PRINCIPI TEORICI E OBIETTIVI LL’APPROIO TRIALOGICO · • Il questionario sulle abitudini...

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IL TRIALOGICAL LEARNING APPROACH : INNOVARE LA DIDATTICA E PROMUOVERE LE COMPETENZE DI KNOWLEDGE WORK PROPONENTI: CESARENI D. & SANSONE N. ( UNIVERSITÀ DI ROMA, SAPIENZA) PRINCIPI TEORICI E OBIETTIVI DELL’APPROCCIO TRIALOGICO LIGORIO M.B.*, SANSONE N.** *UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI (IT), [email protected] ** UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA (IT) SAPIENZA

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IL TRIALOGICAL LEARNING APPROACH: INNOVARE LA DIDATTICA E PROMUOVERE LE COMPETENZE DI KNOWLEDGE WORKPROPONENTI: CESARENI D. & SANSONE N. (UNIVERSITÀ DI ROMA, SAPIENZA)

PRINCIPI TEORICI E OBIETTIVI DELL’APPROCCIO TRIALOGICOLIGORIO M.B.*, SANSONE N.***UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI (IT), [email protected]** UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA (IT) SAPIENZA

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PREMESSEIL CONTESTO IN CUI NASCE IL TRIALOGICAL APPROACH TO LEARNING

• Lavoro in team, networking (Aggarwal, 2011)

• Rapidi cambiamenti e richieste complesse

(Broussard et al, 2007; Simons & Elen, 2007; Clarke & Clarke, 2009; Kember,

2009)

• Avanzamento tecnologico (Adams et al, 2008; Lappalainen, 2010)

Le sfide della società

della conoscenza

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Gli studenti terminano l’educazione secondaria e superiore con scarse capacità di risoluzione di problemi reali e senza aver acquisito le competenze necessarie nel XXI secolo

L’educazione formale dovrebbe fornire agli studenti le capacità per garantire loro il successo negli studi futuri e

nel lavoro

Competenze individuali, sociali ed epistemiche.

Le pratiche didattiche dovrebbero essere rinnovate, cosìcome richiesto dalla comunità internazionale

(EU, 2010; OECD, 2012).

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L’APPROCCIO TRIALOGICO ALL’APPRENDIMENTO (TLA) (PAAVOLA & HAKKARAINEN, 2014)

Approccio "monologico" + "dialogico" + un terzo fondamentale elemento

lo sforzo intenzionale di creare collaborativamente oggetti utili per la comunità

Background teorico

Psicologia Culturale (Cole, 1996)

Teoria dell’ Attività (Engeström, 1987; Leont’ev, 1981; Vygotsky, 1978)

Knowledge Building (Bereiter & Scardamalia, 2003)

Communities of learning (Brown & Campione, 1990)

Tecniche di apprendimento collaborativo

Progressive Inquiry Model (PIM) (Hakkarainen & Sintonen, 2002)

Jigsaw (Aronson, 1978)

Computer Supported Collaborative Learning (Koschmann, 1996)

Role-Taking (RT) (Strijbos et al., 2007)

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L’APPROCCIO TRIALOGICO ALL’APPRENDIMENTO (TLA) (PAAVOLA & HAKKARAINEN, 2014)

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I DESIGN PRINCIPLES

L’approccio trialogico viene concretamente applicato nei contesti

didattici attraverso sei principi, i cosiddetti design principles

(DP) (Pavoola et al., 2011), che guidano la progettazione delle

attività e la loro concreta implementazione al fine di supportare:

• Strategie di apprendimento individuali e collaborative

• L’uso delle tecnologie

• Attività autentiche

• La creazione di nuovi strumenti e oggetti utili

Come applicare concretamente il TLA nelle pratiche didattiche

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PRINCIPIO 1: ORGANIZZARE ATTIVITÀ ATTORNO AD OGGETTI CONDIVISI

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E’ il principio più importante dell’approccio trialogico: lavorare su oggetti realie condivisi, che abbiano scopi significativi > Implica avere una visione di chi e comeuserà l’oggetto

Gli oggetti condivisi permettono agli studenti di esternalizzare gli sforzi dicreazione di conoscenza in artefatti tangibili

Oggetti «transazionali» che sostengono il passaggio degli studenti dal contestocorrente a quello futuro

Esempi:• Studenti di un istituto alberghiero

• Menu a base di prodotti tipici locali da distribuire presso aziende e strutture ricettive• Il forno: guida multimediale per l'utilizzo dei forni di ristorazione• Novecento: videogioco basato sul romanzo Novecento di Baricco• Questionario sulle abitudini alimentari finalizzato a produrre una guida sulla corretta

alimentazione• Studenti di un istituto tecnico industriale

• Sito web dedicato alla seconda guerra mondiale www.quattropassinellastoria.it• Sito web dedicato a illustrare il funzionamento dei motori: motoritis.wordpress.com

• Studenti di liceo scientifico• Blog con percorso interattivo sul Rinascimento Italiano www.aspassonellarte.wikispace.com

• Il muro della memoria: video-lezione dedicata allo Shoa• L'orologio terra: riproduzione della meridiana e di altri strumenti di misurazione

• Allievi di una scuola universitaria per osteopati• Il Fisicario: mappa interattiva di supporto allo studio per gli allievi del primo anno

• Studenti universitari di Psicologia• Progetti per l'uso delle ICT a scuola e all'università• Una griglia di osservazione dei corsi online per valutazione di ambienti e-learning

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PRINCIPIO 2:SUPPORTARE L’ORGANIZZAZIONE DI RAPPRESENTAZIONI INDIVIDUALI E COLLETTIVE

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Il focus è su come integrare il lavoro individuale con quello di gruppodurante la costruzione di oggetti condivisi.

La co-costruzione di conoscenza va strutturata attraverso il lavoro

collaborativo, definendo compiti e scadenze intermedie, scambi di bozze e

feedback reciproci.

Importante valorizzare le conoscenze personali, le prospettive e gli

interessi dei partecipanti.

Esempi:• Nel creare una mappa concettuale, chiedere agli studenti di condividere

le proprie idee e di integrarle con quelle altrui• Partire da una relazione scritta o presentazione orale individuale per

avviare una discussione collettiva guidata da specifici modelli (es. il PIM)• Nel realizzare un wiki, analizzare il contributo dei singoli alla definizione

finale• Attribuire compiti e responsabilità specifici in virtù della realizzazione

del prodotto finale, rafforzare l’interdipendenza (es. Role-Taking)• Far analizzare il prodotto finale allo scopo di ritrovare i contributi

individuali e verificare se il punto di partenza personale si è modificatein corso d’opera

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PRINCIPIO 3: PROMUOVERE PROCESSI A LUNGO TERMINE DELL’AVANZAMENTO DELLA CONOSCENZA

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Importanza dell’utilizzo successivo concreto degli oggetti realizzati e di

una loro progressiva revisione e trasformazione

Si riutilizzano precedenti pratiche e artefatti mirati allo sviluppo di

nuovi risultati

Costruzione di un database online disponibile per chiunque voglia

«riutilizzare» gli oggetti trialogici

La condivisione di bozze preliminari da commentare e modificare

successivamente in gruppo favorisce la riflessione e trasformazione

successiva dei risultati

Esempi:• Il questionario sulle abitudini alimentari è stato usato come punto di

partenza per realizzare una guida sulla corretta alimentazione• Il video sullo shoa accompagna le visite al muro della memoria ospitato

dalla scuola• Il Fisicario verrà arricchito di video che illustrano le tecniche

osteopatiche• Il menu può essere utilizzato da ristoratori, oppure proposto ai

produttori delle materie prime• La guida sul forno potrebbe essere proposta alle aziende produttrici e

agli studenti dell’anno successivo per migliorarla

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PRINCIPIO 4: ENFATIZZARE LO SVILUPPO E LA CREATIVITÀ ATTRAVERSO LA TRASFORMAZIONE E LA RIFLESSIONE

Lo sviluppo della conoscenza avviene attraverso la trasformazione eriflessione da una forma di conoscenza ad un’altra e da conoscenza teorica aconoscenza pratica

Il focus è sulll’integrazione tra conoscenza concettuale e risoluzione diproblemi pratici, facendo anche emergere la conoscenza tacita degli studenti

Esempi:

• Trasformare un testo in una mappa

• Trovare indicatori pratici di applicazione/dimostrazione di un concettoteorico

• Discussione e analisi dei problemi incontrati durante il lavoro collettivoe delle soluzioni adottate

• Scrittura di un diario di bordo dove riportare progressi e riflessioni

• Individuare un partner di fiducia, un «amico di zona di sviluppo prossimale»

• Combinare vari tipi di conoscenza: fonti teoriche o letterarie, esempipratici e casi, immagini, video, modelli, interviste ad esperti

• Stimolare la creatività attraverso il brainstorming con il supporto didiversi strumenti (LIM, post-it, forum online, Padlet)

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PRINCIPIO 5: PROMUOVERE L’IBRIDAZIONE DI PRATICHE E ARTEFATTI IN SITUAZIONI COLLABORATIVE

Integrare e coniugare conoscenze, competenze e pratiche provenienti dadiversi settori e contesti lavorativi

Incoraggiare progetti e team multidisciplinari e l'appropriazione di praticheappartenenti a varie discipline, comunità ed istituzioni

Pensare l’oggetto per un’audience diversa dalla propria comunità e quindiriflettere sul linguaggio da usare

Esempi:

• Il sito sulla seconda guerra mondiale è stato realizzato con ilcoinvolgimento di insegnanti di storia e di informatica

• Il questionario sull’alimentazione ha unito insegnanti di scienze eitaliano

• Il menu può essere promosso da aziende locali (vinicole, casearie ecc.)che valorizzano i loro prodotti

• Per la costruzione della griglia sui corsi E-Learning sono intervenutiesperti del settore

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PRINCIPIO 6: FORNIRE STRUMENTI FLESSIBILI PER LO SVILUPPO DI ARTEFATTI E PRATICHE

Gli strumenti di mediazione hanno un ruolo centrale nell’attività dicreazione di conoscenza: supportano collaborazione e coordinamento,co-costruzione di artefatti e pratiche condivise; consentono l'analisi e lariflessione sulle pratiche collettive; sostengono il senso di comunità

Considerare ed integrare vari strumenti di comunicazione digitali e non,riflettere sulla loro specificità (brochure, e-mail, ebook, tutorial)

Valorizzare strumenti e ambienti online già utilizzati dagli studenti edai docenti, evidenziandone il potenziale formativo

Esempi:

• E-mail per condividere informazioni e aggiornamenti

• Padlet per raccogliere e ordinare idee

• Skype per videoconferenze

• Google drive per condividere documenti e modificarli

• DropBox per condividere documenti

• Cmap tool per creare mappe

• Webforum per discutere (KF; Moodle; Synergeia)

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DAI DP ALLO SCENARIO PEDAGOGICO I design principles guidano la scrittura dello scenario pedagogico, strumento di supporto per una pianificazione mirata delle

attività in base agli obiettivi di apprendimento stabiliti dal docente

Lo scenario può essere considerato l’ «oggetto di confine» tra ciò che avviene normalmente in aula e l’innovazione richiesta perintrodurre un reale apprendimento collaborativo mediato da strumenti (Ligorio et. al., 2009)

Per costruire lo scenario, due strumenti di supporto:

il piano di lavoro in cui si esplicita come si intendono applicare i principi in classe:

il template che guida la scrittura dello scenario attraverso una struttura composta da

• Contesto pedagogico: descrizione del corso, degli sviluppi che ci si attende, le competenze e

le conoscenze che gli studenti dovrebbero avere a priori, i legami con il curriculum e gli altri corsi, ecc.

• Obiettivi di apprendimento del corso: di contenuto, di competenze, attitudini, ecc.

• Strumenti ICT, le loro caratteristiche principali e come supportano il raggiungimento degli obiettivi pedagogici

• Cosa fare prima di avviare il corso: problematiche da considerare ed i compiti da svolgere prima dell'inizio del corso

• Descrizione / "manoscritto" della progettazione pedagogica: fasi e attività durante tutto il corso, interventi dell’insegnante, cosa fanno gli studenti, come vengono utilizzati gli strumenti, com’è organizzata la collaborazione, quali materiali sono utilizzati, gli aspetti organizzativi, la valutazione degli studenti, ecc.

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COME VALUTARE LE ATTIVITA’ BASATE SUL TLA?

Il TLA implica unacomplessa

orchestrazione traattività

individuale e di gruppo, vari tipi di artefatti e uno

strettocollegamento col

contesto reale.

Questa complessità richiede ilsuperamento del modello

tradizionale di valutazionebasato sulla misurazione della

conoscenza degli studenti.

E’ necessario considerare ilcomplesso di attività, interazioni, processi e

prodotti.

Nuove domande cui rispondere:

- Gli studenti hanno imparato ad auto-monitorare il proprio apprendimento?

- Il gruppo ha lavorato collaborativamente?

- Gli oggetti realizzati sono davvero utiliall’esterno della classe?

Da una valutazione dell’apprendimento ad una valutazione per l’apprendimento(Segers, Dochy & Cascallar, 2003).

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ATTIVITA’

GRUPPO 1 Strumenti usati Oggetto Attività individualeProcessi

collaborativiStudente 1

Studente 2

Studente 3

Studente …

Studente N

Un protocollo per una valutazione multi-dimensionale (Ligorio & Sansone, 2015) in grado di considerare e promuovere:- la responsabilità individuale- il ruolo attivo degli studenti- l’apprendimento collaborative- le interazioni- La condivisione della valutazione e dei criteri usati con gli studenti.

Quanto ha contribuito ogni studente al lavoro di gruppo?

Quanto è stato ritenuto utile il contributo del singolo dal gruppo?

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Lavoro di GruppoQuanto il gruppo ha saputo

raccogliere le idee e i

contributi di ciascuno

Quanto il gruppo ha saputo

incoraggiare i partecipanti

più periferici

Quanto equamente è

stato distribuito il

lavoro tra i membri del

gruppo

Quanto bene sono

stati risolti i

conflitti entro il

gruppo

Quanto il gruppo ha

saputo collaborare con

altri gruppi

GRUPPO 1

GRUPPO 2

……

Lavoro

individuale

Quanto ha

contribuito alla

costruzione

dell’oggetto

Quanto ha

supportato il

lavoro di altri

Quanto si è fatto

aiutare da altri

discutendo, per

esempio, bozze,

prodotti intermedi

Quanto ha

partecipato alle

discussioni con

nuove idee e

conoscenze

Quanto ha

saputo usare

gli strumenti

disponibili per

il lavoro di

gruppo

Quanto ha

facilitato il

lavoro di

gruppo

risolvendo

problemi e

conflitti

Quanto ha

saputo

commentare le

proposte degli

altri membri

del suo gruppo

Studente1

Studente 2

Studente3