PRIMA POSIZIONE PADMÀSANA, IL LOTO Yoga · 2015. 9. 29. · PRIMA POSIZIONE PADMÀSANA, IL LOTO La...

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PRIMA POSIZIONE PADMÀSANA, IL LOTO La Padmàsana (da “padma”, loto) è for- se la più nota e rappresentativa posi- zione del panorama Yogico-Meditativo, una di quelle che in modo anche un po’ superficiale si pratica d’estate nei vil- laggi vacanze. La posizione raffigurata è ovviamente avanzata, di conseguenza per iniziare limitiamoci a non portare i piedi sulle cosce opposte incrociando le gambe. Scegli un posto tranquillo e con il mate- rassino crea quello che sarà il momento meditativo. Per rendere la posizione più agiata metti sotto il sedere uno spessore, morbido (10 cm) in modo che il bacino risulti più alto dei piedi. Sedetevi, piegate una gamba portando il tallone vicino al pube , piegate l’altra e posizionate il piede davanti all’altro . Le ossa del sedere, devono equamen- te aderire al suolo, successivamente visualizzate la colonna vertebrale che si allunga dal sacro sino alla zona oc- cipitale. Rilassate le spalle, i muscoli del viso, le mandibole, gomiti leggermente flessi e le mani sulle ginocchia, palmi verso l’alto con il pollice che tocca l’indice. Il respiro è morbido e rilassato, chiude- te gli occhi e mantenete la posizione per alcuni minuti aumentandola ogni volta in relazione alle vostre capacità. Padmàsana, posizione di meditazione, da qui in poi sarà un percorso personale dove ognuno di noi metterà a frutto la proprie capacità di liberare i pensieri. BIO | LUGLIO-AGOSTO | 61 La Padmàsana (da “padma”, loto) è for- se la più nota e rappresentativa posi- zione del panorama Yogico-Meditativo, una di quelle che in modo anche un po’ superficiale si pratica d’estate nei vil- laggi vacanze. La posizione raffigurata è ovviamente avanzata, di conseguenza per iniziare limitiamoci a non portare i piedi sulle cosce opposte incrociando le gambe. Scegli un posto tranquillo e con il mate- rassino crea quello che sarà il momento meditativo. Per rendere la posizione più agiata metti sotto il sedere uno spessore, morbido (10 cm) in modo che il bacino risulti più alto dei piedi. Sedetevi, piegate una gamba portando il tallone vicino al pube , piegate l’altra e posizionate il piede davanti all’altro . Le ossa del sedere, devono equamen- te aderire al suolo, successivamente visualizzate la colonna vertebrale che si allunga dal sacro sino alla zona oc- cipitale. Rilassate le spalle, i muscoli del viso, le mandibole, gomiti leggermente flessi e le mani sulle ginocchia, palmi verso l’alto con il pollice che tocca l’indice. Il respiro è morbido e rilassato, chiude- te gli occhi e mantenete la posizione per alcuni minuti aumentandola ogni volta in relazione alle vostre capacità. Padmàsana, posizione di meditazione, da qui in poi sarà un percorso personale dove ognuno di noi metterà a frutto la proprie capacità di liberare i pensieri. E SAI COSA SEI Non solo posizioni terapeutiche per il corpo, ma una vera connessione con la mente per realizzare la consapevolezza del tuo essere. Questa è la pratica millenaria che ci arriva dall’India. Un autentico stile di vita che in Occidente si è diffuso come filosofia, ma anche come tecnica psicofisica finalizzata alla meditazione o al rilassamento. Comunque tu la voglia intendere, vale la pena di conoscerla. A cominciare dagli àsana più noti e semplici di Maurizio Costa Y oga, dal Sanscrito “YHJ” significa unire, mettere in connessione mente e corpo attraverso le àsana (cioè le posizioni che pre- parano il fisico ad irrobu- stirsi e a renderlo flessuoso). La mente ha l’occasione di essere presente in ciò che stiamo esercitando. La respirazione è fon- damentale mentre si pratica. Entreremo più avanti nei particolari del Pranayama (controllo e coltivazione del respiro). È importante l’approccio che ognuno di noi ha entrando in questo mondo fantastico. Per noi occidentali è completamente sco- nosciuto, il più delle volte non sappiamo neanche quale è il fine dello Yoga. Per la mia esperienza, deve diventare uno Life Yo ga 60 | BIO | LUGLIO-AGOSTO

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PRIMA POSIZIONE

PADMÀSANA, IL LOTO La Padmàsana (da “padma”, loto) è for-se la più nota e rappresentativa posi-zione del panorama Yogico-Meditativo, una di quelle che in modo anche un po’ superficiale si pratica d’estate nei vil-laggi vacanze. La posizione raffigurata è ovviamente avanzata, di conseguenza per iniziare limitiamoci a non portare i piedi sulle cosce opposte incrociando le gambe.Scegli un posto tranquillo e con il mate-rassino crea quello che sarà il momento meditativo. Per rendere la posizione più agiata metti sotto il sedere uno spessore, morbido (10 cm) in modo che il bacino risulti più alto dei piedi.Sedetevi, piegate una gamba portando il tallone vicino al pube , piegate l’altra e posizionate il piede davanti all’altro .Le ossa del sedere, devono equamen-te aderire al suolo, successivamente visualizzate la colonna vertebrale che si allunga dal sacro sino alla zona oc-cipitale.Rilassate le spalle, i muscoli del viso, le mandibole, gomiti leggermente flessi e le mani sulle ginocchia, palmi verso l’alto con il pollice che tocca l’indice. Il respiro è morbido e rilassato, chiude-te gli occhi e mantenete la posizione per alcuni minuti aumentandola ogni volta in relazione alle vostre capacità.Padmàsana, posizione di meditazione, da qui in poi sarà un percorso personale dove ognuno di noi metterà a frutto la proprie capacità di liberare i pensieri.

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La Padmàsana (da “padma”, loto) è for-se la più nota e rappresentativa posi-zione del panorama Yogico-Meditativo, una di quelle che in modo anche un po’ superficiale si pratica d’estate nei vil-laggi vacanze. La posizione raffigurata è ovviamente avanzata, di conseguenza per iniziare limitiamoci a non portare i piedi sulle cosce opposte incrociando le gambe.Scegli un posto tranquillo e con il mate-rassino crea quello che sarà il momento meditativo. Per rendere la posizione più agiata metti sotto il sedere uno spessore, morbido (10 cm) in modo che il bacino risulti più alto dei piedi.Sedetevi, piegate una gamba portando il tallone vicino al pube , piegate l’altra e posizionate il piede davanti all’altro .Le ossa del sedere, devono equamen-te aderire al suolo, successivamente visualizzate la colonna vertebrale che si allunga dal sacro sino alla zona oc-cipitale.Rilassate le spalle, i muscoli del viso, le mandibole, gomiti leggermente flessi e le mani sulle ginocchia, palmi verso l’alto con il pollice che tocca l’indice. Il respiro è morbido e rilassato, chiude-te gli occhi e mantenete la posizione per alcuni minuti aumentandola ogni volta in relazione alle vostre capacità.Padmàsana, posizione di meditazione, da qui in poi sarà un percorso personale dove ognuno di noi metterà a frutto la proprie capacità di liberare i pensieri.

E SAI COSA SEINon solo posizioni terapeutiche per il corpo, ma una vera connessione con la mente per realizzare la consapevolezza del tuo essere. Questa è la pratica millenaria che ci arriva dall’India. Un autentico stile di vita che in Occidente si è diffuso come filosofia, ma anche come tecnica psicofisica finalizzata alla meditazione o al rilassamento. Comunque tu la voglia intendere, vale la pena di conoscerla. A cominciare dagli àsana più noti e semplicidi Maurizio Costa

Y oga, dal Sanscrito “YHJ” significa unire, mettere in connessione mente e corpo attraverso le àsana (cioè le posizioni che pre-parano il fisico ad irrobu-

stirsi e a renderlo flessuoso). La mente ha l’occasione di essere presente in ciò che stiamo esercitando. La respirazione è fon-

damentale mentre si pratica. Entreremo più avanti nei particolari del Pranayama (controllo e coltivazione del respiro). È importante l’approccio che ognuno di noi ha entrando in questo mondo fantastico. Per noi occidentali è completamente sco-nosciuto, il più delle volte non sappiamo neanche quale è il fine dello Yoga. Per la mia esperienza, deve diventare uno

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Stile di vita e un’occasione di scoprire le nostre potenzialità, usare il corpo in modo corretto rispettandolo, come viene definito “il tempio dell’Anima”. Riprendendo il concetto dell’approc-cio mi verrebbe da consigliarvi di farvi due domande e leggere qualche cosa di storia sullo Yoga. Perché pratico? Cosa mi aspetto? Siate curiosi dello scambio energetico che vi può donare questa antica arte! Nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare Maestri straor-

dinari che mi hanno guidato con il loro sapere. Con disciplina e dedizione ho scoperto i mie limiti e, con la pratica, la possibilità di crescere dando un senso al percorso intrapreso.Dopo molti anni di Karate ho conosciuto un Maestro di Tai Chi che praticava an-che Yoga. Iniziai con Tai Chi ma sempre con una grande attrazione verso lo Yoga. La domanda che mi ha fatto riflettere e capire come le varie pratiche si intrec-ciano è stata questa: “Maestro, che diffe-

renza c’è tra Karate e Tai Chi?”. Risposta: “Il Karate è un pratica esterna, il Tai Chi è una pratica interna, come lo Yoga”.Questo per farci capire in quale percorso ci stiamo inoltrando, che viene definito, inner-eyes, (tradotto: occhi all’interno).Quando si pratica Yoga dobbiamo guardarci dentro come stiamo, come ci muoviamo, come respiriamo, sgom-brare il bla-bla della mente ed essere il più possibile nel momento con tutto il nostro essere. ■

SECONDA POSIZIONE

VIRABADRÀSANA IL GUERRIERO

La Virabadràsana, cioè la posizione del guerriero, è più complessa. Par-tiamo dalla base: posizione eretta, piedi alla larghezza del bacino, pie-gate le ginocchia e fate un passo in-dietro (più lungo di un passo norma-le). Il piede dietro sarà a 45° con il tallone ben posizionato verso dietro, così facendo iniziamo a creare una catena muscolare che ci permetterà di rinforzare in sequenza , caviglia- gamba-coscia. La gamba davanti a 90° con il ginocchio perpendicola-re alla caviglia. Busto ben eretto, braccia parallele al terreno mani presenti con le dita unite direzione ant e post. Questa asàna rafforza tutti gli arti dando una sensazione di forza e vigore. Come in tutte le posizione deve esserci sempre l’in-tenzione di allungamento dal sacro alla zona cervicale accompagnata da un buon respiro, lungo e pro-fondo, sempre dal naso, creando un suono gutturale dalla gola (ujjàyìbr-eath). Buona pratica.

Quando si pratica lo Yoga dobbiamo guardarci dentro come siamo, come ci muoviamo, come respiriamo e sgombrare il bla-bla della mente. Il percorso chiamato "occhi all’interno" ci fa essere il più possibile nel momento con tutto il nostro essere

Il maestro Maurizio Costa, osteopata e terapista, è l’ideatore del centro HOY di Milano. Ad una profonda conoscenza della massofisioterapia in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Galeazzi, unisce

l’insegnamento di Yogatherapy, Pranayama e Meditazione per il raggiungimento di un benessere olistico completo. Si è formato - oltre che in Italia - presso lo Yoga Advanced Training for Yoga Teachers con Anna Forest negli Stati Uniti, in India con Clive Sheridan del Rishikesh Phoolchatti Ashram e in Svizzera presso l’Istituto Macrobiotico Internazionale con diploma di Shiatsu. Info: [email protected]

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