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• L’ISTAMINA
• IL PROBLEMA DEI PARASSITI
DR. ARMANI ANDREA
Facoltà di Medicina Veterinaria
Università di Pisa
L’Istamina è un composto organico che si forma a partire dagli aminoacidi (dalle proteine)
Si ritrova normalmente in piccole quantità in numerosi alimenti e bevande come
prodotti lattiero-caseari, carnei, vegetali fermentati e prodotti a base di soia, bevande alcoliche come vino e birra…..
CHE COS’E’ L’ISTAMINA?
…..e nei Prodotti ittici
Il livello di istamina presente negli alimenti rappresenta quindi un buon indicatore di QUALITA’
sia ORGANOLETTICA che IGIENICO-SANITARIA
PRODOTTI ITTICI FRESCHI CONSERVATI e LAVORATI CORRETTAMENTE presentano sempre bassi livelli di istamina
“FRESCHEZZA”
L’istamina che si forma in seguito alla cattura del pesce è dovuta alla presenza di microrganismi
Per questo motivo
• una gestione “non corretta” (contaminazioni)
• una conservazione a temperatura diversa da quella di refrigerazione
Determinando un aumento del numero di batteri presenti sul pesce
incrementano la produzione e l’accumulo di istamina nel muscolo.
Non tutte le specie ittiche sono a rischio istamina, ma solo quelle che presentano elevate concentrazioni del suo precursore a livello delle masse muscolari
In particolare le specie delle famiglie:
Scombridae, Scomberesocidae, Clupeidae, Engraulidae, Coryphaenidae e Pomatomidae
TONNO, TONNETTO, SGOMBRO, SURO, AGUGLIA, ACCIUGA ARINGA, SPRATTO, ALACCIA, CHEPPIA, LAMPUGA……
Sono tutti caratterizzati da una muscolatura scura e per questo motivo vengono definite
SPECIE A CARNI ROSSE
Sono quelle a rischio per la formazione di ISTAMINA
Congelamento, inscatolamento, affumicamento, cottura non determinano la distruzione dell’istamina una volta
che questa si è formata
Per questo motivo il pesce alterato che non può più essere commercializzato come fresco non dovrebbe essere destinato alla preparazione di altri prodotti
SINO
FORMA MORBOSA DA ISTAMINA
L’Istamina provoca una forma di INTOSSICAZIONE dovuta al consumo di prodotti che contengono la molecola PREFORMATA
La malattia che compare nell’uomo prende il nome di
“SINDROME SGOMBROIDE”
È caratterizzata da una sintomatologia simil- allergica variabile in dipendenza della quantità di tossina introdotta e dalla sensibilità dell’individuo
Il periodo d’incubazione è breve: da pochi minuti ad alcune ore.
MANIFESTAZIONI CLINICHE
SINTOMATOLOGIA VARIABILE
I sintomi non compaiono tutti insieme e con la stessa severità
Cute
Gastroenterico
Cardiovascolare
Sistema sanguigno e immunitario
SNC
Respiratorio
Prurito, arrossamento del viso e del collo, orticaria, nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini, shock anafilattico
CORRETTA GESTIONE DELLA CATENA DEL FREDDO
Per le specie a “carne rossa” è fondamentale reimmettere costantemente ghiaccio fresco.
Una conservazione a temperature non adeguate determina non soltanto uno scadimento del prodotto ma un rischio per il consumatore
AZIONI PREVENTIVE 1
AZIONI PREVENTIVE 2
PORRE PARTICOLARE ATTENZIONE NELLE FASI DI
SCONGELAMENTO
• Contaminazione batterica (utilizzo di acqua potabile)
• Possibile ripresa metabolica di batteri dovuti a contaminazioni precedenti (in caso di non mantenimento della catena del freddo)
AZIONI PREVENTIVE 2
PORRE PARTICOLARE ATTENZIONE NELLE FASI DI
CONSERVAZIONE DI CONFEZIONI APERTE
• In fase di preparazione-somministrazione di prodotti conservati (tonno in scatola)
• Mantenere il prodotto a temperatura di refrigerazione e coperto d’olio
Focolaio associato al consumo di panini al tonno
E’ stato messo in evidenza che la formazione di Istamina si è verificata nel periodo compreso fra l’apertura della confezione e
la preparazione-somministrazione
AI BATTERI BASTANO POCHE ORE A TEMPERATURE AMBIENTE per MOLTIPLICARSI RAPIDAMENTE
Prodotti crudi o praticamente crudi
Devono essere
SCONGELATI E CONSERVATI
In maniera adeguata
AZIONI PREVENTIVE ALLA FORMAZIONE DI ISTAMINA
Gli OSA devono:
Ridurre la moltiplicazione batterica attuando
una corretta gestione del prodotto (evitando le contaminazioni crociate)
Una corretta gestione della catena del freddo
Nel caso si produca ghiaccio utilizzare acqua potabile
Verificare lo stato di freschezza del prodotto ed eliminare quello alterato
I PARASSITI nel PESCE 1
Definizione di Zoonosi: “Malattie, od infezioni, i cui agenti patogeni sono trasmessi dagli animali all’uomo”
Le zoonosi da parassiti dei prodotti ittici sono tutte a trasmissione alimentare e sono legate al consumo di pesce crudo o insufficientemente cotto
Parassita: “Organismo che vive parzialmente o totalmente a spese di un altro individuo (detto ospite)”
I PARASSITI nel PESCE 2Sono molti e si possono ritrovare
• sulla superficie esterna (ectoparassiti)• all’interno, localizzati a livello della muscolatura o della cavità addominale (endoparassiti)
In genere gli ectoparassiti non costituiscono un problema per la salute del consumatoreMentre gli endoparassiti sono responsabili della comparsa di patologie
Si tratta quasi sempre di organismi con corpo vermiforme e dimensioni molto piccole
Si distinguono in:
Vermi piatti (Trematodi e Cestodi)
Vermi tondi (Nematodi)
Fra i vari agenti zoonotici L’ANISAKIS è il parassita di maggiore interesse
Si riscontra di frequente in numerosi prodotti di largo consumo
In particolare in quelli che vengono consumati
CRUDI
PRATICAMENTE CRUDI
SOTTOPOSTI A TRATTAMENTI CHE NON NE PROVOCANO LA MORTE
CHI E’ L’ANISAKIS?
Vermi tondi appartenenti a vari generi (Anisakis, Pseudoterranova, Contracoecum)
Rappresentano le forma larvale di parassiti che da adulti si trovano nel tratto digerente dei mammiferi marini (balene e delfini)
Si trovano localizzati nella cavità addominale o all’interno della muscolatura dei pesci o dei cefalopodi
Come fanno a localizzarsi all’interno dei pesci ????
SPIRALIZZATA :
Localizzate nella cavità addominale tra i visceri, sul peritoneo parietale o sugli organi in superficie o all’interno.
Prediligono gli organi molto vascolarizzati.
Oppure si possono incistare nella muscolatura anche intravitam.
Le larve si possono trovare in due forme distinte:
LIBERA:
• deriva dalle forma spiralizzata
• in genere si riscontra durante le fasi di conservazione del pesce e non nel pesce appena catturato
• soprattutto in caso di prodotti non eviscerati e mantenuti a temperature non idonee
DIMENSIONI:
Si tratta di piccoli vermi con dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro.
Quelli più frequenti sono riferibili a due tipologie:
BIANCHI: Genere Anisakis 15-30 mm di lunghezza
ROSSI: Genere Pseudoterranova 20-40 mm di lunghezza
IN QUALI SPECIE SI POSSONO RISCONTRARE?
Pesce sciabola (Lepidopus caudatus) Suro o sugarello (Tracurus tracurus)
Sgombro (Scomber scombrus) Lanzardo (Scomber scombrus)
Merluzzo nordico (Gadus morhua) Pollack (Pollachius pollachius)
Potassolo o Melù (Gadus poutassou) Nasello (Merluccius merluccius)
Merlano o Molo (Gadus merlangus) Triglie (Mullus spp.)
Acciuga o Alice (Engraulis engrasicolus) Aringa (Clupea harengus)
Sardina (Clupea pilchardus) Tombarello (Auxis thazard)
Palamita (Sarda sarda) Rana pescatrice (Lophius piscatorius)
ma anche Fragolino, Pagro, Scorfano, Ricciola, Molva, Aguglia, Pesce
castagna, Mmurena e Tracina……..
Pesce sciabola (Lepidopus caudatus)
Merlano o molo(Merlangius merlangus)
Potassolo o melù(Gadus poutassou)
Nasello (Merluccius merluccius) Rana pescatrice (Lophius piscatorius)
Pesce San Pietro (Zeus faber)
Nel caso del pesce S. Pietro vieneintravista una potenziale maggiorepericolosità per l’uomo perché adattoad essere grigliato; questa specie,notoriamente a spiccato caratterepredatorio, è da tempo considerata arischio a causa dell’elevata suasuscettibilità alle larve di Anisakis.
Quando le larve vengono ingerite VIVE determinano nell'uomo la cosiddetta sindrome da "larva migrante" in quanto possono penetrare a livello di:
EFFETTI SULLA SALUTE
Una volta penetrate in una di queste sedi provocano una reazione da corpo estraneo che determina la comparsa di forti dolori allo stomaco, nausea, vomito, dolori addominali e diarrea
• cavità addominale, duodeno, esofago, mesentere, parete addominale, sul grande omento, pancreas, fegato, lingua, polmone, gangli linfatici
Anche l’ingestione di larve “morte” può rappresentare un problema per il consumatore in relazione alla comparsa di forme allergiche che possono avere manifestazioni diverse:
• Edemi della lingua e della laringe
• Disturbi respiratori, broncospasmo (tosse)
• Asma
• Orticaria
• Gengiviti
…..ANCORA
COSA DEVE FARE L’OPERATORE DEL SETTORE ALIMENTARE (OSA)?
Chi produce, commercializza o prepara
per la ristorazione pesce o prodotti a
base di pesce è il primo responsabile
della sicurezza sanitaria degli alimenti
immessi sul mercato (Reg. CE/853/04).
1) Il pericolo legato alla presenza di parassiti deve essere preso in considerazione nei piani di autocontrollo sanitario (piani HACCP, Buone Pratiche di Lavorazione, tracciabilità, gestione delle non conformità).
2) Di fondamentale importanza è la Formazione del personale
L’OSA devono agire in conformità alla legge
•nella verifica dell’assenza dei parassiti
•nella verifica della nocività del prodotto destinato all’alimentazione
Formazione del personale
Eviscerare il pesce (in particolar modo quello con dimensioni superiori ai 18cm) quanto più rapidamente possibile
Buone Pratiche di Lavorazione
Mantenere il pesce alla temperatura del ghiaccio fondente
Soprattutto quello non eviscerato
L’OSA
• che vende prodotti destinati ad essere consumati previa cottura
Es. Pescheria che vende alici per la marinatura
• che prepara prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi
Es. ristoratore che prepara sushi e sashimi
deve garantire l’inattivazione delle larve eventualmente presenti nei seguenti modi:
· mediante utilizzo di pesce già congelato all’origine;
· sottoponendo i prodotti acquistati freschi, o dopo la preparazione, a un trattamento di congelamento in profondità
Devono essere congelati ad una temperatura non superiore a – 20 °C in ogni parte della massa per almeno 24 ore al fine di garantire la morte dei parassiti eventualmente presenti
il trattamento deve essere eseguito
sul prodotto crudo
o sul prodotto finito.
N.B. Lo stesso trattamento deve essere effettuato anche sui prodotti della pesca di acqua dolce
In questi pesci possono essere presenti altri parassiti pericolosi per la salute del consumatore (Diphyllobothrium e Opistorchis)
I prodotti della pesca che hanno subito il trattamento di congelamento
(bonifica preventiva) a –20°C, devono essere sempre accompagnati, alla loro
immissione sul mercato, da un’attestazione del produttore che indichi il
trattamento al quale sono stati sottoposti, salvo qualora siano forniti al
consumatore finale.
Pertanto, nel caso in cui un esercizio commerciale acquisti prodotti della pesca già sottoposti al trattamento
considerato dovrà richiedere al fornitore la prevista certificazione, da tenere agli atti ed esibire a richiesta
degli organi di controllo
Mentre in passato era possibile effettuare il congelamento solo in strutture riconosciute
Attualmente viene data la possibilità anche in fase di vendita al dettaglio di effettuare il trattamento di congelamento volto all’uccisione dei parassiti eventualmente sfuggiti all’esame visivo.
Nel “commercio al dettaglio” sono compresi anche:
• gli esercizi di ristorazione,
• i ristoranti e le altre strutture di ristorazione analoghe
Nel caso in l’OSA voglia effettuare il trattamento di bonifica direttamente presso l’esercizio di somministrazione deve:
fornire le dovute garanzie, oggettivamente valutabili da parte dell’autorità competente, di conformità ed efficaci del trattamento di bonifica preventiva, in termini di raggiungimento e mantenimento della temperatura di
–20°C a cuore del prodotto per non meno di 24 ore.
In relazione alla pezzature del prodotto ittico e dei parassiti considerati dovrà stabilire il periodo di trattamento ai fini
della sua efficacia.
L’OSA che intende applicare il trattamento di congelamento ai fini della bonifica deve:
• Comunicarlo preventivamente all’autorità competente nell’ambito della notifica ai fini della registrazione o del suo aggiornamento;
• Dotarsi di idonea e proporzionata apparecchiatura (abbattitore) per l’abbattimento della temperatura ad almeno –20°C
• Utilizzare tale attrezzatura specificatamente per effettuare il trattamento di bonifica
• Non utilizzarla per la conservazione di pesce o di altri prodotti congelati;
• Predisporre ed adottare apposita procedura scritta finalizzata al controllo dei parassiti, basata sui principi del sistema HACCP, tenendo in considerazione almeno i seguenti elementi:
1) Apparecchiatura/ tecnologia in uso
2) Pezzatura dei prodotti che si intendono trattare e tempi previsti per il raggiungimento e mantenimento della temperatura di –20°C a cuore del prodotto
3) Specie di parassita e tempi di trattamento necessari per garantire l’uccisione mediante congelamento a temperatura non superiore a –20°C
4) Identificazione del/dei CCP di processo e modalità per il controllo
5) Effettuare e mantenere la registrazione dei dati di monitoraggio ed esibirle su richiesta degli organi di controllo
• Richiedere laddove sia possibile, prodotti già eviscerati o adeguatamente trattati e conservati in maniera idonea
• Richiedere la certificazione in caso di trattamento di bonifica preventivo
• Evitare la fornitura diretta di piccoli quantitativi di prodotti primari dal piccolo produttore primario e prediligere strutture registrate
Quali altre misure possono ridurre il rischio?
Qualificazione dei fornitori
Il congelamento finalizzato alla bonifica preventiva del pesce è un procedimento
espressamente richiesto dalla normativa vigente, applicato per un determinato lasso temporale e volto alla tutela della salute del consumatore
Per la corretta informazione sul trattamento può essere utilizzata la dicitura
Prodotto conforme alle prescrizioni del REG (CE) 853/2004, allegato III,
sezione VII, capitolo 3, lettera D, punto 3.
Prodotto conforme alle prescrizioni del REG (CE) 853/2004, allegato III, sezione VII, capitolo 3, lettera D, punto 3.