PROGETTI EDUCATIVI- FISIOTERAPICI 2018 · percezione (visiva, acustica, olfattiva, tattile e...

31
1 ATTIVITA’ E PROGETTI EDUCATIVI- FISIOTERAPICI 2018

Transcript of PROGETTI EDUCATIVI- FISIOTERAPICI 2018 · percezione (visiva, acustica, olfattiva, tattile e...

1

ATTIVITA’ E

PROGETTI

EDUCATIVI-

FISIOTERAPICI

2018

2

3

4

5

6

7

8

Felici quelli che, invece di accartocciarsi, vogliono approfittare

della vecchiaia. Se si perdono delle capacità, delle possibilità, se

ne acquisiscono delle altre. Ci si dà il diritto di fare quello che, per

mille ragioni, non abbiamo potuto fare. Possiamo anche prenderci

il diritto di non fare niente, di lasciar andare, di giocare con il

tempo: E’ una conquista di libertà. I sentimenti, le sensazioni e le

emozioni provati in vecchiaia sono gli istanti privilegiati di una

metamorfosi, di un’esperienza dei sensi che esplora il qui e l’ora”.

Claude Olievenstein, Naissance de la Vieillesse

TITOLO PROGETTO

PROGETTO PSICOMOTRICITA’ ALZHEIMER

AUTORI Educatori professionali: Bevilacqua Elisa - Bracco Simona- Nikaj Alida - Poggi Sabrina MFT: Masanta Marzia – FKT: Ciccarello Mirko

PRESENTAZIONE

La riattivazione psicomotoria può risultare un efficace strumento nel trattamento non farmacologico della demenza e dei disturbi ad essa correlati. Le abilità residue possano trarre vantaggio dalla pratica regolare della stimolazione cognitiva e dell’attività motoria, al fine di indurre, oltre a benefici di natura fisica, un importante effetto neuroprotettivo e stimolante. Dopo il ciclo di incontri realizzati durante il 2016, si è pensato di riproporre il presente progetto nella sua valenza di azione strategicamente orientata al benessere complessivo della persona affetta da demenza, in modo da incrementare il coinvolgimento attivo in compiti finalizzati alla conservazione/riattivazione delle competenze residue ed al rallentamento della perdita delle abilità cognitive. Le aree su cui si interviene sono molteplici: attenzione, percezione (visiva, acustica, olfattiva, tattile e gustativa), movimento, memoria, linguaggio (produzione, comprensione, conduzione), prassia e pensiero. In base alla tipologia di utente, alle sue capacità ed ai suoi bisogni, andranno strutturate durante gli incontri attività

9

diversificate e personalizzate, al fine di una corretta stimolazione.

OBIETTIVI Ridurre le condizioni disabilitanti derivanti da inattività;

Favorire la comunicazione interpersonale, la socializzazione e le relazioni positive nel gruppo;

Ottenere un più elevato grado di autonomia personale;

Raggiungere una migliore qualità di vita

Intervento contro l’isolamento

Favorire un ambiente gradevole, con riduzione dello stress e aumento del benessere negli utenti

Rallentamento processo di decadimento delle facoltà e rinforzo/stimolazione delle capacità cognitive residue (memoria, attenzione, organizzazione spazio-temporale, ecc.) al fine di rallentare l’evoluzione degenerativa della patologia;

Riduzione dei problemi comportamentali

Intervenire sulla percezione e conoscenza del proprio corpo per una migliore strutturazione dello schema corporeo;

Favorire l’ottimizzazione e il miglioramento di: coordinazione motoria, equilibrio statico e dinamico, prassie, forza muscolare e mobilità articolare, controllo posturale

RISULTATI ATTESI Compensazione deficit cognitivi e funzionali causati dalla demenza

Socializzazione e benessere degli utenti

Stimolazione degli ospiti alla partecipazione attiva

Creazione di un clima di gruppo piacevole e rilassante

Gestione non farmacologica BPSD

ATTIVITA’ PREVISTE Le attività si svolgeranno presso il salone del Reparto Verde della Struttura. Lo spazio delimitato e conosciuto rappresenta infatti la soluzione equilibrata e con riferimenti chiari e riconosciuti da ciascun ospite. Ogni seduta-incontro inizia e termina con il rituale del saluto. Si proporranno sequenze di movimenti per coinvolgere globalmente le varie parti del corpo. Si interviene formando piccoli gruppi di 4/5 persone, in modo da garantire una corretta partecipazione di tutti i presenti e poter così svolgere nel modo migliore l’attività, dando a ciascuno i tempi e la stimolazione di cui necessita. Durante lo svolgimento è prevista l’idratazione mediante la somministrazione di bevande.

FASI DI STUDIO E PROGETTAZIONE

Gennaio 2018

AVVIO DEL PROGETTO 1° CICLO:Gennaio 2018/Maggio 2018 – 2°CICLO: Settembre 2018/Dicembre2018

CONCLUSIONE DEL PROGETTO

Dicembre 2018

10

RISORSE UMANE Educatori professionali-Mft - Fkt

DESTINATARI Ospiti RSA Villa Serena - Nucleo Alzheimer

TEMPI Gli Incontri si svolgeranno settimanalmente ed avranno una durata di 60/90 minuti circa.

LUOGHI Gli incontri avverranno presso il salone del Reparto Verde della Struttura

VERIFICA Saranno documentate le attività svolte, la partecipazione, il gradimento e le ripercussioni su tono dell’umore/disturbi comportamentali, nonché miglioramento delle capacità motorie di tutti gli ospiti nel monitoraggio progetto e sul diario sociale e riabilitativo.

11

La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento. Mata Hari

Danzare è come parlare in silenzio. È dire molte cose, senza dire una parola.

Yuri Buenaventura

TITOLO PROGETTO

PROGETTO DANZA

AUTORI Educatori professionali: Bevilacqua Elisa - Bracco Simona- Nikaj Alida - Poggi Sabrina Mft Masanta Marzia – Fkt Ciccarello Mirko

PRESENTAZIONE

L'ADTA (American Dance Therapy Association), fondata nel 1966, definisce la danzaterapia come l'uso psicoterapeutico del movimento. Basata sull'assunto che mente e corpo sono in costante e reciproca interazione, questa tecnica si è andata costituendo attorno a concetti psicologici e fisiologici che esaltano la relazione tra corpo e psiche. La danza è un importante strumento di espressione globale della persona, una forma di manifestazione delle dimensioni profonde della natura umana. Si tratta di un canale attraverso il quale si può dare spazio a molteplici possibilità, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione e l'organizzazione, al fine di soddisfare necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La danza è, come tutte le arti, una manifestazione intima del proprio essere, è l’allegria dell’accettazione del limite, la creatività, l’espressione che permette di arrivare all’altro, al gruppo che attraverso il movimento comprende ciò che accade. Dopo l’interessante ciclo di incontri avvenuto lo scorso anno si è pensato di riproporre il presente progetto, sia per i benefici e l’assiduità riscontrati, sia su specifica richiesta da parte degli ospiti che vi hanno preso parte.

OBIETTIVI attivare e mantenere nell'anziano l'interesse per una socialità viva e positiva;

intervenire attivamente a livello cognitivo, sensoriale e funzionale;

migliorare la qualità di vita;

recuperare e/o mantenere capacità residue;

favorire relazioni positive nel gruppo, intervenendo contro isolamento/apatia e promuovere un clima gradevole, con riduzione dello stress e aumento del benessere negli utenti;

12

Rallentamento processo di decadimento delle facoltà;

Riduzione dei problemi comportamentali

RISULTATI ATTESI Socializzazione e benessere degli utenti

Stimolazione degli ospiti alla partecipazione attiva

Creazione di un clima di gruppo piacevole e rilassante

Attivazione/mantenimento della cognitività e delle funzioni motorie, mantenimento contatto con la realtà

Gestione non farmacologica BPSD

ATTIVITA’ PREVISTE Le attività si svolgeranno presso la palestra della Struttura. Dopo un breve saluto, si procederà all’attività con proposte di balli semplificati e con schemi ripetitivi, al fine di coinvolgere gli ospiti ciascuno secondo le proprie potenzialità e possibilità. Sarà sempre aperta a ciascuno possibilità di apportare il proprio contributo con modifiche, aggiunte o proposte, rendendo gli incontri sempre nuovi e creativi, mai ripetitivi né schematici. Durante lo svolgimento è prevista l’idratazione mediante la somministrazione di bevande.

FASI DI STUDIO E PROGETTAZIONE

GENNAIO 2018

AVVIO DEL PROGETTO PRIMO CICLO GENNAIO-APRILE 2018 (sospensione nel periodo estivo), 2° ciclo OTTOBRE-DICEMBRE 2018

CONCLUSIONE DEL PROGETTO

Dicembre 2018

RISORSE UMANE Educatori professionali

DESTINATARI Ospiti RSA Villa Serena – gruppo misto

TEMPI Gli Incontri si svolgeranno settimanalmente ed avranno una durata di 60/90 minuti circa.

LUOGHI Gli incontri avverranno presso la palestra della Struttura

VERIFICA Saranno documentate le attività svolte, la partecipazione, il gradimento e le ripercussioni su tono dell’umore/disturbi comportamentali di tutti gli ospiti nel monitoraggio progetto e sul diario sociale. I partecipanti evidenziati in grassetto sono i destinatari principali del presente progetto, tuttavia verranno monitorati anche eventuali altri ospiti che vi prenderanno parte.

13

Titolo progetto

PROGETTO RELAX” RICORDI SENSORIALI”

Autori

Educatori professionali: Bracco Simona – Bevilacqua Elisa- Nikaj Alida-

Poggi Sabrina

FKT: Masanta Marzia e Ciccarello Mirko

Presentazione

Per i pazienti geriatrici istituzionalizzati oltre alla farmacoterapia, ancora

ampiamente utilizzata nell’ambito dei disturbi comportamentali, dei disturbi

d’ansia e dell’umore, si rivelano sempre più utili interventi psicosociali e

ambientali che, tramite la strutturazione dell’ambiente fisico e

interpersonale dell’anziano, si pongono come obiettivo primario quello di

promuovere una migliore Qualità di vita.

Stare bene con se stessi e con gli altri, sentirsi in ordine, ricavare dei

momenti per se stessi, vivere attimi di tranquillità e di piacere è la richiesta

che ognuno di noi vorrebbe poter fare.

In un periodo della vita dove spesso vieni “ manipolato “ più che toccato

con affetto, è utile fermarsi per accarezzare ed abbracciare un fisico che

non è più leggero.

Il tentativo di sfidare questa mancanza a volte, ci spinge a mettere in gioco

le nostre emozioni e a sperimentare nuove idee.

Il progetto di rilassamento, cerca di creare attimi di benessere attraverso

semplici esercizi di allungamento, lievi massaggi su mani e viso

utilizzando della crema neutra, musica dolce in sottofondo con vari suoni

della natura, profumi e fragranze, conversazione pacata con tono dolce,

utilizzo di luci soffuse collegate allo scadenzare delle stagioni, assaggi di

tisane profumate..

Nel rilassamento con gli anziani è necessaria una maggior attenzione alla

cura della postura/posizionamento delle parti del corpo.

Obiettivi

Promuovere il rilassamento corpo e mente

Migliorare il tono dell’umore

Facilitare l’interazione e la comunicazione

Promuovere la relazione con il caregiver

Risultati attesi

Alleviare i disturbi comportamentali e percepire maggiormente il proprio corpo

Portare nell’ospite un immediato senso di benessere

14

Attività previste

Massaggio mani – viso

Auto massaggio

Percepire il tocco

Ascolto Musica

Luci soffuse colorate

Profumi

Assaggio di tisane profumate

Creme neutre

Il rilassamento, sappiamo, necessita della presenza rassicurante

dell’operatore che, con la sua voce calma, il suo sintonizzarsi sui ritmi del

paziente, trasmette, nel mentre nomina le varie parti del corpo, una

particolare forma di massaggio verbale. Tutto ciò rievoca le esperienze

cenestesiche positive, l’accoglimento empatico, la condivisione, proprie

delle prime cure materne, fondamentali per la percezione della coesione

corporea e del Sé. Tale procedimento permette di reintegrare il proprio

corpo e ritrovare/ricostruire l’Immagine corporea.

Fasi del progetto

Fase di studio e

progettazione Gennaio 2018

Avvio del progetto Gennaio 2018

Conclusione del progetto Aprile 2018 ( eventuale riproposta autunno 2018)

Risorse Umane Educatori Professionali- FKT

Destinatari: Gruppo ospiti Reparto Rosa e Reparto Giallo

Tempi:

1° gruppo 10:00 – 10:45 / 2° gruppo 10:45 – 11:45 entrambi una volta

a settimana

Luoghi:

Nella palestra della struttura, sufficientemente ampia e relativamente

isolata per il lavoro.

Verifica:

Ciò che sarà importante, per gli ospiti, è l’aver trovato uno spazio

fisico, temporale e relazionale in cui sentirsi accolti e dove poter

prendersi cura di sé.

Al termine di ogni incontro si compilerà una apposita scheda realizzata

al fine di rilevare con un indice numerico globale, il grado di

partecipazione e stimolazione.

15

Questo ti dice un viaggio: libera il mondo dai fantasmi

dell’abitudine. La meraviglia attrezzi l’occhio per nuove scoperte.

(Fabrizio Caramagna)

TITOLO PROGETTO

Progetto di Stimolazione Senso-ambientale

AUTORI Educatori professionali: Bevilacqua Elisa - Bracco Simona – Nikaj Alida - Poggi Sabrina Massofisioterapista: Masanta Marzia. Fisioterapista: Ciccarello Mirko.

PRESENTAZIONE

Ad oggi non esistono trattamenti del tutto efficaci né protocolli terapeutici realmente validi per le varie forme di demenze. La stimolazione cognitiva è una delle tante terapie non farmacologiche che si possono impiegare nell’affrontare le demenze. Come avvenuto lo scorso anno, si è deciso di attuare nuovamente il Progetto di Stimolazione Senso-Ambientale per gli ospiti del nucleo protetto, andando a utilizzare come strumento per eccellenza l’AMBIENTE. In ogni fase della malattia di Alzheimer l’ambiente può compensare (assumendo una valenza protesica) o al contrario accentuare i deficit cognitivi e condizionare lo stato funzionale ed il comportamento. Lo spazio e l’ambiente vitale rappresentano, per la persona affetta da demenza, da un lato il motivo scatenante di molte alterazioni del comportamento e dall’altro una risorsa terapeutica, purtroppo spesso sottoutilizzata. In questi malati la difficoltà a percepire gli stimoli provenienti dall’ambiente è dovuta all’interagire di più fattori : A) problematiche legate all’invecchiamento in sé (ridotta acuità visiva, minori capacità di adattamento al buio, facilità ai fenomeni di abbagliamento, deficit sensoriali uditivi); B) problemi specifici legati alla malattia (deficit percettivi dei colori in banda fredda, deficit percettivi di profondità e distanza, ridotta sensibilità al contrasto, deficit interpretativo di stimoli visivi astratti, difficoltà a localizzare e interpretare gli stimoli uditivi); C) difficoltà a memorizzare i punti di riferimento ambientali e a interiorizzare mappe spaziali (i percorsi, la dislocazione spaziale degli oggetti e degli elementi presenti nell’ambiente).

16

L’impossibilità ad apprendere nuove informazioni talora impedisce alla persona affetta da demenza di conoscere nuovi luoghi, di attribuire significati vitali a nuovi spazi. Il disorientamento spaziale che ne consegue riguarda dapprima la difficoltà all’orientarsi soprattutto in ambienti nuovi, ma progressivamente coinvolge e sgretola la capacità di interpretare e padroneggiare lo spazio anche in ambienti conosciuti. E’ proprio la difficoltà di interpretazione/controllo/fruizione dell’ambiente e della collocazione del sé nell’ambiente che può provocare o amplificare i disturbi comportamentali. E’ importante, nell’ottica di una progettazione concreta, migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei caregiver, alleviare gli effetti del deterioramento cognitivo e rallentare la perdita delle autonomie personali, attraverso la riabilitazione e la stimolazione cognitivo-sensoriale e motoria, per un approccio mirato a stimolare i cinque sensi in maniera controllata. Si cerca di creare una relazione dinamica tra spazio fisico-programmi-persone. Inoltre, il presente progetto assistenziale si propone di dare all’ospite l'opportunità di godere ancora di libertà in spazi aperti predisposti e ben delimitati, dove è possibile ripristinare un contatto con la natura e i suoi bioritmi. Uscire nella natura, in uno spazio aperto e allo stesso tempo protetto, rassicura il malato, libero di dare sfogo all’eventuale vagabondaggio compulsivo, e riduce al contempo lo stress. L’ambiente diventa perciò un vero e proprio strumento terapeutico non farmacologico per restituire dignità al malato, riducendo farmaci e contenzioni, e riduce il suo stress e quello del caregiver. Inoltre, si ha così a disposizione la possibilità di diversificare l’attività motoria rispetto a ciò che avviene in reparto.

OBIETTIVI - Stimolazione multisensoriale attraverso i colori, i fiori, i profumi

- Compensazione dei deficit cognitivi e funzionali causati dalla demenza

- Potenziamento/Mantenimento delle capacità funzionali - Stimolazione della socializzazione - Stimolazione della voglia di scoprire, attraverso un ambiente

diverso e più ricco di stimoli - Riduzione dei problemi comportamentali - Riduzione dell'uso dei farmaci psicoattivi - Rallentamento del declino psico/fisico

RISULTATI ATTESI - Riduzione dei disturbi comportamentali. - Miglioramento delle capacità funzionali. - Miglioramento dell’interazione sociale. - Coinvolgimento e gratificazione del personale. - Offrire benessere psico-sociale all’ospite

ATTIVITA’ PREVISTE Gli ospiti verranno accompagnati nel giardino della Struttura. Dopo un breve saluto, verranno effettuate attività mirate alla stimolazione cognitiva e verranno accompagnati individualmente/in piccoli gruppi per una passeggiata, al fine di permettere una migliore stimolazione dei sensi (fiori, piante, colori, profumi) e dal punto di vista motorio. Durante l’attività si provvederà inoltre all’idratazione degli ospiti.

17

FASI DI STUDIO E PROGETTAZIONE

Gennaio 2018

AVVIO DEL PROGETTO Maggio 2018

CONCLUSIONE DEL PROGETTO

Settembre 2018

RISORSE UMANE Educatori professionali – Massofisioterapista - Fisioterapista

DESTINATARI Ospiti RSA Villa Serena- Nucleo Alzheimer. Si interviene, una volta accompagnati gli ospiti in giardino o in palestra, formando piccoli gruppi di lavoro (5/6 utenti), in modo da garantire una corretta attenzione a tutti e poter così svolgere nel modo migliore l’attività, dando a ciascuno i tempi e la stimolazione di cui necessita, sia dal punto di vista cognitivo che motorio.

TEMPI Gli Incontri avverranno settimanalmente, almeno una volta a settimana per ciascun utente, per la durata di 60/90 minuti circa.

LUOGHI Gli incontri avverranno nel giardino della struttura o, in caso di maltempo, in palestra.

VERIFICA Saranno documentate le attività svolte e il gradimento di tutti gli ospiti nel monitoraggio progetto e sul diario sociale. Le due figure professionali coinvolte terranno monitoraggi separati in funzione dei diversi criteri di valutazione.

18

“Il giovane cammina più veloce dell'anziano,

ma l'anziano conosce la strada.” PROVERBIO AFRICANO

L'infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono ma sono i due stati più profondi che è dato di vivere.

M. MARGUERITE YOURCENAR

TITOLO PROGETTO

PROGETTO DI SCAMBIO INTERGENERAZIONALE

AUTORI Educatori professionali: Bevilacqua Elisa - Bracco Simona – Nikaj Alida - Poggi Sabrina

PRESENTAZIONE

Come ogni anno, si propone ancora il progetto di scambio intergenerazionale tra la scuola Primaria P.Guado e Villa Serena, nella figura del sig. E., come iniziativa in grado di creare e rafforzare rapporti tra generazioni che rischiano sempre più di allontanarsi e contemporaneamente di trasmettere, a partire dalle generazioni più giovani, i valori legati alla condivisione, soprattutto con il mondo dell’anziano. Si tratta di delineare una strategia di risposta e d’intervento adeguata all’esigenza di recupero delle relazioni e della solidarietà intergenerazionale, creando opportunità ed ambiti, in cui anziani e bambini possano superare ragioni ed elementi di separazione e condividere un comune progetto, la realizzazione del Giornalino Intergenerazionale “CON GLI OCCHI DEI BAMBINI E DI E.”. Benefici specifici di un progetto intergenerazionale per l’anziano: - Restituzione di un ruolo di adulto responsabile che si veda parte di un progetto di crescita dei bimbi; - Mantenimento dei legami sociali e contrasto all’isolamento e solitudine attraverso la presenza dei bambini, che favoriscono una dimensione di casa, famiglia; - Valorizzare l‘ esperienza di vita, il passato; - Contribuire al mantenimento e alla riattivazione delle capacità e delle autonomie funzionali. La persona anziana mantiene il senso di soddisfazione personale e una visione positiva della vita se continua ad essere impegnata in attività legate a vecchi e nuovi ruoli. La rinuncia a questi ruoli equivale ad un senso di perdita e smarrimento dell’identità sociale e porta all’esclusione e all’isolamento. Secondo i teorici dell'attività, sostenitori della letteratura gerontologica sull'invecchiamento attivo o di successo, il benessere

19

delle ultime stagioni dell'esistenza sarebbe fortemente dipendente dalla capacità dei soggetti di mantenere ben saldi gli impegni e i riferimenti valoriali tipici dell'età di mezzo. L'anziano deve essere in grado, ed essere messo nelle condizioni, di conciliare l'identità passata con quella attuale attraverso il recupero di un senso di continuità con il passato e con l'insegnamento e il ricordo da lasciare alle generazioni future.

OBIETTIVI Condivisione, socializzazione, creazione di legami intergenerazionali;

Educazione alla comprensione e al rispetto della diversità (sia per il bambino che per l’anziano)

Senso di benessere, dovuto alla creazione di un clima positivo;

Stimolazione delle capacità residue per quanto riguarda l’anziano;

Stimolazione cognitiva, attraverso l’attivazione del pensiero e della memoria, e la restituzione di una dimensione progettuale;

Rallentamento del declino dell’ospite: si agisce sul piano emotivo per andare ad avere benefici anche su quello fisico;

Riduzione dello stress e distrazione dai disturbi psico-fisici;

RISULTATI ATTESI Benessere psico-sociale degli ospiti e dei bambini;

Creazione di un clima piacevole dal punto di vista affettivo, generazione/potenziamento legami, empatia, condivisione;

Rivalutazione della percezione di sé e della propria utilità ed efficacia;

Progettualità.

ATTIVITA’ PREVISTE Come ogni anno si collabora con la scuola primaria di Salice Terme, nei pressi della Struttura, optando di coinvolgere principalmente la quinta elementare, anche se le altre classi tutti gli anni producono in autonomia alcuni articoli in modo autonomo da inserire nel giornalino. L’ospite della Struttura, Sig. E., che già realizza il “Giornalino di E.”, distribuito a Villa Serena con cadenza quadrimestrale, insegnerà ai bambini come nasce un giornale, le rubriche da curare, e come diventare dei “piccoli reporter”. Gli incontri si realizzeranno 1 pomeriggio al mese (da valutare ulteriore disponibilità della scuola per aumentare il numero di incontri). Si decideranno assieme i temi da sviluppare e si comincerà a discuterne in classe (promuovendo così il dialogo ed il confronto), dopodiché si lascerà ai bambini e ad E. il tempo di sviluppare, personalmente o in gruppo, gli argomenti. Il lavoro svolto verrà poi raccolto durante l’incontro successivo ed impaginato. Il giornalino verrà poi stampato a cura della scuola con il contributo degli sponsor, gli esercenti locali che hanno preso a cuore da un po’ questa simpatica iniziativa, e distribuito durante la festa di fine anno scolastico a Giugno.

FASI DI STUDIO E PROGETTAZIONE

Gennaio 2018

AVVIO DEL PROGETTO Febbraio 2018

CONCLUSIONE DEL PROGETTO

Giugno 2018

20

RISORSE UMANE Educatori professionali + Insegnanti Scuola Primaria “Pietro Guado” di Salice Terme + Ospite Sig E.

DESTINATARI Classe quinta della Scuola Primaria “Pietro Guado” di Salice Terme - Ospite Villa Serena Sig. E.

TEMPI Gli Incontri avverranno una volta al mese, concordando un pomeriggio con le insegnanti in base agli impegni scolastici degli alunni.

LUOGHI Gli incontri avverranno presso la Scuola Primaria “Pietro Guado” di Salice Terme.

VERIFICA Saranno documentati partecipazione e gradimento nel monitoraggio progetto e sul diario. Verrà raccolto materiale cartaceo e fotografico, sulla cui base verrà poi realizzato il “giornalino intergenerazionale”.

21

SCHEDA DI VERIFICA PROGETTO – CRITERI DI VALUTAZIONE

INTERESSE:

1 DISINTERESSATO – PASSIVO

2 ACCOGLIE L’ATTIVITA’ SENZA PARTICOLARE ENTUSIASMO, APPREZZA MA NON PROPONE

3 ACCOGLIE POSITIVAMENTE L’ATTIVITA’- RIELABORA L’ESPERIENZA IN ALTRI CONTESTI

PARTECIPAZIONE:

1 DISINTERESSATO –PASSIVO

2 PARTECIPA IN MODO ATTIVO SOLO SE STIMOLATO, NECESSITA SUPERVISIONE, PARTECIPA IN MODO DISCONTINUO

3 PARTECIPAZIONE COSTANTE, PUNTUALE, RELATIVA AUTONOMIA NELLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’

LIVELLO BENESSERE (in termini di variazione del tono dell’umore - prima/durante/dopo l’attività):

1 UMORE DEFLESSO/ INDIFFERENTE/ BPSD

2 UMORE POSITIVO MANTENUTO

3 MIGLIORAMENTO SIGNIFICATIVO DEL TONO DELL’UMORE/MIGLIORAMENTO BPSD

22

ARTETERAPIA

La noia e il disinteresse sono grandi nemici dei pazienti che frequentano strutture sanitarie, specie se ricoverati ed anziani. I pazienti possono trascorrere molte ore a letto o in attesa, con poco da fare. Una delle modalità con cui l'assistenza sanitaria può migliorare il proprio rapporto con gli individui, ottimizzando la propria funzione all'interno della società, consiste nella convergenza tra l'ambito sanitario e quello artistico-culturale. L'utilizzo di arti visive e performative in ambienti sanitari, infatti, svolge un ruolo determinante nel potenziamento della qualità del servizio offerto, nel raggiungimento di un maggior benessere delle persone coinvolte in tali ambienti (come personale di servizio, visitatori e familiari dei pazienti) e, in particolare, potrebbe anche indurre benefici risultati clinici e psicologici sui pazienti stessi. L'interazione tra arti e assistenza sanitaria, pur essendo ancora una tematica poco conosciuta a livello globale, è una realtà presente la cui importanza, in un imminente futuro, potrebbe ulteriormente accrescersi. Arteterapia anziani è un’efficace cura non farmacologica per contrastare sia i deficit cognitivi che i disturbi psicologici, Da sempre l’arte è considerata una forma di comunicazione importante, che riesce ad arrivare dove le parole non riescono ad arrivare. Il focus dell’arteterapia, più che sul prodotto artistico finale, è sul processo creativo in sé. Ciò che è importante è soprattutto l’esprimersi, il creare. In questo senso il processo creativo, al di là del contenuto e del risultato finale, è già terapeutico in sé. Fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente-corpo. L’attività creativa richiede infatti non solo un impegno intellettivo e cognitivo – legato all’immaginazione e all’ideazione del ‘prodotto artistico ’ – ma anche un impegno percettivo, sensoriale, e motorio, legato alla produzione artistica in senso stretto. Va aggiunto anche il fatto che l’arteterapia, pur essendo utilizzata anche nel corso di terapie individuali, si svolge di solito in un contesto di pluralità, creando quell´atmosfera di spontaneità e quella sensazione di contenimento necessaria affnchè ogni membro possa esprimersi liberamente e possa sentirsi parte di un gruppo.

Prevenzione / distrazione dai disturbi

Facilitare la coesione e il dialogo nel gruppo

Offrire alternative alla solitudine e all’isolamento

Facilitare lo scambio di esperienze

Migliorare la percezione di sé e il senso di autoefficacia

Altre Attività

23

RIMOTIVAZIONE E STIMOLAZIONE COGNITIVA:

Laboratorio di Lettura, Attualità e Dibattito”

La Rimotivazione è una tecnica cognitivo-comportamentale (Janssen e Giberson,

1988) il cui scopo consiste nella rivitalizzazione degli interessi per gli stimoli esterni, nello

stimolare gli anziani a relazionarsi con gli altri ed a affrontare e discutere argomenti

contingenti della realtà circostante; è particolarmente indicata in pazienti con sintomi

depressivi non gravi e deficit cognitivo lieve in grado di seguire una conversazione, anche

se istituzionalizzati. La rimotivazione trova spazio anche nella terapia dei disturbi

dell'umore, indipendentemente dalla presenza di deficit cognitivi. Viene applicata

individualmente oppure in piccoli gruppi; è fortemente strutturata, direttiva e ripetitiva.

Abitualmente richiede brevi sessioni nelle quali un tema d'attualità viene discusso. Il

principale obiettivo consiste nel limitare e nel contrastare la tendenza all'isolamento del

paziente demente e depresso (Koh et al., 1994)

OBIETTIVI

Mantenimento del contatto con la realtà, evitando isolamento e limitando

disorientamento

Mantenimento/recupero dell’interesse per lo stimolo esterno e per l’attualità

Facilitare la coesione, il dialogo e lo scambio di esperienze

Stimolazione cognitiva/riattivazione, reminescenza

Intervento sui disturbi dell’umore/comportamentali, distrazione e contestualizzazione

Promuovere il confronto costruttivo e l’accettazione delle opinioni differenti

MUSICOTERAPIA e MUSICOTERAPIA ALZHEIMER La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico

sull’anziano affetto da demenza, permette di comunicare, con l'aiuto del terapeuta, attraverso un

codice alternativo rispetto a quello verbale, partendo dal principio dell'ISO (identità sonora

individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione ed una

finestra nel mondo interno dell'individuo. Dal punto di vista terapeutico, la musica diviene attiva

stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse

problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore

integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, un migliore equilibrio e armonia psico-

fisica. L'anziano, anche quello che non ha ricevuto un'educazione musicale, ha una competenza

esperienziale in tutto quello che concerne il campo sonoro-musicale: la conoscenza di canti, il

ricordo di eventi sonori per lui significativi, le pratiche sociali inerenti la musica, come il ballo, le

serenate, i cantastorie, gli strumenti musicali. Questo bagaglio sonoro-musicale che ognuno si porta

dentro, che parla della sua storia, del suo vissuto, dei suoi sentimenti, delle sua sensibilità, della

sua cultura, diventa materiale su cui lavorare attivamente. L'utente è, dunque, considerato una

persona ancora ricca di potenzialità, di speranze, di desideri e di bisogni da attivare, conservare,

preservare e rispettare. Si intende utilizzare la Musicoterapia per la sua valenza in molteplici

aspetti:

24

movimento e rilassamento : la musica è uno stimolo fisico che aiuta il rilassamento e la distensione

muscolare ed il movimento di arti colpiti; essa motiva la motricità e costituisce un supporto ed una

spinta per la mobilizzazione attiva;

socializzazione : la musica, come attività sociale, agisce sul piano della prevenzione, facilita la

comunicazione; consente l'integrazione del gruppo, la partecipazione e lo stabilirsi di legami

interpersonali, il rinforzo dell'identità del singolo, l'emergere di sentimenti positivi originati dalla

sensazione di appartenenza;

ricreazione (aspetto ludico): la musica può essere fonte di godimento, di gioia e di divertimento

spontaneo; essa dà un piacere momentaneo che non richiede sforzo di apprendimento né implica

preparazione;

gratificazione (aspetto animativo): l'influenza di un clima musicale incoraggia visibilmente l'attività

generale, l'espressività e la creatività, aumentando la considerazione di se stessi e l'autostima;

aiuto alla memoria (terapia della reminescenza): la musica fa rivivere momenti del passato, rende

presenti situazioni connotate in senso emotivo, soprattutto i periodi felici della vita, e aiuta a

ristrutturare la nozione del tempo; attraverso l'uso di canzoni e musiche accettate e riconosciute si

stimolano i ricordi e le associazioni;

apprendimento : la musica facilita l'apprendimento secondo due modalità principali: - il

riapprendimento di una destrezza perduta o menomata in seguito a malattie o traumi -

l'apprendimento di nuove competenze per compensare quelle perdute o menomate;

contatto con la realtà : la musica aiuta gli anziani a stabilire e mantenere durante gli incontri brevi

momenti di contatto con la realtà; la scansione settimanale degli incontri, ad esempio, aiuta a

ristrutturare e riorientare la sensazione del tempo.

Si tratta quindi di un canale attraverso il quale si può dare spazio a molteplici possibilità, in un

processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità,

l'espressione e l'organizzazione, al fine di soddisfare necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e

cognitive.

OBIETTIVI

attivare e mantenere nell'anziano l'interesse per una socialità viva e positiva;

intervenire attivamente a livello cognitivo, sensoriale e funzionale;

migliorare la qualità di vita nel reparto;

recuperare e/o mantenere capacità residue

favorire relazioni positive nel gruppo, intervenendo contro l’isolamento e promuovere un

clima gradevole, con riduzione dello stress e aumento del benessere negli utenti

Rallentamento processo di decadimento delle facoltà

Riduzione dei problemi comportamentali

Stimolazione Cognitiva attraverso la Cura del sé: “LABORATORIO DEL BEN-ESSERE” Le stimolazioni cognitive regolari e protratte nel tempo, facendo leva

sul processo di neuroplasticità, rinforzerebbero le capacità cognitive

residue e compenserebbero quelle meno attive perchè poco utilizzate

o perchè fisiologicamente deteriorate. A ciò si aggiunge che, come

25

effetto secondario, potenziare l’efficienza cognitiva può condurre a miglioramenti

significativi dell’umore e della motivazione individuale.

La cura del sé può essere considerata a pieno titolo una sorta di Stimolazione cognitiva: in questo caso il focus è diretto alla persona piuttosto che alle patologie o alle limitazioni, la scelta delle attività viene adeguata agli ospiti e al gruppo, utilizzando la stimolazione multisensoriale, inoltre pone in relazione tutte le persone all’interno del gruppo. Molto di ciò che siamo come persone deriva dal corpo, che è il nostro primo “strumento” di conoscenza della realtà. Il nostro modo di essere positivi/negativi, felici/depressi, chiusi in sé stessi oppure no, e così via, dipendono spesso dalla percezione che abbiamo della nostra immagine. Prendersi cura del proprio corpo aiuta a stare meglio, aumenta il benessere psicologico ed ha un’influenza positiva sul concetto di sé e sul senso di autostima. Sulla base del presupposto che coltivare la cura di sé, in qualsiasi ambito, aiuti a riscoprirsi, a migliorarsi, a scoprire potenzialità inespresse e ad attivare nuove energie, nasce il presente progetto. La suddetta attività, non deve essere considerata un mero laboratorio di trucco, ma bensì una sorta di “pretesto” per far in modo che le partecipanti utilizzino l’approccio estetico come occasione personale e di gruppo al fine di stimolare il confronto con gli altri e ritrovare nuovi stimoli e nuove motivazioni per prendersi cura di sé. Durante l’attività si uniscono momenti piacevoli e divertenti (trucco, manicure, ecc..), accompagnati da momenti più formativi attraverso i quali affrontare domande, curiosità e tematiche relative alla crescita emotiva, alle trasformazioni psicofisiche, al racconto di sè. Ciascuno dei partecipanti può così mantenere abitudini che aveva anche precedentemente all’ingresso in Struttura, può ripescare dalla memoria ricordi da condividere e mantenere una corretta immagine della propria persona, sentendola ancora valorizzata. Inoltre, non meno importante, è il fatto per cui Il tempo utilizzato per questa attività offre la possibilità di ascoltare, osservare, instaurare un rapporto umano a beneficio della socializzazione e dell’integrazione nel gruppo. I partecipanti vengono messi nelle condizioni di trovare un angolo di relax e al tempo stesso di stimolazione senza sentirsi messi in esame.

OBIETTIVI:

Stimolazione cognitiva, attraverso l’attivazione del pensiero e della memoria;

Senso di benessere, dovuto alla creazione di un clima positivo e alla percezione

positiva della propria immagine;

Condivisione e socializzazione;

Riduzione dello stress e dei problemi comportamentali (con conseguentemente

ipotesi di riduzione dell'uso dei farmaci psicoattivi);

Rallentamento del declino dell’ospite: si agisce sul piano emotivo per andare ad

avere benefici anche su quello fisico;

Stimolazione delle capacità residue.

Benessere psico-sociale degli ospiti, con riduzione dello stress;

Creazione di un clima di gruppo piacevole dal punto di vista affettivo,

generazione/potenziamento legami, empatia, condivisione;

Rivalutazione della percezione di sé.

26

Angolo della Riflessione: “RITROVO PER LA FELICITA’”

L’aspetto emotivo è il cardine della salute, è il motore della salute fisica. Ed è anche

l’occasione per attivare le qualità, le capacità innate, le potenzialità della persona. Una

occasione per rendere nuova, piacevole, gradevole, l’ultima parte della propria vita.

L’occasione per fare dell’ultima parte della propria vita un’opera d’arte. L’animo umano e

l’inconscio hanno potenzialità incredibili. E hanno una sapienza che va al di là dei libri e

delle statistiche. Particolarmente in quest’età bisogna far leva sul cuore e sull’anima per

risollevare anche l’aspetto fisico.

Non bisogna partire da quest’ultimo, che è il più deficitario, il più precario. Non bisogna

puntare sull’aspetto che dà più angosce, che fa più soffrire. La persona anziana ne sente la

precarietà e tende a sentirsi inutile, a deprimersi. Bisogna far leva invece sugli aspetti, sulle

parti di sé che funzionano di più e meglio. Sulle quelle parti in cui la persona si sente più

forte, più capace, e che danno più sicurezza. Sono le parti dell’anima, dei sentimenti, del

cuore, che l’età non solo non ha rovinato, ma ha acuito, fortificato, aumentato. Un altro

elemento che attiva la persona è la percezione dell’essere protagonista della propria vita, di

se stesso. Farlo decidere, fargli scegliere le attività che desidera, dargli la possibilità di fare

quello che si sente, quello che va bene per lui, in quel dato momento. Significa insegnargli

a rispettare se stesso, ad ascoltarsi, capirsi, prendersi cura di sé. Fargli scegliere quello

che desidera fare, le persone ed i luoghi in cui farlo. Deve sentirsi protagonista non solo di

sé, ma anche della comunità in cui vive. Scegliere insieme, discutere insieme cosa, come,

quando, dove farle. Nell’ultima fase della vita, diminuisce la coscienza, le emozioni si

intensificano e l’anima diventa prevalente, dominante. Se l’anima non viene coltivata, non

viene considerata, non viene accettata, in questa fase della vita, la personalità subisce una

implosione. L’anima di fronte alla morte, si attiva di più, si fa sentire di più. Ha bisogno di

risposte, ha bisogno di senso, di scopo, di significato. Ha bisogno di sapere dove va, qual è

la meta.

Da queste riflessioni deriva la presente attività, aperto a tutti coloro che vogliano condividere un momento dedicato al proprio io, alla propria anima, un momento in cui si possano cercare insieme e trovare nuovi significati, nuove prospettive, nuove direzioni da dare alla propria esistenza. Durante ciascun incontro si svolgerà un momento di riflessione su temi diversificati, scelti di volta in volta, su cui si apre e sviluppa una discussione e condivisione di contenuti. Il fulcro dell’insegnamento è principalmente il rispetto per la vita, l’essenzialità dei diritti umani e la speranza, centrando l’orientamento del cuore verso il bene, proprio e quello degli altri. Questo spazio diventa un vero e proprio laboratorio dell’anima, in cui ritrovare il proprio valore, condividere i propri timori, condividere le proprie debolezze e dare nuova luce alla propria vita. Un’ esperienza che fortifica, che regala benessere, che restituisce luce alla dimensione umana.

OBIETTIVI:

Stimolazione del pensiero e della memoria

Creazione di valori e aumentato senso di benessere, a partire da una rinnovata

percezione della propria utilità, di uno scopo

Condivisione e socializzazione, creazione e sviluppo di ideali

27

Riduzione dei problemi comportamentali e conseguentemente ipotesi di riduzione

dell'uso dei farmaci psicoattivi;

Rallentamento del declino dell’ospite: si agisce sul piano emotivo per andare ad

avere benefici anche su quello fisico;

Benessere psico-sociale degli ospiti;

Creazione di un clima di gruppo piacevole dal punto di vista affettivo,

generazione/potenziamento legami, empatia, condivisione;

Benessere psico-sociale degli ospiti;

Creazione di un clima di gruppo piacevole dal punto di vista affettivo,

generazione/potenziamento legami, empatia, condivisione;

Stimolazione delle capacità residue.

VALIDATION

Il Metodo Validation è una tecnica di comunicazione con e per le persone molto anziane disorientate o affette da demenza, ideata intorno agli anni ’80 da Naomi Feil. E' un approccio relazionale che aiuta a ridurre lo stress, a mantenere la dignità e il benessere dell’anziano. E' basata su un atteggiamento di tipo “convalidante”, che parte dal presupposto che ciò che l’anziano vive dentro di sé è la sua realtà e va accettata, condivisa e riconosciuta. Validation utilizza l’empatia per aiutare il familiare/caregiver a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda dell’anziano, il quale si sentirà preso in considerazione e capito. Una persona, dice Naomi Feil, è in grado di usare empatia quando riesce a “mettersi nei panni dell’altro e vedere le cose dal suo punto di vista”. La durata di ogni incontro dipende dallo stadio di disorientamento nel quale si trova la persona: si va da un minimo di uno a un massimo di quindici minuti (il tempo minore è dedicato a chi presenti le problematiche maggiori). In ogni caso, non è tanto importante la quantità di tempo impiegato, ma la qualità. La frequenza ideale, poi, dipende anch'essa dalle singole situazioni: si va da più volte al giorno, ad alcuni incontri settimanali, o meno frequentemente ancora. E' importante sapere accorgersi in tempo della sensazione di diminuito disagio dell'anziano, che ci indica il termine dell'incontro. L'applicazione del metodo Validation non si riduce a incontri individuali. E’ anche possibile istituire dei gruppi Validation, in cui le persone possano manifestare i propri sentimenti, interagire, risolvere problemi comuni, apprendere i controlli e ottenere la stima di sé.

OBIETTIVI: Stimolazione funzioni cognitive, contrastando ulteriore declino

Stimolazione di: rapporti sociali, benessere, senso della propria identità/ruolo sociale

Azione sui disturbi comportamentali, e, di conseguenza, riduzione del ricorso a

farmaci e contenzioni

Benessere dell’utente

Creazione/rafforzamento dei legami

Mantenimento contatto umano e socio-ambientale

28

STIMOLAZIONE COGNITIVA ALZHEIMER

La Demenza è una sindrome che provoca un decadimento cognitivo (memoria, linguaggio,

orientamento spazio temporale, attenzione e programmazione) e una compromissione della

persona in molti campi come quello della vita quotidiana, delle relazioni sociali e familiari,

del comportamento e della personalità. Le manifestazioni cliniche delle demenze, che

possono essere oggetto di specifici interventi riabilitativi, sono molteplici e riguardano i

deficit cognitivi (memoria, linguaggio), i deficit sensoriali (vista e udito), i sintomi depressivi,

le alterazioni del ciclo sonno-veglia (insonnia), le turbe dell’alimentazione, i deficit motori e

la disabilità nelle attività della vita quotidiana. Recenti scoperte da parte delle neuroscienze

e della neurobiologia, tuttavia, hanno sottolineato come nel cervello esista una sorta di

plasticità per cui l’apprendimento di una determinata attività si associa a modificazioni delle

aree corticali coinvolte in quell’apprendimento.

Le metodologie di tipo riabilitativo sono valutabili dopo aver misurato l'impatto della malattia

sulla persona e aver condotto un accurato bilancio delle abilità che il paziente ha perduto e

di quelle che il paziente ha conservato. Gli obiettivi della terapia riabilitativa possono essere

riassunti nei seguenti punti:

promuovere il benessere della persona, dando al termine benessere il significato del

"miglior livello funzionale possibile in assenza di condizioni di stress";

risolvere o controllare i problemi comportamentali;

ridurre lo stress di chi assiste;

ridurre l'utilizzo di mezzi di contenzione fisica e/o farmacologica.

Le principali strategie e metodiche impiegate nel paziente demente sono molteplici, anche se molte di queste sono ancora poco diffuse. Le tecniche riabilitative per le quali è stata dimostrata una maggiore efficacia nei pazienti affetti da demenza sono la terapia di Riorientamento nella realtà (ROT), le terapie basate sulla stimolazione della memoria automatica (procedurale) e l’impiego di ausili mnesici esterni. E’ estremamente importante progettare degli interventi specifici per ogni persona, il quale deve tenere conto del tipo di demenza, fase di evoluzione, sintomi, funzionalità cognitiva perduta e funzionalità cognitiva residua. Poiché, per mantenere più a lungo le funzioni cognitive residue e favorire il più possibile l’autonomia della persona. Si prevedono, a seconda dell’utente e delle sue necessità, oltre alle terapie sopra citate, laboratori di Arteterapia, Stimolazione Sensoriale/Senso-ambientale, Orientamento, Lettura, Musica, etc. Il fine è quello di promuovere una sorta di accumulazione, una riserva se così si può definire, strutturale e funzionale, grazie al quale le strutture cerebrali superiori riescono a lavorare adeguatamente nonostante il progredire dell’azione nociva neurodegenerativa correlata all’invecchiamento patologico o fisiologico.

GEROMOTRICITA’

Si è notato che nei pz cognitivamente compromessi l’esercizio fisico basato sulle tecniche

di attivazione psicomotoria di gruppo attua una stimolazione più ampia e completa

coinvolgendo contemporaneamente le funzioni sensoriali, le capacità cognitive e quelle

motorie. Ha fondamentale importanza la valenza relazionale del gruppo, della disposizione

29

in circolo dei partecipanti, della possibilità di contatti tra le persone, dirette o mediante lo

scambio di oggetti. Si può arricchire lo scambio relazionale attraverso la stimolazione

sensoriale visiva(utilizzando materiali di differenti colori, palle, birilli), uditiva (ascolto di

musica, verbalizzazione del proprio nome), tattile (passaggio di oggetti, massaggi

reciproci), gustativa (utilizzare materiali commestibili e di vari sapori), olfattiva (riconoscere

il profumo e la fragranza di vari oggetti).Di fondamentale importanza lavorare sulla

stimolazione dell’orientamento nel tempo e nello spazio(che giorno è, mese anno,

stagione..).Questa attività viene svolta in collaborazione con la figura dell’educatrice.

All’interno di questo gruppo verranno analizzati in particolare 4 ospiti, che necessitano

assistenza per la deambulazione, ma che dipendono in alcune ADL, ai quali verranno dati

esercizi specifici in base alla loro fragilità e si osserverà il loro comportamento

nell’affrontare, eseguire e risolvere i compiti a loro assegnati.

L’attività fisica svolge un’azione positiva sotto vari punti di vista:

migliora globalmente lo stato di salute ritardando la perdita dell’autonomia funzionale

rallenta il declino delle funzioni cognitive

contrasta la depressione

migliora la qualità del sonno

riduce i disturbi comportamentali (agitazione, irrequietezza…)

aumenta le sensazioni psicosensoriali, stimola il coordinamento motorio e l’equilibrio

migliora la forza muscolare

riduce la pressione arteriosa e i disturbi circolatori

migliora la mobilità articolare

USCITE SUL TERRITORIO

Dal periodo primavera-estate verranno organizzate delle uscite di gruppo nel territorio generalmente della durata di mezza giornata ma anche altre scampagnate della durata di un giorno intero, in cui si prevederà il pranzo fuori struttura. In base alle iniziative del territorio si prevederà la partecipazione degli ospiti a manifestazioni ludico-culturali. Si potranno visitare località naturalistiche oppure interessi storico-religiosi.

Inoltre per promuovere la socializzazione degli ospiti si prevederà l’organizzazione degli happy hour/merende nei giardini delle due strutture.

OBIETTIVI:

Stimolare la socializzazione

Relazionarsi con persone ed eventi esterni alla struttura

Strutturare il tempo libero in modo alternativo

Stimolare nell’ospite la voglia di scoprire

Ritrovare il piacere della scampagnata fuori porta

Creare un clima di gruppo piacevole

Offrire benessere psico-sociale all’ospite

30

COLLABORAZIONE MENSILE CON “CLOWN DI CORSIA ONLUS” DI VOGHERA Si tratta di un'organizzazione no profit, fatta da volontari che hanno voglia di donare un poco

del loro tempo alle persone malate e meno fortunate, portando un sorriso e un momento di

svago. E in tutto questo hanno uno strumento, il primo, essenziale, piccolissimo, magico,

semplice. Colorato. La maschera più piccola del mondo: il naso rosso.

La Clownterapia è un'attività che integra le cure tradizionali, contribuendo a ricostruire,

attraverso il sorriso, le difese dei pazienti di fronte all’istituzionalizzazione.

E' stato scientificamente provato che influisce sullo stato psicologico dei pazienti, rafforzando

la loro capacità di affrontare la malattia e velocizzando il percorso di guarigione. L'attività dei

volontari, come evidenziato, si svolge allo scopo di ridurre ai pazienti lo stress con la terapia

del sorriso.

31

Inoltre, presso la nostra Struttura si svolgono con frequenza regolare incontri di:

LUDOTERAPIA

USCITE IN GIARDINO

USCITE INDIVIDUALI PER EVENTUALI ACQUISTI PERSONALI/ALTRO

GRUPPO CAFFE’/FUMO quotidianamente

CINEFORUM

S. ROSARIO

INTERVENTI INDIVIDUALI

REALIZZAZIONE GIORNALINO DI STRUTTURA CON CADENZA QUADRIMESTRALE

..E OGNI ULTIMO

SABATO DEL MESE…

FESTA DEI

COMPLEANNI!!