«Presentazione e condivisione dei learning object» · 2016-03-22 · Le funzionalità di un...

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LIM - Certificazione EIPASS Modulo 4 Test di verifica su: Informarsi.net «Presentazione e condivisione dei learning object»

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LIM - Certificazione EIPASS

Modulo 4

Test di verifica su: Informarsi.net

«Presentazione e condivisione dei

learning object»

Test di verifica su: Informarsi.net

Modulo 4

Presentazione e condivisione dei learning object

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La LIM e gli strumenti di presentazione Il sistema LIM come risorsa collettiva Le funzionalità di un software autore per LIM Software di presentazione Creare una presentazione in PowerPoint Impostare e visualizzare una presentazione in PowerPoint Creare, impostare e visualizzare una presentazione in Impress

Progettare una lezione interattiva multimediale Presentare = comunicare Progettare lezioni e presentazioni efficaci Che bella presentazione!

Tecniche di presentazione Creare materiale didattico Trascina e rilascia (Drag & Drop) Nascondi e rivela (Hide & Reveal)

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Modulo 4

Presentazione e condivisione dei learning object

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L'ipertesto come risorsa didattica Ipertesto, perché?

L'ipertesto e la UM

Creare un ipertesto

Le azioni didattiche per la LIM Il ciclo di interazione uomo-macchina

Gli organizzatori grafici e le loro funzioni

Organizzare

Ordinare sequenze

Creare e visualizzare diagrammi

Predisporre strumenti di verifica e di consolidamento

Le mappe del pensiero con le LIM Il Costruttivismo

Il Costruzionismo

Il concetto di apprendimento significativo

M appare il pensiero!

Le mappe mentali

Le mappe concettuali

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II sistema LIM come risorsa collettiva

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Non esiste un unico modo di utilizzare una LIM

L'interattività offerta da questo strumento è il fattore vincente.

Nell’utilizzo della LIM non è necessario adottare uno specifico strumento software ma è possibile continuare a utilizzare i software per le presentazioni, la connessione e la navigazione su Internet e qualsiasi altra risorsa multimediale.

La LIM trasforma il computer da strumento personal a risorsa collettiva In presenza di alcune configurazioni è possibile utilizzare il sistema LIM tutti insieme: il docente può somministrare test di verifica e gli alunni, dotati di risponditori individuali, possono dare le loro risposte, che vengono raccolte dal sistema.

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Le funzionalità di un software autore per LIM

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Tutte le LIM e tutti i software autore per LIM garantiscono un insieme di funzionalità comuni, anche se attivabili in maniera non sempre uguale:

scrivere (a mano libera o tramite testo editabile);

disegnare figure regolari predefinite o a mano libera;

riconoscere testo o figure scritti a mano libera;

creare diapositive/slide/pagine

inserire testo, immagini, video e animazioni;

creare e salvare oggetti statici, dinamici o interattivi;

catturare (ovvero fotografare) schermate intere o parziali

salvare, spesso su dispositivi di memorizzazione rimovibili (pen drive USB), le presentazioni e le lezioni create

esportare le presentazioni (o ciascuna singola slide) in formati diversi a seconda dell'uso desiderato (stampa, pubblicazione su Web e così via).

inserire collegamenti ipertestuali ad altri documenti o a pagine Web.

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Software di presentazione

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I software di presentazione permettono di creare diapositive o slide multimediali (cioè contenenti testo, immagini, suoni, video e così via); esse, una volta create, vengono proiettate all'uditorio durante i cosiddetti slide show.

Alcuni programmi per la creazione di presentazioni sono:

PowerPoint: prodotto da Microsoft è parte integrante della suite Microsoft Office. È’ disponibile per Windows e Macintosh;

Keynote: software commerciale prodotto da Apple, è disponibile per le piattaforme Mac OS X e iOS;

KOffice: è un applicativo open source, per Windows, Linux, Mac OS;

Impress: è parte di OpenOffice.org, una suite completa, rilasciata con una licenza libera e open source.

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interfaccia utente tipica di un software di

presentazione

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Apertura e salvataggio di una presentazione in

PowerPoint

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L'apertura dell'applicativo è effettuabile principalmente in tre modi:

facendo clic sul pulsante Start e cercando tra i programmi la cartella

Microsoft Office che contiene l'applicazione PowerPoint o la cartella

OpenOffice che contiene Impress;

facendo doppio clic sull'icona dell'applicativo sul desktop;

facendo doppio clic sull'icona di una presentazione precedentemente

salvata sul desktop o in una qualsiasi cartella.

Per chiudere l'applicativo, basta fare clic sulla X posta in alto a destra

oppure scegliere Chiudi dal menu File o dal pulsante Office.

Chiudendo una presentazione che non si è provveduto a salvare, ci sarà

chiesto se si desidera salvare le modifiche effettuate.

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salvare la presentazione

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Per salvare la presentazione si può scegliere Salva o Salva

con nome dal menu File o dal pulsante Office.

Il comando Salva con nome permette anche di effettuare

il salvataggio in formati diversi da quello nativo, sempre

che non sia presente il comando Esporta.

Talvolta potrebbe essere utile mantenere più

presentazioni (più file) aperte contemporaneamente,

In questo caso basterà avviare separatamente i file

contenenti le due presentazioni, e nella barra delle

applicazioni di Windows compariranno due pulsanti,

uno per ciascuna presentazione.

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Creazione e rimozione diapositive

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Una volta avviato il programma, l'area di lavoro presenta una diapositiva vuota, pronta a essere riempita da testo, immagini, video o qualsiasi altro oggetto compatibile con l'applicativo stesso. Completata la prima diapositiva, è possibile crearne di nuove.

Fare clic con il tasto destro in un punto vuoto del pannello diapositive (la finestra di visualizzazione delle diapositive, a sinistra) e scegliere dal menu contestuale la voce Nuova diapositiva.

In PowerPoint è possibile creare una nuova diapositiva cliccando sul relativo pulsante nella scheda Home, sezione Diapositive.

Per eliminare una diapositiva, invece, si deve attivare il menu contestuale facendo clic con il tasto destro sulla diapositiva da rimuovere e scegliendo la voce Elimina diapositiva.

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Una presentazione, più visualizzazioni

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Ogni presentazione, composta da un certo numero di slide, può essere

visualizzata, all'interno del software di presentazione, in diverse

modalità:

Visualizzazione normale: questa modalità concentra l'attenzione

dell'utente sul contenuto della diapositiva attiva, alla quale è dedicato

gran parte dello spazio disponibile sulla schermata.

Sequenza diapositive: questa modalità fornisce all'utente una visione

generale di tutte le diapositive e rende semplice e intuitivo

modificarne l'ordine, trascinandole nella posizione desiderata.

Visualizzazione presentazione: vengono visualizzate le diapositive a

schermo intero, proprio come saranno proiettate una volta terminata

la produzione.

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Una presentazione, più visualizzazioni

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In PowerPoint è possibile passare da una visualizzazione all’altra,

utilizzando i pulsanti nella scheda Visualizza, oppure cliccando sui

pulsanti in basso a destra, sulla barra di stato.

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Intestazioni, piè di pagina

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L’intestazione e il piè di pagina permettono di inserire del testo (o altri oggetti) nella parte superiore e inferiore di tutte le diapositive della presentazione.

Dal menu Inserisci, selezionare la voce Intestazione e piè di pagina, poi scegliere che cosa inserire tra le possibili alternative:

data e ora,

numero di diapositiva,

piè di pagina personalizzato.

Infine si può decidere se applicare l'impostazione solo alla diapositiva corrente o a tutte.

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Intestazioni, piè di pagina

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Inserire elementi grafici

Dal menu Inserisci si sceglie la voce desiderata, per esempio Immagine, che immediatamente attiva la possibilità di selezionare un'immagine da inserire, prelevandola dai dispositivi di memorizzazione del computer in uso.

L'immagine appare sulla diapositiva e può essere modificata (ingrandendola, riducendola, ruotandola) attraverso i selettori che appaiono sul suo perimetro.

Un'immagine (o un qualunque altro oggetto) può essere utilizzata in una presentazione in due modi:

può essere inserita nella presentazione, e in questo caso una copia dell'immagine (o dell'oggetto) verrà fisicamente inserita nel file della presentazione.

può essere collegata alla presentazione, e in questo caso si crea in corrispondenza della diapositiva un collegamento che permette la visualizzazione dell'immagine senza inserire fisicamente l'immagine stessa nel file della presentazione, ma lasciandola nella sua cartella d'origine.

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Inserire elementi grafici

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Inserire ed editare testoIl testo può essere inserito principalmente utilizzando due modalità.

Segnaposto: in genere le diapositive appena create non sono del

tutto vuote ma contengono i cosiddetti segnaposto, cioè aree

predefinite, preformattate e collocate in posizioni strategiche nelle

quali digitare il testo. Per esempio, una diapositiva potrebbe

prevedere, di default, i segnaposto "Fare clic per inserire il titolo" e

"Fare clic per inserire il testo".

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Inserire ed editare testo

Casella o cornice di testo: Una casella di testo può essere posizionata in qualsiasi posizione, ed essere formattata e modificata a piacere.

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formattazione del testo La modifica del testo è effettuata attraverso gli appositi pannelli che contengono i comandi per cambiare il tipo di carattere, la dimensione, il colore e anche per modificare il formato dei paragrafi di testo (interlinea, allineamento testo, orientamento testo, elenchi puntati e numerati e così via).

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Annullare e ripristinare

I programmi di presentazione danno la possibilità all'utente di annullare le ultime azioni eseguite. Questa funzionalità risulta estremamente utile in caso di operazioni errate e ripristina lo stato precedente all'errore.

Esiste una combinazione di tasti utilizzata allo scopo: Ctrl+Z.

In alternativa si può fare clic sul pulsante con la freccia rivolta all'ìndietro.

Se necessario, l'operazione di annullamento può essere ripetuta a ritroso più volte,

annullando così l'effetto di più azioni consecutive.

Al contrario, per ripristinare l'ultima azione (o le ultime azioni) precedentemente annullate si può usare la combinazione di tasti Ctrl+Y o il pulsante avente la freccia opposta a quella di annullamento.

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Gestione delle tabellePer inserire una tabella in una diapositiva, selezionare la voce Tabella nel menu Inserisci, e inserire il numero di righe e di colonne desiderate.

In alternativa, si può trascinare il mouse su uno schema di tabella, evidenziando il numero di caselle (in righe e colonne) che costituiscono la tabella da creare.

L'inserimento dei dati in una tabella avviene digitandoli nelle celle di destinazione, premendo il tasto Tabper spostarsi da una cella all'altra.

Una volta giunti nell'ultima cella, premendo Tab si possono creare nuove righe di tabella.

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Gestione delle tabelle

L'inserimento di nuove righe o colonne può avvenire tramite:

la barra degli strumenti (o pannello) Tabelle, che compare quando il cursore si sposta su una cella della tabella;

il comando inserisci, partendo dal menu contestuale che si attiva facendo clic con il tasto destro in una cella della tabella e che consente di aggiungere righe o colonne.

Sempre dal menu contestuale, di solito, è attivabile la funzionalità di selezione dell'intera tabella.

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Gestione dei grafici

I grafici sono oggetti di facile lettura e di grande impatto visivo, e solitamente per crearne uno si utilizzano i software per la gestione dei fogli di calcolo (es. excel), visto che un grafico nasce partendo da una o più serie di dati inseriti in tabelle.

Ei software di presentazione, di solito si parte dal menu Inserisci e si sceglie la voce Grafico; a questo punto si sceglie il tipo di grafico da utilizzare.

Quando si fa clic con il tasto sinistro del mouse, sul grafico appare la corrispondente barra degli strumenti, che permette di modificarne ogni aspetto: il tipo di grafico, i colori utilizzati, il layout.

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Animazioni diapositiveL'inserimento di animazioni, in genere si attiva selezionando l'oggetto da animare, visualizzando la barra degli strumenti o il pannello Animazioni e selezionando l'animazione desiderata tra quelle disponibili.

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TransizioniLe transizioni tra diapositive consistono nel passaggio da una diapositiva alla successiva o alla

precedente, e permettono di inserire effetti talvolta molto elaborati.

Per assegnare una transizione si deve attivare il pannello corrispondente e selezionare la

transizione più adatta, la velocità dell'effetto e la presenza di eventuali effetti sonori. E’ possibile

visualizzare un'anteprima di tutte le transizioni, prima di applicarle definitivamente.

È anche possibile impostare

l'avanzamento automatico e

temporizzato della diapositiva,

oppure scegliere di passare alla

diapositiva successiva con un clic

del mouse.

Si può decidere, infine, se applicare

la transizione e le relative

impostazioni a tutte le diapositive o

solo a quella corrente.

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Avviare e gestire la presentazioneDal menu Presentazione, selezionando Imposta presentazione, si può personalizzare l'esecuzione della presentazione inserendo i parametri desiderati.

Per avviare la riproduzione della presentazione:

Premere il tasto F5;

Scegliere la voce Riproduci dall'inizio o Riproduci dalla diapositiva corrente dal menu Presentazione.

La presentazione (slide show) parte a schermo pieno e si gestisce con i comandi seguenti:

clic del mouse, tasto cursore a destra, barra spaziatrice o tasto Pag Giù per andare alla diapositiva successiva;

tasto cursore a sinistra, tasto Pag Su per tornare alla diapositiva precedente;

tasto destro e menu contestuale per accedere alle diverse opzioni disponibili durante la presentazione (evidenziatore, penna, scelta dei loro colori e così via).

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Avviare e gestire la presentazione

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Avviare e gestire la presentazione

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Creazione di link ad altri documenti o al WebPer creare un collegamento selezionare la frase o l’oggetto a cui associare un collegamento, clic su Inserisci e poi su Collegamento Ipertestuale, scegliere cosa collegare (file, diapositiva, pagina web, ecc.):

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Presentare = comunicare

Nella maggior parte dei casi, il docente o il relatore si trovano a comunicare concetti sconosciuti all'uditorio.

Occorre considerare almeno quattro aspetti per la comunicazione e l'esposizione di un discorso a una classe o a un uditorio.

Processo: come avviene la comunicazione.

Contenuto: l'oggetto della comunicazione e la sua forma. Qual è l'argomento della lezione che dovrà essere supportata dalla presentazione

interattiva? Che forma è meglio dare al contenuto? Quali sono gli obiettivi che il docente o relatore si pone?

Destinatari: chi riceve la nostra comunicazione.

Canale: il mezzo che veicola la comunicazione.

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Progettare lezioni e presentazioni efficaci

La differenza tra chi presenta un argomento e chi lo ascolta è che il primo lo conosce molto bene mentre il secondo, spesso, lo ignora completamente.

Spesso docenti o relatori parlano di argomenti a loro ben noti utilizzando schemi mentali, connessioni logiche, concetti e termini gergali di difficile, se non impossibile, comprensione per chi non conosca l'argomento.

In casi come questi la comunicazione fallisce in partenza, visto che il linguaggio parlato dall'emittente è diverso da quello conosciuto dal ricevente.

Le diapositive o pagine di una presentazione possono avere la funzione di accompagnare l'esposizione orale del docente o del relatore rafforzando, arricchendo, integrando e completando i suoi messaggi.

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Progettare lezioni e presentazioni efficaci

Nel progettare una presentazione o una lezione, le parole chiave da tenere sempre presenti sono le seguenti.

Schematizzazione: per chi partecipa a una lezione è molto più facile comprendere concetti, anche molto complessi, se questi sono guidati da schemi visuali. Lo scopo è accompagnare l'uditorio nell'elaborazione di concetti inizialmente semplici e isolati tra loro e di favorire la graduale nascita di connessioni logiche tra di essi, fino a giungere alla comprensione del discorso nella sua interezza.

Richiamo: testi, immagini e animazioni posizionati sulle diapositive devono accompagnare e rafforzare le parole e i concetti chiave esposti e spiegati dal docente o dal relatore, per tutta la durata del suo intervento.

Sintesi: non è tanto importante il numero di diapositive quanto la quantità di testo al loro interno, che deve essere ridotta all'essenziale: poche parole chiave; poche e brevissime frasi esplicative; elenchi puntati o numerati.

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Progettare lezioni e presentazioni efficaci

Chi assiste a una lezione o a una presentazione non deve essere costretto a leggere lunghi testi.

La fruizione del contenuto di una diapositiva deve essere semplice e immediata, quasi istintiva.

Il contenuto di una diapositiva deve sempre concordare con quanto detto dal docente o dal relatore.

Diapositive troppo cariche di testo, frasi, immagini o altri elementi costringono l'uditorio a concentrarsi esclusivamente su di esse distraendolo da quello che dice il docente o il relatore.

E’ buona norma creare degli ancoraggi, ovvero dei punti riassuntivi ed esplicativi del concetto fondamentale da trasmettere. Un ancoraggio può essere definito come una coppia contenuto + oggetto comunicativo,

Bisogna essere flessibili nell'utilizzo delle diapositive, e pronti ad adattare o a modificare toni espositivi o anche la scansione degli argomenti, a seconda delle mutevoli esigenze e caratteristiche dell'uditorio.

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Che bella presentazione!

La forma non è meno importante del contenuto.

In una presentazione o in una lezione interattiva multimediale, infatti,

caratteristiche grafiche e concetti da veicolare si interfacciano

continuamente.

Una presentazione è bella se funziona bene (e viceversa) e se

contribuisce in maniera efficace e piacevole a trasmettere i concetti del

docente o dell'oratore

Quando si parla di aspetto visivo e di layout si fa riferimento a:

colori e forme base da utilizzare in tutta la presentazione;

font (ovvero tipo di carattere), grandezza del font e colori dei font;

disposizione degli oggetti su ciascuna diapositiva.

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buone pratiche da seguire. Occorre progettare l'aspetto delle diapositive basandosi sulla tipologia di argomento

trattato e sul tipo di uditorio

Tutte le diapositive dovrebbero adottare uno stile coerente, a meno che non si

desideri espressamente evidenziare un concetto differenziandolo anche visivamente.

Meglio mantenere nella stessa posizione oggetti che si ripetono su più diapositive

(titolo, sottotitolo, menu, loghi ecc.).

È bene utilizzare, in tutta la presentazione, gli stessi stili (tipo, grandezza e colore

del font) per titoli, sottotitoli, testo, note, richiami e così via.

È importante rendere leggibile il testo,

usare font di dimensioni sufficientemente grandi

adottare un elevato contrasto di colori tra lo sfondo e il testo in primo piano, ricordando

che effetti come il grassetto aumentano il contrasto percepito dall'utente.

Evidenziare i concetti importanti sempre nello stesso modo (grassetto, colore

diverso, testo più grande)

Evitare di evidenziare parole importanti sottolineandole: la sottolineatura è il modo

con cui si identificano, nella gran maggioranza dei casi, i collegamenti ipertestuali

(link) sulle pagine Web.39

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Trascina e rilascia (Drag & Drop)Il Drag & Drop (detto anche "trascina e rilascia", in italiano) è una tecnica molto semplice e intuitiva che sfrutta la possibilità di trascinare oggetti sulla superficie della lavagna interattiva utilizzando la penna digitale, il dito o il mouse.

Si articola in tre passaggi successivi:

la selezione di un oggetto (testo, forma, immagine ecc.) sulla diapositiva;

il suo spostamento dalla sua posizione d'origine per mezzo dell'azione di trascinamento (drag);

il suo rilascio (drop) in una nuova posizione.

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Utilizzo e Utilità del drag & drop

Gli oggetti possono essere raggruppati, sovrapposti e collocati in varie posizioni.

Questa modalità operativa può tornare utile in alcune situazioni, tra le quali:

creare (o far creare dagli studenti) associazioni logiche tra elementi presenti sulla diapositiva

ricostruire, secondo varie modalità, figure (manufatti, macchine utensili, opere d'arte, monumenti...) i cui pezzi risultano disseminati sulla LIM;

stabilire un corretto ordine cronologico tra avvenimenti storici;

costruire una sequenza ordinata di attività, algoritmi o fasi di lavorazione;

evidenziare rapporti di concordanza, logici o matematici;

costruire schemi, strutture o oggetti;

completare frasi o testi.

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Nascondi e rivela (Hide & Reveal)

"Nascondi e rivela" (Hide & Reveal) è il nome di una serie di

tecniche di presentazione utili per concentrare l'attenzione

dell'uditorio su un oggetto (o gruppo) specifico, il quale all'inizio

è nascosto alla vista e viene poi rivelato trascinando gli oggetti che

lo nascondevano.

Questo metodo si basa sull'idea che mantenere nascosto un

oggetto (o un gruppo di oggetti) tende a stimolare e indirizzare

l'attenzione degli studenti sulle azioni da portare a termine allo

scopo di portarlo alla luce e analizzarlo.

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Nascondi e rivela (Hide & Reveal)Per realizzare questa tecnica:

Abbinarla al trascina e rilascia, richiedendo lo spostamento di una forma per visualizzare la risposta esatta a una domanda

Usare la tecnica "cancella e scopri" (Rub & Reveal), che richiede l'uso della gomma per cancellare il tratto colorato che copre la risposta esatta a una domanda.

Usare lo strumento Tendina, che permette di nascondere preventivamente alcune parti della diapositiva e di visualizzarle progressivamente man mano che il docente sposta la tendina.

Usare lo strumento Torcia in contesti che richiedono lo studio selettivo e progressivo degli oggetti visualizzati sulle diapositive (opere artistiche, elementi architettonici, fotografìe, manufatti ecc.),

Associare un collegamento ipertestuale all'esecuzione di un evento specifico: visualizzazione di una nuova pagina; apertura di un documento o di un'immagine; visualizzazione di una pagina Web; riproduzione di suoni o video.

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Ipertesto

Visualizzando mentalmente la lettura di un libro o la lezione di un professore, appare chiaro che il succedersi degli argomenti e la scansione dei concetti avviene in maniera lineare o sequenziale, cioè per stadi successivi dall'inizio alla fine.

In un libro esiste l'indice degli argomenti, che permette di andare direttamente al capitolo o all'unità contenente l'argomento desiderato, ma i salti possibili all’interno del testo sono assai limitati.

In alcuni casi i libri sono strutturati in modo più complesso e articolato, prevedendo note a piè di pagina, immagini e didascalie; in questi casi si parla di lettura multisequenziale, ovvero di lettura su più livelli, visto che il lettore di tanto in tanto distoglie l'attenzione dal testo per osservare un'immagine o leggere una nota, ma resta la linearità dei contenuti.

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Ipertesto

Sono lineari la lettura di un romanzo ma anche la visione di un film, di uno spettacolo in televisione o a teatro, o l'ascolto di un programma radiofonico.

Si inizia dall'inizio e si finisce alla fine.

Ma il nostro cervello lavora seguendo schemi associativi e del tutto privi di linearità.

Percorriamo mentalmente i nostri ricordi e le nostre conoscenze partendo da un punto qualsiasi, per poi arrivare in un altro punto qualsiasi, passando ogni volta attraverso strade e sentieri completamente diversi.

Il pensiero funziona per collegamenti, in maniera non lineare

Il concetto tradizionale di apprendimento, tuttavia, è basato sulla linearità imposta dal supporto (il libro).

E se la lettura potesse in qualche modo diventare non lineare?

E se il processo di apprendimento potesse imitare la non linearità del nostro pensare?

È da questa esigenza che è nata l'idea di un testo percorribile liberamente, senza un unico percorso possibile, e senza un inizio (e una fine) obbligati.

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Nascita dell’ipertesto

Le prime idee di testo multidimensionale

risalgono ai primi decenni del Novecento,

ma gli inventori dell'ipertesto sono

Ted Nelson e Douglas Engelbart,

intorno alla metà degli anni Sessanta.

Fu soltanto nel 1989, invece, che

l'ipertesto, inizialmente pensato come

strumento di condivisione e diffusione della

conoscenza tra istituti universitari, vide la

sua diffusione di massa, quando Tim

Berners-Lee, inventò il World Wide Web

(WWW).

Oggi il Web, e l'ipertesto, sono parte

integrante della nostra vita.

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Che cos’è un ipertesto ?Un ipertesto è un insieme di documenti di qualsiasi natura, collegati tra loro per mezzo di riferimenti (o collegamenti): i link

I link (collegamenti) sono dei nodi, dei punti chiave, e proprio per questo sono talvolta chiamati anche hot words (parole calde).

I collegamenti ipertestuali possono collegare tra loro argomenti, parole, immagini, video.

Per navigare in un ipertesto, l'utente utilizza il mouse (o la penna digitale, o il dito, sulla superficie di una LIM) facendo clic sui collegamenti e spostandosi da un nodo all'altro.

In questo modo l’utente decide ogni volta un nuovo percorso di lettura, sceglie su che cosa soffermarsi, che cosa approfondire, quali passaggi saltare, ma può anche tornare indietro percorrendo una strada diversa e sovvertendo l’ordine con cui aveva consultato il contenuto precedentemente.

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Utilizzare una presentazione ipertestuale

interattiva su LIM durante una lezione

Permette di:

arricchire la trattazione di ancoraggi multimediali;

aumentare il livello di attenzione degli allievi;

seguire fili logici e proporre ragionamenti molto più articolati e mai banali;

garantire flessibilità alle lezioni, essendo possibile modificare l’ordine dei concetti esposti;

creare aspettative, ovvero stimolare la mente degli allievi nell’immaginare (o su richiesta del docente indovinare) quale sarà l'argomento e il contenuto della diapositiva successiva;

permettere agli allievi di interagire direttamente e in prima persona con la lavagna interattiva;

poter inventare un gran numero di nuove attività, cogliendo al volo spunti offerti dagli stessi ragazzi e permettendo al docente in qualche modo di "guidare" la lezione.

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Progettare un ipertesto Scegliere l'argomento.

Progettare la struttura dell'ipertesto, che ospiterà i collegamenti e permetterà la navigazione al suo interno.

Raccogliere il materiale multimediale necessario.

Identificare i link, ovvero i collegamenti: parole, concetti chiave, immagini significative su cui l'utente potrà fare clic per accedere alle risorse collegate.

Iniziare a lavorare con il software e trasformare l'idea in una sequenza di diapositive, collegate tra loro secondo svariati percorsi, ciascuno dei quali identificato da un link.

Spesso un ipertesto inizia con una sorta di indice, o di menu, che fornisce una prima scelta tra un certo numero di argomenti o di aree tematiche. Ogni voce del menu è un link che porta ad altri testi, altre immagini, altre pagine da cui si diramano altri link e così via.

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Progettare un ipertesto Fornire agli utenti, su ogni pagina, il link per tornare indietro o per

tornare all'indice di partenza, così da facilitare la navigazione anche ai meno esperti.

Creare link (in particolare i link testuali) facilmente identificabili da parte dell'utente finale: per esempio si potrebbe, utilizzando la stessa consuetudine del Web, prevedere di sottolineare tutti i link di testo.

Potrebbe essere utile far provare ad altre persone l'ipertesto creato, per osservare come gli altri utilizzano il vostro lavoro e dove trovano difficoltà.

Un ipertesto inutilmente complesso potrebbe diventare una trappola dalla quale persino voi, che ne siete gli autori, potreste avere difficoltà a uscire. La semplicità vince sempre.

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II ciclo di interazione uomo-macchinaUn utente alle prese con un qualsiasi tipo di materiale didattico attiva una serie di passaggi che coinvolgono gli aspetti percettivi e cognitivi e interagisce con il computer secondo un ciclo che si ripete continuamente, nel quale sono identificabili diverse fasi.

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fasi "umane" del ciclo di interazione uomo -

macchina

Sensazione: l'alunno (o il docente) visualizza il contenuto didattico sulla lavagna interattiva. In questa fase è l'atto percettivo che permette all'utente di accorgersi di quel che c'è sulla diapositiva,

Cognizione: quanto visualizzato sulla schermata deve essere compreso dall'alunno e inquadrato correttamente nel contesto didattico proposto dal docente. In questa fase l'utente attiva le sue capacità cognitive alla ricerca di nessi e significati logici riguardanti quel che ha appena percepito.

Azione: l'utente alla LIM decide che cosa fare, e agisce di conseguenza facendo clic sul comando/link/oggetto con il quale intende interagire. Naturalmente questa fase è appannaggio dell'utente docente o alunno, che in quel momento è chiamato a interagire con la presentazione.

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Sequenzialità delle fasi umane

Il ciclo riprende con il computer che svolge la sua parte di ciclo, da

input a output, e così via fino al termine della lezione interattiva

multimediale.

Le fasi "umane" sono strettamente sequenziali.

Non si può comprendere quel che non si riesce a percepire

(per esempio perché scritto con caratteri troppo piccoli)

Ecco perché la fase progettuale e realizzativa si fondono, ed ecco

perché forma e contenuto finiscono per essere un tutto unico.

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strutturare i materiali sotto forma di presentazioni

e lezioni

alcune azioni tipiche. sono:

organizzare informazioni, nozioni, relazioni e nessi tra esse;

predisporre momenti e spazi di verifica per l'alunno;

predisporre altri spazi di feedback e di intervento da parte della

classe.

Tali azioni prendono forma concreta, nella struttura di una lezione

interattiva multimediale, mediante l'uso di oggetti specifici,

visuali, detti organizzatori grafici.

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Gli organizzatori grafici e le loro funzioni

Parlando di organizzatori grafici ci riferiamo a

diagrammi,

mappe concettuali e mentali,

tabelle.

Questi oggetti si rivelano molto utili per:

stimolare la curiosità;

aumentare la motivazione;

creare interesse;

spiegare ed evidenziare i rapporti tra le informazioni;

facilitare la comprensione, l'organizzazione e il ricordo delle

relazioni tra fatti, termini e concetti presentati dal docente

durante la lezione.55

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I processi cognitivi

I processi cognitivi maggiormente rafforzati da questi strumenti didattici sono:

l'organizzazione causale e relazionale (diagrammi di causa effetto, a lisca di pesce);

l'ordinamento di sequenze (catene, scale, circoli);

l'organizzazione di categorie (mappe concettuali, mentali, tabelle);

la gestione delle comparazioni (tabelle di decisione, diagrammi di Venn);

la concettualizzazione di pensieri (storyboard, diagrammi di flusso).

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Organizzare

L'uso più immediato di una LIM consiste nel far vedere cose, immagini e rappresentazioni di idee e di concetti, isolati o in sequenza, e questo favorisce l'attivazione di processi cognitivi fondamentali, quali:

identificare e categorizzare;

associare, raggruppare o suddividere;

analizzare, confrontare e comprendere.

Molto semplice e molto utile, a questo scopo, è l'utilizzo della tecnica trascina e rilascia, applicata per esempio a immagini esplicative dei concetti trattati.

Ugualmente efficace e coinvolgente, all'interno di una lezione interattiva multimediale, potrebbe risultare il tracciamento di linee sulla superficie della LIM per collegare oggetti (testuali o grafici) logicamente connessi tra loro.

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diagrammi di Eulero-Venn

Un'altra attività particolarmente utile nel favorire l'associazione e

la categorizzazione è l'utilizzo di diagrammi di Eulero-Venn,

ovvero della divisione della schermata o della superficie della LIM

in diverse aree, ciascuna associata a una categoria, nelle quali

trascinare oggetti a seconda della categoria di appartenenza.

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Uso di tabelle

Facendo uso di tabelle è possibile:

ordinare e classificare (tabelle a matrice);

formulare ipotesi, operare distinzioni e trovare soluzioni (tabelle a due colonne/aree con domande e risposte);

organizzare gerarchie, ordini e priorità (tabelle con elenchi).

In genere con le tabelle risulta assai efficace la tecnica nascondi e rivela, che permette di visualizzare progressivamente il contenuto di ciascuna riga, colonna o singola cella della tabella, magari facendo clic di volta in volta sull'elemento che si vuole far apparire.

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Ordinare sequenze

La completa acquisizione di un concetto, anche semplice,

passa necessariamente attraverso l'ordinamento degli elementi

elementari che lo compongono.

Questa fase è facilmente supportabile dalla LIM per mezzo di

semplici sequenze da predisporre su diapositive che utilizzano

la tecnica trascina e rilascia, anche in questo caso con il

supporto di tabelle utili a contenere e disporre ordinatamente

sullo schermo gli oggetti da visualizzare.

La situazione ideale richiederebbe la predisposizione di

opportune notifiche visive e/o uditive in grado di comunicare

all'utente la correttezza dell'operazione svolta, o almeno la

visualizzazione dell'ordine corretto al termine della fase di

esercitazione.60

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Creare e visualizzare diagrammi

Un diagramma è una rappresentazione grafica della realtà.

Tutti i diagrammi, trasposti su LIM, si prestano molto bene alla tecnica nascondi e rivela.

Esempi di diagrammi sono:

Diagramma a blocchi o di flusso (flow chart)

Diagramma ad albero

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Diagramma a blocchi o di flusso (flow chart)

E’ utilizzato per la descrizione di procedure e algoritmi ed è costituito da un insieme di blocchi elementari (simboli grafici aventi un significato ben preciso, nel senso che il formato stesso dei blocchi indica un'operazione che può essere di azione, scelta ecc.), collegati tra loro con frecce che rappresentano la dipendenza temporale tra i vari elementi.

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Diagramma ad albero

Altri diagrammi molto usati sono quelli ad albero, ovvero che si sviluppano secondo ramificazioni.

A seconda del modo in cui le ramificazioni vengono rappresentate, si parla di diagrammi:

a lisca di pesce

diagrammi a ragno.

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Predisporre strumenti di verifica e di

consolidamento

Qualunque intervento didattico richiede una fase di verifica dei risultati

conseguiti.

A questo proposito può essere utile far riferimento a Burrhus F.

Skinner, uno dei maggiori psicologi del XX secolo, e alla sua teoria

dell'istruzione programmata.

Secondo questa teoria, il miglioramento dell'apprendimento passa

attraverso l'organizzazione dei contenuti, ben pianificata nelle modalità

e nei tempi, in forme sequenziali, caratterizzate da concatenazioni di

cause ed effetti e di unità di apprendimento o di comportamento.

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teoria dell'istruzione programmata

Skinner afferma che le conoscenze hanno maggiore possibilità di essere assimilate se il soggetto interessato produce dei comportamenti desiderati che vengono rafforzati dall'effetto positivo prodotto, ed è chiaro che il consolidamento teorizzato corrisponde alle concrete esigenze di una classe alle prese con un qualsiasi argomento da assimilare in maniera efficace e duratura.

Questa teoria è fondata sulla gradualità dell'apprendimento e sulla necessità di un continuo feedback studente-docente.

A volerla applicare concretamente in classe, è necessario prevedere:

la presentazione di un numero limitato di informazioni;

frequenti verifiche/risposte da parte del docente;

la presenza di meccanismi di potenziamento

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Le verifiche e il potenziamento con la LIMAlcuni software autore prevedono, già incorporati o da acquisire a parte, strumenti più o meno complessi in grado di gestire sessioni di verifica e potenziamento, come quiz, completamento di testi e di frasi, e altri.

Nella pianificazione e nella realizzazione di verifiche in formato quiz, sono in particolare utilizzate alcune tipologie di domande:

test a scelta multipla;

sì/no, o vero/falso;

risposte aperte;

associazioni di parole;

esercizi di ordinamento;

scale Likert (misura dell'atteggiamento).

Le sessioni di completamento possono prevedere la raccolta da parte del sistema LIM delle risposte degli alunni a precisi stimoli, attraverso l'uso di dispositivi aggiuntivi, come telecomandi e risponditori, che permettono l'interazione personalizzata di tutta la classe

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Le mappe del pensiero con la LIMLe mappe del pensiero, o mappe concettuali, sono uno strumento didattico molto importante.

Esse nascono dai seguenti approcci teorici:

il Costruttivismo,

il Costruzionismo

la teoria dell'apprendimento significativo.

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II Costruttivismo

Il Costruttivismo è un approccio teorico, in psicologia clinica, facente capo a George Kelly.

Nato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il Costruttivismo è poi stato riferito e applicato ai processi formativi, tra gli altri, da LevVygotskij, Jean Piaget e David Jonassen.

Fino al Costruttivismo l'intero impianto formativo vedeva l'insegnante come perno unico e figura di riferimento: il nuovo approccio teorico sconvolge il quadro di riferimento, ponendo al centro del processo formativo il soggetto che apprende.

Secondo il Costruttivismo, infatti, la conoscenza

non è ricevibile in maniera passiva;

è il risultato di una costruzione attiva da parte del soggetto;

non può prescindere dal concreto contesto in cui l'apprendimento ha luogo;

è un prodotto della collaborazione sociale e della comunicazione interpersonale;

nasce e si organizza attraverso mappe cognitive e modelli mentali utili a costruire e orientare le personali interpretazioni della realtà.

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II Costruttivismo

La conoscenza, secondo il Costruttivismo, è una sorta di

ricostruzione che è il risultato di una interpretazione operata

dal soggetto per comprendere la realtà che lo circonda,

condividendo e negoziando i significati espressi da una

comunità di individui, e non solo in base a ciò che è stato

acquisito in passato.

Viene quindi, per la prima volta, posto in primo piano il

confronto tra più prospettive individuali, da cui scaturisce

l'apprendimento che quindi non è più soltanto un'attività

personale, ma il risultato di un'azione collettiva di

interpretazione e ricostruzione della realtà.

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II Costruzionismo

Il Costruzionismo (o discovery learning, imparare scoprendo) è

un movimento didattico-pedagogico fondato da Seymour Papert,

il quale, partendo dalla psicologia costruttivista di Vygotskij e di

Piaget, elabora il concetto di 'set da costruzioni", sostenendo che

l'apprendimento ottiene risultati migliori se il soggetto che

apprende ha anche il compito di creare oggetti reali.

Le costruzioni mentali, infatti, si compiono al meglio quando sono

accompagnate, supportate e rafforzate dalla costruzione di un

prodotto materiale, concreto e tangibile che possa essere

mostrato, discusso, esaminato, sondato e, perché no, ammirato.

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II concetto di apprendimento significativo

Come diretta conseguenza della rivoluzione e del nuovo approccio formativo introdotto da Costruzionismo e Costruttivismo, si fa strada il concetto di apprendimento significativo, che si contrappone nettamente all'apprendimento e all'acquisizione di conoscenza mnemonici.

Lo scopo dell'insegnamento non è più tanto quello di favorire l'accumulazione meccanica di nozioni e informazioni quanto quello di modificare per davvero le strutture cognitive del soggetto che apprende.

Secondo Jonassen, l'apprendimento significativo è:

attivo

contestualizzato

collaborativo

intenzionale

conversazionale

costruttivo

riflessivo73

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II concetto di apprendimento significativo

Non più sapere codificato e prestrutturato, ma sapere che aiuta e spinge ad

acquisire altro sapere.

Un ambiente di apprendimento, secondo Jonassen, deve possedere le seguenti

caratteristiche:

enfatizzare la costruzione della conoscenza, piuttosto che la sua meccanica

riproduzione;

non semplificare troppo la complessità delle situazioni reali;

proporre compiti concreti (contestualizzare piuttosto che astrarre);

predisporre ambienti di apprendimento legati al mondo reale, basati su casi piuttosto

che un'arida successione di regole e azioni da seguire;

permettere una visione multisfaccettata della realtà;

favorire riflessione e ragionamento;

permettere che la nascita della conoscenza dipenda dal contesto come dal contenuto;

favorire un approccio cooperativo alla nascita della conoscenza, mediante la

collaborazione con altri individui.

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II concetto di apprendimento significativoIl lavoro di gruppo assume, in questa nuova visione,

un'importanza mai avuta prima, perché solo condividendo

le competenze è possibile, per ognuno, riuscire a scovare le

migliori soluzioni ai problemi che si pongono.

Il tutto inquadrato nell'ambito di una programmazione

didattica flessibile e aperta.

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Mappare il pensieroSe ciascuno di noi provasse a fare una mappa del proprio pensiero, si troverebbe di fronte a una sfida affascinante: quella di dare forma, mediante una rappresentazione grafica, al contenuto della propria mente.

Dopo qualche tentativo ci si accorgerebbe, che il tentativo di riportare su carta, in forma di mappa, i nostri pensieri, favorisce un percorso di astrazione mentale molto potente ed efficace, in grado di farci acquisire gradualmente una maggiore consapevolezza di come il pensiero e le idee vanno costruendosi e prendendo forma.

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Mappare il pensieroTrascrivere idee e concetti, visualizzare elementi astratti, osservare come le idee compaiono progressivamente su carta e di come man mano vengono associate e combinate tra loro aiuta la percezione (prima) e l'articolazione (poi) di idee, concetti e ragionamenti, e diventa così più semplice mettere a fuoco, ordinare e magari anche condividere in maniera efficace i propri pensieri.

In campo didattico o divulgativo si utilizzano due tipi di mappe:

mappe mentali;

mappe concettuali.

entrambe le tipologie di mappe sono composte da due elementi:

i concetti, detti anche nodi, che contengono parole chiave e/o icone;

le relazioni, ovvero linee e frecce che uniscono i concetti e che potrebbero avere etichette verbali.

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Le mappe mentaliUna mappa mentale è il tentativo, teorizzato inizialmente dallo studioso inglese Tony Buzan, di rappresentare graficamente il pensiero.

Le mappe mentali seguono un modello di tipo gerarchico-associativo.

Connessioni gerarchiche (rami):collegano un elemento con quello che lo precede e costituiscono l'ossatura della mappa, che si propaga radialmente dal centro verso l'esterno.

Connessioni associative (associazione): collegano elementi appartenenti a diverse gerarchie, arricchendo e completando la struttura radiale con eventuali legami trasversali.

Inizialmente pensate per essere realizzate su carta, e rigorosamente a colori per esaltarne l'aspetto creativo ed evocativo, è oggi possibile creare una mappa mentale anche grazie a una grande varietà di software applicativi appositamente studiati, tra cui

XMind,

FreeMind,

Bubbl.us

Cayra (open source),

iMindMap, ideato dallo stesso Buzan,

MindManager (commerciali);

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Le mappe concettualiLe mappe concettuali, ideate da Joseph Novak negli anni Sessanta, sono uno strumento grafico utile alla rappresentazione, alla rielaborazione e alla trasmissione di informazioni e conoscenza.

A differenza delle mappe mentali, decisamente votate all'atto creativo, emozionale ed evocativo, le mappe concettuali sono state pensate come strumento prettamente cognitivo e orientato ad ambiti formativi e di problem solving (risoluzione dei problemi).

Una mappa concettuale è caratterizzata da:

Nodi concettuali: rappresentano i concetti elementari, descritti all'interno di una forma geometrica, nell'ambito di una struttura gerarchica.

Relazioni: collegano i nodi con frecce orientate aventi un'etichetta descrittiva (di solito un verbo), che indica anche il tipo di relazione tra concetti (causalità, finalità, subordinazione, specificazione, passaggio dal generale al particolare, esemplificazione, suddivisione o distribuzione di fenomeni).

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Le mappe concettualiIn una mappa concettuale si viene a creare una struttura di tipo

reticolare, in grado di:

raffigurare ed esprimere le strutture cognitive di un soggetto in relazione a uno specifico argomento;

disporre i concetti secondo una gerarchia, solitamente orientata dall'alto verso il basso (i concetti posti in alto contengono quelli sistemati più in basso);

favorire la rielaborazione di concetti e la loro trasmissione ad altri individui.

Questa struttura può articolarsi in varie forme:

catena: vi sono solo rapporti causa-effetto;

stella: sono simili alle mappe mentali;

rete: ci sono legami tra nodi padri e nodi figli, e anche legami trasversali.

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Le mappe concettuali

Una buona mappa concettuale, ancor meglio se realizzata mediante un sistema LIM, rende lo studente protagonista attivo della propria costruzione di conoscenza, evitando la passiva ricezione di nozioni da parte del docente.

In più l'elaborazione di una mappa concettuale da parte degli alunni può rappresentare uno strumento di valutazione, per l'insegnante, dei livelli di conoscenza acquisiti, oltre che di come ciascun concetto è stato collegato agli altri.

Utilizzando un sistema LIM la presentazione può essere:

visualizzata subito nella sua interezza;

scoperta gradualmente, grazie agli strumenti messi a disposizione dai software autore (faretto, tendina, zoom interattivo e così via):

costruita gradualmente, per coinvolgere maggiormente gli allievi, permettendo loro di intervenire in prima persona.

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