LE TERAPIE PSICOLOGICHE ISPIRATE ALL’ARTE · La malattia mentale e il disagio psichico, ... La...

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LE TERAPIE PSICOLOGICHE ISPIRATE ALL’ARTE LE ARTI-TERAPIE ARTETERAPIA e MUSICOTERAPIA

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LE TERAPIE PSICOLOGICHE

ISPIRATE ALL’ARTE

LE ARTI-TERAPIE

ARTETERAPIA e MUSICOTERAPIA

ARTE-TERAPIA

“Nell’atto di creazione di ciascun individuo

l’arte nutre l’anima, coinvolge le emozioni e libera lo

spirito, e questo può incoraggiare le persone a fare

qualcosa, semplicemente perché vogliono farlo.

L’arte può motivare tantissimo, poiché ci si

riappropria, materialmente e simbolicamente,

del diritto naturale di produrre un’impronta

che nessun altro potrebbe lasciare ed attraverso la

quale esprimiamo la scintilla individuale della nostra

umanità”

(da “Arteterapia in educazione e riabilitazione”, Bernie Warren)

COS’E’ L’ARTETERAPIA?

E' un intervento strutturato di aiuto e di sostegno a

mediazione non-verbale attraverso l'uso di materiali

artistici.

Si fonda sul presupposto che il processo creativo messo

in atto nel “fare arte” produce benessere, salute e

migliora la qualità della vita.

COS’E’ L’ARTETERAPIA?

Include l'insieme delle tecniche e delle metodologie

che utilizzano le attività artistiche visuali e non

(disegno, musica, danza, teatro, marionette,

costruzione e narrazione di storie e racconti) come

mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla

crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva

e relazionale.

COS’E’ L’ARTETERAPIA?

Attraverso l’arteterapia si ha la possibilità di

ATTIVARE RISORSE CHE TUTTI POSSEDIAMO:

la capacità di elaborare tutte quelle sensazioni, che non si riescono a far

emergere con parole e nei contesti quotidiani, dandogli una forma, e

trasmettendole creativamente agli altri.

Si tratta di un processo educativo, laddove “educare” sta per e-ducere,

“portare fuori”: far emergere la consapevolezza ed una maggior

conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione ed il

confronto.

LE ORIGINI STORICHE

Le arti-terapie hanno un lungo passato, ma una storia scientifica molto più recente.

L’idea di base, la possibilità dell’arte di avere potere terapeutico, è di certo antica:

• Le danze e i rituali che accompagnano la pratica degli sciamani

• Il potere dei suoni per influenzare i comportamenti umani e animali

• L’esaltazione dei sensi prodotta dall’esperienza artistica

• L’ascolto di suoni non immediatamente prevedibili

• Comunicare cose in qualche modo nascoste o sconosciute, misteriose, rendendo partecipi gli osservatori.

LE ORIGINI STORICHE

La storia scientifica inizia, invece, quando il rapporto tra arte e terapia cessa di essere occasionale (es. i riti di iniziazione come momento di vita sociale e di gruppo), ed è inserito all’interno di un contesto e di una situazione terapeutica definita.

La cura delle malattie mentali e la nascita della psichiatriacostituiscono un primo momento di incontro tra espressione artistica dei pazienti e potenzialitàterapeutiche in cui l’espressività viene organizzata in un percorso di cura.

Allargamento prospettive sulla malattia mentale.

LE ORIGINI STORICHE

Per molti secoli la malattia mentale era vista semplicemente

come un fattore di pericolosità sociale:

i “folli”andavano isolati dal resto del mondo, la loro

aggressività repressa con il ricorso a mezzi fisici di

contenzione.

La malattia mentale e il disagio psichico, spesso non erano

riconosciuti in quanto tali, ma attribuiti ad altri fattori,

come ad esempio alla “possessione diabolica”.

LE ORIGINI STORICHE

Fu soltanto durante l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese

che si affermò un diverso modo di considerare e curare la

malattia mentale.

Al miglioramento delle condizioni di vita si affiancò un

modello terapeutico definito “terapia morale”(Pinel e

Esquirol, 1793), che cercava di sostituire l’isolamento e la

contenzione con strategie volte a ricercare una qualche forma

di comunicazione con i malati.

Pazienti con disturbi mentali venivano accolti in rifugi in

campagna e qui ricevevano cure, assistenza e svolgevano

attività artistiche come la pittura, scultura e musica.

Fu in uno di questi rifugi che Vincent Van Gogh trascorse

buona parte della sua esistenza.

LE ORIGINI STORICHE

1942: Hill utilizza l’arteterapia con pazienti malati di tubercolosi in convalescenza.

Prime applicazioni di musicoterapia utilizzata nelle corsie ospedaliere e in situazioni pre e post-operatorie.

Durante la Seconda guerra mondiale in USA e Inghilterra viene utilizzata per le nevrosi traumatiche legate agli eventi bellici.

Finalità terapeutica: ridurre l’ansia.

LE ORIGINI STORICHE

Da queste esperienze il rapporto paziente-terapeuta

venne a costruire la base stessa dell’intervento e

l’espressività artistica fu utilizzata per costruire

dei canali di comunicazione e per elaborare e

modulare contenuti emotivi estremamente intensi

e traumatici.

I PRIMI MODELLI

M. Naumburg, psicoanalista e seguace di Freud, è considerata la fondatrice dell’Arteterapia in America (Art Therapy).

Il processo si basa sul riconoscere che i sentimenti e i pensieri più profondi dell’uomo, derivati dall’inconscio, raggiungono l’espressione di immagini, piuttosto che di parole.

Tali immagini esprimono i conflitti e attraverso l’analisi dei disegni, il terapeuta doveva mettere in grado il paziente di imparare ad esprimersi anche verbalmente.

La relazione terapeuta-paziente gioca un ruolo importante nel processo terapeutico e il prodotto artistico diviene lo

strumento che rafforza tale relazione.

I PRIMI MODELLI

E. Kramer (1938), insegnante di arte, crea un ulteriore

orientamento.

Riteneva che il ruolo dell’espressione artistica fosse quella di

dare sostegno all’Io e sviluppare, quindi, il senso di identità

dei pazienti.

L’obiettivo della terapia non era tanto quello di fornire

interpretazioni legate al significato inconscio delle

produzioni artistiche, quanto piuttosto quello di mettere in

grado il paziente di utilizzare il suo potenziale creativo ed

espressivo.

L’opera d’arte rappresenta un “contenitore di emozioni” e

l’atto stesso del creare come terapeutico di per sé.

AMBITI DI APPLICAZIONE DEL

MODELLO

• Musicoterapia: fare musica insieme al paziente significa

aprire con loro un canale di comunicazione

• Danzaterapia: significa comunicare con il corpo i vissuti

emotivi

L’arteterapia oggi

Attualmente l’Arteterapia riflette un’ampia varietà

di assunti teorici che si collocano in posizioni

intermedie tra la Naumburg e la Kramer e forti

influenze provengono dall’approccio umanistico,

gestaltico, evolutivo e corporeo.

ARTETERAPEUTA

Compito dell'arteterapeuta è accompagnare nella scoperta

del "fare" artistico e nel sostenere con la verbalizzazione,

in un setting adeguato, la consapevolezza di quanto

espresso nella forma artistica.

La messa in forma visiva e concreta rende condivisibili le

immagini e, grazie alla strategia di base della terapia

artistica, permette agli utenti di rendere riconoscibili

desideri, traumi, aspirazioni, inquietudini e problemi che

altrimenti rimarrebbero sopiti e non compresi.

ARTETERAPEUTA

L’arteterapeuta deve saper accogliere, legittimare, rispecchiare, amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni, proposte.

Nel fare ciò deve avere una sensibilità estetica capace di cogliere non la bellezza, il gradevole o il piacevole ma il significativo, il comunicativo.

In questo contesto i canoni di bellezza non esistono, ciò checonta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera.

ARTETERAPEUTA

Attraverso l’aiuto del terapeuta è possibile raggiungere una nuova visione di una propria difficoltà, un’intuizione, un “insight” che avvicini alla risoluzione.

Infatti, nell’Arteterapia la produzione artistica non avviene in completa solitudine, ma ècoinvolta anche la relazione tra due persone, il terapeuta e il paziente, e nell’ambito di tale alleanza, la propria creazione viene osservata e discussa.

ARTE E TEST PSICOLOGICI

Il materiale espressivo (disegni, poesie, racconti, etc.) ha rappresentato sia in ambito psichiatrico, sia nella psicoterapia infantile, una fonte importante per focalizzare i problemi dei pazienti, per cogliere difficoltà relazionali e per diagnosticare aspetti psicopatologici.

Sono nati così alcuni test psicologici che si basano sull’espressività grafica:

• Test della figura umana, dell’albero, della casa, della famiglia

• Test proiettivi: Rorschach o il TAT che si basano sulla reazione dei soggetti ad elementi figurativi, al colore, alle modalità di percezione di forme non ben strutturate, che possono variare o presentare caratteristiche comuni in particolari tipi di soggetti.

FUNZIONE TERAPEUTICA

E’ legata ad obiettivi specifici:

Cercare di risolvere la situazione di emarginazione

psichica o sociale dei pz consentendo loro di esprimere

in maniera adeguata ciò che sentono, le loro emozioni,

e dove trovano nel rapporto con il terapeuta e con il

gruppo, una struttura efficace di contenimento.

FUNZIONE TERAPEUTICA

Il riuscire a raffigurare immagini, sentimenti ed emozioni,

esprimendoli simbolicamente in una forma visiva

concreta, permette di poterli osservare come qualcosa di

staccato da sé.

Ecco allora che anche nelle immagini più cariche di

sofferenza e di angoscia si crea uno spazio di

comprensione ed elaborazione, che può essere di aiuto

all'individuo nella ricerca di nuove modalità di

interazione tra il proprio mondo interno e il mondo

relazionale esterno.

FUNZIONE TERAPEUTICA

L’arte permette un’espressione diretta, immediata,

spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi che non

passa attraverso l’intelletto.

I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli

permettono di esprimere, plasmare e dare una identità

precisa al problema che l’ha portato in terapia.

Questo materiale, che si può definire artistico, si rivela

un importante mezzo di comunicazione e di tramite tra

la realtà interna e il mondo esterno.

Il Pz deve possedere capacità artistiche?

Non è richiesta alcuna preparazione specifica da parte del

pz il quale trova nel terapeuta non un insegnante d’arte,

bensì una persona in grado di stimolare il suo processo

creativo.

La FINALITA’ di tutte le forme di arti-terapie non è

quella di insegnare capacità tecniche per produrre

opere artistiche, ma quella di lavorare sul processo

creativo.

IL PRODOTTO ARTISTICO

I prodotti artistici non devono mai subire

“interpretazioni” o giudizi di tipo estetico.

Il significato è sempre personale, ego-centrato e deve

essere ricercato attraverso il colloquio, in modo che sia

il paziente stesso ad individuare il giusto messaggio

della propria creazione.

Il significato si mostra infatti per poter essere, nel

processo creativo, portato alla luce, trasformato,

compreso, portando l’individuo ad una migliore

relazione con se stesso e con gli altri.

LE ARTI-TERAPIE E LA

COMUNICAZIONE

COMUNICAZIONE NON VERBALE

Punto di forza: intervento particolarmente indicato in

chi ha serie difficoltà a livello verbale.

COMUNICAZIONE VERBALE

Punto di forza: funzione associativa

Utilizzato per trovare legami tra l’attività espressiva e

l’esperienza personale specifica del paziente.

LA STANZA DI ARTE TERAPIA

La stanza di Arteterapia è lo spazio in cui si sviluppa la

relazione tra paziente e terapeuta.

Il concetto di spazio dell’Arteterapia introduce

un’immagine di relazione triangolare, nella quale

l’arte, il prodotto, costituisce la terza componente

all’interno di una relazione tra due persone.

Il modo in cui è organizzato e strutturato lo spazio di

incontro è fondamentale nel facilitare la relazione, in

quanto lo spazio non è solo materiale e pratico, ma è

soprattutto simbolico.

LA STANZA DI ARTE TERAPIA

Ogni forma di arteterapia deve essere contenuta

all’interno di una cornice definita: in un giorno stabilito

della settimana, con una durata delimitata.

Il laboratorio è uno spazio ampio, luminoso e ricchissimo

di stimoli: carta, matite, colori, das, stoffe, lane, legno,

farina, teli, burattini, strumenti musicali.

All’interno di questa cornice protetta c’è la possibilità di

esplorare preoccupazioni, disagio, ansie, attraverso la

relazione con i materiali e con l’arteterapeuta.

AMBITI APPLICATIVI:

il campo di intervento si orienta verso tre

settori

Area preventiva ed educativa

Le tecniche espressive sono utili per favorire una maggiore conoscenza di sé stessi nei momenti di cambiamento che capitano nella vita.

Durante una crisi coniugale, un cambiamento di lavoro, nei casi di leggera depressione, può essere utile liberare le proprie energie creative attraverso un percorso in un laboratorio artistico.

L’Arteterapia non solo agevola la guarigione ma, soprattutto, promuove il benessere.

Area Terapeutica

L’Arteterapia può essere inserita nel programma riabilitativo

dei casi di handicap gravi e disturbi psichiatrici (schizofrenia,

autismo).

Integrandosi al lavoro di equipe composto da diverse

professionalità (medici, psichiatri, psicologi, logopedisti) può

portare il pz al raggiungimento di buoni risultati.

In questi casi le tecniche espressive non sono mai le uniche

responsabili dei miglioramenti, poiché ciò che “cura” è la

relazione terapeuta-paziente, ma diventano gli strumenti che

un operatore sensibile può utilizzare per scoprire e conoscere

le immagini, le sensazioni e i sogni di un paziente che non

riesce ad esprimersi con le parole.

Area riabilitativa

L’Arteterapia può essere utilizzata anche con bambini, anziani,

adolescenti e adulti, portatori di handicap fisici in assenza di

vere e proprie patologie psichiche.

Diventa così un’esperienza ludica, di gioco in cui si è liberi di

esprimersi attraverso le proprie possibilità senza ricevere

giudizi, né condizionamenti.

L’obiettivo non è “fare bene”, ma è comunicare i nostri pensieri

ed emozioni così come viene istintivamente fare.

Si può produrre anche uno scarabocchio se è questo che

riusciamo a fare e ci rappresenta.

In questo modo l’utente con un corpo trasformato o

diversamente abile vive il proprio corpo, non lo subisce.

MUSICOTERAPIADEFINIZIONE

“La musicoterapia è l’uso della musica per la

realizzazione di scopi terapeutici, preventivi e

riabilitativi: il ristabilimento, il mantenimento e il

miglioramento della salute fisica e mentale”

(USA-NAMT associazione nazionale musicoterapia, 1980)

MUSICOTERAPIADEFINIZIONE

La difficoltà di definire la musicoterapia è dovuta

al fatto che essa coinvolge diversi aspetti

multidisciplinari: è arte, scienza e processo

interpersonale.

E’ un’unione tra discipline collegate al campo della

musica e collegate al campo della terapia.

MUSICOTERAPIADEFINIZIONE

BENENZON (1981)

“La musicoterapia è una tecnica psicoterapica che

usa il suono, la musica, il movimento e gli

strumenti corporei, sonori e musicali per

determinare un processo storico di vincolo, tra

terapeuta e paziente, con l’obiettivo di migliorare

la qualità della vita e di riabilitare e recuperare i

pazienti per la società”.

DEFINIZIONE

La musicoterapia è una risorsa terapeutica non

tradizionale, che va a integrare le discipline

riguardanti la prevenzione, il trattamento e la

riabilitazione di diverse forme di disabilità come

anche il campo della salute mentale.

MUSICOTERAPIAOBIETTIVI

Obiettivo primario è il rivolgersi ai bisogni e alle

problematiche del paziente attraverso la musica.

Non è promuovere la musica come forma artistica fine a se

stessa.

Il paziente è l’artefice ATTIVO della musica.

Il suo fare musica può assumere differenti significati e

talvolta la produzione non sempre incontra gli standard

estetici riconosciuti dalla società.

OBIETTIVI TERAPEUTICI

La convinzione di base è che l’attività musicale non sia

terapeutica in se stessa, ma lo diventi quando si sviluppa

nella cornice di un processo musicoterapeutico con

obiettivi generali e specifici da raggiungere

Obiettivi che scaturiscono dal rapporto Terapeuta/Paziente in

un contesto predisposto a tal fine.

IL SUONO

L’uso della musica, del suono, del silenzio e del movimento èantico quanto l’umanità, poiché l’uomo è corpo, sonorità e movimento.

I nostri suoni e i nostri ritmi si intrecciano con i suoni e i ritmi degli altri esseri viventi, come quelli della natura in generale.

Il mondo della parola, della musica, dell’arte plastica, della danza sorge da capacità creative insite nell’uomo.

I suoni sono lì, bisogna solo saperli ascoltare

e ricordiamoci che anche noi siamo suono.

EMOZIONI E MUSICA

Willems: la prima cosa che la musica attiva

in una persona è l’emozione.

Il bambino ha imparato a considerarla un oggetto di natura affettiva soprattutto perché le persone che gliel’hanno proposta sin dalla prima infanzia sono state significative per lui.

E’ così che dalle prime forme di interazione madre-figlio nascono le “ninne-nanna”. Sono queste prime forme di interazione quelle che confermano al bambino che le sue emozioni sono accolte.

Questo processo è ciò che viene definito “SINTONIA”(Stern)

“La sintonia si produce in forma tacita, come parte del ritmo della relazione”

Ogni individuo appare caratterizzato da un proprio suono, da una propria esperienza sonora, in parte ereditaria, in parte acquisita a iniziare dalle primissime esperienze intrauterine, dove l’ambiente èquasi totalmente sonoro.

LA VOCE NELLA STORIA

I riti tribali rappresentano la realizzazione del culto del suono.

Per questi popoli la forza creatrice originaria e la sua rinascita quotidiana sono racchiuse nel grido da cui

l’universo ha sede.

Nelle Sacre Scritture è particolarmente presente: “in principio era il Verbo” (Vangelo di S.Giovanni)

Il verbo è la parola ed esso era rappresentato dal suono, dal canto.

LA VOCE PRIMARIA

La nostra nascita inizia con un grido.

Già in quel momento il neonato esprime il proprio essere attraverso la voce.

La voce diventa l’organo più in mostra del nostro corpo.

Per i bambini infatti essa costituisce uno stadio fondamentale per il loro sviluppo.

E’ uno degli strumenti principali per rapportarsi con il mondo: tutti abbiamo il bisogno di essere ascoltati e di ascoltare per crescere.

E’ inoltre un modo di conoscere e farsi conoscere.

LA VOCE PRIMARIA

Timidezza, vergogna, blocchi psicologici possono

ostacolare la buona emissione della voce.

I messaggi genitoriali “parla più forte..stai zitto..non

urlare..” hanno avuto un grande impatto, un’ampia

influenza sulla percezione e sull’immagine che il bambino

ha di sè e che porta con sé nel percorso della propria vita.

IL RUOLO DEL

MUSICOTERAPEUTA

“L’identità sonora individuale” è profondamente radicata

nell’inconscio:

Compito del musicoterapeuta è quello di avvicinarsi

all’identità sonora del paziente.

Inoltre deve possedere una grande flessibilità e sensibilità

nel dosare i suoi interventi attivi, nel saper privilegiare

l’ascolto, rispetto al “fare”, nel saper orientare il suo

intervento per sviluppare e rafforzare la capacità di ascolto

del paziente.

IL RUOLO DEL

MUSICOTERAPEUTA

Il musicoterapeuta esegue il suo compito prendendo come

punto di riferimento un corpo teorico interdisciplinare e

usando le proprie conoscenze scientifiche per conseguire

obiettivi non musicali che sono il risultato di un’insieme di

approcci proposti da un’equipe di riabilitazione.

Il musicoterapeuta utilizza la musica e le sue componenti

costitutive, il suono, il silenzio e il movimento, come

risorse essenziali per il conseguimento di obiettivi

terapeutici, sia a livello psicologico, sia a livello fisico.

IL LAVORO MUSICOTERAPICO

Il lavoro musicoterapico si basa sull’ipotesi secondo cui la

percezione e l’espressione musicale permettono un grado

di registrazione e connessione con la realtà interna ed

esterna diverso da quello della percezione ed espressione

verbale.

L’integrazione di queste due modalità di espressione

permette una presa di coscienza delle proprie potenzialità,

ai fini di un’interazione creativa con l’altro e con il

contesto.

TIPOLOGIA DI INTERVENTO

E’ possibile definire quattro diversi tipi di intervento terapeutico sulla base di due precise variabili.

1. L’utilizzo del materiale:

• Attivo-espressivi: il paziente è attivo e partecipa improvvisando;

• Ricettivi: il paziente è “passivo” e proiettato all’ascolto.

2. Le modalità del setting:

• Individuale

• Di gruppo

IL LABORATORIO DI

MUSICOTERAPIA

Il laboratorio di musicoterapia deve essere isolato da suoni

esterni per consentire di lavorare nel contesto non verbale.

Una qualunque emissione sonora rappresenta una

perturbazione in grado di disturbare la comunicazione non

verbale.

Il contesto non deve avere elementi decorativi che possano

deconcentrare i pazienti.

IL LABORATORIO DI

MUSICOTERAPIA..

Un ambiente protetto, libero da pregiudizi, in cui il

terapeuta seleziona attentamente la musica o un’attività

musicale basandosi sulla conoscenza degli effetti e dei suoi

scopi terapeutici.

La musicoterapia richiede uno spazio temporale preciso e

stabile che racchiude una serie di cicli, di incontri ripetuti,

nei quali si possa individuare un inizio, una traiettoria e

una fine, ovvero un percorso terapeutico.

..E LA SUA FUNZIONE

Questo processo darà vita ad una relazione tra terapeuta e paziente.

Una sola seduta non costituisce di per sé un’azione terapeutica, né un legame terapeutico.

Attraverso l’empatia che si instaura tra il paziente e il musicoterapeuta, si stabilisce un particolare rapporto in cui ilpaziente si sente libero di esprimere qualsiasi emozione o bisogno.

Da una semplice attività musicale, il musicoterapeuta la trasforma in un’esperienza musicoterapeutica.

STRUMENTI DI LAVORO

Gli strumenti musicali utilizzati:

• Idiofoni:il suono è prodotto dallo stesso materiale con cui è

fatto lo strumento (cembali, bastoncini, gong, campane,

carillon, etc.)

• Aerofoni: strumenti a fiato (flauto, tromba, clarinetto, etc.)

• Membranofoni: il suono è prodotto da una membrana tesa

su un’apertura (tamburo per esempio)

• Cordofoni: una o più corde sono tese fra due punti fissi

(arpa)

• Elettrofoni: elettronici, radioelettrici (poco utilizzati nelle

sedute)

LA MUSICOTERAPIA E

L’ANZIANO

Ha un valore di supporto psicologico nella vita dell’anziano, in quanto l’arte è insita in ogni individuo e bagaglio di memorie di vita passata.

La musica agisce su un piano emozionale e non razionale, quindi è un canale privilegiato per aprire e stimolare un canale di comunicazione alternativo, offrendo così una possibilità di sollievo e supporto al proprio benessere psico-fisico.

ASPETTI SOCIALI

Le arti-terapie si sono rivelate utili nel ridurre i

comportamenti aggressivi, nel favorire gli aspetti

comunicativi all’interno del gruppo, nell’utilizzare l’arte

come fattore di aggregazione sociale e mezzo per

esprimere in maniera adeguata le proprie emozioni.

Isolamento, ansia, autismo, simbiosi, schizofrenia,

disabilità, deficit mentali, Alzheimer, tossicodipendenze:

in tali contesti le arti-terapie sono spesso un’efficace

tecnica d’approccio.

Van Gogh-Davanti al manicomio di Saint-Rémy,1889, Musée d'Orsay, Parigi

Van Gogh- Corsia dell’ospedale di Arles, 1889, Collezione privata

BIBLIOGRAFIA

� R. CATERINA “CHE COSA SONO LE ARTI-TERAPIE”, 2005,

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� M. MURET “ARTE-TERAPIA”, 2005, Ed. RED!

� R. O. BENZON “MANUALE DI MUSICOTERAPIA”, 1983, 1998,

Ed. BORLA

� R.O. BENZON “LA PARTE DIMENTICATA DELLA

PERSONALITA’. NUOVE TECNICHE DI MUSICOTERAPIE”,

2007, Ed. BORLA