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118 Macchine Agricole marzo 2007
PROGETTI
A scuola di design
Loredana Lunadei
Unacoma e Politecnico di Milano supportano giovani progettisti nell’applicazione delle teorie e degli strumenti del design, per pensare a macchine innovative.
L’introduzione nei cicli
produttivi agricoli di “energie
esterne al sistema”, in termini
di fitofarmaci e fertilizzanti, e
strumenti tecnologici, meccanici
ed ingegneristici ha segnato la
nascita dell’agricoltura moderna.
Nel campo della meccanizzazione
agricola ci si è preoccupati finora
soprattutto di attualizzare i mezzi
esistenti, rendendoli più potenti,
performanti e ricchi di funzioni,
ma lontani dall’essere il frutto di
una sinergia di conoscenze oltre
che meccaniche, anche derivanti
dal mondo della biologia,
della genetica, dell’ecologia,
dell’ingegneria dei materiali e
della fisica dell’energia.
I reali sviluppi nella meccanizzazione agricolaDa quando ha cominciato a
coltivare la terra, l’uomo ha
sempre cercato di incrementare
la superficie coltivabile e la
produzione agricola, allo scopo
di adeguarla ad uno stile di vita
sempre più esigente. Le macchine
che però sono state realmente
capaci di segnare in maniera
indelebile la storia dell’agricoltura
e di cambiarne radicalmente il
tradizionale modus operandi sono
state poche. Oggi si evidenziano
nuove problematiche, sociali ed
ambientali, che si fanno sempre
più pressanti: lo sfruttamento
intensivo delle risorse, sia idriche
sia energetiche, la forte necessità di
compatibilità ambientale, l’esigenza
di uno sviluppo sostenibile,
ecc. Ciò spinge gli operatori del
settore a contestualizzare nel
tempo le innovazioni meccaniche.
È necessario pertanto servirsi
delle scoperte e degli innovativi
strumenti provenienti da vari
settori allargati del mondo
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scientifico: solo così, infatti, si potrà
parlare di vera evoluzione, sia nel
modo di affrontare l’agricoltura, sia
dei mezzi che la accompagnano.
Il progetto di UnacomaÈ in questo contesto di necessità
di cambiamenti e innovazione che
si inserisce il progetto supportato
da Unacoma, l’Unione Nazionale
dei Costruttori di Macchine
Agricole, sviluppato con la fattiva
collaborazione del Politecnico di
Milano. “Obiettivo del progetto
- spiega il Prof. Gianni Pasini, uno
dei docenti che ha coordinato
l’iniziativa tra le aule dell’Università
milanese - non è stato
semplicemente quello di provare
a fronteggiare le necessità
avvertite dal mondo agricolo,
sostituendo determinate parti
delle macchine tradizionali con
nuovi componenti, ma piuttosto
di “ripensare” per intero ai
mezzi impiegati, riprogettandoli,
e consentendo loro di svolgere
nuove funzioni in aggiunta a
quelle classiche, per rispondere
sempre meglio alle esigenze
dell’agricoltura moderna,
applicando per la prima
volta le teorie ed i principi
del design al mondo delle
macchine agricole”. Il termine
“design”, è la semplificazione di
Industrial Design, e significa
progettazione (non disegno…):
indica un insieme di conoscenze,
azioni, metodologie e strumenti
finalizzati al raggiungimento di uno
scopo, aspetto fondamentale di
ogni attività di progettazione per
l'industria. Si tratta di un processo
completo ed articolato, che parte
dalle primissime fasi di esplorazione
e generazione di un'idea ed arriva
fino alla definizione finale di un
prodotto (sia che si tratti di un
oggetto materiale, come una sedia
qualità organolettica dei prodotti
ortofrutticoli freschi offerti al
consumo e capaci di individuare
ed applicare nuove tecnologie
analitiche per misurare la qualità
dei prodotti, diminuendo la
laboriosità ed i lunghi tempi
operativi richiesti dalle tradizionali
metodiche di analisi. Tra queste
tecnologie innovative stanno
assumendo sempre maggior
importanza quelle di tipo non
distruttivo, che consentono
di valutare determinate
caratteristiche del prodotto senza
danneggiarlo. Questi metodi, che
sfruttano specifiche correlazioni
tra alcune caratteristiche interne
del frutto e quelle ricercate,
possono essere utilizzate sia in
fase di pre-raccolta, direttamente
in campo, per ottenere indicazioni
sullo stadio di maturazione del
frutto, sia successivamente,
sui prodotti sottoposti a
conservazione e trasporto,
o un’automobile, o immateriale,
come un prodotto audiovisivo o un
software), ed alla sua collocazione
sul mercato.
“È seguendo quest’ordine di
idee - continua il Prof. Pasini - che
ad alcuni giovani progettisti
della Facoltà di Design è stato
affidato il compito di sviluppare
un cammino concettuale che,
partendo dalla ricerca dei
bisogni attualmente avvertiti
nel comparto delle macchine
agricole, giungesse alla
concezione ed alla realizzazione
di soluzioni strategiche, in grado
di dare risposte nuove e in
qualche caso futuristiche.”
La ricerca ha portato novità
interessanti, tutte impreziosite dalla
creatività che contraddistingue il
design italiano. Vengono illustrati
in questa occasione alcuni progetti
sviluppati per rispondere alle
problematiche legate alla fase di
raccolta dei prodotti ortofrutticoli:
Bioctrl, Sl@g e Tecnoberry. Questi
progetti offrono, in particolare, la
possibilità di applicare in maniera
adeguata ed efficiente gli innovativi
strumenti di selezione dei prodotti
agricoli sviluppati da recenti
ricerche.
Le nuove tecnologie in campoLe macchine agricole hanno,
quindi, la possibilità (ed anche
in qualche modo il dovere) di
sfruttare i risultati conseguiti
da queste ricerche, condotte
con l’obiettivo di mettere a
disposizione dell’agricoltura
nuovi strumenti tecnologici in
grado di misurare, controllare
ed incrementare nel tempo la
Il braccio di Bioctrl è in composito di basalto, un materiale molto leggero che possiede ottime proprietà fisiche ed elevata riciclabilità. La testa che contiene i sensori è in alluminio stampato e imbutito.
per valutarne l’evoluzione dei
processi metabolici. Questi
metodi innovativi possono
essere classificati in base alle
proprietà che sono in grado di
analizzare, come le proprietà
fisico-meccaniche (per lo studio
di numerosi parametri legati
alla texture del prodotto), le
proprietà chimico-olfattive (per
l’individuazione delle componenti
chimiche responsabili del gusto
e dell’aroma) e le proprietà
ottiche, fotoniche ed elettriche
(per lo studio di parametri visivi,
di alcune proprietà chimiche
e per l’individuazione di difetti
sul prodotto). Alcune di queste
metodiche vengono già impiegate
nella realtà ortofrutticola e
potrebbero sposarsi bene con
le finalità previste per i progetti
Bioctrl, Sl@g e Tecnoberry, mentre
altre necessitano di ulteriori
studi per verificarne l’affidabilità
applicativa.
Progetto BioctrlSi tratta di un mezzo per la gestione
integrata di colture biologiche,
concepito per monitorare in
maniera efficiente, rapida e precisa
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PROGETTI
lo stato di salute della pianta,
evitando l’utilizzo sistematico di
agenti chimici, ma intervenendo
(se del caso) in modo mirato.
Bioctrl è dotato di un braccio
snodato, alla cui estremità
sono inseriti dei sensori capaci
di accertare velocemente la
condizione fito-sanitaria della
coltura; se necessario, è possibile
procedere con interventi localizzati,
pianta per pianta, scegliendo
tra vari livelli di automazione. Il
veicolo porta a bordo un serbatoio
per l’acqua, e altri contenitori di
minor capacità per i principi attivi,
da distribuire secondo il bisogno.
Grazie al supporto di un GPS di
ultima generazione (con errore
< 1 cm), il mezzo si muove in
campo con estrema precisione; i
dati raccolti dai sensori sono inviati
in tempo reale ad un computer,
con il quale si costruisce una banca
dati sempre aggiornata, gestita
dall’apposito software di Bioctrl.
1, 2, 3…(Cre)azIone!Con il supporto di Unacoma è stata avviata un’interessante iniziativa per promuovere la progettazione di nuove tipologie di macchine agricole, allo scopo di incrementare le potenzialità di un settore che in questo senso è stato sovente trascurato.
Il progetto, che ha coinvolto decine di studenti del secondo anno del Corso di Laurea in Design Industriale del Politecnico di Milano, è stato sviluppato sotto l’attenta supervisione dei docenti Gianni Pasini e Gianluigi Araldi. Le problematiche della meccanizzazione agricola sono state portate all’attenzione di giovani designers, con l’intento di stimolare la loro creatività a servizio dell’innovazione in agricoltura. Suddivisi in diversi gruppi di lavoro, gli studenti protagonisti dell’iniziativa hanno affrontato un percorso “creativo progettuale”, durante il quale si sono avvicinati alla meccanizzazione agricola ed alle sue principali necessità (fase di ricerca), in modo da poter “scatenare” la loro creatività e le conoscenze acquisite per formulare ipotesi e possibili soluzioni alle problematiche individuate (fase di sviluppo del concetto), giungendo infine all’approfondimento e alla realizzazione delle idee selezionate, frutto dell’elaborazione della fase precedente, con la creazione di modelli veri e propri (fase di progetto). I progetti scaturiti dal percorso descritto hanno confermato l’ottima riuscita dell’iniziativa, segnando simbolicamente la nascita di una nuova cultura metodologica, in grado di affrontare in modo adeguato le problematiche del mondo agricolo.
I due docenti del corso: Gianluigi Araldi (a sinistra) e Gianni Pasini (a destra).
La trazione di Bioctrl è assicurata tramite sei ruote dotate di motori elettrici; il sistema di ammortizzazione è simile a quello dei veicoli usati per l’esplorazione spaziale.
trasportatori presenti
in serra. SL@G è dotato di
due "braccia", progettate per
ottimizzare i tempi di lavoro e
per operare in sincronia su due
file. L'orientamento è ottenuto
attraverso un sistema wireless
e l'alimentazione è elettrica.
All’avanzamento provvedono due
motori che forniscono trazione
alle ruote anteriori. In relazione
alla dimensione delle piante e
alla struttura della macchina,
SL@G ha un ingombro
di 2,8 m x 1,0 m x 1,8 m.
Progetto SL@GÈ un concept di macchina
raccogli-pomodori. La macchina
compie una serie di azioni
completamente automatizzate,
interagendo con il “sistema
serra”: la bacca da raccogliere
viene individuata attraverso un
sensore; “la mano” si posiziona,
taglia il picciolo e raccoglie il
frutto, lasciandolo scorrere nel
tubo raccoglitore. Attraverso
uno scivolo, il pomodoro viene
lasciato cadere
sui nastri
Un modellino del progetto SL@G.
Vista complessiva della raccogli-pomodoro ideata da alcuni studenti del Politecnico.
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121marzo 2007 Macchine Agricole
Progetto TecnoBerryLo scopo è quello di coltivare
fragole in tunnel e serra tutto
l’anno, eliminando le forti
oscillazioni dei prezzi sul
mercato, attraverso la completa
automatizzazione del processo
produttivo, utilizzando GPS
a destra, TecnoBerry è una macchina semovente, potenzialmente in grado di svolgere tutte le operazioni di una coltivazione orticola.
SVILUPPo deL deSIGn ITaLIanoLa storia della progettazione industriale è lunga e articolata. Uno dei punti più discussi è l’origine stessa di questa disciplina: secondo alcuni coinciderebbe con la nascita nel XIX secolo del movimento artistico inglese Arts and Crafts, che aprì la strada allo sviluppo delle arti applicate. Il design si è poi sviluppato con approcci differenti, a seconda del settore industriale in cui sono stati applicati gli strumenti che gli sono propri, per esempio: nel mondo della comunicazione visiva e della grafica si parla di communication design, in quello dell'illuminazione di lighting design e così via, fino ad arrivare al mondo del web e al sempre più noto web design. Per quanto concerne lo sviluppo del design italiano, non è certo una novità la stima che questo da tempo riceve sia in Europa sia nel resto del mondo. Dalla sua nascita (nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale), il nostro design ha raggiunto livelli di alta professionalità e ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tanto da diventare sinonimo non solo di bellezza, ma anche di qualità superiore. I riconoscimenti maggiori si riscontrano nell'arredamento, nell'oggettistica, nella moda e nel settore dell’automobile. Quest’ultimo campo di applicazione è stato accompagnato nella sua crescita da grandi nomi: è indubbio che, quando si parla di car design italiano, esista nell’immaginario collettivo un’associazione immediata al nome di Sergio Pininfarina, che ha guidato l’omonima azienda collaborando con le più note case automobilistiche, come Ferrari, Lancia, Alfa Romeo, ecc. e che, attraverso la sua attività, ha contribuito in maniera rilevante alla diffusione dello stile italiano nel mondo, conferendo all'immagine del made in Italy un assetto definitivo e permanente.
e Bluetooth, con un impatto
sull’ambiente totalmente eco-
compatibile (la macchina è infatti
riciclabile e biodegradabile in
tutte le sue parti). TecnoBerry
interviene in ogni fase della
produzione: nella stesura del
telo, nel trapianto delle piante
frigo-conservate, nel monitoraggio
del terreno per un’irrigazione
localizzata, nella raccolta delle
foglie dopo la prima fioritura,
del frutto maturo e dell’intera
pianta, confezionando il prodotto
direttamente in campo. È
previsto che la macchina operi
con l’energia elettrica fornita da
pannelli fotovoltaici.
In alcune note di prossima
pubblicazione, verranno illustrate
altre idee, frutto del progetto
realizzato da Unacoma e dalla
Facoltà di Design del Politecnico
di Milano, legate alle opportunità
di applicazione di nuovi
materiali per la fabbricazione
delle macchine agricole e alla
possibilità di mettere a punto
mezzi specificamente dedicati
alla filiera energetica.
Sopra, simulazione di Tecnoberry all’opera in serra.
Sotto, schizzi del sistema pneumatico di individuazione e raccolta delle piantine (a sinistra) e dei frutti (a destra).
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