Presidente del Comitato Organizzativo · parole nella frase, l’aspetto verbale e i dimostrativi....
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Presidente del Comitato Organizzativo
Anna Lia Proietti Ergün (Università di Yildiz)
Vice Presidente del Comitato Organizzativo Selin Kayhan (Università di Yildiz)
Comitato
Ayşe Ayhan (Università di Yildiz)
Duygu Çurum (Universià di Yildiz)
Deniz Kocak (Università di Yildiz)
Raffaella Marchese (Università di Fatih)
M. Onur Sabaz (Università di Yildiz)
Fisun Yeşilçimen (Università di Yildiz)
2
Comitato Scientifico
Füsün Ataseven (Università di Yildiz)
Carla Bagna (Università per Stranieri di Siena)
Paolo Balboni (Università di Venezia)
Petra Bernardini (Università di Lund)
Danilo Capasso (Università di Banja Luka)
Rosita D’Amora (Università del Salento)
Songül Demir (Università di Yildiz)
Emine Demirel (Università di Yildiz)
Verner Egerland (Università di Lund)
Maria Graziano (Università di Lund)
Fabio L. Grassi (Università La Sapienza, Roma)
Ayşe Banu Karadağ (Università di Yildiz)
Sunduz Kasar (Università di Yildiz)
Tanja Kupish (Università di Costanza)
Nevin Özkan (Università di Ankara)
Vera Nigrisoli (Università di Dalarna)
Betul Parlak (Università di Istanbul)
Matteo Santipolo (Università di Padova)
Graziano Serragiotto (Università di Venezia)
Raniero Speelman (Università di Utrecht)
Letizia Vezzosi (Università di Firenze)
Mine Yazıcı (Università di Istanbul)
3
25 maggio
10.30-11.00 Auditorium, Università Yildiz Beşiktaş
- Prof. Dr. İsmail Yüksek –
Rettore della Yildiz
- Dr. Federica Ferrari Bravo –
Console Generale d’Italia a
Istanbul
- Prof. Dr. Emine Demirel –
Direttrice del dipartimento di
lingue occidentali
11.00-12.00 - Prof. Dr. Paolo Balboni, Lectio
magistralis: Le linee della
glottodidattica oggi
12.00-13.00 - Prof. Dr. Verner Egerland,
Lectio magistralis
Pausa pranzo
14.00-15.30 Auditorium, Università Yildiz Beşiktaş
Moderatore: Prof. Dr. Speelman
- Roberta Nepi, Analisi
Conversazionale in una Classe
Plurilingue
-Dilshad Panahova,
L'importanza dei realia cattolici
nell'insegnamento dell'italiano
in Azerbaigian
-Tuğba Sevim, Made in Italy: la
nuova tendenza popolare in
America
4
15.30-16.00 Pausa caffè 16.00-17.30 Auditorium, Università Yildiz Beşiktaş
Moderatore: Prof. Dr. Bagna
-Simonetta De Angelis, Antonio
Hans Di Legami, Eleonora
Fragai, Alfabetizzazione e uso
delle nuove tecnologie:
l’italiano L2 per immigrati
adulti analfabeti
- Antonella Elia, Tuncer Can,
Irfan Şimşek, Rethinking
Education: Istanbul University
3D Virtual Campus and the
Italian Language Experience
16.00-17.30 Sergi Salonu, Università Yildiz Beşiktaş
Moderatore: Prof. Dr. Özkan
- Arian Kallço, il linguaggio
umano è la filosofia della
comunicazione
- Elvio Ceci, Senza
Codificazione Linguistica:
Proporzione come base di una
logica pre-formale
- Lukács András, Dizionari
della cultura italiana in
Ungheria
5
26 maggio
9.30-11.30 Auditorium, Università Yildiz Beşiktaş
-Prof. Dr. Graziano Serragiotto,
Lectio magistralis: Motivazioni
e contesti per la metodologia
CLIL
-Prof. Dr. Nevin Özkan, Prof.
Dr. Raniero Speelman, Lectio
magistralis: Italiani studenti e
studiosi del turco: lezioni tra il
Cinque e il Seicento
11.30-11.45 Pausa caffè
11.45-13.15 Auditorium, Università Yildiz Beşiktaş
Moderatore: Prof. Dr. Paolo Balboni
-Daniel Slapek, Osservazioni a
proposito della frase relativa e
dei pronomi relativi in italiano
-Hiroshi Kubo, L'-e paragogico
nell'italiano antico
-Raffaella Marchese, Prestiti
linguistici nei romanzi della
scrittrice postcoloniale Erminia
Dell'Oro
6
11.45-13.15 Sergi Salonu, Università Yildiz Beşiktaş
Moderatore: Prof. Dr. Serragiotto
-Susanna Iacona Salafia, Social
media e metodologia CLIL:
studio di caso in una scuola
italiana
-Viktoria Trubnikova, “Mi scusi
per favore, mi dispiace”: analisi
pragmatica dell’interlingua
-Simona Salierno, Linda
Torresin, Incroci di segni
13.30-14.30 Pausa pranzo
14.30-16.00 Auditorium, Università Yildiz, Beşiktaş
Moderatore: Prof. Di Segni
-Irene Campari, Valentina
Carbonara (LEND Turchia),
L'italiano in Turchia:un'indagine
motivazionale
-Sabrina Machetti, Carla Bagna,
Paola Masilio, Giovanni Amadori,
Competenze in Lingua italiana e
profilo adolescenti turchi: esiti
dell'apprendimento linguistico e
spendibilità dei livelli raggiunti
-Angelo Del Russo, L'insegnamento
dell'italiano LS nelle classi
preparatorie della scuola italiana
statale di Istanbul
7
16.00-16.45 Auditorium, Università Yildiz, Beşiktaş
-Prof. Dr. Paolo Girardelli, Lectio magistralis:Una lingua
franca dell’architettura. Tracce
italiane e contaminazioni multi-
culturali nel paesaggio urbano
di Istanbul e del Mediterraneo
orientale
17.30-18.30 Passeggiata guidata dal Prof. Dr.
Girardelli nei quartieri di Pera e
Galata
8
27 maggio
10.30-11.00 Auditorium, Università Yildiz, Beşiktaş
Moderatore: Dr. Anna Lia Proietti
-Annalisa Carlevaro,
L'acquisizione
dell'articolo italiano
-Radmila Lazarevic,
Gordana Luburic,
Tradurre la storia
-Annet Julianna Kadar,
Le parole di Dante
interpretate da Franz
Liszt
12.00-13.00 Pausa caffè e saluti
9
Dizionari della cultura italiana in Ungheria
Lukács András
Abstract
Il cosiddetto dizionario culturale è un genere abbastanza
recente in Ungheria rispetto a molti altri tipi di dizionari.
Infatti, il primo, riguardante le espressioni culturali della
lingua inglese, è uscito solamente nel 1998 (Bart). Per
quanto riguarda la cultura italiana, ne possiamo trovare
due, pubblicati da due case editrici diverse a distanza di un
anno l’uno dall’altro, nel 2007 (Juhász) e nel 2008
(Sztanó). Tutti e due i dizionari sono chiamati culturali
anche nel loro titolo perché le loro voci hanno
un’importanza particolare dal punto di vista della cultura
italiana: si tratta di espressioni che si riferiscono a
fenomeni tipicamente italiani o espressioni che hanno un
significato particolare per chi appartiene alla cultura
italiana. Nonostante la similitudine dei titoli, ci sono
differenze tra i due dizionari sia nella scelta dei lemmi che
nelle loro deifinizioni. Che tipi di parole costituiscono le
voci? Come vengono scelte? Come vengono definite?
Quali sono le maggiori differenze rispetto ad altri dizionari
della cultura usciti in altri paesi? Come possono essere
utilizzati nell’insegnamento dell’italiano? Fatta l’analisi dei
dizionari sia dal punto di vista della macrostruttura che da
quella della microstruttura, la presentazione si assume il
compito di rispondere alle domande sopra menzionate. Il
che, non solamente aiuta a capire meglio un genere
relativamente nuovo della lessicografia italiana in
Ungheria, ma anche l’importanza della parte della cultura
nell’insegnamento della lingua italiana.
10
Alfabetizzazione e uso delle nuove tecnologie: l’italiano
L2 per immigrati adulti analfabeti e quasi analfabeti
Simonetta De Angelis, Antonio Hans Di Legami, Eleonora
Fragai
Abstract
Il contributo illustra le principali caratteristiche di un
percorso formativo per l’apprendimento dell’italiano L2 in
contesto migratorio, elaborato da un gruppo di lavoro
dell’Università per Stranieri di Siena nell’ambito del
Progetto “ReTe e Cittadinanza 2014/2015” e dedicato
all’alfabetizzazione di adulti, analfabeti o quasi analfabeti
nella lingua di origine, immigrati in Italia.
Tale progetto trova il suo fondamento nelle indicazioni dei
più recenti documenti europei di politica linguistica
riguardanti l’integrazione socioculturale dei cittadini di
origine straniera, in cui si sottolinea l’importanza di
proposte didattiche coerenti con i bisogni linguistico-
comunicativi dell’apprendente adulto immigrato, la cui
competenza si attesta al di sotto del livello A1 del Quadro
comune europeo di riferimento per le lingue.
Proposte operative e materiali pensati appositamente per
l’apprendimento dell’italiano L2 da parte di questo
specifico segmento di pubblico sono tuttavia piuttosto
esigui; da qui l’idea di predisporre materiali didattici su
piattaforma e-learning volti all’acquisizione e allo sviluppo
della letto-scrittura che tengano conto delle esigenze
formative di tali apprendenti, il cui cammino verso
l’alfabetizzazione è spesso particolarmente difficoltoso.
A partire da un modello di competenza pre-A1 articolato in
quattro livelli di alfabetizzazione, il presente lavoro intende
proporre un format costituito da materiali multimediali su
supporti di vario genere e con differenti modalità di
fruizione (materiali consultabili online o scaricabili e
stampabili su cartaceo), che potrà essere erogabile
nell’ambito del mobile-learning, ampliando così l’offerta
didattica.
11
L’italiano in Turchia: un’indagine motivazionale
Autore: Gruppo Lend di Istanbul, presentazione: Irene
Campari, Valentina Carbonara
Abstract L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo e il
rinnovamento della sua capacità di attrazione è dovuto
all’ampliamento della sua spendibilità sociale e strumentale (De
Mauro, Vedovelli, Barni, Miraglia 2002). In Turchia la lingua e
la cultura italiane sono percepite come una sintesi dinamica fra un
radicamento secolare e la chiave di accesso a future relazioni
politiche ed economiche con l’Europa. L’italiano in Turchia è
presente in trentadue scuole di diversi ordini, in due Istituti
Italiani di Cultura, in due Centri Culturali e in diciannove
università. Dagli anni ’90 fino ad oggi, le istituzioni di vario
livello che offrono formazione di lingua italiana si sono triplicate,
specialmente in ambito universitario (Amadori, Campari 2011).
Ponendosi nel solco della ricerca sociolinguistica di stampo
motivazionale, questa indagine si propone di approfondire le
dinamiche che sottendono alla scelta dell’italiano nei principali
pubblici di apprendenti individuati: studenti universitari e studenti
liceali. Per arricchire la prospettiva di analisi, sono state sondate
anche le famiglie degli studenti elementari e medi, in modo da
individuare il retroterra culturale di chi sceglie l’italiano come
lingua veicolare dell’intero o di parte del progetto educativo del
proprio figlio e analizzare l’opinione generale rispetto all’offerta
culturale delle istituzioni dello Stato Italiano in Turchia. Lo
strumento di ricerca impiegato è un questionario, diversificato a
seconda degli informatori e somministrato via internet.
Dai risultati preliminari risulta che, tra gli studenti dei Licei
italiani ad Istanbul la scelta dell’italiano è principalmente dovuta
ad un interesse nel proseguire gli studi in Italia. Una percentuale
minore ammette di scegliere le scuole italiane per necessità
relative ai punteggi scolastici.
Tra gli studenti universitari la scelta degli studi è legata ad un
interesse per la cultura, infatti la maggioranza degli studenti
dell’università non aveva studi pregressi di lingua italiana.
Tra studenti e genitori si evidenzia la necessità di aumentare le
attività legate alla lingua italiana ad Istanbul.
In linea generale si riscontra un forte interesse per la cultura
italiana, legato principalmente al turismo, all’arte e
all’architettura.
12
L’acquisizione dell’articolo italiano Annalisa Carlevaro
Abstract L’uso dell’articolo ha sempre rappresentato un elemento di
difficoltà nell’acquisizione dell’italiano, sia L2 che LS, da
parte di studenti alloglotti. In particolare gli apprendenti
che nella loro lingua madre non dispongono della categoria
articolo si confrontano, a tutti i livelli, con il problema di
esprimere definitezza e indefinitezza attraverso uno
strumento di difficile concettualizzazione. Questa ricerca si
è orientata verso lo studio dell’italiano da parte di studenti
polacchi e ha lo scopo di presentarne l’analisi e i risultati.
Si è proceduto partendo dallo studio dell’apprendimento
dell’articolo inglese da parte di studenti alloglotti, essendo
presenti diversi studi approfonditi, e si è proseguito
studiando la coppia di lingue italiano-polacco. La lingua
polacca si avvale principalmente di tre elementi per
determinare la definitezza e l’indefinitezza: l’ordine delle
parole nella frase, l’aspetto verbale e i dimostrativi. Lo
studente di italiano deve quindi costruirsi un sistema
articolo che è completamente assente nella lingua madre.
Attraverso un questionario sottoposto a un gruppo di
studenti polacchi di italiano L2 ho studiato e analizzato le
strategie messe in atto per esprimere definitezza e
indefinitezza attraverso l’articolo e possibili soluzioni per
l’insegnamento dell’italiano.
13
Senza Codificazione Linguistica: Proporzione Come
Base di una Logica Pre-Formale Elvio Ceci
Abstract Logica e razionalità sono due termini non sempre isomorfi.
Esistono inferenze irrazionali, ma che seguono tuttavia una
logica. Enzo Melandri divise i due procedimenti in
inferenze proporzionali (analogiche) e inferenze
proposizionali (formali). Mentre quest’ultime rientrano
negli schemi della logica formale-sillogistica di Aristotele,
caratterizzata dall’analisi delle proprietà di due termini
(predicato e oggetto); l’analogia permette lo studio
ermeneutico dei fatti del mondo attraverso sette processi
mentali: esempio o paradigma; proporzione o analogia di
proporzionlità; interpretazione o analogia distributiva;
entitema o argomentazione retorica; induzione intensiva o
“Merkmalsinduktion”; tropi induttivi; tropi retorici. La
proporzione, a differenza della proposizione, utilizza la
relazione di quattro termini. Alcuni studi sulla matematica
pre-simbolica sugli animali hanno mostrato come il numero
quattro sia il limite massimo, per la memoria di lavoro, di
processamento di entità numeriche. Hanno dimostrato,
inoltre, che dopo tale limite, animali e neonati computano
matematicamente non più singoli elementi ma proporzioni
su insiemi di numerosità. L’analogia permette, dunque,
un’espansione cognitiva sull’interpretazione dei fenomeni
anche una volta acquisito il linguaggio, attraverso
l’espansione del dominio semantico. L’analogia consente di
categorizzare, infine, i fenomeni attraverso una relazione
con esperienza passate.
Il nostro intervento mostra come tali studi siano
coerentemente armonizzabili in una teoria che analissa un
dimensione logica non ancora esplicitamente razionale e
coerente, che l’uomo potrebbe condividere con gli animali,
i quali non possiedono codificazione linguistica.
14
L'insegnamento dell'italiano LS nelle classi
preparatorie
Angelo Del Russo
Abstract
La Scuola Italiana "IMI" di Istanbul è una delle otto scuole
italiane statali all'estero. Fondata nel 1888 è anche la più
antica. Per potersi iscrivere al Liceo scientifico della Scuola
italiana di Istanbul gli studenti turchi frequentano per un
anno scolastico una apposita "classe preparatoria"
finalizzata all'apprendimento dell'italiano.
La lingua italiana è insegnata in ogni classe preparatoria da
due docenti di italiano collocati temporaneamente fuori
ruolo. Nello specifico, la classe preparatoria si pone anche
l'obiettivo linguistico del raggiungimento da parte degli
studenti delle competenze accademiche necessarie per
proseguire gli studi. L'approccio didattico è
prevalentemente di tipo integrato. Viene preferito un
metodo implicito e induttivo volto a favorire l'efficacia
comunicativa e la conoscenza della cultura italiana. Tutte le
aule delle classi preparatorie sono attrezzate con LIM e gli
studenti ricevono un tablet in comodato d'uso contenente
specifici materiali didattici. La scuola organizza viaggi in
Italia, scambi con scuole italiane e campus estivi.
L'avvicinamento alla lingua italiana nella classe
preparatoria inizia intorno all'età di quattordici anni, quindi
ben oltre il periodo critico, inoltre una serie di altri fattori
sia linguistici che extra-linguistici influisce sugli esiti.
Terminato il periodo di studio nella classe preparatoria lo
studente turco inizia il percorso liceale quadriennale con il
doppio curricolo italiano e turco caratterizzato da un
notevole carico di contenuti disciplinari.
15
“Rethinking Education:”
Istanbul University 3D Virtual Campus and the Italian
Language Experience Antonella Elia, Tuncer Can, İrfan Şimşek
Abstract Three dimensional (3D) virtual learning environments are
rapidly changing the education and thus while education
necessitates new approaches and methods for compelling
implementation they also bring new opportunities to the
higher education. These new technologies diversify the
learning opportunities not only in general education but
also in the field of foreign language for teachers, learners
and curriculum designers. Many higher education
institutions throughout the world are employing the 3D
Virtual Learning Environments, and on their 3D virtual
campuses they conduct lessons, organize meetings,
seminars, conferences and language learning activities.
Turkish higher education institutions are also investing into
this field by creating 3D virtual campuses, conducting
research projects on those campuses, organizing language
learning events in the virtual worlds for their students. One
such example was realized through the collaboration with
the department of Italian Language and Literature, the
“Language Park” has been created at the “Istanbul
University Virtual Campus” at the end of 2015. It is a
platform specifically dedicated to language learning
gamification and in particular to the learning and exchange
of Italian language. Through gaming activities,
International (Turkish – Italian) tandem exchanges, role
plays in virtual settings (holodeck), web quests and
“walking and talking” virtual tours, we are applying the
“Dogme Language Teaching Principles” and creatively
rethinking and experimenting a different and informal idea
of Italian Language Education. In this study, it has been
aimed to illustrate the concept of 3D VLEs, posit how these
3D VLEs are used and implemented for education and
language learning in Turkey, as well as report the research
projects, best practices and educational activities at Istanbul
University.
16
Le parole di Dante interpretate da Franz Liszt Anett Julianna Kadar
Abstract
In questo studio vorrei presentare come ha usato il
compositore ungherese le parole di Dante nella sua musica.
Liszt lesse la Divina Commedia la prima volta con Marie
d’Agoult a Bellagio nell’anno 1837. Le sue prime idee
musicali ispirate dalla Commedia nacquero in quel periodo.
Ha composto una Sonata Dantesca (1849) e una Sinfonia
Dantesca (1857). La Sonata esprime solo l’umore della
Divina Commedia mentre nella Sinfonia dantesca si
trovano anche le parole sopra le note musicali nella
partitura. Queste parole venivano interpretate dagli
strumenti musicali, come l’oboa, gli archi e qualche volta
tutta l’orchestra. Sebbene questi strumenti non sono capaci
a pronunciare le parole (come esse vengono pronunciate
cantate) ma il pubblico riesce a percepire le parole di Dante
dalla musica. Come sia possibile? La lunghezza delle
sillabe corrispondono al ritmo della musica e la melodia
corrisponde al significato delle parole. Dante descrisse nel
suo Convivio che nessun testo puó essere tradotto senza
una perdita del significato. Nel caso dell’interpretazione
musicale di Liszt questo significato non si perde ma si
arrichisce.
17
Il linguaggio umano è la filosofia della comunicazione Arjan Th. Kallço
Abstract Nella nostra vita moderna di oggi è impossibile parlare di
una disciplina a se stante. Distaccate non possono fornirci
risposte precise sulla vita e sull’uomo stesso, come
soggetto e oggetto dello studio e della ricerca, gli strumenti
di cui si servono per verificare le nozioni, pensieri, concetti
e conoscenze, nonché l’uso, la comunicazione e gli scopi,
ma quello che è basilare per ogni scienza, risposte sulla
realtà in cui viviamo e la o le verità. Quando si parla di
filosofia del linguaggio i due concetti sono ben distinti, è la
filosofia a dettare leggi, o il linguaggio con le sue leggi
crea precedenti per una rivisione delle filosofie del passato
e un cammino indivisibile fra le due discipline.
18
L'-e paragogico nell'italiano antico
Hiroshi Kubo
Abstract
L'-e paragogico è un tipo di inserzione di vocali non
etimologiche in fine di parole ossitone o monosillabiche
nell'italiano antico, che non altera il significato delle parole:
ad es. più vs. piùe (avv.), andrò vs. andròe (verbo andare
3SG futuro semplice).
In letteratura, è noto che l'-e paragogico avviene spesso in
fine di frase in prosa e in fine di verso in poesia (Rohlfs
1968).
Lo scopo principale della presente comunicazione è
proporre un vincolo sulla posizione di accento a livello
frasale come causa di questo tipo di inserzione vocalica in
fine di parole ossitone o monosillabiche (Larson 2010),
basandosi su dati selezionati dal corpus OVI dell'Italiano
antico.
Il processo di inserzione vocalica è generalmente
considerato come strategia di riparazione della forma
rifiutata da vincoli sulla forma fonologica superficiale
(Halle 2010). Sono proposti vari tipi di vincoli, ma in
questa sede diamo una particolare attenzione a quelli sulla
posizione dell'accento, vista la natura dell'-e paragogico,
che si trova esclusivamente dopo la vocale accentata.
Il vincolo sulla posizione di accento si manifesta, spesso,
come restrizione sulla misura di parola minima, conosciuta
in varie lingue del mondo: tutte le parole contenuto devono
essere composte da un sillaba tonica e una atona. Ma l'-e
paragogico può colpire anche parole polisillabiche, quindi
non
è ragionevole che venga causata da esso. Invece, nella
nostra comunicazione, proponiamo come possibile causa
dell'-e paragogico un vincolo che riguarda la posizione di
accento a livello frasale.
19
Competenze in lingua italiana e profilo adolescenti
turchi: esiti dell’apprendimento linguistico e
spendibilità dei livelli raggiunti Sabrina Machetti, Carla Bagna, Paola Masillo, Giovanni
Amadori
Abstract
La presenza della lingua italiana nel contesto turco, come
emerso dall’indagine Amadori, Campari (2012) ha radici
che si perdono nella storia stessa delle relazioni Turchia –
Italia. Tale situazione, negli ultimi anni, non conosce crisi,
sia in virtù di una differenziata, seppur non ancora
sufficiente, offerta di lingua italiana, sia in virtù
dell’investimento delle famiglie nel far avvicinare i
bambini alla lingua italiana.
L’analisi presentata in questo contributo si concentra sulla
spendibilità della competenza acquisita in italiano e sugli
strumenti più adeguati per misurarla. A fronte di esami
interni al sistema formativo turco per misurare la
competenza in lingua italiana, la presenza di esami di
certificazione di lingua italiana (ad es. CILS dell’Università
per Stranieri di Siena) consente di predisporre un’analisi
più accurata delle competenze acquisite dagli studenti e
predisporre una riflessione utile per la didattica stessa. La
scelta dell’italiano rappresenta per una parte di coloro che
si avvicina all’esame CILS anche la condizione di
spendibilità della propria competenza in un contesto
accademico italiano, come studente internazionale, tema al
centro di un ampio dibattito.
20
Prestiti linguistici nei romanzi della scrittrice
postcoloniale Erminia Dell'Oro Raffaella Marchese
Abstract
Alla luce del rapporto indissolubile fra lingua e identità
etnica, la proposta di intervento che segue si concentra sui
prestiti linguistici presenti nel linguaggio dei romanzi della
scrittrice postcoloniale Erminia Dell'Oro, italiana nata ad
Asmara nel 1938.
In Eritrea, la lingua italiana si mantiene pressoché inalterata
fra i coloni per più generazioni. Il tigrino, parlato dalla
popolazione locale, è considerato una lingua di scarsa
importanza, di conseguenza non viene parlato né
tantomeno studiato dai figli dei coloni, ma Erminia
Dell'Oro l'apprende, seppur superficialmente, dalle
domestiche di casa sua. I suoi romanzi sono scritti in un
italiano corrente con la caratteristica di ricorrere spesso a
prestiti linguistici.
Il mio intervento dimostrerà che ciò avviene per due motivi
principali: rimarcare l'appartenenza della scrittrice alla terra
africana e sopperire a una lacuna, ossia alla mancanza di un
termine adeguato nella lingua italiana. Ne risulta un
linguaggio che potremmo definire "della nostalgia", al cui
uso Erminia Dell'Oro si abbandona soprattutto nella
rievocazione dei momenti felici trascorsi ad Asmara,
l'infanzia spensierata e l'adolescenza.
21
L’importanza dei realia cattolici nell’insegnamento
dell’italiano in Azerbaigian Dilshad Panahova
Abstract Questo contributo si pone come obbiettivo di illustrare
l’importanza delle conoscenze sul cristianesimo nello studio
dell’italiano come lingua straniera da parte degli studenti
azerbaigiani.
È piu di un decennio che l’italiano viene insegnato in Azerbaigian
a livello universitario. Nel corso di questi anni i nostri docenti
hanno rilevato diversi problemi.
Uno dei maggiori è rappresentato dalla scarsa conoscenza dei
realia cattolici che presenta la maggior parte degli studenti
azerbaigiani, i quali, di conseguenza, si trovano di fronte a
problemi di ordine lessicale (termini religiosi, espressioni
idiomatiche e proverbi di origine cristiana), di comprensione delle
espressioni legate alla religione presenti nei testi italiani (figure
retoriche, citazioni, riferimenti intertestuali ecc.), nonché di
comunicazione interculturale, la cui competenza si acquisisce
attraverso le tre fasi evidenziate da Geert Hofstede:
consapevolezza, conoscenza ed abilità.
Parlando della fase di conoscenza, è bene sottolineare che non è
sufficiente fornire agli studenti delle informazioni sulla cultura, in
questo caso sulla religione cristiana, ma è necessario mostrare agli
studenti come queste ultime vengano poi applicate dai parlati
nativi. L’italiano, infatti, presenta numerose espressioni
idiomatiche, nomi e locuzioni proverbiali, che appaiono in tutti i
registri della lingua parlata e scritta, le quali sono profondamente
legate alla tradizione cattolica.
Il largo uso di figure retoriche , coniate a partire da concetti
religiosi, crea problemi comunicativi legati al mondo metaforico
dell’italiano. Di conseguenza gli studenti azerbaigiani che non
hanno conoscenze sufficienti sul Cristianesimo non riescono a
comprendere appieno ciò che leggono o ascoltano.
A questa difficoltà si ovvia fornendo durante le lezioni
informazioni basilari sul Cristianesimo, in particolare sulla Bibbia
e sulla vita di Cristo, illustrando il significato di espressioni come
ad esempio “lavarsene le mani”, “sei la mia croce” e “dare le perle
ai porci”. Queste conoscenze potranno aiutare gli studenti ad
avere le basi per implementare il modello di competenza
comunicativa interculturale di cui parla Paolo Balboni.
22
Social media e metodologia CLIL: studio di caso in una
scuola italiana.
Susanna Iacona Salafia
Abstract L'entrata a regime della riforma Gelmini della scuola secondaria
superiore in Italia con l'applicazione della metodologia CLIL
(Content Language Integrated Learning), cioè l'insegnamento di
una disciplina curriculare non linguistica in LS(Inglese, Francese
o Spagnolo) a partire dal terzo anno per il Liceo Linguistico e dal
quinto per tutti gli altri indirizzi di scuola (quindi anche come
materia all'Esame di stato), ha imposto alla scuola Italiana una
revisione non solo dei contenuti programmatici ma anche degli
strumenti operativi della didattica. In questo contributo si
esaminerà uno "studio di caso", ovvero i risultati sperimentali di
una ricerca-azione avviata su un classe di Liceo, relativamente a
un modulo in metodologia CLIL in LS delle materie del
curriculo scolastico " Scienza (“Science”) e "English Language",
attraverso l'applicazione e l'uso didattico di piattaforme di Social
Media. Si esplorano dunque le potenzialità di alcuni social
network utilizzando, a fini didattici, le loro funzioni di "user
generated contents". I docenti di questo studio di caso hanno il
duplice obiettivo di superare consolidate criticità di
apprendimento disciplinare e adeguare gli obiettivi formativi a
nuovi strumenti disponibili. Gli adolescenti passano numerose
ore a comunicare attraverso i social media: bisogna canalizzare
questa loro attività interattiva verso contenuti e apprendimenti del
curricolo scolastico.Il modulo didattico CLIL proposto
intenzionalmente esclude applicazioni popolari di social media
come Facebook. Difficilmente gli alunni riusciranno infatti ad
utilizzare Facebook per scopi di didattico-disciplinari o di
studio/approfondimento, essendo per loro principalmente solo uno
spazio ludico e non un ambiente di lavoro. La scelta è caduta
quindi su quattro applicativi di Social (meno conosciuti dagli
adolescenti rispetto a Facebook) anche per la “novità” che essi
rappresnetano, innescando cosi un processo motivazionale
determinato dalla curiosità:Twitter, Wallwisher, Pinterest e E-
twinning Desktop/TwinSpace sono i social media utilizzati in
questa proposta didattica con metodologia CLIL che verra
illustrata.
23
Incroci di segni
La correzione dell’errore ortografico attraverso la
ludolinguistica Simona Salierno e Linda Torrentin
Abstract
Il seguente lavoro nasce dal confronto e dalla visione
comune dell’errore linguistico come un segnale del
percorso nell’interlingua del discente che solo in parte
corrisponde alla lingua target (Pallotti, 2012). Questa
concezione attiva dell'errore e l'intenzione di coinvolgere
l'apprendente e i pari nella sua correzione hanno dato
impulso alla ricerca, che si propone di favorire la
correzione di errori ortografici più frequenti negli
apprendenti adulti di italiano L2 di livello A1 attraverso
tecniche riconducibili alla ludolinguistica in particolare
cruciverba, crucintarsio e crucipuzzle (Mollica, 2010).
La prima domanda che ha guidato la nostra ricerca è stata
se la ludolinguistica applicata alla proposta ideata potesse
abbassare lo stress dovuto all'individuazione dell'errore e
alla relativa correzione. Abbiamo ipotizzato che un
ambiente ludico basato sull'approccio umanistico-affettivo
porti lo studente a sentirsi a suo agio anche in caso di errori
e di confronto diretto coi compagni.
Ci siamo poi interrogate se strumenti come il cruciverba,
crucintarsio e il crucipuzzle portino ad un miglioramento
nelle produzioni degli apprendenti a livello ortografico.
Infine ci siamo chieste se la correzione tra pari ed il
conseguente feedback favorisse negli studenti una
maggiore competenza metalinguistica.
La validità della ricerca è strettamente legata al contesto in
cui si è svolta, mirando ad agire efficacemente nella realtà
specifica. Il contesto è stato quello del CPIA di Sassuolo,
centro della rete CPIA (Centro Provinciale Istruzione
Adulti) di Modena.
Abbiamo dunque cercato di intervenire per migliorare
queste dinamiche. Ci auspichiamo che il seguente lavoro
possa servire ad altri docenti per sperimentare a loro volta
tali tecniche in contesti differenti.
24
Made in Italy: la nuova tendenza popolare in America Tuğba Sevim
Abstract
É sempre più chic parlare l'italiano negli Stati Uniti. Ogni
anno si moltiplicano i corsi dedicati alla lingua di Dante. La
cultura italiana, che era associata agli stereotipi como
mafia, pizza e la serie Soprano, negli ultimi anni è
diventata trendy e si vede un boom d’iscritti ai corsi
d’italiano. Lo spagnolo, la seconda lingua più parlata e
imparata in America, sta perdendo sua popolarità
all'italiano: perché imparare la lingua italiana non è solo
parlare un’altra lingua però è essere parte della vita bella
italiana. Essendo una docente di spagnolo e italiano in una
universitá americana per molti anni, nella mia
presentazione voglio concentrarmi sui motivi della cresente
importanza della lingua italiana in America e voglio
condividere metodi didatici usati nei corsi universitari
cuando si insegna italiano. Voglio anche sottolineare la
differenza della insegnanza d´italiano in Turchia e in
America suggerendo le soluzioni per migliorare
l’insegnamento della lingua italiana e secreti per aumentare
l’interesse degli studenti alla cultura italiana.
25
Osservazioni e proposito della frase relativa e dei
pronomi relativi in italiano
Daniel Słapek
Absract
Con il mio contributo intendo riesaminare l’introduzione ai
pronomi relativi in italiano: che, (art. +) quale, cui. Le
grammatiche italiane risultano a questo proposito poco
ordinate, a volte inconseguenti, spesso con regole
grammaticali che andrebbero precisate, perché non
complete, arcaiche o perfino errate; per esempio, l’uso di
alcune forme pronominali possono divergere fra autori
diversi.
Nel corso della relazione cercherò in particolare di: a)
confrontare le regole grammaticali esposte in diversi
manuali di grammatica italiana; b) confrontare le stesse
regole grammaticali con l’uso fattuale dei pronomi relativi
in un corpus che raccoglie sia i testi letterari, remoti, sia i
testi più recenti, spontanei con uno stile caratteristico
dell’Internet; dal confronto risulta che alcune delle regole
sono contrastate dagli esempi dell’uso fattuale dei pronomi;
c) precisare le stesse regole di grammatica, rendendole più
conformi alle necessità dello studente straniero (i testi
grammaticali alternano le strutture attuali con quelle già
fuori uso, proprie dell’italiano antico o letterario dei secoli
scorsi; è quindi difficile distinguere l’aspetto diacronico e
sincronico dello studio linguistico che un dato autore
espone); d) presentare le mie osservazioni personali
riguardo all’uso del pronome.
Tra le sfide che l’italianistica moderna deve affrontare
trovo una riesaminazione e riorganizzazione delle
grammatiche italiane al livello universitario, con un
particolare riguardo per le necessità di uno studente
straniero.
26
“Mi scusi per favore, mi dispiace”: analisi pragmatica
dell’interlingua
Victoriya Trubnikova
Abstract
Scopo della presente comunicazione è riflettere sulla
realizzazione degli atti linguistici da parte dei parlanti non
nativi di italiano di madrelingua russa. La riflessione
focalizzerà l’attenzione sulle scuse e sulle reazioni ai
complimenti.
Pur essendo manipolato dalle regole prescrittive di galateo,
il modo di chiedere scusa oppure di rispondere al
complimento dimostra il suo carattere disomogeneo. In
effetti, gli atti in questione si realizzano diversamente a
seconda dei parametri socio-culturali di riferimento.
In particolare, questo contributo vuole far luce sul concetto
di pragmatic failure che si manifesta nella scelta delle
strategie semantiche, nella loro distribuzione e nella
codifica linguistica. Si desidera inoltre presentare come la
gestione delle distanze emotive attraverso la mitigazione
incide sulla produzione degli atti illocutori nell’interlingua
degli apprendenti.
Il lavoro sulla faccia (Brown and Levinson 1987) e il
Principio di Cortesia (Leech 1983) rappresentano due
paradigmi fondamentali che spiegano la presenza di diverse
tendenze universalistiche ma che trascurano alcuni
presupposti culturali degni di essere rilevati grazie al
confronto tra la L1 e la L2 degli apprendenti e il loro
contesto di appartenenza.
Lo studio si propone di presentare un repertorio delle
strategie e delle formule semantiche individuate nel corpus
dei dati raccolti dai parlanti non nativi assieme ai dati dei
parlanti nativi di italiano e di russo. Questa raccolta
necessita una successiva elaborazione a scopo didattico in
quanto la riflessione pragmalinguistica stenta ancora a
trovare spazio nelle pratiche d’insegnamento.