Presentazione dell'ente

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PRESENTAZIONE DELL’ENTE - CAP.10 OBIETTIVO Dalle linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale. “…per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a prestare l’anno di servizio civile, verranno presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’Ente accreditato”. Come sempre è dalle linee guida che ricaviamo l’indicazione per l’impostazione del lavoro, questo modulo trova la sua ragione d’essere in più di una motivazione e a ognuna può corrispondere un sotto obiettivo preciso che l’ente di realizzazione del progetto può perseguire impostando un percorso di conoscenza e di approfondimento dei ruoli, dell’organizzazione e delle risorse. Il sistema servizio civile è un sistema complesso, che funziona bene nella misura in cui dialoga e condivide le impostazioni, perché nessun attore ha un ruolo secondario e solo da un lavoro di squadra accurato nasce l’immagine di un’istituzione nata per la difesa della Patria e non per tappare qualche falla o risolvere qualche necessità spicciola. L’ente si è accreditato per presentare un progetto per l’impiego di volontari del servizio civile nazionale e di conseguenza ha dimostrato di possedere una struttura e risorse sufficienti. Conoscere questa procedura o verificarla costituisce, per il volontario, un valido strumento per comprendere la complessità del “sistema servizio civile”. L’ente è lo strumento attraverso cui si adempie la legge 64/2001. Dopo la presentazione del percorso storico che ha portato alla legge d’istituzione del servizio civile nazionale, è importante per il volontario saperla contestualizzare. L’ente ha una sua “mission”, delle sue finalità statutarie, che devono essere in linea con le prescrizioni della legge 64/2001. Conoscerle consente al volontario di visualizzare meglio l’obiettivo del progetto di SCN che lo vede impiegato. L’ente rappresenta il luogo in cui il volontario agirà nell’anno del suo servizio. Possedere la conoscenza di alcuni elementi pratici, migliora la possibilità di orientamento del volontario nella struttura e facilita il servizio fin dai primi momenti. L’ente ha una sua storia Leggerla, collegandola al progetto e alla comunità su cui il progetto ricade, rende meno anonimi i destinatari delle azioni. L’ente ha individuato nel Servizio civile nazionale la possibilità di realizzare alcuni suoi obiettivi. Conoscere le motivazioni aiuta e motiva il volontario stesso. L’ente ha già avuto esperienze di Servizio civile attraverso i volontari o gli obiettori. Conoscere “la storia” dell’ente rispetto al servizio civile permette al volontario di trovare il suo spazio e il suo posto inserendosi in un quadro più vasto. L’ente non ha mai avuto esperienze di servizio civile. Il volontario si sentirà positivamente caricato delle aspettative dell’ente. L’ente è incaricato del reclutamento e della selezione dei volontari. Per il volontario rappresenta il primo e in alcuni casi l’unico interlocutore istituzionale, è fondamentale quindi che ne comprenda le funzioni e i ruoli. 1

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PRESENTAZIONE DELL’ENTE - CAP.10

OBIETTIVO

Dalle linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale. “…per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a prestarel’anno di servizio civile, verranno presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalitàorganizzative ed operative dell’Ente accreditato”.Come sempre è dalle linee guida che ricaviamo l’indicazione per l’impostazione del lavoro, questomodulo trova la sua ragione d’essere in più di una motivazione e a ognuna può corrispondere unsotto obiettivo preciso che l’ente di realizzazione del progetto può perseguire impostando unpercorso di conoscenza e di approfondimento dei ruoli, dell’organizzazione e delle risorse.Il sistema servizio civile è un sistema complesso, che funziona bene nella misura in cui dialoga econdivide le impostazioni, perché nessun attore ha un ruolo secondario e solo da un lavoro disquadra accurato nasce l’immagine di un’istituzione nata per la difesa della Patria e non per tapparequalche falla o risolvere qualche necessità spicciola.

L’ente si è accreditato per presentare unprogetto per l’impiego di volontari del serviziocivile nazionale e di conseguenza ha dimostratodi possedere una struttura e risorse sufficienti.

Conoscere questa procedura o verificarlacostituisce, per il volontario, un validostrumento per comprendere la complessità del“sistema servizio civile”.

L’ente è lo strumento attraverso cui si adempiela legge 64/2001.

Dopo la presentazione del percorso storico cheha portato alla legge d’istituzione del serviziocivile nazionale, è importante per il volontariosaperla contestualizzare.

L’ente ha una sua “mission”, delle sue finalitàstatutarie, che devono essere in linea con leprescrizioni della legge 64/2001.

Conoscerle consente al volontario divisualizzare meglio l’obiettivo del progetto diSCN che lo vede impiegato.

L’ente rappresenta il luogo in cui il volontarioagirà nell’anno del suo servizio.

Possedere la conoscenza di alcuni elementipratici, migliora la possibilità di orientamentodel volontario nella struttura e facilita il serviziofin dai primi momenti.

L’ente ha una sua storia Leggerla, collegandola al progetto e allacomunità su cui il progetto ricade, rende menoanonimi i destinatari delle azioni.

L’ente ha individuato nel Servizio civilenazionale la possibilità di realizzare alcuni suoiobiettivi.

Conoscere le motivazioni aiuta e motiva ilvolontario stesso.

L’ente ha già avuto esperienze di Servizio civileattraverso i volontari o gli obiettori.

Conoscere “la storia” dell’ente rispetto alservizio civile permette al volontario di trovareil suo spazio e il suo posto inserendosi in unquadro più vasto.

L’ente non ha mai avuto esperienze di serviziocivile.

Il volontario si sentirà positivamente caricatodelle aspettative dell’ente.

L’ente è incaricato del reclutamento e dellaselezione dei volontari.

Per il volontario rappresenta il primo e in alcunicasi l’unico interlocutore istituzionale, èfondamentale quindi che ne comprenda lefunzioni e i ruoli.

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L’ente promuovendo i suoi progetti sul territoriopromuove, di fatto, il servizio civile.

Non è così immediato per un giovane capire che“l’interesse” dell’ente è rivolto al servizio civile,istituzione in cui crede profondamente e nonsolo a risolvere qualche suo problema.

I progetti di servizio civile hanno tutti unobiettivo comune: la crescita dei giovani.

Dimostrare al volontario la quantità di risorseche l’ente mette in gioco per la realizzazione delprogetto, serve a dimostrargli che la volontà dicura dei giovani non è solo una dichiarazioned’intenti.

Il grafico sottostante sintetizza bene, come solo attraverso enti che realizzano i progetti, il serviziocivile nazionale trova il suo compimento; in questo modo l’ente diventa l’interfaccia tra ilvolontario e le istituzioni più alte e attraverso la sua esperienza, il volontario “legge” e valutal’intero sistema.

Analogamente l’intera collettività “legge e interpreta” l’efficacia delle azioni dei volontari e quindidel servizio civile nazionale attraverso il filtro dell’ente che realizza il progetto.Il grafico sottostante indica anche alcune delle ricadute dell’attività svolta dall’ente e quindi dicome il suo ruolo sia significativo all’interno di un sistema complesso in cui ruoli e condivisione dicompiti e responsabilità s’intrecciano e influenzano a vicenda.

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CONTENUTI

Dalle linee guida possiamo già trarre spunti sufficienti che valuteremo come sviluppare: la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’Ente accreditato.La storia. Ogni ente ne ha sicuramente una sua, compresi gli enti locali presenti in un buon numero neiprogetti di servizio civile, della storia bisogna selezionare quelle parti che possono trovare unriferimento con il servizio civile.Esistono enti che magari hanno pubblicato prestigiosi volumi sul loro passato in occasione diqualche ricorrenza. Quelli vanno bene per fare un regalo a Natale, ma anche ai volontari, così, sesono interessati, possono approfondire, così capiscono che la Storia, in tutti i casi, anche nel caso diun ente, non rappresenta il passato ma la chiave per leggere il presente.In questo momento però basta una sintesi, la storia dell’ente non può diventare l’argomentoprincipale del corso di formazione anche quando è molto ricca, particolare e affascinante, puòessere importante, come già detto, ricercare i riferimenti all’esperienza dei volontari.

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Per esempio ci sono enti che sono nati:- dall’impegno civico di qualche cittadino del passato, - dal frutto di donazioni miranti a garantire assistenza a persone svantaggiate, - dalla passione di qualche singolo che ha raccolto e salvaguardato frammenti dell’identità di

una comunità,- dalla voglia di mettersi insieme per raggiungere un obiettivo elevato,- dalla voglia di mettere al servizio degli altri la propria esperienza in qualche campo.

Ci sono poi gli enti istituzionali che magari hanno storie comuni, ma che trovano proprio nei lorocompiti istituzionali il mandato a realizzare il principio costituzionale di solidarietà richiamato nellalegge 64/2001.Partendo dal principio di solidarietà, si possono inserire collegamenti e temi concernenti lecompetenze dello Stato, delle Regioni, delle Province, e dei Comuni, ambiti, gli ultimi due, in cuioperano i volontari del servizio civile e possono essere trovati collegamenti anche con enti del terzosettore attraverso la presentazione di un sistema di welfare complessivo.Presentare una breve storia dell’ente come si vede, non deve essere un problema per nessuno.Le caratteristiche specifiche.Questo possiamo interpretarlo con due chiavi diverse:

- le specificità che caratterizzano l’ente rispetto alla sua categoria,- la mission dell’ente

Entrambe le possibilità vanno focalizzate, basti per esempio sottolineare che non tutti gli enti localio non tutti gli enti del non profit o non tutti i parchi o le biblioteche vedono l’impiego dei volontaridel servizio civile.La capacità e la volontà di accogliere al proprio interno giovani da accompagnare in un momento dicrescita è una specificità che non appartiene a tutti e qui s’inseriscono tutti i contenuti cheriguardano le precedenti esperienze di servizio civile, che l’ente ha avuto e che si auspica abbiatesaurizzato in termini di capacità di restituzione.Delle finalità dell’ente è bene che il volontario sia consapevole, perché qualunque sia il progetto chelo coinvolge, è in quella linea che deve orientare il suo agire ed è in quella vocazione ches’inseriscono il progetto e la sua esperienza di servizio e di crescita.Le modalità organizzative ed operative.Non si tratta altro che spiegare al volontario come funziona e come si muove la macchina ente, cioèchi fa cosa.Non bisogna dare per scontato che se il volontario ha presentato domanda presso un ente lo conosceo sa come funziona, questo teorema non vale nemmeno per i Comuni, verrebbe spontaneo dire: maè il suo comune di residenza, ma è andato a votare per eleggere il Sindaco.Non funziona così, spesso nemmeno con persone ben più adulte dei volontari. Sapere quali sono icompiti di una Giunta, capire, quali compiti e quali ruoli svolge, l’operatore locale di progettonell’ente, distinguere tra che amministra e quindi decide gli indirizzi e invece chi ha responsabilitàtecniche e quindi realizza, è importante ma non è scontato.Nella presentazione dell’organizzazione devono trovare il loro spazio anche i volontari del serviziocivile, non è un compito facile perché mai nella pianta organica di un ente sono presenti figureassimilabili a un volontario del SCN, questa difficoltà la riscontrano anche i dipendenti che sitrovano a collaborare, durante la realizzazione del progetto con i volontari, se non sono statiinformati e formati di queste strane presenze finiscono col lavorare di fantasia assumendoatteggiamenti personali che non necessariamente sono dannosi, ma non sono uniformi e collegabiliallo spirito del servizio civile.Utile può essere la presenza nell’ente di realtà di volontariato o di esperienze di “servizio civile” dipensionati o di altre categorie assimilabili, sono queste le figure che per motivazione e gratuitàdell’impegno sono le più simili ai ragazzi del servizio civile nazionale.

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Anche la storia di queste presenze può essere presentata ai volontari e la collaborazione tra gli uni egli altri nelle attività del progetto può risultare proficua.

METODOLGIAPoiché stiamo affrontando un modulo che deve necessariamente essere realizzato nell’arco di due otre ore, secondo la durata complessiva del percorso formativo, e che le informazioni, che dobbiamoveicolare non sono poi così contenute, dobbiamo concentrare l’attenzione su una metodologia che ciconsenta di utilizzare al meglio il tempo disponibile, senza cadere nella tentazione di una lezionefrontale monotona e monocorde che riuscirebbe ad addormentare anche la più vigile delle sentinellemesse a difesa della Patria e trasformare la più affascinante delle storie di un ente in una litaniaquaresimale.Escludendo la possibilità di giochi d’aula che ci prenderebbero troppo tempo, proviamo invece aimmaginare di partire dalle conoscenze dei volontari, se hanno scelto l’ente qualche motivo ci sarà,proviamo a chiedere, dove hanno preso le informazioni, utilizziamo i siti degli enti, le carte deiservizi, qualsiasi altro materiale pensato e progettato per comunicare l’ente all’esterno.Ogni ente grande o piccolo ha questa esigenza e di solito ha affidato il compito a professionisti dellacomunicazione e della grafica e questo facilita il nostro impegno. Se esiste la possibilità di utilizzare qualche computer ed eventuali collegamenti proviamo a farmettere insieme le informazioni dai ragazzi stessi; l’utilizzo del metodo della scoperta, può risolveretutto l’aspetto della conoscenza dell’ente dal punto di vista della sua storia, delle sue attività e dellesue finalità, compito del formatore è tirare le fila, mantenere unitario il discorso completareeventuali lacune, se il tempo destinato è davvero poco, il lavoro di ricerca può essere fatto pergruppi dividendo gli ambiti e trovando poi in plenaria una sintesi completa.La presentazione delle precedenti esperienze di servizio civile, dei risultati ottenuti in termini disoddisfazione dei volontari, dell’ente e dei destinatari delle azioni può essere fatta attraverso unapresentazione in power point nella quale possono essere inserite eventuali osservazioni che l’ente,negli anni, ha raccolto in un lavoro di somministrazione di questionari ai ragazzi che si sonoaccostati magari solo per fare domanda senza che poi abbiano mai preso servizio.Se esistono dati sufficienti e ci sono serie storiche di qualche significato, la presentazione può esserpreceduta da una somministrazione di un questionario a risposte chiuse che servirà poi a mantenerel’attenzione durante la presentazione, che si trasforma così in un momento il cui il volontarioverifica le sue percezioni o convinzioni.Più avanti è riportato un esempio che naturalmente è solo indicativo delle possibili domande.In quest’ambito possono essere presentate le conoscenze e competenze acquisite dai volontari chesono stati nell’ente a conferma dell’impegno che l’ente si è assunto e come “sfida” a eguagliare irisultati.L’aspetto organizzativo va invece affrontato con la proposta di uno schema tecnico che il volontariopossa portare con sé e in cui sono semplificati, compiti, ruoli ed eventuali riferimenti;dell’organizzazione dell’ente fa parte anche quella che riguarda il servizio civile, l’opportunitàquindi di spiegare in sintesi e solo per i concetti generali cosa significa, cosa comporta, quali sono icompiti che l’ente ha sottoscritto e si è impegnato a rispettare e infine quali sono le figureaccreditate e quale ruolo svolgono nell’ente e nei confronti del volontario.Un questionario in forma di verifica può chiudere questa parte e contenere domande che fannoriferimento a una serie di conoscenze che il volontario dovrebbe aver acquisito e che qui trovanocompimento.Anche di questo, insieme con uno sul ruolo delle figure impegnate nella realizzazione del progetto,è presente un esempio che ognuno deve adattare alla propria realtà.

AGENDA

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Immaginiamo per comodità e perché più o meno questi possano essere i tempi, un percorso di tre ore.Presentazione dell’ente attraverso uno spezzone cinematografico o un altro prodotto dall’ente di durata massima di dieci minuti.Richiesta ai volontari di dire quali informazioni conoscono della storia dell’ente e quali di queste hanno influito sulla loro scelta di presentazione della domanda.Sulla base delle risposte il formatore individuerà un possibile percorso per completare il quadro, imetodi sono suggeriti al punto precedente e sono scelti anche in funzione degli strumenti adisposizione.In ogni caso è bene che il formatore non aspetti questo momento per improvvisare la lezione, mache agisca secondo due opportunità:

1- mette questa chiacchierata in coda a un incontro e sviluppa il resto la volta successiva dopoessersi organizzato,

2- valuta anche con i suoi colleghi, nel caso ne abbia, cosa è emerso in termini di conoscenzedell’ente da parte dei volontari negli incontri precedenti e organizza a grandi linee l’incontroriservandosi un aggiustamento all’ultimo momento.

In questa fase possono già essere prese in considerazione le carte di servizio, gli articoli di giornaleche parlano dell’ente o che fanno riferimento alla presenza di volontari del servizio civile (di solitoè possibile fare una ricerca via internet negli archivi dei giornali locali).Dalla carta dei servizi e dalla visita del sito scaturiscono le finalità dell’ente ai volontari può esserechiesto di coniare uno slogan di promozione/presentazione.Il formatore chiude i lavori con un’attività di sintesi di tutto quanto emerso, la sintesi può esserpreparata prima attraverso qualche scheda da proiettare.La seconda parte vede la presentazione dell’organizzazione e delle modalità operative anche inrelazione al servizio civile sia per quando riguarda l’accreditamento che la storia del SCN nell’ente.La presentazione può essere fatta in power point e sintetizzata attraverso schemi che evidenzino leconnessioni; i risultati e le esperienze possono essere spiegati con il linguaggio dei grafici checonsentono una lettura immediata, sollecitano la memoria visiva e abbreviano i tempi dispiegazione; le figure coinvolte e gli spazi significativi possono essere presentati anche attraversofotografie.Se la presentazione viene intervallata, nei momenti opportuni, dalle schede suggerite, negli esempipratici, il lavoro risulta sufficientemente coinvolgente e poco monotono.Il percorso si chiude con la costruzione del grafico delle connessioni che, occorre ricordare, habisogno di un po’ di tempo e della calma sufficiente per esser completato, questo per dire chequando non si dispone del tempo sufficiente è meglio non svolgere un’attività piuttosto che farlamale.

CRITICITA’

Dare per scontato che il volontario conosca l’ente.Errore possibile e abbastanza comune sulla base di due presupposti già annunciati: la scelta del volontario e la vicinanza dell’ente alla sua realtà.Dando per scontato che il volontario conosca l’ente e non si verificando che questo corrisponda allarealtà, si rischia di dedicare uno spazio minimo a questo modulo e insufficiente a delineare unquadro completo. Questo errore di valutazione ritarda la capacità di agire in autonomia delvolontario.

Sottovalutare il ruolo dell’ente

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Errore collegato al primo: “ il volontario conosce poco l’ente, ma in fondo è sufficiente perché bastache sappia e conosca le cose che deve fare e il progetto che lo riguarda” .Evitando di tornare a ripetere il ruolo centrale dell’ente di cui si è già parlato, anche questasottovalutazione mortifica l’iniziale autonomia del volontario e rallenta anche la successiva perchédovendo decifrare da solo e con strumenti incompleti e inadeguati il mondo che lo circonda ilvolontario impiega inevitabilmente più tempo.Enti che realizzano i progetti solo come sedi di servizio.Ci sono alcuni enti, di solito piuttosto piccoli che realizzano i progetti di servizio civile attraverso vincoli associativi o di partenariato, come consentito dalla circolare sull’accreditamento, in questo modo, l’ente che realizza il progetto non è quello che ospiterà poi le sedi di attuazione.In questo caso occorre una doppia spiegazione, assegnando la seconda all’operatore locale diprogetto sopratutto se la natura e le finalità degli enti sedi di attuazione sono molto diverse da quelledell’ente che realizza il progetto.Non è possibile fare una generalizzazione, perché ci sono enti, come per esempio l’ANCI, chepresentano progetti per i loro associati i quali hanno tutti le stesse caratteristiche, per cuiall’Operatore locale di progetto può essere demandata solo la spiegazione degli ultimi dettagli. In altri casi invece l’ente che presenta il progetto è un ente esclusivamente dedicato al serviziocivile e i suoi associati sono realtà di natura diversa, in questo caso vanno valutati i singoli enti eoccorre avere un’attenzione maggiore nella volontà di fornire al volontario gli strumenti e leconoscenze per muoversi nelle due realtà comprendendo i compiti e i ruoli di ognuna.

ESEMPI PRATICI

Trovare degli esempi pratici che vadano bene per tutti, non è facile per la diversa natura degli entiaccreditati, per la loro dimensione, per il ruolo che svolgono, per l’organizzazione che mettono incampo in base alla classe di accreditamento, quindi le proposte che seguono sono indicative e ogniente deve adattarle alla propria realtà.

Chi sono i volontari che ti hanno precedutoLa proposta contiene qualche domanda a risposte chiuse, perché sicuramente preferite dai volontari,il questionario deve essere distribuito prima di presentare la realtà del servizio civile nell’ente; ilvolontario risponde sulla base delle sue convinzione e della conoscenza del mondo giovanile di cuianche lui fa parte. Quando il formatore presenta i dati reali, i volontari verificano le loro risposte e le mettono indiscussione.Le domande sono costruite dall’ente sulla base dei dati in suo possesso producendo un questionariodi circa dieci domande.

Segna con una croce la risposta che secondo te è più vicina alla realtà. Tutte le domane fannoriferimento unicamente ai volontari che hanno presentato domanda in questo ente.

1- Qual è la percentuale dei volontari che presentano domanda di adesione al servizio civileavendo già svolto qualche attività di volontariato.

20% 70% 30% 50% 2- Qual è l’età media dei volontari che presentano domanda di adesione al servizio civile.

20,3 anni 23, 4 anni 21,7 anni 25,5 anni

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3- Qual è tra i volontari che presentano domanda di adesione al servizio civile, la percentualedi chi possiede un diploma di scuola media superiore.

28% 34 % 70% 55 %

4- Qual è la qualità delle informazioni che i volontari hanno ricevuto prima di presentaredomanda di adesione al servizio civile. (Indica la combinazione secondo te più vicina allarealtà).

Buona 25% Sufficiente 50% Scarsa 25%

Buona 50% Sufficiente 25% Scarsa 25%

Buona 25% Sufficiente 25% Scarsa 50%

Buona 33% Sufficiente 34% Scarsa 33%

5-Quale tra le quattro motivazioni è quella che ha rappresentato uno stimolo maggiore tra ivolontari che hanno presentato domanda di adesione al servizio civile.

Fare un percorso dicrescita personale

Fare un’esperienzache m’introduca nelmondo del lavoro.

Approfondire lamia formazione

Lavorare in un progetto interessante

6-Quale tra le quattro aspettative è quella maggiormente presente tra i volontari che hannopresentato domanda di adesione al servizio civile.

Acquisire competenzenuove

Acquisire capacitàrelazionali

Fare un’esperienzaprofessionale

Svolgere un tirocinio

Chi è e cosa fa Anche questa scheda va adattata in funzione della classe di accreditamento e di conseguenza dellapresenza delle diverse figure

Tra le figure che vengono elencate prova a dire chi è e cosa fa, nel tuo progetto di servizio civile o nell’ente accreditato rispetto al servizio civile.

Chi è Che cosa faVolontario in servizio civile Operatore locale di progettoFormatore della formazione generale Responsabile della selezioneResponsabile locale di enteaccreditatoFormatore della formazione specifica Responsabile del servizio civile

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Progettista Monitoratore

L’enteLa proposta contiene qualche domanda solo a scopo di esempio, il formatore l’adatta al suo entecomponendo una scheda di una decina di domande.

Rispondere solo vero o falso a ogni affermazione

1) L’acronimo (inserire l’acronimo dell’ente) significa (scrivere una possibile spiegazione) 2)L’ XXX esiste da più di cinquant’anni3) XXX è nata esclusivamente per presentare progetti di servizio civile nazionale4) XXX si occupa di servizio civile nazionale dal 20005)XXX è accreditata come ente di seconda classe presso l’albo della Regione Lombardia per ilservizio civile 6)Il 20% dei progetti di SCN presentati da XXX si realizzano nel settore cultura7)XXX non crede che alla qualità delle sue prestazioni sia collegata l’adesione dei giovani ai suoiprogetti di SCN

Quest’ultima attività suggerita potrebbe valere per tutti e rappresentare una proposta da realizzare inconclusione di uno spazio dai tempi non ristretti e solo se questo modulo è presentato verso la finedel percorso formativo, diversamente i volontari non possiedono le conoscenze necessarie arealizzare il gioco e le spiegazioni del formatore sarebbero troppo lunghe e complesse.

Trova le connessioniObiettivo: individuare quali influenze l’ente riesce a esercitare e quali effetti riesce a produrre conle sue attività nell’ambito del servizio civile.Durata: Un’ora circa dipende dal numero dei gruppi.Materiali: Fogli bianchi grandi, pennarelli coloratiSvolgimento: I volontari verranno divisi in gruppi, questa volta sarà il formatore che li stabiliràperché essendo l’attività complessa, il gruppo ha bisogno di essere composto di almeno di 4/5elementi e perché 4/5 persone lavorino bene insieme e in modo produttivo bisogna costruire lepremesse con un po’ di cura.Ogni gruppo dovrà realizzare sul foglio un grande grafico, del tipo preferito, in cui evidenzi lediverse attività svolte dall’ente nell’ambito del servizio civile e le connessioni e le influenze che cisono tra l’una e l’altra. Infine intorno al grafico sarà disegnata la collettività su cui il progettoricade, anche su questa verranno evidenziate le influenze delle attività progettuali econtemporaneamente le strategie che la collettività mette in gioco e come queste agiscono sull’entee sul servizio civile più in generale.Alla fine ogni gruppo presenterà in plenaria il suo lavoro.Conclusioni: In genere risultano grafici estremamente complessi con frecce che vanno da tutte leparti, qualche volta anche non perfettamente coerenti, però l’obiettivo del gioco e la riflessione delformatore deve evidenziarlo, non è solo quello di verificare in che misura i volontari hannointeriorizzato le informazioni ricevute durante il corso e di come sanno collegarle, ma anche dicome il servizio civile sia un sistema complesso, e di come in alcuni casi non sia tutto cosìprevedibile. Alcuni attori a volte entrano in scena su copioni già scritti, per esempio i volontaririspetto al progetto, solo dall’impegno di tutti la direzione delle frecce riesce a dare una circolaritàdel grafico.

BIBLIOGRAFIE

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Eventuali percorsi bibliografici o pubblicazioni che riguardano l’ente o enti simili.

FILMOGRAFIA

Esistono e si possono facilmente reperire film che attraverso l’ambientazione presentino qualcheente simile a quello in cui il volontario sta svolgendo il servizio civile, proiettare un film in unmodulo come questo che nel contento del percorso si caratterizza come un modulo breve èimpensabile, ma qualche minuto di proiezione per aprire la presentazione o per un momento diconfronto e riflessione è possibile, i pochi titoli che vengono suggeriti sono quindi solo di esempio,ognuno deve poi indirizzare la ricerca in funzione delle sue caratteristiche.

Lontano da lei – S. Polley (strutture residenziali per anziani, rapporti con i familiari)Senza pelle – A. D’Alatri (disabilità, società e servizi per i disabili)All the invisible children - Registi vari (il brano di L.Spike e E. Kusturica - interventi con i minori)400 colpi – F. Truffout (bambini e apprendimento) L’elenco potrebbe continuare all’infinito ognuno può trovare una breve sequenza con cui aprire la presentazione dell’ente.

TESTI

Oriana era una giovane studentessa universitaria, oggi insegna, che ha scelto di impegnarsi nelservizio civile volontario negli anni 2005/2006, questo è quello che ha scritto quasi in conclusionedel suo percorso circa le impressioni e le sensazioni che ha provato durante la sua esperienza diservizio alle persone all’interno di un piccolo ente pubblico. “Nomen est omen”: qualcuno ci è arrivato prima di me. Una teoria che inconsapevolmente applicavo da ragazzina agli autori di cui dovevo memorizzarela poetica: così Foscolo di necessità risultava fosco nei suoi versi, mentre Leopardi e Pascoliragionavano della natura e dei suoi argomenti. Non vorrei ridurre il tutto ad una questione brutalmente nominalistica, ma riflettendo sulla miaesperienza di Servizio Civile Nazionale mi sono divertita ad applicare questa teoria al termine“Comune”, che è per il volontario il centro nevralgico da cui partono le varie iniziative che alServizio Civile sono connesse. Attraverso il Comune noi volontari veniamo assegnati ad un determinato progetto (che nel miocaso prevede l’assistenza all’infanzia nella scuola primaria e l’assistenza domiciliare per personeanziane non autosufficienti) ed è quindi il Comune stesso il tramite tra il volontario e la comunitàche lo accoglierà per un intero anno. Questa parola, “comunità”, nel gioco di analogie fonetiche, è stata la prima a venirmi in mente.Prestando servizio in un paese che non è il mio luogo di residenza ho potuto constatare che ognicomune è una realtà specifica e determinata, con le proprie caratteristiche che differiscono daquelle delle zone circostanti: ne è esempio lampante la discrepanza, seppur a volte microscopica,tra i dialetti di due comuni limitrofi. Scopo del Comune (con la lettera maiuscola, inteso come istituzione) è quello di percepire il sensodi appartenenza dei residenti ad una comunità ed agire in conformità a questa naturaledisposizione: conseguenza di ciò è l’attenzione che l’ente presta alle esigenze dei propri cittadiniorganizzando eventi e promuovendo iniziative culturali o ricreative nelle quali i residenti sipossano riconoscere come, appunto, comunità. Perché ciò sia possibile è necessario che si instauri un buon dialogo tra l’istituzione e il cittadino;ed ecco che entra in gioco una seconda analogia: “comunicazione”, altro dovere del Comune neiconfronti degli abitanti.

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Il volontario partecipa a questo passaggio di informazioni non solo consegnando volantiniesplicativi sulla raccolta differenziata, ma agendo da tramite fra le disponibilità dell’ente ed ibisogni di quelle persone che per svariati motivi hanno difficoltà a comunicare con l’ente stesso.L’ultima analogia sulla quale desidero soffermarmi è il termine “comunione”, strettamenteconnesso al concetto di comunità. Il Comune ha il dovere di facilitare la coesione tra gli abitantidel paese, soprattutto in un periodo come questo, di massicci spostamenti di popolazione (afflussodi stranieri o di persone che si trasferiscono dalle grandi città alle piccole realtà di campagna). Lacomunione di cui parlo non va necessariamente intesa come assimilazione di valori e di ideali, macome comunione di sforzi per uno scambio ed un confronto aperto e fruttuoso.In questi tre ambiti (comunità, comunicazione e comunione) il volontario è estremamente utileall’ente, ed in compenso l’ente gli permette di esercitare quel meraviglioso diritto (sacro per laCostituzione Italiana, ma soprattutto per l’Uomo) che è la difesa della patria, nonché diimpegnarsi nella cittadinanza attiva, fondamentale obiettivo perseguito dal Servizio CivileNazionale.Il volontario, nel suo piccolo, può favorire questi tre valori del Comune servendo la comunità,agendo in direzione della comunione di tempo, spazi ed esperienze, ed operando per un’efficientecomunicazione tra l’ente e il cittadino.Un’ultima (personalissima) osservazione: ciò che il volontario offre alla comunità è in realtàinfinitamente minore di quanto la comunità gli doni in cambio. (Oriana Marzani )

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