Primo learning meeting Wister: nuove forme di comunicazione e work life-balance

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Grafica a cura de Ilgeko (Elena Rossi) http://ilgeko.daportfolio.co m Social Media e Social Network: tra nuove forme di comunicazione e work life-balance Certosa di Padula 19-20 Luglio 2013 Emma Pietrafesa

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Presentazione di Emma Pietrafesa

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Social Media e Social Network: tra nuove forme di comunicazione e work

life-balanceCertosa di Padula 19-20 Luglio 2013

Emma Pietrafesa

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Perché parlare di tecnologie e alfabetizzazione digitale soprattutto per le donne?Secondo l'ultimo rapporto ITU 'Il mondo nel 2013: ICT Facts and Figures

(27.02.2013) circa 2,7 miliardi di persone, ovvero il 39% della popolazione mondiale, utilizzerà ed avrà accesso alla rete Internet entro la fine dell'anno…

L’Europa diverrà la regione più connessa in tutto il mondo, con una crescita degli accessi informatici che raggiungerà il 75% del totale mondiale, superando quindi di gran lunga il 32 % di Asia e Pacifico ed il 16% dell'Africa.

In ottica di genere, sono maggiormente gli uomini (41%) che utilizzano le tecnologie informatiche rispetto alle donne (37%) su scala mondiale. Ciò corrisponde quindi a 1,3 miliardi di donne rispetto a 1,5 miliardi di uomini.

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.Donne e Media: la situazione europeaA fronte di un crescente impiego delle donne nelle professioni

dei media (i.e. giornaliste, etc) la cultura organizzativa di supporto rimane prevalentemente maschile: le donne sono ancora notevolmente sotto-rappresentate a tutti i livelli decisionali, anche a causa dell’assenza di interventi normativi e pratiche organizzative finalizzate all’inclusione.

I dati per paese evidenziano situazioni molto differenti fra loro:• paesi come Bulgaria e Lettonia registrano un numero di

donne in percentuale superiore agli uomini a tutti i livelli decisionali;

• paesi come Estonia, Lituania, Romania, Slovenia, Finlandia e Svezia hanno percentuali di donne fra il 40% e il 50%;

• paesi come Irlanda, Grecia, Italia e Malta hanno invece percentuali di donne molto al di sotto della media europea

(30%).• (Fonte: EIGE- European Institut for Gender Equality – I Report on 27 Eu States

memebers + Croatia)

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Web 2.0 e sue applicazioni: I social Media•L’innovazione tecnologica e la nascita e lo sviluppo delle tecnologie dell’Informazione (ICT) hanno imposto cambiamenti non solo in ambito organizzativo gestionale ma hanno avuto un impatto molto rilevante anche sui comportamenti sociali, sulla determinazione di ruoli e dinamiche di potere e sulla creazione di nuovi modelli relazionali.

(Castells 2002: modello a rete della Network Society)•Anche il sistema dei media è stato coinvolto da questi cambiamenti. A seguito della digitalizzazione i singoli media hanno visto cambiare parte delle loro funzioni in un processo di mediamorfosi.

(Menduni 2007: media digitali e usi sociali)

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• Il termine 2.0 è un approccio evolutivo della Rete, basato sull’utilizzo del WEB come piattaforma abilitata da software e applicazioni sviluppate per favorire la collaborazione, la condivisione e l’interazione in rete.

(Di Bari 2007- nuovo modello comunicativo che pone al centro la partecipazione del navigatore/utente)

• Il web 2.0 è una mediamorfosi della Rete che permette di abbandonare il modello di comunicazione top-down dell’informazione on-line attivando la partecipazione collaborativa degli utenti nella costruzione dei contenuti:

USER GENERATED CONTENT (UGC)

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Lo sviluppo della Società dell’informazione è stato una priorità anche nell’agenda politica…italiana…nel marzo del 2012 viene istituita l’Agenda Digitale Italiana (ADI)

Qualche dato nazionale:Su circa 27 milioni di italiani che nel 2011 accedevano ad internet 21

milioni sono presenti on line su facebook e più della metà vi accedono ogni giorno…

Oggi il 65% degli utenti adulti di Internet utilizza un sito di social networking come MySpace, Facebook o LinkedIn rispetto al 29% nel

2008L’uso dei social media si sta diffondendo anche nel settore della salute

pubblica: il 60% dei dipartimenti sanitari statali attualmente utilizza almeno un’applicazione. Inoltre, un terzo degli adulti usa i social

media per accedere alle informazioni sulla salute e quasi l’80% dei medici si consulta con i pazienti on-line utilizzando canali social per

creare o condividere contenuti medici.

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I SOCIAL MEDIA• I Social Media sono le tecnologie e pratiche

online (applicazioni del web 2.0) che gli utenti adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio ovvero quei media che sono flessibili abbastanza per soddisfare le capacità sociali dei cittadini (Shirky 2008)

• Diverse categorie di media sociali molto diversificate tra loro: blog, podcasting, istant messaging, social network, wiki, tagging, Rss…alcuni esempi Youtube, Slidesshare, Twitter, Wikipedia, Filckr, Facebook, MySpace etc…

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• Diverse categorie ma con uguali caratteristiche:

1.Favoriscono la creazione di legami tra gli utenti;

2.Sono altamente decentralizzate;3.Il loro funzionamento si basa su norme

sociali emergenti;4.Sono estremamente flessibili;

La cultura si forma attraverso un processo di conoscenza che è frutto della comunicazione tra individui

(creazione di reti, costruzione del sapere e esercizio del potere)

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I Social network Sites (SNS)• Siti web che incoraggiano la costruzione di reti sociali

online composte da membri con interessi simili con i quali comunicare scambiare informazioni e condividere contenuti testuali e/o multimediali, attraverso l’utilizzo di tecnologie e applicativi come chat aree di discussione strumenti di mailing etc

• I SSN che permettono la condivisione di immagini fotografiche e video creati dagli stessi utenti e

successivamente caricati in rete per essere condivisi con le proprie reti sociali sono definiti media centered social

network ovvero siti web che hanno una specializzazione mediale mettendo a disposizione nella piattaforma video,

fotografie o musica intorno ai quali si sviluppano discorsi e conversazioni (YOUTUBE, FLICKR)

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Person- centered social Networks• Questi siti sono quelli che danno priorità

all’individuo ed alla propria rete sociale più che a un singolo mezzo o prodotto mediale (My Space, Facebook, Google +)

Le cosidette member communities (che includono sia i blog sia SNS) sono la terza categoria mediale più popolare…precedendo anche l’uso della mail della popolazione globale connessa!!!!!

SNS sono dunque uno strumento di promozione di immagine e di marketing per il settore pubblico/privato

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Facebook è il re dei Social Network con i suoi quasi oltre 1 miliardo di utenti. Ci sono però vaste aree del mondo, mercati potenzialmente interessanti, in cui non è molto utilizzato a livello commerciale o di servizio: la Cina innanzitutto, vaste aree del Medio Oriente, la Russia e il Sud America. La caratteristica vincente di Facebook è la capacità di raccogliere e condividere tipi diversi di media: post, foto, video, link, eventi.

Ogni tipo di contenuto può essere condiviso con amici e conoscenti ed ottenere un’ampia visibilità o una visibilità

ristretta in base alle personali impostazioni di privacy e sicurezza

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FOURSQUARE E PINTEREST• Social Network specializzato e

pensato per essere utilizzato con gli smartphone.

La geolocalizzazione e la registrazione dei luoghi lo rende ideale, un vero e proprio must, per tutte quelle attività che hanno una presenza fisica sul territorio: ristoranti, negozi, luoghi d’incontro, discoteche. La possibilità di far registrare i propri clienti diffondendo così il nome del locale sulla rete (tramite la condivisione della registrazione su Facebook e Twitter, ad esempio) rende Foursquare uno strumento molto potente.

E’ una vera e propria bacheca su cui si possono appuntare pensieri ed interessi sotto forma di immagini. Ovviamente, anche questo funziona molto bene sugli smartphone e permette di condividere con i follower e non solo le immagini pubblicate. Anche qui, come su Twitter, si possono usare Hashtag e Repin per diffondere ulteriormente i propri post. N.B. Il suo pubblico è per circa l’80% femminile il che lo ha reso ideale per tutte le attività rivolte all’universo donna

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Twitter• Il sistema del microblogging e del retweet è uno strumento

molto potente, se usato a dovere, per comunicare ad un’ampia base di persone. Ideale da utilizzare con le nuove tecnologie di fonia integrate: smartphone, iphone, tablet, e-book.

• A livello business Twitter è ideale se vogliamo dare informazioni di tipo corporate, oppure se vogliamo coinvolgere un gran numero di persone in eventi o promozioni. Usando a dovere hashtag, citazioni e retweet si può arrivare ben più lontano rispetto alla propria base di follower. L’interazione è però di tipo piramidale, non orizzontale come su FB. Sono io che lancio un cinguettio e lascio che il popolo di Twitter lo diffonda secondo una dinamica di tipo multilevel. Le risposte sono ovviamente possibili, ma meno interattive.

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Linkedin e gli altri• Rete sociale fatta di professionisti

e manager di ogni settore. All’estero è un requisito fondamentale, in Italia ancora no, ma i team delle risorse umane e selezione del personale iniziano ad utilizzarlo. Questo SNS è 100% business oriented.

• Su LinkedIn si possono condividere progetti, chiedere idee, trovare partnership, sviluppare una rete di contatti più o meno ampia che possa diventare una potente leva di sviluppo per un’attività o un lavoro, o solo per crearsi delle conoscenze utili alla ricerca di un ruolo professionale migliore.

• Google+ è sostanzialmente un clone di Facebook, fa le stesse cose ma ha avuto qualche difficoltà a partire; Flickr è una delle piattaforme leader per la condivisione di album fotografici, utile per attività che hanno bisogno di gallery come ad esempio alberghi; Youtube è il principale sito di condivisione di video.

• Meno conosciuti ma ugualmente interessanti sono Tumblr, una sorta di blog molto semplificato che consente tra le altre cose di pubblicare articoli dal web con un semplice clic, Instagram, un simpatico strumento smartphone-friendly per la condivisione di fotografie, e MySpace, diventata ormai spazio privato dei musicisti. Questi sono i Social Network che in una strategia di marketing e comunicazione vanno assolutamente tenuti in considerazione. Esistono poi quelli specifici di settore, diversi da un Paese all’altro.

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E il futuro? Secondo le previsioni più accreditate si passerà,

dagli attuali 200 milioni di navigatori (internauti), al miliardo entro i prossimi 5 anni, mentre commercio mondiale, abitudini di vita, struttura dell'occupazione e dei servizi, risulteranno profondamente trasformati. La diffusione del web determinerà una vera e propria rivoluzione in molti settori come la pubblicità e i servizi, primi fra tutti quelli bancari con i modelli di banca virtuale.

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Ma c’è ancora poca consapevolezza su un elemento critico della

gestione e utilizzo dei Social Media, il cosiddetto BIG DATA

ovvero la gestione, l’organizzazione e l’analisi dell’enorme quantità di informazioni, spesso disaggregate, che arrivano dalla rete. Si stima che, entro il 2020, la quantità di informazioni digitali create sarà cresciuta di 40 volte. Identificare le informazioni utili all’interno di questo enorme rumore di fondo e distillarle perché siano utilizzabili per il business e per i servizi pubblici richiede un approccio nuovo alla gestione della presenza digitale.

MENTRE la visione dei benefici è abbastanza chiara: comunicazione più

friendly e più orientata all’utente/maggiore efficacia, tracciabilità/monitoraggio delle abitudini utenti (acquisti, ricerche, utilizzo servizio, etc), ottimizzazione costo/contatto, collaborazione e sensibilizzazione su un tema o rischio specifico, feedback per migliorare i prodotti e i servizi

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L’impatto delle nuove tecnologie e il work life balance

L'emergere e il rapido sviluppo di queste nuove tecnologie stanno cambiando le condizioni di lavoro e contaminando gli ambienti di lavoro, si pensi al design dell'interfaccia uomo-macchina, al monitoraggio in tempo reale dei parametri lavorativi e al contempo molte di queste nuove tecnologie stimolano le attività di ricerca in nuovi campi come ad esempio lo sviluppo e l'applicazione di materiali intelligenti e funzionali. Le nuove tecnologie hanno reso possibile lavorare da qualsiasi postazione ed in ogni momento della giornata creando però una maggiore dispersione dell’attenzione sul lavoro e determinando una forte frammentazione e interruzione delle attività durante l’orario di lavoro.

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Questa continua evoluzione tecnologica ha predisposto una rapida diffusione di nuovi mezzi di comunicazione/informazione. Il mutamento sociale genera nuovi stili di vita ai quali adattarsi, e l’uso di smartphone e tablet, perennemente connessi ad internet, consente alle questioni di lavoro di occupare anche tempi e spazi che dovrebbero essere privati. È l’era dei “workaholics” ovvero gli assetati di lavoro, dell' ufficio virtuale, e di un mondo dove i confini tra dovere e piacere sono divenuti inesistenti.

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Di tale situazione, come rileva uno studio internazionale dell‘Università di Toronto con target di genere, ne risentono principalmente le donne: contattate spesso da supervisori, colleghi o clienti, riferiscono elevati livelli di stress psicologico.

Le donne, in grado di destreggiarsi tra il proprio lavoro e la propria vita familiare esattamente quanto gli

uomini, si sentono più in colpa, per il semplice fatto di essere raggiunte dal lavoro e dunque distratte impegni

familiari, a dimostrazione del fatto che i condizionamenti culturali sono fondamentali nella

formazione e definizione dei ruoli.

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Et Chez-nous?Accanto alla maggiore difficoltà delle donne rispetto agli uomini sul

mercato del lavoro, l’Italia, presenta una forte asimmetria di genere nella divisione dei ruoli nella coppia e l’organizzazione dei tempi si mantiene fortemente differenziata anche in zone diverse e per classi sociali.

Il 'gender gap' inizia infatti proprio dal tempo libero: gli uomini in Italia ne hanno 80 minuti in più al giorno delle donne. In un anno si arriva a 444 ore, calcola l'Ocse e la differenza, la maggiore in materia tra i principali Paesi industrializzati, sta nel fatto che quell'ora e mezza in più che gli uomini dedicano ogni giorno allo svago, le donne la passano a pulire la casa (dati Ocse Studio Measuring leisure 2009).

Le donne italiane, sommando sia il tempo per il lavoro remunerato che quello per il lavoro non remunerato, lavorano in realtà ben più degli uomini.

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Il 77% del tempo dedicato al lavoro familiare è a carico femminile, a testimonianza di una persistente e significativa asimmetria di genere; pur essendo i padri un po’ più collaborativi rispetto al passato, i cambiamenti sono lenti e la divisione dei ruoli ancora molto rigida. I dati recenti mostrano, infatti, che i maggiori cambiamenti nella divisione del lavoro tra i due generi sono avvenuti nell’ambito della cura dei figli, molto meno invece nell’ambito del lavoro domestico vero e proprio e di cura dei familiari (genitori, disabili, etc)

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Un esempio positivo a cui guardare è quello della Danimarca che per welfare, uguaglianza di genere e rappresentanza femminile nel mondo del lavoro si colloca al top nell’Unione Europea, potendo vantare sia un tasso di natalità pari a 1,8 figli (contro una media europea di 1,5 ) per donna sia un tasso di occupazione femminile pari al 72%. (Dati OECD - Organisation for Economic Co-operation and Development 2013)

Il segreto sta nell’unione di fattori quali flessibilità, adeguate misure di congedo di maternità, aiuti per la

cura dell’infanzia e stabilità sociale, fattori che da sempre hanno ispirato il welfare dei paesi

nordeuropei, rendendoli degli esempi a cui guardare sia nel campo dell’uguaglianza di genere sia per gli alti

standard di vita che possono offrire ai loro cittadini.

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Le ITC possono essere il punto di svolta epocale: a) per una maggiore democratizzazione dei

processi partecipativi della cittadinanza attiva, e quindi strumenti per una “rivoluzione” culturale e di pensiero all’interno di tutta la società italiana.

b) possono essere una modalità utilizzata per liberare i tempi di produzione e di lavoro a favore di una migliore redistribuzione dei carichi ed impegni socio-familiari, supportando dunque anche il delicato compito delle organizzazioni complesse nella redifinizione di nuovi modelli e processi organizzativi, per un maggiore benessere dell’individuo e migliore valorizzazione dei percorsi lavorativi e di carriera anche femminili.

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A dispetto di dati statistici e autorevoli studi internazionali sulla positiva inclusione delle donne nel mercato del lavoro e nell’economia globale, vi è ancora una resistenza/persistenza diffusa a non valorizzare ed incentivare la presenza delle donne all’interno dei settori produttivi e decisionali, particolarmente in alcuni ambienti di tipo corporativistico, tanto nazionali quanto internazionali (in questo senso “ogni mondo è paese”) che privano però tutti noi della possibilità di dar vita a meccanismi virtuosi partendo dal confronto di diversi punti di vista, dalla condivisione di diverse o complementari esperienze per giungere ad una sintesi positiva dei vari fattori e della varie professionalità e grandezze messe in campo, come LEVE PER IL CAMBIAMENTO da tutte le risorse umane della società.

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Paradoxically, new technologies offer new employment opportunities for women, but

also work against them, keeping them confined to the lower, semi-skilled orunskilled positions, in the attempt to

reduce the threat of women’s entry into the men’s sphere of work and preserve the

masculine orientation towards workGrazie dell’attenzione ✗ !!!!

Emma PietrafesaGmail: [email protected]

Twitter: @EPietrafesaLinkedin:[email protected]