Prima di iniziare - oliorivieraligure.it · come D.O.P. il basilico colti-vato al di fuori della...

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La regione Liguria è partner delProgetto Europeo Marte+(Mare, Ruralità e Terra: poten-ziare l'unitarietà strategica) egrazie all'azione di sistema AA(azioni congiunte di comuni-cazione, promozione e marke-ting) ha cofinanziato lapubblicazione di questo li-bretto dedicato al pesto e aisuoi ingredienti.

Il pesto è la bandiera della cu-cina ligure, è il più noto pro-dotto enogastronomico dellanostra regione. Ecco perché abbiamo pen-sato di realizzare questo opu-scolo in cui troverete, non solo

la ricetta, ma la sua storia e gliingredienti a partire dal basi-lico, i pinoli, l'olio extra vergined'oliva, il sale e l'aglio e poi ilparmigiano reggiano e il pe-corino. I magnifici 7 prodotti che in-sieme formano questo ottimocondimento.A voi ragazzi, nel leggere que-sto opuscolo, l'augurio di potercrescere nella consapevolezzadelle vs. tradizioni e delle preli-batezze della nostra regione.

Cordialmente,

Prima di iniziare...

Giovanni BarbagalloAssessore Regionale Agricoltura

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Il pesto è un tipico condimentodella nostra regione, la Liguria!Il suo ingrediente principale è ilbasilico, ma sono in tutto sette isapori che rendono questasalsa davvero unica e famosain tutto il mondo!Andiamoli a scoprire insieme eimpariamo la ricetta del veroPesto alla Genovese così, unavolta finito di leggere il libro,potremo correre a casa a pre-pararlo da soli!

Non ci resta che iniziare!

Conosci il pesto?

Il basilico è una pianta erba-cea conosciuta fin da tempiantichissimi. Originario dell’Asia,è stato introdotto dai Romani indiverse aree del Mediterraneo.Il suo nome deriva dal terminedi lingua greca basilikon che si-gnifica “pianta regale”. Era in-fatti considerato molto utilegrazie alle sue proprietà cura-tive. Il basilico necessita di un climacaldo e soleggiato e deve es-sere annaffiato molto spesso,d’estate anche due volte algiorno.

Pianta erbacea: che ha natura di erba e quindi non è legnosa.Proprietà curative: il basilico allevia i dolori derivanti dall'artrite, malattia che colpisce le ar-ticolazioni, combatte diversi tipi di infiammazione, come raffreddori e malattie della pelle,facilita la digestione e favorisce l’appetito.

Il basilico

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Affinché cresca bene, la tem-peratura deve essere com-presa tra i 20ºC e 25ºC e noninferiore ai 10°C. Ha un ciclo vitale annuale e innatura fiorisce da giugno a set-tembre. La pianticella può rag-giungere anche i sessantacentimetri di altezza. Le sue foglie sono di colore chevaria dal verde pallido al verdeintenso, sono di forma ovale,lunghe da due a cinque centi-metri, e hanno un odore moltogradevole, che si sprigiona so-prattutto quando è giovane efresco. Il basilico viene infattimolto utilizzato nella cucina ita-liana come pianta aromatica.

Come per molte altre piante,esistono alcune varietà di basi-lico che si differenziano soprat-tutto per aroma e aspetto.Tra queste il Basilico GenoveseD.O.P., che dal 2005 è un pro-dotto orticolo italiano a Deno-minazione di Origine Protetta(vedi approfondimento a pag.25), è la più adatta ad essereusata per la preparazione delpesto. Questo tipo di basilico è moltotenero, ha foglie piuttosto pic-cole e di colore verde tenue. Ilsuo profumo è delicato e nonpresenta alcuna traccia dimenta, che invece si riscontrain altre varietà.

Piante con ciclo vitale annuale: piante che in un anno crescono, fioriscono e poi muoiono.Pianta aromatica: pianta contenente sostanze di odore gradevole (aromi). Alcuni esempisono: cipolla, aglio, caffè, limone, menta, origano... Varietà: insieme di caratteristiche comuni di certi esemplari all’interno della stessa specie.

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Inizialmente la zona di produ-zione del Basilico GenoveseD.O.P. era circoscritta all’areagenovese, in particolare le col-line terrazzate alle spalle delquartiere di Pra’, in serra o incampo aperto, ma, vista lagrande richiesta di basilico sulmercato, si è allargata da moltianni a tutto il versante tirrenicodel territorio ligure.

Non può essere riconosciutocome D.O.P. il basilico colti-vato al di fuori della Liguria.Le semine del basilico, che inassenza di riscaldamentovanno da marzo a ottobre, inserra si susseguono tuttol'anno. In estate la raccolta av-viene venti giorni dopo la se-mina, mentre durante l'invernoè necessario attendere fino asessanta giorni.

La coltivazionedel Basilico Genovese D.O.P.

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L'olio extravergine di oliva èl’olio che si ottiene dalla primaspremitura delle olive con il pro-cedimento della sola pres-sione, quindi senza ricorso aprocessi o sostanze chimiche.L’olio extra vergine contienenumerose vitamine (E, A, K, D),che hanno proprietà antiossi-danti ed effetto protettivo sullecellule del nostro corpo. L’olio extra vergine di oliva piùadatto alla preparazione delpesto è quello ligure, poichél'olio prodotto in Liguria ha ungusto delicato (non "pizzica").Leggermente fruttato e dolce,

Proprietà antiossidanti: proprietà di una sostanza che rallentano l’invecchiamento delle cellule.

L’olio extravergine di oliva

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Taggiasca: diffusa soprattutto in provincia di Imperia. Il suo albero è contorto e inclinato.Lavagnina: è presente nel Golfo del Tigullio. Pignola: presente nella Liguria sia di Ponente che di Le-vante, così chiamata per il gusto di pinolo delle sue olive. Frantoio: la varietà più diffusa in Italia.

esalta l’aroma del basilico e at-tenua il piccante dell’aglio. Nel 2001 viene costituito il Con-sorzio per la Tutela dell’OlioExtra Vergine di Oliva D.O.P. Ri-viera Ligure, che promuovel’Olio Ligure e controlla l'esat-tezza delle indicazioni riportartein etichetta, per garantire aiconsumatori un prodotto diqualità eccellente.Il Consorzio riconosce tre areedi produzione di Olio nella no-stra regione: la Riviera dei Fiori(da Ventimiglia ad Andora), Ri-viera del Ponente Savonese(da Alassio a Varazze) e Rivieradi Levante (da Cogoleto adAmeglia). Le particolari caratteristiche

dell’Olio Extra Vergine di OlivaD.O.P. Riviera Ligure si devonoalle tante varietà di pianted’olivo utilizzate (Taggiasca, La-vagnina, Pignola e la più dif-fusa varietà Frantoio), che neisecoli si sono adattate perfet-tamente al territorio e al climaligure.

L’olivo, una coltura millenaria.L’Olio Riviera Ligure D.O.P., un prodotto di qualità.

L’olivo è un albero tipico del pae-saggio mediterraneo, originariodell’Asia introdotto nel nostropaese dai Greci nel primo millen-nio a.C. L’olio d’oliva è un olio raf-finato chimicamente con unaminima aggiunta di olio extraver-gine. L’olio extra-vergine d’olivaè estratto dalla spremitura mec-canica delle drupe (le olive) chenon supera 0,8g/100 di acidità. Adifferenza dei comuni extra ver-

gini, l'olio D.O.P. Riviera Ligure ècontrollato in campo e frantoio epuò essere imbottigliato solo sesupera analisi chimico fisiche esensoriali (assaggio). Solo conquesta doppia prova (origine li-gure e qualità certificata daun'ente terzo) il produttore di olioottiene dal Consorzio di Tutela ilcollarino giallo numerato con ilsimbolo della Liguria, che rappre-senta la carta d'identità di ognisingola bottiglia.

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È un formaggio di latte vaccinotipico dell’Italia settentrionale. È il formaggio a pasta dura pereccellenza. Viene prodotto daicaseifici delle province diParma, Reggio Emilia, Modenae di una parte delle province diBologna e Mantova. Le origini del Parmigiano-Reg-giano risalgono al Medioevo.Intorno al XII secolo nei mona-steri vicini a Parma e a ReggioEmilia, grazie alla presenza difiumi e pascoli rigogliosi, si pro-duceva un formaggio a pastadura.

Il Parmigiano-Reggiano

Latte vaccino: latte di mucca.A pasta dura: formaggio con basso contenuto di acqua e stagionatura lenta.Caseificio: stabilimento nel quale si producono il burro e il formaggio.

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Oggi come una volta, il Parmi-giano-Reggiano continua adessere prodotto con il lattedella zona d’origine, caglio na-turale e nessun additivo.In media per ottenere unaforma di Parmigiano-Reggianovengono utilizzati 600 litri di lattee ogni forma pesa circa 40 chi-logrammi. È di colore paglierinoe la sua crosta è interamentenaturale e commestibile poi-ché priva di trattamenti. Il Parmigiano-Reggiano è ric-chissimo di proteine, vitamine esoprattutto calcio. È indispen-sabile per la crescita dei bam-bini, ma è importante ancheper la salute degli adulti e for-

nisce tanta energia a chi pra-tica sport.È un prodotto a Denomina-zione di Origine Protetta (D.O.P.vedi pag.25).La stagionatura minima delParmigiano-Reggiano è di 12mesi, ma esiste quello stagio-nato 18, 22 e oltre 30 mesi. Per la preparazione del nostropesto, la qualità di Parmigiano-Reggiano più adatta è quellastagionata 30 mesi, la più sa-porita.Nel 1934 è nato il Consorzio delParmigiano-Reggiano che siimpegna a tutelare la qualitàdel prodotto.

Caglio: sostanza estratta dallo stomaco dei vitelli che serve a coagulare il latte.Additivi: sostanze impiegate durante la preparazione di prodotti alimentari a livello indu-striale. Alcuni esempi sono: conservanti, coloranti, dolcificanti, ecc...

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Ogni forma viene prodotta conlatte vaccino proveniente dadue diverse mungiture: quelladel mattino (che viene utiliz-zata intera) e quella della sera(che viene invece lasciatatutta la notte ad “affiorare” inmodo da far risalire a galla lapanna, che viene tolta e usataper fare il burro). Dentro grandi vasche di rame,il latte, a cui viene aggiunto il

caglio, coagula in una decinadi minuti.Viene poi scaldato fino a 55gradi, si trasforma in unamassa che cade sul fondo.Una volta messa in una fa-scera, prende la forma che

conosciamo e inizia la sualenta stagionatura su tavole dilegno. Ogni forma presentasulla crosta una puntinaturache forma le parole PARMI-GIANO-REGGIANO.

Come si fa il Parmigiano-Reggiano D.O.P.

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Il pecorino sardo

Il Pecorino Sardo è un formag-gio prodotto esclusivamentecon latte di pecora. Nel 1996l’Unione Europea concede alPecorino Sardo il riconosci-mento della D.O.P. (vedi pag.25) e, nello stesso anno, 26 ca-seifici della Sardegna danno

vita al Consorzio di Tutela che,sin dalla sua costituzione, si èattivato per difendere e valo-rizzare questo grande formag-gio anche attraversol’introduzione di un sistema dietichettatura che permette didistinguerlo a prima vista daiformaggi ovini generici. Il Pe-corino Sardo può essere pro-dotto solo nel rispetto di unrigoroso disciplinare che af-fonda le sue radici in una tradi-zione millenaria e solo inSardegna. Il Pecorino SardoD.O.P. è prodotto in due tipo-logie: il “Dolce” ed il “Maturo”.Il latte intero di pecora viene

Formaggi ovini: formaggi prodotti con il latte di pecora.

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inoculato con colture di fer-menti lattici autoctoni e coa-gulato ad una temperaturacompresa tra 35° e 39° C. Suc-cessivamente la pasta vienesottoposta a rottura e quindisottoposta a semicottura aduna temperatura non supe-riore a 43°C. La pasta vieneposta in appositi stampi diforma circolare, le cui dimen-sioni variano a seconda del-l’uso del prodotto finito. Ilformaggio così ottenuto è sot-toposto a stufatura e/o pressa-tura in condizini tali daconsentire l’acidificazione e lospurgo ottimali. Ultimato lospurgo del siero, il formaggioviene salato per via umida o a

secco e fatto stagionare in ap-positi locali a temperatura edumidità controllate. Il Pecorino Sardo Dolce, constagionatura compresa tra i 20ed i 60 giorni, presenta unacrosta bianca, sottile, ten-dente al paglierino, la pasta èbianca, morbida con un sa-pore dolce e aromatico; il Pe-corino Sardo Maturo con unastagionatura di almeno 2 mesiche può protrarsi anche perun anno e più, presenta in-vece una crosta di colorebruno, la pasta è compattaed il gusto è forte e piccante.Quest’ultimo, con il suo gustosaporito, è quello più indicatoper la preparazione del pesto.

Autoctono: originario del luogo

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Il Pecorino Sardo vanta unalunga storia, che affonda le ra-dici ai tempi della popola-zione Nuragica: un popolo diguerrieri, dediti all’alleva-mento degli ovini. Le prime te-stimonianze sulla produzione diquesto formaggio risalgono al1700. Allora i formaggi, pro-dotti artigianalmente nellecampagne, erano denominatii Bianchi, i Rossi Fini, gli Affumi-

cati, la Fresa e lo Spiatatu, iprogenitori del PecorinoSardo. Da allora ad oggi il pro-dotto, pur mantenendo le ca-ratteristiche originarie, hasviluppato ancora meglio lesue qualità grazie all’opera deimastri casari che, in virtù degliinsegnamenti della tradizione,hanno fatto della trasforma-zione casearia una vera e pro-pria “arte” che si tramanda dipadre in figlio.

L’allevamento ovino in Sardegna e il Pecorino Sardo D.O.P.

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L’aglio

L’aglio è una pianta erbacea, ilcui bulbo è composto da tantipiccoli spicchi ricoperti da unapellicola di color bianco o ro-sato.

L’aglio è famoso per il suogusto deciso (viene spessousato in cucina per insaporire icibi), ma anche per il suoodore forte, che rende l’alito dichi lo mangia... inconfondibile! È conosciuto anche per le sueproprietà curative: è un anti-batterico, può prevenire raf-freddori, influenze, bronchiti erafforzare in modo naturale il si-stema immunitario.Per la preparazione del pestola varietà più consigliata èquella di Vessalico (comune inprovincia di Imperia), più deli-cata e leggermente piccante.

Bulbo: parte della pianta che rimane sotto terra.

I pinoli sono i semi commestibilidi alcune specie di pini, in parti-colare del pino domestico.La raccolta delle pigne avvieneda ottobre ad aprile; questevengono poi ammucchiate elasciate ad asciugare. I pinoli

estratti vengono privati del loroguscio protettivo, puliti, essiccatie messi in vendita.I pinoli sono ricchi di vitamine eproteine e sono consumati inEuropa sin da tempi molto anti-chi. In cucina vengono impie-gati in tantissimi modi: possonoessere consumati freschi o arro-stiti, usati in pasticceria come in-grediente di dolci e creme, masoprattutto utilizzati nella prepa-razione del pesto.Una delle migliori varietà di pi-noli è prodotta nell’area delParco di Migliarino San Rossorenelle province di Pisa e Lucca.

I pinoli

Pino domestico: albero tipico della zone intorno al Mare Mediterraneo. Ha un tronco cortoe una grande chioma e può raggiungere i 25 metri di altezza.

17Ventura, da sempre,

ti offre i pinoli più gustosi per il tuo pesto.

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Il sale

Il cloruro di sodio, nome scienti-fico del più comunementenoto “sale da cucina”, è uncomposto chimico.

È un solido cristallino che nonha colore né odore.In natura si trova soprattutto di-sciolto in acqua. Uno dei metodi più antichi perricavare il sale è l’evapora-zione, ma lo si può ancheestrarre dalle miniere sottoforma di minerale. Il sale è diffuso in tutto il mondoper la sua capacità di insapo-rire i cibi, ma permette anchedi conservarli (“sotto sale”). A tal fine veniva molto utilizzatoquando non esistevano an-cora i frigoriferi!

Evaporazione: acqua di mare che viene fatta evaporare al sole nelle saline. In Italia le prin-cipali saline sono in Puglia e in Sicilia.Estrazione: questo tipo di sale viene chiamato salgemma.

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Il mortaio è un utensile cheserve per pestare, ridurre in pol-vere e mescolare le sostanze. Si usa in cucina, ma anche infarmacia, erboristeria e nei bar.Può essere di vari materiali,come legno o metallo, ma, perla preparazione del pesto, è ob-bligatorio usare il mortaio dimarmo! Il tipico mortaio ligureha quattro lunette, a cui ag-grapparsi per poterlo tenerefermo mentre si lavora. Il pe-stello, una mazzetta di legnocon testa arrotondata, è lo stru-mento che serve a pestare gli in-gredienti all’interno del mortaio.

Il mortaio

Farmacia: per realizzare miscugli e farmaci in polvere.Erboristeria: per realizzare la “polvere galenica”, erbe essiccate finemente macinate.Bar: per far fuoriuscire il succo dai frutti nei cocktail.

Basilico Genovese D.O.P.4 mazzi (70 gr. di foglie)

Parmigiano-ReggianoD.O.P.100 grammi

Olio Extra Vergine di olivaRiviera LigureD.O.P. 80cl.

Pecorino Sardo D.O.P.20 grammi

Pinoli: 30 grammi

Aglio: 1 o 2 spicchi

Sale grosso: 6 grammi

Ora che abbiamo conosciuto isette ingredienti del pestosiamo pronti per prepararlo,ma... quali quantità servono?In realtà non esistono delle dosigiuste in assoluto, sono semprevariate di famiglia in famiglia eda zona a zona a secondadelle diverse tradizioni.Qui accanto trovate la ricettapiù diffusa, ma sentitevi liberi di“aggiustarla” di volta in voltaper ottenere il pesto più adattoai vostri gusti!

L’importante è che gli ingre-dienti siano di ottima qua-lità. Se sono buoni, il vostroesperimento in cucinanon potrà che essere un

successo!

La ricetta del pesto

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E ora... pesto!

1: Togliete le foglie di basilico dalle piantine,lavatele e fatele asciugare su carta assor-bente o nella centrifuga, facendo attenzionea non schiacciarle.

È finalmente giunto il momento di scoprire come si prepara ilpesto! Avete pronti tutti e sette gli ingredienti accanto al vostromortaio?

2: Mettete gli spicchi d’aglio nel mortaio eschiacciateli col pestello fino a ridurli inpoltiglia.

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5: Aggiungete i formaggi e, continuando aroteare il mortaio, versate l’olio.

il pesto è pronto!

3: Unite i pinoli e pestate, amalgamandocosì i due ingredienti.

4: Unite il basilico e ilsale e schiacciate alungo roteando colpestello. Con l’altramano fate girare il mor-taio in senso opposto,sino ad ottenere uncomposto omogeneo.

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Se il pesto fosse troppo denso,diluitelo con un cucchiaiod’acqua calda della cotturadella pasta.Se avete fatto troppo pesto,conservatelo mettendolo in unvasetto e coprendolo conl’olio: questo fermerà l’ossida-zione e vi permetterà di usare ilvostro pesto per ancora unasettimana!Se desiderate mantenere il vo-stro pesto ancora più a lungo,potete metterlo nel freezer escongelarlo a temperaturaambiente quando vi servirà(ma mi raccomando: non ri-congelate il pesto sconge-lato!)

Piccoli trucchi

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1: Mettete le lame e il bicchiere delfrullatore nel freezer per un paiod’ore.

2: Versate tutti gli ingredienti trannei formaggi nel frullatore e aziona-telo, meglio se con brevi scatti (o abassa velocità) per non surriscal-dare il composto, fino ad ottenereuna crema omogenea.

3: Ora aggiungete il Parmigiano-Reggiano e il Pecorino Sardo efrullate per alcuni secondi.

Il pesto è pronto!

E se non hai il mortaio...c’è sempre il frullatore

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Abbiamo già incon-trato alcune volte inquesto viaggio la pa-rola D.O.P., riferitaall’Olio Extra VergineRiviera Ligure, al Basi-lico Genovese, al Par-migiano-Reggiano eal Pecorino Sardo.La sigla D.O.P. sta per“Denominazione diOrigine Protetta” e si-gnifica che un parti-colare prodottogastronomico è origi-nario di una zona bendefinita, e possiedecaratteristiche dovuteesclusivamente al-

l’ambiente geograficoin cui è prodotto, in-clusi il lavoro dell’uomoe i fattori naturali.Sono oltre 249 i prodottiitaliani D.O.P. Questo importante ri-conoscimento vieneassegnato dall’UnioneEuropea, che con-cede anche l’I.G.P. (In-dicazione GeograficaProtetta) e, per i vini, laD.O.C. (DenominazioneOrigine Controllata) ela D.O.C.G. (Denomi-nazione Origine Con-trollata e Garantita).

Che cosa significa D.O.P.e perché è così importante?

CONSORZIO DI TUTELA

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Le trofie sono una pasta ligure, nata nelGolfo Paradiso (la zona tra Sori e Camogli) diforma pressata e ritorta, lunghe 2-4 cm. Perprepararle occorrono farina di grano tenero,acqua e sale. Spesso sono fatte in casa, ma sitrovano facilmente nei negozi di pasta fresca.

Le lasagne sono una pasta all’uovo tagliataa grossi rettangoli, che si fa bollire e dopoaverla scolata, si dispone a strati, con bescia-mella e pesto. Una volta fatto questo, vienecotta in forno.

Ora che abbiamo il pesto...con che cosa lo mangiamo?

Il minestrone alla genovese è una mi-nestra di verdure e legumi insaporita con ilpesto. Tra i classici ingredienti troviamo le pa-tate, i fagioli, le zucchine, le bietole e a voltela pasta corta.

Il Pastificio Novella nasce a Sori nel 1903 ed è stato il primo a produrre le trofie!

La pizza è composta da un impasto di fa-rina, acqua e lievito che, una volta steso, vienecoperto con vari ingredienti, i più classici deiquali sono la passata di pomodoro e la moz-zarella. In Liguria potete trovate la pizza con-dita con pesto e mozzarella.

I testaroli sono un antico piatto della Luni-giana (la zona tra Liguria, Toscana ed Emilia).Fatti solo di farina, acqua e sale, si fanno cuo-cere in contenitori di ghisa, detti “testi”. Dal testarolo intero si ricavano dei piccolirombi, che vengono poi sbollentati in acqua eserviti col pesto.

Trenette, linguine, reginette sonosolo alcuni dei formati di pasta di semola digrano duro da abbinare al pesto. Trenette elinguine sono simili agli spaghetti, ma piùpiatte. Le reginette invece hanno un bordoondulato... raccogli-pesto! Provatele anchecon l’aggiunta di patate e fagiolini.

27La prima macchina per produrre le trofie l’ha

inventata il Pastificio Novella negli anni ‘70. Prima, le donne del paese le producevano a mano:1ora di lavoro per fare 1kg di trofie!

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Il pesto nella Storia:quando è nato?

Le prime ricette che parlano dipesto risalgono alla metà delXIX secolo (1850 circa). Sappiamo dell’esistenza di suoi“antenati”, come alcune salsea base di aglio conosciute findai tempi degli antichi Romani,ma il pesto come noi lo cono-sciamo non esisteva all’epocadi Cristoforo Colombo!Oggi invece il pesto, comel’esploratore, è famoso in tuttoil mondo: provate a chiedere inGiappone un piatto di pasta“basilico” e troverete anche làgrandi intenditori della salsaverde più buona che ci sia!

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SardegnaPecorino Sardo D.O.P.

ToscanaPinoli

LiguriaBasilico Genovese D.O.P.Olio Riviera Ligure D.O.P.Aglio

SiciliaSale

Geografia del pesto:tutta l’Italia per prepararlo!

EmiliaParmigiano Reggiano D.O.P.

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Il pesto già pronto:ingredienti giusti e sbagliati

Gli ingredienti del pesto, per ne-cessità o per scelta, sono cam-biati nel corso degli anni. Così senon si trovavano i pinoli, si met-tevano le noci; se mancaval’olio (molto costoso nei secoliscorsi) si usava la crema di latte;al posto del Parmigiano Reg-giano, si utilizzava la prescin-seua (un formaggio a metà trala ricotta e lo yogurt).Oggi gli ingredienti sono facil-mente reperibili a prezzo ragio-nevole ed è giusto utilizzarequelli corretti. Ecco perché, tra ivasetti di pesto già pronto chetroviamo nei supermercati, nonci piacciono quelli che usano glianacardi (simili alle noccioline)

al posto dei pinoli o l’olio di gi-rasole al posto di quello extravergine di oliva! Per non parlaredi strani “aromi” e conservanti.Se non abbiamo tempo di pre-parare il pesto da soli, control-liamo almeno gli ingredienti sulvasetto ed assicuriamoci chesiano utilizzati quelli veri!

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Il pesto in classeiniziativa di educazione alimentare per le scuole

promossa da:

CON IL CONTRIBUTO DI: IDEAZIONE E REALIZZAZIONE:

© Edicolors 2013 - tutti i diritti riservatiIdea, testi e coordinamento:Adriano Milesi

Illustrazioni: Luca Rota Nodari

REGIONE LIGURIAAssessorato Agricoltura, Floricoltura, Pesca e Acquacoltura

www.oliorivieraligure.it www.basilicogenovese.it

www.pastificionovella.it www.madiventura.it

www.pecorinosardo.it www.parmigiano-reggiano.it

CONSORZIO DI TUTELA

Bene, la nostra avventura è finita,ma... solo in questo libretto!Perché per voi il viaggio continua acasa e a scuola, tutti i giorni: abbiamoimparato a riconoscere ricettetipiche, alimenti D.O.P. e a... cucinare!Ora possiamo usare queste nuoveconoscenze per mangiare in modosano e gustoso!Ci vediamo a tavola!!

REGIONE LIGURIAAssessorato Agricoltura,

Floricoltura, Pesca e Acquacoltura