VECCHIA SCUOLA DICEMBRE - GENNAIO

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ANNO 1 - NUMERO 1 www.vecchiascuola.info DICEMBRE/GENNAIO Notiziario nazionale di controinformazione studentesca

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Notiziario nazionale di controinformazione studentesca

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ANNO 1 - NUMERO 1 www.vecchiascuola.info DICEMBRE/GENNAIO

Not iz i a r i o naz i ona l e d i c on t r o i n f o rmaz i on e s t ud en t e s c a

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Intervista a Roberto Fiore

1.Cosapensadella scuola italianadi oggi?Unariflessione suiproblemi che evidenzia.

Oggi l' Italia non ha una strategia. La Ri-forma Gentile ebbe un grande ruolo nellasocietà italiana perché fu foriera di unprogetto nazionale. Oggi il sistema libe-rale non ha un progetto e ne’ sa come af-frontare le nuove sfide. In più non vi è unmodello di Italiano a cui riferirsi e lescuole (non la Scuola) girano a vuoto.

2. Secondo lei le nuove generazioni ri-cevono una formazione adeguata?

No. O meglio in alcune, quelle che con-servano la struttura gentiliana ancora sìma in generale no. Tantissimi sono i gio-vani che oggi raggiungono punte di igno-ranza che solamente le scuole americanetoccavano. In geografia, in storia nelloscrivere e nel leggere le deficienze sonopreoccupanti. Rischiamo di avere una so-cietà senza più una nuova classe diri-gente. Inoltre questa idea che le impresedebbano entrare nella scuola è odiosa econtroproducente. Noi vogliamo uominie donne che sappiano tirare su una fami-glia, reggere un'impresa e governare unacittà, non dei nuovi homo oeconomicus,il cui orizzonte finisca per coincidere conle necessità di Confindustria.

3. Il decreto Gelmini è stato approvato.Come giudica le proteste studentescheche hanno attraversato l’intero paese?

Un passo importante perché non tarateda pregiudizi politici e sintomatiche diuna nuova generazione che si sente giu-stamente inquieta ma non cerca più neifalsi miti del 68 un innaturale risposta.

4. Le parole di Cossiga: “picchiare bru-talmente tutti i manifestanti” sono degnedi un ex presidente della Repubblica?

Sono le parole di una persona oramaimentalmente deragliata che si deve farperdonare da Dio tutti gli atti che hannocontraddistinto la sua azione politicanegli anni 70.

5. Lei siede nel parlamento europeo.L’Europa investe sui giovani?

L' Europa investe su un modello errato digioventù. Una gioventù secondo il pen-siero europeo corrente che non dovrebbefondare sui principi che hanno fatto na-scere l' Europa il proprio futuro. Una gio-ventù debole che non ha certezza dellapropria Patria, dei propri valori e persinodel proprio sesso e quindi del proprio fu-turo. A "questa gioventù" l' Europa damolto, alla gioventù che invece vuolecreare, lavorare, l'Europa non da.

6. Ritiene che alzare gli stipendi agli inse-gnanti sarebbe un fatto positivo dal qualetrarrebbero vantaggio gli stessi studenti?

La funzione degli insegnanti è svuotata didignità e mal retribuita: in realtà non èmai stata ben retribuita ma nel passato ciòveniva equilibrato da un forte senso "dellamissione" che gli insegnanti avevano.Oggi manca quello in tantissimi inse-gnanti e manca una paga decente.

7. Anche sull’università sono previstitagli già a partire dal 2009, in partico-lare sul fronte della ricerca. Un go-verno che si trova ad affrontare unarecessione economica, è giusto che ef-fettui tagli sull’istruzione? Non ci sa-rebbero altri ambiti in cui intervenire?

Il problema dell' Università è il problemadell' Italia. Non si sa dove si va, il clien-telismo impera, abbondano i corsi senzasenso e il tutto va in rovina. Oggi sento lelamentele dei presidi che mi dicono chenon vi sono più i soldi per pagare qual-siasi cosa, il Governo taglia tutto ma per-mette che banche, assicurazioni ocompagnie petrolifere facciano (o megliofacessero nel passato) profitti da capo-giro. Un programma di austerità può es-

sere fatto quando tutti, dal bidello al pro-fessore allo studente sanno dove va l'Uni-versità e dove va l'Italia.

8. Con l’introduzione del 3+2 stiamoassistendo ad una proliferazione dinuovi corsi di laurea (ad es. “Scienzadelfiore e del verde”, la “Cura del cane e delgatto”). Cosa pensa di questi nuovi corsi?

La proliferazione dei corsi è il sintomo diun' Italia che si aggrappa al quotidiano enon pensa che gli spazi lavorativi in unasocietà come quella nostra si creano at-traverso il genio, la ricerca, il progressoscientifico applicato alla produzione e so-prattutto ad una nuova etica della sobrietàe del senso del dovere che da sola per-metterebbe il funzionamento di tante cose.

9. Un’ultima domanda. Le elezioni eu-ropee si avvicinano. IlmovimentodiForzaNuova di cui lei è il leader correrà da soloo stringerà un’alleanza con il PDL?

Correrà da solo.

Un’esclusiva a Vecchia Scuola dell’on. Roberto Fiore, deputato europeo e leader di Forza Nuova

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Tagliare sul futuro d’Italia? Mai!

Vi starete sicuramente chiedendoa cosa si riferisce questo numerocon nove zeri e, di pari passo, a

quanto esso equivale realmente. Sfatiamosubito il mistero. La modesta somma diquasi ottanta mila miliardi di vecchie lireè l’ammontare totale del costo della poli-tica nel nostro paese ogni anno.Il risultato di una lunga serie di privilegie sprechi a favore di una classe politicache antepone da anni i propri interessi aibisogni del paese. A partire dal presidentedel consiglio che favorisce le proprieaziende a scapito della concorrenza, arri-vando a deputati che fanno del clienteli-smo la loro principale attività politica.

Per uscire poi dal parlamento e trovaregiunte comunali colluse con la mafia, sin-daci e assessori indagati per vari reati equant’altro di “buono” ci offrono le no-stre amministrazioni.Ma torniamo ai costi della politica e aquei 4 miliardi di euro che, se non analiz-zati, potrebbero risultare quasi aleatori.Purtroppo è tutto vero e di seguito ripor-tiamo i costi di Camera e Senato, visio-nabili nei rispettivi siti internet.Il costo totale della Camera dei Deputatiè di € 1.128.212.040 ed è suddiviso in:mantenimento di 630 deputati (stipendi erimborsi vari), costo dei deputati incarica, costo dei deputati in pensione emantenimento del personale della Camera.Il costo del Senato invece raggiungequota € 566.510.000, anche qui per i sud-detti mantenimenti. Ma oltre agli stipendiesosi i parlamentari godono di tutta unaserie di privilegi a quanto pare sensibil-mente necessari ed indispensabili.Giusto quindi che i cittadini contribuentipaghino il rimborso delle spese mediche

e dentistiche per tutti i familiari e convi-venti; una liquidazione che consistenell’80% dell’indennità mensile lordamoltiplicato per ogni anno di mandato ef-fettivo; una pensione a partire da 60 annidi età che va dal 25 all’80% del loro ul-timo stipendio e inoltre cumulabile conqualsiasi altro reddito; la tessera per lalibera e gratuita circolazione ferroviaria,aerea e autostradale in tutta Italia; le autoblu con autista; il personale dello staff di26 collaboratori che lo Stato mette a di-sposizione e paga ai ministri, che hannola possibilità di assumerne personalmenteun terzo cioè 8 persone; e molto altro ancora.A tutto questo si aggiunge il Rimborsoelettorale: una fetta di torta da 450 milionidi euro che i partiti si spartiscono finitaogni elezione. Tutto questo va bene e asentir loro: « sono le università che spre-cano. I tagli vanno comunque fatti daqualche parte ».La legge 133, varata dall’attuale governodi centro-destra, prevede tagli al fondo difinanziamento ordinario delle universitàper 1 miliardo e 443 milioni di euro.Questo a partire da adesso fino al 2013.Tagli apportati al sistema scolastico pub-blico assolutamente sconsiderati. Nonsono previsti poi piani seri per lo sviluppodell’edilizia scolastica, una battaglia cheLotta Studentesca porta avanti da anni.Edilizia scolastica significa evitare trage-die come quella di Rivoli, dove un ra-gazzo di 17 anni è morto per il crollo delsoffitto della sua aula.E la sua era una scuola come tante altre.La situazione in cui versano la maggiorparte degli edifici scolastici è infatti ve-ramente drammatica. Solo il 25% degliistituti è a norma e sono 3 scuole su 4 a ri-schio incidenti (dati Codacons).

La sicurezza degli studenti dovrebbe es-sere prioritaria ma non è dello stesso av-viso il governo. Sempre nel decretoGelmini assistiamo ad un netto taglio del50% dei fondi per la sicurezza. Tutto que-sto è la triste fotografia di un paese chevede precarietà ovunque.L’Italia cade a pezzi assieme alle scuole,la ricerca e le università pubbliche sonocolpite, le famiglie sono sempre più po-vere. Tutti pagano in un modo o nell’al-tro, ma loro, i nostri governanti, sonosempre là, sicuri di essere nuovamenteeletti, comunque vada. Basterà scandireper l’ennesima volta i soliti slogan eletto-rali: « milioni di posti di lavoro », « tagli aglisprechi della politica », « investire sui gio-vani » e così via. La casta rimane salda ecompatta, tra facce di bronzo e orecchieintasate, tra tante promesse e un mare diipocrisia. Ma le nuove generazioni, lostiamo vedendo anche in altri paesi, noncredono più al teatrino dei loro politicanti.Il vento cambierà anche in Italia e saràproprio una nuova gioventù a far crollarequesto sistema marcio.Gli italiani devono sapere! Devono sapereche mentre il paese è in piena crisi eco-nomica e non ci sono più soldi i loro go-vernanti continuano ad avere stipendid’oro e auto blu. Questa vergogna la gri-diamo e la grideremo finché questa castacorrotta e mangia-soldi continuerà a re-stare incollata alla poltrona. Bisogna ta-gliare perché è in atto una crisi? Bene,taglino i loro privilegi e non il nostro futuro!

Invece di tagliare sulla scuola, perchè non tagliamo questa bella cifra: € 4.000.000.000?

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“Essere felici vuol dire tendersi avanti”

Leon Degrelle nasce a Bovillou,nelle Ardenne belghe, nel1906 e sarà una delle figure di

spicco durante i fascismi in Europa.Nel 1935 fonda il movimento “Rex”in Belgio, caratterizzato da una fortevisione elitaria e aristocratica delloStato, nonché corporativa, e da un al-trettanto forte misticismo cristiano. A segnare significativamente la suaesistenza sarà però soprattutto il suoimpegno come volontario sul fronteorientale nel 1941, a fianco delletruppe dell’Asse, e pochi anni dopo,all’inizio del 1945 come comandantedella 28° divisione SS FriewilligiePanzergrenadier Wallonie, impegnatanell’operazione Barbarossa control’Unione Sovietica. Un sogno animava il nostro coman-dante e i suoi uomini, lo stesso sognoche animava i patrioti di tutte le nazioni europee; il sogno, che pur-troppo oggi è ancora tale, di creareun’Europa fatta di uomini e donne,che costituiscano l’identità e la vita,saldati fra loro da civiltà, costumi ecredenze che da millenni li accomu-navano; un’Europa forte, libera, dignitosa e unita sotto un unico

vessillo, che incarna Fede, Onore eTradizione.L’hanno cercata, il comandante e isuoi eroi, questa Europa, l’hanno voluta con ogni forza. Ma questosogno faceva paura ai plutocrati e alle democrazie dei burocrati benpensanti,fautori dell’ “allineamento” ottuso deipopoli a vantaggio di pochi potentiveneratori del Dio denaro.Faceva paura questo sogno di gloriaimmensa, di un regno che avrebbe potuto portare alla felicità e alla grandezza delle nazioni e delle loro genti.Così si scatena il secondo conflittomondiale: con l’imperialismo ameri-cano da una parte, che ha portato aigiorni nostri la politica del “confort”,la società dei consumi, l’abbrutti-mento delle menti e dei cuori, la mollezza e il lassismo; il comunismodall’altra con la sua grigia omologa-zione che ha schiacciato la persona-lità degli uomini con falsi ideali.Ma tra queste macerie spirituali, in mezzo a questa corruzione, ai politicanti beceri si ergeva “l’uomonuovo”; si attivava la controdecadenza,i giovani duri e puri, dal cuore lim-pido e luminoso alzavano le loro testee combattevano forti di ideali eterni.“Tutti portiamo la nostra croce: oc-corre portarla con un sorriso d'orgo-glio, perchè si sappia che siamo piùforti della sofferenza, e anche perchècoloro che ci feriscono comprendanoche le loro frecce ci colpiscono inutil-mente. Che importa soffrire, se vi èstata nella nostra vita qualche ora im-mortale? Quanto meno, si è vissuto!”.L’ha persa questa battaglia Leon Degrelle, l’hanno persa i giovani dellaWallonie, i ragazzi tedeschi, quelliitaliani, i giovani europei. Ma il loro sogno rimane in piedi oggipiù che mai. Oggi che più che mai citroviamo a camminare tra le rovine.E allora tra il grigiore arido di questi

tempi bui, alziamoci anche noi e combattiamo, con la stessa fede e lastessa unità politica che animava quei ragazzi al fronte, forti dell’IdeaNuova. Quei ragazzi, quell’ Europasognata, quella elite devono essere ilnostro esempio.“Nell’ora della disfatta di un mondo,c’è bisogno di anime rudi ed elevatecome rocce contro cui s’infrange-ranno invano le onde scatenate.”Leon Degrelle muore nel 1994 dopoun lungo esilio in Spagna.La “Sua” Europa, per cui tanto ha lot-tato non l’ha potuta vedere realizzata.Ma a noi ha lasciato il suo insegna-mento, alle nuove generazioni l’arduocompito di portare a compimentoquello stupendo sogno, poiché, comeLeon stesso scrive in Militia: “Quelche conta è il fatto di aver possedutodentro la propria anima l’essenziale:la passione del grande, del puro, delbello, del giusto; e d’aver proiettatoin profondità e diffuso con generositàquesta tensione tra gli uomini…”.

“Essere felici vuole dire tendersi inavanti. Qui risiede la felicità: nel do-narsi completamente”.

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Léon Degrelle, rivoluzionario nazionalista belga (capo del “Rexismo”) e pluridecorato generale della seconda guerra mondiale.Un personaggio fortemente votato all’azione che nel suo libro “Militia” dimostra anche una grande sensibilità come scrittore

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Non è facile trovare un prota-gonista di quest’autunnocaldo di mobilitazioni studen-

tesche. Il “movimento” è stato ampioe variegato, finalmente non monopo-lizzato da una sola parte politica, maaperto e trasversale. Taluni hanno dovuto coniare nuovitermini sociologici e politologici perdescrivere questa nuova esperienza: il“fascio-leninismo”, un modo come unaltro in realtà per descrivere la pre-senza nella stessa piazza, sulla stessabarricata di studenti di opposte estra-zioni politiche, accomunati dalla vo-glia di essere protagonisti nella lottacontro l’ennesimo tentativo di colpirela scuola pubblica.Da nord a sud da est a ovest, la conte-stazione studentesca ha cercato in tuttii modi di superare steccati ideologicicreati artificiosamente dal sistema perdividere i contestatori e garantirsi lasopravvivenza.È andato tutto abbastanza bene fino aquando non è sceso in campo lui: ilProvocatore. Ma chi è il Provocatore?È una figura di primo piano della po-litica italiana da almeno 40 anni, ap-parentemente un moderato, ha avutoalti e bassi, ha raggiunto apici di po-polarità quando lo chiamavano “ilpicconatore”, ma ebbe anche mo-menti di enorme impopolarità quandoveniva definito “boia”, con la K.Il Provocatore è salito agli onori dellacronaca per due recenti esternazioni:prima, in un’intervista ad un quoti-diano, ha candidamente ammesso econsigliato al ministro degli interni lasua tattica per spaccare il fronte stu-dentesco ed evitare che divengatroppo forte: «In primo luogo, la-sciare perdere gli studenti dei licei,perché pensi a cosa succederebbe seun ragazzino di dodici anni rimanesseucciso o gravemente ferito...». Gli universitari, invece? (chiede l’in-tervistatore) «Lasciarli fare. Ritirarele forze di polizia dalle strade e dalleuniversità, infiltrare il movimento conagenti provocatori pronti a tutto, e

lasciare che per una decina di giornii manifestanti devastino i negozi,diano fuoco alle macchine e mettanoa ferro e fuoco le città. Dopo di che,forti del consenso popolare, il suonodelle sirene delle ambulanze dovràsovrastare quello delle auto di poliziae carabinieri. Nel senso che le forzedell'ordine dovrebbero massacrare imanifestanti senza pietà e mandarlitutti in ospedale. Non arrestarli, chetanto poi i magistrati li rimettereb-bero subito in libertà, ma picchiarli asangue e picchiare a sangue anchequei docenti che li fomentano. So-prattutto i docenti. Non quelli anziani,certo, ma le maestre ragazzine sì. Sirende conto della gravità di quelloche sta succedendo? Ci sono inse-gnanti che indottrinano i bambini e liportano in piazza: un atteggiamentocriminale!». Non solo. Nella dichiarazione di votoal Senato in favore del decreto Gel-mini, proprio la mattina del 29 otto-bre, pochi minuti prima che a piazzaNavona scoppiasse l’inferno, il Pro-vocatore ha ricordato come ai suoitempi…: «Quando ho fatto picchiarea sangue gli universitari che hannocacciato via Lama, il Gruppo del Par-tito Comunista alla Camera, in piedi,mi ha tributato un’ovazione. Speravodi sentire il glorioso grido degli stu-denti del movimento che il serviziod’ordine del PCI e della CGIL cihanno aiutato a picchiare di santa ra-gione. Quando ci fu un 5 maggio, cimettemmo d’accordo con il servizio divigilanza della CGIL e ci mettemmod’accordo così: prima quelli del mo-vimento li picchiavano loro, poi ce lidavano in braccio e li picchiavamonoi. Gloriosi tempi di Lama! Si, per-ché io sono stato il Ministro dell’in-terno di tre Governi di solidarietànazionale! ».Dichiarazioni di una gravità estremae palese, ma che non hanno avuto ilgiusto risalto mediatico, ridimensio-nate a boutades di un politico armaianziano e poco lucido.

Ed invece tutti sappiamo che cosa èrimasto del fronte studentesco: nulla.Anche la tanto sbandierata Onda ano-mala degli universitari si è infrantasugli scogli dell’opportunismo e delclientelismo di piccolo cabotaggio. Ancora una volta dunque il Provoca-tore è riuscito nel suo intento, aiutato,oggi come allora, da quei partiti chehanno interesse a guidare le proteste,ma non a cambiare realmente le cose.D’altra parte se le cose cambiano, poi,per cosa si protesta? Il Sistema delPotere, sentitamente ringrazia il pro-vocatore, il sen. Cossiga.

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L’isola dei Fetusi: “il provocatore” In questa rubrichetta tra il serio e l’ironico, vogliamo pubblicare brevi storie di grandi opportunisti e voltagabbana che per far carriera durante il fascismo erano “fascistissimi” e nel dopo guerra sono diventati “i padri della repubblica” tutti antifascisti da sempre

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Redazione:via Montebuono 3 - RomaTel. 06/83396865

Direttore responsabile:Gabor De Arcangelis

Casella e-mail:[email protected]

Sito web:www.vecchiascuola.info

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Lo spirito che anima il ribelle sidivide sostanzialmente in dueparti, in due facce della meda-

glia, in due linee direttrici che ruggi-scono nel metallico foglio dell’animoumano. Il primo primitivo e caotico è

lo spirito della distruzione, il fuocoche arde e abbatte, la disintegrazionetotale del sistema, una sorta di talpameccanica che scava e devasta il ter-reno, è in sostanza il folle e memora-bile gesto davanti all’ebete caricaturadei mezzuomini tutto regole e sissi-gnore. Il secondo è invece la costru-zione, è la città che sale, è il cavalloche corre lasciando dietro di se i sol-chi del proprio passaggio ove rico-struire, è l’operaio d’avanguardia chesubentra al vecchio marcire delle ro-vine. Non più uomini dritti sulle ro-

vine, se mai ce ne sono stati, ma uo-mini che abbattono le rovine e co-struiscono marmo e metalli vivi, nuovecittà, nuovo cantiere eterno, il ribellenon conosce infatti la fine della suacostruzione, non è mai dissetato dallafonte del proprio animo, egli crea edeve creare, poiché la rivoluzione nonsi ferma mai, la rivoluzione è lo spi-rito del mondo e solo grazie ai ribelliil mondo continua a muovere, solo ilribelle conosce il segreto dell’universo.

Un nuovo ’68?Una società in decadenza, un mondo frenetico. La speranza risiede tutta in una nuova gioventù

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Le contestazioni provocate dallasciagurata manovra riformi-stica attuata dalla coppia Tre-

monti-Gelmini hanno richiamatoinevitabilmente alla memoria gli sce-nari topici di quel periodo che oggiviene generalmente indicato come“’68”. Ed ecco allora gli ormai vetu-sti sessantottini infervorati dall’ideadi vivere una seconda giovinezza, lasinistra radicale che intravede unanuova possibilità per portare a ter-mine la loro missione di sovvertirel’ordine naturale delle cose (iniziativanon del tutto realizzata nel secoloscorso), ed i poteri forti della pseudodemocrazia italiana ed occidentaleche, impauriti, architettano piani dia-bolici per disinnescare questo mecca-nismo di protesta da loro stessiprovocato (vedi Cossiga).È ormai chiaro a tutti che il sistema dicui,ahinoi, facciamo parte stia crol-lando come un castello di carte e chequindi un significativo cambiamentoè imminente; ma in quale direzioneandrà questo cambiamento? Sarà iltrionfo della distruzione dell’uomocome prospettano i radicali neocomu-nisti oppure vi sarà una riscopertadegli antichi valori, della meritocra-zia, della famiglia e del cristianesimo,insomma della Tradizione?

Ma soprattutto, noi come ci dobbiamocomportare di fronte ad un eventocosì epocale? A parere di chi scrive,dopo quarant’anni di deleterio servi-zio il ‘68 merita di andare in pen-sione. Fallito miseramente da unpunto di vista meramente politico edeconomico, il ’68 auspicato dallefrange di estrema sinistra come la

sovversione dell’ordine costituito edel trionfo del marxismo nonchè dellesue mille varianti si è tramutato infinein tripudio di mediocrità, perversionee autodistruzione. L’internazionali-smo è diventato globalizzazione, lalotta operaia è diventata il gay pride,Mao Tse Tung è diventato BobDylan... Gli ideali liberal-anarcoididettati da questo cancro secolare sonogiunti sino ai giorni nostri, in uno sta-

dio tutt’altro che larvale; tuttaviaqualcosa sta cambiando: un senti-mento ancestrale e genuino sta paca-tamente ma inesorabilmente risve-gliandosi tra i popoli d’Europa ed inparticolar modo tra noi giovani delvecchio continente. il modello di vitache ci è stato imposto oramai comin-cia ad infastidire le genti, le quali ini-ziano a riprendere coscienza dopomezzo secolo di completo stordi-mento. La società caotica e autodi-struttiva in cui oggi siamo immersi èdestinata a soccombere in preda allosconforto e all’affanno, come un tos-sicodipendente in overdose. Ma dallesue ceneri ne sorgerà una nuova, ve-race e sana in grado di garantire ai po-poli di domani un futuro dignitoso,all’insegna della sobrietà, del rispettodella vita, dell’onore e della merito-crazia. E ne saremo noi i fautori, noigiovani che oggi diciamo no ad unavisione terribilmente materialistica eperversa della vita...Teniamoci pronti e continuiamo a faredel nostro credo una missione, sca-gliando le nostre grida di dissensoverso una società che non ci appar-tiene: perché oggi la vera trasgres-sione sta nella tradizione.

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Il cantiereParole in libertà: spazio dedicato a chi ascolta il tamburo del proprio cuore

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“Qui più si va avanti si sta sempre peggio”Non sono più i tempi della lotta gio-vanile per un mondo migliore, nonesistono più maestri di vita che dona-vano, a noi ragazzi, punti di riferi-mento sui quali costruire una vitavera. Scomparsa è anche la reale es-senza scolastica, sostituita da un be-cero ufficio nel quale gli uomini e ledonne del domani vengono sottopostiad una sorta di “religione del materia-lismo”, concentrata all’annichili-mento, sconosciuta nelle più grandisocietà civili del passato.Infatti fu proprio Giovanni Gentile,ideologista di natura, a formare gene-razioni di studenti consapevoli, con lasua riforma invidiataci da tutto ilmondo per la sua dedizione merito-cratica, che premiava chi se lo meri-tava indipendentemente dal redditofamiliare. Ed è proprio per questo chese Gentile vedesse ciò che è successoalla sua scuola, si rivolterebbe nellabara. Ma io vorrei portare avanti undiscorso più incentrato su uno dei piùgrandi problemi che affliggono lascuola, lo spaccio e il consumo di so-stanze stupefacenti all’interno e nellevicinanze degli istituti scolastici.E’ bene far notare come si è abbassatal’età media nella quale i ragazzi fannouso per la prima volta di sostanze il-lecite, siamo passati da ragazzi di 15

anni che fumavano la prima, cosìdetta, “canna”, a veri e propri BAM-BINI di 12 anni che fanno regolar-mente uso di sostanze, quali hashishe marijuana. Non sto di certo scri-vendo per capire il perché di questaesponenziale diminuzione dellamedia d’età, mi voglio chiedere sola-mente cosa fa la scuola per fermaretutto ciò. Purtroppo il lavoro ed unavita frenetica, a volte, costringono igenitori ad affidare i figli a terzi che sidevono occupare del loro sviluppo,uno sviluppo non tanto fisico ma piùche altro mentale e caratteriale. Uno sviluppo che si deve basare supunti forti e su regole infrangibili cheogni genitore o “tutore” deve imporreal bambino o ragazzo, in base all’età.Voi vi chiederete: “Cosa c’entra intutto ciò la scuola?”. Mi sembra ovvioche il principale sostituto dei genitorisia la scuola. Una scuola che tollerasempre di più determinati atteggia-menti nei confronti della droga, unascuola che non punisce chi consumasostanze stupefacenti all’interno del-l’istituto, una scuola che, bonaria-mente, parecchie volte tende achiudere un occhio nei confronti dellospaccio. Chiedete a chiunque fre-quenti un istituto superiore se c’è cir-colo di droga all’interno della scuola.Tutti vi risponderanno di sì. E poi,chiedete ai professori, o addirittura aldirigente scolastico se è a conoscenzadi questi fatti. Vi risponderà sicura-mente in modo affermativo, ma vidirà anche che i professori e il perso-nale ATA (bidelli e inservienti) nonsono tenuti ad eseguire determinaticontrolli. E allora chi lo deve fare?Dovremo ingaggiare delle guardie percontrollare l’uso di sostanze stupefa-centi o lo spaccio di queste ultime perassicurarci la sicurezza dei nostrifigli? Quante volte i ragazzi rischianodi rimanere temporaneamente intossi-cati a causa di fumo proveniente daambienti chiusi all’interno degli

istituti quali bagni, classi o laboratori?Vi sembra giusto? Le persone chescelgono in modo ottimale la stradada percorrere rimangono arretrati inuna situazione di svantaggio, mentrecoloro che errano consapevolmentevengono trattati come martiri e ma-gari gli viene condonato il tutto anchecon la consapevolezza che l’erroreverrà ripetuto. E poi gli intellettuali disinistra si riempiono la bocca con laparola “meritocrazia”, quando poinon riescono nemmeno a far rispet-tare una regola infrangibile e basilareper una civile convivenza. Ma non fi-nisce qui. Molte volte lo spaccio didroga viene effettuato anche al difuori dell’edificio, in questi casi i re-sponsabili della sicurezza degli stu-denti dovrebbero avvisare le forzecompetenti, ma la maggior parte dellevolte vengono bloccati e tutto vienecancellato con un colpo di spugna.Per fortuna invece, saltuariamente,qualche professore ancora coscientecerca di cacciare lo spacciatore inquestione, prendendo a volte anchedelle discrete botte. Questa è la nostrascuola, una scuola tollerante, unascuola invasa dal buonismo, unascuola che accetta tutto. Lo specchiodella nostra società. Ecco perchéLotta Studentesca si oppone radical-mente all’assunzione e alla liberaliz-zazione di ogni tipo di droga, anchequelle definite ingiustamente leggere,ritenendo le droghe uno strumento diannichilimento giovanile.

Dilaga la droga tra i giovani protetta dal buonismo e dalla cosiddetta tolleranza

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Campagna Tesseramento 2008/09E’ partita la campagna del Tesseramento a Lotta Studentesca. Per info: www.lottastudentesca.net

In quanto studenti, non possiamo re-stare immobili di fronte al decadi-mento di questo sistema scolastico.

Ci distinguiamo dal gregge di giovani pe-core che oggi occupano i banchi discuola: da sempre loro si limitano a se-guire la massa, mentre noi sappiamoanche vivere e farci forti, di valori edideali. Siamo gli ultimi che ancora cre-dono in un ideale di Patria e di Nazione;siamo gli ultimi che ancora credono nelvalore della Famiglia, intesa come qual-cosa che può provenire solamente dallasacra unione di un uomo e una donna.Siamo gli ultimi che indietreggiano e siarrendono innanzi ad un pericolo, masiamo i primi ad emozionarci quandotutto sembra finito, per poi riprendere

forza e coraggio ritrovandosi con gliamici di sempre, quelli con cui condivi-dere tutte le nostre lotte, la nostra essenzae le nostre idee... perchè passeranno per-sone, uomini, anni, ma quelle idee reste-ranno immortali. Siamo gli ultimi romantici;molti ci rinfacciano di essere solo unagoccia nell'oceano. E' vero! Solo pochepersone di sani e forti principi, fanno e fa-ranno parte di Lotta Studentesca, ma ri-cordiamo a chi ci addita e ci sminuisce,che senza gocce... l'oceano non esisterebbe.Per questo siamo più che mai fieri di par-tire da quella goccia, che a poco a pocodiverrà sempre più grande. Tesseratevi a Lotta Studentesca.. Per l' Ita-lia, per gli Studenti, per voi stessi! Faccilargo...siamo noi a sorridere al tuo sogno!

La protesta simboloL.S. ha manifestato in tutta Italia, ad Atessa anche studenti di sinistra in corteo con l’Assessore

- Atessa, 6 novembre 2008 -

Anche le scuole di Atessa hanno mar-ciato contro la riforma Gelmini. Lunedì 3 novembre circa 400 studentidell'I.T.C., Liceo Scientifico e Clas-sico si sono ritrovati insieme in uncorteo organizzato da studenti di LottaStudentesca e studenti di sinistra.La manifestazione si è svolta in mododisciplinato ed ha visto attraversare levie del centro storico. Alla protesta ha aderito anche l'As-sessore alle Politiche Sociali Luigi

Marcolongo, che ha sfilato con glistudenti ponendosi in testa al corteo.Un gesto che è stato accolto con en-tusiasmo ed ammirazione dai giovanimanifestanti, anche da quelli di sini-stra. Il nostro Assessore era stato pre-sente nei giorni scorsi anche aivolantinaggi davanti alle scuole orga-nizzati dai ragazzi di Lotta Studentesca.L'Assessore forzanovista ha così mo-tivato la sua presenza: "Non potevodire no all'invito degli organizzatoridella manifestazione. Occorre capireche le autorità come me devono so-stenere queste battaglia volte alla tu-tela dei diritti degli studenti attaccatidall'ennesimo governo a colpi di taglied ingiustizie. Ma la protesta deve an-dare oltre la Riforma Gelmini. Questi giovani al termine della scuolasi troveranno in una condizione di-sperata: disoccupazione e precarietà liattendono. Chi deciderà di continuaregli studi ritarderà solo di incontrarequesti problemi, salvo che i genitori

possano oramai sostenere le spese diun figlio universitario: non a caso hoincontrato già giovani che hanno ab-bandonato i corsi universitari dopo al-cuni anni, troppo costoso, impossibileper le famiglie. Ecco perché la prote-sta deve trasformasi in un attacco al-l'intero sistema italiano, oramaiammalato, corrotto e fallimentare. -Studenti, braccianti, operai- uniti con-tro i nemici e traditori della Patria."

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