Principi fondamentali di funzionamento dei generatori per IT · 2004 American Power Conversion....
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Principi fondamentali di funzionamento dei generatori per IT
White Paper n. 93
A cura di Robert Wolfgang
2004 American Power Conversion. Tutti i diritti riservati. È vietato utilizzare, riprodurre, fotocopiare, trasmettere o memorizzare in qualsiasi sistema di recupero di qualsiasi natura ogni parte della presente pubblicazione in assenza di autorizzazione scritta concessa dal proprietario del copyright. www.apc.com Rev 2004-0
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Sintesi Ogni professionista IT responsabile del funzionamento di apparecchiature informatiche
deve assicurarsi che il data center o la sala CED sia protetta dal rischio di interruzioni
prolungate dell'alimentazione elettrica. Comprendere le funzioni e i concetti basilari dei
gruppi elettrogeni di riserva significa gettare delle solide basi che consentiranno ai
professionisti IT di specificare, installare e far funzionare senza problemi impianti critici.
Questo documento è un'introduzione all'argomento dei gruppi elettrogeni e dei sottosistemi
di riserva per l'alimentazione dei carichi elettrici critici di un impianto in caso di black-out.
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Introduzione Un gruppo elettrogeno di riserva è costituito da due sottosistemi di base: (1) il generatore, costituito dal
motore primo, dall'alternatore e dal regolatore, e (2) il sistema di distribuzione, costituito dall'Automatic
Transfer Switch (commutatore automatico, ATS) e dalla relativa apparecchiatura di manovra e distribuzione.
La Fig. 1 rappresenta un tipico gruppo elettrogeno di riserva. In questo documento si descrivono questi
sottosistemi principali e le loro funzioni base. Tuttavia esso va considerato un lavoro a carattere divulgativo
(tratto da una serie di White Paper APC con una trattazione più ampia dell'argomento) contenente riferimenti
bibliografici per il lettore interessato a un approfondimento della materia.
Fig. 1 - Gruppo elettrogeno di riserva
Quando si investe nell'acquisto di un generatore, occorre avere chiari i vantaggi tecnici offerti dagli odierni
sistemi ed essere a conoscenza dei notevoli progressi in termini di affidabilità e funzionalità che sono stati
realizzati negli ultimi 10-15 anni. Spesso è possibile modificare con un “retrofit” i generatori meno recenti in
modo che soddisfino gli attuali requisiti. Il White Paper APC n. 90, “Requisiti essenziali per i generatori per
i data center della prossima generazione” contiene un approfondimento sui requisiti essenziali dei generatori
per gli odierni impianti mission-critical.
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Il motore primo: il motore a combustione interna Che cos'è la combustione interna? I motori di quasi tutte le auto odierne sono a combustione interna.
Il motore a combustione interna è stato un'insostituibile “bestia da soma” nella seconda metà del XX
secolo e anche nel nuovo millennio assolve ancora a questo ruolo. Sostanzialmente, esso converte
l'energia chimica del carburante in energia meccanica tramite le sue parti mobili interne. L'aria esterna
viene mescolata con il carburante all'interno del motore e la miscela viene incendiata per creare
un'esplosione controllata (combustione) all'interno di determinate cavità (i cilindri). Anche se vi sono
numerose varianti del motore a combustione interna, quella più diffusa per i gruppi elettrogeni di riserva
è il motore a quattro tempi. Quest’ultimo viene denominato quattro tempi perché il ciclo di combustione
comprende quattro fasi distinte, ossia: aspirazione dell'aria / miscelazione, compressione della miscela,
combustione o esplosione, e scarico. Quando ci si riferisce ai generatori, il motore viene in genere chiamato
“motore primo”. Segue una descrizione degli attributi fondamentali associati al motore primo.
Combustibile Nei motori a combustione interna si utilizzano quattro tipi principali di carburante, ossia: diesel, gas naturale,
GPL e benzina. La scelta del tipo di carburante dipende da vari fattori: stoccaggio, costo e accessibilità.
Scarico, emissioni e rumorosità Gli scarichi di un generatore costituiscono un problema importante per quanto riguarda l'inquinamento
dell'aria e l'inquinamento acustico. Mentre il concetto di attenuazione del rumore e dei gas di scarico
è chiaro, le questioni ambientali e normative lo sono molto meno. L'EGSA (Electrical Generating Systems
Association) è un'organizzazione mondiale che offre una profusione di informazioni sulle emissioni e su altri
aspetti dei gruppi elettrogeni di riserva. Le norme a tutela dell'ambiente, le autorizzazioni edilizie e la durata
dell'uso dei gruppi elettrogeni variano notevolmente di luogo in luogo. Negli Stati Uniti, ad esempio, l'EPA
(Environmental Protection Agency; Ente per la protezione dell'ambiente) ha delegato ad ogni stato della
confederazione l'autorità giurisdizionale e la discrezionalità sui metodi per raggiungere gli obiettivi nazionali
in tema di qualità dell'aria. In altri paesi operano enti normativi analoghi, che fissano limiti alle emissioni
dei gruppi elettrogeni. La Defra (Department for Environment, Food and Rural Affairs; Dipartimento per
l'ambiente, le risorse alimentari e la politica agricola), ad esempio, fissa le politiche di tutela ambientale
nel Regno Unito, mentre in India questo ruolo è ricoperto dal MoEF (Ministry of Environment and Forests;
Ministero dell'ambiente e delle foreste). Se l'impianto è ubicato in un'area in cui vigono norme severe,
insieme alla domanda per ottenere le autorizzazioni può essere necessario presentare una dichiarazione
sulle emissioni del gruppo elettrogeno. I professionisti dell'industria di solito conoscono la procedura di
approvazione nell'area in cui svolgono le loro attività.
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Un'altra questione sottoposta al vaglio degli enti proposti è quella riguardante l'inquinamento acustico. Nelle
norme locali sull'inquinamento acustico viene di solito definito come il massimo rumore di fondo registrabile
nel corso di un periodo di osservazione di 24 ore. Le marmitte di scarico sono generalmente suddivise in tre
categorie: industriali, residenziali e per applicazioni critiche. La terza categoria è quella che offre la massima
riduzione del rumore. Per risparmiare sulle spese di progettazione di retrofit, occorre considerare la
rumorosità nominale del sistema prima dell'acquisto e fare in modo che le autorità urbanistiche autorizzino
tali valori ancora nelle fasi di progettazione. Anche le vibrazioni meccaniche contribuiscono alla rumorosità
complessiva e alla percezione del rumore da parte dei residenti nella zona. Per ridurre al minimo le
vibrazioni, si possono adottare particolari tecniche di isolamento e di montaggio.
C'è infine la questione dell'aspetto estetico, un altro criterio talora adottato dagli enti locali che devono
concedere la licenza per i gruppi elettrogeni. In alcuni comuni le norme prevedono anche restrizioni sulla
posizione del gruppo elettrogeno, ad esempio prescrivendo che debba essere racchiuso in una struttura
in cemento o con pareti di isolamento il cui stile non stoni con quello dell'edificio principale. Ciò per evitare
che il gruppo elettrogeno sia appariscente e per mantenere una certa neutralità estetica rispetto all'ambiente
circostante.
Aspirazione dell'aria Nella progettazione dell'ambiente è importante alimentare il motore con un flusso d'aria fresca e pulita.
È inoltre consigliabile un'abbondante ventilazione dell'ambiente con aria fresca e pulita per assicurare
il massimo comfort al personale. A tale scopo, spesso sono necessari sfiati di grandi dimensioni e, se
possibile, ventole supplementari. È infine necessario prendere precauzioni per evitare la penetrazione
di pioggia, neve e detriti all'interno del sistema.
Raffreddamento La maggior parte dei motori primi per i generatori sono dotati di un sistema di raffreddamento a radiatore
molto simile a quello delle automobili. Essi sono dotati di una ventola per convogliamento di una quantità
sufficiente di aria sul radiatore, allo scopo di mantenere una temperatura moderata del motore. Il calore
disperso viene estratto dal radiatore e guidato verso l'esterno, attraverso un condotto la cui area della
sezione trasversale è uguale alla superficie radiante. La luce dell'aria di aspirazione (feritoie di ventilazione
della sala) è normalmente del 25% - 50% più grande dell'area del condotto. Per garantire un funzionamento
affidabile occorre una manutenzione scrupolosa del sistema di raffreddamento. I tubi e il livello di
refrigerante, il funzionamento della pompa d'acqua e l'antigelo protettivo devono essere sottoposti ad una
diligente ispezione perché forniscano prestazioni accettabili.
Lubrificazione Nei moderni motori a 4 tempi si utilizzano sistemi di filtraggio a flusso totale che pompano l'olio lubrificante
attraverso filtri montati esternamente per impedire che particelle e contaminanti danneggino le parti in
movimento o i cuscinetti. Per mantenere il livello d'olio corretto vengono impiegati serbatoi d'olio di reintegro,
mentre dei radiatori dell'olio esterni evitano i problemi di lubrificazione dovuti a temperature elevate.
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Filtri: aria e carburante L'aria e il carburante sono elementi critici per un funzionamento affidabile del motore primo ed è essenziale
che sia seguito un programma di manutenzione adeguato. Un sistema ridondante, con doppie tubazioni del
carburante e doppi filtri, è di grande aiuto nelle applicazioni mission-critical, in cui devono essere supportati
tempi di funzionamento prolungati. Questo perché le tubazioni del carburante e i filtri possono essere isolati
e sostituiti mentre il motore resta in funzione. La mancanza di scorte per filtri e altri “materiali di consumo”
può provocare un'interruzione delle attività.
È’ possibile effettuare il monitoraggio preventivo di questi filtri mediante indicatori della pressione
differenziale. Essi mostrano la differenza di pressione ai due capi del filtro o fra due tubi del carburante
durante il funzionamento del motore. Nel caso dei filtri dell'aria, questi dispositivi di monitoraggio preventivo
vengono chiamati indicatori di restrizione. Essi forniscono un'indicazione visiva della necessità di sostituire
un filtro a secco dell'aria di aspirazione mentre il motore del generatore è in funzione.
Motore dello starter Il sistema di avviamento è uno dei più critici per il funzionamento del generatore. Per carichi mission-critical
spesso vengono usati sistemi UPS con un'autonomia della batteria di pochi minuti, quindi è molto importante
che l'avviamento sia rapido. Il tempo minimo per la rilevazione del problema di alimentazione, l'avviamento
del motore primo, la stabilizzazione della frequenza e della tensione in uscita e il collegamento ai carichi è di
solito dell'ordine di almeno 10-15 secondi. Tuttavia molti sistemi attualmente in uso non si comportano in
modo sufficientemente affidabile in questo senso, spesso a causa di batterie scariche o addirittura assenti
perché rubate. Altri problemi possono derivare dalla manutenzione insufficiente o da errori umani. Una
manutenzione e una progettazione coscienziose sono di importanza fondamentale per ottenere una
percentuale di successo accettabile nell'avviamento dei gruppi elettrogeni.
Nella maggioranza dei generatori si utilizza un motore dello starter azionato da batteria, come nelle
automobili, ma talora nei motori primi più pesanti si utilizza in alternativa un sistema pneumatico o idraulico.
L'elemento critico nello starter tradizionale è evidentemente il sistema a batteria. Ad esempio, l'alternatore
per la carica della batteria presente in alcuni motori non impedisce che la batteria si scarichi durante i periodi
di inutilizzo. La presenza di un sistema di carica automatico e separato, con possibilità di allarme remoto,
viene considerata “prassi ottimale”. È inoltre essenziale tenere la batteria calda ed evitare di esporla ad
agenti corrosivi.
Il riscaldamento della batteria viene effettuato con un elemento termico che mantiene la temperatura
dell'elettrolita a un livello opportuno. Nei climi freddi ciò fa aumentare notevolmente la corrente di
avviamento disponibile per il motore dello starter. Le batterie sono classificate in base ai CCA
(Cold Cranking Amperes) che indicano gli ampere disponibili per 30 secondi a 0°F (-17,8°C).
A temperature inferiori a 0°F (-17,8°C) e superiori a 80°F (26,7°C) l'affidabilità è assolutamente
insoddisfacente.
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Anche i riscaldatori del blocco motore contribuiscono ad aumentare la percentuale di avviamenti
riusciti poiché riducono l'attrito che il motore dello starter deve vincere quando questo viene avviato.
Da numerosi studi risulta che i problemi di avviamento sono la causa principale dei problemi di
funzionamento del generatore.
L'alternatore: il componente di generazione dell'energia elettrica La funzione dell'alternatore è quella di convertire l'energia meccanica proveniente dal motore primo
in corrente alternata. Questo principio è simile a quello dell'alternatore di un'automobile che però,
normalmente, è condotto da una cinghia, mentre quello del generatore è condotto dall'albero motore
principale del motore primo. Un alternatore molto semplice può essere composto da un anello di filo
metallico e da un magnete. L'energia elettrica viene prodotta quando l'anello metallico si muove attraverso
il campo magnetico prodotto dai poli positivo e negativo del magnete; altrimenti, si può muovere il campo
magnetico mentre il filo metallico resta fermo. Un alternatore di questo tipo, naturalmente, produrrebbe una
quantità molto ridotta di energia elettrica, ma i principi elettrici su cui si basa sono uguali a quelli dei grandi
alternatori presenti nei generatori. Nel corso degli anni sono state perfezionate alcune caratteristiche dei
componenti degli alternatori per migliorarne l'efficienza, la capacità e l'affidabilità. Di seguito è riportata una
spiegazione di ognuna di queste caratteristiche. La Fig. 2 illustra i componenti principali dell'alternatore
tipico di un generatore.
Figura 2 - Vista in sezione: alternatore brushless autoeccitato, con regolatore esterno
3 fase + Uscita CA neutra
Alternatore principale del campo in rotazione
Cavi rotore principale
Alloggiamento motore
primo
Albero motore
Statore principale (avvolgimento dell'indotto)
3 fase + Uscita CA neutra
+ -
Armatura girevole Alternatore eccitatore
Statore eccitatore (campo)
Rotore eccitatore (armatura)
Ingresso CC (dal regolatore di tensione)
Assemblaggio raddrizzatore (da CA a CC)
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Brushless L'aggettivo “brushless” (senza spazzole) significa che in questo tipo di generatore non è necessario il
contatto con le parti in rotazione per trasferire l'energia elettrica ai o dai componenti. Nei motori e nei
generatori molto piccoli la presenza delle spazzole è ancora accettabile, ma esse hanno lo svantaggio di
essere usurabili ed è impossibile sottoporle a un'ispezione preventiva. Un gruppo elettrogeno di grandi
dimensioni con spazzole non possiede l'affidabilità necessaria per il funzionamento di unità mission-critical.
Autoeccitato Nell'esempio precedente, per generare il campo magnetico viene usato un magnete; ma negli alternatori
più grandi è necessario un campo magnetico molto più potente per generare grandi quantità di energia
elettrica. Si tratta di una situazione analoga a quella di un'officina di autodemolizioni, in cui occorre spostare
grosse masse metalliche: anche qui non si può usare un semplice magnete, ma occorre un elettromagnete
appeso a una gru. Un elettromagnete è un magnete alimentato ad energia elettrica e, nel caso dei
moderni alternatori, “autoeccitato”. Questo aggettivo significa che l'elettricità usata per creare il campo
elettromagnetico viene prodotta all'interno dell'alternatore stesso, permettendo così di generare grandi
quantità di energia elettrica senz'altra energia che quella fornita dal motore primo.
Statore principale o avvolgimento dell'indotto Lo statore principale, o avvolgimento dell'indotto, è costituito da bobine fisse di filo metallico in cui viene
indotta l'energia elettrica per i carichi critici. Le caratteristiche della corrente alternata prodotta sono correlate
alla quantità e alla geometria degli avvolgimenti della bobina. Sono a disposizione diverse configurazioni per
soddisfare diversi requisiti di portata e tensione.
Gli avvolgimenti trifase sono tre bobine separate, disposte a 120 gradi l'una dall'altra sulla circonferenza
di rotazione. Quando il campo magnetico dell'alternatore ha solo una coppia di poli nord-sud, viene creato
un ciclo di corrente alternata per fase per ogni rotazione del motore primo. In altre parole, per produrre c.a.
a 60 Hz il motore primo deve far girare l'alternatore a 3600 giri al minuto. Questo è un regime abbastanza
elevato per i sistemi di generatori diesel che subiscono un'usura doppia rispetto a un motore funzionante
a 1800 giri/min. Progettando il campo magnetico dell'alternatore con quattro poli, è sufficiente far ruotare
il motore primo a 1800 giri/min per ottenere un'uscita a 60 Hz. Sono inoltre disponibili sistemi di generatori
con un regime ancora più basso che integrano alternatori a 6 o a 8 poli (con velocità di rotazione rispettiva
di 1200 e 900 giri/min).
Messa a terra La messa a terra del generatore e la connessione del neutro rappresentano un dettaglio importantissimo.
Per evitare guasti e ottenere un'alimentazione di buona qualità è indispensabile che il metodo di messa
a terra sia conforme alle norme elettriche del luogo di installazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, occorre
attenersi alle norme del National Electrical Code (NEC) Article 250 Ref. 4, o altre norme locali.
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La messa a terra è forse l'aspetto più soggetto a errori di interpretazione e applicazione negli impianti di
qualsiasi dimensione. Informazioni a questo proposito si possono ricavare dallo standard IEEE1 Standard
446-1995, IEEE Recommended Practice for Emergency and Standby Power Systems for Industrial
and Commercial Applications (Orange Book). Quando si alimentano carichi elettronici sensibili, inoltre,
occorre dedicare una seria considerazione alle raccomandazioni dello standard IEEE 1100-1999,
“IEEE Recommended Practice for Powering and Grounding Electronic Equipment (Emerald Book)”.
Temperatura di funzionamento La temperatura di funzionamento degli avvolgimenti dell'alternatore è un altro parametro importante,
in particolare nelle applicazioni in condizioni ambientali estreme (altitudine, temperatura ambiente
o ventilazione).
Talvolta, per contenere le temperature dell'avvolgimento, si utilizza un generatore sovradimensionato. In
alternativa, è possibile utilizzare un isolamento speciale in grado di sopportare temperature più elevate. In
particolari ambienti di installazione possono esservi problemi operativi e condizioni difficili dovute ad umidità,
temperatura, funghi, insetti nocivi, ecc. Per ovviare a questi problemi sono disponibili versioni e isolamenti
speciali, che aiutano a mantenere asciutti gli avvolgimenti e a impedire il deterioramento dell'isolamento.
Il regolatore: frequenza di uscita c.a. e regolazione Il regolatore mantiene costante il regime del motore primo in condizioni variabili, regolando il carburante che
lo alimenta. È necessaria una frequenza c.a. stabile e questa è direttamente proporzionale alla precisione
e al tempo di risposta del regolatore. Questo elemento è un componente chiave per la determinazione della
qualità dell'alimentazione c.a. in uscita.
Le variazioni di frequenza e il loro impatto sulla qualità dell'alimentazione non rappresentano un problema
che gli utenti devono affrontare quando sono collegati a una rete elettrica stabile. Tuttavia i componenti
elettronici sensibili sono vulnerabili al disturbo causato da cambiamenti di frequenza improvvisi,
determinati dall'alimentazione dal generatore. La capacità del generatore di fornire una frequenza costante
è direttamente proporzionale alla velocità di rotazione del motore primo controllato dal regolatore. Sono
a disposizione diversi tipi di regolatori, dal semplice tipo a molla fino ai complessi sistemi idraulici ed
elettronici che regolano dinamicamente l'apertura della valvola a farfalla per mantenere costante il regime
del motore. La semplice aggiunta o rimozione di carichi, oppure il ciclo di accensione/spegnimento dei
carichi stessi, può creare condizioni di instabilità che devono essere neutralizzate dal regolatore.
1 L'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) è considerato un'organizzazione tra le più autorevoli in vari settori tecnici, tra cui quello dell'alimentazione elettrica. È un associazione senza fini di lucro costituita da professionisti tecnici, con oltre 360.000 iscritti di più di 175 nazioni. www.ieee.org
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Il regolatore isocrono mantiene costante la velocità indipendentemente dal livello di carico. Sono comunque
presenti lievi variazioni di velocità del motore primo; la loro entità è una misura della capacità stabilizzante
del regolatore. L'attuale tecnologia dei regolatori permette di contenere le variazioni di frequenza entro
il ±0,25%, con tempi di risposta alle variazioni di carico dell'ordine di 1-3 secondi. Gli odierni dispositivi
elettronici allo stato solido assicurano un'elevata affidabilità e la regolazione della frequenza necessaria per
carichi sensibili.
Quando due o più generatori sono collegati in parallelo per esigenze di capacità o di ridondanza, devono
essere tutti regolati alla stessa velocità, utilizzando la frequenza dell'alimentazione di rete o di un altro
generatore come riferimento. Ciò accade perché se le due sorgenti non sono sincronizzate, una di esse
supporterà una frazione maggiore del carico e ciò, a sua volta, imporrà una correzione.
Di recente sono stati sviluppati sofisticati sistemi di regolatori elettronici per installazioni in parallelo, che
forniscono un miglior coordinamento e una maggiore stabilità della frequenza in diverse condizioni. Queste
nuove tecnologie, grazie alla loro affidabilità, alle esigenze minime di manutenzione e alle migliori funzioni di
coordinamento, soddisfano come auspicato i requisiti di disponibilità dei moderni data center.
La scelta del regolatore è influenzata dal tipo di carburante del gruppo elettrogeno, nonché dall'entità delle
possibili variazioni improvvise dei carichi. Poiché entrambi questi fattori contribuiscono alla precisione e alla
stabilità della velocità del motore primo, è indispensabile tenerne conto in fase di progettazione.
Regolazione della tensione La funzione fondamentale di un regolatore di tensione è semplicemente quella di controllare la tensione
prodotta all'uscita dell'alternatore. Il funzionamento del regolatore di tensione è di importanza vitale per
i carichi critici dipendenti da alimentazione classificata “computer grade”. L'obiettivo è quello di configurare
un sistema con un tempo di risposta adeguato, per minimizzare le sottotensioni e le sovratensioni che si
verificano quando varia il carico. Un altro aspetto da considerare è il comportamento del regolatore quando
è soggetto a carichi non lineari, ad esempio con gli alimentatori a commutazione di vecchio tipo. I carichi non
lineari prelevano corrente in modo incoerente con la forma d'onda della tensione, mentre i carichi resistivi
(come quello di una lampadina) lo fanno in sincronia con la forma d'onda. I carichi non lineari possono
interagire negativamente con un generatore, mettendo così a rischio la disponibilità del carico critico durante
il funzionamento in standby.
La norma EGSA 101E sezione 5 definisce il parametro di regolazione della tensione come la “differenza tra
la tensione di stato stazionario a vuoto e a pieno carico, espressa come percentuale della tensione a pieno
carico”. Vi sono tre aspetti dell'alternatore che determinano la tensione: l'intensità del campo magnetico, la
velocità di intersezione con il campo magnetico e il numero di avvolgimenti (spire) della bobina. Gli ultimi
due sono fattori costanti in questa discussione, il che significa che la regolazione della tensione è una
funzione dell'alterazione del campo magnetico per raggiungere il risultato desiderato.
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Vi sono molte tecnologie per il monitoraggio della tensione di uscita che consentono di fornire la qualità
di alimentazione più adeguata all'uso nei data center. Indipendentemente dal tipo del regolatore, occorre
ragionare su una situazione “worst case” che produca una variazione di tensione ancora inferiore al valore
massimo accettabile. Le situazioni worst-case possono essere determinate, ad esempio, dalla temperatura
eccessiva dell'avvolgimento (che produce un abbassamento della tensione) o da un'alta percentuale
di carichi non lineari. Gli odierni data center contengono pochissimi carichi non lineari, grazie alla prevalenza
di alimentatori con correzione del fattore di potenza (PFC). Tuttavia, se il generatore sarà usato come
alimentazione di riserva per altri sistemi dell'edificio, occorrerà identificare i carichi non lineari per garantire
la scelta del generatore più adatto.
Apparecchiatura di manovra e distribuzione La distribuzione dell'uscita del generatore ai carichi critici costituisce un altro problema molto importante
per la progettazione del sistema. L'IEEE Emerald Book (standard IEEE 1100-1999) è riconosciuto come
la massima autorità nel campo dell'alimentazione di apparecchiature sensibili. In questo documento si
suggerisce di progettare il sistema secondo l'IEEE Orange Book (standard IEEE 446-1995) che fornisce
direttive su sistemi automatici di monitoraggio della sorgente di alimentazione e prevede l'avviamento
del motore e il trasferimento del carico al generatore non appena l'alimentazione è disponibile e stabile.
Esse prevedono inoltre il ritrasferimento del carico all'alimentazione di rete non appena vengono
ristabilite le condizioni normali. Di solito, tutte queste funzioni sono incorporate in un sistema automatico
di commutazione chiamato ATS (Automatic Transfer Switch). Tra le altre funzioni comuni, vale la pena
di citare la programmazione di un test automatico del generatore e l'importantissimo ciclo di
raffreddamento per il generatore non appena viene ripristinata l'alimentazione di rete. Questo hardware
è stato sinora commercializzato da diversi fornitori, compresi i produttori di generatori, i produttori di
apparecchiature di distribuzione e le aziende specializzate nella progettazione di ATS. Tuttavia, oggi
esistono sistemi pre-progettati esenti dagli inconvenienti delle soluzioni personalizzate, quali l'elevato
TCO (Total Cost of Ownership; costo totale di possesso) e la notevole complessità. Per ulteriori
informazioni sui sistemi ATS, consultare il White Paper APC n. 94, “Principi fondamentali di funzionamento
dei commutatori di trasferimento per generatori per applicazioni IT”. La Fig. 3 illustra la posizione dell'ATS
nella distribuzione elettrica dell'edificio. Figura 3 – Gruppo elettrogeno di riserva con ATS
Normale
Corrente
Emergency
Interruttore di circuito di trasferimento
Carichi
Corrente
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Nella progettazione di questo sistema occorre tenere conto anche di un'adeguata protezione dalle
sovracorrenti. I contatti del meccanismo di commutazione devono essere in grado di sopportare correnti
di punta senza fondersi. È’ inoltre importante evitare che il commutatore si surriscaldi a pieno carico e che
sia in grado di erogare un'adeguata corrente di cortocircuito (necessaria per far scattare dispositivi di
protezione dalle sovracorrenti, quali gli interruttori automatici). Per il ritrasferimento all'alimentazione di
rete vi sono diversi schemi di commutazione, noti come “a transizione aperta” e “a transizione chiusa”.
“Transizione aperta” significa che il carico viene scollegato dalla rete di alimentazione prima di essere
collegato al generatore. “Transizione chiusa” significa che il carico viene prima collegato al generatore
e poi scollegato dall'alimentazione di rete. Nel secondo caso, per un breve periodo di tempo sono collegati
contemporaneamente l'alimentazione di servizio e il generatore. Il tipo a transizione chiusa è più elaborato
e riduce al minimo le interruzioni momentanee del trasferimento.
Gruppi elettrogeni multipli o paralleli ridondanti Per decidere qual è il numero di gruppi elettrogeni necessari, occorre tenere conto della capacità
e dell'affidabilità del sistema desiderate. Un sistema con diverse unità più piccole (identiche) che, sommate,
forniscono il carico di punta richiesto, più un'unità supplementare, è chiamato N+1 ridondante. Se ne può
vedere un esempio nella Fig. 4, in cui due gruppi elettrogeni da 800 kW sincronizzati supportano un carico
di 1,6 MW, mentre il terzo generatore da 800 kW funge da riserva.
Figura 4 - Sistema di gruppi elettrogeni ridondanti isocroni N+1 da 1,6 MW
Controllo combustibile
Motore Regolatore
velocità
Condi-visione
del carico
Monito-raggio RPM
Genera-tore da 800 kW
Monitoraggio della tensione
Carico
Controllo combustibile
Motore
Regolatore velocità
Monito-raggio RPM
Controllo combustibile
Motore
Regolatore velocità
Monito-raggio RPM
Condi-visione
del carico
Condi-visione
del carico
Monitoraggio della tensione
Monitoraggio della tensione
Genera-tore da 800 kW
Genera-tore da 800 kW
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L'attivazione della rispettiva sequenza di avviamento fa partire tutti e tre i generatori e li sincronizza.
Con una ridondanza N+1 è possibile supportare 1,6 MW. Il collegamento in parallelo dell'apparecchiatura
di manovra implica un aumento dei costi, ma statisticamente fa aumentare l'affidabilità rispetto ad un
singolo motore primo. In questo esempio, la probabilità che in un determinato momento sia inattivo più di un
generatore sono minime rispetto a quelle di un sistema a generatore singolo. Tutto ciò, naturalmente, non
esclude la possibilità che un guasto comune (ad esempio, l'esaurimento del carburante) provochi il collasso
di un sistema apparentemente ridondante.
Un altro importante vantaggio del concetto “modulare” (aggiunta di piccoli sistemi fino a raggiungere
le dimensioni del carico) è la scalabilità. Per gli impianti in espansione si può progettare un sistema
predisposto al potenziamento futuro della capacità, destinando già in partenza dello spazio ai componenti
che saranno aggiunti successivamente e dimensionando la portata dei cavi in previsione del carico finale.
I costi di capitale e la manutenzione dei componenti non ancora installati vengono differiti fino al momento
in cui l'aumento del carico critico giustificherà l'investimento. È importante valutare accuratamente le
esigenze e fare delle scelte giudiziose e coerenti con le definizioni precedenti. Il lettore che desideri maggiori
informazioni sulla scalabilità può consultare il White Paper APC n. 37, “Ottimizzare gli investimenti per la
realizzazione di infrastrutture per sale CED e apparati di rete”.
L'intero sistema e la progettazione compatibile Il White Paper APC n. 95, “Dimensionamento dei generatori a motore a combustione interna per
infrastrutture mission-critical”, tratta dei concetti di dimensionamento e carico dei generatori. Tuttavia
è importante sottolineare le influenze del fattore di potenza, dei commutatori di trasferimento e dell'UPS
sulle prestazioni complessive dell'intero sistema. Quando nel progetto sono coinvolti diversi fornitori,
è essenziale che tutti costoro partecipino al collaudo completo dell'installazione e alla messa in servizio.
Questo tipo di approccio può evidenziare prematuramente problemi di incompatibilità non previsti, prima
che essi compromettano i carichi critici. Il collaudo dovrebbe essere eseguito a carichi diversi, fino ad un
utilizzo al 100%. Spesso è necessario carichi fittizi in sostituzione dei carichi veri e propri; non bisogna però
dimenticare che questa simulazione può non rappresentare correttamente il fattore di potenza dei carichi
veri e propri. In mancanza di speciali carichi di prova reattivi, occorre eseguire un ciclo di prova
supplementare non appena sono disponibili i carichi veri e propri.
C'è però un metodo per evitare la complessità e il collaudo “multi-vendor” di soluzioni personalizzate di
gruppi elettrogeni, ATS e UPS, consistente nello specificare un sistema completo pre-progettato, prodotto
e pre-collaudato in base agli standard ISO 9000 da parte di un singolo fornitore. Un altro vantaggio dei
sistemi pre-progettati è il costante aumento della qualità e dell'affidabilità dovuto al ricorso a tecniche
produttive standardizzate e finalizzate all'eliminazione dei difetti (cosiddette tecniche di “Reliability Growth”).
2004 American Power Conversion. Tutti i diritti riservati. È vietato utilizzare, riprodurre, fotocopiare, trasmettere o memorizzare in qualsiasi sistema di recupero di qualsiasi natura ogni parte della presente pubblicazione in assenza di autorizzazione scritta concessa dal proprietario del copyright. www.apc.com Rev 2004-0
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Conclusioni Il motore primo fornisce energia al generatore. La presenza di un regolatore preciso è indispensabile per
ottenere una frequenza stabile con carichi variabili. Per creare ed erogare c.a. di qualità al commutatore
di trasferimento e alimentare i carichi critici, sono necessari elementi quali l'alternatore, il regolatore e altri
comandi. I generatori tradizionali possono essere complessi, con conseguente aumento dei costi di
engineering e maggiore probabilità che si verifichino guasti. I sistemi alternativi pre-progettati offrono una
maggiore affidabilità, grazie al ricorso a tecniche produttive standardizzate.
Bibliografia NFPA 110, Standard for Emergency and Standby Power Systems, edizione 1999,
National Fire Prevention Association, 1999 (http://www.nfpa.org)
NFPA 111, Standard on Stored Electrical Energy Emergency and Standby Power Systems, edizione 1996
National Fire Prevention Association, 1999
Standard IEEE 446-1995, IEEE Recommended Practice for Emergency and Standby Power Systems for
Industrial and Commercial Applications (Orange Book) (http://ieee.org)
Standard IEEE 1100-1999, IEEE Recommended Practice for Powering and Grounding Electronic
Equipment. (Emerald Book)
Standard IEEE 602-1996, IEEE Recommended Practice for Electric Systems in Health Care Facilities,
(White Book)
Standard EGSA 100, 101 e 404 (http://www.egsa.org)
“On-Site Power Generation,” Electrical Generating Systems Association, 1998 ISBN 0-9625949-3-8
Informazioni sull'autore Robert Wolfgang è un Senior Applications Engineer di APC. Attualmente è responsabile della
consulenza e dell'analisi di data center per layout fisici di clienti CAD, in conformità con le norme NEC
e le “prassi ottimali” di progettazione. Nella sua qualità di membro qualificato dall'Electrical Generating
Society Association nell'ambito del team Availability Science di APC, si è dedicato alla compilazione delle
“prassi ottimali” per molti dei sottosistemi della Network-Critical Physical Infrastructure. Bob è laureato in
Ingegneria Meccanica e lavora da 15 anni in APC, avendo occupato posizioni diverse nei settori QA,
gestione del supporto tecnico e Availability Science.