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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI TEMPO DA NEWTON A KANT 1 Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia- Verona-aprile 2015

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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI TEMPO

DA NEWTON A KANT

1Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

IL TEMPO ALL’INIZIO DELL’ETÀ MODERNA

Nel basso medioevo il tempo comincia ad entrare nella vita quotidiana degli europei…

…con l’invenzione dell’orologio meccanico che compare nelle cattedrali d’Europa

Da un tempo esclusivamente scandito dalla natura si passa ad un tempo regolato da una macchina costruita dall’uomo

dal trascorrere delle ore si passa al contarle

Cambia il puntodi vista

Il tempo diventa misurabile

Dall’alternarsi dei fenomeni……ad un tempo che sembra essere controllato e gestibile

Il tempo assurge a determinazione necessaria negli studi scientifici

la dimensione temporale costituisce una dimensione imprescindibile nella descrizione fenomenica della realtà

Inizia un’elaborazione matura del concetto di tempo2Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

Niccolò Copernico,1473-1543

COPERNICO E IL TEMPO IN ASTRONOMIA

Una prima importante tappa nel processo che porterà il tempo ad essere un elemento fondante della scienza è rintracciabile in Copernico

Ne troviamo testimonianza nel suo testo “ De revolutionibus orbium coelestium”che contiene la rivoluzione copernicana

I caratteri distintivi dell’universo devono essere la semplicità e l’armonia

… la regolarità può essere ritrovata solo nella simmetria della natura…

…che si riscontra in un perfetto rapporto tra spazio e tempo, astronomicamente parlando fra posizione del pianeta e

durata del suo periodo di rivoluzione attorno al Sole

Il fatto che ad un pianeta più lontano dal Sole competesse un periodo di rivoluzione maggioreadempiva perfettamente a tale esigenza di uniformità

La dimensione temporale diventa elemento centrale del suo sistema cosmologico

il tempo rende atto di una naturalezza in campo astronomico che prima mancava3Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

Galileo Galilei, 1564-1642

GALILEO: IL TEMPO COME GRANDEZZA FISICA

Dopo l’astronomia copernicana Galileo dà un’importanza centrale al tempo nella fisica

Con Galileo il tempo diventa una grandezza fondamentale della meccanica

Il tempo non è più solo misura del movimento come in Aristotelema riguarda i fenomeni naturali, come la lunghezza o il peso

Il tempo è ora una proprietà del fenomeno, che diventa appunto misurabile nel tempo

Il tempo diventa una quantità contribuendo al passaggio da un approccio qualitativo della scienza ad un approccio quantitativo

Il tempo contribuiràalla costruzione del metodo sperimentale

Due sono gli studi galileiani che vedono il tempo come protagonista

l’isocronismo del pendolo

la caduta dei gravi

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L’ISOCRONISMO DEL PENDOLO

Osservando le oscillazioni di una lampada nel duomo di Pisa

Galileo scopre che il periodo di oscillazione è costante, indipendentemente dall’ampiezza delle oscillazioni

lente e brevi o rapide ed ampie le oscillazioni di un pendolo hanno ugual durata

Ora noi sappiamo che il periodo di oscillazione di un pendolo dipende da diversi fattori tra i quali la lunghezza del pendolo ma…

…se le oscillazioni sono piccole vale quanto osservato da Galileo

ISOCRONISMO

Non solo nei corpi celesti ma anche fra i corpi terrestri vi sono movimenti caratterizzati da regolarità

ed il tempo rappresenta proprio l’elemento costante di tali fenomenisi aveva, poi, nella pratica una stima di durate uguali fatto questo che sarebbe stato presto sfruttato nella costruzione degli orologi

Lampada del duomo di Pisa

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LA CADUTA DEI GRAVI

Orologio ad acqua del XVII sec.

Dopo decenni di studi sul moto acceleratoGalileo deduce la formula di caduta dei gravi

giungendo alla legge oraria secondo cui gli spazi percorsi dal grave sono proporzionali ai quadrati dei tempi di percorrenza

“Se un mobile scende, a partire dalla quiete, con moto uniformemente accelerato, gli spazi percorsi da esso stanno tra loro in duplicata

proporzione dei tempi, cioè stanno tra di loro come i quadrati dei tempi”

Il teorema di Galileo

2

2

1gtS =

Corrispondente, a meno di una costante,

alla legge corretta

2cadutacaduta tS ≈

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Il tempo entra per la prima volta in una formula matematica che rende atto di una manifestazione naturale in seguito….

…sia a meditazioni teoriche…sia ad attività sperimentali

L’elemento temporale viene ancorato ad una realtà naturale come la caduta dei gravi

diventando una grandezza fisica fondamentale non derivabile

Negli studi galileiani il tempo occupa un posto fondamentale, rientrando nel novero degli elementi che consentono di interpretare la natura…

…la scienza non ne può più prescindere

GALILEO E IL TEMPO

Altresì dobbiamo notare che Galileo non si sofferma mai sul concetto di tempolo usa solo per gli scopi scientifici che vuol realizzare

Infine, studiando il moto relativo, Galileo giunge ad un’altra importante considerazione sul tempo

7Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Consideriamo due sistemi in moto relativo:

Le coordinate di S sono legate alle coordinate di S’ attraverso letrasformazioni di Galileo:

LA RELATIVITÀ GALILEIANA

==

−=

tt

yy

vtxx

'

'

'

in a) S ed S’ sono due sistemi inerziali che coincidono in O=O’ all’istante t=0 e P è fermo per entrambe;

in b) S’ trasla con velocità costante v lungo l’asse delle ascisse e P è fermo solo per S, non per S’

dove il tempo risulta INVARIANTE, cioè indipendente dal sistema di riferimento

La terza equazione implica che lo stato di moto relativo di due osservatori non altera le misure di tempo

Il tempo è lo stesso per tutti 8Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Rene Descartes 1596-1650

Pur conoscendo i lavori di Galileo e pur dando un contributo anch’egli alla nascita della scienza modernaDescartes non dà al tempo un’importanza centrale

Convinto di poter rendere conto della realtà con i suoi due principi

res extensa e res cogitanscercherà di far rientrare la dimensione temporale

dentro al suo sistema di pensiero

Ciò non toglie che per Descartes dobbiamo considerare con attenzione il tempo…

Tempo e res extensa

Il tempo non deve essere considerato in maniera astrattaed esso trova una forte corrispondenza con la durata, di cui è praticamente sinonimo

La durata è una delle poche cose che concepiamo distintamente

Dobbiamo però associarla a qualcosa sapendo che la durata di ogni cosa è un modo con cui consideriamo questa cosa in quanto continua ad essere

Legame esistenza e durata

IL TEMPO IN DESCARTES

9Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

esistenza e durata sono intimamente legate

posso rappresentare qualcosa che esiste solo come qualcosa che dura e qualcosa che dura solo come qualcosa di esistente

la durata consente di rappresentare le cose, non essendone una proprietà

Ad ogni sostanza può essere attribuita una durata nel tempo

In questo modo il tempo rientra nella res extensa

considerando la durata in singoli momenti

e descrivendo ogni singolo istante con predicati estensivo-spaziali

si determina una completa trattazione geometrica del tempo

Tempo e res cogitans

Descartes si occupa anche della reazione tra tempo e pensiero

Il tempo rientra nella res cogitans nella forma di pensieri dotati di una pur minima durata

L’atto del pensare pur rimanendo divisibile si estende nella durata

La coscienza immediata dei pensieri non avviene fuori del tempo, ma in esso secondo una precisa durata, non istantanea

10Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Baruch Spinoza 1632-1677

IL TEMPO IN SPINOZA

Il tempo nasce da una determinazione della durata

Esso non è altro che un modo di pensare, o meglio di immaginare

L’immaginazione per Spinoza è il primo grado della conoscenzadunque al tempo viene assegnato il compito di fornire un primo approccio al reale che poi dovrà essere affinato

È inutile cercare di spiegare la realtà con nozioni difficoltose come quella di tempo altrimenti da qualsiasi verso la si prenda si rimane “straordinariamente imbrogliati”

Il tempo è semplicementeun puro modo di pensare, un ente di ragione che esprime la durata numerandola con termini come ieri e domani

La speculazione deve superare il livello dell’immaginazionelegato alla temporalità nelle categorie sub specie temporalis

arrivando con l’intuizione intellettuale a considerare le cose nella loro realtà ultima sub specie aeternitatis

Per giungere alla perfetta intellegibilità del reale l’uomo deve sbarazzarsi della

forma mentis chiamata tempo

come misura dell’attualità-realtà

Ciò che ci consente di avvicinarsi a Dio e alla natura è invece l’eternitàche è tutt’altro dal tempo perché non vi si dà successione temporale,

è extratemporale, fuori dal tempo

11Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

Isaac Newton, 1642-1727

Nel 1687 Newton pubblica l’opera Philosophiae Naturalis Principia Mathematica

Il testo che fonda la fisica moderna, in esso sono contenuti i 3 principi della dinamica e la legge di gravitazione

Con lo scienziato britannico si ha la costituzione di una scienza solida, rigorosae assiomatizzabile, cioè legata ad indiscutibili leggi universali

basate su una solida dimostrazione matematica e riscontrabili sperimentalmente

IL TEMPO IN NEWTON

Il concetto di temposarà, in particolare, uno degli elementi chiave del sistema newtoniano, in maniera così totale che ne starà alla base tanto da essere dato per scontato e sottinteso

ogni volta che si tratterà lo studio di qualche fenomeno

L’influenza:Il tempo, dopo Newton, non potrà più prescindere dalla definizione che lo scienziato inglese ne diede

filosofia e scienza ne saranno segnate a tal punto che possiamo sostenere che:

“se è vero, come scrive Whitehead, che la filosofia occidentale è una lunganota a Platone, la filosofia dello spazio e del tempo è fino al Novecento, un lungo commento a Newton”

Mauro Dorato 12Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

IL TEMPO ASSOLUTO

Nella costruzione di un solido sistema razionale di interpretazione della realtà

Newton individua alla base dell’intero sistema, come fondamenti portanti, i concetti di spazio e tempo

Newton tratta il tempo quasi di sfuggita…

Il suo fondamentale trattato inizia dando alcune definizioni che saranno utili in seguitocome quantità di materia o forza impressa ritenute non comunemente note e poi…

“Non definisco, invece, tempo, spazio, luogo e moto, in quanto notissimi a tutti”

Colui che più di tutti influenza il concetto di tempo nella modernità

non lo definisce!!! !“Va notato, tuttavia, come comunemente non si concepiscano queste quantità che in relazione a cose sensibili. Di qui nascono i vari pregiudizi, per eliminare i quali conviene distinguere le medesime quantità in assolute e relative”

“Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente, e con altro nome è chiamato durata; quello relativo, apparente e volgare è una misura (esatta o inesatta) sensibile ed esterna della durata per mezzo del moto, che comunemente viene impiegata al posto del vero tempo. Tali sono l’ora, il giorno, l’anno”

Seguiamo le parole di Newton…

13Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

I DUE TEMPI DI NEWTON

Il tempo relativo non è altro che quello aristotelico, cioè una misura che otteniamo osservando lo svilupparsi di un movimento o di un cambiamento in un oggetto o un fenomeno

Il tempo è “il movimento secondo il prima e il poi”

Aristotele, Fisica

Alla base di questo, come una sorta di sostrato che non viene turbato dalla misura c’è un altro tempo…

il tempo assoluto: qualcosa in sé che non ha relazione in altro, né trova spiegazione o generazione in altro

Non è inerente al mondo ed è da esso totalmente indipendenteFunge da ambito nel quale si svolgono gli eventi dell’universo

Il tempo non è una forma mentis che ci aiuta a interpretare la realtà,è qualcosa che esiste al di là e prima di colui che misura un periodo

È un concetto matematico e quindi uno strumento scientifico che ci consente di elaborare leggi

La definizione di tempo newtoniana è ben posta in quanto:

la quantità assoluta non è derivabile né a partire dalla quantità relativa né come prolungamento della stessa la definizione inerisce alle leggi meccaniche

di Newton quindi ha un contenuto oggettivo

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L’assolutezza del tempo diventa la base operativa dell’intera fisica

Vediamone un esempio…Il tempo assoluto costituisce il supporto al primo principio della dinamica

“ciascun corpo persevera nel proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze impresse”

L’uniformità del moto è resa possibile solo in assenza di accelerazioni

Tale concetto di uniformità ed invariabilità del moto deve poggiare su un prerequisito fondamentale a sua volta uniforme ed indeformabile, che non dipende da null’altro

il tempo assoluto svolge tale compito

Primo principio

Primo principio

In assenza di impedimenti un corpo continua a muoversi coprendo distanze uguali in tempi uguali senza limitazioni, infinitamente in un tempo ed in uno spazio che, almeno in teoria, dovrebbero essere infiniti;

occorre perciò qualcosa di ben superiore alla durata che possiamo misurare con un orologio, serve

una sorta di contenitore di tutte le nostre possibili misure

Il tempo assoluto e lo spazio assolutodiventano necessari 15Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

IL FLUIRE DEL TEMPO

“tutti i movimenti possono essere accelerati e ritardati, ma il flusso del tempo assoluto non può essere mutato”

L’uso del termine flusso per indicare lo scorrere del tempo è notevole e segnerà il percorso successivo della scienza

da un punto di vista pratico nella fisicada un punto di vista concettuale nella matematica

Se per quanto riguarda lafisica lo scorrere uniformemente del tempoci consente di lavorare sulle leggi della dinamica e del moto…

…per quel che concerne la matematica il fluire risulta ancora più fondamentale

Nelle rappresentazioni matematiche di Newton la variabile indipendente è sempre il tempo

L’andamento della variabile che, di volta in volta, interessa viene espresso in funzione della dimensione temporale perché

essa fluisce in maniera continua ed uniforme.

L’oggetto o il fenomeno che andiamo a studiare non può avere riferimento migliore poiché tale flusso è omogeneo

tempo

F(t)

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L’ORDINAMENTO DEL TEMPO

“Come è immutabile l’ordine delle parti del tempo, così lo è anche l’ordine delle parti dello spazio…Infatti i tempi e gli spazi sono come i luoghi di se stessi e di tutte le cose”

Il tempo è ordinato di per sé e le sue parti seguono una precisa sequenza

l’individualità ed il senso di ogni momento risiede nella sua posizione

L’ordine diventa quindi una proprietà caratterizzante del tempo e ne fa qualcosa di consistente e ben definito

l’ordine non è solo in sé, ma “tutte le cose sono collocate nel tempo”

il tempo non è solo ordinato, è anche ordinante, poiché funge da contenitoredove tutto trova una sua identificazione in una precisa localizzazione sequenziale

Le parti del tempo ieri, oggi e domani derivano la loro individualità dall’ordine

la potenza del tempo sta nel fatto che tali posizioni non possono mutare né essere cambiate

Ordinato e ordinante

17Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

LE SPECULAZIONI TEOLOGICHE DI NEWTON

I “Principia” descrivono il sistema universoma tale sistema risulta spiegato? NO

Il compito della scienza è stato comunque assolto in quanto la scienza deve preoccuparsi di

descrivere i fenomeni per prevederli,non deve trovarne le motivazioni profondeTant’è che lo stesso Newton ammette di

non aver compreso la causa della gravità ma di aver trovato solo come funziona

Dove risiede allora la spiegazione di tutti questi fenomeni? “questa elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle

comete non poté nascere senza il disegno e la potenza di un ente intelligente e potente…Egli regge tutte le cose non come anima del mondo, ma come signore dell’universo. E a causa

del suo dominio suole essere chiamato Signore-Dio”

Nello Scolio Generale scrive:

Il razionalista Newton vede in Dio non solo l’entità creatrice di tutto ma anche la garanzia stessa dell’

ordine universalecome se questo necessitassecontinuamente della supervisione della divinità

lo scienziato diventa teologo e lungi dal panteismo si affida

direttamente alla divinità cristiana

Leggiamo ancora…

Dio salvaguardia la sua creatura e “affinché i sistemi delle stelle fisse non cadano, a causa della gravità, vicendevolmente l’uno sull’altro, il medesimo ha posto una distanza immensa fra di loro”

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Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

“È eterno e infinito, onnipotente e onnisciente, ossia, dura dall’eternità in eternoe dall’infinito è presente nell’infinito: regge ogni cosa e conosce ogni cosa

che è o può essere. Non è l’eternità o l’infinità, ma è eterno e infinito; non è la durata e lo spazio, ma dura ed è presente. Dura sempre ed è presenteovunque, ed esistendo sempre ed ovunque, fonda la duratae lo spazio”

Newton ritorna sul tempo descrivendo gli attributi della divinità:

Il Dio di Newton non si identifica col tempo e neppure con la sua estensione dimensionale di eternità

Dio è eterno ed infinito in quanto costituisce il tempo e lo spazio assoluti che sono di riferimento per tutto ma non per lui, per il semplice fatto che sono loro a dipendere da lui

Questo Dio non è nel tempo e nello spazio, tuttavia c’è ed è presente

“Il Signore di tutte le cose non sarà mai e in nessun luogo” altrettanto, però, “è manifesto che il sommo dio deve esistere necessariamente, e per la stessa necessità è sempre e ovunque”

Il tempo assoluto trova la sua fondazione in Dio

perde così la sua indipendenza per trovare una… …derivazione metafisica che lo ridimensiona

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John Locke;1632-1704

L’EMPIRISMO DI LOCKE E IL TEMPO

Nel “Saggio sull’intelletto umano” del 1690 Locke studia la conoscenza…

…e si sofferma sul concetto di idea, centrale nel processo della conoscenza

Locke descrive le diverse tipologie di idee e nel trattare le “idee complesse di modo”

cioè quelle idee che non contengono in sé la supposizionedi sussistere di per sè stesse, ma si considera che siano

dipendenze o affezioni delle sostanze

si sofferma a discutere le idee di spazio e di tempo

Le nozioni di durata, tempo ed eternità sono molto complesse e “hanno qualcosa di molto astruso nella loro natura”

tuttavia riportando tali idee in modo corretto alla loro origine, riflessione e sensazione, cioè gli strumenti della conoscenza,

sapranno spiegarci tali idee

L’enigma del tempo

20Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Nella mente dell’uomo vi sono idee che si succedono sempre e continuamentel’una dopo l’altra, da ciò la riflessione ci forniscel’idea della successione

Una volta acquisita la nozione di durata, la si può applicare nella sua generalità e a cose che esistono

Alla nozione di durata segue l’esigenza di misurare la stessa,

“questa considerazione della durata, contraddistinta da certi periodi e contraddistinta da certe misure o epoche è, penso, quello che noi chiamiamo più propriamente iltempo”

I movimenti astronomici della terra per la loro regolarità e osservabilità sono stati usati sin dall’antichità come misure di durata, portando “a confondere il tempo col moto”

“la distanza fra le varie parti di tale successione, o fra l’apparire di due idee qualsiasi nella nostra mente, è ciò che chiamiamodurata”

L’indagine di Locke

1)

2)

3)

Biologia e fisica contro l’astronomia…

poiché è solo una questione di uniformità di un certo evento “il congelarsi dell’acqua, o il fiorire di una pianta, se ricorressero a periodi equidistanti in tutte le parti della terra, servirebbero altrettanto agli uomini per contare i loro anni quanto i movimenti del sole”

L’idea di successione potrebbe sembrare derivante dall’osservazione di un moto, ma in realtà anche quello non è che un susseguirsi di idee,

Il succedersi in maniera regolare e costante delle idee costituisce di per sé una norma per valutare la durata, sia essa associata ad un mutamento o no.

L’errore di Aristotele

quindi….

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La critica empirista

Non si potrà mai sapere con assoluta certezza se le misure che noi utilizziamo siano uniformi: non avremo in nessun modo la sicurezza che diversi lassi di tempo dati per uguali siano effettivamente uguali

Materialmente non possono esistere due parti successive di tempo che possono venir sovrapposte testimoniandone la reale uguaglianza,

Il modus operandi dell’empirista emerge qui in tuttola sua rigidità: con la sola esperienza non potremmo mai sovrapporre due periodi di tempo consecutivi

Locke, nel suo testo, fugge poi all’ardua discussione del passato

Se la durata in se stessa si muove con “un moto costante, eguale e uniforme”, non possiamo dire altrettanto delle misure che ne facciamo,

empiricamente non si potrà dimostrare che due durate consecutive siano esattamente uguali

ci dobbiamo rassegnare ad utilizzare durate che solo all’apparenza siano costanti apparendo di durata identica

Tale problematica, è difficile da trattare da un punto di vista empirista e Locke nel suo pur meticoloso saggio preferisce non soffermarcisi

Le complicazioni del passato

in quanto non avremo mai l’assoluta certezza che esse siano uniformi

22Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Se il tempo si configura come misura della durata bastamoltiplicarlo per ottenere l’eternità

dividerlo per ottenere l’istante

Ciò che interessa a Locke è però il rapporto tra durata e tempoche è lo stesso che c’è fra spazio e luogo

Nella durata in sé ordine e posizione vanno perduti solo il tempo riesce a fissarli

Il fondamento della temporalità per Locke è la durata, ma il tempo assume un ruolo oggettivamente significativo

Il tempo, nelle sue pressoché infinite declinazioni si caratterizza come una porzione definibile dell’infinitezza indeterminata della durata

Nel tempo Locke ritrova la conferma della sua dottrina delle idee:

il tempo è un’idea che trae origine dalla sensazione e dalla riflessione come prescrive l’empirismo

diventando necessario per costruire la teoria della conoscenza

La concezione empirista del tempo di Locke supera la posizione aristotelica, facendo emergere delle considerazioni soggettive e a tratti psicologicheche allontanano la filosofia del tempodalla precedente metafisica della sostanza.

Tempo e durata

Il tempo in Locke

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LEIBNIZ E IL CONCETTO DI TEMPO

Gottfried Leibniz,1646-1716

Negli scritti di Leibniz, molti sono i riferimenti riguardanti il tempotuttavia egli non elaborerà mai una teoria compiuta sull’argomento

confrontandosi con le idee sostenute da altri filosofi e scienziati

come Newton, Descartes e Locke

Con questo approccio in apparenza dispersivo, costruirà un concetto critico ma ben fondato di tempo che

si opporrà vivacemente al tempo assoluto di Newtontroverà una precisa sistemazione nei principi basilari della sua dottrina

Preferirà l’apertura di un dibattito, spesso polemico, con le altre posizioni sul tempo

Leibniz considereràil tempo da un punto di vista unicamente relativo e relazionale, privandolo di sostanzialità reale e facendolo rientraresolo nel confronto fenomenico.

Privato di una evidenza ontologicail tempo diventerà un concetto o un ente di ragioneper mezzo del quale sarà possibile esprime i rapporti di successione fra due entità24

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IL PENSIERO DI LEIBNIZ

L’idea dominante del pensiero di Leibniz è quella dell’esistenza di un ordine generalenon predeterminato e necessario, ma contingente e definibile dalla libera scelta

Servendosi di strumenti rigorosi quali i principi della logica costruisce una rappresentazione del mondo che ha ancora come soggetto la sostanza, ma una sostanza diversa dalle precedenti,

una sostanza pluralistica.

Alla base del sistema vi sono una molteplicità di sostanze individuali che si identificano con dei centri immateriali di forza che costituiscono gli elementi

basilari della realtà e a tali elementi dà il nome di “Monadi”.

La monade è semplice, senza parti ed eterna, ogni monade ha la proprietà di essere diversa da un'altra; le monadi organizzandosi e riunendosi danno origine a strutture

più complesse quali gli esseri viventi.

Ogni monade ha due attività principali:

la percezioneche consiste nell’attività rappresentativa di ciò che avviene all’esterno

l’ appetizioneche è invece il tendere da una percezione all’altra 25

Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

La relazione tra una percezione e la successiva è scandita dalla dimensione temporale

tale dimensione non ha sostanzialità, solo le monadi hanno esistenza propria

Il tempo è un fenomeno prodotto dal pensiero, senza le monadi non esisterebbe neppure il tempo

Leibniz delinea una dipendenza cronica del tempo dagli oggetti ad esso esterni. La sostanzialità appartiene agli oggetti,

non alle relazioni che si possono generare tra di loro

“noi concepiamo l’estensione, concependo un ordine nelle coesistenze, ma non dobbiamo concepirla, più dello spazio, come una sostanza. Lo stesso dicasi del tempo, che nella mente rappresenta un ordine nei mutamenti.”

“dico che per quel che riguarda il tempo vale lo stesso che per lo spazio, e cioè che il tempo separato dalle cose non è un ente assoluto, bensì un oggetto di pensiero”

Nel mondo fenomenico il tempo non ha una sua esistenza propria, rappresenta solo un pensiero o meglio una forma di pensiero che assume l’entità di una relazione fra eventi nella loro successione

Le citazioni su spazio e tempo

26Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

La definizione più facile di tempo è quella di “misura del movimento”ma in realtà il concetto di tempo è molto più complesso

“è un rapporto, un ordine, non soltanto fra gli esistenti, ma fra gli stessi possibili, considerati come esistenti”

Il tempo è confermato essere relazione d’ordine e rapporto fra cose diverse, esso può indicare delle possibilità al di là dell’esistente e fa parte

“della natura delle verità esterne, che riguardano il possibile e l’esistente”

Emerge qui una novità poichéal tempo viene associata la possibilitàe in quanto possibilità deve appartenere ad una dimensione ideale: esso stesso è ideale

Il tempo assume la caratteristica precisa di struttura ordinatrice

viene superata la concezione newtoniana di un tempo contenitore esistente di per sè

il tempo non è più indipendente da qualsiasi altra cosa, anzi esiste nella dipendenza tra le cose

quella temporaleè una dimensione che si instaura fra gli oggetti non precedentemente ad essi

il tempo non aspetta la collocazione degli oggetti, essoè un termine di paragonefra gli stessi, coincidendo con la relazione temporale che si crea fra due o più di tali oggetti

TEMPO, POSSIBILITÀ E ORDINE

Le caratteristiche del tempo

Il tempo diventa una successione ordinata di possibilità incompossibili simultaneamente ma che possono sussistere se poste una dopo l’altra 27

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LA SINCRONICITÀ E L’ARMONIA PRESTABILITA

La temporalità di Leibniz è fondata sulla successione,in essa però riveste un ruolo importante anche la sincronicità

torniamo alle monadi…le monadi sono le protagoniste della teoria di Leibniz, esse però hanno la caratteristica di essere perfettamente chiuse in se stesse non avendo la possibilità di comunicare fra di loro

si pone allora il problema del rapporto fra monadi

il filosofo teorizza una nuova dottrina: quella dell’armonia prestabilitasecondo la quale Dioha predisposto sin dall’atto della creazione che le modificazioni interne di ciascuna monadespontaneamente corrispondano precisamente alle modificazioni di tutte le altre monadi

le modificazioni delle monadi avvengono in maniera conforme e contemporanea per ciascuna di esse

L’armonia prestabilita si applica anche al rapporto tra anima e corpo che pur non essendo in contatto sono in corrispondenza perfetta in ogni singolo istante

Nel sistema di Leibniz non ci sono tempi di reazione tra le partiLa sincronicità temporale regge tutte le manifestazioni dell’universoIl perfetto accordo contemporaneo tra le monadi connette l’intera dimensione temporalenel suo fluire; l’armonia “costituisce la connessione tra l’avvenire ed il passato”

la contemporaneità fra eventi psichici e fisici anticipa la problematica della duplicità del tempo fisico e dell’animo

Anima e corpo

Armonia e sincronicità

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IL CARTEGGIO LEIBNIZ-CLARKE

Il concetto di tempo di Leibniz risulta estremamente differente da quello di Newton

tra il 1715 e il 1716 uno scambio di epistole tra Leibnized un discepolo di Newton, il teologo Clarke

ci permette di assistere al confronto diretto tra le due posizioni

Il dibattito si incentra su due questioni del sistema newtoniano che Leibniz rifiuta:

la cognizione di un Dio garante dell’ordine universalela considerazione di Newton dello spazio come “sensorium dei”

parte del dibattito si va però ad incentrare sul tema del tempo

Leibniz confuta il tempo assoluto

In un tempo assoluto ed omogeneo, dove non esistono relazione e relatività fra le parti tali parti risultano essere identiche ed indistinguibili l’una dall’altra

non ci sarebbe stato nessun motivo per il quale Dio avrebbe dovuto creare il mondo proprio in un certo attimo, scegliendo un determinato istante a scapito di un qualsiasi altro

gli istanti fuori dalle cose non sono nulla, essi si vanno a definire proprio nel loro ordine successivo, determinando il tempo come ordine delle successioni

29Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Il tempo assoluto di Newton e quello relazionale di Leibniz si negano a vicenda

non sono due concezioni diverse, ma due concezioni opposte e contraddittorie

Leibniz usa la logica per dimostrare la sua tesi

Due principi:

il principio di ragion sufficiente

“in virtù del quale giudichiamo impossibile che un qualsiasi fatto sia vero o esista se non c’è ragionesufficiente perché sia così, anche se tali ragioni il piùdelle volte non possano essere conosciute”

il principio di identità degli indiscernibili

Non vi sono mai in natura due entità perfettamente uguali, se sono uguali sono la stessa cosa

La congiunzione dei due principi dimostra l’erroneità del tempo assoluto

se assumiamo il tempo assolutamente uniforme segue che ogni istante non differisce dagli altri

con ciò non c’è nessuna ragione sufficiente perché Dio crei il mondo in un preciso istante

il venir meno del primo principio fa cadere il secondo

L’impossibilità logico-metafisica sta proprio nello scegliere un istante di tempo per creare quando, non essendoci nulla di creato, non esiste neppureun tempo, che mette in relazione quanto creato, in cui poter esprimere una scelta

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2)

3)

30Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

DIO E IL TEMPO

LA PRECEDENZA DEL TEMPO SULLO SPAZIO

La realtà del tempo non è necessaria per l’eternità di Dio altrimenti Dio risulterebbe dipendente dal tempo

Non si può neppure ammettere che il tempo sia in Dio perché equivarrebbe a dire che gli uomini passeggiano nelle parti dell’essenza divina nascendo e morendo dentro la divinità

Per Leibniz, Newton e i suoi discepoli nel descrivere il rapporto Dio-tempo cadono nell’errore di alloglossia cioè fanno confusione tra un soggetto e le sue proprietà

…rispettivamente l’ordine delle coesistenze e quello delle successioni

Leibniz tratta spazio e tempo sempre in connessione definendoli…

la definizione di spazio risulta così dipendente da quella di tempo, in quanto esso sembra essere un caso particolare della sequenza temporale

lo spazio può essere visto semplicemente come un momento particolare della successione che ne registra la situazione in un determinato istante

Il tempo precede lo spazio, nella determinazione del primo si giunge alla manifestazione del secondo31

Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

David Hume, 1711-1776

La teoria di Newton e quella di Leibnizsono due approcci alternativi alla questione temporale

Entrambi però sono connessi in modo evidente alla nozione di Dio etrattano il tempo da un punto di vista anche teologico

Tale riferimento è antecedente a Newton ed è rintracciabile sia in Descartes sia in Locke

Per l’intero Seicento il concetto di tempo è associato a Dio di cui in alcuni casi rappresenta una proprietà, in altri una creatura; comunque

il tempo risultava dipendente da una realtà esterna all’uomo

Una svolta si ha con Hume…

la cui visione empirista e fortemente antimetafisica porterà ad interpretarel’intera conoscenza umana da un punto di vista esclusivamente percettivo

ed empiricomostrando l’infondatezza pratica di molte nostre concezioniquali quella della causalità, di Dio e dello stesso tempo

HUME E LA NOZIONE EMPIRICA DI TEMPO

32Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

La struttura temporale è alla base della teoria della conoscenza e della costruzione dei pensieri

L’idea di tempo non è un’idea semplice ma un complesso processo astratto

Il tempo è un’idea astratta complessache pur contenendo al suo interno una grande varietà di idee è rappresentata nell’immaginazioneda una singola

particolare idea di una determinata quantità

È attraverso il succedersi delle impressioni che emerge l’idea di tempo,

in più rispetto ai suoi predecessori, Hume vuol evidenziare anche un processo di generalizzazione di queste successioni

Essa appare essere, nella nostra mente, una singola idea, invece ha un carattere generale estremamente ampio

è proprio questageneralizzazione della consecuzione, che noi chiamiamo tempo.

IL TEMPO NELLA FILOSOFIA DI HUME

Il tempo è centrale nel pensiero di Hume, basato sullo studio delle idee:

Le idee si connettono tra loro tramite diverse tipologie di relazioniuna di queste è la relazione temporale

Il principio di associazione che lega le idee tra loro attraverso dei criteriidentifica tra questi la contiguità temporale

33Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

“ l’idea del tempo non deriva da un’impressione particolare mescolata ad altre, e da questenettamente distinguibile, ma nasce dalla maniera complessiva con la quale le impressionisi affacciano alla mente, senza essere nessuna di esse. Cinque note suonate nel flauto ci danno l’impressione e l’idea del tempo, ma il tempo non è una sesta impressione chesi presenti all’udito o ad altro senso”

Il tempo è sempre congiunto alle percezioni sequenziali che abbiamo degli oggetti.?Esso può, in maniera indipendente, costituire un’idea specifica nel nostro pensiero?

NO le idee non possono essere possedute al di là delle corrispondenti percezioni

Senza le impressioni e le idee la mente non arriverebbe mai ad una rappresentazione del tempo,

Il tempo non è un’idea primitiva ma “quella certa disposizionedi idee o di impressioni o di oggetti per cui l’uno segue all’altro”

Il tempo è solo un modo di ragionareappreso esclusivamente dall’esperienza

Il tempo non è direttamente un’impressionebensì una maniera di coglierle

Mostrando come l’idea di tempo non corrisponda direttamente a nessuna delle impressioniche proviamo essaviene privata della sua oggettività e della sua consistenza, caratteristichequeste che fino ad allora venivano attribuite al tempo come nozione

Passato, presente e futuro non possono risultare altro che abitudini della nostra coscienza avvezza dal succedersi quotidiano delle esperienze a ragionare in termini di prima, dopo e durante.

Il tempo dipende sempre dalle percezioni

Il concetto di tempo

34

esempio

Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Immanuel Kant,1724-1804

Il pensiero del filosofo tedesco Immanuel Kant si configura come un punto di rottura nella storia della filosofia

Egli vuol superare il rigido atteggiamento dogmatico presente in metafisica sottoponendo l’intero campo della conoscenza ad un giudizio critico

lo strumento privilegiato sarà la critica della ragione mirante a determinare le condizioni, le possibilità e i limiti della conoscenza umana

Il tempo svolgerà un ruolo di primissimo piano nel pensiero di Kantdiventando uno degli elementi reggenti della sua intera teoria conoscitiva

Kant sconvolgerà i concetti precedenti sul tempo osservando l’idea di temporalità da un punto di vista completamente nuovo ed innovativo

Per Kant il tempo è “una forma pura dell’intuizione sensibile”, cioè, una forma costituente del nostro pensiero, insita in esso, attraverso la quale

interpretiamo i fenomeni che ci si presentano nel momento di una esperienza

L’INNOVATIVA CONCEZIONE DI TEMPO IN KANT

Il tempo in Kant…

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Il tempo nella Dissertatiodel 1770

Nella dissertazione “Forma e principi del mondo sensibile”

Il metodo critico kantiano non è ancora messo completamente a puntoIl tempo invece viene già considerato in una maniera nuova che starà alla base delle opere future

Secondo Kant noi non percepiamo la realtà esterna come essa è di per sé ma la adattiamo, durante il processo conoscitivo, ad alcune forme preesistenti in noi grazie alle quali possiamo comprenderla: queste forme sono lo spazio ed il tempo

La rappresentazione del tempo non scaturisce dai sensi, ma è da questi presupposta

Ciò che penetra nei sensi, sia esso simultaneo o successivo, può essere considerato solo attraverso la mediazione del tempo

La successione non produce il concetto di tempo ma riposa su di esso

Ciò che la paroletta ‘dopo’ significa, lo capisco solo se il concetto di tempo la precede

Il tempo non è una struttura ordinatrice che impariamo a conoscere attraverso l’esperienza, è…

… una forma del pensiero propria della nostra mente,

alla quale le percezioni si adeguano per entrare nel novero delle nostre conoscenze

1)

36Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

È la forma del tempo, insita in noi che ci fa parlare di un prima o di un dopo, non sono ifenomeni esterni che avvenendo prima e dopo ci instillano la nozione di successione

Rivoluzione del pensieroSi inverte il punto di vista sul tempo che passa dall’essere considerato un’entità derivata all’essere un’entità derivante cioè dalla quale dipendono le

nostre considerazioni sugli oggetti e sulle manifestazioni esterne

Saranno le esperienze che dovranno per forza passare attraverso la categoria temporale prima di giungere codificate a noi…

…non le esperienze a generare il concetto di tempo

2)

“il tempo non è nulla di oggettivo e reale, né una sostanza, né un accidente e neppure una relazione…”

“…bensì è una condizione soggettiva, necessaria, in virtù della natura dello spirito umano, per ordinare ogni sensibile in una successione secondo una legge determinata”

Contro i precedenti: Descartes, Leibniz e Hume

Kant propone un tempo come forma soggettiva a priori della nostra percezione indispensabile per interpretare il reale

37Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Nel 1781 Kant pubblica la “Critica della ragion pura”……dove l’attuazione della sua metodologia criticista raggiunge l’apice

edificando un solidissimo sistema esplicativo della facoltà conoscitiva umana

Nel testo troverà piena maturazione una vera e propriadottrina del tempo

La “Critica della ragion pura” si propone lo scopo di individuare e studiare i meccanismi della costruzione della conoscenza

Questa nostra capacità per Kant si articola in tre facoltà caratteristiche che sono

la sensibilità, per mezzo della quale gli oggetti ci sono dati attraverso i sensi,

l’intelletto , mediante il quale pensiamo i dati sensibili, usando dei concetti

la ragione, che cerca di spiegare la realtà mediante le idee

nella prima parte della Critica denominata “Dottrina degli elementi”, Kant analizza

separatamente queste tre facoltà nelle rispettive sezioni:

“Estetica trascendentale”,

“Analitica trascendentale”

“Dialettica trascendentale”

La “Critica della ragion pura”

38Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

IL TEMPO NELL’ESTETICA TRASCENDENTALE

Nell’ “Estetica trascendentale” Kant studia la sensibilità

la sensibilità recepisce i contenuti esterni per mezzo di intuizioni

Intuizioni empirichedipendenti dalla

sensazione

Intuizioni pureprive del riferimento

alla sensazione

esistono solo due forme dell’intuizione sensibile,definibile come principi della conoscenza a priori

LO SPAZIO IL TEMPO

Spazio e tempo sonoforme della sensibilità preesistenti nella nostra menteche hannoil valore di categorie interpretative dei fenomeni che possiamo cogliere grazie alla sensazione

Al di là però della sensazione, spazio e tempo non sparisconoin quanto, essendo forme proprie dell’intelletto ed antecedenti ad ogni esperienza, sono i percorsi obbligati delle nostre rappresentazioni

Su spazio e tempo Kant fonda il punto di partenza del suo sistema

Nell’ “Estetica trascendentale” la trattazione del tempo viene suddivisa in due tipi di esposizione

metafisica, teorico-generale

trascendentale, indirizzata agli aspetti scientifici 39Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

L’esposizione metafisica del tempoLa prima esposizione elenca cinque punti caratterizzanti il concetto di tempo

“Il tempo non è concetto empirico, ricavato dall’esperienza”1)

comprendiamo parole e nozioni come prima e dopoperché abbiamo già la concezione del tempo in noi

la contemporaneità o il susseguirsi di due eventi non potrebbe neppure esserepercepita dai sensi se non fossimo a conoscenza del lorosignificato e tale significato riposa solo nel concetto di tempo, che quindi li deve precedere

solo conoscendo già il tempo e avendo nella nostra menteunastruttura temporalizzatrice possiamo collocare qualcosanel tempo

“Il tempo è una rappresentazione necessaria, alla base di tutte le intuizioni” 2)

il tempo è qualcosa di necessario in quanto senza il suooperare, non potrebbero giungerci le immagini dei fenomeni, ordinate in una precisa disposizione

solo attraverso il tempo è possibile la realtà dei fenomeni e se questi sparisseroil tempo, comunque, rimarrebbe come condizione della loro possibile esistenza

il tempo è un quadro di riferimento imprescindibile senza di essonon si potrebbe neppure parlare di processo conoscitivo

40Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

“Su questa necessità a priori si fonda anche la possibilità di principi apodittici deirapporti di tempo, o assiomi del tempo in generale. Esso ha una sola dimensione”.

3)

dalla necessità del tempo ricaviamo altri principi a loro volta necessari su di esso,anche tali principi non possono essere tratti dall’esperienza;

il tempo ha un'unica dimensione poiché diversi tempi non possono coesistere insieme, ma sono successivi

“Il tempo non è un concetto discorsivo o universale, ma una forma pura dell’intuizione sensibile”

4)

qui Kant dà precisamente la sua definizione di tempo come forma mentale a priori

il tempo non è discorsivo in quanto noi non lo astraiamo dalla constatazione di varie durate, ma intuiamo i vari tempi come parti dello stesso tempo, avendo come presupposto un’immagine originaria, e quindi pura, di tempo

“L’infinità del tempo non significa se non che tutte le quantità determinate di tempo sono possibili solo come limitazioni di un tempo unico, che stiaa loro fondamento”.

5)

la rappresentazione originaria del tempo non può essere data con delle limitazioni

il fatto che le parti del tempo si possano cogliere solo come limitazione di una certa entità fornisce una prova a favore dell’apriorità del tempo,

Kant non lega l’infinità del tempo a una potenziale divinità

41Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

In questa esposizione sul tempo gli scopi di Kant sono:Argomentare la caratteristica aprioristica del tempomostrando come esso sia legato all’intuizione

Opporsi alla visione empirista di Locke e Hume negando l’empiricità del tempo: la nozione di tempo non può essere ricavata dall’esperienza ma è esattamentel’opposto, essa va presupposta per poter comprendere una qualsiasi esperienza

Opporsi alla visione concettualistica di Leibniz: il tempo non è un concetto che esprime relazione tra gli oggetti; la sua natura non è discorsiva, la sua natura è intuitiva

L’esposizione trascendente del tempo

Il tempo permettendoci la comprensione del movimento è alla base di un gran numero di conoscenze proprio grazie alla “teoria generale del moto, che non ne è poco feconda”

l’apriorità del tempo e dello spazio, possono essere viste come il fondamento di unascienza sintetica a priori base a sua volta di altre scienze particolari: la matematica

Le intuizioni pure di spazio e tempo forniscono l’appoggio alle costruzioni matematiche. In particolare Kant individua le associazioni:

L’aritmetica si basa proprio sulla successione e sull’aggiunta di qualcosa per ottenere qualcosa di diverso; la successione è un concetto che dipende dall’intuizione del tempo,

l’aritmetica sarebbe impossibile senza il tempo

I concetti di cambiamento e di movimento derivano dalla rappresentazione del tempo

spazio � geometriatempo � aritmetica

42

Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

I tre corollari

a) “il tempo non è qualcosa che sussista per se stesso”

Kant si esprime apertamente contro la soluzione assolutista di Newton

Qualcosa di reale senza un riferimento alla realtà non ha alcun senso

Il tempo non può precedere gli oggetti come determinazione e ordine degli stessi, alla maniera di una condizione oggettiva

La dimensione del tempo è esclusivamente la condizione soggettiva attraverso la quale si verificano in noi tutte le intuizioni

b) “Il tempo non è altro che la forma del senso interno, cioè dell’intuizione di noi stessi e del nostro stato interno”.

Il tempo non può essere un entità indipendente da qualsiasi altra realtà oggettiva altrimenti sarebbe solo un recipiente vuoto che privato dei suoi oggetti continua ad esistere

solo in questa maniera, relativa al soggetto pensantepossiamo considerare il tempo come forma dell’intuizione a priori che sta prima degli oggetti

Dopo il tempo come forma pura dell’intuizione, caratterizzazione che per altro divideva con lo spazio,

questa di tempo come forma del senso internoè una definizione molto significativa del tempo

43Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-Verona-aprile 2015

Il tempo è alla base dei nostri stati interni e del loro disporsi uno di seguito all’altro

Non vengono implicate concezioni psicologiche, tuttavia il tempo diventa il protagonista del sentire umano

Il senso interno si riferisce all’intuizione di noi stessi quindi all’interiorità e all’interiorizzazione che, ora, sono completamente equiparati alla temporalità

Il tempo scandisce il susseguirsi dei processi conoscitivi che avvengono in noi,identificandosi con tale evoluzione intima

Il senso interno è contrapposto al senso esterno, identificato dallo spazio,

Il senso interno come successione temporale può essere rappresentato mediante una linea retta infinita

c) “Il tempo è la condizione formale a priori di tutti i fenomeni in generale”

Lo spazio è la forma pura delle intuizioni esterne e il tempo di quelle interne

Kant riserva al tempo una priorità fra i due

i fenomeni, rappresentino essi un qualcosa di esterno o un qualcosa di interno, devono appartenere, come modificazioni dello spirito, al senso interno e quindi al tempo

“universalmente: tutti i fenomeni in generale, cioè tutti gli oggetti dei sensi, sono nel tempo, e stanno fra di loro necessariamente in rapporti di tempo”

il tempo congloba in sé stesso lo spazioconfigurandosi, sotto tutti gli aspetti, come maniera universale per mezzo della quale intuiamo, percependo, il mondo nella sua totalità

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Oggettività e soggettività del tempo

Il tempo è una struttura mentale che ci permette di comprendere i fenomeni che sonoimmagini della realtà a noi esterna; esso non è oggettivorispetto alla realtà esterna,

rimane solo una condizione soggettiva della nostra intuizione

Se separiamo il tempo dalla nostra sensibilità esso sparisce, “essonon appartiene agli oggetti stessi, ma semplicemente al soggettoche li intuisce.”

Tuttavia un aspetto oggettivo rimane al tempo, quello riferito ai fenomeni che la nostra intuizione apprezza, rispetto ad essi il tempo è necessariamente oggettivo

Empiricità e idealità del tempo

Non vi è espressione esperienziale provata dalla sensazione che non sia soggetta al tempo

Il tempo non ha un esistenza assoluta, esso è ideale poiché si riferisce solo all’interpretazione che noi diamo dei fenomeni

Il tempo è lo stesso modificare sé stesso caratteristicodello spirito, determinandosi come autoaffezione dellospirito.

Questa separazione in due dell’animo in sé e nel suo stesso cambiamento, comunquevincolate in un'unica entità, costituisce esattamente l’origine autentica della temporalità

La temporalità

Il tempo è il principio stesso attraverso il quale lo spirito modifica sé medesimo

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IL TEMPO NELL’ANALITICA TRASCENDENTALE

Nell’“Analitica trascendentale” Kant concentra la sua attenzione sullafacoltà dell’intelletto e sulle sue determinazioni: i concetti.

Nell’ “Analitica dei concetti” , vengono elencati e legittimati quei particolari concetti a priori, detti categorie, che stanno alla base della nostra mente e forniscono le regole mediante le quali l’intelletto può pensare un qualsiasi oggetto

Come, tali categorie di pensiero possono venir applicate, nella pratica, ai fenomeni?

Nella sezione “Analitica dei principi” viene trovata la soluzione

che coinvolgerà direttamente il tempo

Il termine medio fra il carattere sensibile delle intuizioni e quello intelligibile delle categorie

una facoltà che ha per oggetto le intuizioni e che è in grado di operare un primo livello di sintesi di natura concettuale.

è identificato nell’immaginazione produttiva

L’immaginazione lavora esclusivamentesulla dimensione dellatemporalità e consente la trasformazione delle intuizioni sensibiliin concetti intellettivi mediante una loro caratterizzazione temporale.

Tale immaginazione elabora utilizzando particolari schemi, ciascuno dei qualinon è altro che una specifica struttura temporale costituita da particolari regole, che consentono di concettualizzare completando il passaggio da intuizione a concetto

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L’intelletto non potendo agire direttamente sugli oggetti, agisce su di essi indirettamente tramite il tempo e attraverso diverse modalità temporali condiziona la loro intelligibilità

Questo condizionamento avviene attraverso l’applicazione degli schemi, appunto, determinazioni del tempo organizzate su precise norme

“ lo schema…è un prodotto trascendentale dell’immaginazione, riguardante la determinazione del senso interno in generale, secondo le condizioni della sua forma (il tempo)”

Ogni concetto potrebbe avere uno schema, gli schemi più importanti sono quelli riferibili alle categorie, essi vengono chiamati: schemi trascendentali

Il tempo si configura come unica grande categoria che rende atto della maniera di funzionare della mente;solo una diversificazione dei vari aspetti del tempo rende ragione dei fondamentali modi di pensare

“determinazioni a priori del tempo secondo regole” che “si riferiscono secondo l’ordine delle categorie alla serie del tempo, al suo contenuto, al suo ordine e finalmente all’insieme del tempo rispetto a tutti gli oggetti”

Gli schemi trascendentali sono l’interpretazione temporale delle categorie

Le categorie possono essere ricondotte tutte ad una modalità temporale

Gli schemi sono determinazioni del tempo secondo regole e tali regole sono detteprincipi puri dell’intelletto

47Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

Ognunadelle dodici categorie kantiane può essere letta in linguaggio temporale

alla modalità sono connesse l’esistenza in un tempo determinato e l’esistenza in ogni tempo

Kant si sofferma molto sulla trattazione di queste corrispondenze,

Su di essi si basa l’intera rete della temporalità poiché sono:

alla quantità è associata la successiva addizione numerica nel tempo

alla qualità è legata l’intensità della presenza nel tempo dei fenomeni

alla relazionesono collegati gli aspetti di contemporaneità e successione

Secondo le quattro tipologie in cui sono distinte le categorie

È nella sezione relativa alla relazione, le “Analogie dell’esperienza”, che si identificano i tre modi fondamentali del tempo: la permanenza, la successione e la simultaneità

e divide i principi puri dell’intelletto in 4 gruppi

Assiomi dell’intuizione Anticipazioni della percezione

Postulati del pensiero empirico in generaleAnalogie dell’esperienza

“tre regole proprie di tutti i rapporti di tempo tra i fenomeni, secondo le quali l’esistenza di ciascuno di questi può essere determinata in rapporto all’unità di tutto il tempo, precederanno ogni esperienza, e la renderanno primieramente possibile”

Tutte e tre le modalità poggiano sul senso internoLa determinazione basilare del tempo è la permanenza che primeggia sulle altre due determinandole

“Solo nel permanente dunque sono possibili i rapporti temporali” 48Prof. Aldegheri-Liceo Messedaglia-

Verona-aprile 2015

Partendo da una puntuale critica alle visioni sul tempo precedenti

Kant costruisce un nuovo e originale concetto di tempo

Il tempo non è più qualcosa di oggettivo ed esterno dato dall’esperienza, da Dio o a noi comunque preesistente è qualcosa cheè proprio e

caratteristico della mente umanae del suo modo di percepire e pensare

Il tempo sta esattamene alla base della teoria della conoscenza adattando le immagini della realtà esterna a forme per noi comprensibili

Kant colloca il tempo completamentenell’ambito della soggettività: non una soggettività del singolo al pari di un’affezione o di un proprio punto di vista, ma una soggettività universale, perché caratteristica della specie umana nella sua totalitàil tempo è posto come forma pura, a priori, dell’intuizione ,

diventando lo strumento con cui ci rapportiamo alla realtàl’identificare il tempo con ilsenso interno, alla base dunque del nostro intero sentire, ci dice poi come il tempo risulti la categoria interpretativa principe del percepire

La temporalità funge da guida per l’intera strutturazione del sistema categoriale

Stando alla base dell’intera percezione intuitiva e del senso esterno, il tempo primeggia sullo spazio

Il tempo, costituisceil cardine della sensibilità e il fulcro dell’intelletto . Si evidenzia così che iltempo è presente sia all’inizio del percorso conoscitivo sia nel suo proseguo.

KANT E IL TEMPO

La dottrina del tempo di Kant appare solidissima e consistente49

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Grazie perl’attenzione

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