PRESI DAL GREGGE PER SERVIRE - 9-13 NOVEMBRE 2015 · 2015. 12. 9. · MENSILE D’INFORMAZIONE...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 8 N. 76 - NOVEMBRE 2015 PRESI DAL GREGGE PER SERVIRE Fra qualche giorno nella nostra Chiesa di Al- bano nasceranno due sacerdoti: Kenneth e Valerio. Loro stessi si presentano in questo numero del nostro mensile. L’augurio è che il tempo della loro nascita incida per sempre sulla loro vita. Non certo come s’intendono gli «oroscopi», che la dottrina cattolica respinge insieme con tutte le forme di divinazione e le altre pratiche che, ingenuamente e a torto, si ritiene svelino l’avvenire. Li segni, piuttosto, nel segno dell’indicazione di un modo d’esse- re preti per gli uomini di questo nostro tem- po. Il 7 dicembre 2015 ricorrerà per la Chiesa il 50° anniversario della promulgazione del Presbyterorum ordinis, che il Concilio Vatica- no II ha dedicato al ministero e alla vita dei presbiteri. Riprendendo un passo della Lette- ra agli Ebrei, lì citato, papa Francesco ha re- centemente ricordato tre cose, importanti per loro e per noi. Nessun sacerdote, anzitutto, quand’è ordinato nella Cattedrale, spunta im- provvisamente come un fungo e vi arriva co- me un alieno. È importante ch’egli non di- mentichi mai da dove è stato preso: dal greg- ge! Un buon prete, dice il Papa, è prima di tut- to un uomo riconciliato con se stesso; un uo- mo «Che conosce la propria storia con le sue ricchezze e le sue ferite, e che ha imparato a fare pace con essa, raggiungendo la serenità di fondo, propria di un discepolo del Signore». Solo così godrà della beatitudine degli opera- tori di pace e non sarà, invece, uomo fazioso e seminatore di zizzania. C’è poi il fatto che si diventa preti per servire i fratelli e le sorelle. Conoscere il dovere di questa pro-esistenza aiuta i preti «A non pensare a sé, a essere au- torevoli e non autoritari, fermi, ma non duri, gioiosi, ma non superficiali, insomma, pasto- ri, non funzionari». Infine, «Ciò che dal popo- lo è nato, col popolo deve rimanere». È la missione della vicinanza; la pastorale delle relazioni, alla quale spesso rimando anch’io quando parlo di pastorale generativa. «Vici- nanza, viscere di misericordia, sguardo amo- revole», riassume il Papa. Un’esistenza sa- cerdotale, insomma, da cui si capisce che Dio sempre accoglie e non rifiuta mai. Si è, così, preti del Concilio, nati all’inizio di un Giubileo della Misericordia. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 16 formazione del clero 2 milleflash 4 speciale vocazioni 5 giovani missionari 6 vi racconto il sinodo 10 sinodalità a firenze 11 emergenza ludopatia 12 i nuovi vicari 13 giubileo di misericordia 8 il calendario diocesano 9 speciale gmg 14 lottare contro lhiv 15

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 8 N. 76 - NOVEMBRE 2015

PRESI DAL GREGGE PER SERVIREFra qualche giorno nella nostra Chiesa di Al-bano nasceranno due sacerdoti: Kenneth eValerio. Loro stessi si presentano in questonumero del nostro mensile. L’augurio è che iltempo della loro nascita incida per sempresulla loro vita. Non certo come s’intendono gli«oroscopi», che la dottrina cattolica respingeinsieme con tutte le forme di divinazione e lealtre pratiche che, ingenuamente e a torto, siritiene svelino l’avvenire. Li segni, piuttosto,nel segno dell’indicazione di un modo d’esse-re preti per gli uomini di questo nostro tem-po. Il 7 dicembre 2015 ricorrerà per la Chiesail 50° anniversario della promulgazione delPresbyterorum ordinis, che il Concilio Vatica-no II ha dedicato al ministero e alla vita deipresbiteri. Riprendendo un passo della Lette-ra agli Ebrei, lì citato, papa Francesco ha re-centemente ricordato tre cose, importanti perloro e per noi. Nessun sacerdote, anzitutto,quand’è ordinato nella Cattedrale, spunta im-provvisamente come un fungo e vi arriva co-me un alieno. È importante ch’egli non di-mentichi mai da dove è stato preso: dal greg-ge! Un buon prete, dice il Papa, è prima di tut-

to un uomo riconciliato con se stesso; un uo-mo «Che conosce la propria storia con le suericchezze e le sue ferite, e che ha imparato afare pace con essa, raggiungendo la serenitàdi fondo, propria di un discepolo del Signore».Solo così godrà della beatitudine degli opera-tori di pace e non sarà, invece, uomo faziosoe seminatore di zizzania. C’è poi il fatto che sidiventa preti per servire i fratelli e le sorelle.Conoscere il dovere di questa pro-esistenzaaiuta i preti «A non pensare a sé, a essere au-torevoli e non autoritari, fermi, ma non duri,gioiosi, ma non superficiali, insomma, pasto-ri, non funzionari». Infine, «Ciò che dal popo-lo è nato, col popolo deve rimanere». È lamissione della vicinanza; la pastorale dellerelazioni, alla quale spesso rimando anch’ioquando parlo di pastorale generativa. «Vici-nanza, viscere di misericordia, sguardo amo-revole», riassume il Papa. Un’esistenza sa-cerdotale, insomma, da cui si capisce che Diosempre accoglie e non rifiuta mai. Si è, così,preti del Concilio, nati all’inizio di un Giubileodella Misericordia.

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 16

formazione del clero 2

milleflash 4

speciale vocazioni 5giovani missionari 6

vi racconto il sinodo 10sinodalità a firenze 11emergenza ludopatia 12i nuovi vicari 13

giubileo di misericordia 8il calendario diocesano 9

speciale gmg 14lottare contro l’hiv 15

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Sabato 14novembresi è svolto

in seminario adAlbano il primodei ritiri spiri-tuali program-mati per la for-mazione deiDiaconi perma-nenti, che traef o n d a m e n t o

dall’Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis di San Gio-vanni Paolo II. Qui papa Wojtyla afferma che essa è una esi-genza umana, in continuità con la chiamata soprannaturale,per servire ministerialmente la Chiesa. I Diaconi devono inol-tre trarre ispirazione dalla preghiera di ordinazione, che sifonda sulla necessità di un amore per Gesù Cristo che spingeall’imitazione. In Diocesi la formazione è articolata in un’al-ternanza mensile di incontri formativi e di ritiri spirituali. Iprimi si tengono il mercoledì pomeriggio e sono guidati dalvescovo, o da un suo delegato, e affrontano argomenti di at-tualità ecclesiale. Il mese successivo di sabato pomeriggio, sisvolge il ritiro spirituale. Quest’anno la guida è stata affidataa don Alessandro Saputo, parroco allo Spirito Santo in Apriliae responsabile diocesano del Settore Apostolato Biblico. Gliincontri di spiritualità saranno sviluppati tenendo conto del-l’Anno liturgico e, nello specifico, si leggeranno alcune paginedal vangelo di Luca. Inoltre, seguendo le indicazioni di papaFrancesco e del vescovo Semeraro, seguiranno i temi legatialla Misericordia, con uno stile biblico spirituale. Nel primoincontro, la riflessione è stata incentrata su Lc 1,39-56, la vi-sita a Elisabetta e il Magnificat.

Tomaso Ursini

Giovedì 19 novembre, ilpresbiterio di Albano, conil suo Vescovo Marcello,

si è dato appuntamento in Se-minario per vivere un tempo diaggiornamento pastorale. Aguidare l’incontro, fra PaoloBenanti, frate francescano delTor, docente di teologia moralepresso la Pontificia UniversitàGregoriana di Roma. All’ordinedel giorno, un tema da sempredelicato, complesso e decisivonella vita sacerdotale e, specu-larmente, nella vita stessa dei

cristiani: Il confessore segno della misericordia del Pa-dre. Il sacramento della riconciliazione da tempo conosce

una vera crisi di identità sia da parte di confessori che difedeli. In questi nostri giorni poi, in un mondo segnato daambiguità e da giornate piene di tante cose, talora senzasenso e scollegate tra loro, ad aggravare questa crisi si èaggiunto il crollo del senso dell’umano ed è rimasto incampo, gettonato se non applaudito, il criterio dell’emo-zione. Alla luce del Vangelo e al lume della sapienzaumana, fedeli e presbiteri si possono incontrare per que-sta fatica dell’anima che tra le pieghe nascoste del pec-cato, riesce a far emergere domande e percorsi che dan-no luce e consistenza alla coscienza nel suo rapportarsicon Dio, i fratelli, il peccato, il mondo, nella lucida consa-pevolezza che Dio mai si stanca di camminare a fiancodell’uomo. Per la nostra sete di umanità modellata sul-l’Uomo: Unico Misericordioso.

Franco Ponchia

dalla diocesi2

Il 7 novem-bre, un grup-po di studen-

ti universitaridella diocesi diAlbano ha par-tecipato al XIIIPellegrinaggiodegli universi-tari ad Assisi,o r g a n i z z a t odalla Pastoraleuniversitaria di Roma. Quaranta studenti frequentanti di-verse università romane, provenienti da diverse realtàparrocchiali e associative della diocesi, hanno vissutouna bellissima occasione per conoscere persone nuove,approfondire l’amicizia tra coloro che già partecipano algruppo di Pastorale universitaria e condividere, soprat-tutto, la propria esperienza universitaria e cristiana. Algruppo si sono aggiunti anche studenti provenienti dal-l’università di Dallas (Usa) che frequentano la sede italia-na presente nel territorio diocesano. Nel corso dellagiornata, c’è stata la possibilità di pregare insieme a tut-ti i partecipanti (più di tremila) nella celebrazione e nellaadorazione eucaristica, di divertirsi, di raccontarsi e di in-vitare tutti agli incontri (quindicinali) del lunedì. Di parti-colare interesse la visita al Crocifisso di San Damiano, acui ciascuno ha voluto pregare affidando la propria storiae il proprio futuro, e la processione finale con le candeleper fare memoria della “carità intellettuale come voltodella misericordia”. Al ritorno, erano evidenti il desideriodi incontrarsi di nuovo e la consapevolezza che la veraamicizia è guardare insieme verso una sola Presenza.

Nicola Riva

GLI UNIVERSITARI AD ASSISIIl pellegrinaggio dei giovani della nostra Diocesi

FORMAZIONE DIACONALEInizia a novembre la serie di incontri sul vangelo di Luca

LE FATICHE DELL’ANIMAIl confessore, segno della misericordia del Padre

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a cura di GIOVANNI SALSANO

Concerto di Natale in cattedraleÈ in programma sabato 19 dicem-bre, con inizio alle 19.15 presso laBasilica Cattedrale di Albano,“Natale In Canto”, un concerto dicanti natalizi espressione dellatradizione latina e orientale. Allamanifestazione, organizzata dalladiocesi di Albano e dalla diocesiOrtodossa romena d’Italia, pren-deranno parte il Gruppo corale bi-zantino “San Dionigi il Piccolo” di-

retto dal maestro padre Marian Janu, il gruppo corale po-lifonico ortodosso “San Romano il Melode” diretto dal Mae-stro padre Gavril Popa e la corale polifonica “Città di Ciam-pino”, diretta dal maestro Mario Lupi. All’evento partecipe-ranno il vescovo di Albano Marcello Semeraro e il vescovodella diocesi Ortodossa romena, Siluan.

Incontro-dialogo sulla pace in Medio OrienteSi è svolto sabato 14 novembre a partire dalle 18, presso ilSeminario vescovile “Pio XII” di Albano Laziale, l’incontroCristiani in Medio Oriente – Quale alternativa alla fuga?,che ha visto in veste di relatore il giornalista Riccardo Cri-stiano, vaticanista del GR1. L’appuntamento, che ha vistouna numerosa partecipazione di pubblico, è stato organiz-zato dalla delegazione di Albano dell’Ordine equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme, con il patrocinio delladiocesi di Albano. Dopo la conferenza i partecipanti hannopotuto approfondire e discutere in un dibattito con il rela-tore i temi di stretta attualità trattati nel corso dell’incon-tro.

La Laudato si’ spiegata dal vescovoÈ in programma con due appuntamenti, a cura dellaCommissione pastorale per i problemi sociali ed il lavoro,l’iniziativa Cura e custodia per la casa comune, nuovi sti-li di vita per salvare il mondo e chi lo abita, in cui il vesco-vo Marcello Semeraro, autore della prefazione dell’edi-zione in lingua spagnola, leggerà e commenterà l’encicli-ca Laudato si’ di papa Francesco. L’evento si svolgerà sa-bato 28 novembre alle 16 presso le sale della fattoria di-dattica Riparo, in via Oratorio Santa Rita, ad Anzio, e saràripetuto sabato 5 dicembre alla stessa ora presso la par-rocchia San Giuseppe sposo di Maria Vergine, in via Pe-scara a Pavona, per facilitare la partecipazione.

Veglia per la pace a NettunoUn grande incontro dipreghiera per la pace,che ha coinvolto oltreduecento fedeli diconfessioni religiosediverse, si è svolto ve-nerdì 30 ottobre pres-so il santuario dellaMadonna delle Graziee Santa Maria Goretti

a Nettuno, a cura della comunità di Sant’Egidio. Dopo unaMessa nel santuario celebrata dai padri passionisti con ilprete ortodosso Daniel Bageac, e la recita della preghieradel tramonto nel porticato da parte dei fedeli musulmani,guidata da Salameh Ashour, presidente della comunità pa-lestinese di Roma, tutti sono confluiti sul sagrato dove si èsvolta la cerimonia finale, in cui le diverse comunità hannoreso una testimonianza per dire che la pace è possibile.Giornata del seminario

Domenica 22 novem-bre, nella solennità diCristo Re dell’Univer-so, la Chiesa di Albanoha celebrato la Giorna-ta per il seminario, oc-casione per ricordaredavanti al Signore que-

sto luogo (e le persone che vi abitano e operano) di educazio-ne, formazione e crescita nella fede e nella vita. «Il mio desi-derio – dice il vescovo Marcello Semeraro – è che il semina-rio sia sempre più riconosciuto e vissuto come casa: non so-lo per coloro che vi dimorano, fra cui i sacerdoti più anzianiche lo arricchiscono con il dono della loro esperienza, ma pertutto il nostro presbiterio. Lì possiamo ricordare che tutti sia-mo destinatari di una chiamata da parte del Signore».

Eventi culturali al Museo diocesanoNel mese di novembre, la proposta del Museo diocesano diAlbano, di conoscenza e valorizzazione del patrimonio cul-turale del territorio, si è arricchita con altre due interes-santi iniziative. Per quattro appuntamenti, Palazzo Lercariha ospitato la rassegna Musica e dintorni. Conversazionisull’arte del suono, a cura dell’Amlas (Associazione musi-cale L. A. Sabbatini) in collaborazione con il Mudi di Albanoe il Comune di Albano Laziale. Sabato 28 novembre alle 17,invece, è in programma la presentazione del libro di MaryNocentini dal titolo Albano Laziale Tracce, storie e percor-si di donne. All’evento parteciperanno l’autrice, il direttoredel MuDi Roberto Libera e Fiorella Mariani.

milleflash4

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speciale vocazioni 5

Un anno fa Ken-neth Meneses eValerio Messina

sono diventati diaconie si sono impegnati aintraprendere il cam-mino fuori dal semi-nario. Lunedì 7 dicem-bre, nella Messa delle18 in Cattedrale, rice-veranno l’ordinazioneal presbiterato per lemani del vescovo Mar-cello Semeraro.

Alla luce dell’ultimo anno circa di diaconato, quali sono letappe più significative che hanno segnato questo periodo dipreparazione? Quali le differenze tra il seminario e la vitapastorale?Kenneth: «Hai detto bene tappe, perché ho vissuto il diacona-to come i primi passi di un bambino appena nato. Nonostanteil diaconato prepari a una nuova vita, che viene con l’ordinazio-ne presbiterale, questa non finisce qui, deve essere curata,protetta e nutrita. Una delle tappe più significative è stata lapreparazione per fare l’omelia settimanale della domenica, equesto perché ti avvicina alla persone, ti fapensare più concretamente, in quanto avolte c’è bisogno di lasciar da parte la teo-logia dei libri per poter usare quella prati-ca. Un’altra esperienza significativa è la vi-sita ai malati, agli anziani, essi hanno sem-pre qualcosa da insegnare e le loro realinecessità si riesce a conoscerle davverosolo se vissute in prima per-sona».Valerio: «Credo che il viag-gio in Africa, subito dopol’ordinazione diaconale, siastato una delle esperienzepiù significative, per la bel-lezza dei luoghi, per gli in-contri, per le realtà belle epovere in cui abbiamo speri-mentato il servizio. Altreesperienze per me impor-tanti sono state le benedi-zioni delle famiglie della co-munità parrocchiale. Hoavuto la possibilità di incon-trare tanti volti, di ascoltarestorie di vita difficili. C’è tan-to bisogno di essere ascol-tati e accolti. Proprio qui stala differenza tra il seminarioe la vita pastorale: il primo èluogo della formazione, non

solamente intellet-tuale, il secondo è lapossibilità di speri-mentarsi nell’azione,di confrontarsi con leproprie capacitàumane e con i proprilimiti».

Considerato che ilpresbiterato è unpunto di partenza enon di arrivo, come tivedi nel futuro?Kenneth: «Camminando, pregando, chiedendo sempre al Si-gnore la conversione della mia vita a quello che Egli dispone,a ciò che Egli vuole da me. Si parte sempre con una buona do-se di ottimismo e disposizione, quello che è difficile è riuscirea mantenere quella volontà di essere strumento nelle manidel Signore».Valerio: «Spesso è già difficile immaginarmi il giorno dell’ordi-nazione, figuriamoci il dopo! Anche perché desidero viverepienamente ogni giorno, da qui al 7 dicembre e poi ancora l’8con la celebrazione della prima Messa. Per quanto riguarda ilfuturo lascio al Signore la possibilità e la capacità di sorpren-

dermi. Sicuramente mi vedo tra la gente».

Hai una figura sacerdotale alla qualeispirarti nell’agire?Kenneth: «Non è una figura sacerdotale,ma mi ispiro a San Giuseppe, il padre diGesù. Mi piace perché era convinto che “lamissione” alla quale il Signore lo chiama-

va lo avrebbe reso felice,perché cercava solo il benedelle persone che amava. Eil sacerdote è chiamato pro-prio a questo: essere felicenel donare tutto se stesso,tutta la sua vita nell’annun-cio dell’amore di Cristo».Valerio: «In modo particola-re no, però mi vengono inmente i volti di tanti sacer-doti che ho incontrato e co-nosciuto in questi anni. Inloro riscontro una certezzache condivido: la gioia dellascelta che hanno fatto. Cre-do che nell’agire pastorale,nell’incontro, nelle relazio-ni, nella preghiera, nellamia umanità, si va delinean-do sempre più il mio esserepresbitero».

a cura di Irene Villani

CHIAMATI DA DIO PER IL SUO POPOLOIl prossimo 7 dicembre Kenneth e Valerio saranno ordinati presbiteri nella Cattedrale di Albano

ACCOLITATO PER MARCO QUARRA

Venerdì 13 novembre, presso lacappella Mater Salvatoris delPontificio collegio leoniano, ilseminario regionale di Anagni,si è svolta la celebrazione euca-ristica con l’ammissione al mi-nistero dell’Accolitato del semi-

narista della diocesi di Albano, Marco Quarra. La funzione èstata presieduta da monsignor Gino Reali, vescovo della dioce-si di Porto Santa Rufina e ha riguardato, oltre il giovane delladiocesi di Albano, altri sei seminaristi. L’ingresso tra gli Acco-liti di Marco Quarra rappresenta un nuovo esempio del fermen-to vocazionale, e del proseguimento della grazia delle chiama-te alla vita consacrata, che continuano a manifestarsi nellaChiesa di Albano, animandola e facendola crescere nel corpo enell’azione pastorale. Poco più di anno prima, il 9 novembre2015, Marco Quarra era stato ammesso tra i candidati all’ordi-ne del diaconato e del presbiterato, nel corso di una celebra-zione eucaristica nella chiesa della Santissima Trinità di Mari-no, la comunità in cui il giovane seminarista è cresciuto.

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speciale sierra leone6

Per i missionaridella Diocesi diAlbano il 27 ot-

tobre la sveglia èsuonata prestissimo.Partenza da Fiumici-no per Bruxelles alletre di notte. Scalonella capitale belga,poi volo per Lungi,l’aeroporto di Free-

town. Da lì in jeep fino al Santa Maria Goretti Centre di Mak-eni: «Siamo arrivati a mezzanotte – racconta monsignorPietro Massari, direttore dell’Ufficio diocesano per la coop-erazione missionaria tra le chiese – Al ritorno ci è andatapeggio, visto che abbiamo dovuto fare un ulteriore scalo aMonrovia». Una fatica ricompensata dalla gioia della mis-sione: don Pietro, sei suore delle Piccole discepole di Gesù,tre Giovani costruttori per l’umanità e un rappresentantedella onlus Ponte di umanità sono tornati in Sierra Leone,

dopo l’emergenzaebola, per vis-itare le nuovecase di ac-coglienza e lestrutture già avvi-ate dalla diocesidi Albano. A par-tire dalla nurseryschool intitolata

al vescovo Marcello Semeraro, a Makeni. «Sono vent’anniche vado in Sierra Leone, non ho mai visto una scuola cosìdi qualità», afferma don Pietro complimentandosi con lePiccole discepole di Gesù, che “la gestiscono in modo per-fetto”. In questo asilo studiano 51 bambini tra i due e icinque anni. «Mi ha colpito la partecipazione dei genitori e laloro riconoscenza. I cattolici sono stati infatti gli unici a nonabbandonare il paese durante l’epidemia». A breve l’apertu-ra ufficiale delle case famiglia di Port Loko e Yele. La primadedicata alla formazione e all’emancipazione delle donne:«In Sierra Leone sono loro a portare avanti la famiglia». Lastruttura di Yele non è unvero e proprio orfan-otrofio in quanto i bimbi,con l’aiuto delle suore,vengono gradualmenteintrodotti nelle famigliedi adozione. La missionein Sierra Leone va avantie don Pietro invita i citta-dini a dare un contributoeconomico, facendo «Unversamento o un bonificoalla diocesi di Albano oall’associazione Ponte diumanità».

I giovani missionari e la loro esperienzaGiorgia, Camilla e Daniele sono i Giovani costruttori per l’u-manità andati in missione in Sierra Leone. Ragazzi chehanno trasformato in gesti concreti la voglia di aiutare ibisognosi. «Tra i nostri compiti c’era quello di creare undatabase dei bambini della Marcello Semeraro NurserySchool – racconta Daniele Filippucci, 22 anni, di Albano,quarto anno diMedicina a TorVergata – Un la-voro difficile, datala scarsità deidocumenti a dis-posizione, chepermetterà diavviare il progettodelle adozioni adistanza». «Abbi-amo visitato levarie località in cui opera la nostra Diocesi, documentato ilavori e i progressi fatti, sia per quanto riguarda le strutturegià avviate – aggiunge la ventunenne Camilla Maccarelli, diCiampino – sia per quelle appena ultimate. Il mio compitoin particolare è stato quello di fare un reportage fotografi-co». Proprio lei che sogna di lavorare nel mondo della fo-tografia. L’Africa rimarrà impressa nei loro cuori. «Gli abi-tanti ci hanno accolto con molta felicità, soprattutto i bam-bini, sempre in cerca di un contatto fisico e sorridenti – ri-corda Giorgia Grillo, 22 anni di Albano, con il sogno di en-trare nell’esercito, nel reparto cinofilo –. Li definiamo sem-pre come popolo del terzo mondo, materialmente parlando,ma loro sorridono a prescindere. Sono tornata a casa total-mente spaesata dall’indifferenza in cui noi viviamo». «L’ac-coglienza ricevuta – conferma Daniele – è stata uno degliaspetti che mi ha fatto innamorare della Sierra Leone: daibambini agli adulti, tutti si sono mostrati ben disposti e fe-lici della nostra presenza. I ragazzi ci tenevano a lasciarciun ricordo, fosse un braccialetto o un contatto Facebook,affinché non ci dimenticassimo di loro. Spero un giorno ditornare in Sierra Leone in veste di medico». «Mai avrei pen-sato – conclude Camilla – che una popolazione così povera

e afflitta potesse invecerivelarsi tanto calda eospitale. Porterò con meanche il coraggio di chicontinua a spendere tut-ta la sua vita per aiutaregli altri: missionari,medici, ricercatori, maanche persone del luogo,parroci e insegnanti, cheper pochissimi leoni almese portano avanti re-altà più grandi di loro».

Francesco Minardi

MISSIONARI IN SIERRA LEONELa testimonianza di tre ragazzi della nostra diocesi alimenta la speranza delle giovani generazioni

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radici di un evento di grazia8

Comincia l’annodel Giubileo Stra-ordinario della

Misericordia, indetto daPapa Francesco, in cui«Siamo chiamati a te-nere fisso lo sguardosulla misericordia perdiventare noi stessi se-gno dell’agire del Pa-dre». Come diventare,allora, segno efficacedella misericordia diDio Padre? Ascoltiamola risposta che ci vieneda uno dei grandi ese-geti dell’Oriente cri-stiano, Narsai di Edes-

sa, che visse nel quinto secolo e fu dottore e maestro primaa Edessa (Turchia) e poi a Nisibe (Iraq). Tra le sue omeliemetriche ce ne resta una sulla parabola delle dieci vergini,cinque stolte e cinque sagge (Mt 25,1-13). Tutte e dieciaspettano lo Sposo, Cristo Gesù, che verrà nella gloria pergiudicare i vivi e i morti. Le stolte vedono spegnersi le lorolampade. Manca l’olio! Narsai si chiede che cos’è l’olio. ConSan Giovanni Crisostomo risponde: “la misericordia”. Lo

spiega: «Cristo che ebbe compassione di noi indicò la mise-ricordia con l’immagine dell’olio, perché come lui ha avutocompassione di noi, così noi siamo compassionevoli con inostri compagni» (strofa 75, p. 20). «La misericordia perdo-na e soccorre il bisogno del povero. Le vergini stolte nonhanno più olio nelle lampade perché non hanno conservatoin esse l’immagine di Cristo Gesù, il volto misericordioso diDio» (strofe 83-84, p. 20). «Erano vergini, ma la loro condot-ta, le loro buone opere, la loro ascesi, non erano animate damisericordia e carità. Il percorso verso la perfezione (Cristo)lo paragonò ai sapienti, e agli stolti paragonò le fatiche (fat-te) senza amore» (strofa 71, p. 19).

Un cambiamento necessarioErano perfette, ma dure di cuore. Commenta Narsai: «Seavessero aperto la porta della loro volontà di fronte ai biso-gnosi, neppure lo Sposo avrebbe chiuso la porta. “Se avesse-ro unto con l’olio della parola coloro che erano malati per l’ini-quità, non sarebbe mancato l’olio della misericordia nelle lo-ro lampade» (strofe 155-156, p. 29). Alla fine dell’omelia Nar-sai medita sul mistero dell’uomo: «L’“io” è sempre un “noi”.L’anima ha bisogno delle membra, benché sia anima; l’uomo,ancor più, ha bisogno dell’altro. L’uomo adempie il camminodella giustizia con l’altro e se è giustificato senza l’altro, nonè un uomo. L’uomo non può diventare uomo senza l’altro…»(strofe 195-197, p. 33). E conclude: «Nessuno vi entra finché

ENTRARE NELLA PORTA DELLA MISERICORDIA

GIUBILEO: STORIA E SIGNIFICATOPer prepararci all’anno santo

Ve n t i n o v eg i u b i l e i .Tanti ne

conta la Chiesacattolica: 24 or-dinari e 5 straor-dinari. Che cosaè un giubileo?Dove ha origine?Quando fu indet-to la prima vol-ta? Le radici so-

no nella Bibbia. È Dio stesso a promulgare un anno di par-ticolare misericordia attraverso il profeta Isaia: «Lo spiritodel Signore Dio è su di me perché il Signore […] mi ha man-dato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le pia-ghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schia-vi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno dimisericordia del Signore[…]» (Isaia 61,1-3a). Era un anno difesta per eccellenza perché celebrava l’uguaglianza di tuttigli ebrei e offriva nuove possibilità alle famiglie che aveva-no perso le proprietà, e persino a coloro che erano diventa-ti schiavi. A spiegarne il funzionamento nel dettaglio è il li-bro del Levitico: “jobel” è l’anno di liberazione per eccellen-za e si indice al termine di “sette settimane di anni”, ovve-

ro il cinquantesimo anno.La Chiesa riprende questa tradizione nel 1300, con papaBonifacio VIII, e inizialmente mantiene la cadenza cinquan-tennale. Poiché è facoltà di ogni Papa indire un Giubileostraordinario, Martino V ne inaugura uno nel 1423. In segui-to a questa iniziativa, decide di dimezzare la cadenza: da al-lora si celebra un Giubileo ogni 25 anni per consentire aogni generazione di accedere almeno una volta nella vita aquesto anno di grazia. Per i pellegrini, infatti, c’è l’indulgen-za plenaria: la cancellazione totale delle pene previste per ipeccati commessi. Per ottenerla servono quattro condizio-ni: attraversare una porta santa, confessarsi, fare la comu-nione e pregare secondo le intenzioni del Papa. Il rito di ini-zio dell’Anno santo è rimasto praticamente immutato neisecoli: tutto inizia con l’apertura delle porte sante dellequattro basiliche papali: San Pietro, San Giovanni in Latera-no, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura. Pertutti i giubilei il Papa batteva tre volte sulla porta santa del-la basilica vaticana con un martelletto prezioso. A cambia-re questa tradizione fu Papa Wojtyla che nel giubileo del2000 aprì la porta a mano.Tutto questo si ripeterà ancora una volta l’8 dicembre 2015,quando papa Francesco darà il via al Giubileo straordinariodedicato al tema della misericordia.

Monia Nicoletti

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cosa bolle in pentola 9

In occasione dell’apertura del Giubileo straordinariosulla misericordia (8 dicembre) anche la Chiesa diAlbano vivrà una celebrazione di apertura dell’Anno

santo a livello diocesano. Secondo le indicazioni dellaBolla di indizione promulgata da papa Francesco, Mise-ricordiae vultus, domenica 13 dicembre si svolgerà unpellegrinaggio verso la Porta Santa che sarà apertapresso la cattedrale di San Pancrazio martire, ad Alba-no. «Il pellegrinaggio – ha scritto Francesco – è un se-gno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cam-mino che ogni persona compie nella sua esistenza. Lavita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, unpellegrino che percorre una strada fino alla meta ago-gnata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma ein ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo leproprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segnodel fatto che anche la misericordia è una meta da rag-giungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pelle-grinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attra-versando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dallamisericordia di Dio e ci impegneremo ad essere miseri-cordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi». Ad Al-bano, questo pellegrinaggio verso la Porta Santa avrà ilsuo inizio presso le catacombe di San Senatore e, dopo

una sosta al santuario di Santa Maria della Rotonda raggiungerà la Cat-tedrale dove avverrà l’apertura della Porta Santa. Per l’occasione, l’uffi-cio liturgico diocesano ha reso note alcune indicazioni ai sacerdoti, ai re-ligiosi e agli operatori pastorali per poter preparare e vivere questa gran-de manifestazione di fede. Nel pomeriggio del 13 dicembre, quindi, pres-so le catacombe convergeranno tutti i gruppi parrocchiali, guidati daiparroci e dai sacerdoti collaboratori e alle 17 il vescovo Marcello Seme-raro, accompagnato dai vicari episcopali e dai vicari territoriali, darà ini-zio alla liturgia sempre all’interno delle catacombe. I fedeli potranno se-guire il rito da un maxi schermo posto alla facciata della chiesa di SantaMaria della Stella. Il tragitto che si compirà verso la Cattedrale è il se-guente: via della Stella, via Appia (direzione Ariccia), via Risorgimento,viale Risorgimento (davanti al Museo Civico), via Cavour, via Aurelio Saf-fi, via della Rotonda, via della Vignetta, piazza Costituente, via San Pan-crazio e, infine, piazza Duomo. «Di fronte al Santuario della Rotonda –spiega monsignor Adriano

Gibellini, direttore dell’ufficio liturgico diocesano – accoglieremo la Vene-rata Immagine della Madonna della Rotonda che si unirà alla processio-ne. Arrivati in piazza Duomo, poi, il vescovo si porterà di fronte alla PortaSanta, i sacerdoti e i diaconi si posizioneranno sopra i gradini del sagra-to mentre l’assemblea si posizionerà di fronte la facciata della Cattedra-le e attenderà di poter varcare la Porta Santa». In Cattedrale, i fedeli tro-veranno posto nelle navate e nel caso anche nella sala teatro a lato dellasacrestia. Inoltre, sarà predisposto un maxi schermo in ogni navata e nelteatro. Al termine della Messa sarà pubblicato il decreto vescovile circa ledisposizioni diocesane sull’anno della Misericordia. In caso di pioggia, cisi ritroverà direttamente in piazza Duomo alle 17,45.

Alessandro Paone

DA METTERE IN AGENDAGli appuntamenti della diocesi

ENTRARE NELLA PORTA DELLA MISERICORDIAnon porta altri con sé, così è richie-sto a coloro che vi entrano. Ilportinaio chiederà a colui chevi entra: Porti qualcuno conte? Vi entrerà se portaqualcuno, altrimenti ri-marrà sulla porta»(strofe 202-203, pp.33-34). Persino il Si-gnore Gesù non èentrato solo nellasua gloria. Ha por-tato con sé il buonladrone: «In veritàio ti dico: oggi conme sarai nel paradi-so» (Lc 23,43). In unbatter d’occhio cantaun inno della liturgiabizantina, il pentimen-to e la misericordiahanno aperto la porta delRegno. I misericordiosientrano nella porta dellamisericordia.

p. Michel Van Parys OSB

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il vescovo racconta il sinodo10

Domenica 15 novembre,in una sala gremita dipartecipanti giunti da

tutta la diocesi di Albano, il ve-scovo Marcello Semeraro haraccontato la sua esperienzaal Sinodo sulla famiglia delloscorso ottobre e illustrato laRelatio synodi, il documentofinale presentato al terminedei lavori dell’assemblea.L’evento, che lo stesso vescovo di Albano ha definito una «Re-latio pastoralis alla mia Chiesa di Albano», si è svolto pressol’istituto dei padri Somaschi, ad Ariccia. L’intervento di mon-signor Semeraro, inoltre, è diventato già un libro, edito dallacasa editrice diocesana “Miter Thev” e disponibile presso lacuria diocesana (costo euro 1,50 info 0693268401 e [email protected]). «La chiamata di Francesco a esserepadre sinodale e anche membro della speciale commissioneper la stesura della Relazione finale – ha detto il vescovo – miha permesso di ricevere, ancora una volta, come una boccatad’ossigeno della cattolicità della Chiesa.

La volontà di papa FrancescoÈ il Papa che ha volu-to questo Sinodo; luiche ne ha scelta lamodalità in due tempie lui che, con guidasapiente ed esperta,l’ha portato a conclu-sione, sottolineandocome l’unico metododel Sinodo sia quellodi aprirsi allo Spirito

Santo, con coraggio apostolico, con umiltà evangelica e conorazione fiduciosa». Il percorso proposto dal vescovo di Alba-no ha toccato tutte le articolazioni della Relatio Synodi, ap-profondendo in particolare la riflessione sui temidi discernimento e accompagnamento, più chemai attuali e importanti per un’azione pastoraleper le famiglie e con le famiglie: dal periodo delfidanzamento, a quello della preparazione allenozze, agli anni del matrimonio e nelle situazio-ni di fallimento del matrimonio stesso. Monsi-gnor Semeraro ha inoltre sottolineato come me-rito del Sinodo sia stato anche quello di aver ab-bandonato un’ottica solamente eurocentrica,volgendo il proprio sguardo a ciò che accade ne-gli altri continenti. «Il Sinodo – ha aggiunto Se-meraro – non è una conclusione, ma un eventoche apre a nuovi e più impegnativi percorsi chie-dendoci di superare provincialismi culturali e in-coraggiandoci a pensare in grande. Meglio, intermini di “cattolicità”: la dimensione più veradella Chiesa è la totalità». Approfondendo il do-

cumento finale, il vescovo di Albano ha centrato lasua riflessione su tre “prospettive” da cui leggereil testo, una per ciascuna delle sue tre parti.

La prima tappa«La prima parola – ha detto Semeraro – è “fragili-tà” e l’ho impiegata in relazione alla prima parte,“La Chiesa in ascolto della famiglia”. Qui la Relatiole si accosta consapevole che essa è “grembo digioie e di prove”, attraversata dalla crisi, ma pureoggetto di speranza e di speranze. L’atteggiamento

fondamentale da assumere è lo stesso dell’esordio della costi-tuzione conciliare Gaudium et spes: “Le gioie e le speranze, letristezze e le angosce de-gli uomini d’oggi, dei po-veri soprattutto e di tutticoloro che soffrono, sonopure le gioie e le speran-ze, le tristezze e le ango-sce dei discepoli di Cristo,e nulla vi è di genuina-mente umano che nontrovi eco nel loro cuore”».

Seconda tappaLa seconda parte è dedicata al tema “La famiglia nel piano diDio”: per questa, monsignor Semeraro ha usato la parola“sguardo”: «La Chiesa – ha sottolineato il vescovo di Albano –è ben “consapevole della fragilità di molti suoi figli che fatica-no nel cammino della fede”. Essa non impone ideali, ma ac-compagna nel cammino. Di fronte, poi, a situazioni difficili e afamiglie ferite la Relatio ricorda il principio generale che “ipastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben di-scernere le situazioni”».

Terza tappaLa terza parte della Relatio, vista con la prospettiva delle “pa-role”, è dedicata a “La missione della famiglia”, dove la fami-

glia è considerata non come “oggetto” dievangelizzazione, ma nel suo ruolo attivo di“soggetto”. «È questa – ha detto Semeraro –la parte in cui si affrontano i temi della pre-parazione al matrimonio, dei primi anni dellavita familiare, della responsabilità generativaintesa in senso ampio, dell’educazione dei fi-gli, della spiritualità familiare e dell’aperturaalla missione. Qui si affronta anche il temadell’accompagnamento pastorale e delle si-tuazioni complesse. È la ragione per cui hofatto ricorso all’espressione “parole fragili”:si tratta di quelle parole che sono come unarcobaleno di speranza, portatrici di signifi-cati inattesi. Sono le parole che riconoscono auna persona la sua dignità, qualunque sia lasua situazione di debolezza e di infermità».

Giovanni Salsano

VI RACCONTO IL SINODOIl vescovo parla della sua esperienza: «un’incontro veramente universale»

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il decennale convegno ecclesiale 11

Dal 9 al 13novembre,Firenze, cit-

tà della bellezza,della cultura, deldialogo tra fedi di-verse, è stata lasplendida cornicedel V Convegnoecclesiale nazio-nale dal titolo “InGesù Cristo il

nuovo umanesimo” e ha caratterizzato il convenire di unaChiesa che, pur con le sue ferite e ombre, si è scopertabella, viva, con il gusto di interrogarsi e confrontarsi per vi-vere concretamente e gioiosamente ciò che è chiamata aessere. Dopo l’incontro con papa Francesco, che ha datoorientamento e passione ai partecipanti, l’esperienza piùcaratterizzante è stata la comunicazione nello stile dellasinodalità, della partecipazione, della parola data a tutti.Con l’obiettivo di unire concretezza e profezia, vescovi,sposi, presbiteri, consacrati, laici hanno lavorato intorno atavoli “rotondi” non presieduti da un vescovo, ma animatida un facilitatore per un parlare libero e un ascolto co-struttivo. Proprio questo stile sinodale, sperimentato come“metodo, contenuto, prospettiva” per dire insieme l’amoredi un “Dio umano”, è ciò che maggiormente si è impressoin tutti i delegati come volto nuovo di Chiesa. Questo è an-che il “documento”, non di carta, ma di carne, affidato allediocesi, esperienza viva da esportare nell’ordinario dellecomunità. Il leit motiv del confronto nei gruppi è stata laconvinzione di voler avviare processi e non occupare spazi,condividendo esperienze, fatiche eproposte percorribili. In sintesi, eccoalcuni stimoli emersi. Uscire: lasciare una “pastorale da sa-lotto” e vecchi cliché pastorali per apri-re mentalità e porte a una missionarie-tà segnata dal “coraggio di osare”; la-sciarsi interpellare dall’ascolto dellagente, senza avere già risposte pronte;lasciare posizioni di sicurezza per la-sciarsi invadere dalla gioia e dalla liber-tà del Vangelo.Abitare: non solo luoghi, ma soprattuttorelazioni; leggere la realtà alla luce del-la dottrina sociale della Chiesa e agirecome comunità dando valore a ciascu-no; scegliere la logica della collabora-zione e dell’accompagnamento per col-mare le solitudini di chi si impegna ne-gli ambiti della vita pubblica. Annunciare: l’annuncio è efficace quan-do nasce da comunità che vivono rela-zioni di qualità evangelica e che, supe-rando il “Si è sempre fatto così”, sanno

osare concoraggio unradicale rin-novamento,annunciareascoltando,incarnare laParola nellostile dellacondivisionedella fede.Un’attenzio-ne particola-re è stata da-ta alla formazione dei formatori, anche nei Seminari.Educare: oggi richiede di favorire sinergie, mettersi in retecon le realtà del territorio, farsi prossimi alle famiglie,creare alleanze tra generazioni, aiutare gli adulti a riappro-priarsi della responsabilità educativa offrendo sostegno estrumenti. Essenziali sono educatori credibili che abbianoincontrato Cristo come senso della loro vita, pronti adascoltare e capire i nuovi linguaggi e ad accompagnare conpassione le nuove generazioni che chiedono ragioni e rela-zioni vere.Trasfigurare: spingere “oltre” lo sguardo, disporsi a discer-nere e formulare uno sguardo nuovo con cui osservare eoperare nel mondo; umanizzare l’incontro tra Dio e l’uma-no; rendere la liturgia luogo di una “santità ospitale, non didistanza, ma di prossimità”, che dia alla vita nuove chiavi diinterpretazione.

Lucia Orizio

TAVOLI ROTONDI PER UN ASCOLTO SINODALEL’esperienza dei delegati della diocesi a Firenze

Al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze era presente una delegazione connove portavoce della Chiesa di Albano, che hanno vissuto il lavoro e l’atmo-sfera di questo grande evento. I nove delegati erano monsignor Gualtiero

Isacchi, monsignor Carlino Panzeri, don Gabriele D’Annibale, don Salvatore Surbe-ra, don Valerio Messina, Suor Lucia Orizio, Silvia Loscrì e gli sposi Vincenzo Cerba-ra e Marina Di Chiara. Come delegato Cei, è stato presente anche don Jourdan Pin-heiro. «La Chiesa italiana a Firenze – ha spiegato a nome di tutti monsignor Gual-tiero Isacchi, vicario episcopale per la Pastorale – ha mostrato il suo volto più bel-lo e poliedrico, quello della sinodalità, costituita da un volto fatto di volti e di diver-sità, di lentezze e slanci entusiastici. Il concetto di ecclesialità si è attuato nel ve-dere laici, presbiteri, diaconi, consacrati insieme, guidati dai loro pastori e sedutiintorno a 200 tavoli, dare voce e forma al desiderio che appassiona il cuore di cia-scuno: gridare l’amore di Dio per l’umano, in modo umile, disinteressato e beato,come ha detto papa Francesco». Il Convegno ha quindi indicato una strada per laChiesa italiana: «Il desiderio – ha aggiunto monsignor Isacchi – di dire con la vitae non solo a parole: “Ecce Homo”. Ecco il modello di umanità pienamente realiz-zata. Anzitutto “io”, “noi” scegliamo di vivere questo progetto antico è sempre nuo-vo. È questa la via della umanizzazione: il contagio. E la chiesa, la chiesa in uscita,che ama e che si spezza per i poveri c’è, io l’ho incontrata a Firenze».

Alessandro Cardinale

LA VOCE DEI TESTIMONI

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dalle parrocchie12

Parte il piano di riorganizzazionedella rete ospedaliera nella Asl RmH. La parola d’ordine è razionaliz-

zare, ricollocando risorse e strumenta-zioni in modo da aumentare l’efficienzadelle singole strutture in un’ottica di si-stema che mira al soddisfacimento deibisogni del territorio, visto non in manie-ra campanilistica, ma complessiva. Sonodue le direttrici del riassetto: il potenzia-mento di servizi e strumentazioni, in par-ticolare sotto il profilo del primo intervento, e la finalizzazio-ne dei centri non dotati di pronto soccorso, per evitare la di-spersione delle professionalità e la migrazione degli utentinei nosocomi romani. Mentre gli ospedali dotati di pronto soc-corso le criticità maggiori risiedono nella carenza di operato-ri e nella presenza di strumentazioni ormai datate (insiemeall’assenza di un’emodinamica), le strutture legate al tratta-mento delle patologie più acute sono soffocate dalla carenzadi sale operatorie (occupate in gran parte dalle emergenze),di personale e di posti letto. Secondo la nuova direzione il po-sizionamento del reparto di Medicina troverà posto al San Se-bastiano di Frascati, perché funzionale alla presenza delPronto Soccorso. Il nosocomio, dove di recente è stato inau-

gurato un nuovo reparto, diventerà unospedale a vocazione medica, con la pre-senza finalmente di una medicina spe-cialistica, dove i pazienti seguiranno per-corsi separati da quelli del pronto soc-corso, che verrà così decongestionato. Ilreparto oncologico del San Sebastianosarà trasferito a Marino, che a sua voltadiventerà un polo oncologico e presidiodiurno. Qui troverà posto, oltre ai repartigià presenti di Oculistica e Otorinolarin-

goiatria, anche lo screening della mammella, il DH speciali-stico oncologia e la riabilitazione post acuzie. Per Genzano èprevisto il potenziamento della vocazione materno infantile,dopo il totale spostamento delle risorse dal nosocomio di Ma-rino, per la presa in carico totale della mamma e del bambi-no, attraverso l’attivazione di un laboratorio analisi h24 e so-prattutto della pediatria specialistica. L’ospedale genzaneseperderà però il reparto di Medicina che andrà ricollocato a Al-bano, dove a breve verrà inaugurata la nuova ala del prontosoccorso. Infine, l’ospedale di Velletri sarà oggetto di una ri-qualificazione dei servizi offerti, contro il declassamento del-l’ospedale Colombo da Dea di I livello a Pronto Soccorso.

Fabrizio Fontana

Èun tarlo che si allarga a macchiad’olio quello della ludopatia, lacosiddetta “malattia da gioco

d’azzardo”. Un’epidemia alimentatada un triste primato europeo, per ilquale l’Italia, tuttavia, ha poco da fe-steggiare: quello di una slot machineogni 143 abitanti. Con un milione diragazzi (dati 2013) che hanno provatoalmeno una volta giochi vietati ai mi-norenni dalla legge. Questione di bu-siness, se è vero che il giro di affari di quella che è una verae propria industria è oggi pari a 15 miliardi di euro l’anno, pe-raltro con margini di profitto molto alti. Il prezzo di questi gi-ganteschi guadagni, però, è altissimo: sono ormai oltre 7mi-la gli italiani ufficialmente in cura per ludopatia, una dipen-denza che, per la sua evoluzione, ricorda molto da vicino ilboom della tossicodipendenza. In attesa di una legge cheponga un freno a questo affare “di Stato” (il quale riscuoteogni anno circa 4,8 miliardi di euro di tasse su queste attivi-tà), l’unico argine è rappresentato da sportelli e ambulatoriche interagiscono con i “pazienti”, per aiutarli a trovare unavia d’uscita. È il caso dello Sportello distrettuale d’informa-zione e ascolto per il contrasto del gioco d’azzardo patologi-co, attivo dallo scorso 14 ottobre ad Aprilia, presso i Servizi

Sociali comunali. La strut-tura è aperta ogni merco-ledì ed è disponibile un nu-mero al quale potersi rivol-gere per avere informazio-ni: 06.92018660. Obiettivo principale dellosportello è quello di acco-gliere le richieste di aiutodi persone e famiglie che, acausa dei problemi deri-

vanti dal gioco d’azzardo, si trovano a vivere profondi disagi alivello sociale, familiare, relazionale ed economico. Rispettoal passato, peraltro, le modalità di accesso e fruizione di que-sto tipo di giochi sono cambiate: così, nell’era di Internet edelle carte di credito, si è ancor più affievolita la possibilità diavere consapevolezza del denaro perso giocando online. E,paradossalmente, la crisi economica ha favorito la diffusionedel sogno impossibile di “vincere facile”, di poter cambiare lapropria vita con un click. Un’aspirazione che purtroppo siscontra con la realtà del numero sempre maggiore di fami-glie e persone distrutte dalla malattia del gioco. Un problemaserio, che merita di essere contrastato, sul territorio dioce-sano, realizzando nuovi servizi come lo Sportello di Aprilia.

Francesco Macaro

LA PIAGA DEL GIOCO D’AZZARDOApre ad Aprilia lo sportello d’ascolto per contrastare la ludopatia

CAMBIARE PER MIGLIORAREUn nuovo assetto degli ospedali dei Castelli Romani

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dal territorio 13

«Fare catechesi o essere ca-techisti?» Da questo inter-rogativo è partito Fabrizio

Carletti, formatore della Creativ, periniziare il primo di tre incontri con icatechisti delle parrocchie Sant’Eu-genio I, papa e San Giuseppe sposo diMaria in Pavona. «Le due parrocchiedi Pavona – spiega don AlessandroPaone, parroco di Sant’Eugenio I, pa-pa – vivono lo stesso territorio e perquesto, come parroci, abbiamo pensato a una formazione co-mune per i catechisti. Abbiamo contattato la Creativ perl’esperienza e la competenza nel settore della formazionenella catechesi per dare quel tocco in più a quanto già fannodi buono i catechisti: non contenuti, ma un rinnovamento distile». Partendo da un immaginario segnale stradale triango-lare, in cui viene raffigurato un santo con un libro in mano chetrascina un bambino che guarda tristemente un pallone e lascritta a corredo “Pericolo catechismo”, Carletti ha reso l’ideadi come alcuni bambini vivano l’esperienza della catechesi:strappati a forza da ciò che a loro piace, per dover andare inun luogo dove non vogliono stare. La sfida, allora, è proprioquesta: rendere il momento di catechesi un incontro e non

una lezione. «L’iniziazione cristiana –afferma Fabrizio Carletti – non può li-mitarsi all’insegnamento di contenutidi fede. I bambini non possono esseretrattati alla stregua di appendici deinostri saperi, come destinatari di le-zioni ben preparate, ma distanti dalloro bisogno spirituale, che quindinon va generato. Il primo compitodell’educatore è far percepire che Dioha fede in lui: è un cambio di prospet-

tiva, di mentalità importante. È necessario rivedere il nostrostile di annuncio, puntando il nostro sguardo sul Maestro Ge-sù e sulla sua modalità di approccio. Esempio importante èquello dei discepoli di Emmaus in cui Gesù si avvicina, cam-mina con loro, ascolta, entra nei loro bisogni, annuncia, spez-za il pane con loro e, infine, li invia rendendoli protagonisti».Uno dei nodi importanti della catechesi è la comunicazione ingruppo e compito del catechista è vedere, osservare ed esse-re un facilitatore della comunicazione, valorizzando tutti edando la precedenza ai ragazzi e non al programma. Al termi-ne dell’incontro, il relatore ha dato appuntamento ai prossimiincontri che si terranno il 24 gennaio e il 15 maggio.

Manuel De Santis

ASCOLTARE PER FAR INCONTRARE GESÙA Pavona il primo di tre incontri di formazione per i catechisti del territorio

Si è svolta lunedì 9 novembre, nel-la curia vescovile di Albano, con laprofessione di fede e i giuramenti

prescritti, la prima riunione degli ottonuovi vicari territoriali, nominati allafine di ottobre dal vescovo Marcello Se-meraro, per il quinquennio 2015-2020.Gli otto presbiteri sono don JosephPaul Palliparambil (per Vicariato terri-toriale di Albano), don Andrea Conoc-chia (Anzio), don Alessandro Tordeschi(Aprilia), don Jorge Do Amor Divino(Ardea-Pomezia), don Bernard Bulai(Ariccia), don Carlo Passamonti(Ciampino), don Pietro Massari (Mari-no) e don Massimo Silla (Nettuno). Conloro, monsignor Semeraro ha condivisoalcune riflessioni, riguardanti il ruolo che i sacerdoti an-dranno a ricoprire, per il bene della Chiesa di Albano. «Ilvostro ufficio di Vicari territoriali – ha detto Semeraro – deveessere inteso sotto il doppio profilo di coordinatori delle at-tività pastorali sul territorio, sicché tutto converga verso lescelte pastorali diocesane e di animatori delle relazionipastorali nel territorio. Soprattutto, riguardo ai presbiteridiocesani (parroci e non), ma pure con riferimento agli op-

eratori pastorali in generale, favorendo esostenendo le iniziative degli uffici dioce-sani». Una duplice funzione che dovràessere tenuta presente non soltanto inriferimento all’attività pastorale piùstrettamente intesa, ma anche rispettoal culto divino e al patrimonio ecclesias-tico. Alla fine del mese scorso, monsi-gnor Semeraro ha anche proceduto conl’ufficializzazione dei sacerdoti eletti inciascun Vicariato territorial quail compo-nent del Consiglio presbiterale. Ne risul-tano componenti don Giuseppe Billi inrappresentanza del Vicariato territorialedi Pomezia e Ardea, don Gabriele D’Anni-bale (Ariccia), don Claudio De Angelis(Nettuno), don Andrea Giovannini (April-

ia), don Adriano Paganelli (Marino), don Angelo Pennazza(Albano), don Mauro Verani (Ciampino) e don LucianoZanecchia (Anzio). La prima riunione del nuovo ConsiglioPresbiterale si terrà il prossimo 17 dicembre: nel frattem-po, si procederà con l’elezione anche degli altri membri esarà quindi ufficialmente pubblicata la composizione delnuovo Consiglio presbiterale per il quinquennio 2015-2020.

Valentina Lucidi

IL VESCOVO NOMINA I VICARIChiamati a servire per l’unione del territorio

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speciale14

Confrontandosi con ilmondo giovanile diieri e di oggi, ci si ac-

corge che le reazioni allaparola “Gmg” raggiungonospesso due estremi: da unlato chi dice che questanon serva a nulla, dall’altrochi ha fatto di questa espe-rienza l’elemento fondantedella fede dei giovani. Nonescludiamo nessuna delledue prospettive, ma non èpossibile assolutizzarle.

Perchè partecipare alla Gmg?A un giovane che non ha mai fatto questa esperien-za, la proporrei offrendo due motivazioni che posso-no essere utili anche a coloro che l’hanno già vissu-ta. Sicuramente il raduno dei giovani cristiani insie-me al Papa intorno alla croce di Cristo è una forteesperienza di Chiesa e di fraternità universale. Il “fu-turo della Chiesa” si ritrova insieme guidato dallo stes-so obiettivo e diventa segno di speranza per chi nella vi-ta ha bisogno di punti di riferimento e non riesce a tro-varli facilmente. È un momento di scambio delle proprieesperienze e di crescitanella fede, per scoprireanche come lo Spirito San-to susciti modalità diversedi vivere la fede o vedere co-me la religione si incarna, siunisce alla cultura, alle tradi-zioni locali, per cui spesso stimola i paesi di lun-ga tradizione cristiana a ripensare la vitalitàdella fede. Un secondo motivo è legato alcammino di pastorale giovanile: la Gmgpuò diventare un laboratorio della fedese non lasciata solamente alla cele-brazione dell’evento. Necessita di unprima, una preparazione e un dopo,ovvero una rilettura e attualizzazionedell’esperienza. Può diventare un la-boratorio di progettazione pastoraleper la cura del giovane secondo il mo-dello di Cristo buon pastore.

Un tempo importante della vitaNon va dimenticato, poi, che i giovani appar-tengono a quella stagione della vita dove siprende in mano la propria esistenza, si decide di sé,si fanno le grandi scelte e la Gmg è servita a molti ra-gazzi per decidere del proprio futuro. Un giovane puòdecidere di partire come turista o come pellegrino. En-trambe saranno esperienze belle e significative: la pri-ma permetterà di vedere le bellezze artistiche e cultu-rali del paese ospitante e farà ritornare il giovane carico di

un evento da ricordare. La seconda, che rappresenta il verospirito della Gmg, vedrà coinvolto il giovane in un cammino dipreparazione per comprendere cosa succederà quando sitroverà altrove, mentre i giorni di permanenza saranno l’op-portunità per tessere relazioni, ascoltare esperienze di vita,crescere nella fede. In preparazione all’incontro di Cracovia, papa Francesco haconsegnato ai giovani le Beatitudini, in particolare “Beati imisericordiosi perché troveranno misericordia”: ancora piùforte dopo l’indizione di un anno giubilare sulla misericordia.Attenzione, anche l’Anno Santo non è un evento che evaporaappena passato. Per prepararsi a questo appuntamento, unprimo passo importante è quello di istruire i ragazzi sul vero

senso della Giornata Mondiale della Gioventù, sul si-gnificato di un Anno Santo, preparando un camminoinsieme che faccia fare esperienza concreata dellamisericordia.

La password della GmgAttorno a questi temi sarebbe interessante far parti-re percorsi di approfondimento, leggere in filigranaparole e gesti che il Papa sta compiendo nella Chie-sa per capire perché ha voluto un anno dedicato allamisericordia, stando attenti a non ridurre la miseri-cordia ad un devozionalismo fatto di parole e di for-mule, o a un’ideologia. Perché la misericordia ha a

che fare, prima di tuttocon la vita dell’uomo,

con il suo essere in rela-zione con se stesso, con

gli altri, con Dio e con ilmondo. Ha a che fare con i

problemi e con la vita quo-tidiana di ciascuno, la misericordia di Dio

richiama le viscere materne che accol-gono la vita. Se letto nella luce giusta, quello che siprospetta sarà un cammino interes-sante: “Non lasciarsi scappare nessu-na occasione” deve essere il motto chedeve guidare chi si prepara a questaesperienza. Insieme a tutta la Chiesastiamo vivendo un momento difficile,

ma affa-s c i n a n t e :

dipende dal-le scelte di cia-

scuno poter co-gliere ciò che c’è di

importante per lapropria vita.

CalogeroManganello

vice direttore delServizio Naziolale diPastorale Giovanile

a cura del SERVIZIO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE

PARTIRE PER FARE MEMORIAUn viaggio nella fede per incontrare Gesù

Calogero Manganello

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sociale e cultura 15

1000reti social

GIORNATA MONDIALE CONTRO L’AIDSTra discriminazione e disinformazione continua la lotta contro l’Hiv

Il 1° dicembre si celebra laGiornata mondiale control’AIDS: un evento che dal 1988

è dedicato alla riflessione e sen-sibilizzazione su questa malat-tia. In quest’anno più degli altri,per chi vive in Italia, è importan-te prendere parte alla Giornata:negli scorsi mesi, infatti, unabambina di Bari è stata rifiutatanella domanda di iscrizione sco-lastica da più di 35 tra scuole ecentri di accoglienza sociale,poiché sieropositiva. Un gestoche, come ha commentato LILA

onlus (Lega Italiana della Lotta all’AIDS): «Ci riporta la gran-de ignoranza sul tema proprio da parte di quelle istituzioniche devono occuparsi dell’istruzione e della cura dei più pic-coli». Eppure, questo rappresenta «Solo la punta dell’ice-berg della condizione di fortissima discriminazione in cui vi-vono le persone con Hiv in Italia». LILA auspica che notiziecome questa possano spingere le istituzioni italiane a torna-re a parlare dell’HIV/AIDS. Guardando agli altri Paesi sono

molte le iniziative organizzate per il 1° dicembre, e realizza-bili anche da noi. Nel Regno Unito, la principale realtà cari-tativa impegnata nella lotta all’HIV, la NAT, ha lanciato l’ha-shtag #RethinkHIV per sfatare i tanti stereotipi tra i quali:“l’HIV non si trasmette con un bacio”. Se si vuol fare di più,vi suggeriamo di cercare in rete worldaidsday.org e, nellasezione “fundraising”, scoprire come potersi attivare nellalotta ai pregiudizi. E in Italia? Vi scriviamo a meno di diecigiorni dalla giornata mondiale, ma sono ancora poche le ini-ziative annunciate sul web. Vi possiamo segnalare i contattidai quali poter ricevere risposte competenti: @Lila_italia(account twitter di LILA Onlus - lila.it) e @Anlaids (Associa-zione Nazionale per la Lotta all’AIDS - anlaidsonlus.it). Dientrambi esistono anche pagine su facebook. La LILA halanciato anche la campagna “Fatti un regalo, fai il test!” cheterminerà il 6 dicembre ed è volta alla raccolta fondi trami-te Sms solidali al numero 45504. Il raccolto sarà investitonella diffusione del test rapido salivare per l’HIV che con-sente una diagnosi tempestiva. Un ultimo suggerimento èquello di indossare un fiocco rosso, scelto come simbolodella lotta all’HIV/AIDS. Rosso poiché rappresenta il senti-mento di compassione per le persone affette da HIV.

Chiara Ferrarelli

Bevo o non bevo? Questo è il dilemma! L’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità ha su-perato questo dilemma e sostenendo che

assumere alcol, attraverso bevande come il vino,la birra, i superalcolici, è un comportamento ri-schioso per la salute. L’alcol, infatti, è un tossico(e non un nutriente), potenzialmente cancerogenoe psicoattivo, cioè capace di modificare il pensie-ro, le emozioni e il comportamento, favorendonon di rado processi di dipendenza fisica e psichi-ca. Per informare sui rischi correlati all’uso eabuso di alcol e per offrire un aiuto concreto con-tro la dipendenza, nella zona dei Castelli esistonoi “Club Alcologici Territoriali”(C.A.T.): si tratta di spazi d’in-contro, in riservatezza e amicizia, per coloro che desidera-no affrontare i loro problemi con l’alcol. I Club sono un se-me di cultura nuova, analcolica, per sentirsi più liberi e se-reni di dire, di fronte ad un brindisi, “No, grazie! Non bevopiù !”, e rappresentano un nuovo approccio alle bevande al-coliche nell’area dei Castelli Romani. Per informazioni suiCAT è possibile rivolgersi al Servizio per le Dipendenze delDistretto ASL RM H2 che si trova a Genzano di Roma, inPiazzetta Ospedale Vecchio, 2 o contattando i numeri:06/93274681 - 06/93274680. Riguardo l’assunzione di be-vande alcoliche, è chiaro che maggiore è il consumo, mag-

giori sono i rischiper la salute, indi-viduale e pubblica.Inoltre, la ricercascientifica “libe-ra”, non finanziatadalle lobby dell’al-col, spiega che nonè più possibile di-stinguere tra unuso “buono”, sicu-ro, totalmente pri-vo di rischi e un

uso “cattivo” cioè dannoso e comunemente definito abuso.Altro aspetto messo in luce dalla ricerca è che i problemi al-colcorrelati, come patologie fisiche e invalidità, disagio fami-liare, incidenti stradali e sul lavoro, assenteismo e ingenti co-sti economici per le cure sanitarie e sociali, non dipendonosolo dal bere di un piccolo gruppo di persone, i cosiddetti al-coldipendenti, ma soprattutto dai consumi generali di alcolda parte di tutta la popolazione e, cioè, dal bere di tutti. Per-tanto, ognuno, in un’ecologia di corresponsabilità, è invitato ariflettere criticamente sul proprio personale consumo di be-vande alcoliche in quanto tutti sono responsabili di tutti.

Cristina Polimeno

CASTELLI IN ACQUAUn nuovo approccio alle bevande alcoliche nell’area dei Castelli Romani

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appunti16

APPUNTAMENTI03 DICEMBRERitiro spirituale mensile del cleroSeminario vescovile, ore 9.30.

05 DICEMBREPresentazione dell’Enciclica Laudato si’Il vescovo presenterà il testo del documento alleore 16.00 nella parrocchia S. Giuseppe sposo diMaria in Pavona.

06 DICEMBREAnniversario della morte S.E. Mons. Raffaele Ma-cario, ultimo Vescovo diocesano defunto (1993)

07 DICEMBREOrdinazioni sacerdotaliIl vescovo ordinerà presbiteri i diaconi KenenthMeneses e Valerio Messina. La Celebrazione euca-ristica si terrà presso la Basilica Cattedrale alleore 18.00.

08 DICEMBREImmacolata Concezione della B.V. Maria

• XLIV anniversario dell’ordinazione episcopale dimons. Dante Bernini, vescovo emerito di Albano.• Raccolta diocesana per la costruzione dellenuove chiese (zona colli e mediana)

09 DICEMBREFormazione dei diaconi permanentiSeminario vescovile, ore 18.30.

12 DICEMBRERiunione dei direttori degli uffici pastoraliCuria diocesana, ore 10.00.

13 DICEMBRE• Anniversario dell’ordinazione sacerdotale dipapa Francesco• Apertura della porta santa nella nostra cattedraleL’appuntamento per tutti i fedeli è alle ore 16.45presso la parrocchia di Santa Maria della Stella.da qui partirà la processione fino alla cattedraledi San Pancrazio dove il vescovo aprirà la PortaSanta. Sarà possibile seguire la celebrazione an-che nel teatro della cattedrale.

14 DICEMBRERiunione dei vicari territorialiCuria vescovile, ore 10.00.

17 DICEMBRE• Genetliaco di papa Francesco• Riunione del consiglio presbiteraleSeminario vescovile, ore 10.00.

19 DICEMBREConsiglio pastorale diocesanoSeminario vescovile, ore 9.30.

22 DICEMBREGenetliaco del nostro vescovo

23 DICEMBRE 6 GENNAIOChiusura degli uffici di curia

25 DICEMBRENatale del SignoreBeato Matteo di Reims, vescovo di Albano

27 DICEMBRESanta famiglia di Nazareth

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Alessandro Cardinale, Massimo Castellucci, Manuel DeSantis, Chiara Ferrarelli, Valentina Lucidi, Francesco Maca-ro, Calogero Manganello, Francesco Minardi, Monia Nico-letti, Lucia Orizio, Antonello Palozzi, Cristina Polimeno,Franco Ponchia, Nicola Riva, Giovanni Salsano, Tomaso Ur-sini, Michel Van Parys, Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Vecchia di Grottaferrata, 400047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 26.11.2015

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 8, numero 76 - novembre 2015

IN UDIENZA DA PAPA FRANCESCO

In occasione del 50° anniversario della Fisc (Federazioneitaliana settimanali cattolici) alla quale aderisce il nostrogiornale, il 9 apri-

le 2016 ci saràun’udienza con papaFrancesco aperta atutti i lettori. Saràquesta un’occasioneper vivere il Giubileocon Papa Francescoa Roma.Per quel sabato in-

fatti è in calendario un evento giubilare rivolto in particolare adiocesi, associazioni e movimenti. A coloro che aderiranno al-l'evento giubilare insieme alla celebrazione del 50° della Fiscverranno riservati dei posti a sedere. L'occasione è preziosaper tutti i nostri lettori. Non ci sono limiti al numero dei pelle-grini ma per l’accesso in piazza San Pietro è necessaria la pre-notazione che dovrà essere fatta attraverso la redazione di Mil-lestrade inviando un’email a [email protected]:informazioni su orari ed eventuali autobus saranno forniti ap-pena la Fisc li renderà noti.