PROCEDURE DI CONTROLLO DEL DOLORE NEL CORSO DEL TRAVAGLIO ... · PAZIENTE in TRAVAGLIO DI PARTO...

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UOS Anestesia e Rianimazione in Ostetricia Ospedale S.Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma Maria Grazia Frigo PROCEDURE DI CONTROLLO DEL DOLORE NEL CORSO DEL TRAVAGLIO E DEL PARTO

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UOS Anestesia e Rianimazione in Ostetricia

Ospedale S.Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma

Maria Grazia Frigo

PROCEDURE DI CONTROLLO DEL DOLORE NEL CORSO DEL TRAVAGLIO E DEL PARTO

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Attualmente è il metodo più efficace per il controllo del dolore

nel travaglio del parto.

Nel nostro paese non è ancora popolare:

- per motivi di ordine culturale,

- di scarsa conoscenza della metodica,

- per carenze organizzative.

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IN U.S.A. 60 %

secondo le guidelines dell’A.S.A.

IN U.K.,Francia,Spagna 60 %

IN ITALIA 15 %

RICHIESTA DI PARTOANALGESIA

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CIAO Club Italiano Anestesisti

Ostetrici Segreteria c/o Triumph Congressi

Via P. Petronia, 3 00136 Roma

tel. 06.39727707 fax. 06.39735195

www.clubitalianoanestesistiostetrici.it

[email protected]

[email protected]

Il Club Italiano Anestesisti Osterici è una Associazione Scientifica che si prefigge i seguenti

scopi:

Promuovere lo studio, l’aggiornamento e lo scambio di esperienze tra professionisti

specialisti in anestesia che esercitino l’anestesia in ostetricia presso strutture

pubbliche o private in Italia

Incoraggiare la ricerca scientifica nel campo dell’anestesia ostetrica

Intrattenere relazioni con altre società scientifiche analoghe, in Italia e all’estero, al

fine di facilitare gli scambi di esperienze, di aggiornamento e culturali riguardanti

l’anestesia ostetrica tra diversi paesi.

Possono associarsi in qualità di soci ordinari, tutti i medici specialisti in anestesia e rianimazione

che dedichino almeno il 40% della loro attività istituzionale alla anestesia in ostetricia.

Possono associarsi in qualità si soci affiliati, tutti i medici non specialisti in anestesia e le

ostetriche che sono interessati alle problematiche dell’anestesia ostetrica.

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Andamento Parti 1975-2010 Ospedale Fatebenefratelli- Isola Tiberina-Roma anno

numero parti totali=102.494

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ANALGESIA IN TRAVAGLIO 1997-2010

Ospedale Fatebenefratelli- Isola Tiberina-Roma

TOT

%

Tot.parti in analgesia = 26.358

% %

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PER SODDISFARE LA RICHIESTA “EGOISTICA” DELLA MAMMA CHE NON

VUOLE SOFFRIRE ?

Per attenuare la risposta biologica al dolore, dannosa

per l’intero organismo specie se già alterato nei

suoi equilibri

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Il controllo del dolore del travaglio viene talvolta

erroneamente considerato come qualcosa di non necessario,

se non un optional potenzialmente pericoloso ma il dolore del

parto, di per sé, può assumere effetti negativi quando sia

molto intenso e/o molto prolungato.

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eccellente controllo del dolore

riduzione del consumo di ossigeno

riduzione dell’iperventilazione

riduzione dell’increzione di catecolamine e di

ormoni dello stress

miglioramento del circolo placentare

riduzione dell’ansia

madri più rilassate e cooperanti

•riflessi da quelli materni

•migliorata circolazione placentare come risultato

della vasodilatazione

•ridotta acidosi metabolica

•ridotto consumo di ossigeno

•miglioramento dell’ossigenazione pre-nascita

M

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Efficacia: contrazioni uterine percepite ma non dolorose

Sicurezza materno-fetale: bassissimi dosaggi di farmaci

Flessibilità: modulabile in base allo stadio del travaglio

Rispetto: non influenza negativamente la dinamica del travaglio e

del parto e l’outcome neonatale

ATTUALMENTE L’ANALGESIA CON LE TECNICHE PERIMIDOLLARI

E’ L’UNICA

CHE RISPETTA TALI CRITERI

CON IL PIU’ BASSO

RAPPORTO RISCHIO- BENEFICIO

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1985

1996

2010

… a libera scelta della

donna

•Travagli lunghi e particolarmente dolorosi

•Presentazione occipito-posteriore

•Contrattilità uterina non coordinata

•Ipertensione

•Anticipazione dell’anestesia nei travagli a rischio di TC

•Condizioni psicologiche particolari (MIF, scarsa

collaborazione della partoriente)

•Travaglio indotto

Da iniziali consensi per opzioni terapeutiche:

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“La richiesta materna é una giustificazione

sufficiente per la riduzione del dolore nel travaglio...

Non esistono altre circostanze in cui sia considerato

accettabile per una persona sperimentare un dolore

severo, se suscettibile di intervento sicuro, sotto

controllo medico”

American College of Obstetricians and

Gynecologists (1992)

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Approvvigionamento

PROCESSO DAY SURGERY

Gestione documenti

e registrazioni

Gestione

delle risorse

Gestione delle

non conformità

Gestione delle

verifiche ispettive

MIGLIORAMENTO CONTINUO

Approvvigionamento

PROCESSO DAY SURGERY

Gestione documenti

e registrazioni

Gestione

delle risorse

Gestione delle

non conformità

Gestione delle

verifiche ispettive

MIGLIORAMENTO CONTINUO

PROCESSO DELLA GRAVIDANZA

Gestione documenti

e registrazioni

Gestione

delle risorse

Gestione delle

non conformità

Gestione delle

verifiche ispettive

MIGLIORAMENTO CONTINUO

FASE POSTNATALE

E DI FOLLOW UP FASE DEL TRAVAGLIO FASE DELLA GRAVIDANZA

SVILUPPO PROCESSO DAY SURGERY SVILUPPO DEL PROCESSO GENERALE DELLA GRAVIDANZA

PROTETTA

INPUT

OUTPUT

(OUTCOME)

Gestione

del training Adeguatezza dello staff Consenso (documentato e

firmato) Tempi di risposta (PA&TC)

Livelli di Sicurezza (PA&T&RR) Monitoraggi/Strumenti/farmaci Frequenza di punture durali Tecniche di anestesia per TC Intubazione fallita o difficile

Adeguatezza della TAPO post TC

Riesame

della Direzione

Iniziative di correzione

Prevenzione e

miglioramento

AUDIT

Adeguamento e valutazione

Protocolli Operativi

Istruzioni Operative

Moduli e Cartelle

Strumenti e farmaci

VISITA

IN DAY HOSPITAL

Conferma del Consenso

Valutazione

Preintervento Intervento

Valutazione

Postintervento

Dimissione

Intervista Telefonica

della paziente

Gestione domiciliare

del paziente

Pts con

Ev.Avv.

diffusione della conoscenza

Brochure

Lezioni di

Presentazione

Consenso

Reperibilità

DEFINIRE GLI EVENTI

SENTINELLA

Scelta TeRapeutica

Identificazione delle necessità

Lista di attesa

INFORMAZIONE

Del Team e della Direzione

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LA CREAZIONE DEL TEAM

DI ANALGESIA ANESTESIA OSTETRICA

The Labor

collaborative group

Obstetrici

an

OR and ward

Nurses and

Midwifes

Anaesthesiologist

Patient

Fase multidisciplinare

e multispecialistica

Presa in carico

multidispecialistica

Continuità delle cure.

Informazione e Preparazione

Gestione dello stress

Analgesia

Mobilizzazione

Monitoraggio

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Team Il trattamento del dolore del travaglio richiede

una forte motivazione e una enorme cooperazione multidisciplinare e multiprofessionale

• Ogni team di trattamento del dolore da parto DEVE essere aggiustato in accordo alle condizioni e alle necessità locali

• Quando una struttura (ospedale, sezione, clinica o equivalenti) decide di introdurre una unità di cura che si occupi del dolore nel travaglio, DEVE essere formato un team in grado di rendere possibile una efficace implementazione.

• Nel team DEVE esistere una persona nominata alla quale sia affidata la responsabilità globale dell’organizzazione.

• In ogni Sala Travaglio, tutti i professionisti presenti, medici, ostetriche ed infermieri, sono responsabili delle cure erogate, ivi compreso il trattamento del dolore.

15

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Staff training Tutti i componenti dello staff della Partoanalgesia

devono effettuare regolari e ripetuti periodi di

training.

Il training deve includere:

Fisiologia e patofisiologia del dolore

Farmacologia del dolore

Tutti i metodi di trattamento localmente disponibili

I metodi di monitoraggio del dolore

Lo sviluppo e l’utilizzo dei documenti

per la valutazione e il trattamento del dolore.

Il Training deve enfatizzare l’importanza dell’approccio e della cooperazione multidisciplinare e multiprofessionale

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Per una analgesia sicura

• Risorse umane esperte e team esperto

• Protocolli e linee guida, audit

• Informazione coinvolgimento del team e delle partorienti (corsi di preparazione al parto, carta dei servizi, depliants, posters)

• Formazione continua

• Questionario preparto

• Consenso informato (art. 31 del codice di deontologia medica,1998)

• Valutazione anestesiologica

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Team Analgesia Ostetrica

MANUALE DELLA QUALITÀ:

PAZIENTE in TRAVAGLIO DI PARTO

GINECOLOGO Valuta le necessità di Induzione,

OT, episiotomia, secondamento

Verifica le condizioni ostetriche

Verifica il benessere fetale (CTG)

OSTETRICA Valuta le necessità di OT

Verifica l’attività contrattile

uterina, la progressione del

travaglio, il benessere fetale (CTG)

e le condizioni ostetriche

Sorveglia il livello di dolore e di

blocco motorio

Rapporto con ginecologo e

anestesista per fase espulsiva

Compila il partogramma (con AN)

ANESTESISTA Prepara la Pts alla PA

Decide i tempi dell’intervento

analgesico

Controlla le condizioni materne

Verifica la corretta analgesia, i

tempi, la cartella di analgesia.

Rimuove il catetere epidurale e

controlla il postpartum

Compila il partogramma (con OST)

SALA

TRAVAGLIO

OSTETRICA

Richiesta

della

donna

GIN/

OST

GINECOLOGO ANESTESISTA

Protocolli operativi:

Monitoraggio

Score di Bishop

CTG / FBS

Intervento per

emergenze

Esami ematici

Compilazione Cartella

Verifica e monitoraggio

Progressione Travaglio

Protocolli Operativi

Attivazione

Reperib/Guardia

Verifica Consenso

Controindicazioni Analgesia

Posiz. Catetere Epidurale

Gestione farmacologia

epidurale

Protocolli Operativi

Anamnesi

Ostetrica

Tecniche Induzione

PGE2 (EC/VG), OT

Indicazioni al Taglio

Cesareo

Indicazioni Episiotomia e

parto operativo

Monitoraggio

Clinico (PA, FC,

SaO2, Coscienza

etc..)

Indicazioni all’analgesia EP

Monitoraggio EP e

andamento travaglio

Gestione post-travaglio

Catetere epidurale

Verifica Anamnesi ostetrica

Monitoraggio Condizioni Ostetriche

Verifica Benessere fetale Dimissione Sala Travaglio

Accoglienza Richiesta

Monitoraggio Parametri materno-

ostetrici

Verifica reperto ostetrico

Attiva intervento Ginecologo

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prodotto nell’ambito del

Programma Nazionale

Linee Guida-PNLG,

dall’ASSR e ISS

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Struttura ciò che uso ovvero ho a disposizione

Processo Ciò che faccio ovvero come lo faccio

Esito Quali sono i risultati del mio operato

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EFFETTI DELLA PARTOANALGESIA SULL' ATTIVITA' UTERINA

L'influenza della partoanalgesia sulla

progressione del travaglio è oggetto di numerose discussioni, particolarmente tra anestesisti e ginecologi.

• difficoltà di confrontare tra loro risultati legati a tecniche anestesiologiche e gestioni ostetriche molto differenti

• impossibilità di realizzare degli studi prospettici completamente randomizzati.

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Friedman et al. 1978

FASE ATTIVA

1° STADIO

2° STADIO

MEDIA 4,6 h 1,1 h

LIMITI 11,7 h 2,9 h

REGRESSIONE NON LINEARE CON CURVA DI TIPO LOGISTICO CHE FA

RIFERIMENTO ALL’EQUAZIONE

y = C/ 1+e(a + bx)

Frigo,Todde, Celleno 2011

FASE ATTIVA

1° STADIO

2° STADIO

MEDIA 4,9 h

LIMITI 7,1 h 2,6 h

1,09 h

Frigo MG,Todde C,Celleno D et al Rebuilding the labour curve during neuraxial analgesia J

Obstet Gynecol Res 2011 Jun 16 doi :10.1111/j1477-0756

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Taglio

cesareo

Parto

spontaneo

Confronto andamento del PARTO SPONTANEO con il

TAGLIO CESAREO

PS 85%

TC 11%

PO 4 %

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Indicazioni per il TC e per i PO

INDICAZIONI al taglio cesareo

Mancato impegno della PP

Mancata progressione

Iniziale distacco di placenta

Iniziale sofferenza fetale

Prolasso di funicolo

INDICAZIONI applicazione

ventosa

Ipocinesia uterina

Mancata rotazione e progressione

Decelerazioni variabili ripetute

CTG non rassicurante

INDICAZIONI

Applicazione forcipe

Sofferenza fetale ed esaurimento

forze propulsive

PS 85%

TC 11%

PO 4 %

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Conclusioni

Il concetto di

“medicalizzazione” su cui tanto

si dibatte, non è dato dalla

presenza o meno dell’ analgesia

peri-midollare, ma si basa sul

forzare i tempi di un evento

fisiologico, generato

probabilmente da “paure”o

“ansie” interiori, presentate

dall’ operatore

Abbiamo avuto la necessità di poter

descrivere nuovamente le curve del

partogramma, per assicurare una

corretta assistenza ostetrica nei

travagli in analgesia

peri-midollare e per non correre il

rischio di un eccessivo interventismo

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"La terapia del dolore: orientamenti

bioetici" 30 marzo 2001

"Il dolore del parto ha caratteristiche

del tutto peculiari perché si verifica in

un organismo sano, ha una sua

durata, dopo di che ritorna il

benessere e sopravviene la

gratificazione della nascita. ….

Per molte donne comunque il dolore del

parto è un grosso scoglio da superare, un

passaggio che assorbe molte energie

limitando le possibilità di una

partecipazione più concentrata e serena

all’evento, partecipazione che costituisce

l’optimum da realizzare per le vie più

varie.

L’analgesia (come peraltro ogni

preparazione al parto), per realizzare al

meglio questo fine, dovrebbe però far parte

di un programma di assistenza alla

gravidanza che si propone una visione

globale del nascere e non porsi come un

evento isolato, "scarsamente informato",

che viene proposto in sala parto.

Con questa visione più ampia il ricorrere alla sedazione

del dolore del parto non si porrebbe come alternativa al

parto naturale, ma come mezzo che la medicina offre per

compiere una libera scelta e per realizzare con la

sedazione del dolore un maggior grado di

consapevolezza e di partecipazione all’evento.

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www.clubitalianoanestesistiostetrici.it

[email protected]

[email protected]

Il CLUB ITALIANO ANESTESISTI OSTETRICI è un’associazione scientifica costituita da

anestesisti,ginecologi,ostetriche,neonatologi che dedicano continuativamente la loro attività istituzionale

all’ostetricia o che voglio aggiornarsi sull’argomento

Lo scopo del Club è quello di: promuovere e coordinare lo studio, l'aggiornamento e lo scambio di

esperienze tra professionisti specialisti in anestesia che esercitino l'anestesia in ostetricia presso strutture

pubbliche o private in Italia, incoraggiare la ricerca scientifica nel campo dell'anestesia ostetrica; intrattenere

relazioni con altre società scientifiche analoghe, in Italia e all'estero, al fine di facilitare gli scambi di

esperienze, di aggiornamento e culturali ;promuovere la divulgazione di informazione scientifica circa

l'anestesia e l'analgesia e la terapia intensiva in ostetricia, sia sul piano dei medici specialisti che sul piano

del pubblico e dei mass-media.

in collaborazione con il

GINS

(Gruppo Italiano Nascita Sicura) coordinatore Rinaldo Zanini

[email protected]

3355951287

AUDIZIONE ”Indagine conoscitiva sul percorso nascita e sulla situazione dei punti

nascita con riguardo all’individuazione di criticità specifiche circa la tutela della salute

della donna e del fetoe sulle modalità di esercizio dell’autodeterminazione della donna

nella scelta tra parto cesareo o naturale. NASCERE SICURI”

AULA Commissione Igiene e Sanità 28 SETTEMBRE 2011

Dott.ssa Maria Grazia Frigo

Responsabile formazione CIAO

Responsabile UO Anestesia e Rianimazione in Ostetricia

Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma

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Obiettivo

Si intende avviare un progetto per migliorare la qualità delle cure offerte all’utenza in ambito

ostetrico, offrendo alle donne che non sono in grado di affrontare serenamente l’eventualità del

travaglio la possibile opzione analgesica come alternativa al taglio cesareo su richiesta materna

aumentando altresì la sicurezza con la presenza della figura dell’anestesista-rianimatore quale

garante dell’emergenza.

Le finalità del progetto sono:

Perseguire la tutela della salute materna, del benessere del nascituro;

Promuovere un’appropriata assistenza alla nascita divulgando anche a livello territoriale la

conoscenza delle modalità di assistenza compreso il controllo del dolore nel travaglio;

Sviluppare la consapevolezza nei cittadini dell’offerta sanitaria relativa alla possibilità del

controllo del dolore durante il travaglio ed il parto con lo scopo di promuovere una gestione

libera e sicura dell’evento parto;

Garantire a tutte le donne di ricevere la prestazione perlomeno in un centro per ogni

provincia (DGR n° 34 del 19/01/2007) in condizioni di parità, di sicurezza, di piena e

completa informazione;

Costruire appositi percorsi per facilitare l’accesso e consentire un utilizzo informato ed

appropriato della parto analgesia;

Ridurre la percentuale dei tagli cesarei su richiesta materna o non dettati da particolari

condizioni patologiche;

Ridurre la morbilità-mortalità materna correlata al travaglio e/o parto all’interno delle

strutture sanitarie del SSN;

Attuare programmi di risk management proattivo nell’ambito del processo gravidanza e

parto.

L’analgesia per il parto

Negli ultimi venti anni si è visto un continuo aumento di interesse sia da parte medica che da parte delle

partorienti nei riguardi dell’analgesia per il parto. Come precedentemente sottolineato circa la metà delle

donne negli Stati Uniti ed in Francia fanno ricorso a questa tecnica. In Italia la percentuale è ancora

estremamente bassa; tale resistenza è da attribuire a diversi fattori, primi tra tutti quelli di ordine culturale

che vedono, in un paese cattolico, il parto strettamente legato ad un concetto di sofferenza biblica. Accanto a

questo va segnalata la scarsa informazione che c’è intorno a questa tecnica e, in molte realtà, la carenza di

personale che impedisce la presenza, assolutamente necessaria, di un anestesista dedicato 24 ore su 24.

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Attualmente la moderna anestesiologia offre alla donna la possibilità di controllare il proprio dolore

durante il travaglio ed il parto mediante l'analgesia loco regionale, consentendo allo stesso tempo un parto

spontaneo e fisiologico.

Oggi sembra esserci una forte spinta dell’utenza, probabilmente attribuibile alla maggiore informazione

su questo problema e alla maggiore conoscenza delle tecniche per il parto indolore, tanto che anche la

politica si è accorta di questa esigenza da parte delle donne di scegliere di vivere l’esperienza parto nella sua

completezza, scevra da dolore.

Tutto ciò dimostra come l’analgesia epidurale sia passata dall’essere opzione terapeutica in determinate

circostanze, quali travagli lunghi e particolarmente dolorosi, presentazione occipito-posteriore, contrattilità

uterina non coordinata, ipertensione, anticipazione dell’anestesia in travagli a rischio di taglio cesareo,

condizioni psicologiche particolari, travaglio indotto, ad una libera scelta della donna, che vuole vivere il

momento probabilmente più importante della sua vita con piena partecipazione e coinvolgimento, in piena

serenità. Quest’ultimo concetto è ribadito dal Comitato Nazionale Bioetica

L’analgesia (come peraltro ogni preparazione al parto), per realizzare al meglio questo fine, dovrebbe

però far parte di un programma di assistenza alla gravidanza che si propone una visione globale del nascere e

non porsi come un evento isolato, "scarsamente informato", che viene proposto in sala parto.

Con questa visione più ampia il ricorrere alla sedazione del dolore del parto non si porrebbe come

alternativa al parto naturale, ma come mezzo che la medicina offre per compiere una libera scelta e per

realizzare con la sedazione del dolore un maggior grado di consapevolezza e di partecipazione all’evento.

La realizzazione di tale progetto richiede una mobilitazione su vari piani.

Quello che attualmente si fa è lasciato alla buona volontà delle strutture nelle sue varie componenti: non

esiste infatti, per questo tipo di assistenza alcun incentivo di natura economica né per le Aziende ospedaliere

né per gli Anestesisti. I servizi come numero di personale coprono le attività essenziali, laddove sarebbe

necessario per realizzare un’analgesia 24 ore su 24 un servizio di Anestesia Ostetrica a tempo pieno. Il diritto

della partoriente di scegliere un’anestesia efficace dovrebbe essere incluso tra quelli garantiti a titolo gratuito

nei "livelli essenziali di assistenza".”

L’anestesia ostetrica non è particolarmente popolare tra gli anestesisti per il carico di stress, chiamate

notturne e rischi che ad essa è legato, inoltre l’anestesista ostetrico fa parte, di un team e il suo lavoro

richiede un’integrazione tra figure diverse. Inoltre la specialità impone di comunicare con “partorienti”, cioè

speciali pazienti che sono in uno stato emotivo molto particolare.

L’anestesista ostetrico è chiamato ad un lavoro di gruppo multidisciplinare perché un servizio di anestesia

ostetrica deve provvedere ad una vasta gamma di servizi e non deve essere semplicemente un “servizio

epidurali” dove l’anestesista venga visto come un dispenser di punture sulla schiena.

L’anestesista ostetrico ha, all’interno del team perinatale, compiti tecnici, di formazione e di

informazione. I compiti tecnici sono rappresentati dalle competenze che l’anestesista ha nell’ambito del

servizio e sono i seguenti:

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anestesia per tutti gli interventi chirurgici

analgesia per il travaglio ed il parto

analgesia post-operatoria

attività di consulenza all’interno del dipartimento

attività di consulenza ambulatoriale e perioperatoria

intervento nelle emergenze

co-interessamento nelle pazienti ad alto rischio

supervisione dei controlli delle apparecchiature di sua competenza

Per quanto riguarda i compiti di formazione, questi si rivolgono alle altre figure che fanno parte del team, ma

anche a specialisti in formazione o in aggiornamento che provengono da altri ospedali. Tali compiti quindi

sono:

o formazione permanente del personale infermieristico ed ostetrico del dipartimento sulle

problematiche relative all’anestesia, alla rianimazione ed al pronto intervento delle emergenze

nell’ambito dipartimentale

o scambio ed aggiornamento interdisciplinare con i colleghi del dipartimento (ostetrici e

neonatologi)

o formazione ed aggiornamento della propria equipe

o attività didattica rivolta a specialisti in formazione o in aggiornamento provenienti da altri

ospedali

Per quanto riguarda infine i compiti di informazione, questi comprendono:

la partecipazione ai corsi di preparazione al parto

la promozione dell’informazione sulle tematiche dell’analgesia e dell’anestesia

consenso informato in ostetricia.

Ma il punto forse più importante è quello che riguarda il consenso informato. L’articolo 31 del Codice

Deontologia Medica (1998) dice che: “Il medico non deve intraprendere attività diagnostica o terapeutica

senza il consenso del paziente validamente informato.

Il procedimento diagnostico e il trattamento terapeutico che possano comportare grave rischio per

l'incolumità del paziente, devono essere intrapresi, comunque, solo in caso di estrema necessità e previa

informazione sulle possibili conseguenze, cui deve far seguito una opportuna documentazione del consenso.

In ogni caso, in presenza di esplicito rifiuto del paziente capace di intendere e di volere, il medico deve

desistere da qualsiasi atto diagnostico e curativo, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la

volontà del paziente, ove non ricorrano le condizioni di cui al successivo articolo 33”.

Il consenso informato delle partorienti viene, nella maggioranza dei casi, raccolto durante la valutazione

anestesiologica che viene sostenuta intorno alla 32a settimana di gestazione ed è, nella quasi totalità dei casi,

scritto.

Attualmente l’analgesia locoregionale è il metodo più efficace per combattere il dolore del travaglio e del

parto.

Sebbene il controllo del dolore del travaglio possa venire ancora considerato come qualcosa di “non

necessario”, l’analgesia in realtà si è dimostrata apportare sicuri benefici sia alla madre che al nascituro. In

effetti, Il dolore del parto può assumere di per sé effetti negativi quando sia molto intenso e prolungato.

Esistono inoltre, come già precedentemente accennato, situazioni abbastanza precise che possono essere

considerate delle vere e proprie indicazioni all’analgesia durante il travaglio

Della analgesia per il travaglio di parto va sottolineata e “sfruttata” la modulabilità e flessibilità, la

possibilità cioè di adeguarsi non solo alle diverse fasi del travaglio, caratterizzate ciascuna da un dolore con

connotazioni peculiari, ma di adeguarsi alla donna stessa, alle sue caratteristiche e alle sue aspettative, che le

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permetta di ottenere un’analgesia ottimale e pienamente soddisfacente, che rispetti la fisiologia del parto e

che riduca quel senso di medicalizzazione dell’evento parto legato indissolubilmente al ricovero in ospedale.

L’epidurale nel travaglio è stata associata a vari eventi avversi legati alla dinamica del parto, al suo

espletamento e/o all’outcome neonatale ma le informazioni disponibili al riguardo sono spesso inconclusive.

Gli studi sull’impatto dell’ AE in ospedali ove prima tale tecnica non era eseguita non hanno dimostrato

alcuna variazione significativa del tasso di tagli cesarei 3-5. Gli studi retrospettivi hanno un’intrinseca

difficoltà di dimostrare una relazione causa-effetto tra intervento ed outcome, e nel caso specifico tra

epidurale e TC. Gli studi prospettici randomizzati in doppio cieco, rappresentano il “gold standard” per

stabilire una causa effetto tra epidurale e incidenza di TC, sono difficili da realizzare anche perché data

l’ottima qualità analgesia che questa tecnica è in grado di fornire, non è eticamente corretto fare rinunciare

ad essa un gruppo di controllo. Vi è quindi di base una difficoltà nella selezione della letteratura da

analizzare anche perché sono numerose le variabili associate in gioco. L’analisi della letteratura arriva a

conclusioni in parte sovrapponibili e in parte diverse: non si può ancora definire con certezza se l’analgesia

peridurale aumenti o meno l’incidenza di parti strumentali.

Dato importante per la morbilità materna e neonatale ad essi associabile, non vi è variazione di outcome.

Analgesia, Anestesia e Terapia Intensiva in Ostetricia Celleno D & Frigo MG CISU 2008 Frigo MG, Larciprete G.,Rossi F, Fusco P,Todde C, Sherba J,Panetta v, Celleno D Rebuilding the labour curve during neuraxial

analgesia J.Obstet Gynaecol.Res.2011 Jun 16 doi :10.1111/j1477-0756

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ORGANIZZAZIONE DI UN SERVIZIO DEDICATO

PER L’ANESTESIA IN OSTETRICIA

Tutto quanto detto precedentemente richiede un impegno soprattutto da parte delle organizzazioni

sanitarie con la necessità di elaborazione di linee guida per l’attivazione di servizi dedicati e lo stanziamento

di fondi e risorse, anche umane, dedicati: l’erogazione di una anestesia sicura è responsabilità individuale dei

componenti di un servizio di anestesia ostetrica la cui organizzazione spetta al direttore del dipartimento di

anestesia, infatti un servizio valido può essere fornito solo se gli anestesisti esperti in anestesia ostetrica sono

immediatamente disponibili in ogni momento per i parti fisiologici operativi, chiamate d’emergenza e

analgesia in travaglio.

Questo è già emerso da quanto sostenuto dal CNB ed è quanto richiedono le donne da una parte

(possibilità per tutte di usufruire liberamente di questa possibilità) e gli anestesisti dall’altra (fornire un

servizio al numero maggiore possibile di donne, ma in assoluta sicurezza).

I cardini su cui si basa un servizio di anestesia ostetrica sono: le risorse umane e l’utilizzo di protocolli e

linee guida.

Le risorse umane sono rappresentate da:

i direttori di UOC (anestesista, neonatologo,ginecologo) che devono essere estremamente motivati così

da mantenere a loro volta l’adesione convinta dei teams.

Anestesista, ginecologo e neonatologo dedicati che insieme raccolgono e risolvono i problemi, nel modo

più aggiornato possibile, promuovendo analisi e progetti. Hanno anche il compito di mantenere la

comunicazione tra le equipe e di informare costantemente le partorienti.

Ostetriche, senza la cui collaborazione è impensabile qualsiasi integrazione tra le parti; esse partecipano

a tutte le fasi di collaborazione.

Partorienti divengono a pieno titolo parte integrante del processo, se opportunamente informate.

All’interno del processo è fondamentale una buona comunicazione, nella fiducia e nel rispetto delle

specifiche competenze, con un linguaggio comune che si avvale di protocolli e linee guida. Laddove esistano

ostilità è necessario per ciascuna delle parti difendere il proprio operare, con l’ostetrica che cerca di portare a

termine nel migliore dei modi il parto, mentre l’anestesista si fa garante del confort e della sicurezza

dell’unità madre-feto, sempre ricordando però che le attività reciproche devono essere sinergiche e non in

opposizione.

L’altro cardine di un servizio di anestesia ostetrica è l’adozione di protocolli clinici comportamentali ed

organizzativi , necessari per un comportamento omogeneo dell’equipe, non esposto a opinioni personali. Essi

sono elaborati da medici dedicati, discussi poi in sedute di aggiornamento. I protocolli garantiscono la qualità

in tutte le fasi del processo, dall’informazione della partoriente, passando per il consenso scritto e i criteri di

ammissione e di esecuzione delle tecniche, e al monitoraggio.

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L’importanza dei protocolli sta nella possibilità che essi forniscono di riproducibilità dei risultati, di

omogeneità di comportamento di tutti gli operatori, di sicurezza anche in mani meno esperte e di verifica

della casistica.

ANALGESIA PERIMIDOLLARE IN TRAVAGLIO DI PARTO

1. Lista di distribuzione

2. Emissione

3. Scopo

4. Campo di applicazione

5. Riferimenti

6. Definizioni

7. Responsabilità

8. Descrizione delle attività e modalità operative

9. indicatori e parametri di controllo

10. Allegati

Lista di distribuzione

La seguente procedura deve essere distribuita al personale medico e ostetrico del Dipartimento

Materno-Infantile Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma

Emissione

Revisione Data Redazione Approvazione

1 01/03/11 Dott.ssa MG Frigo UOS Anestesia Ostetrica

Direttore UOC

Anestesia e

Rianimazione

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Scopo

Garantire omogeneità di comportamenti fra i membri dell’equipe anestesiologica, per salvaguardare la sicurezza della partoriente, la qualità

dell’intervento e facilitare la collaborazione, attraverso percorsi standardizzati con i colleghi ginecologi e con le ostetriche.

Campo di applicazione

Sala parto Dipartimento Materno-Infantile Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola

Tiberina Roma

Riferimenti

Autore Titolo Data

ASA Task- force on Obstetrical Practice Guidelines for Obstetrical Anaesthesia 2007

CIAO Protocolli relativi all’Osp. Fatebenefratelli-Isola

Tiberina Roma www.ciao.it

2011

Celleno D. Frigo MG Analgesia,Anestesia e Terapia Intensiva in Ostetricia

CISU Ed

2008

The Royal College of

Anaesthetists

Obstetrics services: raising the standard 2005

ACOG Practice Bulletin Clinical Management guidelines for Obstetricians and

Gynecologists

2009

Reproductive Care Program of

Nova Scotia- Canada

Labor Analgesia Guidelines for Obstetrical Practice

Reproductive Care Program

2005

NICE Caesarean section Clinical Guideline 2004

OAA/AAGBI Guidelines for Obstetric Anaesthetics Services 2005

SOAP Guidelines for Regional Anesthesia in Obstetrics 2006

Cochrane Database Syst Rev

2005; 19;(4):CD000331

Anim-Somuah M, Smyth R, Howell C. Epidural versus

non-epidural or no analgesia in labour.

2005

Marucci M, Cinnella G,

Perchiazzi G, Brienza N, Fiore

Patient-requested neuraxial analgesia for labor:

impact on rates of cesarean and instrumental vaginal

delivery. Anesthesiology 2007; 106:1035-45.

2007

Frigo MG, Larciprete G.,Rossi F, Fusco

P,Todde C, Sherba J,Panetta v, Celleno D

Rebuilding the labour curve during neuraxial analgesia J.Obstet

Gynaecol.Res.2011 Jun 16 doi :10.1111/j1477-0756 2011

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Halpern SH, Muir H, Breen TW,

Campbell DC, Barrett J, Liston R,

Blanchard W.

A multicenter randomized controlled trial comparing

patient-controlled epidural with intravenous analgesia

for pain relief in labor. Anesth Analg 2004;

99(5):1532-8.

2004

Wang F, Shen X, Guo X, Peng

Y, Gu X;

Labor Analgesia Examining Group. Epidural analgesia

in the latent phase of labor and the risk of cesarean

delivery: a five-year randomized controlled trial.

Anesthesiology 2009;111:871-80.

2009

Abenhaim HA, Fraser WD. Impact of pain level on second-stage delivery

outcomes among women with epidural analgesia:

results from the PEOPLE study. Am J Obstet Gynecol

2008 Nov;199:500.e1-6

2008

Responsabilità

Attività Medico

Anestesista

Medico

Ginecologo

Ostetrica

Valutazione ostetrica R R*

Indicazione inizio analgesia R* R R*

Esecuzione dell’analgesia R C

Monitoraggio dell’analgesia R C

Mantenimento dell’analgesia R R C

Espletamento del parto R* R R

Rimozione del catetere e controllo

postpartum

R C

R*= responsabile per le specifiche competenze

R= responsabile

C= coinvolto

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IL MODELLO ORGANIZZATIVO

Il responsabile della procedura clinica anestesiologica, per quanto riguarda le competenze specifiche e per

tutta la durata della stessa, è lo specialista in Anestesia e Rianimazione.

Il responsabile della procedura clinica ostetrico-ginecologica per tutta la durata del travaglio e del parto è in

relazione alle proprie competenze il Ginecologo e l’Ostetrica. Questi possono avvalersi, ove lo si reputi

necessario, della collaborazione di personale infermieristico specificatamente istruito nel monitoraggio della

partoriente, comunque definito nell’ambito di procedure e protocolli specifici, elaborati secondo EBM,

codificati, condivisi e validati.

All’atto della richiesta di analgesia questa deve essere sempre validata dal parere favorevole del Ginecologo

Ostetrico e dell’Anestesista.

Alle gestanti, per una scelta libera, consapevole e responsabile, devono essere fornite informazioni adeguate

e complete sulle metodiche di analgesia e sulle tecniche di supporto, farmacologico e non, per il controllo del

dolore. Tali informazioni devono comprendere le relative indicazioni, i possibili benefici per la madre e per

il feto, le controindicazioni, nonché le eventuali complicanze. Deve essere altresì fatto presente che il ricorso

ad una analgesia farmacologia può modificare l’andamento temporale della curva di dilatazione/discesa della

testa fetale, rispetto a quello di riferimento attuale (curva di Friedman/Zhang) senza comunque alterare la

dinamica del parto.

Dette informazioni, fornite dall’anestesista, devono essere parte integrante dei corsi di accompagnamento

alla nascita, finalizzati a garantire la continuità assistenziale tra ospedale e territorio. In ogni caso, le gestanti

che intendono usufruire di una procedura anestesiologica durante il travaglio ed il parto devono essere

preventivamente sottoposte a visita specialistica preferibilmente durante l'ultimo mese di gravidanza, e/o

prima, ove sussistano patologie comprovate legate o no alla gravidanza. Durante la visita deve essere

compilata una cartella con i dati anamnestici e clinici della gestante e dopo adeguata informazione deve

essere richiesto e sottoscritto il consenso all’effettuazione della procedura. Detta cartella verrà integrata

successivamente con i dati relativi alla analgesia, durante la sua effettuazione. In assenza di visita preventiva,

la cartella verrà compilata all’atto della richiesta dell’analgesia e verrà valutato il rischio/beneficio e la

possibilità di esecuzione.

Come complemento al colloquio informativo della paziente sarebbe opportuno consegnare un opuscolo che

illustri le tecniche, le indicazioni, le controindicazioni e gli eventuali effetti collaterali delle procedure

analgesiche.

Per l’esecuzione delle procedure devono essere elaborati protocolli clinici, organizzativi ed assistenziali a

cura degli Ostetrici Ginecologi, degli Anestesisti e delle Ostetriche e del personale Infermieristico ove

presente. I protocolli devono essere condivisi a livello multidisciplinare, approvati dalla Direzione Sanitaria,

adeguati alle caratteristiche della struttura, facilmente consultabili e periodicamente aggiornati, oltre che

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continuamente verificati per quanto riguarda la loro adozione ed i risultati ottenuti, secondo i principi di

governo clinico localmente adottati.

E’ indispensabile un programma di formazione specifica aziendale che coinvolga Anestesisti, Ginecologi

Neonatologi/pediatri ed Ostetriche, le cui finalità devono essere:

- acquisizione di capacità clinico diagnostiche nell’ambito dell’Anestesia in Ostetricia;

- prevenzione delle situazioni di rischio materno e neonatali tendenti a diminuire morbilità e mortalità;

- miglioramento dell’organizzazione dipartimentale in funzione della costruzione di percorsi diagnostico-

terapeutici che favoriscano l’integrazione e la collaborazione multidisciplinare (governo clinico);

- la gestione del rischio clinico a salvaguardia e tutela della sicurezza dei pazienti e del personale.

Detti programmi, da considerare propedeutici all’attivazione del progetto, devono essere condotti nell’ambito

dei programmi ECM privilegiando, oltre a sistemi tradizionali, la formazione sul campo in centri specifici di

riferimento, moltiplicando esperienze multiprofessionali e interdisciplinari, con la previsione di personale

esperto che, per fini didattici, presti per un periodo di tempo definito, la propria attività presso l’ospedale

dove opera il personale da formare.

Le strutture in cui sono già in attività servizi di anestesia ostetrica, possono fungere da riferimento per le altre

strutture per il training pratico specifico purchè dimostrino il riscontro dei criteri del modello organizzativo

proposto ed una pregressa esperienza pluriennale nell’ambito dell’applicazione delle tecniche e procedure

precedentemente menzionate.

Preferibilmente dovrebbero essere centri con oltre 2500 parti/anno adeguati alla gestione di tutte le patologie

della gravidanza in cui le tecniche di controllo del dolore del parto siano presenti e applicate in misura

maggiore o uguale al 35%.

La formazione specifica di tutto il personale coinvolto: Anestesista, Ginecologo, Ostetrica, Neonatologo,

Personale Sanitario non medico, deve essere codificata attuata e verificata, soprattutto per quanto attiene al

riconoscimento degli effetti collaterali e delle complicanze. E’ assolutamente indispensabile evidenziare che

l’anestesista, inserito nel percorso nascita e nel controllo del dolore da parto, deve avere una formazione

specifica nel settore ostetrico e un livello di esperienza, per potere affrontare con equità e competenza le

procedure del controllo del dolore da parto, secondo medicina basata sull’evidenza (EBM).

L’elenco delle strutture che assicurano il Controllo del dolore durante il travaglio ed il parto vaginale

secondo i criteri descritti deve essere disponibile a livello regionale e portato a conoscenza dei servizi per la

maternità in particolare dei consultori.

Un registro regionale, aggiornato annualmente sulle procedure di controllo del dolore durante il travaglio ed

il parto epidurale e le complicanze sarebbe auspicabile.

FORMAZIONE DEGLI OPERATORI: RAZIONALE SCIENTIFICO E LEGISLATIVO

La mortalità e morbosità materna correlate a travaglio e/o parto sono fenomeni sempre più rari nei

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paesi socialmente avanzati. Tuttavia, le indagini confidenziali e i comitati sulla mortalità materna

istituiti in diversi paesi europei rilevano un’incidenza del fenomeno maggiore di quanto le notifiche

volontarie riportano e stimano che circa la metà delle morti materne rilevate potrebbe essere evitata

grazie a migliori standard assistenziali.

Oggetto del presente Corso è la gestione delle condizioni di rischio clinico in corso di travaglio e/o

parto all’interno dell’ospedale al fine di prevenire esiti sfavorevoli e/o fatali.

Infatti, l’assistenza al di sotto dello standard (substandard care) risulta frequentemente associata alla

mortalità materna .

Inoltre, va considerato che il più frequente ricorso al taglio cesareo in Italia (36% nel 2003) rispetto

all’Europa, potrebbe aumentare l’esposizione al rischio di morbosità e mortalità materna per alcune

condizioni cliniche.

Affrontando il tema del parto senza dolore si ritiene che si entri inevitabilmente in un campo più

vasto strettamente correlato con quello della tutela globale della salute della donna e del bambino.

Quindi l'introduzione dell'anestesista nel percorso nascita deve essere vista non solo come la

possibilità di abolire il dolore, ma come garanzia in caso di emergenza così come accade in tutte le

altre specialità chirurgiche.

La gravidanza ed il parto sono infatti eventi fisiologici che possono talora complicarsi in modo non

prevedibile e con conseguenze gravi per la donna, per il nascituro e per il neonato. L'effettuazione

delle procedure anestesiologiche comporta la presenza dell'anestesista-rianimatore nei dipartimenti

materno-infantili, il quale collabora e si integra con neonatologi e pediatri oltre che con gli ostetrici

ginecologi e gli ostetrici in tutte le strutture di ricovero.

La presenza dell'anestesista è indispensabile in particolar modo nelle gravidanze e nei parti a

rischio, e pertanto si rende necessaria la stesura e l'applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici

condivisi, che prevedano un coinvolgimento precoce dell'anestesista-rianimatore.

E’ utile ricordare che la figura dell'anestesista è comunque coinvolta nei parti cesarei, che

attualmente è in Italia pari al 38,4 per cento del totale dei parti.

Perché il programma assistenziale alla gravidanza possa avere successo, si ritiene sia necessario

promuovere una forte interdisciplinarietà nonché la creazione di meccanismi interni di «protezione»

degli operatori coinvolti, che vanno garantiti da una scelta coerente delle istituzioni interessate che

tenga conto di obiettivi generali di promozione della salute, di umanizzazione dell'assistenza, di

contenimento del dolore, come più volte concordato in vari documenti dallo Stato e dalle regioni, e

non esclusivamente di obiettivi economici in senso stretto;soprattutto si ritiene si debba

incoraggiare l'adozione di appropriate misure assistenziali e organizzative per evitare o minimizzare

l'insorgenza di eventi avversi nell'assistenza al parto e al post-partum in modo da ridurre la mortalità

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e morbosità potenzialmente evitabile.

E’ necessario pertanto, anche attraverso i provvedimenti all'esame del Parlamento,che vengano

definiti i criteri essenziali strategici, gestionali ed organizzativi, per l'attivazione e l'organizzazione

di un servizio di anestesia in ostetricia, nell'ambito delle misure dirette a rendere più sicura

l'assistenza al travaglio-parto. L'interesse per il controllo del dolore durante il travaglio e il parto

vaginale si è molto esteso negli ultimi 20 anni in tutto il mondo: si stima che negli Stati Uniti vi

faccia ricorso più della metà delle donne che partoriscono. Permangono alcune perplessità legate sia

a ragioni di ordine culturale, sia a supposti eventi avversi legati alla dinamica del parto, al suo

espletamento e all'outcome neonatale.

Tuttavia una dichiarazione del 6 giugno 2006 dell'American College degli ostetrici ginecologi

riafferma l'opinione già pubblicata congiuntamente con la Società americana di anestesiologia, che

si può esprimere con la dichiarazione: «Il travaglio comporta notevole dolore per molte donne.

Non ci sono altri casi nei quali viene considerato accettabile che un individuo debba sopportare un

dolore severo, senza trattamento, quando è possibile invece intervenire in modo sicuro sotto

controllo medico. In assenza di una controindicazione medica la richiesta della madre è di per sé

una indicazione sufficiente per alleviare il dolore durante il travaglio». L'American College

riconosce che «sono disponibili molte tecniche di analgesia nelle pazienti in travaglio. Nessuna di

queste tecniche è associata con un accresciuto rischio di parto cesareo. La scelta della procedura,

dei farmaci e dei dosaggi dipende da molti fattori, tra i quali la preferenza del paziente, le

condizioni mediche e le controindicazioni».

Si ricorda infine, con riferimento alla situazione italiana, che, sebbene da oltre 15 anni in alcuni

ospedali italiani si sia introdotta la tecnica dell'analgesia durante il travaglio e il parto vaginale,

prima in via sperimentale poi in modo ordinario, non si dispone ad oggi di dati sicuri sul suo

effettivo utilizzo nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, l'analisi delle Schede di Dimissione

Ospedaliera (SDO) relative all'anno 2003 rileva che la procedura «iniezione di anestetico nel canale

vertebrale per analgesia» risulta praticata nel 12,4 per mille dei parti vaginali (4.141 su 332.759) e

nel 3,6 per mille dei parti cesarei (705 su 198.261). Il dato è certamente sottostimato ma conferma

comunque la convinzione sulla difficoltà di accedere a questo tipo di analgesia.

Concludendo, si osserva che, attraverso l'adozione dei necessari standard di sicurezza per l'unità

materno-fetale e per il team sanitario dedicato, con parametri e protocolli omogenei su tutto il

territorio nazionale, si possa e si debba garantire la possibilità di rispondere in maniera adeguata alla

richiesta di controllo del dolore durante il travaglio e il parto.

Questo servizio e questo diritto dovranno essere assicurati attraverso un percorso organizzativo e

clinico che valuti il ricorso alla procedura in termini di rischio- beneficio garantendo concretamente

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a tutte le gestanti del nostro Paese la possibilità di procreare nelle migliori condizioni possibili.

L’accordo Stato regioni del 16 Dicembre 2010 nel descrivere la situazione Italiana nell’allegato

n° 7 dice:a tutt’oggi le procedure di parto analgesia sono diffuse con modalità non omogenee ed

insufficienti nelle varie parti del Paese anche per la carenza di personale anestesiologico.

La tecnica compresa negli emanandi LEA, deve essere effettuata secondo principi di EBM,

appropriatezza, sicurezza, efficacia, economicità e deve far parte di un percorso definito di

accompagnamento alla gravidanza ed al parto.

Essa deve essere preceduta da una informazione adeguata sulle indicazioni e i possibili rischi per la

madre e per il bambino e sulle possibili modifiche temporali del travaglio di parto.

Perché la parto analgesia possa essere offerta per l’intero arco della giornata occorre la presenza

h24 di una equipe multidisciplinare che comprenda un Anestesista –Rianimatore o per lo meno la

guardia attiva o la pronta disponibilità nelle 24 ore di un Anestesista –Rianimatore

specificatamente formato nel settore ostetrico secondo i principi della medicina basata

sull’evidenza (EBM) e della buona pratica clinica e con alto livello di esperienza.

La presenza/disponibilità di un Anestesista-Rianimatore consente, al di là della effettuabilità

della parto analgesia un incremento della sicurezza in sala parto per le eventuali emergenze-

urgenze che dovessero manifestarsi……………………………………

Per ridurre al minimo gli effetti avversi ed ottimizzare la resa della parto analgesia è fondamentale

una formazione specifica che interessi tutte le figure professionali coinvolte (anestesisti,

ginecologi, ostetriche, pediatri/neonatologi ) e che si ponga come obiettivi in particolare,

l’acquisizione di capacità clinico diagnostiche nell’ambito dell’anestesia in ostetricia soprattutto per

quanto attiene l’effettuazione della procedura, il riconoscimento degli effetti collaterali della

procedura e delle complicanze, la prevenzione del rischio materno e neonatale, il miglioramento

dell’integrazione multidisciplinare in un’ottica dipartimentale secondo le metodologie del governo

clinico, la gestione del rischio clinico e la prevenzione degli eventi avversi.

Il recepimento in toto di quanto previsto nelle linee guida emanate dal Ministero della Salute Taglio

cesareo: una scelta appropriata e consapevole.

Tutto quanto previsto nei vari atti emanati evidenziano sicuramente delle criticità che affrontate

separatamente conduce a risultati significativamente inferiori alle attese per insufficiente

valutazione degli effetti sul resto del sistema.

Sicuramente la Formazione degli Operatori è uno degli elementi prioritari che devono essere

promossi e sviluppati, secondo un programma articolato che renda prioritario, nell’ambito delle

attività di formazione continua ECM aziendale e regionale, percorsi di formaazione/aggiornamento

di tutte le figure professionali coinvolte nel percorso nascita, con modalità integrate.

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Va promossa una effettiva integrazione della funzione universitaria di didattica con gli ospedali di

insegnamento, il coinvolgimento delle società scientifiche nella formazione continua dei

professionisti sanitari, nonché attività formative in tema di parto analgesia con carattere di

multidisciplinarietà.

PROGRAMMA SCIENTIFICO

I PARTE TEORICA

ORA DAT

A

DOCENTI

FISIOLOGIA

Modificazioni fisiologiche in gravidanza

La visita anestesiologica Consenso informato

Fisiologia del travaglio di parto.

Monitoraggio cardiotocografico

Effetti sistemici materno fetali dei farmaci di comune uso in

ostetricia

Anatomia,tecniche Complicanze dell’ALR in ostetricia

TRAVAGLIO DI PARTO

Farmaco cinetica e farmaco dinamica perimidollare

Controllo del dolore in travaglio Tecniche a confronto (Top-up, infusione continua PCA ….)

L’assistenza ostetrica nel parto fisiologico in analgesia

IL TAGLIO CESAREO

Indicazione al Taglio Cesareo

Anestesia loco regionale per il Parto cesareo (gravida obesa

cesareo in emergenza )

Anestesia Generale per il parto cesareo (gravida obesa Vie

aeree difficili cesareo in emergenza )

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Rianimazione primaria del neonato

LE SITUAZIONI CRITICHE

Emorragia critica in ostetricia (Gestione della fluido terapia

corretto utilizzo degli emocomponenti e dei plasma derivati

Tromboelastografia)

Preeclampsia ed HELLP

Profilassi trombo embolica in Ostetricia

ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT

Organizzazione di un Servizio di Anestesia ostetrica

Gestione del rischio in sala parto aspetti medico legali

II PARTE SIMULAZIONE

Esercitazioni pratiche a gruppi con tutor

Arresto cardio-circolatorio in gravidanza

Vie aeree difficili

Emorragia

III PARTE PRATICA

Da eseguirsi presso centri di riferimento regionali o

nazionali (obiettivo esecuzione min. 30 blocchi certificati in

gravidanza)

Esame finale

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Migliorare la qualità della assistenza nei punti nascita: come certificare la qualità.

Nel nostro Paese la Medicina sta vivendo un momento di particolare criticità: da un lato ha raggiunto

capacità assistenziali mai sfiorate in precedenza e, dall’altro, si trova al centro dell'attenzione sia per i costi in

continua crescita sia per alcuni aspetti qualitativi non sempre in linea e coerenti con le ingenti risorse

richieste, continuamente ritenute inferiori dalle elevate aspettative degli Utenti.

In tutti i Paesi industrializzati è presente questo ambiguo scenario: una medicina che offre prestazioni

inimmaginabili sino ad alcuni anni fa, che, al contempo, è in grave sofferenza di credibilità presso le

Istituzioni e gli Utenti, proprio perché da un lato ha generato attese frequentemente più elevate delle reali

possibilità e, dall’altro, perchè ha indotto procedure molto complesse, costose e facilmente causa di errore.

(1 – 4)

Questa ambiguità di immagine porta sempre più Paesi a interrogativi su quale invalicabile limite porsi,

soprattutto sul piano dei costi e delle priorità.

Nel nostro Paese alcune recenti vicende accadute presso alcuni punti nascita, ampiamente evidenziate anche

dai media internazionali, pongono, in modo traumatico, anche nel settore materno infantile il problema della

qualità e della sicurezza. Si innesca così una spirale negativa che collega il valore basso percepito da parte

degli Utenti con le risorse assegnate (sempre più ridotte) al nostro settore.

Per cercare di uscire da questo perverso meccanismo di bassa qualità percepita, ridotte risorse e ulteriore

peggioramento della qualità delle prestazioni offerte, ci si potrebbe avvalere di quanto proposto dall’I.O.M.

Institute Of Medicine che propone come possibile strumento per rilanciare “l’immagine” di una medicina

oppressa tra costi, aspettative ed errori, una rinnovata sistemica attenzione alla qualità ed alla sicurezza dei

pazienti (5).

L’IOM propone per dare sbocchi operativi, una ben precisa definizione di qualità, ovvero:

“La capacità dei servizi sanitari, dedicati all’individuo o alla popolazione, di aumentare la probabilità di

esiti desiderati di salute e di diminuire la probabilità di esiti indesiderati alla luce delle attuali conoscenze e

delle risorse disponibili.” (6) da declinarsi in sei dimensioni:

Sicurezza,

Efficacia,

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Efficienza,

Equità,

Centralità dei pazienti e delle loro famiglie,

Tempestività di intervento.

Se facciamo una valutazione delle caratteristiche dei nostri Punti Nascita ci possiamo rendere conto di come

l'offerta dei servizi sia estremamente eterogenea sul piano organizzativo, per le diverse dimensioni, per le

modalità operative di assistenza al parto, per la straordinaria variabilità di ricorso al taglio cesareo, per le

diverse prevalenze di complicanze materno/neonatali, per le diverse modalità di accesso ai servizi, per le

diverse sensibilità nei confronti della centralità degli Utenti e delle loro famiglie, per le diverse realtà

strutturali , di dotazione strumentali e di Operatori professionali assegnati.

Si passa infatti da realtà di assoluto valore europeo a situazioni che rappresentano un vero rischio per gli

Utenti e per gli stessi Operatori professionali, questa realtà è anche facilitata dalle diverse normative vigenti

nelle Regioni che rendono più complesso uniformare i livelli e gli standard assistenziali.

Siamo di fronte ad una realtà operativa che, indipendentemente dalle capacità dei singoli professionisti, è in

grado di influenzare in modo significativo la qualità delle prestazioni offerte, l’opinione degli Utenti, dei

media e delle forze sociali e politiche.

La concreta applicazione delle 6 dimensioni della qualità proposte da IOM potrebbe dare un importante

contributo verso un miglioramento della nostra azione assistenziale.

Che ipotesi di lavoro possiamo sviluppare ?

Le azioni da intraprendere non possono essere gestite da singoli professionisti; le Società Scientifiche invece,

che sul piano professionale ci rappresentano, dovrebbero proporre l’introduzione di elementi innovativi in

grado di rallentare ed invertire la direzione della spirale verso il basso in cui siamo entrati.

Una forte spinta in tal senso potrebbe arrivare anche da una sorta di condivisione con le Associazioni laiche

di cittadini sugli aspetti qualitativi da raggiungere.

Una prima innovazione potrebbe essere la stesura - da parte di un gruppo di lavoro espressione delle diverse

Società Collegi ed Ordini professionali che convergono nei processi assistenziali del Punto Nascita - di un

manuale di certificazione con standard operativi ed elementi misurabili, secondo modalità

internazionalmente riconosciute e validato da ampia esperienza.

Il manuale di certificazione, con i suoi elementi misurabili validati dalla letteratura, rappresenta la chiave di

volta per il passaggio dal “libro dei sogni” di una qualità teorica che arriva con difficoltà agli Utenti ad una

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qualità reale e concreta che arriva uniformemente agli Utenti, dando al contempo sicurezza ai diversi

Professionisti che lavorano quotidianamente nei Punti Nascita.

La seconda innovazione è legata al ruolo che le stesse Società Scientifiche dovrebbero assumere: come

avviene in altre parti del mondo, dovrebbero “certificare” che i Punti Nascita sono coerenti con il contenuto

del manuale e che, tramite la valutazione degli elementi misurabili, questa coerenza è reale e non

meramente teorica e sulla carta.

In questo modo, gli stessi professionisti si assumerebbero, quindi, la responsabilità con il fine di migliorare

le prestazione rese agli Utenti, di definire le modalità operative e certificarne l’effettiva applicazione.

I professionisti non con azioni di singoli, ma in forma istituzionale attraverso la modalità di aggregazione

rappresentata da una Società Scientifica.

Un processo di certificazione porterebbe inoltre gli Ospedali coinvolti a dichiarare la condivisione di un

determinato modo di operare e consentirebbe agli Utenti di valutare tale condivisione .

Il processo di certificazione rappresenta uno strumento di chiarezza e di sicurezza per gli Utenti che, in

questo modo, sono fortemente aiutati nell’individuare i Punti Nascita dove sono applicati, riconoscibili e

misurabili (e quindi anche verificabili) gli elementi di base che dovrebbero contraddistinguere la sicurezza (“

…… primum non nocere ……”) e la qualità dei processi.

La attività di certificazione potrebbe rappresentare anche una grande opportunità per un nuovo ruolo, oltre a

quello strettamente scientifico, per le Società Scientifiche che convergono professionalmente nel Punto

Nascita e che potrebbero diventare “garanti” - attraverso la gestione del processo - di certificazione sul fatto

che i luoghi dove vengono svolti i processi assistenziali inerenti alla nascita rispondano effettivamente alle

caratteristiche ritenute indispensabili dai professionisti stessi.

1.Wennberg JE. Understanding geographic variations in health care delivery.

N Engl J Med 1999; 340(1):52-3.

2. Mangione-Smith R, DeCristofaro AH, Setodji CM, et al. The quality of ambulatory care delivered to

children in the United States. N Engl J Med 2007;357(15):1515-23.

3. McGlynn EA, Asch SM, Adam J, et al. The quality oh health care delivered to adults in the United States.

N. Engl J Med 2003;348(26):2635-45.

4. Takata GS, Mason W, Takemoto C, et al. Development, testing, and findings of a pediatric-focused trigger

tool to identify medication-related harm in US children’s hospitals. Pediatrics 2008; 121:e927-35.

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5. Institute of Medicine, Committee on Quality Health Care in America. Crossing the quality chasm: a new

health system for the21st century.Washington, DC:National Academies Press: 2001

6. Insitute of Medicine, Committee to Design a Stratetgy for Quality review and Assurance in Medicare. In

Lohr KN, editor, Medicare: a strategy for Quality Assurance, volume 1. Washington Dc: National Academic

Press; 1990

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