Progetto Archeo 3 - Comune di Masullas: Report Generale
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Report Progetto Archeo 3 Masullas Incontra l’Europa
YOUROPE SARDINIA ASSOCIATION www.yousardinia.com [email protected]
Skype: yousardinia Presidenza: +39 340 25 36 949 Segreteria: +39 349 22 65 243
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Giugno – Agosto 2011
Report Masullas Incontra l’Europa
POR SARDEGNA FESR 2007/2013 – Asse II: Inclusione, Servizi sociali, Istruzione e Legalità
PROGETTO “ARCHEO 3 – Cantieri della legalità e delle opportunità “–
COMUNE DI MASULLAS (OR)
Voce B.2.B.4. FESTA DEI POPOLI
RELAZIONE FINALE REALIZZATA DA
Giovanni Maieli
Alessandro Orgiana
Giulio Lai
Pierluigi Serra
Comune di Masullas
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Giugno – Agosto 2011
Sommario
Report generale…………………………………………………………………………………………………………..3
Report prima fase – Corso e laboratorio………………………………………………………………………5
Report seconda fase – Tavola rotonda sulla Green Economy…………………………………….11
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Giugno – Agosto 2011
REPORT GENERALE
Giulio Lai
Il percorso di formazione è stato sviluppato attraverso due fasi distinte e consequenziali. Nel
corso della prima fase i partecipanti han seguito una lezione e laboratorio partecipativo
composto di tre moduli distinti mentre nella seconda fase è stata realizzata una tavola rotonda
su ambiente e politiche giovanili con giovani provenienti da più di 20 diverse nazioni europee. Le
tematiche son state incentrate su tre temi principali: lo sviluppo di un centro d’informazione
europea, le politiche e programmi europei sul tema dell’ambiente e politiche giovanili. Il
percorso di formazione è stato studiato per un target di 30 giovani di età compresa tra i 18 e i 30
anni. L'obiettivo del corso è stato quello di promuovere l'inclusione e la partecipazione dei
giovani attraverso l'associazionismo, i principi della cultura civica e dello sviluppo sostenibile
ambientale, intesi sia come momenti di crescita personale e professionale sia come strumenti di
dialogo tra le istituzioni politiche ed i giovani. La strategia di lavoro adottata ha associato gli
strumenti educativi tipici dell'educazione formale con le attività di educazione non formale.
Il percorso di formazione permetterà ai giovani di acquisire le giuste competenze utili a
formulare e realizzare proposte progettuali e ad interagire con le realtà politico-istituzionali e le
realtà private. In tal modo i giovani acquisiranno un ruolo attivo, partecipato e responsabile
all’interno della società.
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METODOLOGIE EDUCATIVE UTILIZZATE
Durante tutti i moduli sono state sfruttate le nostre competenze in termini di educazione
formale e non formale, di educazione alla legalità e all’internazionalizzazione sviluppando
metodi formativi articolati nei laboratori, nei corsi/concorsi professionalizzanti, che garantiscano
gli strumenti di base per la realizzazione di proposte progettuali condivise. I diversi step del
progetto sono stati razionalmente concatenati in modo da garantire una crescita graduale e
consapevole del partecipante. Durante i laboratori i ragazzi, sono stati coinvolti attivamente nei
lavori attraverso l'utilizzo di forme innovative di apprendimento, quali il gioco, le tavole rotonde
e il sistema learning by doing. Il linguaggio utilizzato è stato quello correntemente utilizzato dal
mondo giovanile, con l'inserimento graduale di termini più formali e specifici. Durante la
seconda fase i giovani sono stati i reali protagonisti attraverso la tavola rotonda e dibattito che
ha permesso il confronto tra le esperienze e le realtà giovanili in Europa attraverso l’incontro dei
giovani della comunità di Masullas con più di 40 ragazzi provenienti da più di 20 nazioni europee.
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PRIMA FASE – CORSO E LABORATORIO
Comune di Masullas – 26 Luglio 2011 Alessandro Orgiana – Pierluigi Serra
INFORMAZIONI GENERALI
Nella giornata di martedì 26 luglio 2011 presso l’Aula consiliare del Comune di Masullas si è
tenuta la prima parte del corso “Masullas incontra l’Europa”.
In sala, oltre ai due Formatori Alessandro Orgiana e Pierluigi Serra, erano anche presenti il
Sindaco e il Vice Sindaco di Masullas. 20 Ragazzi di età compresa tra i 18 e i 26 anni hanno preso
parte all’incontro, manifestando un notevole interesse per le tematiche trattate.
I primi 15 minuti sono stati dedicati dai due formatori alla conoscenza dei partecipanti, con
particolare riferimento alla loro esperienza nell’ambito dell’associazionismo e delle attività
giovanili. La maggior parte dei giovani intervenuti all’incontro conoscevano diverse realtà
associative presenti nel territorio e avevano già dedicato parte del loro tempo ad iniziative
svolte nel territorio dall’Associazione “Sa Badruffa”.
TEMATICHE TRATTATE
Il corso si è articolato in 3 diversi moduli, ciascuno dei quali legato ad azioni e attività che
possono essere intraprese dalla realtà giovanile del comune di Masullas. Il primo modulo
verteva sulle modalità di creazione di un Centro d’Informazione Europea, il quale potrebbe
rappresentare un punto di riferimento per i giovani di Masullas e zone limitrofe circa le
opportunità e progetti organizzati dall’Unione Europea.
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Il secondo modulo ha avuto ad oggetto il programma gioventù in azione, con particolare
riferimento alle azioni 1.1, 1.2, ed 1.3.
METODOLOGIA E STRATEGIA
I moduli sono stati sviluppati impiegando tecniche di educazione non formale. Per rendere più
semplice e diretta l’interazione tra formatori e partecipanti. Di seguito si è proceduto con
tecniche di ice breaking a favorire il dialogo e la partecipazione di tutti i presenti, i quali sono
stati stimolati al concreto sviluppo dei moduli. La lezione si è, quindi, configurata come un
dialogo informale improntato sullo scambio di esperienze e conoscenze, con l’alternanza di
simulazioni e workshop.
CONTENUTI DEL PRIMO MODULO
Il primo modulo è stato introdotto con la presentazione di YOUSARDINIA, come associazione
nata dall’esperienza di alcuni giovani provenienti dalle sedi sarde di due delle più grandi
organizzazioni europee giovanili, ELSA ed AEGEE, con l’obbiettivo di promuovere e supportare il
processo di integrazione della Sardegna nel contesto Europeo.
Si è proceduto a una riflessione finalizzata ad inquadrare il contesto socio-economico di
Masullas e la percezione che popolazione ha dell’Unione Europea, con l’obbiettivo di
comprendere quali siano le esigenze del territorio che il Centro di Informazione Europea dovrà
andare a soddisfare.
La lezione è proseguita con definizione concreta di Centro di Informazione Europea come
struttura organizzativa che informa e assiste i cittadini sulle attività e le opportunità offerte
dall’UE. Si è analizzata la possibilità di costituire un Centro di Informazione Europea nel territorio
di Masullas mediante l’affiliazione alla rete Europe Direct, costituita dalla Commissione Europea
per operare come intermediario tra l’Unione Europea e i cittadini: tale rete è presente con più di
500 antenne nei 27 Paesi Membri, alcune delle quali già operanti in Sardegna. Il Centro di
Informazione può fornire consulenza e assistenza sui bandi di finanziamento dell’Unione
Europea, le opportunità di lavoro, sulla legislazione comunitaria, organizzare conferenze e
seminari incentrati su tematiche di rilevanza Europea, nonché promuovere nelle scuole medie e
superiori l’informazione sulle politiche e sui programmi comunitari. Il Centro è in grado di
collaborare e interagire con le altre antenne della rete e rappresenta, inoltre, un ottimo
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strumento per l’Unione Europea attraverso il quale ottenere feedback dai cittadini sul grado di
soddisfazione e percezione dell’Unione stessa.
Sono stati presi in esame, infine, i vantaggi di avere un Centro di Informazione Europea
operativo nel proprio territorio, consistenti nella possibilità di fornire ai cittadini una porta verso
l’Unione Europea e rendere concreto il processo di integrazione ed internazionalizzazione.
Infine, sono state individuate le competenze necessarie per poter aprire e gestire un Centro di
Informazione Europea: conoscenze linguistiche (inglese e francese, in particolare), conoscenza
delle Istituzioni Europee, esperienza nella compilazione dei bandi, conoscenza delle principali
tecniche di comunicazione. Per l’acquisizione di tali competenze, i membri dell’associazione “Sa
Badruffa” potrebbero partecipare ad alcuni programmi europei, quali ad esempio Servizio di
Volontariato Europeo, scambi internazionali, programma Youth in Action, nonché alcuni
programmi di scambio predisposti dalla Regione Sardegna.
CONTENUTI SECONDO MODULO
Il secondo modulo era incentrato sul programma Youth in
Action (Gioventù in azione) programma della Commissione Europea - Direzione Generale
Istruzione e Cultura, il quale promuove l'educazione non formale, i progetti europei di mobilità
giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso scambi ed attività di volontariato
all'estero, l'apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30
anni. Obiettivo principale di questo modulo è stato quello di fornire tutte le informazioni utili a
far si che i partecipanti acquisissero informazioni indispensabili per applicare ad una o più delle
numerose azioni del programma Gioventù in Azione: tale progetto, per sua natura, appare
particolarmente adatto ad una realtà giovanile come quella di Masullas. Lo Youth in Action,
infatti, permette di realizzare iniziative di varia natura, capaci di coinvolgere un cospicuo
numero di giovani, a prescindere dal loro livello d’istruzione o dal loro background socio-
culturale. Durante la lezione sono state individuate le peculiarità del programma e le strutture di
supporto, alle quali i ragazzi si rivolgeranno nel momento in cui decideranno di proporre un
proprio progetto.
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Di seguito sono individuati gli obiettivi del programma:
Cittadinanza attiva - Solidarietà e tolleranza tra i giovani - Comprensione reciproca - Qualità
dei sistemi di sostegno - Cooperazione nell’ambito delle politiche giovanili.
Ampio spazio è stato dato alla caratteristica principale del programma, ossia l’educazione non
formale, metodologia educativa che si svolge al di fuori del tradizionale sistema formale e che
permette l’acquisizione di valori, conoscenze e competenze attraverso delle metodologie
didattiche stimolanti e innovative, ma soprattutto interattive. Rivestono particolare importanza,
nell’educazione non formale, le esperienze pratiche, le attività all’aria aperta, i giochi, l’uso di
materiali multi-mediali, artistici: questi sono tutti strumenti atti al supporto di un’educazione di
qualità, in grado di incidere nella vita quotidiana dei partecipanti.
I ragazzi hanno manifestato un forte interesse per queste metodologie educative, in quanto
dovranno essere impiegate da loro stessi qualora applicassero a un progetto Gioventù in Azione.
Dopo uno sguardo rapido sui paesi aderenti al programma e sulle scadenze per la presentazione
dei progetti, sono state descritte in maniera rapida tutte le azioni che compongono il
programma, fornendo in questo modo una panoramica generale del progetto, prima di
procedere ad un focus sulle azioni più adatte al territorio di Masullas.
AZIONE 1.1 Scambi di giovani La prima azione descritta in maniera analitica è stata
l’azione 1.1, Scambi di giovani”, azione che per la sua natura suscita normalmente un
notevole interesse. Possono applicare a questa azione associazioni, organizzazioni, ONG,
gruppi informali ed enti locali. Sono poi stati indicati i requisiti necessari e la tipologia
degli scambi. A questo punto è stata fatta una piccola simulazione, immaginando uno
scambio trilaterale con alcune nazioni Europee. Sono stati anche indicati i Paesi aderenti
al programma con i quali è preferibile applicare al fine di poter incrementare le
possibilità di approvazione del progetto. Durante la lezione sono state indicate le spese
coperte dal finanziamento europeo, individuando in concreto le voci e le spese
finanziabili.
AZIONE 1.3 Giovani e democrazia Successivamente si è proceduto a descrivere l’azione
1.3 “Giovani e Democrazia”. Anche questa azione potrebbe essere attuata nel territorio
di Masullas, in quanto i progetti appartenenti a questa Azione sostengono la
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partecipazione dei giovani alla vita democratica della loro comunità locale, regionale o
nazionale, ma anche a livello internazionale. Sarebbe quindi un’utile occasione di
scambio e confronto con alcuni giovani provenienti da realtà in cui i sistemi della
rappresentanza politica manifestano delle peculiarità differenti dalla nostra, le quali
potrebbero formare oggetto di discussione e di applicazione analoga nel territorio sardo.
Dopo un introduzione sulle caratteristiche del progetto, sui requisiti e sulle dimensioni
del finanziamento, si è proceduto a realizzare un piccolo laboratorio congiunto sulle 2
azioni introdotte, ossia la 1.1 e la 1.3. Oggetto del laboratorio sono state le fasi in cui si
sviluppa il progetto:
IDEAZIONE Perché voglio organizzare uno scambio/progetto Giovani e
Democrazia? Quando? Con chi? Cosa offro ai partner? Ricerca
partner e condivisione di obiettivi, valori, attività
PREPARAZIONE Composizione e formazione del gruppo, logistica,
programmazione delle attività e metodologie, procedure di
sicurezza, del ruolo dell’animatore, della conoscenza reciproca
e dell’avvio delle interazioni, della definizione delle aspettative
rispetto allo scambio, al ruolo e all’investimento di tempo e
effetto.
REALIZZAZIONE Il gruppo si confronta con la propria capacità creativa e con le
difficoltà a riconoscersi capaci di progettare. Dall’ideazione al
concreto con eventuali problemi e stereotipi da superare.
VALUTAZIONE Promotori e partecipanti valutano l’andamento del progetto ed
il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Valutazioni iniziale,
in itinere e finale.
VISIBILITÀ E’ assicurata visibilità al progetto e al programma Gioventù in
Azione.
VALORIZZAZIONE E
DIFFUSIONE DEI RISULTATI
Sono previste misure per la valorizzazione, sia standard che
aggiuntive, di valorizzazione dei risultati del progetto ed il loro
utilizzo all’interno di una politica/strategia. Miglioramento della
qualità dei progetti, previsione dell’impatto dei progetti,
scambio di buone pratiche e trasferibilità dei risultati
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Il secondo modulo si è concluso con la descrizione dell’azione 1.2, “Iniziative Giovani”. Si tratta
di un progetto ideato, gestito e realizzato da un gruppo di giovani, partendo dalle loro esigenze
e dai loro interessi che sviluppa la creatività, spirito di iniziativa e l’auto- imprenditorialità.
Aumenta la consapevolezza della cittadinanza attiva e della cittadinanza europea ed ha un forte
impatto nella comunità locale. Abbiamo deciso di dedicare una parte del modulo alla trattazione
di questa azione, in quanto è particolarmente indicata alle associazioni che si stanno
avvicinando al mondo dei progetti europei. Questa azione favorisce infatti il rafforzamento e la
coesione del gruppo, favorendo la ripartizione e strutturazione degli incarichi all’interno del
soggetto proponente, inoltre si tratta di progetti di piccole dimensioni e quindi gestibili anche da
associazioni che mai si sono misurate con le difficoltà che possono sorgere nella gestione di un
progetto finanziato dall’UE.
CONTENUTI DEL TERZO MODULO
Il terzo modulo è stato un corso intensivo sul FUNDRAISING come strumento di crescita delle
associazioni. Il fund raising è infatti una tecnica che permette il superamento di alcune pratiche
di raccolta di fondi che sono solo il frutto del buon senso. L’uso del solo buon senso, infatti,
comporta molti rischi e il fund raising serve a prevenirli. Il fund raising è: la costruzione di una
organizzazione in grado di raccogliere fondi (avere obiettivi definiti, visibilità e percezione da
parte dell’ambiente esterno, competenza professionale del personale, chiarezza dei propri
bisogni economici, capacità di controllo e di management); coinvolgere gli individui all’interno e
all’esterno della organizzazione, misurare le azioni che si svolgono) e una tecnica (cioè un
insieme di pratiche che permettono di governare efficacemente le azioni di raccolta e che va
inteso come processo di sviluppo dei fondi). Tale processo va dalla trasformazione di idee
progettuali in progetti concreti (management strategico), al coinvolgimento dell’ambiente
esterno sul progetto (comunicazione). Il fund raising si basa sull’adozione di una tecnica di
Marketing che si fonda sull’analisi dell’ambiente esterno, sulla capacità di sviluppare una
proposta progettuale capace di richiamare contributi e di coinvolgere i membri
dell’organizzazione in un progetto, creando un rete di relazioni che consentano di reperire i
finanziamenti per progetti di lunga durata.
Dopo tale definizione della nozione di fund raising, si è proceduto ad indicare nello specifico
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quali siano le tecniche di fund raising che possono essere adottate da un associazione giovanile
locale, l’organizzazione interna e gli strumenti che di cui si deve dotare per portare avanti un
corretto fund raising. Il modulo si è concluso poi con l’individuazione delle criticità riscontrabili
in concreto e con una breve simulazione sulle modalità di approccio alle diverse tipologie di
potenziali finanziatori.
SECONDA FASE – TAVOLA ROTONDA SULLA GREEN
ECONOMY
Comune di Masullas – 20 Agosto 2011 Giovanni Maieli
PREMESSA
L'economia sostenibile è un ramo
degli studi dell'Economia dello
Sviluppo incentrata sul concetto di
sviluppo sostenibile. Questa
tipologia di economia prevede che
lo sviluppo della società sia
perseguito rispettando il concetto di
sostenibilità dal punto di vista sociale,
economico ed ambientale. Dal punto di vista ambientale l'utilizzo delle risorse deve permettere
alle stesse di potersi rigenerare in modo da fornire alle generazioni future lo stesso livello di
risorse dei periodi precedenti. Concettualmente tale modello di sviluppo deve basarsi su una
riorganizzazione culturale, scientifica e politica della vita. Nell'economia sostenibile è il
patrimonio mondiale il fulcro ed il motore dello sviluppo sociale. Tale Patrimonio si basa su ogni
forma di diversità presente sul Pianeta, dalla diversità culturale e delle razze alla biodiversità.
L'Economia Sostenibile, si fonda sulla capacità del Sistema Terra, di ripristinare in un certo
periodo le stesse energie utilizzate. Per questo motivo è necessario che sistema ecologico e
sistema economico giacciano sullo stesso piano. L'economia sostenibile conduce pertanto ad
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esigenze di rimodulazione dei sistemi finanziari in subordine alla capacità rigenerativa
dell'ecosistema.
CONTESTO
Vent’anni dopo il primo “Vertice della terra” del 1992, e nonostante i progressi realizzati nella
lotta contro la povertà e il degrado dell’ambiente, continuano a esistere problemi notevoli su
scala mondiale. Diversi degli obiettivi di sviluppo del millennio sono ancora molto lontani. Circa
1,4 miliardi di persone vivono ancora in condizioni di grave povertà e un sesto della popolazione
del pianeta è denutrita. Le risorse naturali si esauriscono mentre le emissioni mondiali di gas a
effetto serra continuano a crescere.
Anche l’Unione Europea ha adottato questo concetto di sviluppo attraverso la partecipazione a
importanti incontri, dove sono state prese iniziative specifiche sulle quali concentrare le
politiche comunitarie. Alcuni tra gli obiettivi più importanti da raggiungere nel contesto di uno
sviluppo sostenibile si riferiscono ai seguenti aspetti, per i quali l’Unione Europea ha stanziato
dei fondi:
Le risorse idriche, per ridurre il numero di persone che non hanno accesso all’acqua
potabile e ai servizi igienici;
La produzione di energia, per cercare di incrementare l’uso di fonti rinnovabili,
come ad esempio l’energia solare;
La protezione della biodiversità, per evitare quanto possibile l’estinzione della
varietà degli esseri viventi;
L’attenzione ai cambiamenti climatici, che possono essere prodotti da un utilizzo
anomalo di sostanze disperse nell’aria;
La cooperazione tra paesi ricchi e paesi poveri, nei confronti dei quali sono stati
elaborati diversi progetti relativi ad aree di intervento, come ad esempio la
purificazione delle acque, che hanno lo scopo di migliorare le condizioni di vita e
ridurre lo stato di povertà;
Le imprese europee, che devono essere incoraggiate ad assumere la loro
responsabilità sociale.
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Al fine di facilitare il passaggio ad un’economia verde nell’ambito dello sviluppo sostenibile e
della lotta contro la povertà ed assicurare una migliore governance in materia di sviluppo
sostenibile, l’Unione Europea, in collaborazione con le Nazioni Unite ha in programma a giugno
2012 la conferenza intitolata “Rio +20”, che si terrà a Rio de Janeiro. Tale incontro segnerà il 20°
anniversario della Conferenza delle Nazioni Unite per l’ambiente e lo sviluppo (Rio 1992) e il 10°
anniversario del Vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile (Johannesburg 2002). Al riguardo, i
Commissari europei per l’ambiente, Janez Potočnik, ed allo sviluppo, Andris Piegbalgs, hanno
presentato congiuntamente una comunicazione predisposta dalla Commissione europea che
delinea gli orientamenti strategici dell’Unione europea per la Conferenza. Tale documento
strategico definisce, quindi, gli obiettivi e le azioni specifiche che costituiranno il fondamento
della posizione dell’Ue.
Per conseguire la transizione verso un’economia verde, la Comunicazione evidenzia tre
dimensioni correlate:
COSA: “Investire in risorse chiave e capitale naturale”, in cui si fa riferimento alle
risorse idriche, all’energia, alla terra e le foreste, alla biodiversità ed i servizi eco
sistemici. Per il settore agricolo viene individuata come sfida chiave la capacità di
provvedere all’alimentazione di 9 miliardi di persone entro il 2050 senza degradare ed
inquinare ulteriormente la terra. L’uso sostenibile della terra e l’agricoltura sono infatti
le pietre angolari dell’economia verde e costituiscono una questione globale che deve
essere affrontata di conseguenza in maniera globale.
COME: “Combinare strumenti normativi e di mercato”, in cui si afferma che gli
strumenti regolatori dovrebbero essere combinati con strumenti orientati al mercato,
quali le ecotasse, che siano flessibili ed efficienti, capaci di raggiungere obiettivi
economici, sociali ed ambientali. Si tratta inoltre di mobilitare risorse pubbliche e
private ed investire in competenze e professionalità legate all’ambiente.
CHI: “Migliorare la governance ed incoraggiare la partecipazione del settore privato”,
in cui si afferma che le strutture di governance sono cruciali all’ottenimento dello
sviluppo sostenibile, dell’inverdimento dell’ economia e dell’eradicazione della povertà.
È necessario consolidare e razionalizzare le strutture attuali di governance
internazionale ed accrescere la partecipazione e l’impegno delle imprese e della società
civile.
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Sulla base di questa Comunicazione, la Commissione, il Consiglio ed il Parlamento europeo
collaboreranno per definire una posizione coerente e consolidata per l’Ue, che dovrà essere
presentata alle Nazioni Unite entro il 1°novembre 2011, al fine di contribuire a rendere la
Conferenza “Rio +20” un successo che si traduca concretamente in strategie ed azioni volte a
rendere l’economia più verde.
DIBATTITO DEI PRESENTI IN SALA
Il rappresentante della Spagna fa notare che, a livello climatico il suo paese è piuttosto simile
alla Sardegna, tuttavia a differenza dello stato spagnolo, non esiste un progetto di costruzione di
centrali solari. Gli viene spiegato che ciò è dovuto a dei vincoli di impatto ambientale molto forti
che si stanno cercando di superare. Inoltre sono presenti difficoltà di carattere finanziario legate
anche alla monopolizzazione del mercato da parte di alcune multinazionali.
Viene fatto presente, inoltre, che in Sardegna recentemente si è svolto il referendum sul
nucleare. Spesso in Italia è stata proposta l’energia nucleare per un fatto legato alla necessità
del paese di investire in maniera tale da incrementare nel modo più rapido sia i propri profitti
che quelli delle aziende private presenti sul territorio. Tuttavia la popolazione si è espressa in
maniera contraria a tale produzione energetica, dimostrandosi pertanto più interessata alle
energie rinnovabili.
Il rappresentante dell’Ungheria fa notare che alcune grandi nazioni che fanno appello alla
comunità internazionale al focalizzarsi sul rispetto dell’ambiente, abbiano in realtà dei consumi
altissimi. Ad esempio gli USA consumano il 21% dell’energia mondiale pur essendo solamente il
4.6% della popolazione, mentre la Cina consuma il 16% dell’energia mondiale a fronte di una
popolazione che rappresenta il 21% di quella mondiale. Sottolinea perciò che vi sono delle
diseguaglianze a livello internazionale enormi e che queste vengano spesso messe in secondo
piano.
Anche il rappresentante della Grecia sottolinea quanto sotto questo aspetto vi sia un po’ di
ipocrisia, in quanto molte multinazionali non sono visibilmente interessate al rispetto
dell’ambiente a scapito di perdite economiche. Emerge dunque un problema situato non solo
nelle politiche delle nazioni ma negli interessi stessi di gran parte delle aziende. Viene preso in
esempio il caso del gas proveniente dalla Russia. Questo, pur inquinando, attraverso i Balcani
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raggiunge diversi stati. Tuttavia grazie a questo le nazioni più povere riescono a mantenere
accettabili i loro bilanci grazie ai soldi ottenuti dalle tasse che le imprese russe pagano per
attraversare il loro territorio.
DOMANDA n° 1: Qual è la situazione relativa alle politiche ambientali nel vostro paese?
BELGIO: Vi è una cultura del rispetto ambientale piuttosto radicata nella popolazione.
GRECIA: E’ una delle nazioni europee con il maggior inquinamento dell’acqua e dell’aria.
Tuttavia, proprio per questo, i giovani sembrano molto determinati a cambiare la
situazione del loro paese, costituendo in taluni casi compagnie private volte al riciclaggio,
in particolare del vetro. Attualmente la Grecia è ai primi posti in Europa per il riciclaggio
di batterie.
INDIA: A causa delle condizioni di povertà estrema, qualsiasi problematica ambientale
viene completamente messa in disparte.
MALTA: Dal 2008 le politiche ambientali hanno una notevole priorità. Persino a livello
politico giovanile esistono realtà che si occupano di questo settore. In questo momento
si sta progettando il cambiamento delle centrali energetiche e sono aperti studi e
dibattiti al fine di determinare quale tipologia sia la più conveniente. Si rilevano
problematiche riguardo alle aziende private, specie per quanto concernono gli sgravi
fiscali.
TURCHIA: Già da alcuni anni l’importanza dell’environment sta passando da una
dimensione nazionale, ad una internazionale, in quanto si ha la consapevolezza, anche a
seguito di casi come Chernobyl, che i problemi legati ad inadeguati provvedimenti in
termini di politica ambientale di una nazione possono facilmente ripercuotersi sugli stati
confinanti, fino ad interessare l’intero pianeta. Tuttavia la popolazione tende ad
effettuare acquisti sulla base di mode e tendenze piuttosto che sul loro effettivo
impatto ambientale
UCRAINA: In quanto paese esterno all’UE, non vi sono fondi destinati alla green
economy. Data la difficoltà di reperire finanziamenti per studi e progetti di primaria
importanza in altri campi, infatti, questa tipologia di sviluppo economico viene
completamente messa in secondo piano.
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DOMANDA n° 2: Prodotti alimentari tipici e loro esportazione: potrebbe esserci un mercato per
prodotti di alta qualità e pertanto più costosi nel vostro paese?
GERMANIA: La popolazione tedesca sembra molto interessata al tema del “mangiar
sano”, infatti è favorevolmente disposta a far fronte ad un prezzo di vendita maggiore in
cambio di un prodotto alimentare di qualità più alta.
GRECIA: Il prodotto alimentare italiano è molto famoso. Non sembrano esserci problemi
per un’eventuale inserimento nel mercato greco di “cibi gourmet” di lusso.
INGHILTERRA: Si riscontra un problema di cultura alimentare. Non vi è infatti l’abitudine
al “mangiar sano”, né tantomeno alla dieta mediterranea.
PORTOGALLO: Nonostante questo paese stia vivendo una situazione finanziaria
piuttosto precaria, le vendite di questi prodotti di lusso non sono calate.
UNGHERIA: Non sembra presente un mercato recettivo su questo settore,
probabilmente anche a causa delle difficoltà economiche della popolazione ungherese.
DOMANDA n° 3: Il problema dell’agroalimentare: con la globalizzazione ci si trova a dover
affrontare la concorrenza delle nazioni extraeuropee, quali quelle africane ed asiatiche, che
stanno portando in alcuni paesi ad un conseguente abbassamento dei costi di produzione,
talvolta incompatibili con il costo della vita locale degli stessi, creando un problema di
sottoretribuzione del lavoro. Sarebbe giusto adoperare un sistema doganale più rigido per far
fronte a questa difficoltà?
La globalizzazione è aleatoria. Questi prodotti arrivano nei nostri paesi ad un prezzo più basso in
quanto è proprio l’Unione Europea a permetterlo. L’UE stessa esiste grazie al fatto che è un
mercato chiuso e, come tale, non consente l’ingresso a tantissimi prodotti specialmente agricoli
o agroalimentari, imponendo per il loro accesso dazi altissimi che vengono poi riutilizzati per il
finanziamento dei progetti interni all’UE. E’ opinione comune non comprovata però che Il loro
accesso a basso costo avvenga tramite agevolazioni politiche.
CONCLUSIONI
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Bisognerebbe attuare delle direttive precise alle quali si debbano adeguare tutti gli Stati membri
dell’UE, in maniera che questi possano meglio coordinare l’intervento di imprese private in
questo mercato. Tuttavia, in questa fase, è fondamentale per l’UE sensibilizzare sia la
popolazione che le aziende private, a prescindere da quale sia la loro dimensione. In quest’ottica
è necessario un grande sforzo delle istituzioni nel promuovere il risparmio energetico, perché
appare del tutto evidente come la ricerca e la normativa debbano viaggiare di pari passo con
una progressiva e crescente consapevolezza e un utilizzo più razionale delle risorse naturali.
Piccole azioni quotidiane legate al consumo di acqua, al riciclo dei rifiuti o agli sprechi energetici
possono fare la differenza in termini sia di tutela ambientale sia economici (viste le conseguenti
ricadute sulle bollette delle utenze). In tal senso, la scuola svolge un ruolo fondamentale nella
sua duplice veste: educare le giovani generazioni a una crescente attenzione ai temi ambientali
e formare professionisti che sappiano affrontare le nuove sfide della ricerca e della tecnologia
nei settori delle energie rinnovabili, come autentico volano occupazionale. La green revolution
non avverrà per caso, ma sarà il risultato di un grande sforzo globale di ricerca e sviluppo
tecnologico.
A tal proposito sarebbe opportuno prendere spunto dal sistema degli USA, ed in particolare alla
città di New York, conclamato esempio di economia ecosostenibile in cui è possibile vedere
direttamente come sia fattibile fare un buon business sia nel settore dell’agroalimentare che in
quello delle energie rinnovabili.
A prescindere da ciò non bisogna dimenticare che il futuro è in mano ai giovani. Pertanto sta a
loro cominciare fin da oggi a coltivare un discorso di questo tipo, in maniera tale che lo possano
proseguire col tempo, in qualsiasi ramo vadano essi ad operare.