Prof.ssa Irene Petruccelli - unikore.it · distorsioni nella memoria e falsi ricordi La memoria...

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Facoltà di Scienze dell’Uomo e della Società C.d.L. in PSICOLOGIA CLINICA Insegnamento di Psicologia criminologica e giuridico forense Prof.ssa Irene Petruccelli [email protected] 30 novembre e 1 dicembre 2017 A.A. 2017-2018

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Facoltà di Scienze dell’Uomo e della SocietàC.d.L. in PSICOLOGIA CLINICA

Insegnamento di

Psicologia criminologica e giuridico forense

Prof.ssa Irene Petruccelli

[email protected]

30 novembre e 1 dicembre 2017 A.A. 2017-2018

L’ascolto del minore in ambito giudiziario

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Tipologie di abuso all’infanzia

• abuso fisico;• abuso psicologico;• patologia della fornitura di cure (incuria

o trascuratezza; ipercura; discuria);• abuso sessuale

(extrafamiliare e intrafamiliare).

05/12/17 dr. I. Petruccelli

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Abuso sessuale intrafamiliare

- abuso sessuale manifesto;

- abuso sessuale mascherato;

- pseudoabuso.

05/12/17 dr. I. Petruccelli 4

VIOLENZA ASSISTITA INTRAFAMILIARE (witnessing violence)

si intende l’esperire da parte del bambino/a di qualsiasi formadi maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica,verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure diriferimento o su altre figure affettivamente significative adulteo minori.Il bambino può farne esperienza direttamente (quando essaavviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando ilminore è a conoscenza della violenza), e/o percependone glieffetti.Si include l’assistere a violenze di minori su altri minori e/o sualtri membri della famiglia e ad abbandoni e maltrattamenti aidanni di animali domestici.

Bambini/e vittime di Violenza Assistita

Testimoni passivi(esterni ma non distanziati emotivamente)

Testimoni partecipanti(in mezzo ai due genitori: difensori o scudi)

Oggetti bersaglio(colpiti direttamente)

Dr. Varendonck primi del Novecento

✔Dimostrò che i bambini non sono testimoni affidabili, perché basano le loro risposte sul contenuto della domanda posta da una persona autorevole.

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L’intervista e il ricordoÈ relativamente facile modificare i ricordi

(procedure inducenti).

È possibile anche creare ricordi completamente falsi.

Il modo con cui si conduce un’intervista incide su ciò che un testimone riporta.

Ciò che viene riportato può entrare a far parte del ricordo dell’evento: l’intervista puòdeterminare distorsioni nel ricordo o creare ricordi completamente falsi. 8

Suggestionabilità infantileGià Stern (1910), se da una parte evidenziava

l’importanza delle domande come mezzo eccellente per colmare le lacune del richiamo libero, dall’altra avvertiva come esse potessero costituire un’occasione per possibili falsificazioni.

Studi recenti hanno sottolineato l'evidente vulnerabilità dei bambini alle domande suggestive (Kwock, Winner, 1986; Ceci e coll., 1987; White, Leihtman, Ceci, 1997; Saywitz, Lyon, 2002; Mazzoni, 2003).

Suggestionabilità infantileNumerose ricerche recenti hanno dimostrato

che domande suggestive, direttive (leading questions), chiuse, o domande che contengono informazioni fuorvianti, così come le interviste ripetute, effettuate con modalità scorrette, possono alterare i resoconti dei bambini (Bruck e Ceci, 1997; Ceci e Bruck, 1993, 1995; Cassel, Roebers, Bjorklund, 1996; Ceci e Crotteau Huffman, 1999; Mazzoni, 2003).

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Anche le domande chiuse possono essere altamente suggestive, poiché di fronte ad opzioni di risposta dicotomiche, del tipo sì/no, i/le bambini/e tendono a rispondere affermativamente per non fornire una risposta oppositiva (Mazzoni, 2000).

Esempi

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Stralci di trascrizione audizione protetta di un minore (con ausiliario)A.: "come hai conosciuto quelle persone che poi tu hai

frequentato e vi siete visti ti ricordi come le hai conosciute? come hai conosciuto il primo che tu hai conosciuto?“

…………A.: "poi lui cosa ha fatto? ti ha invitato ad andare con

lui? ha detto vieni? come ha detto?“…………A.: "scavalcavate tutti e due il finestrino o soltanto

tu e Y?"L’A. pone al minore più domande contemporaneamente

senza attendere le singole risposte del bambino, creando, in tal modo, confusione.

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Inoltre, l’ausiliario pone al bambino domande implicative, proponendo nella formulazione delle stesse già la risposta

"ti ricordi tu mi hai raccontato che incontravi Y anche nel bagno?“

“e che cosa gli toglieva il grembiule? non gli toglieva il grembiule?“

"hai visto mai se qualche volta è venuto fuori un po' di sangue ti sei sporcato c'era qualcosa?“

e domande in formula negativa le cui risposte possono essere discutibili dal punto di vista della comprensibilità e dell'attendibilità:

"e tu non hai avuto paura?“"sotto il garage non ti ha fatto niente?“"l'insegnate non se ne accorgeva mai che andavate in giro

tornavate più tardi?"E domande che pongono più quesiti contemporaneamente al

minore, confondendolo, e non dando modo di interpretare correttamente la sua risposta

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E ancora…"poi quando siete tornati in classe cosa vi ha detto?

non vi ha detto chi erano quei due cosa facevano?“(troppe domande induttive contemporaneamente).

"e poi la prima volta che lui ti ha incontrato proprio che ha fatto ha cominciato a toccarti?“ (domanda che suggerisce la risposta).

"mi ricordo un particolare che qualcuno di voi ha detto, io mi ricordo bene. Quando è venuta un'insegnante che cosa è successo?"

"io voglio sapere il fatto dell'insegnante" “non puoi raccontare tutto quello che ti viene in

mente!”

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Perché i risultati di queste interviste sono problematici?

Uso di domande chiuse Uso di domande che suggeriscono la

rispostaRipetizione e insistenzaInterpretazione unilaterale del

contenuto delle risposteConfabulazione

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Perché è relativamente facile creare distorsioni nella memoria e falsi ricordi

La memoria umana non è riproduttiva, ma è ricostruttiva.

La codifica in memoria non crea rappresentazioni complete, ma frammentarie

Il recupero include processi attributivi e decisionali

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Cosa si può fare…Evidenze scientifiche ormai consolidate

(Cedeborg et al., 2000; Orbach et al., 2000; Sternberg et al., 2001) chiarificano come sia, invece, più probabile l’emergere di informazioni scevre da contaminazioni, e perciò valide a livello processuale, qualora l’intervistatore usi espressioni quali: inviti, che favoriscono risposte ampie e libere; facilitatori, (come “Ah, ok..”) che incoraggiano una risposta; ancore,ovvero domande che permettono di risalire al momento dell’evento utilizzando un altro episodio come termine di paragone temporale; verbalizzazioni, ossia riformulazioni su quanto detto dal minore.

✔Step-Wise Interview✔Statement Validity Analysis (S.V.A.)✔Intervista Cognitiva (I.C.)

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Protocolli

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Linee guida

• Linee Guida dell'American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (1988)

• CARTA DI NOTO AGGIORNATA (2002, 2017)

• Protocollo di Venezia (2007)• Linee Guida per le perizie in caso di abuso

sui minori

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STEP WISE INTERVIEW1. Fare in modo che il bambino si senta sicuro e

rilassato;

2. Fare in modo che il bambino rievochi liberamente evitando domande forzanti o suggestive;

3. Proporre eventuali domande di approfondimento di quanto narrato;

4. Chiudere interrogatorio controllando con il bambino di aver compreso bene le parti essenziali del discorso

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OBIETTIVI

1. Ridurre al minimo il numero di audizioni;2. Ridurre al minimo il trauma dell'investigazione

per il bambino;3. Minimizzare il rischio di contaminazione che

l'interrogatorio può avere sulla memoria che il bambino ha dell'evento;

4. Massimizzare la quantità di corrette informazioni ottenibili dal bambino;

5. Garantire e poter dimostrare l'integrità e la correttezza del processo investigativo.

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INTERVISTA COGNITIVA 1

ACCOGLIENZA : l’intervistatore stabilisce un rapporto amichevole con il bambino e crea un clima di fiducia ed alleanza. L’obiettivo è quello di spiegare al bambino perché si trova lì e rassicurarlo sul fatto che potrà dire ciò che vuole senza che qualcuno eserciti pressioni su di lui.

RACCONTO LIBERO: l’intervistatore invita il bambino a raccontare spontaneamente ciò che ricorda intervenendo solo come azione di rassicurazione e non di influenza.

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INTERVISTA COGNITIVA 2

INTERVISTA: indagare gli elementi che restano oscuri attraverso domande aperte..

RIATTUALIZZAZIONE DEL CONTESTO: si cerca di far rivivere mentalmente al bambino il contesto ambientale e lo stato d’animo simili a quelli vissuti durante il presunto evento traumatico. L’intervistatore inviterà il bambino a rivedere la scena chiedendogli di descrivere i luoghi, le persone e gli stati d’animo da lui provati evitando di suggerire ogni qual tipo di risposta.

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Uso di mnemotecnichericordare gli eventi in ordine differente: al testimone

viene chiesto di ripercorrere gli eventi in ordine sequenziale, iniziando ogni volta da punti di partenza diversi (dall’inizio, dalla fine del racconto verso l’inizio, da metà racconto). Tale mnemotecnica è utilizzabile solo con bambini di almeno 8/9 anni;

mutare prospettiva: il testimone è invitato ad illustrare il ricordo dell’evento come se lo osservasse da una prospettiva spaziale differente rispetto alla propria, ad esempio, dalla destra dell’abusante o di fronte l’abusante. Tale mnemotecnica è utilizzabile solo con i bambini di età superiore ai 10 anni(Biscione, Calabrese, 2003; De Leo et al., 2005).

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Tecniche per la valutazione dell’attendibilità della testimonianza

Statement Validity Analysis (S.V.A.)Si tratta di una metodologia dell’intervistanon strutturata, priva di domande guida,basata sui criteri e sulle tecnichedell’analisi del contenuto applicate allatestimonianza e alla deposizione del minorevittima (Criteria Based Content Analysis).Alla fine è prevista una fase di valutazionedel risultato del CBCA grazie ad un set didomande (Validity Checklist).

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Linee guida per l’intervista con il CBCA:

stabilire un rapporto con il testimonespiegare le ragioni e il tipo di intervistainiziare con un resoconto libero, non interrompere, non

esprimere emozioni o dubbi, accogliere le pauseporre domande aperte e proseguire con domande più

dettagliate, evitare domande chiuse, limitare le domande su argomenti già menzionati, accogliere le pause

chiudere l’intervista ringraziando il testimone della cooperazione e spiegare cosa accadrà in seguito

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Criteria Based Content Analysis

Criteri raggruppati in cinque categorieper l’analisi del contenuto:

1. caratteristiche generali;2. contenuti specifici;3. peculiarità di contenuto;4. contenuti relativi alla motivazione;5. elementi specifici dell’offesa.

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Caratteristiche generali1. Struttura logica2. Produzione non strutturata3. Quantità dei dettagli

Contenuti specifici4. Ancoraggio contestuale5. Descrizione di interazioni6. Riproduzione di conversazioni7. Complicazioni inaspettate

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Linee guidaVa accertata l'esistenza o meno di situazioni

patologiche e/o emotive che possono aver influenzato le dichiarazioni del minore.

Eventuali situazioni di disagio possono essere individuate sempre grazie all'analisi dell'affettività e dell'emotività del minore.

A tal proposito, nelle Linee Guida dell'American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (1988) viene esplicitato che la valutazione diagnostica deve essere tratta dall'osservazione compiuta sia sul bambino, sia sui genitori.

ALLEGATO AL PROTOCOLLO di Venezia “GUIDA METODOLOGICA PER L’ASSESSMENT DI MINORI COINVOLTI IN PRESUNTI ABUSI SESSUALI COLLETTIVI”

1. Pianificazione dell’intervistaa) Pianificare l’intervistab) Coordinamento temporale delle interviste dei diversiminoric) Chi svolge l’intervistad) Dove si svolge l’intervista (setting) e chi è presentee) Materiali utilizzati durante l’intervistaf) Durata e ritmo dell’intervistag) Chiusura dell’intervistaCosa comunicare ai genitoriPianificazione dell’intervento successivo sul minore e

sulla famiglia

2. Principi generali dell’indagine psicologica e psicosociale (Protocollo di Venezia)a) Videoregistrazione di ogni intervento sul minoreb) Stabilire la relazione con il minorec) Esame delle sue capacità cognitive e linguistiche- Acquisizione (dai genitori) di accadimenti di vita quotidiana del

minore non correlati al presunto abuso ma temporalmente contigui ai fatti in oggetto di indagine al fine di esaminare la memoria del minore

- Esame della capacità da parte del minore di discriminare il vero dal verosimile e di riconoscere l’assurdo

- Esame della capacità di ricordi autobiografici, a distanza di tempo, e misurati su eventi di complessità analoga ai fatti oggetto di indagine

- Valutazione del livello di suggestionabilità del minore- Esame del livello di sviluppo linguistico del minore- Valutazione della percezione del tempo (continuità degli eventi

/ contiguità fra gli eventi) e orientamento spaziale

2. Principi generali dell’indagine psicologica e psicosociale (Protocollo di Venezia) bisd) Valutazione del contesto familiare e sociale in cui

si è sviluppato il racconto relativo ai presunti fatti oggetto di indagine

e) Analisi dei possibili elementi di “contagio” tra i minori

f) Analisi dei possibili elementi di “contagio” tra gli adulti

g) Ricerca degli eventuali contesti comuni in cui potrebbe essere stato possibile il “contagio”

h) Valutazione degli stili di comunicazione tra il minore e i genitori e/o gli adulti di riferimento allo scopo di cogliere l’influenza che suddetto stile comunicazionale ha avuto nell’attribuzione di significato (Semantico-Emotivo) all’interno della narrazione

3. Raccolta delle dichiarazioni dei minori

a) Richiesta del racconto libero- Richiesta della narrazione secondo una sequenza cronologica

naturale degli eventi- Richiesta della narrazione secondo una sequenza alterata degli

eventib) Domande investigative (Le domande devono essere poste

secondo la sequenza che segue al fine di non compromettere il racconto del minore)

- Domande aperte- Domande specifiche- Domande chiuse- Domande “suggestive” ma mai “fuorvianti” (anche su fatti

irrilevanti al fine di valutare la suggestionabilità specifica del minore)

3. Raccolta delle dichiarazioni dei minori bis

c) Contenuto delle domande: scelta dei temi da approfondire tra cui ineludibili:

- Analisi relative al tipo di relazione tra i minori coinvolti- Analisi delle relazioni tra i minori e gli adulti coinvoltid) Congedo del bambino- Dare la possibilità al minore di porre delle domande alle quali

rispondere- Tornare ad un livello di comunicazione neutra- Chiusura dell’intervistae) Riassunto degli elementi emersi- Riassumere gli elementi più importanti emersi- Suggerire eventuali percorsi di sostegno psicologico, di

accompagnamento processuale, sia sul minore che sulla famiglia.

Linee Guida per le perizie in caso di abuso sui

minori dell'Ordine degli Psicologi del Lazio

Convenzione di New York, di Strasburgo, Corte di Cassazione Sez. 3 Sentenze, Codice Deontologico degli Psicologi, Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, Linee Guida Deontologiche dello Psicologo Forense, Carta di Noto.

attendibilità della testimonianza in senso psicologico/clinico e non giudiziario

distinzione tra ruolo investigativo, clinico-peritale e psicoterapeutico

competenze dello psicologo (psico-giuridica, psicoterapeutica, dell’età evolutiva, psicodiagnostica)

Linee Guida per le perizie in caso di abuso sui minori dell'Ordine degli Psicologi del Lazio

Linee Guida per le perizie in caso di abuso sui minori dell'Ordine degli Psicologi del Lazio

I quesiti proposti dal magistrato dovrebbero essere orientati sulla valutazione del minore in riferimento a:a) livello di competenza delle funzioni psichiche dell’Io e delle disponibilità-capacità cognitive, emotive e relazionali correlate all’età, alla scolarità, al contesto familiare e sociale.b) livello di competenza legato alla disponibilità-capacità del minore di differenziare gli elementi essenziali dei dati di realtà da costruzioni prevalentemente immaginativo-fantastiche;c) organizzazione di personalità, delle condizioni psicologiche e/o psicopatologiche, con particolare attenzione al livello di suggestionabilità e alla presenza di significativi sensi di colpa;d) patrimonio espressivo verbale e non verbale;e) sussistenza di eventuali evidenze cliniche di disagio e di malessere psicologico eventualmente correlabile con i fatti per cui si procede.

Prassi e operatività peritale1. Setting adeguato2. Durata, numero e frequenza dei colloqui

a) La durata del colloquio deve tenere conto dell’età del minore e delle sue condizioni psicofisiche, prevedendo anche la possibilità di poter effettuare intervalli qualora il bambino dia segni di stanchezza e/o di affaticamento;b) Il numero degli incontri con il minore non deve essere inferiore a tre, ad esclusione delle sedute per la somministrazione dei test;c) La frequenza degli incontri peritali di osservazione e dei colloqui con i minori dovrebbe essere ravvicinata nel tempo.

video o audio registrazione

L’esperto deve porre:1. domande brevi e aperte al fine di favorire

risposte ampie e libere;2. domande sugli aspetti emotivi legati ai

contenuti del colloquio;3. domande di chiarificazione specificando

che si vuole capire bene onde evitare influenze di suggestione positiva o negativa.

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Nel far questo l’esperto deve:1. utilizzare costruzioni grammaticali

semplici e termini facilmente comprensibili scegliendo tra quelli usati dal minore;

2. evitare termini giuridici;3. evitate di interrompere il minore;4. riaffermare ed approfondire quanto detto

dal minore (“hai detto…mi fai capire bene?”).

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Esame psicodiagnostico - test suddivisi in:1. neuropsicologici;2. di livello;3. di personalità (questionari e proiettivi).

Ulteriori approfondimenti (ambito familiare, sociale, ecc.)

Aggiornamento professionale

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