Primissima Scuola dicembre

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Proposte audiovisive per le scuole POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB ROMA SCHEDE FILM Megamind Tron: Legacy Le avventure di Sammy Rapunzel - L'intreccio della torre Concorso I fantastici viaggi di Gulliver

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Proposte audiovisive per le scuole

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concorso i fantastici viaggi di Gulliver

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n°5 - 6 2010Sommario

4 Rapunzel - l'IntReccIo della toRRe

editore MULTIVISION S.R.L. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Romatel. fax. +39 0645437670

grafica Luca Foddis [email protected] Morfù [email protected]

stampa Ige, Roma

Periodico di informazionicinematografiche per le scuoleAnno 16 n. 5 -6 dicembre 2010

Direttore Responsabile Piero CinelliDirettore Editoriale Paolo Sivori

Reg. Trib. Roma n. 00438/94 del 1/10/1994

8 le avventuRe dI Sammy

12 megamInd

19I fantastici viaggi di Gulliver

16 tRon : legacy

partecIpa al concorso GUllIVer GranDe o pIccolo, Vero o Falso?FaI VIncere a tUtta la classe Una bellIssIma GIta al parco ItalIa In mInIatUra DI rImInI.

nata nel 1994 peR pRomuoveRe le pellIcole pIù adatte al mondo della Scuola, SIa Sotto Il pRofIlo dIdattIco che dI IntRattenImento, pRImISSIma Scuola è dIventata neglI annI un punto dI RIfeRImento peR la maggIoR paRte delle Scuole e deglI InSegnantI che utIlIzzanoIl cInema come StRumento dIdattIco.

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rapunzel l’intreccio della torreRegia: Byron howard, nathan grenodistribuzione: Walt disney

Una fiaba modernanel solco della tradizione

“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,” […]Francesco Petrarca, Canzoniere, XC

claudio lugi

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schede film

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da quanto racconta rapunzel – l’intrec-cio della torre, la nuova, meravigliosa

strenna natalizia in 3d della disney, anche nel mondo delle fiabe le donne ossessiona-te da smagliature e rughe, zampe di gal-lina e cellulite, acne e seborrea mirano al ringiovanimento cutaneo e a un’immagine inespugnabile dalle ingiurie del tempo. così la stregonesca madre gothel ancora ignara delle proprietà della tossina botulinica e dei miracoli della chirurgia estetica attinge se-gretamente - come narra l’antefatto - a un fiore magico irrorato dal sole che cresce su un’impervia scogliera affacciata sul mare.

ma alla regina di un lontano reame occorre una cura che l’aiuti nella difficile gravidanza che minaccia la vita sua e quella del nascitu-ro. fortunatamente quel fiore viene trovato ed estirpato, e così, assumendone l’infuso, la gestante tornerà in salute mettendo al mon-do una bellissima bambina, Rapunzel, che erediterà le proprietà taumaturgiche della pianta. a madre gothel non rimane altro che rapire la piccola e sparire, causando infinito dolore alla coppia sovrana, la quale, dopo le incessanti ricerche in ogni angolo del regno, prostrata dalla disperazione, invia in cielo, come altrettanti messaggi di speranza, mi-gliaia di lampade di carta tutti gli anni per il compleanno della figlia perduta.

Ritroveremo Rapunzel giovinetta, dalle chio-me bionde e lunghissime (20 metri), iperpro-tetta e coccolata da colei che si è spacciata per la vera mamma. dai capelli della ragazza madre gothel continua ad attingere come a una fonte di eterna giovinezza, perciò l’ha rinchiusa in un’alta torre tra le montagne, ce-lata allo sguardo di chiunque, concedendole un unico compagno, amico e confidente, pa-scal, piccolo e buffissimo camaleonte; e nel

contempo vietandole qualsiasi contatto con il mondo esterno, pericoloso, infido, dominato dal male. tuttavia, in prossimità dei diciotto anni la ragazza mal sopporta i continui divieti di quella donna così possessiva e asfissiante. che almeno le lasci ammirare quelle strane luci che salgono in cielo, a cadenza annuale, proprio il giorno del suo compleanno!

macché. Servendosi, come ogni volta, della capigliatura di Rapunzel a mo’di ascensore, madre gothel si allontana per qualche giorno promettendo di festeggiarla adeguatamente al ritorno. nel frattempo, però, il giovane flynn Rider, il bandito più ricercato e fasci-

noso della contea, braccato dai soldati e dai sordidi fratelli Stabbington, complici di ma-laffare cui ha sottratto la preziosa corona del-la principessa, appena trafugata dal palazzo reale, riesce a sfuggire al fiuto di un ostinato cavallo chiamato maximus infilandosi in una grotta che si apre su una radura in mezzo alla quale si erge una misteriosa torre.

dopo averla scalata ed esservi penetrato capisce che la strana fanciulla dai lunghi capelli dorati che vi è reclusa non è tipo da farsi “uccellare” facilmente, perciò si accorda con lei: Rapunzel gli restituirà il diadema rubato in cambio di un passaggio in città per assistere all’esibizione delle lanterne; poi ognuno per la sua strada. così, placata l’eccitazione della ragazza per la prima “li-bera uscita”, i due giova-ni iniziano un viaggio non privo di difficoltà sfug-

gendo con de-strezza a incal-liti tagliagole, alle guardie, all’astuto ma-ximus, conquistato con dolcez-za alla causa, e alle grinfie di madre gothel, tornata sui suoi passi, pronta a sfoderare la solita mozione degli affetti, e a imbastire un malefico intrigo.

Rapunzel e flynn Rider, che scopriamo chia-marsi più prosaicamente eugene, giungono in città dove la ragazza, ignara delle proprie nobili origini, esprime tutta la sua gioia di vivere in sorrisi, canti e danze, facendosi in-trecciare i capelli e ornandoli di fiori freschi. Il giovane, invece, si muove circospetto evi-tando di mettersi in mostra: c’è una cospi-cua taglia sulla sua testa! verso sera i due, sempre più intimi, attraversano in barca le acque dell’oceano ai piedi del centro abitato per godere dello splendido spettacolo delle luminarie, ma la megera ha messo in opera un piano per allontanarli definitivamente, re-cuperando la fiducia della fanciulla e facendo imprigionare il simpatico malandrino.

nelle segrete del castello flynn Rider ritrova i suoi vecchi complici che gli svelano la trama ordita da madre gothel, ma ormai è troppo tardi: le guardie gli hanno già apparecchiato la forca!ce la farà il bel ladruncolo a salvarsi? e a raggiungere la ragazza che gli ha cambiato la vita? e Rapunzel, tornata nella torre, accette-rà di ripetere il vecchio ménage, oppure darà ascolto all’istinto e ai numerosi indizi che la indicano come la principessa rapita tanti anni prima?Riuscirà, alfine, a liberarsi dalla falsa madre?

le risposte a tali interrogativi potranno es-sere svelate nel lungo epilogo del film, ricco di piacevoli novità e imprevedibili colpi di

scena che mette-

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forse storceranno il muso quei genitori che avranno già raccontato la fiaba di raperon-zolo ai propri bambini, e quelli che lo faran-no dopo la visione di rapunzel - l’intreccio della torre quando sentiranno le vive prote-ste dei loro figlioli: “ma papà, non è così!”. per forza. oggi sono sempre meno le ragazze che aspettano il fatidico principe azzurro, perciò anche il cinema si è adeguato alle cir-costanze. nel caso dell’ultima realizzazione della disney la fiaba dei fratelli grimm viene rielaborata in chiave avventurosa e umori-stica mantenendo l’elemento sentimentale, ma alleggerendo la tensione drammatica del racconto archetipo.Intanto, la vicenda prende spunto da varie storie presenti nella tradizione europea occi-dentale, a partire dal mito ellenico di danae alla petrosinella secentesca di giambattista Basile, dalla persinette della raccolta les contes des contes (1698) alla prezzemo-lina che ritorna nelle Fiabe Italiane recu-perate da Italo calvino in un’assai fortunata antologia di più di mezzo secolo fa. ma se queste fiabe, come si evince dai rispettivi titoli, si riferiscono al prezzemolo, nella nar-razione dei grimm il raperonzolo (Campanula rapunculus), oggetto delle “voglie” di una donna incinta, corrispon-de a un’altra pianta usata per le insalate che si distingue per i suoi fiori a campanula.

Secondo tale versione, per soddisfare le im-pellenti brame della consorte, un uomo fu costretto a violare la proprietà della vicina dama gotel, la quale, accortasi del furto, si accordò con lui che da quel momento avreb-be potuto servirsi di tutte le erbe disponibili nell’orto in cambio della bambina. Inoltre, un principe che passava casualmente nei pressi della torre dove la megera aveva im-prigionato Raperonzolo, fu attratto dal can-to della ragazza e spiando l’allontanamento della severa tutrice si fece issare mediante i capelli nell’abitazione dichiarandole il pro-prio amore e l’intenzione di sposarla. ma il piano di fuga organizzato dai due amanti fu scoperto dalla perfida matrigna che recise le chiome della ragazza abbandonandola di lì a poco nel deserto.

Quella capigliatura fece poi da esca per il principe che venne catturato e minacciato dalla strega. fuggendo dalla torre il giova-ne rimase accecato cadendo sui rovi sotto-stanti. dopo un lungo peregrinare per terre lontane, debole e desolato, egli giunse nel deserto, dove riconobbe la voce dell’amata. Raperonzolo, allora, piangendo insieme a lui, fece cadere le proprie lacrime sui suoi occhi, rendendogli così la vista. allora il principe la portò nel suo regno dove i due vissero per sempre felici e contenti.

dunque, le analogie tra la fiaba e l’animazione in

esame consistono principal-mente nel potere taumaturgi-

ranno sotto i riflettori i vari caratteri che popolano la vicenda, a cominciare da uncino, nasone, vladamir, tor, Scannagole, attila e piccoletto, i quali formano sicuramente una brigata di “brutti ceffi”, di feroci guerrieri, ma anche di amici fedeli, buffi, teneri e fra-cassoni, come si potrà notare in quella che, a nostro parere, ricorderemo come la scena corale più divertente della storia, e una delle sequenze più spassose tra tutte le animazio-ni realizzate per la casa di topolino.

nella sordida taverna dove arriveranno Ra-punzel e flynn Rider, tutti i presenti raccon-teranno, a suon di musica - il pluridecorato alan menken è l’autore della colonna sonora - i propri sogni nel cassetto (Ho un sogno anch’io) in un turbinio di ritmi e immagi-ni veramente sorprendenti, in un’atmosfera magica che ci riporta alla mente il tema di un altro evergreen, I sogni son desideri, inconfondibile melodia di cenerentola, l’indimenticabile classico disney del 1950. Il film, inoltre, possiede altri punti di forza nel camaleonte pascal, una sorta di silen-zioso grillo parlante (ben riuscito l’ossimo-ro) cangiante nei colori e nelle espressioni, nell’irresistibile destriero maximus, una spe-cie di “cane poliziotto”che s’impone come uno degli animali meglio caratterizzati delle ultime produzioni disney, e naturalmente nella cattiva di turno, madre gothel.

Stavolta l’antagonista è veramente un perso-naggio attuale e strutturato, una donna egoista e manipolatrice, sarcastica e melodrammatica, ossessiva con Rapunzel che crede di amare, ossessionata dalla fuggevolezza del tempo e dalla gradevolezza della propria immagine, a dimostrazione che la modernità delle figure umane procede di pari passo con l’intelligente adattamento della fiaba originaria, ottimamen-te modificata da dan fogelman.

Questa, dunque, l’esemplare cifra stilistica di rapunzel – l’intreccio della torre, 50° classico dell’animazione disneyana diretto a quattro mani da Byron howard (bolt) e nathan greno (super rhino), che coniuga, abilmente come al solito, l’animazione di-gitale e gli effetti di computer grafica con l’avventura di un’eroina adolescente e di un giovane ladro gentiluomo, l’azione veloce e rocambolesca, e la vasta gamma dei senti-menti, con la vis comica e buffonesca, l’iro-nia dei dialoghi e le citazioni cinefile alle suggestioni visive (poetica l’ascesa delle mi-gliaia di lanterne fluttuanti) e alle canzoni. Quest’ultime rimarranno a lungo nella me-moria dei bambini e delle loro famiglie che accorreranno numerosi a godersi un’oretta e mezza di piacevolissimo intrattenimento.

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L'officina dei sogni.Dal racconto allo schermo“oh raperonzolo, sciogli i tuoi capelli, che per salir mi servirò di quelli”.Wilhelm e Jacob grimm, Fiabe

Il lancio cinematografico di rapunzel - l’Intreccio della torre è accompagnato da una vasta gamma di articoli che portano questa incredibile fa-vola anche fuori dallo schermo.per vivere le rocambolesche avventure di rapunzel sono in arrivo tante novità: gio-chi, accessori, videogame, libri illustrati e molto altro per sentirsi principesse ... con brio!

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co delle lacrime, ovvero dell’amore, nel topos della torre isolata, e last but not least, nella lunga e luminosa capigliatura della ragazza, che costituisce essa stessa una “protagonista”, o quantomeno un elemento narrativo decisivo, oltre che d’indubbia sugge-stione visiva. traendo forse ispirazione dal mito di San-sone, e di certo strizzando l’occhio all’attualità, gli autori di rapunzel of-frono a madre gothel la possibilità di mantener-si giovane attraverso il contatto diretto, una sorta di simbiosi, con le chiome dorate della figliastra. ci sov-viene, a tal proposito, che il noto filo-

sofo tedesco friedrich nietzsche considerava i

capelli “come una leggera trama cui ag-

ganciare i propri pen-sieri spirituali, quasi fossero un filtro di

separazione del mate r ia le e

dell’istintivo da que l l o che è spirito

e anima”.

come si è accennato all’inizio, il prin-cipe del racconto originario è stato

declassato, nel cartone animato, al rango di “eroe per caso”, a ladruncolo di strada, e per quanto fascinoso e guascone, risulta essere un personaggio piuttosto normale nella sua umana fragilità. di ben altra pasta appare in-vece Rapunzel, dotata di un carattere forte, a dispetto della più completa inesperienza nelle cose della vita. è spesso lei a salvare flynn e a trasfigurare il proprio desiderio di libertà in un sogno d’amore realizzabile solo se non si ha paura di “sognare in grande”.

arricchito nella versione italiana dal contri-buto vocale di laura chiatti (Rapunzel), di gianpaolo morelli (flynn Rider) e del jazzista siculo-americano mario Biondi (il brigante uncino); condito da numerosi intermezzi umoristici e comici che ne accentuano le caratteristiche di commedia; ricco di scene spettacolari come gli inseguimenti a cavallo e le alluvioni, i combattimenti con le spade e le scazzottate da saloon, rapunzel dis-semina qua e là alcune dotte citazioni che manderanno in visibilio i più appassionati cultori di curiosità cinematografiche.

citiamo tra queste l’hobby assai particolare di vladamir, uno degli omaccioni più feroci della scalcagnata banda della bettola: collezionare pic-coli unicorni in ceramica. d’obbligo il riferimento al sogno dell’unicorno di Rick deckard (harrison ford), immagine che ritorna nell’origami lasciato-gli in casa da gaff (edward James olmos), l’altro cacciatore di replicanti, nelle scene finali di bla-de runner, il che induce a ritenere che lo stesso deckard sia un replicante, in quanto sarebbero stati spiati i suoi stessi sogni…

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fin dall’antichità la tartaruga ha simboleg-giato la longevità, la stabilità e la pazienza, e ogni sua immagine è stata utilizzata per manifestare la forza tranquilla, la solidità e la continuità del mondo. per la eagle pictu-res essa ha rappresentato una sorta di amu-leto in quanto nel 2010 ha ottenuto svariati successi con film come Dorian Gray e the twilight saga - eclipse, step Up 3D e basi-licata coast to coast, quest’ultimo una sorta di elogio alla lentezza. Inoltre, ha portato al cinema oceani 3D, uno straordinario docu-mentario – recensito nel numero di aprile di

pRImISSIma Scuola – in cui una tartaruga marina guida lo spettatore attraverso le me-raviglie del “pianeta blu”, e dulcis in fundo, l’animazione tridimensionale qui in esame, le avventure di sammy, dal prossimo 22 dicembre nelle sale italiane.

la vicenda è narrata in prima persona da Sammy, un’ormai matura tartaruga, in un lungo flashback intercalato da allegri ritmi caraibici. Il protagonista racconta la schiu-sa delle uova, cinquant’anni prima, su una spiaggia deserta della california. tra le deci-ne di tartarughine entrate nel mondo scor-ge la deliziosa Shelly, ed è amore a prima vista. ma per i neonati le insidie sono ap-pena iniziate: un paio di voraci gabbiani li rapiscono, e Sammy, con coraggio e un po’di fortuna, riesce a liberare se stesso e la sua amica; ma un attimo dopo lei è nuovamente scomparsa.

nel corso del lungo viaggio che affronterà attraverso i mari prima di ritornare al lido

natio, sebbene rincuorato dalla speranza di ritrovare la sua Shelly, Sammy dovrà affron-tare numerosi pericoli: i veloci barracuda, i feroci squali bianchi e le reti che destinano gli esemplari più teneri ad arricchire il brodo di un’apprezzatissima zuppa. ma chi, se non l’uomo, è capace di simile nefandezza? Sì, l’uomo che ha messo in pericolo l’ambiente marino con la plastica, con le piattaforme petrolifere, con gli idrocarburi sversati dalle navi, con l’immondizia e i rifiuti, con i con-tainer e le vecchie imbarcazioni abbando-nate. “gli umani” – riflette la voce narrante – “sono strane creature: alcuni trasformano l’oceano in una discarica, mentre altri si danno da fare per ripulirlo!”.

dunque, Sammy ha recuperato il comodo relitto di una zattera e ci si è installato se-guendo la corrente giusta. dopo poco incon-tra Ray, un coetaneo piuttosto rotondetto e spiritoso che lo accompagnerà per più di un decennio con la sua simpatia e le sue “emis-sioni gassose”, dovute alle scorpacciate di

Le avventure di Sammy (Around the world in 50 years)Regia: Ben StassenDistribuzione: Eagle Pictures

50 anni per scoprire il mondo. E ritrovar l'amore...

mentre, una notte, se n’annava a spasso,la vecchia tartaruga fece er passopiù lungo de la gamba e cascò giùco’ la casa vortata sottinsù.Un rospo je strillò: “scema che sei!Queste so’ scappatelleche costano la pelle...”“lo so: - rispose lei - ma, prima de morì, vedo le stelle.” trilussa, la tartaruga

claudio lugischede film

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50 anni per scoprire il mondo. E ritrovar l'amore...

mentre, una notte, se n’annava a spasso,la vecchia tartaruga fece er passopiù lungo de la gamba e cascò giùco’ la casa vortata sottinsù.Un rospo je strillò: “scema che sei!Queste so’ scappatelleche costano la pelle...”“lo so: - rispose lei - ma, prima de morì, vedo le stelle.” trilussa, la tartaruga

piccole meduse. assieme vivranno momenti di assoluta felicità, e schiveranno innumerevoli diffi-coltà, ma un giorno i due amici, catturati dalle reti a strascico, vengono separati. Sammy viene ributtato in mare, ma di Ray perde ogni traccia…

Spossato e sconsolato, Sammy arriva sulla spiaggia di Big Sur (california centrale) dove viene soccorso da una coloratissima comu-nità di hippy che lo eleggono propria ma-scotte, gli disegnano il simbolo della pace sulla corazza e gli presentano vera credendo che Sammy possa accoppiarsi con una tarta-ruga più grande d’età. lei sorride divertita ironizzando sulla propria mole: “una tarta-ruga grassa è una tartaruga felice!”. I figli dei fiori sono gentili e gli leggono Il giro del mondo in ottanta giorni, un’avventura particolarmente gradita da Sammy; tuttavia fluffy il loro gatto dall’inflessione francese, è geloso e mette in guardia la giovane tar-

taruga da quelle persone. Quan-do la comunità di fricchettoni viene sollecitata dalla polizia a liberare la spiaggia, Sammy rimane solo.

le note di california dreaming costituiscono il commento musi-

cale più appropriato…

In seguito, scampato all’assalto di uno squalo, Sammy incontra nuovamente Shelly: neanche lei l’ha dimenticato. In-sieme progettano di vedere il mondo, in particolare la curiosità di Sammy è attratta dall’oceano di ghiaccio, perciò punteranno verso un fantomatico “passag-gio segreto”: il canale di panama? ma i due arrivano presso le acque dolci amaz-zoniche dove verranno as-

saliti dai piranha e Sammy verrà catturato da un’aquila pescatrice. l’abbattimento da parte degli umani dell’albero in cui è prigioniero non eviterà la nuova scomparsa di Shelly tra le eliche di decine di imbarcazioni.

Sammy riprende il suo viaggio: la corrente antartica è la chiave per giungere agli

oceani di ghiaccio. laggiù, nelle acque gelate, a cavallo di un vecchio frigo-

rifero incontra una saggia megat-tera che fa appena in tempo a istruirlo, quando un arpione in-dirizzato evidentemente al ceta-ceo colpisce il frigo e scaraventa la tartaruga in mare. per fortuna i cacciatori di balene vengono

messi in fuga dall’equipaggio di una nave oceanografica che lo strappa alla morte per asside-ramento. Sammy viene curato, censito e rimesso in mare pro-

prio dagli hippy che aveva conosciuto

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che conduce all’autodistruzione. perché gli uomini sono in grado di prender-si cura degli ambienti e degli esseri viventi compromessi dallo sfruttamento miope e dis-sennato. durante i cinquant’anni in cui ha viaggiato prima di far ritorno al lido dove ha visto la luce, la tartaruga Sammy ha osser-vato i mutamenti del mondo e ha imparato ad affrontare e superare le difficoltà. vi è riuscita seguendo uno stile di vita sano, nutrendosi in modo equilibrato di quello che la natura gli ha messo a disposizione, senza prevaricare nessuno e nel pieno rispet-to di tutte le creature viventi.

migliaia di persone che si batto-no quotidianamente affinché il pianeta inverta la marcia

tempo prima: sono studiosi e svolgono ricer-che in mare, altro che cattivi! dopo poco tempo ritrova Ray imprigionato in un con-tainer, e lo salva. l’amico rievoca i vecchi tempi e lo conduce nella propria comunità, sita in un fondale che contiene alcune grandi carcasse di navi: forse laggiù potrà ricon-giungersi con l’amatissima Shelly…

naturalmente non sveliamo la conclusione che presenta alcuni divertenti colpi di scena; diciamo, però, che al termine del flashback Sammy adulto fornisce la chiave di lettura di questa favola morale che descrive il ciclo della vita, l’avventura della crescita - meglio se condivisa - e il viaggio verso la maturità. tali passaggi, assai comuni negli uomini, ri-sultano memorabili poiché coincidono con l’adolescenza, periodo in cui si contraggono amicizie e amori che solo il tempo cancellerà o consoliderà. nonostante tutto, è la scuo-la l’ambiente in cui questa maturità prende corpo e si evolve.

le peregrinazioni della tartaruga (ogni tanto il racconto è intercalato dal tracciato dell’iti-nerario di Sammy sul globo terracqueo), date le peculiarità dell’animale, dettano il mes-saggio di questo road-movie incentrato sul-la pazienza e sulla costanza dei sentimenti, valori oggi piuttosto in disuso tra le per-sone. le avventure di sammy sono quindi un intelligente intrattenimento per famiglie perché le immagini di grande perizia tecnica elaborate dal mago del digitale, nonché re-gista e produttore del lungometraggio, Ben Stassen (Fly me to the moon) riescono a coniugare la totale immersione nell’univer-so tridimensionale della meravigliosa mes-sinscena con la qualità e l’originalità dei contenuti pedagogici.difatti, non solo i protagonisti della storia prendono coscienza di quanto il mare si stia deteriorando e la biodiversità sia in grave pericolo (il petrolio che arriva sul fondo, Sammy cavalcioni di un ingombrante elet-trodomestico, la pesca a strascico, le bale-niere che imperversano nei mari freddi…), ma comunicano ai recettori giovanili, primi destinatari della favola animata, la fiducia in

“la bella tartaruga nel mare va perché ma perché, ma perché fa il bagno e poi si asciuga dai tempi di noè eh eh eh , eh eh eh la tartaruga lenta com’è afferra al volo la fortuna quando c’è”[…]Bruno lauzi, la bella tartaruga (1975)

In molti miti cosmogonici indiani e africani la tartaruga raffigura il mondo: il cielo è il suo carapace ricurvo, la terra il suo corpo. In cina e in altri paesi asiatici è il simbolo della stabi-lità del mondo, l’universo ne viene sostenuto e contemporaneamente rappresentato. un’anti-chissima leggenda cinese descrive la terra co-me sorretta da quattro tartarughe. In generale, però, la tartaruga è un simbolo prettamente femminile e rappresenta la madre terra.

nelle leggende olimpiche, invece, si spiega l’origine di questa creatura con la curiosa sto-ria di chelone, la bellissima ninfa del mare, che per pigrizia non rispose all’invito di presenziare alle nozze di zeus ed hera. ermes fu inviato a indagare sulle ragioni di tale assenza. ma ella se ne stava tranquilla a pettinarsi davanti allo specchio nella sua casetta in pietra ar-rampicata sugli scogli in faccia al mare. ermes la rimpro-verò dello sgar-bo, ma lei rispo-se sorridendo che gli dei pote-

vano aspettare, e che dopo essersi pettinata, con molta calma, avrebbe affrontato il viaggio verso l’olimpo.

accecato dalla rabbia per la flemma e per la risposta della ninfa, ermes la scaraventò in ma-re insieme alla sua abitazione. Quando chelone riemerse la casa le si era appiattita addosso, trasformandosi in un guscio duro come la pie-tra. dalla porta mise fuori la testa calva, gli occhietti tristi e il collo grinzoso, e dalle altre aperture fuoriuscirono le zampe squamate. men-tre avanzava goffamente verso gli scogli, ermes le ricordò l’eterna punizione condannandola a strisciare muta per la terra e lungo le rive del mare. curioso notare che allo stesso messag-gero degli dei, in tenera età, viene attribuita l’invenzione della lira, ottenuta adattando le corde alla corazza di una tartaruga, utilizzata come cassa armonica. dello strumento ermes fece dono ad apollo.

Se rimaniamo in grecia non possiamo trascurare il più noto tra i paradossi di zenone: achille e la tartaruga. esso afferma che se l’eroe degli achei sfidasse una tartaruga in una gara di cor-sa, e le concedesse un piede di vantaggio, non sarebbe più in grado di recuperare perché, nel

tempo necessario ad achille per raggiungere la posizione

della tartaruga, questa si sarebbe spostata

più avanti, e così via all’infinito. Riportando il paradosso al campo artisti-co, takeshi Ki-

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La tartaruga tra leggenda e realtà

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tano, idealisticamente in ritardo come il guer-riero greco, realizza nel 2008 un film omonimo in cui mette in evidenza la natura aleatoria del successo di un artista e del suo rapporto rispet-to alla morte.

ancora il mondo classico ed esopo con Zeus e la tartaruga, una sorta di variante del mito di chelone in forma di favola, e con la nota la lepre e la tartaruga che ha insegnato l’antico adagio: “chi va piano va sano e va lontano”. Questo breve racconto venne ripreso nel 1935 da un corto di animazione dall’omonimo titolo appartenente alla serie delle “Silly Symphonies” di Walt disney. Stesso titolo ancora, e regia di alessandro Blasetti, per uno dei quat-tro episodi del film “a quattro mani” le quattro verità (1962) con monica vitti, Sylva Ko-scina, e Rossano Brazzi pro-tagonisti della vicenda di una donna che tenta di riconquista-re il marito infedele.

la tartaruga non poteva rimanere esclusa da le avventure di alice nel paese delle mera-viglie: il capitolo nono, dedicato a la storia della Finta tartaruga, è anch’esso pieno di simpatici nonsense. un’altra storia alquanto particolare riguarda, però, il pilota tazio nuvo-lari, il quale raccontava di un incidente avve-nutogli nell’ottobre del 1938, durante le prove del gran premio d’Inghilterra allorché un cervo si parò di fronte alla sua automobile lanciata a tutta velocità.

l’impatto fu miracolosamente evita-to dal nivola (così era soprannomi-nato il campione) grazie a un amuleto che gli aveva donato gabriele d’annunzio alla fine dell’aprile 1932 al vittoriale. Si trattava

di una piccola tartaruga d’oro sulla quale era incisa la dedica: “all’uomo più veloce, l’animale più lento”. In cambio il poeta gli chiese di vincere la “targa florio”, cosa che puntualmente avvenne. In seguito nuvolari fece dipingere la figura dell’animale sulle vetture da corsa, sulla sua maglia da competizione e sul proprio aeroplano. In prossimità della morte chiese di farsi seppellire con quel talismano al collo.

anche l’arte barocca ha versato il suo tributo a questi rettili, con la Fontana delle tartarughe di piazza mattei, a Roma, che sorprende per

la collocazione e le sue esatte propor-zioni. e in un certo senso anche le tartarughe ninja si rifanno all’ar-

t e italiana, dal momento che i protago-nisti dei fumetti, delle serie animate per la tv e dei quattro film con attori in carne e

ossa, realizzati tra la metà degli anni ottanta e oggi, portano il nome di Raffaello, leonardo, michelangelo e donatello.

nella miriade di pellicole dedicate alla corazza-ta bestiolina esistono anche degli esempi in cui essa è rappresentata come un acerrimo anta-gonista, come ne la profezia delle ranocchie (2004) di Jacques-Rémy girerd, disegni animati fatti a mano, con anna marchesini che dà la voce alla tartaruga cattiva, oppure un mostro malvagio come gamera, una specie di gigantesca tartaruga risve-

gliata dall’ibernazione da un’esplosione

a t o m i c a

c h e l e h a

confer i to invulnerabili-

tà e superpoteri: vola e sputa fiamme.

protagonista di alcuni film giap-ponesi del filone horror e catastrofico,

la troviamo anche contrapposta al più conosciuto lucertolone godzilla.

per il resto solo rappresentazioni positive, come in Kung Fu panda (2008), di mark osborne e John Stevenson, in cui compare nelle vesti di oogway, l’anziano maestro di Shifu, saggio in tutte le sue decisioni; come in momo alla con-quista del tempo (2001) diretto da enzo d’alò, e tratto da momo, romanzo di michael ende, dove il piccolo eroe riuscirà a sventare i loschi piani dei signori grigi, anche grazie all’aiuto di cassiopea, una tartaruga veggente di 180 anni; come in alla ricerca di nemo (2003) di andrew Stanton, con la simpaticissima Scorza: “ci sei dentro bello!”; e infine con la gang del bosco (2006) di tim Johnson e Karey Kirkpatrick, con la tartaruga verne capogruppo degli animali che si battono contro gli esseri umani in una favola ecologica contro il consumismo.

concludiamo la rassegna con tre lungometraggi live-action:

la commedia tartaruga ti amerò (1966) di

John Irving, una commedia eco-logica in cui un libraio (Ben Kingsey) e una scrittrice (glen-

da Jackson), in-contratisi allo zoo

di londra, rapiscono tre testuggini giganti

per restituirle al mare; il documentario l’incredibile viag-

gio della tartaruga (2009) di nick Stringer, che narra (voce di paola cortellesi) l’odissea della tartaruga marina (solo una su mille ce la fa) avanti e indietro per l’oceano atlantico; e oceani 3d (2010) di Jean-Jacques mantello, un film naturalistico dalle immagini strepito-se, e nel contempo piacevole intrattenimento umoristico, grazie alle voci di aldo, giovanni e giacomo. Stavolta la tartaruga è la guida di un itinerario che tocca alcuni dei paradisi marini (oasi e fondali, scogli e barriere coralline…) e molte delle specie più affascinanti e in pericolo d’estinzione dell’intero ecosistema liquido.

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megamindRegia: tom mcgrath distribuzione: universal

Natale al cinemacon un eroe supercattivo

claudio lugischede film

“Nessuno merita lodi per la sua bontà, se non ha la forza di essere cattivo.” François de La Rochefoucauld, Massime.

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colui che proviene dallo stesso astro, ma che primeggia in tut-to godendo dei vantaggi che la fortuna gli ha riservato. Il suo nome, metro man, suona come una solenne designazione. è lui il supereroe difensore di metro city: bello, aitante, in-trepido, amato e benvoluto da tutti, protegge la città da ogni pericolo.

all’altro, smilzo come un cadavere, carnagione bluastra e testa sproposi-tata, a cui s’addice senza dubbio alcuno il nome di megamind, non resta che proporsi come “paladino del male”, un ruolo che svol-ge egregiamente essendo egli dotato di una grande inventiva, dell’assistenza di servitori

ipertecnologici e dell’apporto pratico e morale del fido aiutante mi-nion. dal look rigorosamente dark, e dagli accessori esclu-

sivi, come gli stivali in pelle di cuccioli di foca, il supercatti-

vo è pronto a ideare insidie sempre più sofisticate per sottomettere la metropoli ed eliminare il borioso avversario, il

quale, riesce ogni volta a rovesciare la situazione a proprio van-

non è improbabile che l’uomo del quarto millennio si presenti con una conformazione fisica alquanto diversa

rispetto a quello contemporaneo. è già acca-duto qualche milione di anni fa nel passag-gio dall’australopiteco all’homo habilis, cui è succeduto il genere erectus, e così via fino all’odierno Sapiens Sapiens. le modificazioni della colonna vertebrale e del cranio, della dentatura e degli arti, l’aumento della statu-ra e il colore della carnagione sono avvenute grazie all’adattamento all’ambiente, e per via della scoperta del fuoco, che ha cambiato radicalmente molte abitudini.

Si può dunque pensare all’uomo del tremila completamente condizionato dalla tecnolo-gia, forse carente dal punto di vista moto-rio e visuale, con dita dei piedi e dentatura atrofizzati, capelli e peluria radi, o del tutto scomparsi, e un capo decisamente svi-luppato, atto a contenere un cervello almeno triplicato nel volume rispet-to a quello attuale. allora l’ideale di bellezza avrà già cano-nizzato un tipo uma-no calvo e ipercefalo, suggello del progres-so psico-intellettivo della società. tale evoluzione, però, come narra megamind, la nuova realizza-zione animata della dreamWorks, potrebbe essere già avvenuta, magari presso comunità di altri sistemi solari.

difatti, in un lontano pianeta della galassia, poco prima della distruzione, un bimbo di rara intelligenza, e dalla testa grossa, ad ap-pena otto giorni dalla nascita, e per mezzo di una capsula di salvataggio, viene spedito nello spazio in compagnia di minion, una sorta di pesce spaziale, ovvero una curiosa creatura “tascabile” superdotata, al fine di conquistarsi altrove un futuro grandioso. nel frattempo, un altro neonato d’aspetto più gradevole, è in viaggio per la stessa desti-nazione e i medesimi scopi. ma come si sa i capricci del fato regolano i destini degli individui, così che entrambi approderanno sul pianeta terra: il secondo finirà in una lussuosa magione, adottato da una famiglia ricchissima, mentre il primo in un peniten-ziario, allevato da un gruppo di ergastola-ni.

è certo che cattivi non si nasce, del resto il ragazzino cresce educato ai disvalori più comuni. fuori dalla prigione, però, frequen-ta una scuola normale, in cui combina vari disastri, e dove viene bistrattato, emargi-nato, dileggiato, anche, e specialmente, da

taggio l a s c iando megamind sconfitto e pub- blicamente beffato, considerata la solerzia dei media, ovvero della giornalista Roxanne Ritchi e del suo cameraman hal Stewart, che non perdono occasione di esaltare le gesta di metro man con il quale la reporter è pure fidanzata.

gli insuccessi si susseguono ai fallimenti, finché megamind, in seguito al rapimento di Roxanne, riesce ad attirare metro man in una trappola, cervellotica e macchinosa, che tuttavia sarà letale al supereroe. con l’uscita di scena di questi, megamind si può godere

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il sospirato predominio su metro city. la popo-lazione attende terrorizzata lo sviluppo degli eventi che invece, giorno dopo giorno tornano ordinari, consueti, finanche noiosi, seguendo un progressivo calo di tensione che coinvolge anche il cianotico supercattivo, il cui livello di depressione lo inchioda a una logorante inat-tività, in parte compensata da un nuovo senti-mento che si fa strada dentro di se, e che ha

come oggetto la bella Roxanne.

ma che senso ha lo yin senza yang? e un supercriminale, senza un supere-

roe che lo contrasti? megamind è turbato dalla nostalgia dell’iso-

lamento in gattabuia, delle fughe geniali dalla prigio-

ne e delle immediate vendette, perciò

decide di clonare il suo nuovo

supernemico attraverso

il dna d i

metro man da inoculare in un essere umano per mezzo di un’arma ap-positamente realizza-ta. la scelta ricade sul pingue hal Stewart, il cameraman di Roxan-ne, un nerd imbranato e piuttosto frustrato. addestrato, fornito di un costume adeguato, e di un nome, titan, all’altez-za del compito prefissato, il supereroe di turno si svela immediatamente alla città.e non sarà una buona presentazione visto che titan si dimostra arrogante e perfido, astioso e nocivo, impaziente di diventare il tiranno di metro city, e magari raderla al suolo, eliminan-do il suo patetico mentore in costume di pelle nera. Il geniale megamind stavolta è spiazzato. che fare? come neutralizzare l’invasato in cal-zamaglia rossa che l’ha superato in malvagità? Sacrificare il mondo per restare coerente a se stesso? o trasformarsi nell’eroe che ha sempre osteggiato? e che penserebbe Roxanne di tutto ciò? da che parte starebbe ora che, assunte le sembianze di Bernard, il curatore del museo, sembra averne catturato l’interesse?

Queste e altre risposte potranno essere soddisfat-te dal prossimo 17 dicembre nei cinema italia-

ni. Intanto possiamo solo attendere la data fatidica compiaciuti dei risultati strabi-

lianti che megamind, diretto dall’ot-timo tom mcgrath (già acclamato

regista di entrambi gli episodi di madagascar in coppia con

eric darnell) sta ottenendo al box office americano.

la versione uscita negli uSa si avva-

le, inoltre, di un cast di voci

assoluta-

mente carismatico con Will ferrell (megamind), Brad pitt (metroman), ti-na fey (Roxanne), Jonah hill (titan / hal), david cross (minion) e perfino Ben Stiller (Bernard) che compare anche come co-

produttore della pellicola.

detto del talento dei doppiatori, apprezzabile tuttavia dai soli fruitori della versione in lingua originale, le attrattive di questo riuscitissimo family movie risultano molteplici: dai dialoghi intelligenti e ironici alla storia intrigante e ori-ginale, che dopo il meritato successo di catti-vissimo me si fonda nuovamente sull’eroismo di un villain; dal messaggio semplice, mani-cheo, del racconto, che riguarda la contrappo-sizione tra il bene e il male e la loro reciproca attrazione e complementarità, alle numerose citazioni che susciteranno l’approvazione dei cinefili incalliti, tra cui spicca quella kriptonia-na dell’incipit che magnifica il superman di Richard donner.

Il lungometraggio animato in 3d, quindi, potrà essere apprezzato dai bambini e dagli adulti per gli effetti visivi, i colori, il ritmo e i con-tinui colpi di scena, per la simpatica galleria dei personaggi, tra i quali si distingue il buffo protagonista, che si agita alla maniera di una rockstar sotto le note dell’inossidabile Highway to Hell degli ac/dc, e il piccolo minion, quan-do nel corpo di un robot, finito ko, si esibisce da scaltro teatrante fingendo di agonizzare. e per gli amanti delle curiosità appare pure Ba-rack obama in un manifesto gigante che pub-blicizza il suo ben noto slogan elettorale, che qui non poteva che comparire rovesciato: “no we can’t”. tale ironia da sola vale il prezzo del biglietto!

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“È assurdo dividere le persone in buone e cattive. le persone si dividono in simpatiche e noiose”oscar Wilde

Ironica rilettura del ruolo del supe-reroe cattivo, megamind si appresta ad accodarsi a una sparuta galleria di personaggi che dopo una certa militanza nella parte dell’antago-nista, confusi dallo stress e dallo scontato interesse generale per i malvagi, si schierano con l’opposta fazione, oppure vivono il proprio stereotipo con noia e disincanto. nel caso della fortunata serie di pellicole dedicate a Frankenstein prodot-ta dalla universal, a partire dal film di James Whale (1931), il mostro appare spesso più una vittima della scienza che un rappresen-tante archetipo del male. e nella versione - comica - di maggior successo, Frankenstein junior (1974), meravigliosa commedia in bianco e nero di mel Brooks, con gli indimen-

ticabili gene Wilder, marty feldman, e perfino gene hackman nella parte di un cieco, la gigantesca creatura (pe-ter Boyle) assemblata in laboratorio

è di una bontà assoluta.

presente specialmente nei fu-metti, negli action-movie, e nella fantascienza, la va-riante maggiorata del cri-minale possiede spesso un

nome eccentrico ed eccessi-vo, dei costumi o travestimenti colorati, prepara stratagemmi complessi e ambiziosi allo sco-po di sopprimere i propri avver-

sari e conquistare il mondo. acclarato che i cattivi siano implicitamente più

interessanti degli eroi che gli si oppongono, essi risultano

talmente indispensabili nelle trame al punto da condizionarne la riuscita. che interesse avrem-mo, infatti, per Batman

senza gli agguerritissi-mi avversari che rispondono al nome di Joker, due facce o Il pinguino? e che senso avrebbero le gesta dell’uomo

Ragno privo di goblin, venom e del dottor octopus?

non è nostra intenzione analizzare in questa sede tutto l’universo che gravita intorno ai supereroi e ai lo-ro attraenti avversari visto che non basterebbe un ponderoso volume di no-tazioni e riflessioni. tuttavia, possiamo affermare che il ventaglio delle carat-teristiche comuni dei supercattivi, pur nell’originalità dei rispettivi caratteri, è valido anche per i cartoni animati, di cui, più specificatamente ci occupiamo. allora,

nella lista di tali tipiche peculiarità possiamo annoverare facoltà spe-ciali o sovrumane, un’intelligenza fuori del comune e una brillante mente scientifica adoperata per promuovere il male, una natura sadica e sociopatica, il deside-rio di vendetta, di commettere

crimini spettacolari e di sfidare chiunque si metta sulla loro stra-da, un nascondiglio oscuro, cu-po o un covo inaccessibile dove

preservare la propria solitudine…

considerazioni, queste, senz’altro valide anche per megamind, almeno prima della particolare evoluzione del personaggio, che come detto si delinea come un classico catti-vo, ma in assenza della sua nemesi si trasfor-ma in eroe positivo. ciò sembra rispondere a una svolta espressiva tipica dell’animazione a marchio dreamWorks degli ultimi mesi. Il riferimento, quindi, non tira in ballo sola-mente quest’ultimo successo, ma va perlo-meno esteso al recente cattivissimo me (2010) di pierre coffin, chris Renaud e

Sergio pablos, che negli uSa è stato già catalogato come antesignano del genere “cynical movie”.

prima ancora va dato atto alla casa di produzione fondata da

Steven Spielberg, Jeffrey Kat-zenberg e david geffen di aver sfumato, o addirittura rovesciato la netta demarca-

zione tra buoni e cattivi tipica del racconto animato classico, a iniziare da shrek (2001) di andrew adam-

son e vicky Jenson, il lungometraggio di animazione che vanta il maggior succes-so della storia del cinema al botteghino. In seguito all’affermazione planetaria dell’orco verde e puzzolente, scontroso ma bonario, le fiabe e le favole animate hanno subito un ri-baltamento epocale che obbliga o g g i gli sceneggiatori e g l i animatori a una mag-giore considerazione dell’umorismo, del-la comicità e del citazionismo, elementi che rendono ta l i produzioni sem-pre più sofisti-cate, dunque adatte non più al solo pubblico dei bambini, orfani oramai di un cattivo realmente spa-ventoso, ma intenzionalmente indirizzate anche ad adolescenti e adulti. non sappia-mo se questa rivoluzione del gusto iniziata nel terzo millennio potrà causare eventuali squilibri alla formazione etica ed educativa dei recettori più giovani, ma crediamo che la partecipazione condivisa di adulti e minori allo spettacolo animato sia da valutarsi po-sitivamente, al di là di ogni considerazione di ordine psico-pedagogico.

Che buoni questi cattivi!

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C’era una volta il futuroarriverà nelle sale cinematografiche equipaggiate con sistema di riproduzione 3d il 29 dicembre, ed in tutte le altre sale il 5 gennaio

tron: legacy, sequel in formato colossal del film avveniristico uscito nel 1982. con un budget di 170 milioni di dollari, ed una tec-

nologia stereoscopica portata al massimo livello - il film è stato girato in canada direttamente in 3d adoperando una versione per-

fezionata delle cineprese digitali utilizzate da James cameron per avatar - tron: legacy porta alle estreme conseguenze il mondo di

tron. avventurandosi nel lato oscuro della tecnologia, quello che ti avvolge e ti imprigiona nella rete, abbandonandoti in un mondo

dove nessuno può sentirti o aiutarti. “tRon: legacy è l’upgrade dell’originale - ha dichiarato il regista esordiente Joe Kosinski.- per

crearlo mi sono fatto aiutare da esperti di computer, architetti, e designer industriali”. lui stesso è un architetto specializzato nel

campo della modellazione tridimensionale e grafica.

piero cinelli

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schede film

Il progenitoreVentotto anni fa Tron ci ha fatto entrare per la prima volta all’in-terno di un computer, di un mondo virtuale, interpretando, in as-soluto anticipo rispetto ai tempi, la tecnologia, non solo sul piano scientifico e sul piano grafico, ma soprattutto anticipando con im-pressionante precisione temi che sarebbero diventati attuali negli anni a venire come la realtà virtuale, il cyberspazio, gli avatar, i giochi di ruolo. Internet non era ancora nato, mentre il mercato dei videogiochi nato da pochi anni stava crescendo ad una velocità impressionante grazie al successo di pac-man e Invaders, e grazie anche alla proliferazione delle sale di videogiochi. Tron, generato dalla visionaria fantasia dello scrittore e regista Steven lisberger, oggi produttore di Tron: Legacy, fu un grande successo della Walt disney che sperimentò per la prima volta l’utilizzo della computer grafica, dei set virtuali e degli effetti di retroilluminazione. Tron: è divenuto un classico di culto della storia cinematografica mondiale,

riconosciuto come un momento di svolta per il modo di guardare allo sviluppo della tecnologia, oltre all’elaborazione visiva degli ef-fetti speciali. Immaginando per la prima volta l’esistenza di mondi completamente virtuali e paralleli nei quali le macchine, i program-mi ed i software, comandano gli uomini, Tron è stato il precursore di una molteplicità di film visionari con al centro la lotta tra l’intelli-genza artificiale e l’uomo che l’ha creata.

tron: legacygli straordinari sviluppi tecnologici avvenuti negli ultimi ventotto anni - tra cui la crescita inarrestabile della ‘rete’, il Wi fi, gli smart phone, i tablet, i giochi di gruppo online, etc. - erano solo un sogno quando è nato Tron. adesso, le tecnologie all’avanguardia offrono a Tron: Legacy la possibilità di entrare nella realtà virtuale ancora più da vicino, esaltando lo spirito visionario di lisberger. Il film miscela riprese in live action ad animazioni computerizzati che

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in passato neanche erano immaginabili. Secondo quanto afferma il produttore: Jeffrey Silver: “è chiaro che Tron:, che ha dato inizio alla rivoluzione negli anni ’80, abbia un sequel che sia all’avanguardia nel 21° Secolo”.

padri e figli“dall’inizio Sean [Bailey] ed io sapevamo che questo film avrebbe raccontato la storia di un padre e di un figlio. e questo è proprio ciò che è il nucleo di Tron: Legacy”. (Joseph Kosinski)

“era molto importante per noi, oltre agli effetti visivi spettacolari, concentrarci sulla storia padre/figlio; quella di un ragazzo che perde suo padre e ormai adulto, ne porta ancora delle cicatrici. più tardi capisce che la scomparsa del padre potrebbe esser qualcosa di diver-so rispetto a quanto lui aveva immaginato e ci potrebbe essere per loro la possibilità di ricostruire il rapporto”, racconta il produttore Sean Bailey.l’estraneità e la riscoperta tra padre e figlio è lo stato emotivo di partenza della storia. “Sei entrato in questo mondo e hai bisogno di qualcuno che ti guidi per conoscerlo. Questo è stato l’approccio per sviluppare il personaggio di Sam. Il pubblico scopre il mondo virtuale attraverso gli occhi di Sam e allo stesso modo conosce il

personaggio di flynn”, racconta adam horowitzm che ha scritto la sceneggiatura con edward Kitsis.

la storialegata a doppio filo con il film originale, la storia è incentrata sul personaggio di Sam, un giovane esperto di computer, tormentato dalla scomparsa del padre Kevin (protagonista del primo tron:), avvenuta verso la fine degli anni 80. Richiamato da un misterioso segnale proveniente dalla vecchia, e chiusa da anni, sala giochi del padre, Sam (garrett hedlund) si ritrova proiettato nella versione riveduta e potenziata di quel mondo virtuale, dove suo padre è stato imprigionato per 20 anni. lì inizia per lui un viaggio che cambierà per sempre la sua vita e la vita del padre.

tron è un fenomeno di life-style che coinvolge spettacolo, musica, fashion e design. tron è un mondo. Una nuova entusiasmante avventura vir-tuale ancora più travolgente grazie alla magia del 3D. l’uscita del film è arricchita anche da un nuovissimo videogioco, proposte dal mondo fashion, libri illustrati e giocattoli high tech.

Tron: Legacy (Usa, 2010) Regia di Joseph Kosinski con Jeff Bridges, Garrett Hedlund, Olivia Wilde, Michael Sheen, James Frain, Bruce Boxleitner Walt Disney, avventura/fantascienza

29 dicembre in 3d e 5 gennaio in TuTTi i formaTiin disney digiTaL 3d

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I PersonaggiKevin Flynn (Jeff Bridges)

flynn che aveva interpretato in TRON, ben 28 anni fa. Brillante sviluppatore di videogiochi, Kevin flynn ha sempre voluto il meglio sia per il mondo reale sia per quello virtuale. dopo esser stato il primo uomo ad entrare nel fantastico mondo di grid, ha deciso che il miglior modo per raggiungere il suo ob-biettivo era quello di combinare i due modi. così ha creato il sofisticato pro-gramma clu 2.0 utilizzandolo in se-greto per ricreare un’esistenza utopica che combinasse gli alti ideali umani e il mondo digitale. di giorno prodigio del-la società di notte ideatore del mon-do virtuale. un giorno, nel 1989, Kevin flynn scompare misterio-samente. ha ora capito il vero significato delle parole attento a ciò che desideri, intrappolato nel mondo da lui creato, tutto quello che può fare è spera-re che qualcosa cambi e che potrà un giorno avere l’oc-casione di tornare a casa da suo figlio.

Clu (Jeff Bridges)

Un programma principale creato ad immagine di Ke-vin Flynn per controllare l’espansione del mondo digitale ma che è divenu-to malvagio sequestrando il mondo di Grid e i suoi abitanti.

Sam Flynn (Garrett Hedlund)

Sam è nato nel 1983 e fino al giorno della scomparsa di Kevin, nel 1989 padre e figlio hanno condiviso un legame molto forte. Kevin era tutto per Sam, che sembrava destinato a seguire le orme del padre. Quando però Kevin scompare, il suo amico e col-lega alla encom alan Bradley si dedica a Sam come un vero pa-dre. ora dopo 20 anni Sam è un ragazzo solitario la cui passione è saltare dai palazzi o correre in mo-tocicletta. Quando Bradley informa Sam di aver ricevuto un messaggio che certamente proviene dal vecchio flynn, Sam inizia riluttante a fare delle ricerche sul vecchio gioco del padre e presto si ritrova egli stesso intrappolato nel mondo che tiene prigioniero suo padre da oltre vent’anni. lì, invece di scontrarsi con manager e dirigenti, si trova ad affron-tare un mondo digitale al di là di ogni immaginazione e gli viene data la possibi-lità di trovare e salvare il padre che credeva lo avesse abbandonato anni prima.

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I Personaggi Quorra (Olivia Wilde)Il programma unico Quorra è una sorta di figlia replicante di flynn, una confidente dotata di intelligenza, curiosità e abilità combattive in grado di allontanare chiun-que. lui le ha parlato del mondo reale e lei per sdebitarsi gli ha promesso fedeltà. come risultato di questa sua educazione però Quorra assume la sete di conoscenza di flynn e non vede l’ora di poter sperimentare l’esperienza di user, che si trova ben oltre la sfera del possibile. così, quando incrocia il cammino di Sam flynn, lui sembra essere la persona che sia lei sia Ke-vin stavano aspettando.

Castor (Michael Sheen)

Il programma castor è progettato per conte-nere una grande quantità di informazioni ed è capace di adattarsi e sopravvivere a qual-siasi tipo di cambiamento dell’ambiente. la particolare combinazione di queste qualità lo rende il programma perfetto per gestire un bar, in particolare l’end of line club, sulla cima della torre più alta da cui si osserva tut-to il mondo virtuale. eccentrico e spudorato, la sua priorità è sempre di ottenere ottimi profitti.

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Il classico di Jonathan Swift mostra la sua faccia goliardica nel nuovo adat-tamento firmato da rob letterman. a

dar vita ad un moderno quanto strampalato lemuel gulliver, è il professore ‘matto’ di school of rock oltre alla ‘voce’ originale di po in Kung Fu panda, Jack black. uno degli attori meno convenzionali sulla sce-na americana, lontano dai modelli divistici di hollywood e vicino invece alla gente co-mune, di cui interpreta i difetti ed i sogni, uniti ad una ingenuità quasi adolescenzia-le e ad una innata simpatia.

la storialemuel Gulliver è un semplice addetto al-la posta di un quotidiano di new york con il sogno di diventare un grande scrittore di viaggi. l’occasione si presenta quando darcy, redattrice della sezione viaggi, gli offre l’opportunità di scrivere un reportage sul triangolo delle Bermuda. gulliver parte alla volta delle Bermuda, ma durante la

Grandi si diventa

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navigazione una terribile tempesta lo in-ghiottisce…Quando apre gli occhi si rende conto di essere immobilizzato, saldamente incollato al suolo da sottili legacci che gli attraversano il corpo dalle ascelle alle gambe. neanche la testa è libera. I capel-li, ciocca a ciocca sono anch’essi legati al terreno. è approdato a lilliput un fanta-stico mondo in cui gli abitanti sono alti non più di quindici centimetri… In questo luogo di piccole creature, gulli-ver ha l’opportunità di diventare in tutti i sensi ‘una grande persona’! dapprima te-muto dagli abitanti di lilliput, gulliver co-mincia a conquistare i suoi piccoli carce-rieri: prendendosi il merito delle maggiori invenzioni del suo mondo, e collocandosi al centro degli eventi storici più rilevanti, gulliver diventa in breve tempo una perso-nalità. Il suo potere diventa incontrastato quando da solo e a petto nudo sconfigge l’armata dei blefuscudiani, nemici stori-ci dei lillipuziani…ma l’essere un ‘uomo

montagna’ non ti trasforma automatica-mente in una grande persona e gulliver dovrà rivedere la sua posizione…

per rendere attuale la storia narrata da Jonathan Swift nel 1726, periodo in cui il mondo non era stato ancora completa-mente esplorato, il produttore John Davis, il protagonista Jack black, il regista Rob letterman e il cosceneggiatore Joe Stil-lman hanno cercato di rendere la storia di-vertente e soprattutto credibile anche per il pubblico contemporaneo. hanno quindi deciso che gulliver avrebbe inconsape-volmente varcato la soglia di un portale dimensionale, entrando in un mondo alter-nativo, dove sensibilità moderne e antiche potessero ancora coesistere. Quando incontriamo il lemuel Gulliver di Black, lui è una piccola insignificante pun-tino confuso tra milioni di altre persone che si muovono in mezzo ai giganteschi grattacieli di manhattan. lemuel è l’ad-

schede film

la scoperta di nuovi mondi ha da sempre affascinato l’essere umano. attraverso la conoscenza dell’altro e della sua cultura si può comprendere, tra le tante cose, che la ‘grandezza’ di un uomo non è data nè da ciò che possiede o che si finge di possedere, non dall’arroganza, né dalla forza che si usa a discapito degli altri ma dalla nobiltà d’animo, la forza più grande che si possa possedere. Questa è la storia del nostro Gulliver!

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I fantastici viaggi di Gulliver uscirà nelle sale cinematografiche (anche in 3D) il 4 febbraio 2011

cristina marella palmieri

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detto alla posta di un quotidiano di new york. ha grandi aspirazioni, ma ottiene poco perché ha sempre paura di cadere. “gulliver sogna di diventare uno scrittore di viaggi e aspira a qualcosa di meglio”, sostiene Black. “ma non ha il coraggio di mettersi in gioco e la paura lo blocca. So-lo quando arriva a lilliput, diventa un re”. Rob letterman conferma che “a new york, gulliver si sente veramente piccolo e anche se desidera fare grandi cose, ha paura di fallire. Quando giunge a lilliput, inizia a sentirsi veramente grande, ma è tutta un’il-lusione”.dopo un inizio difficile, con i lillipuziani che legano gulliver e lo trascinano verso la piazza della città, per poi controllare ogni sua mossa attraverso un sistema di leve e ingranaggi, gulliver incomincia a con-quistare i suoi carcerieri. li impressiona soprattutto spacciandosi come l’inventore e l’autore di numerose imprese leggenda-

rie, comprese le avventure in cui sconfigge darth fener, sopravvive a un’esperienza quasi mortale nelle acqua gelate dell’at-lantico dopo l’affondamento del titanic e governa il mondo nel suo incarico di ma-gnifico presidente (il suo vice è yoda). gulliver aiuta anche una persona comune (Jason Segel) a conquistare una principes-sa (emily Blunt), impiegando un “corteg-giamento di alto livello”, mentre da solo sconfigge un’armata dei nemici storici dei lillipuziani, i blefuscudiani.

come afferma il produttore Davis “uno dei nostri obiettivi principali era che il pubblico potesse ancora credere in Lilliput. Volevamo che la gente sentisse di stare lì con Gulli-ver”. altrettanto importante era rendere il personaggio di gulliver credibile, e la pre-senza del vulcanico protagonista di super nacho, school of rock e tropic thunder lo rendevano perfetto. considerato uno de-

gli attori comici più completi e originali della sua generazione, definito l’erede di John belushi, black non si lascia sfuggire l’occasione: “Ho colto al volo un ruolo del genere” dichara l’attore. “Era irresistibile: io, Gulliver, il viaggio ed essere un gigante in un altro mondo. C’erano tutti gli elemen-ti necessari per realizzare un grande film”. come afferma il regista rob letterman “Jack rappresenta il cuore del film. Offre una grande innocenza a Gulliver, c’è qual-cosa nei suoi occhi che è allo stesso tempo affascinate e forte. É come un bambinone cresciuto troppo”.accanto a lui, protagonista gigante, com-paiono gli altri personaggi, tutti in dimen-sione ridotta, ma in ruoli altrettanto im-portanti, a cominciare da Jason segel nei panni di horatio, un giovane umile con un desiderio più grande di lui: conquistare la principessa mary. Quest’ultima, interpreta-ta da emily blunt, è promessa sposa al

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“Gulliver grande o piccolo, vero e falso” è il concorso risevato alle scuole primarie e secondarie di primo grado, indetto da twentieth century fox Italy e primissima. vinci un viaggio con la tua classe al parco "ItalIa In mInIatuRa" di Rimini, con pernottamento in hotel, ingresso e pranzo al parco e inoltre n. 4 cofanetti dvd di documentari discovery channel per la tua scuola. vedi le modalità del concorso su http://ifantasticiviaggidigulliver.primissima.it

Partecipa al Concorso

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noioso e pedante generale edward, capo dell’esercito di lillipuziani. Buona parte delle riprese si sono svolte negli imponenti set inglesi di pinewood Studios, dove i produttori avevano colloca-to la loro base. a pinewood, lo scenografo Gavin bocquet (i tre episodi della nuova trilogia di Star Wars) ha creato buona par-te del mondo di lilliput. per raggiungere l’obiettivo del realizzatore di mettere as-sieme mondo fantastico e reale, Bocquet ha evitato i prevedibili set enormi per i lillipuziani e quelli in miniatura per gulli-ver. Il rapporto tra gulliver e lilliput era di 22:1 ed è stato un elemento fondamentale nelle decisioni creative. “Io avevo sempre in mente i problemi di scala e il modo in

cui i lillipuziani avrebbero costruito un’abi-tazione per qualcuno molto più grande di loro”, conferma bocquet, che segnala l’esempio della casa sulla spiaggia/residen-za da scapolo di gulliver a lilliput. “le sue pareti sembrano alte quasi 40 metri ai lil-lipuziani, quindi dovevamo capire come lo avrebbero costruito”, spiega lo scenografo. “Se socchiudiamo gli occhi, la casa sembra normale. ma se guardiamo attentamente i dettagli, come l’immensa (per i lillipuziani) macchina del caffé, così come le finestre e i dettagli del pavimento, tutto è stato re-alizzato come se a costruirlo fossero state delle persone alte nove centimetri. ci sono tanti bastoncini che rappresentano le tavo-le del pavimento!”.

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I fantastici viaggi di Gulliver(gulliver’s travels, usa, 2010)Regia di Rob letterman con Jack Black, Jason Segel, amanda peet, emily Blunt, catherine tate20th century fox, commediaUscita 4 febbraio 2011

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GULLIVER GRANDE O PICCOLO, VERO O FALSO?

collegati al sito di http://ifantasticiviaggidigulliver.primissima.it, scarica il regolamento del concorso, e rispondi alle domande. la scadenza del concorso è l'8 febbraio 2011.

CONCORSO

in collaborazione con

domande RISpoSta

1 la flora e’ l’insieme di tutti gli esseri vegetali presenti in un territorio. In africa esistono piu’ di 10.000 specie vegetali differenti?

vero o falso?

2 I predatori del mare sono moltissimi. ma il piu' piccolo squalo del mondo e' lungo appena 1 metro?

vero o falso?

3 In natura esistono squali davvero molto differenti tra loro. lo squalo balena riesce a raggiungere I 15 metri di lunghezza?

vero o falso?

4 prima dell’avvento del’uomo, la terra era popolata giganteschi animali. Il diplodocus riesce a raggiungere i 30 metri di lunghezza?

vero o falso?

5 I dinosauri avevano svariate forme, alcuni erano notevolmente grandi, altri di dimensioni ridotte. Il microraptor era un piccolo dinosauro che misurava meno di 60 cm?

vero o falso?

6 Il mare e’ abitato da mammiferi di dimensioni notevolissime. la balena azzurra misura meno di 30 metri di lunghezza?

vero o falso?

7 alcuni calamari riescono a raggiungere dimensioni ragguardevoli. Il cefalopode piu' grande al mondo puo’ misurare piu’ di 10 metri?

vero o falso?

8 nelle profondita’ degli abissi si nascondono animali davvero bizzarri. Il piu' grande calamaro al mondo mai catturato riesce a raggiungere I 500 kg di peso?

vero o falso?

9 al mondo esistono strutture davvero mozzafiato. Il parco piu' alto del mondo si trova a Singapore ed e' posto a 200m d'altezza, sopra ad un grattacielo?

vero o falso?

10 nel cuore della cine sono state recentemente costruite strutture all’avanguardia. Il piu' alto gratta-cielo della cina e' lo Shangai World financial centre, alto quasi 500 metri?

vero o falso?

Il concorso è indetto da twentieth century Fox Italy e primissima in collaborazione con Discovery channel e riseva-to alle scuole primarie e secondarie di primo grado. fai partecipare al concorso i tuoi compagni ed i tuoi insegnanti (per loro ci sono 4 cofanetti dvd di fantastici documentari discovery channel) e fai vincere a tutta la classe una bellissima gita al parco Italia in miniatura di Rimini. Il premio consiste in: ingresso e pranzo al parco "ItalIa In mInIatuRa", soggiorno di una notte in hotel 3 stelle in B&B (riservato ad una classe formata da 27 studenti e 3 accompagnatori).

per leggere il regolamento e partecipare al concorso e vInceRe devi rispondere alle seguenti domande collegandoti al sito http://ifantasticiviaggidigulliver.primissima.it

in collaborazione con

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