Prison Valley video essay // Copy strategy

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The Berries SEZIONE A 1. Introduzione 1.1 Abstract Questo progetto racconta di un viaggio, il percorso tra le strade di Canon City che David Dufresne e Philippe Brault hanno svolto alla scoperta dell’industria delle carceri in USA. Con questo video saggio viene analizzato il web-documentary “Prison Valley”, un road-movie partecipativo che indaga sulla vita nelle 13 prigioni di una piccola contea del Colorado, dove il 16% della popolazione è costituita da detenuti, attraverso la tecnica dello “slow-journalism”: interviste approfondite, narrazione ricca, multimediale e interattiva. La prima parte del video riporta in termini quantitativi la situazione attuale dell’industria carceraria americana seguita dall’introduzione e contestualizzazione, attraverso informazioni generali, del progetto Prison Valley. Il resto del video saggio sarà costituito dall’analisi critica della casa di produzione Berries Production sui punti più interessanti del progetto: verrà trattato il contenuto, lo stile e della modalità di fruizione. Verranno alternate riprese video originali del progetto, per calare i fruitori nel contesto analizzato e delle interviste ai membri della Berries Production riguardo al tema. La trama del progetto viene condotta da una voce narrante che si intreccia con quella degli intervistati. Il videosaggio termina con alcune critiche strutturali e alcuni suggerimenti sul futuro del video, che vengono riportate coerentemente con il linguaggio precedentemente utilizzato. 1.2 Obiettivi L’obiettivo di questo videosaggio è quello di mettere in luce gli aspetti che più colpiscono del progetto Prison Valley. Si tratta di una critica strutturata che si conclude con un suggerimento su alcuni aspetti che abbiamo ritenuto meno sviluppati. L’intento è quello di informare lo spettatore dell’esistenza e invitare a scoprire il web-documentary Prison Valley. Questo videosaggio vorrebbe inoltre andare a sopperire a quella mancanza di divulgazione di cui soffre il progetto analizzato, cercando di stimolare interesse sull’argomento, conducendo per un breve tragitto i fruitori e stimolandoli alla personale ricerca... in pieno stile Prison Valley. 1.3 Supporting evidence Uno dei punti chiave del progetto svolto dalla coppia Dufresne e Brault è lo stile slow-journalism, che ha portato ad un’indagine approfondita e ricca di dati e testimonianze. Attraverso il documentario web è possibile raggiungere numerose decine di dati e informazioni supportati da fonti da loro collezionate e categorizzate (http://prisonvalley.arte.tv/en/#/statistics/). A queste stesse ci siamo avvalsi per supportare la nostra analisi. La maggior parte delle fonti proviene dal web, ma alcune possono essere reperite da alcune riviste (Internazionale di settembre (10-16) 2010) e vanno a dare peso alle nostre riflessioni in merito al tema trattato.

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Copy strategy of the video essay that analyses the web documentary Prison Valley.

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The Berries

SEZIONE A

1. Introduzione1.1 Abstract

Questo progetto racconta di un viaggio, il percorso tra le strade di Canon City che David Dufresne e Philippe Brault hanno svolto alla scoperta dell’industria delle carceri in USA.Con questo video saggio viene analizzato il web-documentary “Prison Valley”, un road-movie partecipativo che indaga sulla vita nelle 13 prigioni di una piccola contea del Colorado, dove il 16% della popolazione è costituita da detenuti, attraverso la tecnica dello “slow-journalism”: interviste approfondite, narrazione ricca, multimediale e interattiva. La prima parte del video riporta in termini quantitativi la situazione attuale dell’industria carceraria americana seguita dall’introduzione e contestualizzazione, attraverso informazioni generali, del progetto Prison Valley.Il resto del video saggio sarà costituito dall’analisi critica della casa di produzione Berries Production sui punti più interessanti del progetto: verrà trattato il contenuto, lo stile e della modalità di fruizione. Verranno alternate riprese video originali del progetto, per calare i fruitori nel contesto analizzato e delle interviste ai membri della Berries Production riguardo al tema.La trama del progetto viene condotta da una voce narrante che si intreccia con quella degli intervistati.Il videosaggio termina con alcune critiche strutturali e alcuni suggerimenti sul futuro del video, che vengono riportate coerentemente con il linguaggio precedentemente utilizzato.

1.2 Obiettivi

L’obiettivo di questo videosaggio è quello di mettere in luce gli aspetti che più colpiscono del progetto Prison Valley. Si tratta di una critica strutturata che si conclude con un suggerimento su alcuni aspetti che abbiamo ritenuto meno sviluppati. L’intento è quello di informare lo spettatore dell’esistenza e invitare a scoprire il web-documentary Prison Valley. Questo videosaggio vorrebbe inoltre andare a sopperire a quella mancanza di divulgazione di cui soffre il progetto analizzato, cercando di stimolare interesse sull’argomento, conducendo per un breve tragitto i fruitori e stimolandoli alla personale ricerca... in pieno stile Prison Valley.

1.3 Supporting evidence

Uno dei punti chiave del progetto svolto dalla coppia Dufresne e Brault è lo stile slow-journalism, che ha portato ad un’indagine approfondita e ricca di dati e testimonianze. Attraverso il documentario web è possibile raggiungere numerose decine di dati e informazioni supportati da fonti da loro collezionate e categorizzate (http://prisonvalley.arte.tv/en/#/statistics/). A queste stesse ci siamo avvalsi per supportare la nostra analisi. La maggior parte delle fonti proviene dal web, ma alcune possono essere reperite da alcune riviste (Internazionale di settembre (10-16) 2010) e vanno a dare peso alle nostre riflessioni in merito al tema trattato.

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The Berries

SEZIONE A

1. Introduzione1.4 Vision, Mission, Reason why

L’intento è quello di condurre l’interlocutore dentro al tema trattato dal documentario Prison Valley. Portarlo a conoscenza della situazione attuale reale dell’industria delle carceri americane e di come il progetto web sia riuscito a inserirsi in quella realtà. Fare assaporare i tratti salienti del documentario raccontando con entusiasmo i caratteri principali e mostrando come lasciandosi trasportare dal percorso proposto si riescano ad indossare i panni del reporter alla ricerca di informazioni. La nostra mission è quella di portare le persone a intraprendere il cammino di scoperta proposto dal web documentary Prison Valley.

Le persone che saranno coinvolte nel progetto sono principalmente il gruppo di produzione Berries Productions. Le interviste che vengono mostrate rappresentano il punto di vista del gruppo e per questo abbiamo ritenuto opportuno farle in prima persona. I soggetti che verranno coinvolti a posteriori potrebbero essere eventuali emittenti televisive o blog e siti web che si occupano di informazione. Il video sarà diffuso tramite la piattaforma Youtube e Vimeo.L’intento è quello di estendere il progetto ad un pubblico più largo possibile, coinvolgendo i giornalisti in primis, fino ad arrivare alle persone più direttamente interessate. Vorremmo raggiungere le persone che lavorano all’interno delle carceri fino agli abitanti stessi di Canon City.

1.5 Stakeholder

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SEZIONE B

Il target di riferimento per il nostro video saggio sono principalmente gli adulti appartenenti ad una fascia di età tra i 50 e i 60 anni e, nello specifico, interessate ai documentari e che si informano sui temi sociali. In particolare, persone che cominciano ad approcciarsi al mondo della rete ma che ancora nè sono esperti di internet nè di blog settoriali, come avviene per i giovani o per esperti del settore. Una fascia di età quindi non figlia di internet, ma che ha iniziato un approccio con la rete in fase adulta. Di conseguenza vorremmo che il nostro videosaggio servisse per sensibilizzare quella categoria di persone, con il fine di fare vedere il video a persone che sono sicuramente interessate ma che non vedrebbero Prison Valley se non informate direttamente.

2. Target2.1 Descrizione target

2.2 Personas

Background: Silvia è una donna di 55 anni, sposata da 30 anni con Maurizio, proprietario di una ditta di assicurazioni. Ha due figli: Luca di 25 anni e Federico di 18. Durante il giorno si occupa principalmente della casa, dando una mano a suo marito con il lavoro quando capita. Inoltre ha tantissimi interessi, i quali l’hanno spinta a scriversi a un corso di giornalismo del comune di Milano e al cineforum che fanno nel cinema vicino a casa sua. In estate fa molti viaggi insieme alla famiglia: “Ormai partiamo solo io e mio marito visto che i figli sono grandi”.

Interessi: “Amo leggere e documentarmi e il tempo libero me lo permette. Alcuni anni fa ho fatto un corso per imparare ad usare il computer: mi ha cambiato la vita!”Silvia quando può si documenta sugli ultimi trend. “Amo sapere le ultime novità in giro nel mondo, soprattutto legate ai viaggi e alle tendenze, ma non per questo vuol dire che non apprezzo anche documentari più impegnativi”.

Rapporto con internet: Silvia ha imparato ad usare il computer molto tardi, il che la rende un po’ incapace a sfruttarlo nel modo migliore. “Vorrei essere abbastanza brava da documentarmi da sola sui temi sociali. Sono sempre stata convinta che se uno riesce a sfruttare la rete al meglio, può entrare in contatto con immagini, informazioni e video che ti permettono di vedere la realtà così com’è”.

» AdultoMatricola della rete

Silvia BeccariaEtà: 55 anniProfessione: Casalinga Status relazionale: Sposata con figliCittà: Milano

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3. Concept di Progetto3.1 Descrizione del progetto

SEZIONE C

La casa di produzione video Berries Productions si propone di analizzare il web documentary Prison Valley dal punto di vista stilistico e contenutistico, evidenziando opportunità e carenze nelle scelte di realizzazione.

Dall’analisi emergono tre macro aree principali, che sono poi successivamente trattate: il contenuto del documentario, lo stile utilizzato e la modalità di fruizione. Per contenuto si intende il topic del web documentary ovvero il tema dell’industria carceraria americana, la privatizzazione delle prigioni e il trattamento dei detenuti. Lo scopo di quest’analisi è comunicare l’accuratezza e la profondità dell’indagine attuata da Dufresne e Brault che, attraverso articoli, interviste e forum, riescono a far entrare lo spettatore all’interno di un road documentary facendolo diventare protagonista stesso dell’inchiesta. Viene evidenziato il registro utilizzato dai due giornalisti che non punta a influenzare o a orientare il giudizio dello spettatore, ma a formarsi una propria opinione grazie alla quantità di materiale messa a disposizione.

Nella parte dell’analisi relativa allo stile vengono analizzate le scelte riguardanti l’immagine generale del web documentary ovvero le inquadrature, il trattamento immagine, i colori e le musiche. L’arancione, ad esempio, è stato scelto come colore dominante all’interno del progetto in quanto è la divisa dei detenuti e un colore ricorrente negli elementi delle riprese a Cañon City. Le riprese sono in gran parte soggettive durante le interviste, i campi lunghi tendono a evidenziare il silenzio e il senso di vuoto in una regione dove il 16% della popolazione è costituito da detenuti.

Quello che rende Prison Valley realmente diverso da altri documentari tradizionali è l’interattività. La divisione della narrazione in piccoli spezzoni video permette una più completa comprensione e adattabilità alle esigenze dell’utente. Tutti i documenti risultanti dall’indagine dei due autori (schede dei personaggi intervistati, articoli, foto, mappe…) sono disponibili e consultabili sul web. In questa fase dell’analisi viene evidenziato l’approccio cross-mediale del progetto e la possibilità di approfondire e customizzare il proprio percorso all’interno di Prison Valley.

L’analisi viene effettuata attraverso delle interviste ai fondatori stessi di Berries Productions i quali commentano, ciascuno analizzando il proprio ambito di appartenenza, i punti sopra descritti. La narrazione viene accompagnata e intervallata riprese e immagini del documentario originale, nonchè da una voce narrante che unisce le varie interviste.

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The Berries

IntroIl videosaggio inizia con un’introduzione sulla situazione attuale delle carceri americane e alcuni dati su Cañon City, la città da cui parte il documentario (750 prigionieri su 100.000 abitanti, 36.000 abitanti, 13 prigioni).Si prosegue parlando del progetto “Prison Valley”.Le informazioni vengono accompagnate con infografiche sopra le immagini del documentario reale e accompagnate da una voce narrante.

Analisi-Contenuto #1La narrazione continua con l’intervista alla co-founder della troupe (Giulia Barisone), che espone i punti interessanti a livello contenutistico: nuovo giornalismo e partecipazione attiva dello spettatore.

Analisi-Interattività Intervista ad Alberto Mora, interaction designer, che si focalizza sulle modalità di fruizione del progetto Prison Valley. In particolare viene trattata la struttura non lineare, la possibilità di consultare le fonti e quella di cosultare materiale giornalistico.

Approfondimento-InterattivitàLa voce narrante esprime una critica riguardo ad alcuni aspetti delle modalità di fruizione dei contenuti.

Approfondimento-ProduzioneIl narratore spiega il processo di produzione del web documentario, ovvero il reverse broadcasting.

Analisi-Stile #1Si passa poi all’intervista all’art director (Samuele Schiatti) che parla della scelta del trattamento fotografico utilizzato dagli autori per la creazione all’atmosfera del documentario.

Analisi-Stile #2Nello specifico interviene l’esperto delle riprese, l’operatore media (Pietro Malvezzi) per parlare dell’illuminazione, punto forte dello stile di Prison Valley.

Analisi-Stile #3L’art director prosegue con l’analisi stilistica del web documentario soffermandosi su altri aspetti stilistici della regia quali la cura del dettaglio.

Analisi-Contenuto #2La copywriter conclude l’analisi con una riflessione generale sugli elementi di differenziazione di Prison Valley.

ConclusioneL’analisi si conclude con altre informazioni infografiche sulle opportunità e criticità del progetto Prison Valley, come la poca divulgazione e l’impostazione troppo giornalistica e poco visiva delle fonti.

3. Concept di Progetto3.2 Struttura del progetto

SEZIONE C

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The Berries

SEZIONE C

3. Concept di Progetto3.3 Schema di sintesi

introduzioneNarratore

Contenuto #1Giulia Barisone

Contenuto #2Giulia Barisone

Stile #1Samuele Schiatti

Stile #2Pietro Malvezzi

Stile #3Samuele Schiatti

InterattivitàAlberto Mora

InterattivitàNarratore

ProduzioneNarratore

ConclusioneNarratore

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4. Comunicazione4.1 Obiettivi di comunicazione (linee guida)

SEZIONE D

L’obiettivo del videosaggio è far conoscere Prison Valley e convincere il target a guardare il web-documentary. L’analisi proposta vuole evidenziare la qualità complessiva dell’artefatto, sia per quanto riguarda le immagini, sia per l’accuratezza e complessità della struttura narrativa. Con questo progetto si pone inoltre l’accento su un approccio giornalistico innovativo, attraverso il quale, nonostante un tema già ampiamente trattato come quello delle carceri, si riesce a coinvolgere e ad attrarre l’osservatore in un percorso interattivo e stimolante. Così come Prison Valley incuriosisce il pubblico e lo spinge ad approfondire dettagli sul tema e sulla storia, il videosaggio vuole crare interesse e curiosità sul documentario. Come dice David Dufresne: “Because journalism, in France as well as in the United States, is going through its most serious economic and ethical crisis and it is about time it began questioning itself. And reinventing itself. I mean, we have to try and tell stories in a new way, still being rigorous and serious of course, but using different codes, different grammars, different production tools, different ways of reporting facts and of being reporters.”

L’obiettivo del progetto è quello di utilizzare un tono professionale ma al contempo leggero, accattivante e soprattutto comprensibile al target scelto. Deve trasparire la serietà con cui i temi sono trattati, in maniera da dare la giusta importanza al web documentary analizzato. Il target rimane un pubblico interessato all’attualità e all’informazione, ma non propriamente legato alla realtà del web. Il nostro intento è quello di avvicinare anche le persone che non conoscono questa realtà, i toni e le immagini che utilizzeremo sapranno comunicare con semplicità e immediatezza i contenuti.Per questi motivi viene utilizzato lo stile di infografica, per comunicare in maniera chiara, semplice e intuitiva tutta la parte di dati e contestualizzare il progetto.

La parte più propriamente di analisi viene riportata attraverso le interviste, che ricalcano lo stile dei backstage di film o altre produzioni video. Queste interviste sono intrecciate con la voce narrante e con varie immagini tratte dal video che, trasportate dalle parole dell’intervistato, portano l’utente nel contesto analizzato. Le interviste vogliono comunque rimanere armoniche con lo stile Prison Valley.

Per quel che riguarda il tono di voce l’intento rimane il medesimo: coinvolgere e portare interesse. Per quanto riguarda il narratore, viene utilizzata una voce maschile, dai toni bassi e caldi, che parla con ritmo vivo e incalzante.

Il gusto che vogliamo dare al nostro progetto è quello che ha una vecchia casa di campagna, piena di stanze e di segreti, l’intento è quello di far trovare una mappa capace di farli scoprire pian piano.

4.2 Tono di voce e stile

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4. Comunicazione4.3 Moodboard

SEZIONE D

solo il 10% della popolazioneha un lavoro

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The Berries

SEZIONE E

5. Progetto del Videosaggio5.1 Storyboard

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The Berries

SCENA 1 - IntroduzioneLe informazioni verranno inserite sotto forma di infografiche sopra le immagini del documentario reale e accompagnate da una voce narrante.

NARRATORENegli Stati Uniti quasi una persona su cento è dietro le sbarre.

I prigionieri negli USA sono il 25% della popolazione carceraria mondiale.Quest’alta percentuale ha contribuito alla concentrazione di moltissimi penitenziari in

poche aree strategiche.Siamo nella Freemont County, non lontano da Denver, USA.

Qui sono ben 13 le carceri, e su queste è basata l’economia della zona.Per questo è stata soprannominata Prison Valley, la Valle delle Prigioni.

TITOLO

E’ qui che nel giugno 2009 prende luce l’indagine del fotografo David Dufresne e del giornalista Philippe Brault sulla situazione delle carceri nell’area del Colorado e in

particolare sul meccanismo di privatizzazione delle prigioni statunitensi.Dal 2006, quasi il 10% dei prigionieri americani è gestito da enti privati.Il costo giornaliero di un detenuto in queste prigioni private di 55 dollari.

Prison Valley è un originale incrocio tra documentario interattivo e reportage on the road.

Si tratta di un progetto cross-mediale: ovvero una narrazione distribuita su più canali di comunicazione, senza differenze di contenuto.

SCENA 2 - Analisi/ContenutoLa narrazione continua con l’intervista alla co-founder della troupe (Giulia Barisone). La sua narrazione è accompagnata da immagini del documentario e citazioni dei personaggi intervistati.

Primo piano di Giulia Barisone. Didascalia in sovrimpressione: Giulia Barisone, co-founder presso la The Ber-ries.

GIULIA BARISONE Esistono decine di reportage, documentari sul sistema delle carceri, ma

Prison Valley è diverso, è diverso perché è il nuovo giornalismo, non è un giornalismo passivo ma è un giornalismo attivo, che porta l’osservatore a

partecipare all’indagine, e a fruire i contenti su media diversi, quindi non solo televisione e giornali ma anche web.

SCENA 3 -ANALISI/INTERAZIONEIntervista all’interaction Designer (Alberto Mora) che parla della modalità di fruizione del web-documentary, l’interazione sul sito e le sue estensioni. In particolare viene trattata la struttura non lineare della narrazio-ne. Questa parte viene accompagnata da immagini del sito web e i suoi contenuti.

Dettaglio delle mani dell’interaction designer.Primo piano di Alberto Mora. Didascalia in sovrimpressione: intervista ad Alberto Mora, interaction designer presso la The Berries.

ALBERTO MORAPrison valley ha anche una parte d’interattività, dal sito è possibile visualizzare il documentario, che però è

5. Progetto del Videosaggio5.2 Sceneggiatura

SEZIONE E

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The Berries

5. Progetto del Videosaggio5.2 Sceneggiatura

frammentato in 25 capitoli differenti, alla fine dei quali sono presenti degli approfondimenti.L’interattività sta quindi nel fatto di scegliere se visualizzare o meno questi approfondimenti alla fine dei capitoli.Inoltre è presente un motel che è una base generale in cui è possibile rivedere i contenuti che già si sono visualizzati, e quindi scegliere se rivederli e avere altri approfondimenti.

NARRATOREsebbene la possibilit di consultare le fonti sia uno dei punti forti del progetto, molti

documenti sono esclusivamente testuali e poco accattivanti.Contenuti visivi più immediati invoglierebbero maggiormente l’utente a usufruire di

questa opportunità.

Il progetto è stato sviluppato per essere fruito sul web. Solo successivamente sono state realizzate una versone televisiva e una editoriale. Questo tipo di produzione

viene chiamato reverse broadcasting.

SCENA 4 - ANALISI/STILE

NarratorePrison Valley ha riscosso alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti. tra cui il World Press Photo.

Primo piano di Samuele Schiatti. Didascalia in sovrimpressione: Samuele Schiatti, art director presso la The Berries.

SAMUELE SCHIATTIPunto di forza di Prison Valley è sicuramente la semplicità con cui lo spettatore si immerge in quella che è la storia di Prison Valley e si cala nell’atmosfera di quella realtà. Questo grazie alla professionalità e alla bravura di Philippe Brault, fotografo professionista, che ha saputo gestire in maniera magistrale la fotografia del video, che è molto diversa dalla fotografia statica, e che ha quindi permesso di dare un taglio particolare alla scene e di curare in maniera particolare l’illuminazione in modo da enfatizzare l’efficacia delle scene stesse.Philippe Brault, uno dei due art

director, essendo un fotografo di professione, ha dovuto conciliare la sua abitudine di scegliere una singola fotografia con la necessità di creare piuttosto un’efficace

successione di immagini. � comunque riuscito a dedicare una particolare ed estrema attenzione al taglio dell’immagine e all’illuminazione, forte del suo background di

fotografo professionista.

Primo piano di Pietro Malvezzi. Didascalia in sovrimpressione: Pietro Malvezzi, operatore media presso la The Berries.

PIETRO MALVEZZIParlando di illuminazione una cosa molto interessante è che durante tutte le riprese

è stata usata sempre luce naturale, questo ha causato alcuni problemi a livello tecnico ma ha dato la giusta atmosfera in linea con la filosofia dei due autori.

SEZIONE E

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The Berries

SAMUELE SCHIATTIParticolare importanza poi è data dalla cura del dettaglio. I due autori hanno infatti

cercato di evitare le riprese di volti di carcerati, che potevano far scadere nel voyeurismo, concentrandosi invece su dettagli molto importanti come per esempio la verticalità delle sbarre delle celle o il colore arancione tipico delle divise dei

carcerati americani. Tutti elementi questi che hanno poi ispirato la creazione di tutti gli elementi grafici del documentario stesso.

SCENA 5 - CONCLUSIONE

Giulia BarisoneNon ci si può non innamorare di Prison valley, i contenuti, l’interattività, la fotografia; ma la cosa che colpisce di più sicuramente è il fatto che ti mette nei panni del reporter, sviluppando quindi la curiosità e lo spirito critico. Non è una denuncia aperta al sistema carcerario americano, è un percorso che porta l’osservatore a costruirsi una propria opinione, un proprio punto di vista sul tema.

NARRATORENonostante Prison Valley abbia riscosso un notevole successo, specialmente presso la critica, sembra che esso non abbia sfruttato a pieno tutte le sue potenzialità.

Un primo spunto di miglioramento è una maggiore pubblicità rispetto a quella che ha invece avuto.

Considerato l’attuale utilizzo dei social network, il web potrebbe essere il luogo adatto per cercare di raggiungere un bacino più ampio di consumatori.

SEZIONE E

5. Progetto del Videosaggio5.2 Sceneggiatura

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SEZIONE F

Alberto MoraAccount

Giulia BarisoneCopywriter

Caterina PetroniArt Director

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SEZIONE F

The Berries

Alberto MoraAccount

Giulia BarisoneCopywriter

Caterina PetroniArt Director

Samuele SchiattiArt Director

Pietro MalvezziOperatore media

Natalia LaptesProject Manager

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