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GIANCARLO BUONOFIGLIO

DECALOGOAd uso di chi proprio

non può fare a meno di vivere

*** 2013 ***

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Che serve all’uomo conquistare il

mondo se perde la sua anima?

Conquistare il mondo, perdere

l’anima!... Ho fatto di meglio: ho

perso l’uno e l’altra.

E. M. Cioran

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Nota introduttiva

Un libro di aforismi è sempre una sfida. E' fatto di niente,

comunque di poco. Un libro di aforismi non si legge per

quello che è ma per quello che avrebbe potuto essere; si

legge tra le righe, tra le allusioni, persino tra i caratteri. Un

libro di aforismi è il nulla, un non libro fatto di non

pensiero, scritto da un non autore per un non lettore. Un

libro di aforismi è come la vita: una semplice allusione, un

accenno, un lampo. Ma anche la malinconia di non averla

vissuta la vita, non comunque nella sua interezza. Un libro

di aforismi è la rinuncia al pensiero, alla vita, alla stessa

identità. Ma forse più che la rinuncia è la tragica

accettazione del pensiero, della vita, dell'identità. Per quello

che sono semplicemente. Un libro di aforismi lascia l'amaro

in bocca, come in bocca l'amaro lo lascia tutto quello che

non soddisfa, che sfugge, che non si capisce. Per questo si

scrivono i libri con gli aforismi, per questo la gente li legge.

Del resto non si può fallire quando viene chiamato in causa

il lettore, non si può fallire quando, come in un libro di

aforismi, è il lettore stesso a dover far quadrare, a pensare, a

costruire un pensiero su quello che non è ancora pensiero,

che non sarà mai filosofia. Un libro di aforismi non è scritto

dall'autore, ma dai lettori. Dagli altri. Come la vita, appunto.

Una partita a scacchi col il mondo, tra quello che vorresti

essere e ciò che il mondo impone. Una sfida. Ma forse

anche una vendetta.

G. Buonofiglio