Presenza XVI 06 novembre-dicembre 2015

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p resenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE numero 6 - anno XVI novembre-dicembre 2015 Ateneo Il premio Gemelli ai migliori laureati Dies Academicus A Brescia cinquant’anni di Università Cattolica Postcards Dalle Ande a Cape Town le esperienze degli studenti NAZ/350/2008 DCOO53793 UN NUOVO PATTO per l’Europa Il nuovo anno accademico è stato inaugurato dal presidente Mario Draghi, che ha spiegato: occorre rafforzare l’Unione per farla prosperare e la Bce è pronta ad aumentare il QE. Parlano alcuni economisti dell’Ateneo In caso di mancato recapito inviare al CMP/ROSERIO per la restituzione al mittente previo pagamenti resi.

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Draghi: un nuovo patto per l’Europa - Dall’Italia alla Cina investendo nel futuro - Il Premio Gemelli ai migliori laureati - Il Collegio S. Isidoro spegne 60 candeline - Brescia, Dies Academicus speciale per i 50 anni - Banche e assicurazioni, summit in Cattolica - L’idea di Maïla: un forum mondiale del dialogo - Padre Lazzarotto riceve il premio Matteo Ricci - Roma, inaugurazione con il ministro Lorenzin - Stili di vita, universitari rimandati - A lezione dai big della fisica - Cantone: la corruzione si deve prevenire - VP, letture per nutrire lo spirito

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presenzadell’UNIVERSITÀ CATTOLICADEL SACRO CUORE

numero 6 - anno XVInovembre-dicembre 2015

AteneoIl premio Gemelliai migliori laureati

Dies AcademicusA Brescia cinquant’annidi Università Cattolica

PostcardsDalle Ande a Cape Townle esperienze degli studenti

NAZ/350/2008DCOO53793

UN NUOVO PATTOper l’Europa

Il nuovo anno accademico è stato inauguratodal presidente Mario Draghi, che ha spiegato:

occorre rafforzare l’Unione per farla prosperaree la Bce è pronta ad aumentare il QE.Parlano alcuni economisti dell’Ateneo

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Via Lanzone 24 - Milanoucstore.universtore.it

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n.6/duemilaquindiciRivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampadell’Università Cattolica, in collaborazionecon il Master in Giornalismo, con lapartecipazione del Servizio Pubbliche relazionidell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori© 2001 - Università Cattolica del Sacro Cuore

DIRETTORE Franco AnelliRESPONSABILE Gerardo FerrariCOORDINATORIGraziana Gabbianelli, Fausto Maconi

COMITATO REDAZIONALEKatia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti,Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli,Emanuela Gazzotti, Antonella Olivari

HANNO SCRITTOCarla Alecci, Francesco Altavilla, Katia Biondi,Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Graziana Gabbianelli, Rita Italiano, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Giada Meloni, Antonella Olivari, Emiliana Stefanori, Maria Villano, Matteo Zorzoli

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONEUniversità Cattolica del Sacro CuoreL.go Gemelli, 1 - 20123 - MILANOtel. 0272342216 - fax 0272342700e-mail: [email protected]

REDAZIONE ROMANAL.go Francesco Vito - 00168 - ROMAtel. O630154295

Autorizzazione del Tribunale di Milanon. 94 del 5 marzo 1969

PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni

IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt

FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image

STAMPA Tiber spa - Brescia

Questo periodico è associato all’USPIIl numero è stato chiuso in redazioneil 27 novembre 2015

SOMMARIO

04 - Draghi: un nuovo patto per l’Europa

08 - Dall’Italia alla Cina investendo nel futuro

12 - Il Premio Gemelli ai migliori laureati

13 - Il Collegio S. Isidoro spegne 60 candeline

14 - Brescia, Dies Academicus speciale per i 50 anni

15 - Banche e assicurazioni, summit in Cattolica

16 - L’idea di Maïla: un forum mondiale del dialogo

17 - Padre Lazzarotto riceve il premio Matteo Ricci

20 - Roma, inaugurazione con il ministro Lorenzin

21 - Stili di vita, universitari rimandati

23 - A lezione dai big della fisica

26 - Cantone: la corruzione si deve prevenire

30 - VP, letture per nutrire lo spirito

Presenza è sfogliabile anche online suwww.unicatt.it/presenza

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LA VITA ADULTA DEGLI STUDENTI

qui riuniti oggi è stata se-gnata dalla crisi: una crisifi nanziaria globale di unadimensione che molte ge-nerazioni, più fortunate,

non hanno mai dovuto sperimen-tare; una crisi economica europeadurata troppo, da cui stiamo soloora gradualmente emergendo e cheha sottoposto a notevole prova lasolidità dell’Unione Monetaria Eu-ropea».

Alternando i toni del banchierea quelli del volto dell’Unione Eu-ropea, il presidente della BancaCentrale Europea, Mario Draghi,

ha tenuto la sua prolusione in AulaMagna – lo scorso 5 novembre per l’inaugurazione dell’anno accade-mico 2015/2016 all’Università Cat-tolica – concentrando l’attenzione sul ruolo centrale che avranno legenerazioni future, che hanno su-bito direttamente i «gravi errori nelle politiche degli Stati naziona-li, anche a causa di manchevolez-ze nell’architettura istituzionaleeuropea», una situazione che hacreato «un numero inaccettabile didisoccupati».

Il Draghi banchiere non ha poimancato di accennare al QE, ilQuantitative Easing, il riacquisto

di titoli governativi dell’area euroda parte della BCE, che è pronto ad essere intensifi cato per rafforzare la crescita economica.

Ha spiegato come il programmaELA, con cui la BCE ha fornito li-quidità di emergenza alle bancheelleniche nella fase più acuta dellacrisi (arrivando fi no a 127 miliardi, il 71% del PIL greco), «era l’unicastrada compatibile con lo Statuto e il Trattato, l’unica che ha preserva-to l’integrità della moneta».

Concludendo ha ripreso il di-scorso politico e ha evidenziato che «la stabilità monetaria è una con-dizione necessaria per la prosperità

di Matteo Zorzoli

Il nuovo anno accademico è stato inauguratodal presidente della Bce, che ha spiegato:

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INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO: IL DISCORSO DEL RETTORE

Capitale umano e conoscenza per vincere la crisi

ANCHE LE UNIVERSITÀ non sisottraggono alla crisi che

tormenta il mondo» queste pa-role, pronunciate nel 1931 da Padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica, sono state riproposte, lo scorso 5 novembre,dal rettore Franco Anelli, nel corsodella cerimonia di inaugurazionedell’anno accademico 2015-2016 dell’Ateneo del Sacro Cuore. La loro attualità, secondo il Rettore, consiste nel fatto che: «i pericoli segnalati da Padre Gemelli sono gli stessi che preoccupano oggi. La pressione verso l’omologazione dei processi formativi esercitata dall’e-sigenza di trasmettere competenze “spendibili” sul mercato, e il rischiodi perdita di originalità di una ri-cerca scientifi ca sostenuta fi nanzia-riamente solo in quanto tendentea sviluppare tecnologie applicabili nei processi produttivi».Per il Rettore, reagire, in modopropositivo, a tale tendenza èanche il modo con cui gli atenei possono contribuire, in modo origi-nale, a un più deciso superamento della crisi iniziata nel biennio 2007-2008 che, secondo Anelli, «non è stata solo una crisi fi nanziaria, ma una crisi culturale, si potreb-be dire antropologica», avendo messo in discussione «un modelloantropologico, quello dell’homooeconomicus, razionale, individua-lista, che si muove in un mercato perfetto». Occorre, perciò, puntaresu un’idea di “educazione”, intesacome «sapere di lungo periodocapace di costruire un’intelligenzacreativa, e quindi sulla valorizzazio-ne del “capitale umano”», fattoredecisivo, quest’ultimo, specialmen-te in un’economia «fondata sullaconoscenza». In questa prospettiva, le università, afferma il professor Anelli, non possono «eludere il loro ruolo di fattore propulsivo della trasformazione» Muovendo da queste premesse, il Rettore ha poi dedicato buona parte del suo discorso inaugurale a illustrare le linee guida e alcune delle principali iniziative di unarinnovata progettualità volta a consolidare, in futuro, la posizio-ne dell’Ateneo e a cogliere nuove opportunità di crescita. Due, in particolare, gli impegnativi risultati che, a lungo inseguiti, sono statifi nalmente raggiunti: «il completa-

mento della complessa operazionedi ridefi nizione dell’assetto orga-nizzativo e giuridico del Policlinico Agostino Gemelli» e l’acquisizione

della Caserma Garibaldi di piazza Sant’Ambrogio a Milano. Il primo obiettivo, conferendo reciproca autonomia ad attività – quella di-dattico-scientifi ca e quella assisten-ziale – che si muovono in ambiti regolati da normative e da logiche gestionali assai differenti, consen-tirà di rilanciare, su nuove basi, l’inscindibile legame tra l’Ateneo e il Policlinico Universitario, che continuerà a essere «l’Ospedale dell’Università Cattolica, capace di coniugare eccellenza nella ricerca scientifi ca, qualità della cura, atten-zione alla persona e solidarietà, nel contesto di una gestione orientata all’imprescindibile obiettivo della sostenibilità economica.» Il secondoobiettivo, invece, oltre a soddisfare il bisogno di nuovi spazi, concen-trando attività oggi dislocate in varistabili, permetterà «di realizzare il progetto di un grande campus urbano» nel cuore di Milano. Un evento carico, secondo il Rettore, anche di un importante signifi cato simbolico: «la trasformazione in un luogo di studio e cultura di un fab-bricato destinato in origine a scopi militari, che diventerà centro diaffl usso di giovani italiani e stranie-ri, vitale, animato e ricco di offerte culturali estese all’intera città».Riguardo la situazione attualedell’Ateneo Anelli ha fornito alcunealcune cifre interessanti: le imma-tricolazioni sono cresciute di oltre il 4% in un periodo di generale calo;

il 76,6% dei laureati è occupato aun anno dalla laurea (cifra che sale al 93,2% dopo tre anni). Il Rettore ha poi tenuto a sottolineare come,

pur in un periodo di ristrettezze economiche, l’Ateneo sia riuscito a garantire la copertura per tutte le borse di studio agli aventi diritto,supplendo in tal modo alle gravi carenze delle risorse pubbliche per il diritto allo studio, avendo stanziato a tale scopo 1,4 milioni di euro. Una misura che ha consen-tito anche agli studenti che, per effetto della discutibile modifi cazio-ne dei parametri Isee, non avreb-bero ottenuto alcun aiuto, di essere concretamente sostenuti nel loropercorso di studi. Il rettore Anelli ha poi illustrato le attività di ricerca dell’Ateneo (per un ammontare di circa 31 milioni di euro) e i principali dati relativi all’offertaformativa: 42 lauree triennali, 48 magistrali, 6 corsi a ciclo unico e oltre 130 master. Numeri e risultatiimportanti, che testimoniano gli sforzi compiuti per dare continu-ità e futuro alla nostra prestigiosatradizione e che rappresentano una incoraggiante base di partenza, sulla quale innestare, ha spiega-to il Rettore, un piano strategico pluriennale di sviluppo che vedrà il coinvolgimento di tutte le compo-nenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il testo completo del discorso del Rettore pronunciato nel corso della cerimonia di inaugurazione è pubblicato all’indirizzo www.cattolicanews.it/inaugurazio-ne-dell-anno-accademico

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nell’economia, ma non suffi -ciente». Sull’a-genda puntual-mente defi nita ci dovrà essereil «nuovo patto, un processo isti-tuzionale in gra-do di conseguirerisultati concre-ti».

Riguardo alla stabilità monetariail preside della facoltà di Scienzebancarie, fi nanziarie e assicurati-ve dell’Università Cattolica Elena Beccalli commenta come propriocon le parole “whatever it takes”,pronunciate nel corso della con-ferenza stampa del 26 luglio 2012,il Presidente della Banca CentraleEuropea Mario Draghi ha fermatola fase acuta della crisi dell’euro:«ad essere fondamentale è stata lasua determinazione. La determina-zione ad utilizzare ogni strumentodisponibile, non esplicitamenteescluso dallo Statuto, per assicu-rare la stabilità dei prezzi. Deter-

minazione dimostrata anche inseguito con la decisione, adottataa maggioranza, di intraprendere ilprogramma di Quantitative Easing.Esso consiste nell’acquisto di titoli(in particolare di Stato) sul mercatosecondario; acquisto fi nalizzato asostenere l’infl azione e che ha an-che consentito di contenere gli ef-fetti sui mercati della crisi greca».

Una determinazione, che secon-do la preside Beccalli, ha trovatonuova conferma nelle parole dellaprolusione pronunciata dal Presi-dente della BCE in Cattolica: «qua-lora la BCE si convincesse che conl’indebolirsi dell’economia mon-diale il piano non sarà più effi cace, esamineremo le modalità con cuiintensifi carlo per conseguire il no-stro obiettivo».

Riguardo all’obiettivo fonda-mentale della Bce di ristabilire iltasso medio di infl azione ad un li-vello prossimo al 2% e alle tempi-stiche di attuazione del programmadi Quantitative Easing , il professor Marco Lossani, docente di Econo-mia Politica e direttore del Labora-

torio di Analisi Monetaria dell’A-teneo, sottolinea come proprio pervia del fatto che l’infl azione al con-sumo è ancora inferiore all’obiet-tivo del 2% non è da escludere la possibilità – peraltro anticipata più volte dal presidente Draghi – che lo stesso programma di QuantitativeEasing venga ulteriormente espan-so già nei prossimi mesi.

Il motivo per cui si sta cercandoin ogni modo di ripristinare un’in-fl azione prossima al 2% è quello discongiurare in modo pressochè de-fi nitivo il rischio di defl azione (cheera invece ancoraelevato un annofa di questi tem-pi). Un livellodei prezzi in calosarebbe infatti e s t r e m a m e n -te pericolosoall’interno di uncontesto – comequello dell’Eu-rozona – in cui ildebito (privato e pubblico) è ancora presente in grande quantità.

Elena Beccalli

Marco Lossani

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LA MESSA IN SANT’AMBROGIO

L’omelia di Scola: ritrovareun sapere consapevole

TI PREGO, SIGNORE, fa’ che io gustiattraverso l’amore quello che gusto

attraverso la conoscenza, fammi sentire attraverso l’affetto, ciò che sento attraverso l’intelletto; attirami tutto al tuo amore». Il cardinale Angelo Scola, nella doppia veste di arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo, sceglie la preghiera che Sant’Anselmo recitava prima di inizia-re a studiare, come monito da rivolgere agli studenti dell’Università Cattolica presenti, lo scorso 5 novembre, alla Santa Messa di inizio anno accademico celebrata nella basilica di Sant’Ambrogio.L’arcivescovo di Milano ha quasi intera-

mente dedicato la sua omelia al tema della sapienza e dei saperi spiegando che «il senso di un sapere che, per chi crede, non può essere distinto dalla sapienza basata su Cristo» e citando un passaggio di un di-scorso pronunciato da Benedetto XVI du-rante la sia visita a Milano nel 2012: «Oggi con questo gesto vogliamo immergerci nella sapienza di un Cristo per meglio affrontare il compito di apprendimento einsegnamento in questa Università. Infatti tale sapienza è ciò che fonda ogni altro sapere e lo illumina». Insomma un sapere consapevole che sottolinea il cardinale Scola «indica il signifi cato del quotidianoimpegno di quanti, con diversi compiti e funzioni, agiscono nell’Ateneo».A concelebrare con Angelo Scola anche il vescovo ausiliare Erminio De Scalzi e l’assistente ecclesiastico dell’Ateneo del Sacro Cuore Claudio Giuliodori, che nel suo indirizzo di saluto all’inizio della cele-brazione eucaristica, ha rilevato la necessitàdi «consolidare i lusinghieri risultati fi noad ora raggiunti, confermati anche da unulteriore incremento delle immatricola-zioni, e di affrontare nuove e inedite sfi denello scenario di un Paese e di un sistemauniversitario che sicuramente non agevo-lano chi vuole spendersi per la libertà dieducazione e l’alta formazione delle nuovegenerazioni».

Durante il discorso, il presiden-te della BCE ha parafrasato Gal-braith: «È stata rivolta così tanta

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attenzione al nostro impegno peruna moneta solida che, si è pensatotroppo poco ad altre cose. Dobbia-mo ora guardare avanti, muovendodalla stabilità per avanzare verso laprosperità». In altre parole si trat-terebbe – spiega il professor Mar-co Lossani – di tornare a pensare ainvestire e innovare – veri motoridella prosperità nel più lungo pe-riodo – anziché pensare (troppo) ai problemi posti dalla instabilità deiprezzi.

Per raggiungere la stabilità deiPaesi dell’Eurozona si è molto par-lato ultimamente della possibili-tà di istituire un’agenzia di rating europea – sulla scia della proposta di review indipendenti avanzatada Goodhart, che peraltro richie-derebbe la soluzione di delicatequestioni di governance – invecedi affi darsi ad agenzie americaneprivate che hanno perso credibilitànegli ultimi anni e possono cau-sare diversi danni (ad esempio ilcaso della Lehmann Brothers cheha continuato a mantenere il rating “A” fi no al 15 settembre del 2008,il giorno del suo fallimento; mentrealcuni prodotti di Lehman, come i derivati e i fondi, erano valutati ad-dirittura con la tripla A, al pari deiBund tedeschi).

Secondo la professoressa Bec-calli, in tale contesto merita atten-

zione la Diretti-va in materia diagenzie di rating adottata in Eu-ropa, recepita inItalia nel maggio2015. Essa è fi -nalizzata ad evi-tare l’eccessivadipendenza dallevalutazioni delleagenzie di rating e l’affi damen-

to esclusivo e meccanico ai rating esterni da parte degli enti pensio-nistici, dei gestori di organismi diinvestimento collettivo in valorimobiliari e di fondi di investimen-to alternativi in sede di effettuazio-ne dei propri investimenti.

Un’operazione di “trasparenza”:è quanto ritiene la professores-sa Anna Maria Fellegara, presidedella facoltà di Economia e Giuri-sprudenza nella sede di Piacenzadella Cattolica, debbano compierele agenzie di rating. I “punteggi”assegnati dalle agenzie di rating sibasano infatti su algoritmi interni

di valutazione del merito crediti-zio di un soggetto, attraverso un sistema di indicatori che utilizzanoinformazioni qualitative e quanti-tative, che consente di arrivare adun “voto fi nale” rappresentato dauna lettera (dalla A alla D), talvol-ta accompagnata da segni algebricio da numeri (nel linguaggio tec-nico, i notch, cioè i diversi livelli intermedi). Come è noto la triplaA indica il massimo merito credi-tizio, mentre la D testimonia unasituazione tecnica di default, valea dire di impossibilità da parte diun soggetto di ripagare, nei tempie nei modi stabiliti, il proprio de-bito. Esistono differenze signifi ca-tive tra gli algoritmi e gli indicatori utilizzati dalle agenzie (Standard &Poor’s, Moody’s e Fitch) e quindipotrebbe accadere che i giudizi di-vergano, sia pure in maniera nonparticolarmente signifi cativa, ma ugualmente incidente nell’impattoche essi possono avere sul mercatodei capitali. La cosa fondamentale, secondo la preside Fellegara, sa-rebbe quello di arrivare ad una verae propria disclosure nei metodi dicalcolo, rendendo così trasparentie comprensibili a tutti gli investi-tori i sistemi di valutazione. L’im-portanza del rating sta nel suo va-lore “puntuale” ma il risultato nondeve essere fuorviante e, soprattut-to, occorre ricordare che esso puòmutare nel corso del tempo.

Aldilà degli aspetti tecnici, purfondamentali in sistemi complessicome quello attuale, il Presidente Draghi ha chiaramente eviden-ziato, una forte attenzione al futu-ro. Fellegara si dice convinta che un’Europa in una fase storica dideclino, attraversata dai fermentidelle nuove culture e da profondicambiamenti sociali, deve affron-tare con consapevolezza e maggioreattenzione ai fattori positivi quali loscambio, l’inculturazione, l’acco-glienza, la sfi da del cambiamento.

Uscire dall’Unione Europea oprenderne le distanze rispetto allepolitiche comuni, signifi ca noncredere più che l’Europa possa ave-re un ruolo negli equilibri mondialie indebolire il delicato rapporto tral’ Occidente e i nuovi modelli eco-nomico-sociali che si affaccianoalla storia.

Il testo completo della prolusione tenuta dal Presidente Mario Draghi nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è pubblicato all’indirizzo http://www.cattolica-news.it/inaugurazione-dell-anno-ac-cademico

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Anna Maria

Fellagara

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FARE CARRIERA nel mondodell’impresa non è solamenteuna questione di hard skills, che si possono apprendere in un qualsiasi esame universi-tario, ma anche e soprattutto

una questione di soft skills, di capacità relazionali, di adattabilità al lavoro in team, di fl essibilità e di fi ducia che ci si guadagna con la costanza». Lo af-ferma Matteo Giovannini, laureato in Economia e commercio all’Uni-versità Cattolica di Milano, che sulla base di questa sua convinzione ne ha fatta di strada, e ora vive e lavora a Pechino come Senior Manager pres-so ICBC Financial Leasing (la società di leasing fi nanziario della bancaICBC).

Trentino d’origine, nel 2000 deci-de di trasferirsi nel capoluogo lom-bardo per gli studi universitari. «La scelta di studiare a Milano è scaturita dal desiderio di uscire da una picco-la realtà come quella di Trento, dove sono nato e cresciuto, per maturare attraverso un percorso che mi con-sentisse di guadagnare indipenden-za. La scelta di studiare in Cattolica è invece riconducibile ai valori unici che questa Università è in grado di trasmettere e che non ho riscontra-to in nessun altro Ateneo». Così lo studente Giovannini trascorre cin-que anni intensi nell’Ateneo di Largo Gemelli dove oltre a frequentare le lezioni e a studiare per gli esami «in-vestivo su me stesso con corsi di in-formatica e di lingue straniere offerti dai centri Cida (Centro Informatico d’Ateneo) e Selda (Servizio Lingui-stico di Ateneo)».

Dopo aver conseguito una laureaa pieni voti e un master in Manage-

ment multimediale, nel 2006 Gio-vannini inizia il proprio percorsolavorativo prima con uno stage inMediaset come Business Analyst epoi in Mondadori dove lavora percirca sette anni occupandosi di Con-trollo di gestione e contabilità.

«Durante gli anni in Mondadoriho maturato un interesse per la Cinaattraverso lo studio della lingua pres-so l’Istituto Confucio – ricorda Mat-teo Giovannini – tanto che nel 2013,grazie a una borsa di studio, trascorroun anno nella città di Dalian (nord estdella Cina) per perfezionare la lin-gua. Mentre mi trovavo a Dalian hofatto domanda per l’ammissione a unfull time MBA alla Peking University che mi ha permesso di prolungareil mio soggiorno in terra cinese e dirinforzare ulteriormente il mio cur-riculum». Ripensando a quel perio-do Giovannini ammette che la sceltadi lasciare l’Italia per trasferirsi inEstremo Oriente non è stata una pas-seggiata. «Andare a vivere in un Pae-se così lontano per lingua e cultura èstato diffi cile. Il vero problema è statol’adattamento alla cultura e alle abi-tudini della quotidianità. Ma oggi, ri-pensando all’anno trascorso a Dalian,comprendo che è stata un’esperienzache mi cambiato totalmente a livelloumano e che è stata formativa per lasuccessiva esperienza – che sto an-cora vivendo – a Pechino, dove tuttoè più internazionale e non sento piùalcuna barriera a livello culturale».

Durante l’MBA a Pechino, Giovan-nini coglie al volo la segnalazione daparte dello staff accademico che labanca ICBC stava cercando di creareun team internazionale per i pianidi espansione all’estero e nello spe-

cifi co in Europa e America Latina.Inviata prontamente la candidatura,dopo 3 round di interviste (in ingle-se e in cinese) e un admission test alcomputer, riceve l’offerta di impiegocome Senior Manager. Un bel suc-cesso che lo porta di base a Pechinoma molto spesso in viaggio all’esterocon l’obiettivo di ampliare il portafo-glio clienti dell’azienda.

Ripensando alla sua Universitàdalla lontana Cina, Matteo Giovan-nini sottolinea in particolare come«studiare in Cattolica sia stato unmomento di importanza enorme nelmio percorso di formazione, poichéha coinciso con la mia prima veraesperienza di vita lontano da casa,con un metodo di studio diverso daquello delle scuole superiori e con lediffi coltà di convivenza che si hannocon coetanei di provenienza diffe-rente. L’esperienza di studio in Cat-tolica è stata importante inoltre per lapossibilità che mi ha dato di allargaresensibilmente il mio network di con-tatti, frequentando le varie lezioni epartecipando ad eventi sportivi, cul-turali, sociali organizzati dall’Ateneo.In quegli anni ho acquisito una sicu-rezza interiore dovuta alla responsa-bilità che i docenti ci affi davano nelprepararci per gli esami e che i geni-tori ci affi davano nel non deludere leloro speranze ed i loro investimenti,nonché alla responsabilità che noistessi avevamo nello scrivere il no-stro futuro ben sapendo che stavanelle nostre mani».

Tra i tanti docenti ricorda in modospeciale i professori Luigi Campi-glio, Marco De Marco, Luigi Staf-fi co, Duccio Regoli e i Franco Dalla Sega. «Ho altresì un bellissimo ri-

di Graziana Gabbianelli

Rimettersi in gioco dopo una laurea, uno stage, un master e un lavoro in una grande azienda.

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Inseguendo un sogno internazionale gg

e investendo nel proprio futuro in Cinag gg g

la grande occasioneMANAGER IN CINA

ne ha fatta di strada

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9PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

cordo del professor Piero Toso – ag-giunge Matteo Giovannini – che, no-nostante non sia stato mio docente,ha contribuito grazie alla sua grandeesperienza, come direttore generalein imprese multinazionali, a indi-rizzarmi verso lo studio delle linguecome strumento per lo sviluppo del-la carriera oltre confi ne. Desideroinoltre ricordare Alberto Bazzan,mio docente di Economia e gestionedelle imprese internazionali che hoavuto anche nella commissione per latesi insieme con il professor RenatoFiocca, in quanto ha creduto in me emi ha consigliato di intraprendere unMBA all’estero».

Ma c’è una cosa a cui tiene partico-larmente Giovannini e che vuole farsapere agli attuali studenti dell’Uni-versità Cattolica: «molti ragazzi con-siderano gli esami di Teologia unaperdita di tempo, io invece ritengoche siano stati fondamentali per laformazione di valori interiori cheancora oggi mi accompagnano. La-vorando nella fi nanza si sente spesso

parlare di etica e morale e non possonon ricordare gli insegnamenti ap-presi attraverso quegli studi».

Malgrado ritenga sia diffi cile dareconsigli agli studenti che si appre-stano ad iniziare o a terminare i lorostudi accademici, dato il differentemomento storico, «quando fre-quentavo io le lezioni mai avrei pen-sato che un giorno mi sarei ritrovatodall’altra parte del mondo. Avevoinfatti come sogno quello di entrarein una grossa azienda italiana a Mila-no e di fare carriera all’interno dellastessa» agli studenti fa presente che«oggi il mondo è completamentedifferente, molto più complesso pervia della globalizzazione ma anchegeneroso di opportunità per chi siprepara con anticipo e sa cogliere leopportunità che via via il percorsooffre. Sono convinto che un giovaneoggi deve formarsi in Italia, dove ilsistema scolastico è tra i migliori, epoi fare esperienza all’estero in con-testi che consentano di crescere».

Dal suo osservatorio speciale di

Pechino Giovannini riporta l’esem-pio della Cina, dove la manovalanzaè abbondante e c’è pertanto granderichiesta di fi gure manageriali: «LaCina nel gestire l’immigrazione èestremamente intelligente. Offre in-fatti la possibilità di ottenere dei vistiper la permanenza a lungo termine econ tasse nettamente più basse pergiovani talenti con alto livello di sco-larizzazione (normalmente master,MBA o PHD). I giovani italiani hannomolta intraprendenza e sono moltopragmatici e determinati, conoscopersonalmente professionisti chestanno facendo carriere eccezionaliall’estero. I giovani di oggi – i cosid-detti millennials – hanno compresomolto bene che il mercato del lavorodi una volta non esiste più. Il mercatoè più dinamico e competitivo. Vivia-mo in quella che è defi nita “econo-mia della conoscenza” dove rispetto aun tempo si è inondati dalle informa-zioni, quindi la bravura sta nel sele-zionare le informazioni rilevanti perla propria attività».

Matteo

Giovannini

all’entrata

della

Peking

University

dove ha

svolto il

suo MBA

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postcards

Gli studenti della Cattolica protagonisti dei programmi di studio e stageall’estero raccontano a “Presenza” la loro esperienza.

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Scrivete a: [email protected] pp

10 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Giulia Cegani*La valigia delcooperante

UN’AFRICA NUVOLOSA e caotica: non posso dimenticareil primo impatto con

Yaoundé, la meta del mio Charity Work Program, anche se nel mese e mezzo di volontariato abbiamovissuto in una piccola oasi.

Il Coe, la Ong italiana che dapiù di cinquant’anni opera inmolti Paesi nel mondo, è situatoin un quartiere non distante dalcentro della capitale del Came-run, sul pendio di una delle colli-ne che circondano la città. Ha una struttura ben articolata poiché al suo interno il centro ospita un reparto maternità, funzionanteventiquattro ore su ventiquattro, che accoglie sia le mamme delquartiere sia le molte altre donne che provengono da varie partidella città.

La struttura del Centre d’Ani-mation Sociale et Sanitaire (Cass)è conosciuta poiché ha sempre scelto di garantire le prestazioni mediche a prezzi contenuti, adifferenza degli ospedali statali in cui ci si deve assicurare di poter pagare prima di esserecurati. Il Coe inoltre da molti annipromuove la cura del virus Hiv attraverso il monitoraggio delle mamme sieropositive, e questo

ha portato ad azzerare il numerodi bambini che nascono affettidal virus. L’approccio vincente èdeterminato dalla cura integrale delle persone che si rivolgono aldispensario sanitario, dalla partemedica prima di tutto, alla curapsicologica. La struttura poi vantadiversi ambulatori che forni-scono le prestazioni sanitarie seigiorni alla settimana e si sta ulti-mando la costruzione di un nuovo reparto all’interno del centro.

L’altra attività che si svol-ge al Coe è l’animazione per iragazzi del quartiere, che crea unrapporto stabile e di fi ducia trale famiglie dei bambini e degliadolescenti che frequentano il Cass e gli animatori. Duran-te l’anno vengono organizzatilaboratori di teatro, incontri dicineforum, sport come danza epallavolo ma anche olimpiadi dimatematica che consentono così di avere un centro frequentato dairagazzi durante l’anno e durantele settimane di attività estive.

Nei primi giorni io e il miocompagno di avventura abbiamoavuto l’opportunità di girarenella zona sud-est del Camerun,di visitare le città in cui il Coeha tutti i suoi progetti e i villaggi limitrofi a Yaoundé dove si coltivail cacao, ma per il resto della no-stra esperienza abbiamo vissutonella capitale. Potrei provare a

descrivere Yaoundé attraverso due aggettivi: una città sporca erossa. Camminando per strada si trova spazzatura ovunque, gli scoli che corrono lungo i marciapiedi sono pieni di acqua putrida. MaYaoundé è sporca anche nelle sto-rie raccolte e nelle situazioni che spesso ci siamo trovati a vivere: la sporcizia della corruzione macchia e lascia tracce profonde nella società camerunese, depri-me la voglia di cambiamento cheentusiasma solitamente i giovani studenti che vorrebbero concre-tamente cambiare il loro Paese. Lo sporco purtroppo è capace dibloccare progetti di cooperazio-ne, e a volte lo sviluppo in senso più generale.

A Yaoundé però mi sono riem-pita gli occhi di rosso: i tramontiche colorano il cielo; il rosso che si attacca addosso attraverso la terra polverosa che si posa sui vestiti e che anche dopo averli

lavati non si smacchia. Il rosso èstato quello della passione e delleamicizie che abbiamo trovatoe che ci hanno fatto conoscere la città, spesso attraversando i quartieri a piedi, tante altre volte attraverso i racconti di chi ci è nato e cresciuto.

Non si può negare che ci siano state delle diffi coltà nell’ap-procciarsi al Camerun. C’è stato certamente un incontro con lepersone, con lo stile di vita e con la loro cultura tradizional-mente ricca ma c’è stato anche uno scontro: pensiamo in duemodi differenti e prenderneconsapevolezza è stato impor-tante. L’incontro-scontro è stato fondamentale per me in quantostudentessa di cooperazione ed accettare la differenza è neces-sario per apprezzare la ricchezzache due culture, come quella italiana e camerunese, hanno da darsi vicendevolmente.

Questa esperienza di Charity Work Program mi ha aiutato acapire come sia sbagliato pensare di poter generalizzare quandosi parla di Africa. Ogni Paeseafricano è diverso l’un dall’altro,il villaggio è diverso dalla città, epersino ogni quartiere differiscedall’altro, ha una sua vita, ha un propria gerarchia e organizza-zione. È stato importante avere la p p g g

possibilità di andare “sul campo”

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11PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

e poter vivere tutto questo,constatando come opera una Ong italiana all’estero.

23 anni, di Milano, corso di laurea in Politiche per la cooperazione in-ternazionale per lo sviluppo, facoltà di Scienze politiche e sociali, sede di Milano

Silvia Dander*Viaggio tra le Ande d’ananas e cacao

IL VIAGGIO IN AEREO Milano-Pa-rigi-Lima è stato infi nito eil primo impatto con la città

un po’ traumatico, la città èimmensa ed è divisa in distretti.I primi e gli ultimi tre giorni inPerù li passiamo nella capitale come turisti, visitando il centro storico, il distretto più turistico Mirafl ores e la sede dell’Univer-sità Cattolica.

La vera avventura inizia dopo il viaggio di 20 ore attraverso le Ande e i paesaggi verdi a perditad’occhio, con qualche paesino di case in lamiera o legno epalme di varie specie. Arrivati ad Atalaya, piccola cittadinanella regione di Ucayali, ve-niamo accompagnati nella casadestinata ai volontari all’interno del campus di Nopoki. Le stradesono per la maggior parte di ter-ra battuta e il mezzo di trasportoè il motocarro. La vita scorre molto tranquilla e la giornatalavorativa è legata alle ore di luce. Viene così il momento divisitare le piantagioni di ananas, arancia, cacao, caffè e il vivaiodell’università. L’ingegnerGustavo Callixito ci spiega i vari lavori di gestione per le diversecolture e ci presenta i lavoratori con cui abbiamo collaborato neigiorni successivi. Le giornate passano veloci, piano pianosocializzo con gli operai che ini-zialmente sono un po’ diffi den-ti, ma superato l’imbarazzo sirivelano molto curiosi sulle mieorigini e anche simpatici.

A livello professionale, imparo molto sulla coltivazione dell’ananas, le sue fasi fenolo-giche e la gestione della semina, fertilizzazione e raccolta. Hugo, il responsabile della pianta-gione di cacao, ci spiega comeeseguire l’innesto e la potatura e ci mostra le differenze tra varietà (fi ne per la cioccolateriae non fi ne per la cosmetica).Inoltre ci spiega la gestione del

vivaio di cacao, caffè e arancia ecollaboriamo nella preparazio-ne del campo per la semina diquest’ultima. Visitiamo anchela piantagione di banane epapaya che si trovano su un’i-sola e quindi per raggiungerlanavighiamo lungo il Rio Ucayalia bordo di una piccola barca.Anche qui ci vengono spiegati ivari lavori di gestione a partire dalla semina fi no alla raccolta dei frutti.

Tutti i lavori, esclusa l’ara-tura, sono eseguiti a mano e lepiantagioni non sono facil-mente raggiungibili né risultafacile muoversi tra le piante acausa del terreno in pendenzae ricoperto di foglie, rami eradici. Inoltre le condizioniclimatiche non sono molto favo-revoli, perché in alcuni giornisi suda anche a star fermi e inaltri la pioggia è così forte chedevi interrompere il lavoro. Ma i panorami sono mozzafi ato:sei circondato dal verde che siestende a perdita d’occhio versol’orizzonte e tutto intorno a tesenti il canto di uccelli tropi-cali e puoi ammirare decine difarfalle colorate.

Al termine della giornatala soddisfazione per il lavorosvolto è grande, le informazioniacquisite sulle colture tropicalisono numerose e la lingua risul-ta sempre più comprensibile.Nonostante qualche diffi coltàiniziale di adattamento al loromodo di vivere, è stata un’espe-rienza che rifarei mille volte,perché mi ha fatto crescere come persona. Ho imparatomoltissimo sulle coltivazionitropicali, informazioni chein Italia nessuno mi avreb-be saputo dare e ritengo cheimparare mettendo in pratica èsicuramente meglio che studiaresolamente la teoria sui libri.

24 anni, di Brescia, laureanda in Scienze e tecnologie agrarie, facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, sede di Piacenza

Felicia Vilasi*Avvocato per un mese tra i rifugiati diCape Town

DOPO TRE SCALI e un viaggio tal-mente lungo da farti capiredi essere giunta dall’altra

parte del mondo, io e Liboria arriviamo a Cape Town, questa città meravigliosa all’estrema punta sud del continente africano: estrema come la sua natura, come la sua storia, come l’entusiasmo della sua gente.

Appena il tempo di mettere da parte valigie e incertezze, e diamo inizio a quella che oggi chiamerei una meravigliosa sfi da, un’im-mersione totale nel mondo dello “Scalabrini Centre” di Cape Town,un centro pensato per aiutare i ri-fugiati che hanno bisogno di assi-stenza legale, educazione, supporto economico. Vivere un’esperienza di questo tipo ti scuote dall’in-terno, ti aiuta a capire quali sono le priorità, ti insegna che la vita è qualcosa di straordinario, perché molto spesso, in Africa, vivere è già un gran privilegio.

Durante le consulenze dell’A-dvocacy Team incontri una donna dello Zimbabwe che ti racconta diessere fuggita dalla guerra civile, di aver contratto l’Hiv, di essere stata stuprata ripetutamente. Eppure ha un sorriso contagioso perché oggi ha appena saputo che il suo Appeal è stato accolto e che quindi potrà avere un permesso per restare in Sudafrica con i suoi fi gli, senza più essere costretta a tornare ogni mese a Pretoriaper rinnovare i documenti. Unasoluzione temporanea, è vero, ma qui tanto le certezze non esistono, la vita si vive giorno per giorno. Poi arriva un ragazzo sedicenne che qualche anno fa ha lasciato la sua famiglia in Sudan per scappare dalla guerra, ha il sorriso di chi ha dovuto imparare troppo presto anon aver paura. È un sorriso che

p pp p

ti fa credere che forse è vero cheDio si nasconde dove meno te lo aspetti, nelle parole di chi porta dentro di sé qualcosa di immenso, anche se non lo sa. Oggi però il suo sorriso è spento perché ha appena saputo che il suo permesso di stu-dio è scaduto e che dovrà tornare in Sudan. Non ha denaro, non ha unafamiglia, non ha nessuna certezza nella vita. Eppure ti ringrazia per l’aiuto, prende il suo sacchetto di plastica che probabilmente racco-glie tutto ciò che possiede e torna a casa a studiare perché domani ha

un esame importante.Durante i test iniziali per for-

mare le nuove classi, incontri JeanPierre, congolese, che viene alloScalabrini per imparare l’inglese. Per testare il suo livello, gli chiedicosa chiederebbe se qualcuno potesse dargli qualunque cosa al mondo. E lui, dopo averci pensato un po’, ti risponde: “I’d like to have knowledge”. Non vorrebbe soldi, non vorrebbe una casa, lui che non ce l’ha. Vorrebbe conoscere.

Nella township di Khayelitsa i bambini ti abbracciano, ti corronoincontro, vogliono che tu balli con loro e soprattutto continuano ad accarezzarti come se non avesseromai visto nulla di così straordina-rio. Poi una mamma ti fa notareche è una reazione normale, per-ché loro una persona bianca non l’hanno mai vista nella loro vita.

Il Work Charity Program è stato per me molto più di un’esperienza di volontariato: è stato un uragano che ha scombussolato quella cheio prima consideravo la piattezza della quotidianità, fatta di studio,amici, famiglia. E non potete im-maginare quanto sia bello pensare che questa quotidianità è rara,preziosa, sapendo che dall’altra parte del mondo (e forse, senza saperlo, anche accanto a noi) c’èchi una famiglia non ce l’ha più e la vorrebbe riabbracciare, non può studiare eppure ce la mette tutta per farlo, gli amici li aveva ma la guerra se li è portati via.

Ogni tanto, quando cammino per strada, ho come la speranza cheda un momento all’altro davanti ame si apra l’oceano e che dall’an-golo della strada sbuchino Jean Pierre, il ragazzo Sudanese, i bam-bini di Khayelitsa. Nel mio cuore io li vedo, e li ringrazio, perché mi hanno insegnato a capire che la vitaè qualcosa di immenso.

22 anni, di Reggio Calabria, quinto anno del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, facoltà di Giurisprudenza, campus di Milano

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CONGRESSO MONDIALE

Santa Sede: educare,una passione che si rinnova

AL CENTRO MARIAPOLI di Castel Gandol-fo, dal 18 al 21 novembre scorso, si è

svolto il congresso mondiale promosso dallaCongregazione per l’Educazione Cattolicadella Santa Sede sul tema Educare oggi edomani. Una passione che si rinnova. L’evento,promosso in occasione del cinquantesimoanniversario della Dichiarazione del ConcilioVaticano II Gravissimum educationis e del ven-ticinquesimo anniversario della CostituzioneApostolica Ex corde Ecclesiae, si è concluso con un intervento di Papa Francesco.Obiettivo delle giornate di lavoro e diconfronto internazionale è stato il rilanciodell’impegno della Chiesa in ambito educa-tivo. Tutto questo, a partire da una visionedelle strutture cattoliche attive nel settorenon solo come “dispensatori di competenze”ma, per loro intrinseca natura, come luoghidi incontro e mutuo accrescimento, in unpercorso di educazione alla vita che si apreagli altri nell’ottica del bene comune. «La scuola e le università cattoliche – spiegail documento di presentazione dell’evento -sono una realtà di presenza, di accoglienza, di proposta di fede e di accompagnamentopastorale avendo ferma sia la difesa delladignità umana che la diffusione della cono-scenza (…) La proposta di un’educazioneintegrale, in una società che cambia cosìrapidamente, esige una rifl essione continuacapace di rinnovarla e di renderla semprepiù ricca di qualità, di umanità e di miseri-cordia».Al convegno è intervenuto anche il rettoredell’Università Cattolica, professor Franco Anelli, il quale, nella sessione dei lavori dedi-cata ai soggetti dell’educazione, ha moderatola parte relativa al ruolo delle università.«Siamo molto riconoscenti alla Congre-gazione per l’Educazione Cattolica peravere promosso questa iniziativa, che haavuto nell’intervento del Santo Padre il suomomento culminante» ha fatto presente ilprofessor Anelli sottolineando in particolarecome sia stato utile per l’Università Cattolicapartecipare attivamente ai lavori. «Sono stati quattro giorni di dialogo intenso su famiglia,scuola, università, associazionismo che cihanno aiutati a cogliere, in un contesto inter-nazionale, la profondità e l’attualità dell’im-pegno educativo della Chiesa – ha ribadito inoltre il Rettore- offrendoci stimoli, materiadi rifl essione e spunti per nuovi progetti checi possono aiutare a interpretare nel migliormodo il ruolo che è assegnato come istituzio-ne educativa cattolica».Un importante contributo sul ruolo dellascuola è stato offerto, inoltre, al convegno dalpreside della facoltà di Scienze della forma-zione, professor Luigi Pati che ha moderatola sessione intitolata Identità e Missione.

LA 55ESIMA edi-zione del Pre-mio Agostino Gemelli è stata

ospitata quest’anno, lo scorso ottobre, nel campus di Piacenza. Il conferimento del ri-conoscimento ai do-dici migliori laureati dell’Ateneo si è inse-rito infatti all’interno di una giornata specia-le dedicata a Talento e Passione. Venti anni di Lauree in Economia a Piacenza.

Il convegno si è aper-to nella Sala Arazzi del Collegio Alberoni, con l’intervento del retto-re Franco Anelli, dellapreside della facoltà di Economia e Giuri-sprudenza Anna Maria Fellegara e con il salutoadel sindaco della città Paolo Dosi che ha vo-luto sottolineare come «per tutta la comunità piacentina questo sia un appuntamento di va-lore» e ringraziare l’U-niversità Cattolica per il grande contributo che offre per la crescita del territorio piacentino.

È stato quindi dato p

spazio alle testimo-

nianze di ex laureati, alcuni in sala, altri con messaggi dall’estero e da altre parti d’Italia. Infi ne è intervenuta la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi che ha spiegato come «la centralità della per-sona e la sua formazio-ne integrale siano i ca-pisaldi per i servizi che l’Ateneo organizza per gli studenti e i laureati. Per fare dell’Università una comunità di perso-ne»

A premiare i migliori dodici laureati del 2014 con il conferimento del Premio Gemelli il pre-sidente di Alumni Cat-tolica – Associazione Necchi Carlo Assi cheha voluto ricordare che «L’Associazione punta a mantenere un legame privilegiato con i laure-ati e creare così un im-portante e diversifi cato network di professio-nisti».

I laureati dell’Uni-versità Cattolica che hanno ricevuto il Pre-mio Gemelli, il rico-noscimento intitolato al fondatore dell’Ate-neo e riservato dal

1961 agli studenti chehanno ottenuto i mi-gliori risultati acca-demici per ciascunafacoltà, sono: Silvia Monti (facoltà di Giu-risprudenza); Arian-na Colombo (facoltàdi Scienze politiche esociali); Luca Radaelli(facoltà di Economia);Sergio Arosio (facoltàdi Lettere e fi losofi a);Elisa Morlacchini (fa-coltà di Scienze dellaformazione); MarcoGalbignani (facoltà di Scienze agrarie, ali-mentari e ambientali-sede di Piacenza); Da-niela Arduini (facoltàdi Medicina e chirurgia– sede di Roma); Nico-la Picchiotti (facoltà diScienze matematiche,fi siche e naturali – sededi Brescia); Andrea Be-retta (facoltà di Scienzebancarie, fi nanziarie eassicurative); Eleono-ra Valentini (facoltà diScienze linguistiche eletterature straniere);Elena Arselli (facol-tà di Economia e Giu-risprudenza – sede diPiacenza); Alice Pia-centini (facoltà di Psi-cologia).

A Piacenza il Premio Gemelliper i migliori laureati 2014

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Piacenza: vent’anni di lauree in Economia

60ANNI DI VITA PER IL COLLEGIO S. Isidoro, festeggiati con un’in-tera giornata ricca di iniziative il 10 ottobre scorso a Piacen-

za: il programma è stato coordinato dalla na-scente Associazione degli ex studenti, con ilsostegno della Fondazione per il diritto allostudio Educatt e della direzione della sede diPiacenza dell’Università Cattolica.

Ha aperto i lavori, presso l’auditoriumMazzocchi della Cattolica, il rettore FrancoAnelli che ha ricordato che «dal dopoguerraa oggi il Sant’Isidoro è stato un punto di rife-rimento per tanti studenti venuti da lontano.Un collegio che rappresenta un modello perla formazione integrale della persona, unelemento fondamentale del più complessivoprogetto formativo che l’Università Cattolicaè in grado di offrire ai propri studenti».

«Il Sant’Isidoro è un modello per la for-mazione integrale della persona» ha ribadi-to nel suo saluto iniziale Angelo Giornelli (i in ((alto nella foto a sinistra con il Rettore e Triani) direttore Educatt, secondo cui «il collegio èun luogo di relazioni». Successivamente ilsindaco di Piacenza Paolo Dosi ha ricordatocome le istituzioni piacentine abbiano cer-cato di «inglobare sempre di più l’universitànel tessuto urbano. Siamo grati all’UniversitàCattolica per la presenza qualifi cante a Pia-cenza: continueremo a lavorare insieme».

Pierpaolo Triani, docente della facoltà di Scienze della formazione, nel suo interventoha invece spiegato come «il sistema dei Col-

legi si è modifi cato radicalmente nell’arcodegli anni, ma sono rimasti immutati alcunicapisaldi. Le persone sono il frutto dell’am-biente in cui vivono e hanno necessità di unabuona qualità della vita ordinaria. Le resi-denze e i collegi sono solo punto di partenzaper un’esperienza più ricca e coinvolgente,da non vivere in modo solitario. L’universi-tà rappresenta un momento di crescita dellavita di ciascuno, sia con l’ampliamento del-le competenze sia con la crescita personalee delle relazioni», ancora: «Il Collegio èespressione di una comunità educante chenon deve mai divenire chiusura e solitudi-ne. Gli studenti sono risorse per l’universitàe per il territorio locale. Questi ideali hannocontraddistinto e continueranno a distin-guere il Collegio S. Isidoro».

Dopo la Santa messa presieduta dall’assi-stente ecclesiastico generale dell’Ateneo, ilvescovo Claudio Giuliodori e concelebrata ida alcuni sacerdoti già assistenti spiritua-li del collegio, nonché da alcuni ex alunnidivenuti sacerdoti, si è tenuto il 45° conve-gno annuale Alumni Cattolica AssociazioneNecchi, sezione di Agraria. Infi ne è statapresentata l’Associazione degli ex studen-ti del Sant’Isidoro, con l’intervento dellapresidente Anna Gianfreda, insieme al di-rettore Educatt, Angelo Giornelli, a Matteo Bergamaschi, direttore del Collegio, e don Celso Dosi, ex direttore e membro del co-mitato promotore.

Le immagini, Il Collegio Sant’Isidoro 1955-

2015, in una proiezione e con una mostrapermanente, hanno raccontato la vita e la storia della struttura; inoltre alcuni ex stu-denti, tra cui l’europarlamentare HerbertDorfmann, già ospite negli anni ’80 delCollegio, coordinati da Valentina Malerba,hanno raccontato la loro esperienza colle-giale e universitaria. La serata si è conclusa nella residenza Gasparini, con un buffet e con musiche del gruppo musicale degli stu-denti del S. Isidoro.

Il Collegio sant’Isidoro spegne 60 candeline

È STATA UNA GIORNATA spe-ciale quella che la facol-tà di Economia e Giu-risprudenza ha voluto

dedicare il 9 ottobre scorso aiVenti anni di Lauree in Eco-nomia a Piacenza. La presi-de della facoltà di Economia eGiurisprudenza Anna Maria Fellegara (nella foto), ha trac-ciato il bilancio di questo per-corso. «Vent’anni dalle primelauree non sono un traguardoscontato» ha affermato apren-do i lavori nella Sala Arazzi delCollegio Alberoni «La nostraidea è stata quella di creare unevento degli studenti e degli exstudenti per ricordare il passa-to e parlare anche del presentee del futuro: sono 5.570 i nostrilaureati, 580 quelli del DoubleDegree e 650 le matricole cheabbiamo registrato quest’anno.Numeri che attestano la crescitacostante della Facoltà».

Presente alla cerimonia an-che il rettore Franco Anelli che ha sottolineato come la Facoltàpiacentina sia «riuscita a svi-luppare un interessante per-corso di internazionalizzazione.E questa si è rivelata una sceltavincente. Più di venti anni fa lacollaborazione con le Istituzio-ni e le Associazioni di categoriaha dato vita ai corsi di laurea inEconomia. Un modello di coo-perazione effi cace, da confer-mare per il futuro».

«Ringrazio l’Università Cat-tolica – ha detto il sindaco dellacittà Paolo Dosi, portando il suosaluto – per il grande contributoche offre per la crescita del no-stro territorio. Il traguardo chefesteggiamo oggi è l’esito di unafattiva collaborazione tra l’Ate-neo e gli enti locali».

L’iniziativa ha offerto la pos-sibilità di fare il punto della si-tuazione a vent’anni di distanzadalle prime cerimonie di laureain Economia della Cattolica,ma ha dato anche l’occasione atanti ex studenti di ritrovarsi edi ricordare un passato fatto sìdi passione e di talento, ma an-che di tanta positiva goliardia,come è quella che si respira inuniversità. La conferma è arri-vata proprio da loro, da quelliche all’inizio degli anni Novantanon avevano neppure vent’annie che si sono ritrovati a osser-vare con nostalgia le immagini

di una Facoltà che è cresciutapasso dopo passo. Tutte le te-stimonianze degli ex laureati,alcuni in sala, altri con messaggidall’estero e da altre parti d’Ita-lia sono state accomunate dallanostalgia per il periodo di studialla Cattolica di Piacenza, maanche con un grande spirito diriconoscenza. «Per il valore ag-giunto di questo Campus, graziealle persone che ho incontratonegli anni universitari e chepoi ho ritrovato sul lavoro», hadichiarato, tra gli altri Cristian Camisa, laureato in Cattolicanel 1998 e oggi presidente diConfapindustria.

Infi ne è intervenuta la pro-rettrice Antonella SciarroneAlibrandi, che ha testimonia-to la sua vicinanza alla sede diPiacenza, dove ha insegnato perparecchi anni, apprezzando inparticolare un Campus a misuradi studente.

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29NOVEMBRE 1965.Brescia diventa città universitaria con l’avvio della facoltà di Magiste-

ro dell’Università Cattolica. Fu

99l’approdo di un itinerario storicoe l’avvio di un servizio rivolto allasocietà e alla Chiesa. Da allorasono trascorsi cinquant’anni, ecome disse già allora il rettoreEzio Franceschini, durante l’i-naugurazione del primo annoaccademico, «si è facili profetinel prevedere ulteriori svilup-pi». Giovedì 3 dicembre, l’inau-gurazione dell’anno accademicoè stata l’occasione per ripercor-rere quanto fatto, continuandoa guardare al futuro. Nel salutointroduttivo il rettore FrancoAnelli, ha ricordato che con lafacoltà di Magistero a Brescia «sirealizzò il coronamento di unlungo e a tratti sofferto cammi-no». Un percorso umano e in-tellettuale «le cui radici rinvia-no a fi gure di grande rilievo nonsolo per la storia di questa sede,ma per la stessa coagulazione inprogetto concreto dell’idea diuna “università cattolica” italia-na».

Il mezzo secolo della sede bre-sciana non è però certo un tra-

guardo, ma un ulteriore punto dipartenza per guardare al futuro:il futuro, tra i nuovi corsi, ma-ster post laurea, è anche la nuovasede. «E’ noto che da tempo sista progettando la realizzazionedella nuova sede nel seminariodi Mompiano – ha detto Anelli– sede nella quale concentrarele attività oggi distribuite in varistabili cittadini. Le sole risorseproprie dell’Ateneo non sono ingrado, non è un mistero, di as-sicurare la sostenibilità econo-mica nel tempo degli oneri degliinvestimenti che si chiedono. Edè questo un aspetto, pur prosai-co, del quale un’università liberanon può non farsi carico nell’as-sumere decisioni».

Ha fatto seguito la lectio dimonsignor Vincenzo Zani, se-gretario della Congregazioneper l’Educazione cattolica, daltitolo Da cinquant’anni a servizio dell’educazione. L’identità apertae in dialogo; la persona, il sapere ela comunità pilastri dell’istituzioneaccademica; le università cattoli-che al servizio della Chiesa e dellasocietà. Sono stati questi i tre orientamenti di fondo propostida monsignor Zani, a testimo-nianza dell’attualità del magiste-ro rivolto ad un mondo accade-

mico in profondo cambiamento.Le sue origini bresciane gli con-sentono di accostarsi al cinquan-tesimo di presenza della Cattoli-ca a Brescia con la conoscenzadiretta degli avvenimenti e conuno sguardo mondiale propriodell’istituzione che rappresenta:«L’obiettivo è perseguire conaudacia la formazione di una le-adership intellettuale e profes-sionale che agisce incondiziona-tamente per il bene comune, ilbene di tutta l’umanità».

«Le attività di ricerca dellaCattolica devono includere lostudio dei gravi problemi con-temporanei come la dignità della

vita umana, la qualità della vitapersonale e familiare, la tuteladella natura, il dialogo intercul-turale e interreligioso, la ricercadella pace e della stabilità politica– ha sottolineato inoltre monsi-gnor Zani - nonché una più equadistribuzione delle ricchezze delmondo, un nuovo ordine politi-co ed economico che sia in gra-do di servire meglio la comunitàumana sia a livello nazionale cheinternazionale».

Il testo completo della lectio dimons. Zani è pubblicato all’indi-rizzo: www.cattolicanews.it/bre-scia-cinquant-anni-di-cattolica

Mezzo secolo di Cattolica a Brescia

Paolo VI e la beatitudine del dialogo

UNA DUE GIORNI DI STUDIO per far luce sul contributo con cui Paolo VI, soprattutto nelle sue responsa-bilità di pontefi ce, concorse a in-

centivare nella vita della Chiesa un nuovoimpegno educativo. È stato questo il temadel convegno scientifi co che si è tenu-to nella sede di Brescia il 3 e 4 dicembrepromosso dall’Archivio per la storia dell’e-ducazione in Italia in collaborazione con laDiocesi di Brescia. Erano presenti il ret-tore Franco Anelli, il vescovo di Bresciamonsignor Luciano Monari e l’assistenteiecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori.

«Papa Montini stimava che la Chiesa do-vesse portare la propria opera pedagogicaper il grave compito che, nella sua vocazio-ne di madre, aveva di annunziare a tutti gliuomini la verità di Cristo e, al tempo stesso,di sostenere il bene della società terrena edi edifi care un mondo più umano – spiegail professor Luciano Pazzaglia, tra i pro-motori dell’iniziativa – Una Chiesa, dun-que, non solo “madre e maestra” (mater etmagistra) come la defi nì il suo predecesso-re, ma intrinsecamente maestra a motivo

della sua maternità amorevole (mater estmagistra)».

«Se Montini poté accedere a questa vi-sione, lo dovette non solo alle suggestionidella pastorale calda e generosa di Giovan-ni XXIII, ma anche, e soprattutto, ai nuoviorizzonti aperti dal Concilio Vaticano II,alla cui riuscita Paolo VI doveva, per altro,recare un contributo di fondamentale im-portanza», fa notare il professor Pazzaglia.

Fu precisamente tra la seconda e la ter-za sessione conciliare che egli redasse la

grande enciclica Ecclesiam suam che avreb-be fatto da supporto al suo magistero suc-cessivo. Gli studiosi – secondo il direttore dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia – insistono giustamente nel rileva-re come il motivo ispiratore del documento fosse l’ideale e la prospettiva della Chiesa del dialogo: una Chiesa che avrebbe cioè dovuto rinunciare agli anatemi e alle con-danne e che, per fedeltà al rapporto dialo-gico instaurato da Dio padre con gli uomi-ni, era a sua volta chiamata a instaurare un dialogo con il mondo. Ma se il dialogo era senza dubbio la chiave di volta dell’Eccle-siam suam, il documento mostrava altresìcome la Chiesa, per trovare ascolto pres-so l’umanità, dovesse riappropriarsi dello spirito di povertà e di carità.

In questa luce, dopo aver messo a fuo-co l’itinerario intellettuale e spirituale del pontefi ce attraverso le tappe più signifi ca-tive della sua vita e richiamata l’attenzione sulla Chiesa del dialogo, l ’incontro di stu-dio ha scandagliato il lavoro compiuto da papa Montini per aiutare la comunità ec-clesiale a maturare questa sensibilità dia-logica e pedagogica nei più diversi campi.

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Banche e assicurazioni, summit in Cattolica per festeggiare i 25 anni di Scienze bancarie

L’imprenditorialità a misura di studente

NIAL BOHAN, DANIÈLE NOUY, Giusep-pe Vegas e Fabio Panetta. Sono solo alcuni degli esponenti del mondo bancario e assicurativo che

sono stati ospiti dell’Università Cattolica perpartecipare a tre importanti conferenze in-ternazionali promosse da Scienze bancarie,fi nanziarie e assicurative per celebrare i 25anni della sua fondazione, tra le prime Facol-tà in Italia a proporsi come luogo di studio delsistema fi nanziario nel suo complesso.

Ad aprire il ciclo è stato l’evento di lunedì23 novembre che, inserendosi nel contestodella collaborazione istituzionale tra Consobe Ateneo, ha affrontato il tema della Capital Markets Union, con un focus sugli aspetti più rilevanti del recente Action Plan sul mercatounico dei capitali. Dopo i saluti del rettoreFranco Anelli e del presidente di ConsobGiuseppe Vegas, il dibattito è entrato nelvivo con il contributo di rappresentanti dellaConsob, del mondo accademico e dell’in-dustria fi nanziaria italiana. Tra questi, NialBohan, responsabile dell’Unità della Com-missione Europea preposta alla Capital Mar-

kets Union, Nicoletta Giusto, responsabile dell’Uffi cio Relazioni Internazionali dellaConsob, Maurizio Sella, Presidente di Asso-nime, Giovanni Petrella e Andrea Perrone, rispettivamente docenti di Economia degliIntermediari Finanziari e di Diritto Com-merciale nella facoltà di Scienze bancarie,fi nanziarie e assicurative.

Protagonisti dell’appuntamento del 24 no-vembre, intitolato Micro and Macro prudential banking supervision in the Euro area e orga-nizzato in collaborazione con Banca d’Italia,sono stati invece Fabio Panetta, membrodel Direttorio e vice direttore generale dellaBanca d’Italia, Danièle Nouy, presidente delConsiglio di vigilanza della Bce, e Claudio Borio, capo del dipartimento di Economia e Finanza, Bank for International Settlemen-ts. La conferenza, introdotta dalla preside diScienze Bancarie, fi nanziarie e assicurativeElena Beccalli, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del sistemabancario italiano che, non diversamenteda altri istituti di credito in Europa, fatica agenerare reddito. «L’incertezza e la scarsa

fi ducia nel settore bancario ostacolano la ripresa economica – ha detto Nouy –. Del resto, l’economia non può fare affi damento su banche che ottengono buoni risultati solo quando splende il sole».

Ha chiuso il ciclo di incontri il convegnoThe Changing Insurance Regulation del 26 no-vembre, realizzato in collaborazione con il Centro di ricerca su Tecnologie, Innovazio-ne e servizi Finanziari (CeTIF). La giornata è stata incentrata su tre aspetti: frameworkregolamentare del comparto assicurativo; rischio e requisiti di capitale; impatti po-tenziali della nuova regolamentazione sul mercato assicurativo. A dare il via alla di-scussione l’intervento in video-conferenza di Gabriel Bernardino, Chairman dell’Eu-ropean Insurance and Occupational Pen-sions Authority (EIOPA), cui sono seguiti le relazioni di Renzo Avesani, CRO Forum, di Angele Galea, St. John, Malta Financial Ser-vices Authority, di Dario Focarelli, Ania, diPaolo Cadoni, The UK Prudential Regulation Authority, di Nino Savelli e i Alberto Florea-ni, entrambi docenti all’Università Cattolica.

milano

SI MOLTIPLICANO in Catto-lica le iniziative per sti-molare negli studenti ladimensione creativa che

potenzialmente si potrebbe con-cretizzare nella realizzazione diuna start-up. Cifra comune delleproposte è l’offerta e attuazio-ne di idee imprenditoriali cherendano possibile il connubiotra cultura sociale-umanistica emercato. L’aspetto forse più in-teressante è che si tratta di ini-ziative sia dall’Ateneo, a livellonazionale e internazionale, siabottom-up, su proposta deglistudenti. Una tra queste, peresempio, è l’incontro Le junior enterprise. Una soluzione per ridur-re il divario tra università e mondodel lavoro, organizzato da JECatt e Banca Popolare di Milano loscorso 23 novembre. JECatt faparte delle Junior Enterpriseeuropee (oltre 300, a oggi), or-ganizzazioni non-profi t gestitee amministrate da studenti, conl’obiettivo di agire sul mercatocome società di consulenza con-venzionali. Tra i servizi propostiai soci la possibilità di metterein pratica ciò che studiano nelleaule dell’università, sviluppando

le proprie attitudini. L’Associa-zione, oltre a facilitare l’ingressonel mondo del lavoro, offrendodifferenti possibilità di forma-zione professionale, offre con-sulenza manageriale innovativa

Banca Popolare di Milano col-labora con l’Università Cattolicaanche in qualità di fi nanziatoredei premi fi nali di Dr. Start-up-per, il programma per la diffusio-ne della cultura “imprenditiva” elo sviluppo delle idee imprendi-toriali realizzato in partnershipcon la Camera di Commercio diMilano. Dr. Start-upper è nato nel r2013 come scommessa e inve-stimento: la scommessa di per-mettere agli studenti post-lau-

rea dell’Ateneo di capitalizzarela propria formazione, anche neisettori umanistico e delle scien-ze sociali, attraverso l’iniziativapersonale durante un periodo ditraining di circa 5 mesi, in pre-senza e online, insieme a docentie protagonisti dell’eco-sistemadelle start-up. Poiché il percor-so è gratuito per i partecipanti,Dr. Start-upper è anche un inve-rstimento che l’Università fa sulproprio capitale umano di eccel-lenza. I vincitori delle prime dueedizioni hanno effettivamentetrasformato le loro intuizioni inimpresa, ottenendo diversi rico-noscimenti e premi nelle com-petizioni nazionali.

Neonato all’interno della Cat-tolica è poi ConLab, lo spazio dicoworking dedicato esclusiva-mente allo svolgimento delleattività legate ai temi dell’au-toimprenditorialità, in un’otticainnovativa e multidisciplinare.L’iniziativa è promossa da Ilab,il centro per l’Innovazione e losviluppo delle attività didattichee tecnologiche di Ateneo, e pro-muove la cultura dell’imprendi-torialità e dell’innovazione fa-vorendo iniziative tra studenti didiverse facoltà, docenti e mondodelle imprese e delle start up.

Dal 2008 inoltre ALTIS (AltaScuola Impresa e Società dell’U-niversità Cattolica), è organiz-zatore del round italiano dellaGlobal Social Venture Competition,concorso internazionale ideatodalla Haas School of Businessdell’Università di Berkeley perfavorire nuove imprese a forterilevanza sociale. Caratteristicaprincipale delle start-up par-tecipanti alla competizione èche siano caratterizzate da unaforte integrazione, nella strate-gia aziendale, tra sostenibilitàeconomica e impatto sociale e/oambientale.

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16 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

GIURISPRUDENZA

Consulenti del lavoro,la pratica durante gli studi

ACCORCIARE LE DISTANZE tra università e mondo del lavoro. È l’intento

della convenzione stipulata tra Univer-sità Cattolica e Ordine dei Consulenti del Lavoro di Milano. L’accordo, rivolto agli studenti di Giurisprudenza iscritti all’ultimo anno del corso triennale o di quello magistrale a ciclo unico, permette di anticipare durante il percorso di studi accademici lo svolgimento dei sei mesi di pratica professionale, così da ridur-re i tempi per presentarsi a sostenere l’esame di Consulenti del lavoro. «Questa convenzione risponde a una domanda insistente degli studenti: essere messinella condizione di entrare in contatto giù durante il percorso di studio con la pratica professionale» ha detto il preside della Facoltà di Giurisprudenza Gabrio Forti intervenendo il 30 novembre allaipresentazione dell’accordo. «Con questa convenzione, già in vigore – ha spiegato invece Vincenzo Ferrante, docente di Diritto del lavoro e referente organizzati-vo di facoltà dell’iniziativa –, gli studenti interessati alla professione di consulente del lavoro potranno anticipare il periodo di pratica obbligatoria e avranno la possibilità di trovare in tempi più brevi la giusta collocazione professionale in un mondo occupazionale dove i giova-ni fanno sempre più fatica a inserirsi». «L’accordo stipulato con la Cattolica è un ottimo esempio di alternanza scuola/lavoro», ha fatto eco il presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Milano Potito Di Nunzio. «Senzadimenticare che il consulente del lavoroè una fi gura professionale con notevoli margini di crescita, nella graduatoria dei liberi professionisti è al terzo posto per base imponibile denunciata al fi sco, dopo notai e commercialisti».

CONFINI CHE CAMBIANO. Eu-ropa e Islam dopo gliattentati di Parigi è il ti-tolo del convegno orga-

nizzato dalla fondazione Oasis,con il contributo di FondazioneCariplo, in Cattolica lo scorso28 novembre.

L’incontro, moderato dalrettore dell’Ateneo FrancoAnelli, ha coinvolto il cardi-nale Angelo Scola, il professorHenry Laurens del College deFrance di Parigi e RiccardoRedaelli (i nella foto), docen-

te di Geopolitica in Cattolicache ha spiegato come siamo di

fronte ad una crisi dell’Euro-pa e del mondo islamico – alleprese con diffi coltà internecome il radicalismo o i con-fl itti tra sunniti e sciti – tantoche ormai è diffi cile orientarsi.«Abbiamo delle bussole sma-gnetizzate» ha detto Redael-li chiarendo come lo scontroidentitario Europa-Islam nondeve essere confuso con loscontro geopolitico che è pre-dominante.

«Si può dire che oggi nonviviamo un’epoca di cambia-

mento quanto un cambia-mento d’epoca» ha detto in-vece il cardinale Scola citandoun’espressione usata da PapaFrancesco. «La realtà dei fattici impone di imparare a dia-logare con l’altro, ricordandosempre che dialogare non vuoldire negoziare – ha sottoli-neato inoltre l’Arcivescovo diMilano – Per questo, è semprepiù necessario che l’Occiden-te ricominci a dialogare con ilmondo islamico, azzerando glistereotipi».

Oasis: un dialogo con l’Islam senza stereotipi

LA RELIGIONE oggi si trova implicatain molti confl itti. E può sembrareun elemento di rottura che ali-menta, nutre la confl ittualità. Si

ritrova l’invocazione del nome di Dio nel-la legittimazione della violenza. Ma la re-ligione è anche portatrice di valori, apertaall’umanità tutta intera. Nessuna religio-ne è riservata ai soli credenti, ma portavalori come dialogo, misericordia, perdo-no, apertura». Joseph Maïla (a nella foto),politologo di fama internazionale, docen-te di Geopolitica a l’École supérieure dep g

sciences économicques et commercialesdi Parigi (Essec) e direttore del Centro diricerca sulla pace dell’Institut Catoliquedella capitale francese, è stato in Univer-sità Cattolica per il convegno organizzatodall’Archivio Julien Ries per l’antropolo-gia simbolica, dove ha parlato di Religionetra rottura e riconciliazione a pochi giornidagli attacchi terroristici di Parigi.

Di fronte alle semplifi cazioni che tor-nano sull’onda della paura e dell’emo-zione, le parole del professore francesechiariscono il ruolo della religione nellenostre società. «Esiste una tensione tra laeffettività della religione (il fatto sociale) ela normativa. Sono le affermazioni identi-tarie che possono chiudere, pregiudicarel’apertura. Soprattutto nei monoteismi.Ontologicamente la religione è tensionetra il fatto di possedere la verità e l’aprirsiagli altri. Un’apertura sovra-comunitaria,universale. I due aspetti coesistono: il fat-to identitario e l’apertura. Bisogna consi-derare la funzione sociale della religionenei confl itti: quando l’identità cittadinasparisce può subentrare quella religiosa.Non più cittadino di una Nazione, ma diuna “comunità”».

Rispetto a come deve collocarsi la re-ligione nelle attuali società moderne Jo-seph Maïla ritiene che la religione nondebba essere conservata solo nel foro in-terno: «Oggi, con la secolarizzazione, siritiene che la religione debba essere unfatto privato. Ma come fedeli si è portatoridi valori, ed è necessario per il dibattitopubblico che il punto di vista della chiesasia evidente. L’espressione libera di unaconcezione del mondo. I cristiani sonoanche cittadini. Poi, siamo in democrazia.La rappresentazione nazionale deve legi-ferare in tutta autonomia. Don Sturzo di-ceva: “La laicità non è la separazione dellesfere ma la loro distinzione.”».

Un forum mondiale del dialogo è infi nel’idea proposta dal professore a l’Essec diParigi: «a me piacerebbe un forum a li-vello mondiale di tutti coloro che credononel dialogo. Per affermare l’importanzadell’approccio culturale. È un nodo as-

g p

sente. Che fa l’Unesco su questi temi? Orache andiamo contro la natura della cultu-ra, che è dialogo e incontro. Cosa c’è chenon va? Si può diagnosticare la crisi dellacultura oggi? Oggi che la cultura è usatacontro la cultura?».

L’idea di Maïla: un forum mondiale del dialogo

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di Rita Italiano

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17PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Riconoscimento al Financial Fair Play del calcio

UNA VITA DEDICATA ALLA FEDE e alla Cinaquella di Padre Matteo Ricci, ge-suita, missionario cattolico del XVI secolo, al quale l’Università

Cattolica dedica da anni un Premio spe-ciale. Il Premio Matteo Ricci, che a partiredal 1999 è stato attribuito dalla facoltà diScienze politiche e sociali a diversi mae-stri nell’ambito di discipline economiche,politiche e sociali-internazionali, lo scorso25 novembre è stato conferito per l’annoaccademico 2014/15 a Padre Angelo Lazza-rotto del Pontifi cio Istituto Missioni Estere di Milano.

L’incontro è stato introdotto dal rettoreFranco Anelli che ha sottolineato l’impor-itanza di ricordare chi, sulle orme di fi gureeccezionali come Padre Ricci, oggi è capacedi contribuire a decifrare la complessa re-altà odierna. Per questo è stato scelto padreAngelo Lazzarotto quale mediatore e pro-fondo conoscitore della Cina, per la con-segna del Premio, diventato una tradizionedella facoltà di Scienze politiche e sociali.

Nella motivazione della Facoltà per l’attri-buzione del Premio si legge: «Padre AngeloLazzarotto ha dato con la sua vita, sia attra-verso l’impegno diretto negli anni trascorsiin missione sia attraverso la sua ampia at-tività pubblicistica, un importante contri-buto a far emergere la presenza di sinergie

tra la cultura cattolica e la cultura cinese.Ha intessuto pazientemente relazioni con idiversi attori, ecclesiali, politici e culturali eattivato importanti canali di interazione tracui quello della valorizzazione delle fi gure diantichi missionari italiani distintisi in Cinaper la loro azione culturale, elemento che haconsentito il coinvolgimento delle autoritàlocali di alcune importanti città cinesi. Lasua costante attenzione alle dinamiche so-ciali e culturali, unitamente al sempre pre-sente riferimento ai principi fondamentalidella tradizione cristiana per la promozioneintegrale della persona umana, lo hannoreso particolarmente acuto nell’analisi deicontesti politico-istituzionali cinesi in fortemutamento e nella promozione del dialogo

tra i popoli.»Aperto dai saluti dell’assistente ecclesia-

stico generale monsignor Claudio Giulio-dori e del preside della facoltà di Scienze ipolitiche e sociali, Guido Merzoni, l’in-contro ha ospitato l’intervento di Padre Gianni Criveller del PIME su r Padre Matteo Ricci. Crocevia tra Oriente e Occidente alle so-glie della modernità.

«Un confi ne vivente, ponte tra Oriente eOccidente». Così padre Criveller ha defi ni-to Padre Matteo Ricci, portatore dell’incul-turazione della fede in Cina quattro secoli fa e tutt’oggi ispiratore dell’interpretazione di un mondo, quello orientale, che ci interpel-la continuamente. L’attualità di Padre Mat-teo Ricci tra Roma e Pechino è stato invece iltitolo della lectio magistralis tenuta da PadreAngelo Lazzarotto che ha ricevuto diretta-mente dal Rettore il premio: la medaglia in bronzo dell’Università Cattolica e il diplo-ma.

Alla fi gura straordinaria di Matteo Riccisono stati inoltre dedicati l’incontro Il vero signifi cato di “Signore del cielo”, promos-so dal Centro pastorale dell’Ateneo, con la presentazione della prima traduzione in italiano del catechismo cinese di Padre Ric-ci e la mostra nel Cortile d’onore dell’Uni-versità Matteo Ricci Macerata 1552 - Pechino 1610. A servizio del Signore del Cielo.

TUTTO È NATO GRAZIE A UN COLLOQUIO con il professor Claudio Sottori-va ai tempi in cui frequentavo laatriennale di Economia e Gestione

Aziendale in Cattolica a Milano. La pas-sione per il calcio e per l’analisi e lo studiodei bilanci di esercizio delle imprese hafatto il resto». Giacomo Bartolini ha ri-cevuto il 2 dicembre scorso a Roma il pre-stigioso premio di laurea Artemio Franchi, giunto alla sua XI edizione, con la pubbli-cazione della sua tesi sulla Applicazionedelle regole del “fi nancial fair play” allesocietà di calcio nella prospettiva Euro-pea. Analisi di bilancio e considerazionicritiche. Il riconoscimento è stato conse-gnato nel Salone d’onore del Coni dal pre-sidente Giovanni Malagò. «Ho dedicatomolto tempo alla realizzazione di questatesi» racconta Giacomo. «Come primoaspetto ho recuperato e analizzato mol-teplici dati sulle cinque principali leghecalcistiche Serie A, Bundesliga, PremierLeague, Liga Spagnola e Ligue 1 per de-fi nire il contesto calcistico europeo; poiho analizzato dettagliatamente la nuova

normativa del Financial Fair Play e l’hoapplicata ai bilanci di sei società calcisti-che europee effettuando una simulazionedi quelli che dovrebbero essere i controllieffettuati dal Club Financial Control Body (Cfcb). È stato un lavoro molto intenso ma

y

devo dire che l’impegno è stato ripagato»,afferma il neodottore.

«Il fair play fi nanziario è stato un con-cetto assolutamente innovativo introdottonel mondo del calcio – spiega il relatoredella tesi Claudio Sottoriva, professore diMetodologie e determinazioni quantitati-ve d’azienda alla facoltà di Economia del-la Cattolica –. Gli addetti ai lavori Uefa sisono resi conto di come le società calcisti-che non stessero seguendo dei modelli digestione aziendale virtuosi e razionali. Diconseguenza con l’introduzione delle Fi-nancial fair play (Ffp) Regulations, l’ Uefaha voluto dare al sistema fi nanziario dellesocietà un ordine e una razionalità, non-ché stimolare l’auto-sostenibilità dei cluba lungo termine e incoraggiare la societàa competere tenuto conto degli impegnifi nanziari assunti».

Il premio Artemio Franchi è promossodalla Lega Italiana Calcio Professionistico e dalla Fondazione Artemio Franchi, con la collaborazione della facoltà di Econo-mia dell’Università di Firenze, che bandi-scono un concorso per premi da assegnare agli autori di tesi di laurea su di un argo-mento di natura giuridica, economica, sociale e di medicina sportiva afferente le società sportive e l’attività sportiva in genere, con particolare riferimento alle problematiche del settore calcio.

A padre Angelo Lazzarotto del Pimeil premio Matteo Ricci 2015

p gp gmilano

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18 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

LO SCORSO 18 NOVEMBRE è stato inaugurato il nuo-vo allestimento della cappella di Sant’Aquili-

no nella basilica di San Loren-zo Maggiore, curato da Silvia Lusuardi Siena, docente di Archeologia Medievale dell’U-niversità Cattolica di Milano, edElisabetta Neri, cultrice della materia presso la cattedra diArcheologia Medievale dell’I-stituto di Archeologia dell’Uni-versità Cattolica di Milano.

L’evento giunge a seguito diun iter di studi e restauri chehanno interessato la cappella esi prefi gge di sottolineare il va-lore storico e monumentale delcomplesso di San Lorenzo Mag-giore, al fi ne di rendere fruibile

le importanti tracce dell’anticosplendore della basilica. L’ini-ziativa è parte del progetto Non esiste in tutto il mondo una chiesapiù bella (Benzo d’Alba): conosce-re, valorizzare e divulgare il patri-monio di S. Lorenzo Maggiore aMilano, voluto dalla comunitàdella parrocchia di San LorenzoMaggiore attraverso il gruppo“Amici di Sant’Aquilino”, pro-mosso dall’Università Catto-lica di Milano, Dipartimentodi Storia, Archeologia e Storiadell’Arte, Cattedra di Archeolo-gia Medievale, Scuola di specia-lizzazione in Beni archeologici,dalla Soprintendenza Archeo-logia della Lombardia, dalla Re-gione Lombardia.

«Il nuovo allestimento didat-

tico in S. Aquilino – sottolineala professoressa Lusuardi Siena– costituisce il primo risultatodi un percorso di conoscenza evalorizzazione che mira a otte-nere l’attenzione delle istitu-zioni milanesi e dei concittadi-ni sulla basilica di S. Lorenzo,uno dei monumenti della cittàtardoantica e paleocristianapiù straordinari e conservati.Promuovere conoscenza e di-

vulgarla, attivare il desiderio dicapire e tutelare il patrimoniospirituale e materiale, bene e ri-sorsa di tutta la città: è in questaprospettiva che abbiamo lavo-rato con i giovani archeologi».

L’AMBIZIONE ERA QUELLA di ridare alPaese la consapevolezza di potertornare a creare un’architetturastraordinaria». Manfredi Ca-

tella, Ceo di Coima, la società che ha gestito il progetto dall’ideazione alla conclusione,racconta così, insieme al suo team di colla-boratori, l’opera di riqualifi cazione di PortaNuova a Milano.

Lo fa davanti a una platea di studenti cheaffrontano come caso di studio l’operazionedell’area compresa tra Repubblica e Gari-baldi. Catella, laureato in Economia allaCattolica nel 1992, parte dalle prime acqui-sizioni dei 30 fondi che costituiscono l’areainiziata nel 2005, per fi nire con la conclu-sione dei lavori nel 2015.

I circa 3.500 metri quadrati di quello cheprima era un «buco urbano, fatalmente de-gradato» come lo ha defi nito Luca Mangia, found and asset manager di Coima, sonostati trasformati in un’area il cui valore im-mobiliare è triplicato. Una valorizzazioneimmobiliare che ha attirato il fondo sovra-no del Quatar che ha acquisito prima il 40%e poi il 100% di quanto prodotto dal lavorodal gruppo di Catella.

L’impegno crescente della Quatar inve-stement authority è, a giudizio del Ceo diCoima, la prova che «se si esprime eccel-lenza gli investitori dall’estero si interessa-no». Un’eccellenza riconosciuta anche daistituzioni come il museo dell’architetturadi Francoforte: il Bosco Verticale progettatodall’architetto Stefano Boeri è stato infatti i

insignito dell’International highrise award 2014, selezionato tra oltre 800 edifi ci con-correnti.

Durante l’incontro il team dei compo-nenti della squadra di Catella espongono ai tanti studenti che affollano la sala i diversi aspetti che hanno caratterizzato la genesi, lo sviluppo e la conclusione del progetto di riqualifi cazione immobiliare della zona di Porta Nuova. Un impegno che ha coin-volto circa 2 mila operai e 10 mila impie-gati nell’indotto: «Un contributo rilevante all’occupazione» a giudizio del Ceo di Coi-ma. Lo sforzo di tutti: operai, progettisti, architetti e project manager è stato quello di «essere scrupolosi nel mantenere rigorosi i tempi ed i costi con un’attenzione partico-lare alla sostenibilità».

Come fa notare Claudio Saibene, mana-ging director di Coima, «l’intero comples-so di Porta Nuova è infatti certifi cato Leed Gold grazie a degli impianti di riscaldamen-to e condizionamento a bassissimo impattoambientale».

Non si manca, durante il workshop, di

portare l’attenzione anche sui meccanismi di comunicazione adottati da Coima. Dal progetto Porta Nuova Smart Community agliyesperimenti di citizenship, che hanno coin-volto giovani e meno giovani nel rinnova-mento dell’area urbana.

Catella: Porta Nuova,un’architettura straordinaria

Un nuovo allestimento per la cappella di Sant’Aquilino

di Francesco Altavilla

WORKSHOP

Restituire a Milanoun’area della città

Un workshop per raccontare unprogetto, quello della riqualifi ca-

zione di Porta Nuova, che ha costituitoun challenging case secondo le parolegdel professor Edoardo Teodoro Brio-schi, presidente del comitato scientifi codel laboratorio di ricerche sulla co-municazione aziendale dell’Università Cattolica. Martedì 10 novembre, nellasala Pio XI di largo Gemelli, ha avuto luogo un incontro di approfondimento sugli aspetti imprenditoriali, economi-co-fi nanziari, tecnologici e sociali delprogetto immobiliare che ha coinvolto l’area dell’ex scalo ferroviario.L’incontro è stato introdotto dalla pro-rettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, e dal direttore ammnistrativo dell’Ate-neo Marco Elefanti, che ha sottolineatocome il progetto Porta Nuova «ha fattoin modo che la città si riappropriasse diquegli spazi».Ha concluso il workshop il rettoreFranco Anelli che lo ha defi nito «utile per tutti gli studenti, che si sono confrontati con un caso concreto, la reifi cazione di un’idea e la traduzionedella “fi nanza” in una “cosa”».

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19PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

UN’ANTOLOGIA ITALO-IRLANDESE

Catherine Dunne:io scrivo da sola

SONO CRESCIUTA IN UN AMBIENTE dovequasi tutta la letteratura era rurale

e maschile, mentre io sono donna ecittadina. Nessuno scriveva per me,per cui ho deciso di scrivere per mestessa» Sono le parole di della scrittri-ce irlandese più amata dagli italianiCatherine Dunne (nella foto), presentein Cattolica lo scorso 23 novembrein occasione della presentazione dellibro Tra una vita e l’altra. Un’antologia italo-irlandese, curato dalla stessa Dun-ne e dalla scrittrice Federica Sgaggio. All’incontro hanno partecipato ancheEnrico Reggiani, docente di Linguae letteratura inglese e moderatore deldibattito, e Valery Bistany, direttricedell’Irish Writers Centre di Dublino,dove hapreso vitail proget-to.Il volumeraccogliecontri-buti diautori siaitaliani siairlandesi,in prosa ein poesia,e ruotaattorno altema del“displa-cement”,o estra-niamento. Durante la presentazio-ne, alcuni degli scrittori che hannocontribuito alla raccolta, come Noel Monaham e Gaia Cenciarelli, hannoletto ad alta voce dei brani, offren-do al pubblico un primo assaggiodell’antologia. A chiudere l’incontro,un’importante considerazione delle due curatrici: Federica Sgaggi, natain Italia, ma residente in Irlanda,ha ricordato come la casa spiritualedi ognuno di noi possa anche esserediversa dalla nostra madrepatria,mentre Catherine Dunne ha insistitosul concetto di processo creativo comeriscrittura continua, in cui è fonda-mentale concentrarsi non sul prodot-to fi nale, ma sulla scrittura in sé. Ese per alcuni la forma dell’antologianon ha più ragion d’essere perché èsolo un relitto di esperienze, per laDunne ha ancora un valore, in quantoconserva le tracce della vita dei suoiautori.

CENTOCINQUANTA ra-gazzi tra i 19 e i 29anni provenientida tutta Italia rac-

contano luci e ombre del loro rapporto con la fede. La ricerca, nata all’interno del più ampio progetto del Rapporto Giovani – l’in-dagine sulla condizione giovanile promossa dall’I-stituto Toniolo – è raccolta nel volume Dio a modo mio, curato da Paola Bignardi ei

Rita Bichi ed edito da Vita ie Pensiero. Alcuni tra gli esperti, che nel libro han-no interpretato le parole dei ragazzi, e i giovani sono stati intervistati in un ciclo di video conversazioni di-sponibili sul sito dell’Isti-tuto Toniolo (www. istitu-totoniolo.it), del RapportoGiovani (www.rapportogio-vani.it) e dell’editrice Vita e Pensiero (www.vitaepen-siero.it/dioamodomio).

Giovani e fede: Dio a modo mio

milano

Aldo Manuzio, cinque secoli dopo

NELL’ANNO DELLE CELEBRAZIONI per ri-cordare Aldo Manuzio, il grandestampatore veneziano di cui ri-corrono i 500 anni dalla morte,

il Centro di ricerche europeo Libro Edi-toria Biblioteca (Creleb) dell’UniversitàCattolica ha organizzato il 19 novembreall’Ambrosiana di Milano il convegnointernazionale Five Centuries Later. Aldus Manutius: Culture, Typography and Philo-logy. L’iniziativa, a cui hanno partecipato,insieme al direttore del Creleb Edoar-do Barbieri, studiosi da tutto il mondo,ha fatto il punto sugli studi dedicati allo

stampatore negli ultimi vent’anni e ha ap-profondito vari aspetti della vita e dell’im-presa di Aldo Manuzio: dalle questionilegate agli aspetti economici a quelle in-centrate sulla storia dei caratteri tipogra-fi ci, dalle vicende dell’editoria a Veneziatra ’400 e ’500 alla storia del collezioni-smo librario aldino. In contemporanea alconvegno, il Creleb ha allestito la mostraFestina lente dedicata soprattutto all’ope-ra di Manuzio. La mostra, che è visibilesul sito http://aldo.libriantiqui.it, propone un percorso virtuale tra le edizioni aldinedella Biblioteca Trivulziana di Milano.

L’avventura delle carte geografiche

UNA BUONA CARTA GEOGRAFICA vale piùdi un lungo discorso»: così EnzoBiagi in una delle citazioni nellamostra su un secolo di carte geo-

grafi che dal punto di vista della tecnologiae della comunicazione editoriale. Dal-la pietra alla rete s’intitola l’esposizione,allestita a Novara dal 12 novembre al 12dicembre, curata dal professor Rober-to Cicala con il Laboratorio di editoria adell’Università Cattolica e il supporto diEDUCatt. Al centro il caso dell’IstitutoGeografi co De Agostini, leader cartogra-fi co mondiale: dalle pesanti pietre incise

a mano alle leggere pellicole fi no al mon-do virtuale digitale con tablet, gps e realtàaumentata. .

Torna il ciclo “LaureaLavoro”

HO TROVATO PARTICOLARMENTE mo-tivante l’invito dell’Associa-zione Alumni Cattolica; mi è sempre piaciuto condividere

le mie esperienze con gli altri, ma l’i-dea di farlo a studenti che si affaccianoal settore della cooperazione interna-zionale, per di più nell’Ateneo in cuimi sono laureato, ha reso l’opportunitàirrinunciabile». Queste le dichiarazionirese da Stefano Zannini, Alumnus cheil 16 novembre – ospite del professor

Marco Caselli in una lezione del corsodi Laurea magistrale in Politiche per lacooperazione internazionale per lo svi-luppo – ha raccontato il suo percorso dalla laurea in Economia, conseguita inCattolica, fi no al lavoro per Medici sen-za Frontiere. Con questa testimonianzaè ripresa l’iniziativa degli interventi“LaureaLavoro” promossi dall’Asso-ciazione in collaborazione con singoliAlumni-testimoni e con i professori dell’Ateneo.

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roma

DUE INCONTRI nelle di-scipline economichesvolti presso la sededi Roma dell’Uni-

versità Cattolica sono sta-ti promossi dalla facoltà diEconomia e dall’Alta Scuoladi Economia e Managementdei Sistemi Sanitari (AL-TEMS) per gli studenti chesaranno chiamati a breve allascelta universitaria e per ilaureati di primo e secon-do livello nei corsi di laureaeconomici.

Lo scorso 17 ottobre pres-so il Centro Congressi Eu-ropa dell’Ateneo il presi-dente dell’Istituto Superioredi Sanità Walter Ricciardi,docente di Igiene in Catto-lica, è stato l’ospite d’onoredell’Open Evening promosso

da ALTEMS intitolato Dall’e-videnza scientifica alle deci-sioni: il percorso del nuovo ISS. Il Presidente dell’ISS ne hadiscusso con Giovanni Le-onardi, direttore generale della Ricerca e dell’Innova-zione in sanità del Ministerodella Salute, Paolo Rossini, responsabile della Ricer-ca della facoltà di Medicinae Chirurgia dell’Università

Cattolica, e Paolo Bonaret-ti, consigliere del Ministrodello Sviluppo Economi-co. Chairman dell’incontroAmerico Cicchetti, diret-tore ALTEMS e docente diOrganizzazione aziendale inCattolica.

L’altro appuntamento si èsvolto lo scorso 23 novembrepresso il Polo UniversitarioGiovanni XXIII ed è statodedicato alla presentazionedel Corso di laurea trienna-le di Economia e gestionedei servizi. La giornata Openday Open mind, Speciale Eco-nomia è stata organizzata conl’obiettivo di facilitare glistudenti nella scelta univer-sitaria sulle discipline eco-nomiche. In apertura dellagiornata di orientamento

Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia, haillustrato agli studenti Perché scegliere lo studio universita-rio: una mappa decisionaletra presente e futuro, per benorientarsi, mentre la profes-soressa Manuela Macinati,coordinatrice del Corso dilaurea triennale in Econo-mia e gestione dei servizi, hapresentato il piano di studi.I partecipanti hanno potutoassistere a una lezione uni-versitaria di managemente mettersi in gioco con si-mulazioni e business gamesguidati dai docenti di Econo-mia; si sono inoltre cimenta-ti nella simulazione del testd’ingresso (TIEC) ai corsi diEconomia.

Economia, incontri di orientamento per studenti e laureati

SI È APERTO ALL’INSEGNA della vicinan-za e della solidarietà alle vittime del terrorismo l’Anno Accademicodella sede romana dell’Università

Cattolica lo scorso 27 novembre, alla pre-senza del Ministro della Salute OnorevoleBeatrice Lorenzin.

La giornata inaugurale è iniziata con laSanta Messa nella Chiesa Centrale, ce-lebrata dal Cardinal Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Edu-cazione cattolica, insieme all’Assisten-te Ecclesiastico Generale dell’Ateneo,Monsignor Claudio Giuliodori. Nell’Au-ditorium della facoltà di Medicina, gre-mito di studenti, personale docente,medico e amministrativo, ha avuto luogola cerimonia di inaugurazione, cui hannopreso parte anche Angelo Bianchi, pre-side della facoltà di Lettere e Filosofi a, Luigi Pati, preside della facoltà di Scien-ze della formazione, e Domenico Bode-ga, preside della facoltà di Economia, la quale quest’anno ha festeggiato i 15 anni di presenza nella sede di Roma.

«All’indomani di scelte delicate e diprofondi rinnovamenti, non si può elu-dere l’interrogativo se siamo stati in que-sti anni degni custodi del dono dell’Uni-versità Cattolica – ha esordito il rettore Franco Anelli nel discorso inaugurale –. Tutti coloro che operano nell’Ateneo e nelPoliclinico Gemelli hanno profuso ognisforzo, ogni energia e impegno per essereall’altezza del compito. Ringrazio il Pre-

sidente della Regione Lazio, Nicola Zin-garetti, per aver ripristinato un correttorapporto dialettico tra le autorità regio-nali e il Policlinico. I positivi risultati po-trebbero essere ancora più signifi cativi se alcuni vincoli imposti alla Regione a cau-sa di ineffi cienze passate fossero riconsi-derati in un’ottica più costruttiva e meno punitiva. Penso ad esempio alla limita-zione di fatto nei confronti dei pazientiprovenienti da altre regioni, che pure inquanto cittadini italiani avrebbero dirittodi scegliere il luogo in cui curarsi».

«La sede romana del nostro Ateneopuò e deve fare ancora di più – ha affer-mato nella sua relazione il preside del-la facoltà di Medicina e chirurgia RoccoBellantone –. I nostri studenti ci scelgo-no perché speranzosi di trovare un luogo speciale, un luogo fuori dal comune dove crescere e far maturare una coscienza tesa al sollievo dei sofferenti di cui le capacità tecniche sono un importante mezzo, ma mai un fi ne».

«I bravi medici – ha dichiarato invece

il Ministro Lorenzin nel suo saluto - de-vono essere bravi clinici e bravi manager, devono avere una visione complessiva delsistema. Questa è l’importanza oggi della formazione universitaria: ricerca, tecno-logia, ma anche cura globale della perso-na. Dalle università deve partire una nuo-va rivoluzione anche per la divulgazionescientifi ca: sulla prevenzione, sulle vac-cinazioni, su tutta la medicina». «Mi fapiacere annunciare oggi – ha continuatoLorenzin – che Il Ministero della Salute ha presentato un emendamento alla leg-ge di stabilità che permetterà anche agliospedali di regioni in piano di rientro dipoter assistere pazienti da fuori regione,cosa che ora è vietata. Voglio ringraziare infi ne il personale sanitario del vostro grande e importante Policlinico, senza ilquale nessun ospedale potrebbe garanti-re la necessaria assistenza».

Ultimo atto del dies academicus la pro-lusione del professor Gaetano Paludetti,docente di Otorinolaringoiatria che ha il-lustrato tappe, progressi e sviluppi scien-tifi ci e clinici della disciplina che vedonola Clinica di Otorino del Gemelli uno deipunti di riferimento nazionali nell’assi-stenza e nella ricerca.

I testo completi dei discorsi pronuncia-ti nel corso della cerimonia di inaugura-zione sono pubblicati all’indirizzo: www.cattolicanews.it/inaugurazione-con-il-mi-nistro-lorenzin.

Il Ministro Lorenzin all’avvio dell’anno accademicodi Federica Mancinelli

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21PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

roma

Cibo e stili di vita giovanili:rimandati gli universitari italiani

gg

Ngf in collirio migliora la vista danneggiata

GLI UNIVERSITARI ITALIANI “rimandati” in stili divita, gli studenti van-no peggio delle stu-

dentesse. Solo 4 su 10 seguono leraccomandazioni nazionali per ilcorretto consumo quotidiano difrutta e solo 2 su 10 quelle relativeall’assunzione delle giuste quantitàdi verdura. Sono troppi gli studen-ti sedentari, cioè ben 3 su 10 nonsvolgono attività fisica, mentre unnumero consistente di universita-ri cedono alle lusinghe di Tabaccoe di Bacco: 3 studenti su 10 hannol’abitudine al fumo e 4 su 10 con-sumano settimanalmente vinoe birra. Scarsa l’attenzione allasalute riproduttiva per 3 studen-tesse su 10, che dichiarano di nonessersi mai sottoposte a controlliginecologici. Altissima l’attitudi-ne verso le nuove tecnologie, conrischio di abuso e dipendenza:tutti gli studenti (uomini e donne)hanno almeno un telefono cellula-re e 7 su 10 usano smartphone peressere sempre connessi.

Al di là di uno stile di vita non deltutto salutare la stragrande mag-gioranza degli universitari italiani

- ben 8 su 10 – si sentono in buonao ottima salute.

Questi, in sintesi, sono i risultatidella ricerca, su comportamentialimentari, attività fisica, abitu-dine al fumo, consumo di alcoole droghe, salute riproduttiva, at-titudini verso l’apprendimentoe le tecnologie, salute percepita estato di benessere generale stu-diati dai ricercatori della facoltà diMedicina e Chirurgia dell’Univer-sità Cattolica di Roma coordinatidalla professoressa Maria Luisa Di Pietro, docente dell’Istituto di Sanità Pubblica, in collaborazionecon l’Istituto Superiore di Sanitàe resi noti dai risultati dell’inda-gine Sportello Salute Giovani. Laricerca integrale, pubblicata sugliAnnali dell’Istituto Superiore diSanità, ha riguardato stili di vita ecomportamenti di 8516 studen-ti di dieci università italiane (diNord, Centro e Sud del Paese),in età compresa tra 18 e 30 anni:5702 donne (67%) e 2814 uomini(33%) con età media di 22,2 anni.

«I risultati dell’indagine – hadetto Maria Luisa Di Pietro – di-mostrano che gli studenti italianirappresentano un buon ordito, sucui continuare a tessere la trama.

Per questo promuovere la salute eprevenire le malattie nella popola-zione giovanile è una scommessaper il presente e un investimentoper il futuro».

«Indagini come questa dell’U-niversità Cattolica rappresentanoun prezioso strumento per poterprogrammare la prevenzione pri-maria soprattutto in vista dell’au-mento dell’aspettativa di vita– afferma Walter Ricciardi, pre-sidente dell’Istituto Superiore diSanità –. Questi dati ci impongonodi prestare una maggiore attenzio-ne in tutte le politiche, e non soloin quelle sanitarie, all’educazioneagli stili di vita salutari. Il vantag-gio è sia individuale, sia collettivo:essere anziani con un buon tempoda spendere e poter affrontare unaspesa sanitaria più sostenibile».

STUDIO

Le mappe cromatichetracciano i rifiuti cellulari

RICERCATORI dell’U-niversità Cattolica

del Sacro Cuore e delPoliclinico Gemelli diRoma hanno messo apunto una tecnica pertracciare il transito dei rifi uti dentro le cellule,ovvero seguire i viaggiintracellulari di vescico-le contenenti materialidi scarto che devono fi nire nei “centri diriciclaggio cellulari”, ilisosomi. Questo sistema di smaltimento e riciclag-gio dei rifi uti cellulari – chiamato autofagia – èun processo coinvolto in molte malattie, per esempio patologie neu-rodegenerative, come lemalattie di Parkinson eAlzheimer, la Corea diHuntington e le distrofi emuscolari, nonché in nu-merose forme di tumore.Patologie molto diverse,ma accomunate dal fattoche organelli cellularie proteine danneggiatinon vengono smaltitedalle cellule e quindi siaccumulano progressi-vamente innescando un processo di infi ammazio-ne e danno tissutale.Il sistema di tracciaturadel transito dei rifi uticellulari – che potrebbe aiutare la comprensione, la diagnosi e la cura dellesuddette malattie – è stato messo a punto daGiuseppe Maulucci e da Marco De Spirito dell’I-stituto di Fisica dell’U-niversità Cattolica diRoma in collaborazionecon Giovambattista Panidell’Istituto di Patologia Generale.Si tratta, come è statospiegato in una recentepubblicazione sulla rivi-sta Autophagy, di un siste-ma biotecnologico basatosull’uso di una proteina fl uorescente che cambia colore a seconda dell’aci-dità dell’ambiente.

RICERCATORI

RRdell’Università

Cattolica di Roma hannoRRmostrato l’efficacia di unRRcollirio nel riparare in parteRRi danni alla vista in pazienti affetti dagliomi delle vie ottiche, un tumoreche può portare a cecità. Il collirio è abase di un fattore di crescita, il Nerve Growth Factor (NGF), scoperto dalrcompianto Premio Nobel per la Me-dicina Rita Levi Montalcini.

Sono pubblicati sulla rivista Braingli incoraggianti risultati della spe-rimentazione clinica di fase II suquesto trattamento, randomizzata,controllata e in doppio cieco, con-dotta dagli Istituti di Pediatria, diOculistica, di Radiologia e di Neu-rochirurgia dell’Università Catto-lica presso il Policlinico Gemelli, incollaborazione con ricercatori delConsiglio Nazionale delle Ricerche(CNR) di Roma.

Nello studio, condotto dai profes-sori Antonio Chiaretti, RiccardoRiccardi e Benedetto Falsini sono stati arruolati 18 pazienti con gliomidelle vie ottiche e gravi deficit visi-vi indotti dalla neoplasia, afferentialla Unità Operativa Complessa diOncologia pediatrica del PoliclinicoGemelli.

I gliomi delle vie ottiche sono deitumori a lento accrescimento checolpiscono elettivamente le vie visivee il chiasma ottico, determinando alungo termine la cecità dei pazientiper infiltrazione e compressionedelle vie nervose da parte delle cel-lule tumorali. Non esistono terapieefficaci in grado di contrastare il de-vastante esito indotto dalla malattia.

«Con la nostra indagine abbiamovoluto testare l’efficacia e la sicurezzadel NGF, somministrato come colli-rio attraverso la via congiuntivale, in

un gruppo di pazienti affetti da gravideficit visivi indotti dai gliomi ottici– afferma il professor Chiaretti –. Lavia di somministrazione congiun-tivale ha permesso di by-passare labarriera emato-retinica facilitandola penetrazione del NGF diretta-mente all’interno delle vie ottiche,dove sono presenti i recettori spe-cifici per tale neurotrofina, e doveil NGF può esplicare la sua azionesenza determinare alcun effetto col-laterale».

«I nostri risultati – sottolinea ilprofessor Falsini – pur se limitati aun piccolo numero di pazienti e auna specifica patologia, aprono unanuova strada sull’ impiego terapeu-tico del NGF nel trattamento deigravi deficit visivi, incoraggiando laricerca anche in altri tipi di lesioniinteressanti i meccanismi della vi-sione».

di Nicola Cerbino

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22 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

LO SCORSO 19 OTTOBRE

LLè

morto al Policlinico LLGemelli, dopo alcu-LLni giorni di ricove-LLro, monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo emeritodi Pisa. Don Sandro, come monsignor Plotti era ami-chevolmente chiamato dai tanti medici del Gemelli, che negli anni Sessanta lo avevano conosciuto e apprezzato da giovani stu-

denti dell’Ateneo, fu dal 1961 al 1972 il primo assi-stente spirituale, nonché docente di Teologia, nella neonata facoltà di Medi-cina e Chirurgia dell’Ate-neo del Sacro Cuore. «La comunità universitaria ne ricorda l’alto profi lo uma-no e pastorale, l’esempla-re impegno per la crescita dei giovani e per il bene dell’intero Ateneo», ha

affermato il rettore FrancoAnelli.

Il Gemelli “amico delle donne”

Morto mons. Plotti, primoassistente spirituale a Medicina

ppEVENTO STUDENTI

Una festa di sorrisinel segno della solidarietà

UN SOFISTICATO STRUMENTO che permettedi eseguire un esame emocromocito-

metrico completo con soli 10 microliti di sangue sui bimbi nati pre-termine e ricove-rati presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) del Policlinico Gemelli, diretta dal professor Costantino Romagnoli, è ilfrutto della raccolta fondi realizzata nellaseconda edizione di Smile for Children, evento di solidarietà e ideato e realizzatodagli studenti delle facoltà di Medicinae Chirurgia e di Economia della sede diRoma della Cattolica. Raccolta la sommarecord di 15.300 Euro. A fare gli onori dicasa della serata, cui hanno preso parteoltre mille studenti, il professor Stefano Bozzi, coordinatore del Corso di laureamagistrale in Management dei Servizipresso la facoltà di Economia a Roma.«Cari studenti, sono qui a rappresentar-vi la riconoscenza dei neonatologi delPoliclinico e la gratitudine di tutti i neonatiassistiti in Terapia intensiva neonatale – hadetto il professor Romagnoli nel suo salutodi ringraziamento –. Questo vostro impe-gno è segno della vostra sensibilità che viporterà a essere protagonisti della futuragenerazione di bravi medici e operatorisanitari cattolici».«Il desiderio di prodigarsi e il lavoro disquadra tra gli studentidi Eco-nomia e icolleghi diMedicina eChirurgia –ha aggiuntoVirginia Fondacaro, rappre-sentante degli studenti della facoltà di Economia –hanno permesso il raggiungimento di untraguardo insperato». «Il fi ne dell’evento– ha concluso Matteo Di Pumpo, ammini-stratore locale del Segretariato italiano stu-denti in Medicina – deriva da una comunesensibilità nei confronti dei bambini dellaTIN, che appena nati lottano con forzaper la vita, sostenuti dalla cura dei medici e da strumenti e tecnologie indispensabili».(f.m.(( )

roma

IPOLICLINICO GEMELLI si conferma ospedale“amico delle donne”.Per la terza volta ha

ottenuto il riconoscimento dei tre Bollini Rosa (il mas-simo previsto) dell’Os-servatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda) per il biennio 2016/17 che lo confermano quale ospedale attento alla salu-

te femminile. Il Gemelli èuna delle 6 sole struttureospedaliere del Lazio adavere ottenuto i 3 Bollini.Tre i criteri di valutazio-ne: la presenza di servizirivolti alla popolazionefemminile, appropria-tezza dei percorsi diagno-stico-terapeutici, offertadi prestazioni aggiuntivelegate all’accoglienza in

ospedale e alla presa in ca-rico della paziente, come la telemedicina, la media-zione culturale e il servizio di assistenza sociale. Tutte caratteristiche presentie particolarmente svi-luppate nelle strutture di assistenza, cura e ricerca del Polo della Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Gemelli.

La Mia Neri Foundationper la ricerca in oncologia pediatrica

PRIMA la presenta-zione di L’albe-ro di Mia (nella foto un momento

dell’evento), libro-diariodella piccola Mia Neri, morta a soli 11 anni a cau-sa di un raro tumore ce-rebrale, poi un simposio scientifi co sulla medi-cina di precisione, cioè

terapie personalizzate a misura di piccolo pazien-te e meno aggressive per evitare danni secondari a seguito delle stesse cure. Queste le prime iniziative pubbliche che la Fonda-zione Mia Neri, presie-duta da Giovanni Neri,già docente di Genetica medica all’Università Cattolica, ha promosso a ottobre e novembre pres-so il Policlinico Gemelli. Obiettivo della Fondazio-ne è raccogliere fondi per sostenere la ricerca in oncologia pediatrica so-prattutto contro i tumori

cerebrali. Ai due eventidi lancio sono interve-nuti il rettore dell’AteneoFranco Anelli e il Diret-tore generale del GemelliEnrico Zampedri, che hanno espresso il lorosostegno alla Fondazione.Uno dei campi in cui sisvilupperanno i progettidi ricerca è la medicina diprecisione, che come hadetto il professor Neri «èun obiettivo cui tendere,ma la sempre più accura-ta conoscenza del geno-ma umano è garanzia delsuo prossimo raggiungi-mento».

Musica e medicina, una nuova stagione dei concerti

LA NUOVA STAGIONE mu-sicale per i degentidell’ospedale si inte-gra con quella serale

dei Concerti del Mercoledìdella Cattolica, giunta alla

quindicesima edizione, che come da tradizione, si svolge in Auditorium, con ingresso libero, fi no ad aprile 2016. Il Concerto della Banda Musi-cale dell’Arma dei Carabinie-

ri, diretto dal Tenente Colon-nello Massimo Martinelli, ha dato il via, il 28 ottobre nelle hall del Policlinico, alla nuova stagione della rassegna musicale Giovani artisti per

l’Ospedale. I concerti aperti non solo ai pazienti e ai loro familiari, ma a tutti i visitato-ri del Gemelli, proseguiranno ogni mercoledì pomeriggio fi no al 3 febbraio 2016.

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23PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Trendoxides2015: a lezione dai big della fisica

PER UNA SETTIMANA Brescia ha accol-to un’ottantina difi sici, tra studen-

ti, ricercatori e scienziati affermati provenienti da diverse parti del mondo, come, per esempio, Giap-pone, Germania, Spagna Svizzera e Belgio. Lo scopo dell’evento è stato quello di presentare le linee di ricer-ca più avanzate nel campo delle proprietà elettroni-che dei materiali ossidi e le loro possibili applicazioni tecnologiche.

Un’occasione di aperturainternazionale per i giovani fi sici della Cattolica, pro-posta da iLamp, il centro di ricerca della facoltà di Scienze matematiche, fi si-che e naturali, diretto dal professor Luigi Sangaletti, grazie al sostegno econo-mico della Fondazione Co-munità Bresciana.

Nei primi tre giorni, dal12 al 14 novembre, circa 45 giovani studenti e ricer-catori, fra i 24 e 30 anni, hanno frequentato le le-zioni tenute da docenti di fama internazionale, fra i quali il professor AtsushiFujimori, proveniente dall’Università di Tokyo, il professor Stefano Gariglio dell’Università di Ginevra e altri esperti italiani.

«Si è trattata di un’im-

portante occasione per mettere in contatto i nostri studenti con l’ambiente scientifi co internazionale - afferma Luigi Sangalet-ti, direttore di ILamp. In questo modo potranno co-struirsi dei contatti e per-fezionare i loro studi nei laboratori e nei gruppi più importanti in Europa e nel mondo».

Per alcuni di loro, iltrampolino di lancio po-trebbe essere stata la par-tecipazione al workshop di chiusura della settimana di TRENDOXIDES2015. In-fatti, una decina di studenti iscritti alla scuola hanno avuto la possibilità di di-ventare relatore e quindi di presentare i risultati della propria ricerca al tavolo di fi sici già affermati.

Ben trentacinque in-terventi hanno cercato di fare il punto sui traguardi raggiunti nello studio delle dinamiche ultraveloci ne-gli ossidi di metallo, campo di ricerca portato avanti a Brescia dal Laborato-rio Ulysses, coordinato da Claudio Giannetti. Ulys-ses si occupa di dinamiche elettroniche, di termo-meccanica su scala nano-metrica e dello sviluppo di nuovi sistemi di spettro-scopia ottica con risoluzio-ne di pochi femtosecondi

(10-15 s). Questo tipo di tecniche spettroscopiche sono applicate allo studio di materiali quantistici e nanostrutturati e sistemi biologici.

Si cercato anche di capirele future applicazioni per lo sviluppo di nuovi disposi-tivi elettronici, nell’ambito del fotovoltaico e dell’e-lettronica, già studiate dal Laboratorio di fi sica delle superfi ci e spettroscopia, diretto dal professor San-galetti. Esso svolge attività di ricerca su superfi ci e interfacce nanostrutturate per applicazioni magneti-che, sensoristiche ed ener-getiche.

Sono intervenuti al wor-kshop speakers prove-nienti dai più prestigiosi laboratori e istituzioni ita-liani e internazionali, come Elettra-Sincrotrone diTrieste, la SISSA di Trieste, Università Bicocca e Poli-tecnico di Milano, Univer-sità di Ginevra. Università di Amsterdam, Università di Würzburg, Universi-tà Cattolica di Lovanio, la National University di Sin-gapore, ESPCI ParisTech e molti altri.

Per una settimana, lasede di Brescia è stata un centro internazionale della fi sica della materia con-densata.

TESTIMONIANZE

I ricercatori della Cattolica ambasciatori nel mondo

I CONFINI DELL’ITALIA vanno stretti amolti dei laureati in Fisica della sede

di Brescia della Cattolica. Ed è per aiutare molti di loro a costruirsi un ponte verso i principali cen-tri del mondo che il laboratorio di ricerca iLam ha chiamato a Brescia per una settimana numerosi giovani ricercatori, ma anche docenti di fama nel campo dello studio delle dinami-che ultraveloci nei materiali ossidi. Ha fatto ritorno in via Musei anche Daniele Fausti (nella foto), laureato in Fisica nel 2002, e partitopoi per un dottorato a Groningen, in Olanda dove è rimasto per cinque anni. Nel 2008 Daniele contatta un docente di Oxford che stava costituendo un team di ricercatori fi nanziato dalla Max Plank society tedesca per lavorare allo studio delle dinamiche di materiali superconduttori ad alta temperaturacritica. Inizia così un’attività di ricerca divisa fra l’Inghilterra e Amburgo, nell’importante Centro di ricerca Desy. E qui si rende conto quanto fosse deci-siva per sviluppare progetti ambiziosi la collaborazione tra università e labora-tori di ricerca internazionale. Nel 2010 arriva l’occasione italiana che sognava e quindi il rientro in Italia: lavorare per l’Università di Trieste, e allo stesso tem-po, collaborare con il laboratorio più importante in Italia, il Sincrotrone di Trieste; ma anche insegnare a studenti motivati e continuare a fare ricerche. «Nei primi mesi di quest’anno – raccon-ta Fausti – ho ricevuto un importante fi nanziamento dal Ministero dell’Istru-zione e ho così iniziato un’attività di ricerca indipendente con tre studenti di dottorato. In alcuni lavori recenti abbiamo dimostrato che è possibile fardiventare metallico un materiale isolan-te in circa un millesimo di miliardesimo di secondo: c’è la prospettiva di ottene-re memorie o processori mille volte più veloci di quelli attualmente in uso».Altri laureati della Cattolica stanno continuano a fare ricerca nei miglioriistituti internazionali e si stanno rivelan-do ambasciatori dell’Ateneo nel mondo.Hanno scelto il Regno Unito, l’Irlanda, la Spagna, la Germania, l’Olanda, il Canada, gli Stati Uniti e il Sudafrica, poiché le ricerche più avanzate hanno ormai una dimensione globale.

brescia

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24 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

L’IRONIA può essereun’arma della societàcivile? Attraverso ilracconto del cinema,

il Centro studi per la legalità,diretto dal professor LucianoCaimi, in collaborazione con le Alte scuole di Psicologia eMedia, comunicazione e spet-tacolo ha organizzato il quartoconvegno di studi per parlaredel fenomeno mafi oso. Da mol-ti anni il cinema si è accostato alproblema mafi a con modalitàespressive molto differenti traloro: da quello farsesco, bril-lante come quello nei primianni ’60 con l’uscita di una se-rie di fi lm con Franco Franchie Ciccio Ingrassia a registi par-ticolarmente interessanti comeFrancesco Rosi e Damiano Da-miani attraverso i quali la mafi acomincia ad essere rappresen-tata in un’ottica più profonda edi denuncia. Il convegno è statointrodotto dal professor Caimi e

da Gian Antonio Girelli (i nella foto), presidente della Com-missione speciale antimafi adella Regione Lombardia, cheha sottolineato che la mafi a inLombardia ormai si è radicata,non solo infi ltrata. «Fortunata-mente l’antimafi a parla soprat-tutto il linguaggio dei giovani– ha detto Girelli –. Ed è da qui

che si deve partire».Per Ruggero Eugeni, diretto-

re Almed, la potenza espressivadel cinema può contribuire aformare una coscienza naziona-le ancora più forte della tv. Trale moderne forme di comuni-cazione, il cinema è infatti unodei mezzi espressivi più adatti atrasmettere in modo accessibileogni tipo di messaggio.

Il cinema ha raccontato moltiaspetti della mafi a e lo ha fattoin molti modi, come ha mo-strato il video realizzato da Lia Cocca, studentessa Stars. «Hostilato una lista di fi lm che ri-guardassero la mafi a, ma trat-tata in modo ironico. Abbiamodeciso di iniziare con in testai titoli della commedia italia-na, con i due mafi osi Francoe Ciccio e il mafi oso di Sordi,per poi passare alla commediaitaliana più recente di Benignicon Johnny Stecchino, passandoper Aldo, Giovanni e Giaco-

mo, fi no a La Mafi a uccide solod’estate di Pif. Abbiamo volu-to prendere in considerazioneanche il fi lone del cinema civilecon I Cento passi, in particolare la clip in cui Impastato si lan-cia in un’invettiva radiofonicadallo stile dantesco. Abbiamovoluto poi dedicare uno spazioanche agli sperimentalismi conl’assurdo personaggio di Ma-fi aman di Ciprì e Maresco e ilmusical Tano da morire. Infi ne per quanto riguarda il mondotelevisivo abbiamo inserito Cet-to la Qualunque di Albanese e i Soliti Idioti per quanto riguardal’Italia, mentre i Simpson come esempio rispetto a uno scenariointernazionale».

Nella tavola rotonda sono in-tervenuti don Marco Mori dellapastorale giovanile della diocesidi Brescia, e i professori Rug-gero Eugeni, Caterina Gozzoli,Antonino Giorgio e DomenicoSimeone.

Mafie da ridere, l’arma dell’ironia cinematografica

DIALOGO. È un termineche ricorre più voltenell’enciclica Laudatosi’ per indicare alcune

possibili linee di orientamen-to e azione. Ed è quello che havoluto fare l’Alta Scuola perl’Ambiente (Asa) con il conve-gno internazionale, ispirato aldocumento di Papa Francesco, acui è stato dato come sottotitoloNiente di questo mondo ci è indif-ferente. Un’iniziativa promossa in collaborazione con il Fara-day Institute della University of Cambridge.

Le crisi ecologiche di oggirichiedono con urgenza dellerisposte scientifi camente va-lide ed eticamente generativerispetto al valore dell’umano edell’ambiente, afferma nell’av-vio del convegno il direttoredi Asa Pierluigi Malavasi. Ma qual è il posto della politica? Ilprincipio di sussidiarietà con-ferisce libertà per lo sviluppodelle capacità presenti a tuttilivelli, ma al tempo stesso esigepiù responsabilità verso il benecomune da parte di chi detienepiù potere. Il mondo ha bisognodi una politica che pensi conuna visione ampia, e che porti

avanti un nuovo approccio inte-grale, includendolo in un dialo-go interdisciplinare.

Dai temi delineati da papaFrancesco nell’enciclica esce unprogetto compositivo: ne sonoconvinti molti dei numerosi re-latori presenti al convegno par-lando di dialogo sull’ambientenella politica internazionale,dialogo verso nuove politichenazionali e locali; dialogo e tra-sparenza nei processi decisio-nali; politica ed economia indialogo per la pienezza umana,le religioni nel dialogo con lescienze.

L’enciclica richiama alla ne-cessità di un incontro tra le stes-se scienze, «dato che ognunaè solita chiudersi nei limiti delproprio linguaggio, e la specia-lizzazione tende a trasformarsiin isolamento e assolutizzazionedel proprio sapere». Su questoaspetto in modo particolare siè soffermato l’assistente ec-clesiastico Claudio Giuliodori indicando l’Università come illuogo privilegiato per avere unosguardo globale sull’ambien-te. La capacità sinergica dellascienza, dell’economia e dellateologia possono orientare al

bene comune e alla correspon-sabilità dei popoli. Per il rettoreFranco Anelli, intervenuto adaprire la seconda sessione dellagiornata, serve una conversioneinteriore, non un moto rivolu-zionario. Quello dell’ecologiaintegrale dovrebbe essere unproblema umano e sociale. Unproblema di coscienza. L’ado-zione di questo approccio è uninvito a leggere insieme uma-nità e ambiente e a costruireun’alleanza tra generazioni.

Delinea tre prospettive sucui rifl ettere la studiosa ingleseHilary Marlow del Faraday In-wstitute for Science and Religion,University of Cambridge: l’e-cologia, la Bibbia e l’etica delle

virtù. La prima prospettiva ècollegata alla comprensione deiproblemi che il mondo attual-mente deve affrontare e al ri-conoscere che questi sono sin-tomi interconnessi legati a un“malessere” più profondo. Laseconda considera con un mag-giore dettaglio la ricca tradizio-ne dei profeti biblici ed esploracome questi testi possono en-trare in risonanza con la nostrasituazione corrente. Il terzoaspetto corrisponde a quellodell’etica delle virtù, menzio-nato solo brevemente dall’En-ciclica Laudato sì: in questaparte si svilupperà una rispostaall’importante questione “comedobbiamo vivere?”.

Laudato si’, una sfida etica e politicabrescia

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25PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Calano gli immigratima non gli irregolari

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UNA PRESENZA sempre più stabile ma in calo. Accompagnata da unalieve crescita dell’irregolarità edella vulnerabilità. È la fotografi a

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dell’immigrazione in provincia di Bresciafatta dal CIRMiB, il Centro di iniziative edi ricerche sulle migrazioni della Cattoli-ca.

«I dati socio-demografi ci sulla provin-cia di Brescia, quest’anno, non autorizza-no a ricorrere a metafore apocalittiche: la

crescita dei residentistranieri, a seguito del-la crisi, si è arrestata,addirittura sta retro-cedendo come numeri– osserva Maddalena Colombo (nella foto) responsabile del Cir-mib – vuoi per le can-cellazioni o il ritorno

in patria di alcuni, vuoi per una minoreintraprendenza ad arrivare in Italia o amettere al mondo dei fi gli».

Sul piano dei numeri al 1° gennaio 2015gli immigrati residenti sono 166.642(50,3% femmine - 49,7% maschi), conuna diminuzione del 1,4% rispetto all’an-no precedente. Brescia si conferma laseconda provincia in Lombardia dopoMilano per numero assoluto di residentistranieri e per la loro incidenza sulla po-polazione totale (13,2% Brescia vs 13,7%Milano), che è comunque superiore allamedia lombarda (11,5%) ma in calo. Trale nazionalità in calo di presenze trovia-mo Marocco, Albania, Ghana, Tunisia eBurkina Faso mentre guadagnano la Ro-mania, l’Ucraina, la Cina, il Kosovo, lo SriLanka e le Filippine.

Sul fronte della irregolarità, ORIM cal-cola un aumento netto di 5.600 immigrati

irregolari (+3,2% rispetto al 2013) che rap-presentano il 9,7% dei presenti in provin-cia di Brescia (in Lombardia sono inveceil 7,2%). La provincia di Brescia è dunquela prima in Lombardia per percentuale diirregolari sul numero dei presenti e ospitacirca il 20% di tutti gli stranieri irregolarisul territorio lombardo: una quota che de-riva certamente dai processi di impoveri-mento a seguito della crisi e dalla perditadello status di regolarità.

Nell’area economica, i dati descrivonouna chiara recessione in corso. Il mercatooccupazionale per gli stranieri a Bresciaè quasi interamente “etnicizzato”. Sonoper stranieri l’87,4% dei contratti stipu-lati per lavoro domestico, il 61% del set-tore agricolo e silvi-pastorale, il 45% delsettore costruzioni. Nel 2013-14 rumeni,indiani, cinesi, egiziani, presentano unnumero di avviamenti (inizio rapporto dilavoro) percentualmente superiore allaloro presenza sul territorio provinciale,mentre sono gli albanesi, pakistani, ma-rocchini, senegalesi, ucraini e moldavi arisultare più in diffi coltà nell’avviare rap-porti di lavoro.

Nell’ambito della scuola, l’incremen-to di alunni con cittadinanza non italiana(CNI) risulta quasi nullo (+0,06%), a dif-ferenza del dato lombardo (+2,96%) e na-zionale (+2,05%). Anche l’incidenza deglialunni stranieri sul totale della popola-zione scolastica risulta stabile (17,4%):si può parlare di un “allentamento” dellapressione migratoria sui servizi scolasticie formativi, almeno in termini di nuoviarrivi. Rimangono uguali all’anno prece-dente le incidenze nelle scuole d’infanziae secondarie di primo e secondo grado,mentre le scuole primarie vedono un lieveaumento dell’incidenza.

IN BREVE

Lo Stars raccontail backstage del CTB

PER GLI STUDENTI ISCRITTI al corso di laurea in Scienze e tecnologie delle

arti e dello spettacolo (Stars) si è apertauna nuova opportunità formativa.Grazie alla convenzione siglata in pri-mavera fra l’Università Cattolica e il Ctb- Centro teatrale bresciano, un gruppo distudentidello Starsè impe-gnato nellarealizza-zione dicontenutimulti-medialiovvero allaripresa e al montag-gio degli spettacoli in programma per lastagione 2015-2016. Oltre ad avere l’op-portunità di seguire da vicino tutte le fasidel backstage – dalla recitazione all’alle-stimento delle scene – gli studenti hannola possibilità di verifi care sul campo lapreparazione conseguita nel corso dei treanni dello Star ed arricchire il propriobagaglio di competenze da inserire nelproprio showreel.I giovani professionisti offriranno al Ctbil “racconto” degli spettacoli che potràessere utilizzato nei diversi canali dipromozione per poi diventare una fontestorica che andrà ad arricchire l’archiviodell’ente.

Doppio anniversario per CTBe Letteratura&Letterature

NEL 2015 Letteratura&Letterature&&giunge al decimo ciclo di confe-

renze, mentre il CTB Centro TeatraleBresciano festeggia i suoi primi qua-rant’anni di attività (1975-2015).Per celebrare entrambi gli anniversa-ri, la facoltà di Scienze linguistiche eLetterature straniere, con la direzionescientifi ca di Lucia Mor, ha organizzato una serie di incontri letterari dedicatiad alcune delle opere che sono statemesse in scena dal CTB.Il ciclo delle conferenze è stato apertoda una conversazione fra Paola Carmi-gnani e Gigi Cristoforetti, due criticiteatrali locali, che hanno ripercorsol’evoluzione del teatro nella realtàcittadina.Prima di ogni conferenza è stato proiet-tato del materiale fotografi co d’archiviorelativo alle produzione del CTB, cheanche quest’anno ha messo a disposizio-ne gli attori.

brescia

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26 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

QUALI ASPETTI dell’educa-zione oggi sono con-fi nati “nell’ombra”?Qual è il prezzo chepaghiamo per la loro

rimozione? Quali dimensionipsicologiche, autobiografi che,affettive si animano “dietro lequinte” della relazione edu-cativa? Come imparare a rico-noscerle e a riappropriarseneper non subirle passivamen-te? Sono le domande poste dalprofessor Daniele Bruzzonedell’Università Cattolica, a cuisi è cercato di rispondere du-rante il convegno D’amore eombra: dimensioni latenti nell’e-ducazione organizzato dalla fa-coltà di Scienze della formazio-ne della Cattolica di Piacenza,grazie anche alla disponibilitàdella Donazione Ferracuti, e

coordinato dai professori Car-la Ghizzoni e i Pierpaolo Tria-ni.

Durante il seminario ed i la-boratori ai quali i partecipantihanno potuto assistere, si ècercato di far luce su tutte lemotivazioni latenti e le dimen-sioni inconsce che animano lerelazioni educative e di cura

e che spesso non sono stateadeguatamente riconosciuteed elaborate. «Tutto ciò cheneghiamo non viene rimossosenza conseguenze – ha affer-mato Daniele Bruzzone – e ilriscatto è possibile solo attra-verso la riconciliazione con ciòche è stato negato».

Ogni relazione educativa ha

una parte di ombra – ha spie-gato la professoressa Ghizzoni– l’esercizio dell’intenzionalitàeducativa può avere un dupliceobiettivo: avere un potere, op-pure porsi al servizio dell’altrapersona correggendo i suoi li-miti con la stessa pietas con cuicorreggiamo i nostri».

«Quando parliamo di curaed educazione tendiamo a farlosolo negli aspetti positivi – haspiegato Bruzzone – ma l’am-bivalenza è in tutte le relazionieducative, eppure ci sono deisentimenti che sembrano nonavere diritto di cittadinanza ediventano un tabù.

L’ombra separata da noi,diventa qualcosa di sinistro epauroso. Familiarizzare conl’ombra diventa quindi l’unicomodo di gestirla».

Amore e ombre: i lati oscuri nell’educazione

QUAL È IL CONTRARIO di corruzio-ne? Da questo interrogativo èpartita la rifl essione propostadal Dipartimento di Scienzegiuridiche della facoltà di Eco-

nomia e Giurisprudenza dell’UniversitàCattolica di Piacenza con un incontrodal titolo Il contrario della corruzione,che ha avuto come ospite d’onore Raf-faele Cantone (nella foto) Presidentedell’A.N.A.C. - Autorità Nazionale an-ticorruzione.

L’ex magistrato, di fronte a una plateadi forze dell’ordine e di amministratori, ha parlato soprattutto di prevenzione.«La corruzione – ha esordito – depri-me il Pil di un Paese, è uno strumento diblocco del sistema. La corruzione è unreato contro l’economia, ed è un reatosociale. Per mettere in campo gli anti-corpi alla corruzione ci si deve affi dareai dirigenti pubblici degli enti, che co-noscono le aree di rischio».

«Il contrario della corruzione è il ri-spetto delle regole – ha affermato inol-tre Raffaele Cantone – il problema ècapire come farle rispettare e preveni-re la corruzione: una fi losofi a vincentepuò essere quella di evitare di attenderele indagini, che sono meritorie e hannoil compito di scoperchiare il malaffare,ma vedere se si può fare qualcosa perintervenire prima che questo si svi-luppi. È necessario pertanto lavorare

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sul piano culturale: la lotta alla mafi a

ha cambiato passo quan-do si è com-preso a pie-no il male arrecato al paese, dob-biamo fare lo stesso per la corruzio-ne».

E sul nuo-vo codice degli appal-ti in discussione alla Camera Cantonesottolinea come: «Ormai siamo in di-rittura di arrivo, i tempi sono maturi:le direttive comunitarie devono essereapprovate entro il 16 aprile, se vogliamorispettare questo termine bisogneràaccelerare e mi auguro che ciò avven-ga».

All’incontro, coordinato da Dino Ri-noldi, professore di Diritto dell’Unione europea dell’Università Cattolica, sonointervenuti la professoressa Emma Galli della Sapienza di Roma, con unarelazione sulla valutazione economicadella corruzione e Raffaele Piccirillo,Direttore Generale della giustizia pe-nale, Ministero della Giustizia, che si è soffermato sulle modalità e sugli stru-menti disponibili per perseguire gli il-leciti, anche attraverso la cooperazione internazionale.

Cantone: la corruzionesi può e si deve prevenire INCONTRO

Le politiche gentili del Nudge per comportamenti virtuosi

LE POLITICHE PUBBLICHE possonomodifi care i nostri comportamenti

in meglio senza vietare o punire? La risposta è sì, se si adottano le politiche gentili del “nudge”. Se ne è parlato il 13 novembre scorso durante il corso di Politica Economia del professor Paolo Rizzi della facoltàidi Economia e Giurisprudenza, che ha ospitato il professor Luciano Canova (a nella foto(( ), ex studente del dotto-rato in Politica Economica della Cattolica e oggi ricercatore presso la ENI corpora-te University Enrico Mattei.Ma cos’è il Nudge? Una vera e propria traduzione in italiano non c’è, si tratta di una nuova modalità di intervento pubblico: «uno strumento che ha come scopo quello di indirizzare le scelte delle persone verso un obiettivo di policy, salva-guardandone la libertà» spiega Canova. «In molti Stati Europei e negli Stati Uniti le politiche di nudge sono strutturate, presenti e monitorate nei loro risultati, che si dimostrano spesso decisamente po-sitivi» ha sottolineato Rizzi, che ha iniziato con questo incontro un ciclo di interventisulla creatività e l’innovazione applicatealla politica.

piacenza-cremona

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27PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Ecotrophelia Europe 2015: i cibi del futuro

PRENDI UNA VENTINA DI STUDENTI della fa-coltà di Economia e Giurisprudenza, due assessori comunali, dei proget-tisti e un pianifi catore sociale e avrai

un’esperienza che, facendo leva sul gioco,riesce a liberare capacità e idee presenti, maancora inespresse.

Questo è quanto è accaduto lo scorso 19novembre, quando il professor Paolo Rizziha proposto ai propri studenti un workshopsperimentale legato al piano di riqualifi ca-zione urbana del Consorzio Agrario di Pia-cenza.

Alla presenza degli assessori del ComuneSilvio Bisotti ei Francesco Timpano, non-ché dei progettisti del Consorzio Agrario,gli studenti sono stati sfi dati a realizzare conil Lego un progetto capace di coniugare esi-

genze sociali ed economiche, guidati dal pia-nifi catore sociale Michele Vianello. Il me-todo Lego Serious Play, si basa su un approccio di soluzione dei problemi che si è dimostratostrumento effi cace per rendere più veloci iprocessi di innovazione, fare crescere i teame migliorare la comunicazione, facendo inmodo che ogni singola risorsa possa dare uncontributo unico e libero all’organizzazione.

Agli studenti della Cattolica è spettato il compito di ragionare sull’area che ha un’am-piezza di oltre 130 mila metri quadri: «Stia-mo parlando di un intervento notevole – haspiegato il direttore generale di ConsorzioAgrario Terre Padane Dante Pattini – e sul iquale è in atto un processo di condivisione di

idee. L’area di cui si sta parlando rappresenta un biglietto da visita per Piacenza soprattutto per chi arriva dalla ferrovia e che oggi si trova davanti un’area abbandonata e diffi cilmente controllabile».

Un’area che ieri è stata in un certo sensoricostruita e ripensata con i mattoncini Lego: «A Piacenza è la prima volta che viene fatto un esperimento di questo tipo – ha spiegato Vianello – invece l’esperienza del Lego Serious Play è già stata applicata in altre aziende, l’ul-ytima delle quali è stata Enel dove il metodo è impiegato per valutare l’impatto delle cen-trali Enel sul territorio».

«È una tecnica che stimola la partecipazio-ne in modo libero. Dato che durante il corso si è trattato il tema del marketing territoriale e approfondito le sue applicazioni più “tradi-zionali”, abbiamo voluto proporre ai nostri studenti la possibilità di sperimentare anche a un metodo nuovo su un tema concreto – ha ribadito il professor Rizzi – un nuovo tassello che ha offerto la possibilità di immaginare insieme futuri, idee, concetti e applicazio-ni che nelle consultazioni più “tradizionali” magari non escono perché considerati visio-nari, ma che possono fare la differenza».

Consorzio agrario, si progetta con il Legopiacenza-cremona

ÈSTATA LA CATTOLICA diPiacenza ad ospitare lafi nale di EcoTropheliaEurope 2015, la Cham-

pion’s League dell’eco-inno-vazione alimentare, che mettein gara studenti universitaridi tutta Europa nell’ideazionee nella realizzazione di nuo-vi prodotti agroalimentarieco-sostenibili e in grado –almeno potenzialmente – diimporsi sul mercato. Alla fi -nale hanno partecipato le 16squadre vincitrici del con-corso nei rispettivi Paesi chehanno presentato il prototipodi un prodotto agro-alimen-tare innovativo, realizzatocon particolare attenzionealla sostenibilità e al rispettoambientale. L’edizione 2015dell’evento internazionale nonsi è tenuta dunque ad Anuga oa Parigi, come d’abitudine, maper la prima volta in Italia, adExpo e all’Università Cattoli-ca di Piacenza, presso la resi-denza Gasparini: «Una sceltache appare un chiaro ricono-scimento – ricorda il presidedella facoltà di Scienze agrarie,alimentari e ambientali, pro-

fessor Lorenzo Morelli – del prestigio che è riconosciuto intutta Europa al nostro Ateneo.Dal 2011 ad oggi EcotropheliaEurope ha sostenuto l’orga-nizzazione di 75 competizioninazionali, mobilitato 550 uni-versità e più di 3mila studenti.Nel 2013 la facoltà di Scienzeagrarie, alimentari e ambien-tali della Cattolica si aggiudicòil primo premio nazionale ed ilterzo premio a livello europeocon la barretta SoCrock ».

I 16 progetti sono stati esa-minati da una qualifi catagiuria internazionale, pre-sieduta da Michel Coomansdella Commissione Europea e

da dirigenti di industrie agro-alimentari di tutta Europa, conl’intento di focalizzare le ca-ratteristiche distintive dell’a-limentazione di domani e leprincipali tendenze del consu-mo alimentare in Europa.

Il vegetale è sicuramentestato il protagonista della com-petizione, ma non sono man-cati prodotti bizzarri, come il‘’fi lo’’ di collagene commesti-bile della squadra croata, o No-vel Food come i falafel a base di un certo tipo di bachi degli au-striaci e i ‘tortellini-like’ ripieni di insetti. L’Italia si è aggiudi-cata la medaglia d’argento conFresh-App, bevanda eco-in-

novativa fabbricata a partiredalle bucce di mele e arance,brevettata da un gruppo di gio-vani ricercatori dell’universitàdegli studi Federico 2 di Napo-li. «I 140 studenti, che hannoinvaso la Cattolica, accompa-gnati dai loro docenti, hannopotuto apprezzare la nostra re-altà universitaria – conclude ilpreside Morelli –. Un ringra-ziamento particolare va ai no-stri studenti per la loro attivapartecipazione all’iniziativa:hanno dimostrato un’effi cien-za, un entusiasmo e una dispo-nibilità eccezionali apprezzatida tutti gli ospiti».

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IL PERCORSO Educare/educarsi alla Bel-lezza, rivolto ai Collegi e più in ge-nerale alla comunità universitaria, continua anche in questo anno acca-

demico a partire dall’incontro intitolato Il bello dell’economia: la sfi da della sharing economy, svoltosi nella sede milanese dell’Ateneo il 18 novembre scorso.

La “Bellezza”, come ha ricordato la pro-rettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, può diventare «uno stimolo, una sfi da in questa società sempre più caratterizzata dalla violenza e dalla paura».

La professoressa Ivana Pais valorizza gli saspetti collaborativi della sharing economy, che esalta la condivisione rispetto al pro-fi tto, per «risocializzare l’economia». In questo contesto si colloca Maria Chiara Bosio, co-fondatrice di JoJob, il primo carpooling aziendale italiano: una rete di gcondivisione in comunità già esisten-ti (aziende o università), che permette di condividere il tragitto quotidiano utiliz-zando una sola auto. Si tratta di un meto-do innovativo che promuove il risparmio economico e ambientale, per un impatto

minore in termini di emissioni e uno mag-giore in termini di aggregazione. Si occupa di sharing anche Silvio Lenares, motiva-tore, strategic advisor di TimeRepublik, la prima banca del tempo globale, «che dà la possibilità a chi ha bisogno di un aiuto concreto, di trovare persone disposte ad aiutarlo senza pretendere in cambio un compenso».

Spezza una lancia a favore della cosid-detta “scienza triste” il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Mer-zoni, che sottolinea come l’economia siaalla base delle relazioni umane e come sia riuscita a plasmare una realtà multiforme, con un avvertimento: «il valore della con-divisione resti un elemento ibrido e non diventi specchietto per le allodole del mar-keting». L’occasione dell’incontro è servi-ta anche per la presentazione di ConLab, ilnuovo spazio di coworking dell’Università Cattolica pensato, come ha rimarcato il Direttore della sede di Milano Mario Gat-ti, come un luogo di “contaminazione”tra studenti di discipline diverse per pro-muovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione (http://ilab.unicatt.it/ilab-progetti-conlab-spazio-di-coworking).gg

Il bello dell’economia:la sfida della sharing economy

I RISULTATI recentemente pubblicati dell’indagine Sportello Salute Giovani– progetto promosso dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università

Cattolica di Roma in collaborazione con l’I-stituto Superiore di Sanità – hanno messoin luce, in particolare, la presenza, tra gli8516 studenti di dieci università italiane,di stili di vita non salutari e comportamentia rischio; tra gli altri, in particolare, sonoemerse abitudini alimentari scorrette einattività fi sica.

La rifl essione che necessariamente neconsegue è che la promozione della salutee la prevenzione delle malattie nella po-polazione giovanile è una scommessa peril presente e un investimento per il futu-ro ed è quindi necessario promuovere unmodello organizzativo che possa favorireuno stile di vita sano e proporre campagnedi educazione che diano la possibilità aglistudenti di rendersi conto di quanto unostile di vita sano e corretto possa infl uirepositivamente anche sul rendimento e ilsuccesso nel percorso di studi.

In questa prospettiva EDUCatt avvia il

progetto Wellness, che prende le mosseproprio dalla sede di Roma. Dedicato allostudio di percorsi rivolti agli studenti e atutta la popolazione universitaria nell’am-bito della salute e del benessere, il progettoè costruito in un’ottica trasversale che vadall’educazione alimentare a quella spor-tiva. È per questo in fase di costituzione un

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gruppo di lavoro ad hoc che vede coinvoltidocenti delle sedi di Milano, Piacenza eRoma e di diverse facoltà – Medicina e Chi-rurgia, Scienze Motorie, Agraria – oltre chedelle Alte Scuole, soprattutto per quantoriguarda la parte educativa. In questo con-testo si inserisce – su richiesta dell’Ateneo– anche la gestione delle strutture sportivedel campus romano: EDUCatt ha infattipreso in carico le palestre e i campi spor-tivi (da tennis, basket, pallavolo e calcio),che costituiranno, nelle intenzioni dellaFondazione e grazie anche ad alcuni pre-visti interventi di adeguamento e comple-tamento, un’ulteriore e preziosa occasioneper proporre e promuovere percorsi a temache permettano di mantenere e migliorareil benessere all’interno del Campus sia de-gli studenti che di tutto il personale docen-te e non docente che opera in Ateneo.

di Maria Villano

Prende il via da Romail progetto Wellness

di Giada Meloni

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29PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

educatt

IN BREVE

Il Laboratorio di Editoriaa “Più libri più liberi”

ANCHE QUEST’ANNO gli studenti delLaboratorio di Editoria della

facoltà di Lettere e Filosofi a dell’U-niversità Cattolica di Milano, guidatidal professor Roberto Cicala, hannoavuto la possibilità di parteciparealla fi era annuale Più libri più liberi di Roma. L’occasione, grazie al supportodi EDUCatt – che pubblica la serie dilibri “QUALE” (Quaderni del Labora-torio di Editoria), interamente curatae realizzata dagli studenti – è statadoppiamente interessante, perchéoltre alla ormai tradizionale visita allarassegna romana di piccola e mediaeditoria, che si è svolta lo scorso 4dicembre, gli studenti hanno presen-tato la loro ultima fatica, un’antologiadi casi letterari sul tema del gusto giàprotagonista di un evento al Salonedel libro di Torino di quest’anno, nel-la sede di EDUCatt del campus roma-no, nella struttura di Mensa&caffè.23.Giovedì 3 dicembre Il gusto delle paroleè stato infatti al centro di un pome-riggio trascorso tra letture a tema eassaggi di dolci ispirati al libro, unasezione del quale è proprio dedicata adolci e cioccolato.

Nuovi nomi per le struttureEDUCatt a Piacenza

LA SEDE EDUCatt di Piacenza raf-forza la propria identità riqua-

lifi cando tutte le sue strutture conuna nuova strategia di naming. Sia gliambienti della sede EDUCatt collocatiall’interno del collegio Sant’Isidoro, apartire dalle sale della mensa appenaristrutturate, sia quelli appartenentialla residenza Gasparini hanno cosìnuovi nomi che li rendono maggior-mente identifi cabili, con particolareattenzione alla sala de “Il Fienile”,l’ampia e suggestiva sala congressimessa a disposizione dalla Fondazioneanche per eventi e manifestazioni,come è accaduto per l’ultima edizionedi Ecotrophelia.

Un premio per gli ebookdestinati agli studenti

SABATO 28 NOVEMBRE ad Assisi Ro-berto Della Torre ha ricevuto il

premio Domenico Meccoli ScriverediCi-nema che la giuria ha assegnato per lasezione “E-book dell’anno sul cinemaitaliano” al libro edito da EDUCattInvito al cinema. Le origini del manifestocinematografi co italiano (1895-1930), disponibile sui principali store online.

different.photography

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30 PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

libri

IL NATALE 2015 è arricchito dal Giubileo straordinario della misericordia. Per avviare questa esperienza di conver-sione anche attraverso delle letture,

abbiamo tracciato un cammino di rifl es-sione attraverso il catalogo Vita e Pensiero.

Il primo passo lo percorriamo insieme al segretario generaledella CEI Nunzio Ga-lantino, che nell’ar-ticolo Chiesa, luogo dimisericordia (RivistaVita e Pensiero) dimo-stra come solo abitan-do con mitezza la cittàdegli uomini la Chiesarimarrà una “Chiesa dipopolo”, caratterizza-ta non dall’essere piùo meno “liquida”, madall’essere concreta.Nella Rivista del Clero

Italiano Luciano Manicardi, monaco diBose, in Le ‘opere di misericordia’. La ritrovataattualità di una tradizione rifl ette sulle indi-cazioni di papa Francesco su come vivere il Giubileo, invitando a riscoprire il signifi -cato autentico della «antica e veneranda» tradizione delle ‘opere di misericordia’. Le sue parole sono un grido accorato «in cui si rifl ette il suo “senso dei poveri”, la sua empatia con i sofferenti e gli oppressi, il suo sdegno di fronte alle ingiustizie, un gri-do anche estremamente autorevole perché nasce da un’esperienza che – cosa piuttosto rara ai nostri tempi – è riuscito a divenire esperienza e può dunque essere raccontato e testimoniato».

Il libro a più voci L’umanesimo di papaFrancesco a cura di Agostino Giovagnoli in-i

daga invece quanto le parole del papa, ap-parentemente semplici, nascondano una profonda densità di pensiero. Papa Fran-cesco promuove «un cattolicesimo che pratica e comunica l’umanesimo dell’in-contro, modellato non su un’assistenza senza dialogo ma sull’apertura all’insegna-mento – umano, storico, religioso – di cui

i poveri sono portatori.[…] è tempo di unacultura che parte dal‘basso’ e che provienedalle ‘periferie’, doveil Vangelo sta avviandomovimenti destinati acoinvolgere tutti».

Benôit Standaertnel libro Perdono e ri-conciliazione ci spiegainvece che sebbenel’essere perdonatisia una delle carat-teristiche più nitidedell’esistenza cristia-na, perdonare appareun’impresa diffi cile,legati come siamo alrisentimento per i tor-ti ricevuti, alle magliestrette del dolore su-bito. Guidandoci nelle

parole evangeliche, portandoci nel deserto dei padri eremiti, aprendoci alla tradizio-ne ebraica, islamica e buddista, Standaert ci mostra il percorso umano più autentico, che dal perdono porta alla gioia della ricon-ciliazione, alla freschezza di un nuovo inizio nelle relazioni con gli altri.

Un libro da esplorare pagina per pagina è La mistica dell’istante del poeta e sacerdo-te portoghese José Tolentino Mendonça,un testo che nasce dal rifi uto della visione dualistica della fede che separa l’anima dal corpo, il visibile dall’invisibile, l’eter-no dalla semplice quotidianità. «Se Dio non è nel qui e ora della nostra vita non è da nessuna parte», ci dice lo scrittore, che ci guida attraverso i cinque sensi teologi-ci, corrispondenti a quelli naturali – tatto, gusto, olfatto, udito e vista – tracciando una suggestiva geografi a dello spirito ricca di riferimenti biblici, letterari, poetici e cine-matografi ci.

Abbiamo chiesto a Tolentino quale passo della Bibbia rileggere in particolare prepa-randoci al Natale: «La cosa più importan-te oggi è imparare il senso profondo della misericordia. Consiglio quindi il passo del Vangelo di Matteo, quando Gesù si rivolge ai farisei e dice: “Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifi ci’. Io non sono venuto infatti a chia-mare i giusti, ma i peccatori”».

di Velania La Mendola

vitaepensiero.it

LE RIVISTE VITA E PENSIERO

Accomodati, inizia il dibattito

FONDATA nel 1914 da padre Agosti-no Gemelli, «Vita e Pensiero» è

ancora oggi un punto di riferimentoe confronto per la cultura del paese.Numerosi sono i temi affrontati: losviluppo tecnologico ed economico, leneuroscienze e la genetica, la politicae le relazioni internazionali, l’evolu-zione dei mezzi dicomunicazione. Conuna particolare at-tenzione all’attualità,ospitando articoli ca-paci di offrire chiavidi lettura sui fenome-ni sociali e culturali.Bimestrale, la rivistadell’Ateneo dei catto-lici italiani quest’an-no ha affrontato la

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crisi in Ucraina, ilcaso «Charlie Heb-do» e l’ascesa dell’Isis, ha fatto lucesulle capacità comunicative di PapaFrancesco e sull’effetto di Facebook sulle relazioni umane, ha indagatoi talent show, Expo 2015 e la sha-ring economy. Ricchissimi gli spuntiletterari: la scrittrice e psicoanalista

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Julia Kristeva ha offerto il suo puntodi vista sui racconti céliniani, mentreFerruccio Parazzoli, Luca Doninelli eAlfonso Berardinelli si sono dedi-cati al mondo della narrativa e dellacritica letteraria italiana. Spazio anchealla fi losofi a con Silvano Petrosino suMichel de Certeau e Roger Scrutonsul ruolo delle istituzioni universitarieper accrescere il capitale intellettuale.Il n. 6 con la Tour Eiffel in copertinaha in primo piano l’articolo di Joseph Maïla, esperto di studi sull’islam e dimediazione internazionale all’École

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supérieure des sciences, Religione ereligioni tra rotture e riconciliazioni. «Vita e Pensiero» è un anno di cultura e approfondimento. E Natale è unabuona occasione per regalarla.Info: http://rivista.vitaepensiero.it/abbona-mento.html

Letture per nutrire lo spirito sui sentieri della misericordia

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31PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

libri

LibriAnna Passoni Dell’Acqua (a cura)

Enrico R. Galbiati (1914-2004): un prete ambrosiano con lo sguardo a OrienteEDUCatt, Milano, 2015pp. 130 | euro 11,00

IL 7 MAGGIO 2014 nella Cripta dell’Aula Magna dell’Università Cattolica di

Milano si è svolto il Convegno da cui prende il titolo il volume, attraverso il quale è stata ricordata la fi gura di Enrico R. Galbiati. Le relazioni tenute durantei lavori lo presentano come modello di studioso, di prete, di uomo, e come icona di dialogo religioso ed ecumenico, come ha attestato anche la partecipazio-ne di rappresentanti della Chiesa Orto-dossa, oltre che di quella Cattolica greca e latina. Tra le fi gure più signifi cativedel secolo scorso sul versante degli studi biblici, è stato uno dei protagonisti di quella riforma conciliare che ha portato a una rinnovata centralità della parola di Dio nella vita liturgica, nel cammino spirituale dei fedeli e nella crescita della comunità ecclesiale.

EBookE. Viscardi, C. De Carli, E. Di Raddo (a cura)

Tutto ho posto sotto i tuoi piedi. Itinerario di arte e spiritualitàEDUCatt, Milano, 2015pp. 72 | free downlaod

UN ITINERARIO composto da quindici opere di

artisti con-temporanei collocate all’in-terno della sede milanese dell’Ateneo, che ha messo in evidenza il ruolo e la responsabilità dell’uomo nella cura e nella salvaguardia dell’ambiente, l’utiliz-zo delle risorse del pianeta a vantaggio dell’intera popolazione e che ha ap-profondito un vero e proprio percorsoartistico-spirituale: è quanto si trova nel volume, catalogo dell’esposizione ospi-tata fi no al 6 novembre nei chiostri del complesso monumentale dell’Università Cattolica grazie a un’iniziativa promossa dal Centro Pastorale dell’Ateneo.La mostra, cui EDUCatt ha forni-to supporto tecnico, ha un catalogo visualizzabile anche online grazie a un sito dedicato, che è stato esposto anchea Expo, disponibile all’indirizzo www.educatt.it/mostra2015.

Giuliano Zanchi

L’arte di accendere la luceVita e Pensiero, Milano 2015pp. 144 euro 12,00 (Grani di senape)

LA CHIESA DI OGGI sembra in cerca di un varco per il fu-turo. Mossa dall’impulso riformatore di papa France-sco, diventa sempre più consapevole della necessitàdi un cambiamento al proprio interno. Ma quali prio-

rità deve assumere? E che forma deve darsi per non oscurareil volto del Dio di Gesù, ma riprendere quell’arte di tenereaccesa la luce della fi amma evangelica? Sono le domande acui Giuliano Zanchi offre risposta. Molto va ripensato dellefi gure che popolano la Chiesa: quella del laico, quella delladonna, quella del prete. Ma perché il vangelo possa parlarealla storia è necessaria l’esistenza di una comunità. La testi-monianza credente può darsi solo grazie a una comunità diuomini e di donne che danno alla loro vita la forma del van-gelo, solo attraverso l’esercizio di quotidiana fraternità chesi fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia,della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nelmondo. A questo essi servono.

La collana “Le nuove bussole”,per orientarsi in un tempo di transizione

ISLAMISMO E DEMOCRAZIA di Riccardo Redaelli e i NEET. Giovani che non studiano e non lavo-rano di Alessandro Rosina sono le ultime due uscite, e di bruciante attualità, dellaacollana “Le nuove bussole” Vita e Pensiero. Inaugurata nel febbraio 2015 la collanavuole fornire alcune chiavi interpretative delle questioni emergenti in quest’epoca

di transizione e al tempo stesso si proponedi risalire alle radici che le hanno determi-nate. Infatti la complessità e l’accelerazionedei fenomeni sociali, economici, culturali ereligiosi di questo tempo sono tali da richie-dere analisi e interpretazioni aggiornate, chefacciano sinteticamente ma autorevolmenteil punto dei problemi attuali. Gli altri volu-mi della collana sono Dall’Aids a Ebola. Virused epidemie al tempo della globalizzazione di Roberto Volpi, La democrazia senza partiti di Damiano Palano, La sfi da delle migrazioni diVincenzo Cesareo e Il gusto. Vecchie e nuoveforme di consumo di Vanni Codeluppi.

Pablo d’Ors

Sendino muoreVita e Pensiero, Milano 2015pp. 80 euro 10,00 (Grani di senape)

PABLO D’ORS l’ha conosciuta durante la sua opera di accompagnamento deimalati terminali come cappellano ospedaliero: África Sendino è una dot-

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toressa che un giorno scopre di avere un tumore incurabile e si ritrova apassare nel suo stesso ospedale dal ruolo di medico a quello di malata. Il

suo cammino verso la morte è, per d’Ors e per chi le si av-vicenda accanto nei suoi ultimi mesi, un’esperienza esem-plare. Sendino affronta la malattia con una fermezza d’ani-mo e un’eleganza che evocano una vita interiore fuori dalcomune. Sendino annotava su un diario i suoi pensieri suquello che le stava accadendo e aveva in progetto di farneun libro. Poi ha chiesto a d’Ors di prendersene carico. Inquesto libro, bellissimo e singolare, d’Ors ha raccontatol’esperienza di Sendino insieme alla propria vissuta accan-to a lei, raccogliendo quella che è la vera eredità della don-na: mostrare che si può crescere in umanità anche quandosi sta perdendo la vita; far diventare la propria malattia unbenefi cio per chi ci è vicino; imparare a permettere che glialtri si occupino di noi.

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Un’esperienza autentica

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