PRESS :: - promorama.it · Un’esercitazione improvvisativa in cui, oltre alla possibilità di...

14
BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS :::

Transcript of PRESS :: - promorama.it · Un’esercitazione improvvisativa in cui, oltre alla possibilità di...

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 1

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 2

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 3

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 4

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 5

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 6

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 7

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 8

SENTIREASCOLTAREhttp://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2006/recensioni/NurseryFour.html

La terza produzione che viene fuori dal cilindro dell’Improvvisatore Involontario è tutta siciliana. Il connubio amichevole tra l’etichetta catanese e il Collettivo Cuper Santos, con sede a Palermo e direttamente ispirato al musicista siculo-messicano, partorisce un trio in cui, ancora una volta, lo zampino di Francesco Cusa è determinante.Compagni di viaggio dell’estroso batterista sono questa volta il pianista Mauro Schiavone e l’olandese Marko Bonarius al contrabbasso.L’idea, come suggerisce il titolo, è quella di creare colonne sonore immaginarie, improvvisando su melodie note o inventate. A parte, però, qualche titolo simpatico (Evita De Romperte El Peròn; Schoenberg’s Holiday) e le foto di copertina che riproducono fantasiose locandine di film inesistenti, il disco non va oltre la classica forma del jazz trio tradizionale. Un’esercitazione improvvisativa in cui, oltre alla possibilità di apprezzare le capacità dei singoli strumentisti, poco viene concesso all’ascoltatore non radicalmente jazzofilo. Niente a che vedere con i due lavori precedenti della label in questione, di sicuro più arditi e interessanti.Chi ama Bill Evans potrà godere del sensuale tocco pianistico di Schiavone (The Log Lady’s Lover; La casa di Rosa Maria), mentre apprezzerà di certo il variopinto batterismo di Cusa anche chi non è un tecnico. Non manca neanche quell’importante ironia, caratteristica dei musicisti in questione, che fa da sfondo alle svariate citazioni cinematografiche e non (That’s All Folks) e qualche accenno di funk (Spike Strikes Black) a rendere piacevole il tutto.Ma allora cosa c’è che non va? Semplicemente, manca quell’atteggiamento di apertura alla sperimentazione, quella fantasia che permette di azzardare, di provare e che qui rimane prevalentemente maniera, “invecchiando” il tutto. Jazz. Senza infamia e senza lode.

ANIMA JAZZhttp://www.animajazz.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=48&PHPSESSID=3cd445d882d770d0978d18f6c730e926

Il CD "Nursery Four" è un'esplosivo contenitore di colorate emozioni. Per me la più gradevole ed accattivante uscita discografica di tutta la produzione "Improvvisatore Involontario". Il CD si intitola "Improvised Music For Imaginary Films" e vede impegnati: Mauro Schiavone al piano, Marko Bonarius al contrabbasso e Francesco Cusa alla batteria: tre ottimi musicisti sempre "in viaggio", per la loro avvincente ed imprevedibile "Avventura Musicale". Mauro Schiavone si manifesta con l'ampiezza e l'intuizione di un grande performer, capace di briosi "voli liberi" ma mai di esibizioni virtuosistiche fini a se stesse. Ogni passaggio, ogni nota è sorretta da un impianto compositivo maturo e consapevole, avvolto da notevole sensibilità. Ma Bonarius e Cusa non sono certo "complici da poco", capaci di condividere ogni più piccola e pulsante intuizione.E' un progetto decisamente contemporaneo, ma senza ricalcare i ripetuti e per me ormai obsoleti canoni del "Free" degli anni '60/'70. E' presente un grande, quanto piacevole ed interessante riferimento alla grande cultura classica, ma è anche viva la freschezza improvvisativa, sempre imbevuta di grande, godibilissima eleganza e vivacità espressiva. L'imprevedibilità che si "sposa" con la solida coscienza della Storia della Musica, in un'atmosfera di positività inebriante. Forse la migliore espressione pianistica che ho ascoltato in questi ultimi mesi, supportata da una intuitiva e professionale sezione ritmica che sostiene la briosa e solida struttura compositiva. Un gran disco, che se i critici "che contano" sapranno giustamente valutare, potrebbe offrire un gran bel posto di prestigio tra i primissimi posti del "TOP JAZZ".

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 9

SANDS-ZINEhttp://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=697

Francesco Cusa (batterista, compositore, collaboratore di Butch Morris, Paolino Dalla Porta, Elliot Sharp, Saadet Türköz, Flying Luttembachers, il collettivo di scrittori Wu Ming...) Marko Bonarius (contrabbasso, nato e 'forgiato' artisticamente in Olanda, lavora e crea con Ernie Watts, Fabrizio Puglisi, Ab Baars...) e Mauro Schiavone (classe '75, pianista, giovane talent scout esibitosi in compagnia di Diane Shuure, Michael Mantler, Bob Mintzer e Jack Walrath) formano i Nursery Four, estatico e coinvolgente combo new- jazz, nato dal circuito artistico di Improvvisatore Involontario: progetto – multi artistico/multi espressivo - di cui narrammo entusiasti le prime azioni, non molti mesi fa, con le recensioni del trio Switters e dell’altro combo pilotato da Cusa, sotto il nome di Skrunch.Imprinting immaginario dove il pensiero creativo incontra a piene mani l’universale mondo della pellicola, studiando una messa in vita di ‘piccole’ colonne sonore immaginarie per film altrettanto ‘irreali’. Composizioni che nel segreto dei titoli ripercorrono e omaggiano una gradevole/singolare fetta di storia (reale) della celluloide:La Casa di Rosa Maria (ricordate “Rosemary’s Baby” di Polański?) ed Evita de Romperte el Perón, Le Rohmer du Chabrol e Spike Strikes Black…Anche osservando la grafica dell’interno copertina, e di ¾ del supporto, la mente richiama altri elementi cinematografici, come i canovacci grafici, scuola Warner Bros che risaltano dappertutto: emergendo come sfondo a deliziose e surreali locandine art-decò, recanti i nomi delle composizioni, o meglio delle ‘pellicole immaginarie’. La gigantesca produzione di Hollywood lascerà il segno, poi, nella personale visione-cover di That’s All Folks!, posta come apri-pista al disco.Giocosa e impensierita, legata a piccoli spunti della tradizione (mitteleuropea, yiddish, armonie orientaleggianti…) la musica del trio si spinge, dall’inizio, in simili scenari: respiri iniziali che sono interrotti per pochi frangenti da ansie paranoiche, sbucate fuori dai tocchi secchi e minimali inferti al pianoforte (l’intro di La Casa di Rosa Maria); per poi ridiventare in un baleno melodie care ad un tempo lontano e scordato, il cui confine con il mondo dei sogni è fragile quanto inutile.Scampoli di swing e jazz marcato lievitano di spessore nelle interiore di The Log Lady’s Lover e Spike Strikes Black, con una fragranza di sapore classico nella prima e uno spiccato slancio dentro mood funk-y-eggianti, nella seconda.Tutte le composizioni recano la firma collettiva dei Nursery Four, fatta eccezione per “The Little Soldiers Pass By” (I Soldatini Passano) composta per pianisti principianti, tratta dalla “Scatola Armoniosa” del compositore Palermitano Antonio Trombone.

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 10

ALL ABOUT JAZZhttp://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=777

È un continuo detournement, un gioco a più livelli di ironia e di riferimenti quello messo in campo dai Nursery Four: ovviamente non sono quattro, ma un trio che unisce negli intenti e nelle “malefatte” il pianista palermitano Mauro Schiavone, il contrabbassista olandese [ma attivo in Sicilia] Marko Bonarius e l'enfant terrible della batteria Francesco Cusa. Incrociando le esperienze delle diverse realtà collettive siciliane di cui i musicisti fanno parte, come Improvvisatore Involontario o il Collettivo Cuper Santos, i tre hanno raccolto in questo nuovo lavoro una serie di improvvisazioni ispirate a film immaginari, un progetto che - come si intuisce già dalle “linee programmatiche” - trova la propria forza nella grande fantasia degli strumentisti. Titoli come “Evita de Romperte el Perón”, “Le Rohmer du Chabrol” o “Schönberg's Holiday” portano chiaramente a un rovesciamento della stessa prospettiva progettuale, ridefinendo gli stessi rapporti tra i materiali sonori con quell'ironia concettuale e esecutiva che ben conosciamo a un certo jazz olandese, ma che non manca mai anche nei progetti del batterista catanese. C'è, immediato e forte, il richiamo all'infanzia: non solo nel nome scelto dal gruppo o dal ricordo dei tediosi esercizi pianistici in età evolutiva che ispirano “I soldatini passano”, ma anche nel guardare al mondo dei suoni con un incanto beffardo e spietato, in cui beffa e spietatezza nulla tolgono all'incanto [i nostri ben devono sapere che l'innocenza del fanciullo è un mito per vecchie zie!]. La musica del disco diventa così un percorso ricco di insegne colorate, di negozi di dolciumi, di poetiche digressioni, di inquietanti disarmonie, con i tre strumentisti che lasciano briglia sciolta a una immediatezza sonora che non trova pace in alcuna forma definita, ma che vuole curiosare dentro gli scarti ritmici come si farebbe sotto sottane sconosciute. Una forza particolare del disco sta comunque nel non disunirsi dal punto di vista espressivo, nel non lasciare che il fattore gioco schiacci altre energie: da qui partono ad esempio il funk sornione di “Spike Strikes Back”, la drammatica costruzione di “La casa di Rosa Maria”, la danza profumata della già citata “Evita de Romperte el Perón”, in un avvolgente disegno in cui è difficile non rimanere colpiti da linee e colori. Capita così che questi film li si immagini insieme a loro, o forse li abbiamo visti, o forse li avremmo sempre voluti vedere, ci hanno fatto tanto ridere, piangere forse... sognare?

ARLEQUINShttp://www.arlequins.it/pagine/articoli/alfa/corpo.asp?ch=3444

Questo progetto nasce dall'incontro di tre noti ed iperattivi musicisti dell'ambiente jazz siciliano come il pianista Mauro Schiavone, il batterista Francesco Cusa ed il contrabbassista Marko Bonarius (olandese di nascita, stabilitosi in Sicilia nel 2002), musicisti che annoverano una serie mostruosa di collaborazioni e progetti paralleli di ogni tipo... "Improvised Music for Imaginary Films" prende spunto dall'idea di creare una serie di colonne sonore per film immaginati e girati esclusivamente nella testa dei Nursery Four: le otto composizioni di questo cd non ci fanno comunque pensare a dei film ordinari, l'improvvisazione libera dei Nursery Four spazia con fare nevrotico ed ironico fra jazz, musica contemporanea, funk, manierismi assortiti e sfide sonore provocatorie ed audaci in un caotico e divertente viaggio sonoro che parte dai giorni nostri sino ad arrivare ad un passato fatto di polverose immagini in bianco e nero. Fra i momenti salienti di questo cd è da segnalare la rilettura in dodici minuti del famigerato "I Soldatini Passano", composizione riservata solitamente ai pianisti principianti realizzata dal compositore Antonio Trombone, "The Log Lady's Lover" in cui Shiavone ci offre un malinconico e bellissimo esempio della sua sensibilità pianistica, come accade anche nel vibrante tango di "Evita de romperte el Peròn"; "Spike Strikes Black" si apre con un tono funky ammiccante per deragliare presto in un travolgente assalto pianistico free-form dall'epilogo quantomeno brillante, infine la significativa e sarcastica chiusura in quattordici minuti di "Schonberg's Holiday". "Improvised Music for Imaginary Films" non è precisamente quello che si può definire un disco d'immediato ascolto, l'approccio divertito ed ironico dei tre Nursery Four è comunque assai delizioso, tanto da invogliare ulteriormente l'ascolto di questo bel disco.

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 11

KATHODIKhttp://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=2424

Francesco Cusa (batterista e compositore, con collaborazioni nel fantastico mondo del jazz - e non - in compagnia di Butch Morris, Paolino Dalla Porta, Elliot Sharp, Saadet Türköz, Flying Luttembachers, il collettivo di scrittori Wu Ming...) Marko Bonarius (contrabbasso, nato e 'forgiato' artisticamente in Olanda, stabilito da qualche tempo in Sicilia, lavora e crea con Ernie Watts, Fabrizio Puglisi, Ab Baars...) e Mauro Schiavone (classe '75, pianista, da giovane talent scout si esibisce in compagnia di Diane Shuure, Michael Mantler, Bob Mintzer e Jack Walrath) formano i Nursery Four, estatico e coinvolgente combo new- jazz, nato dal circuito artistico di Improvvisatore Involontario: progetto di cui narrammo entusiasti le prime gesta, non molti mesi fa, con le recensioni del trio Switters e dell’altro combo pilotato da Cusa, sotto il nome di Skrunch.Imprinting immaginario dove il pensiero creativo incontra a piene mani l’universale mondo della pellicola, studiando una messa in vita di ‘piccole’ colonne sonore immaginarie per films altrettanto ‘irreali’. Composizioni che nell’intimo dei propri titoli ripercorrono e omaggiano una fetta interessante di storia (reale) della celluloide:La Casa di Rosa Maria (ricordate “Rosemary’s Baby” di Polański?) ed Evita de Romperte el Perón, Le Rohmer du Chabrol e Spike Strikes Black…Ma anche osservando la grafica dell’interno copertina, e di buona parte del supporto, che la mente richiama altri elementi cinematografici, come i canovacci grafici, scuola Warner Bros che risaltano un pò ovunque: apparendo da cornice a deliziose e surreali locandine art-decò, recanti i nomi delle composizioni, o meglio delle ‘pellicole immaginarie’. La gigantesca produzione di Hollywood lascerà il segno, poi, nella personale visione-cover di That’s All Folks!, posta come ‘apri-pista’ al disco.Giocosa, pensierosa e legata a piccoli spunti della tradizione (mitteleuropea, yiddish, armonie orientaleggianti…) il trio spinge la sua musica, dall’inizio, su queste coordinate: respiri iniziali che vengono interrotti per pochi frangenti da ansie paranoiche, da tocchi secchi e minimali del piano (l’intro di La Casa di Rosa Maria) per poi ritornare in un baleno melodie care ad un tempo lontano e scordato, il cui confine con il mondo dei sogni è fragile quanto inutile.Lo swing e l’anima cool del gruppo prendono piede con più consistenza nel cuore di The Log Lady’s Lover, con mood classico ed in Spike Strikes Black, con spiccato animo funky. Tutte le composizioni recano la firma collettiva dei Nursery Four, fatta eccezione per “The Little Soldiers Pass By” (I Soldatini Passano) composizione per pianisti principianti, tratta dalla “Scatola Armoniosa” del compositore Palermitano Antonio Trombone.

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 12

JAZZITALIAhttp://www.jazzitalia.net/recensioni/improvisedmusicforimaginaryfilms.asp

Vi siete mai chiesti come si faccia a decidere cosa suonare quando si arriva in sala di incisione, ciascun musicista ha preso il proprio posto, davanti al proprio strumento, indossando la propria cuffia?

"Cartoni animati!" è la frase che il pianista palermitano Mauro Schiavone ha pronunciato in questa circostanza. E ne è scaturito un cd incredibilmente fresco, divertente e, soprattutto, intriso di jazz e pura improvvisazione, suonato quasi tutto d'un fiato. I tre protagonisti – con Schiavone sono Francesco Cusa alla batteria, percussioni e rumoristiche varie e Marko Bonarius, contrabbassista cui si ascrive la titolarità del progetto – costituiscono un trio stabile, Nursery Four (anche se sono in tre: che c'entrino i "Doctor 3"?) che in concerto si esibisce senza scaletta, decidendo di volta in volta, a seconda degli input-output-feedback di ciascuno, come procedere e cosa suonare. L'unica idea di base, come recita il titolo dell'album, Improvised music for imaginary films, quella di creare musiche come colonne sonore di inventate pellicole cinematografiche. È infatti così che il trio ha voluto mantenere la stessa "formula" pure per registrare il primo cd a proprio nome.Da quello spunto parte il primo brano, That's all folks!, che nelle onde create dalle mani di Schiavone fa prendere vita ai personaggi di Hanna e Barbera, targati Warner Bros. L'atmosfera cambia radicalmente con La casa di Rosa Maria, il riscontro potrebbe essere il noto "Rosemary's baby - Nastro rosso a New York" di Roman Polanski, si fa convulsa, spezzata, ossessiva, da horror appunto. Decisamente da nouvelle vague l'ambientazione per Le Rohmer du Chabrol, dove il film immaginario riguarda – invenzione nell'invenzione, quindi meta-invenzione – due registi cinematografici, evocati dal ritmo in tre e dal languido contrabbasso di Bonarius, suonato con l'archetto (scuola classica olandese!): il risultato è sorprendente, e non si direbbe manchi una partitura scritta.Altro contesto inquietante è quello de The Log Lady's Lover, che potrebbe riferirsi alla giovane donna che passeggia per il celebre serial "Twin Peaks", portando in giro con sé un tronco con cui spesso finisce per parlare. Quindi un tema che chiunque abbia mai preso lezioni di pianoforte conosce, il più semplice dalla "Scatola Armoniosa" del maestro palermitano Antonio Trombone, I soldatini passano, ovviamente in chiave jazz: con la loro interpretazione – rulli di marcia, esplosioni e incalzanti avanzate nei rumori di Cusa, cascate di note ed accordi dal piano, pedali e contrappunti nel contrabbasso – i tre jazzisti tratteggiano la crudezza, l'angoscia e le esplosioni della guerra, tutti all'erta nel seguire gli umori che segnano i vari paesaggi sonori. Per Spike strikes black la citazione è senza dubbio per Spike Lee ed il suo genere "black power", richiamato nel titolo dal gioco di parole fra "back" e "black": viene ricreato il suono funky anni '70 spavaldo, crudo e talvolta cruento delle streets dei film di Lee, portato sul disegno del basso sopra cui Schiavone pesta, assecondato dalle invenzioni ritmiche di Cusa.Alla vulcanica mente di quest'ultimo si deve il titolo Evita de romperte el Perón, con chiaro richiamo all'eroina argentina Evita Perón, come testimoniano le cadenze tanguere, che a ballarle sulle inerpicate variazioni del piano e le trovate percussive del catanese, si rischierebbe davvero la rottura di rotule e peroni! Infine Schönberg's holiday, perché forse molte cose in musica non sarebbero le stesse senza il serioso compositore austriaco... e magari anche il presente trio non sarebbe stato così "irrispettosamente" fuori dalle righe e fantasioso.Emerge da questo cd d'esordio – che ci auguriamo abbia un seguito – non soltanto l'elevato livello tecnico dei musicisti, ma pure la loro profonda intesa: sembra vederli darsi un'occhiata, farsi un cenno, battere una figurazione, suonare una nota o un accordo per trovarsi immediatamente in sintonia sul cosa fare. Altrettanto singolare è che le varie composizioni siano state battezzate dopo l'ascolto delle takes, sulle sensazioni che ciascuna suscitava. Da notare, infine, anche le foto del booklet, recuperate dall'archivio di casa Cusa: si può riscontrare una forte attinenza con i diversi titoli – come in copertina, che nel contrasto fra il bambino ed il bambolotto sopra l'armadio individua il secondo brano –, senza che tuttavia nessuna sia stata appositamente scattata per l'occasione, così come i disegni, opere dell'artista Suisse Marocain, al secolo David Hardy.Nursery Four contro o in omaggio a Doctor 3, colonne sonore che vengono prima dei film a cui si riferirebbero se…esistessero, e, a rappresentare i vari temi, immagini che già c'erano prima ancora del disco stesso. Delirante? La musica lo è altrettanto, ma è anche tutta da ascoltare.

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 13

ROCKSHOCKhttp://www.rockshock.it/news.asp?id=2423

In Improvised Music For Imaginary Films troviamo prevedibilmente musiche improvvisate per film immaginari, ma ciò che esegue e compone il talentuoso trio siculo dei Nursery Four non è per niente prevedibile e scontato Quella di improvvisare musica per film immaginari è un’idea affatto nuova. L’hanno fatto, ad esempio, gli storici e imprescindibili Naked City di John Zorn e continuano a farlo i Fantomas di Mike Patton (seppur con risultati alterni). Cosa ci offrono di diverso gli italiani Nursery Four rispetto a quello che già è venuto? Fondamentalmente differiscono dalle esperienze di cui sopra per il fatto di essere un trio jazz di contrabbasso, piano e batteria, il risultato quindi ha un particolare retrogusto vintage ed è scevro dalla violenza che può scaturire dagli strumenti elettrici. Nell’iniziale That’s All Folks la musica risulta essere schizofrenica e piena di cambi d’umore, e come suggerito dal titolo, perfetta per musicare un cartone animato della Warner (quelli di Roger Rabbit). Quindi i titoli dei pezzi (così come quello dell’album) sono molto esplicativi, quasi che i Nursery Four siano partiti da essi per improvvisarne una colonna sonora. Nel titolo di The Log’s Lady Lover si cita un personaggio di Twin Peaks, ecco quindi un bel jazz rarefatto e noir come piace a Lynch. Chissà cosa succede nella Casa di Rosa Maria il cui inizio misterioso fa da preludio ad una movimentata musica d’inseguimento che può far pensare a qualche poliziottesco italiano. Mentre Evita di Romperte El Peron rivisita temi latino-americani per un Evita girato in chiave demenziale. I tre non mancano di sottolineare le loro origini sicule in I Soldatini Passano, improvvisando attorno ad un esercizio per principianti composto dal palermitano Antonio Trombone, con risultati esilaranti. Improvised Music For Imaginary Films alla fine, grazie al suo immaginario e alla sua giocosità, può essere apprezzato non solo dagli appassionati del jazz più moderno e contemporaneo. 7/10

::: PROMORAMA ::: PRESS :::

BAND: NURSERY FOUR TITLE: Improvised Music for Imaginary Films

LABEL: IMPROVVISATORE INVOLONTARIO - PAG. 14

ALTERNATIZINEhttp://www.alternatizine.com/MUSIC%20IN%20ITALY/recensioni[8]/REC.nursery.htm

Terza uscita per la label catanese Improvvisatore Involontario, dopo Switters e Skrunch.A fare da trait d’union dei tre progetti (e a dirigere la suddetta etichetta) è il batterista e compositore Francesco Cusa: con lui a comporre il trio intestatario di questo disco troviamo il contrabbassista Marko Bonarius (un’anima divisa tra la natia Olanda e la Sicilia) ed il talentuoso e giovane (classe ’75) pianista Mauro Schiavone (tutti e tre i musicisti vantano una lista di collaborazioni da togliere il fiato).Come recita il titolo dell’album si tratta di 65 minuti di musica – registrata nel 2004 - improvvisata per film immaginari, secondo un’impostazione cara a diversi musicisti dell’area del jazz d’avanguardia, ma i risultati sono tutt’altro che scontati.Capita così che nella musica dei “quattro dell’infermeria” si passi dalle scorribande pianistiche in stile Carl Stalling (l’indimenticato compositore delle partiture dei più celebri cartoons della Warner Brothers, già eroe totale di personaggi come John Zorn) di “That’s all folks!” (sei minuti orchestrati come un episodio di Tom & Jerry, con tanto di citazioni grottesche e deformate di temi e melodie celebri) all’atmosfera cupa di “La casa di Rosa Maria” (nella quale emerge un pianismo lirico e stillicida, che alterna momenti di stasi ieratica a frenetici movimenti ritmici, per poi sfociare in una coda più “correttamente” jazzistica, quasi à la Thelonious Monk).Ma c’è di più: l’armonia del piano su tempo walzer di “Le Rohmer du Chabrol” (contrabbasso con l’archetto e crescendo drammatico per il brano più corto del disco), l’atmosfera da film noir di “The log lady’s lover” (col suo walking bass, batteria con le spazzole e melodia passionale) o la marcetta militare ritmicamente isterica di “I soldatini passano” (unica composizione non originale, ispirata alla children piece omonima del compositore palermitano Antonio Trombone) tutta suoni “giocattolo e barattolo”, resa progressivamente dissonante dal trio.E ancora il groove di basso e batteria di “Spike strikes back”, col suo pianismo scuro ma ritmico à la Hancock, l’inseguimento senza sosta dello sketch sud-americano “Evita de romperte el Peron” (titolo al limite del genio) o la conclusiva suite che chiude l’album “Schoenberg’s holiday”col suo piano drammatico e teso.Disco particolare, elegante ma giocoso, reso ancor più bello dai disegni dell’artista francese Suisse Marocain e dalla grafica di Raffaella Piccolo (che già impreziosiva le prime due uscite dell’etichetta).Terzo strike consecutivo per Improvvisatore Involontario.

::: PROMORAMA ::: PRESS :::