno avviate le attività: 

• Ristrutturazione opere edili • Arredo con attrezzature didattiche • Predisposizione aula informatica • Predisposizione aule formazione • Approvvigionamento libri e materiale educativo • Formazione del personale • Avvio attività  

Risultati previsti: Con la biblioteca pensiamo di raggiungere circa 20.000 presenze annue.  I corsi di formazione interesseranno circa 3.500 persone in tre anni.  

  

IL PROGETTO DEL CENTRO DI EDUCAZIONE

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3. EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT Questo  intervento vuole favorire  l’aggregazione sportiva per  i giovani della città. Già  i ragazzi,  in modo auto organizzato si dedicano ad attività sportive  tra pari, utilizzando palle  ricavate da materiali di  riciclo e  la strada come campo da gioco. Esistono poi  in città squadre “professioniste” che giocano nel campionato mozambicano, che richiama‐no alle manifestazioni sportive molti giovani. 

Lo sport rappresenta un'occasione unica di incontro, di conoscenza, di gioco e di cresci‐ta, incoraggia lo spirito di gruppo, la forza di volontà ed educa al rispetto delle norme. La promozione dello sport diviene quindi strumento di animazione, educazione e  for‐mazione globale della persona, nonché di promozione umana e sociale e di integrazio‐ne. Questo progetto intende anche promuovere la creazione di associazioni sportive e sostenere i movimenti sportivi di base, la diffusione dello sport e la collaborazione con tutti gli organismi e le associazioni locali e nazionali che perseguono gli stessi obiettivi. Nel concreto saranno avviate le seguenti attività: 

• Ristrutturazione impianti sportivi esistenti • Costruzione impianti sportivi • Formazione educatori  ed animatori sportivi • Corsi di formazione nello sport • Promozione dell’aggregazione • Organizzazione di incontri, manifestazioni sportive, gemellaggi 

 Risultati previsti:  Le attività sportive saranno indirizzate ai 2.000 giovani che vivono nella zona.  

IL PROGETTO DEL CENTRO SPORTIVO

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P ERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO  Il coordinamento generale del progetto sarà affidato a una persona dell’Associazione, così come  la conduzione delle attività sanitarie nelle quali siamo già coinvolti e che continueremo a realizzare.  Personale mozambicano Il lavoro già realizzato in città in questi anni ci ha consen‐tito di conoscere il contesto di riferimento e le persone.  

Se  all’inizio  della  nostra  presenza  in Mozambico,  non avendo una rete di riferimento e non conoscendo il con‐testo e le persone, abbiamo dovuto avviare ogni proget‐to avvalendoci principalmente delle nostre competenze, oggi,  invece siamo  in grado di  individuare persone mo‐zambicane che possano  sostituirci nell’esecuzione delle attività e  condividere  con noi  le  responsabilità. Questo oltre a  rappresentare una  ricaduta differente  consente di rendere possibile un cambiamento, che possa preve‐dere  un  reale  protagonismo  dei  nostri  collaboratori. Inoltre  l’esperienza  di  questi  anni  ci  ha  insegnato  che molti  aspetti  per  noi  di  difficile  risoluzione  prevedono soluzioni piuttosto semplici se  risolti direttamente da persone del  luogo, che cono‐scono le tradizioni e il vero vissuto della gente della stessa razza. Da un lato tutto ciò rappresenta per noi una condivisione di  responsabilità e dall’altro una gestione più semplice di quanto andremo a realizzare.  

E’ già stato individuato il responsabile di tutte le attività. E’ persona da noi conosciu‐ta, affidabile, che da 4 anni lavora con noi in DH e per le attività di formazione e sta per laurearsi in psicologia. L’aver coinvolto lui e altri interlocutori, ritenuti come signi‐ficativi, fin dall’attività di progettazione ci assicura già  la ricaduta che si potrà avere nel territorio, dal momento che le attività sono state pensate da persone mozambica‐ne per la loro gente e di cui nessuno può conoscere meglio necessità, bisogni e desi‐deri.  

Volontari presenti a rotazione 

Sarà garantita la presenza di volontari che potranno aiutare nell’esecuzione di alcune attività o condurne direttamente altre.