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Presentazione dell’antigene Antigen processing Antigen presentation

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Presentazione dell’antigene

• Antigen processing • Antigen presentation

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MHC di classe I e II trasportano sulla superficie cellulare peptidi che derivano da

compartimenti cellulari diversi

• Agenti infettivi possono raggiungere il cytosol o il compartimento vescicolare e quindi il processamento degli antigeni può avvenire in entrambi I compartimenti

• MHC di classe I trasportano peptidi che si originano nel cytosol

• MHC di classe II trasportano peptidi che si originano nelle vescicole

• L’uso di diverse molecole MHC garantisce che sia attivata l’appropriata strategia di eliminazione dell’agente infettivo

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MHC di classe I e II trasportano sulla superficie cellulare peptidi che derivano da

compartimenti cellulari diversi

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Trasporto di peptidi dalle molecole MHC di classe I

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Trasporto di peptidi dalle molecole MHC di classe I

• MHC I (catene alfa) si accumulano nel reticolo endoplasmatico dopo la loro sintesi, associate alla calnexina

• Una volta che si associa la ß2-microglobulina, la calnexina si stacca e la molecola di MHC ancora non completamente “folded” si associa al trasportatore TAP attraverso un adattatore (la tapasina)

• Altre molecole sono coinvolte in questa fase: la chaperone ERp57 e la calreticulina • MHC resta nel reticolo endoplasmatico finchè non è rilasciata dal legame con un

peptide che porta al suo “folding” completo • Anche in assenza di infezioni, ci sono continuamente peptidi che si formano per opera

del proteasome a partire da: • “defective ribosomal products” (DRiPs) • Proteine “vecchie”

• Questi peptidi vengono trasportati da TAP, eventualmente “limati” dall’aminopeptidasi ERAAP e poi si associano alla molecola di MHC di classe I, che migra al Golgi e da qui è portata alla membrana cellulare

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Trasporto di peptidi dalle molecole MHC di classe II

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Trasporto di peptidi dalle molecole MHC di classe II

• Una Antigen-Presenting-Cell (APC) può inglobare la fonte di antigene dall’esterno, oppure il parassita, batterio o virus possono avere invaso la cellula e replicare all’interno di vescicole intracellulari

• Il pH delle vescicole va progressivamente acidificandosi • La diminuzione del pH porta all’attivazione di una serie di proteasi

vescicolari che processano l’antigene in peptidi • La molecola di MHC di classe II durante la sua maturazione entra

nelle vescicole e si associa al ligando peptidico per poterlo poi trasportare alla membrana cellulare

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Il processo di maturazione delle molecole di MHC di classe II coinvolge molte proteine accessorie

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Organizzazione genica del complesso MHC

• Il complesso MHC ha due caratteristiche: – Poligenico: ogni individuo ha molti geni per MHC

di classe I ed altrettanti per la classe II – Polimorfico: esistono molteplici varianti alleliche

per ogni gene nella popolazione (> 800 alleli)

• Ogni individuo può esprimere almeno tre molecole di classe I e tre o quattro di classe II in base alla poligenia delle molecole di MHC, e molte di più per il loro polimorfismo

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Organizzazione genica del complesso MHC

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Restrizione da MHC

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Trasduzione del segnale ed attivazione linfocitaria

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Il TCR non è sufficiente per mediare il signaling intracellulare

• Il TCR funzionale comprende oltre all’eterodimero alfa-beta del TCR (che contiene le superfici di interazione per l’antigene) anche le quattro catene (due epsilon, una gamma ed una delta) di CD3, e due catene Zeta unite da un ponte disolfuro

• CD3 e Zeta contengono I domini “immunoreceptor tyrosine-based activation motif” (ITAM) che contengono dei residui in tirosina citoplasmatici che vengono fosforilati in seguito al legame del recettore con il ligando

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Il TCR non è sufficiente per mediare il signaling intracellulare

• Una volta fosforilati, I domini ITAM diventano siti di legame per proteine che contengono I domini di interazione proteina-proteina SH2, in grado di riconoscere le tirosine fosforilate

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Attivazione linfocitaria • Ogni APC presenta un gran numero di peptidi diversi, quindi il

riconoscimento dell’antigene da parte di TCR e BCR deve avvenire anche in presenza di un numero basso di molecole antigeniche specifiche

• Misure in vitro suggeriscono che bastano 20-50 recettori (TCR-BCR) legati all’antigene specifico per attivare la risposta linfocitaria

• I primi eventi di legame dei complessi TCR e BCR a peptide/MHC non sono ben compresi

• Evento primario dopo il riconoscimento dell’antigene/MHC da parte del TCR è –tramite I corecettori CD4 e CD8- l’attivazione della chinasi Lck, che è responsabile per la fosforilazione dei domini ITAM del complesso del TCR

• L’attività di Lck dipende dalla sua defosforilazione per opera della fosfatasi CD45

• I domini ITAM fosforilati sono riconosciuti dalla chinasi ZAP-70 • Oltre al reclutamento di Lck, I corecettori sono ritenuti anche

responsabili per la stabilizzazione dell’altrimenti non fortissimo legame fra TCR e peptide/MHC

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Attivazione di PLC-gamma

• ZAP-70 fosforila due altri substrati, LAT e SLP-76 • Queste modificazioni consentono ad una proteina adattatrice,

Gads, di formare un complesso ternario con LAT ed SLP-76 • La fosfolipasi C-gamma viene reclutata dal complesso Gads-LAT-

SLP-76 ed a questo punto viene attivata da un’altra chinasi (Itk)

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La formazione di “second messengers” • PLC-gamma genera a partire da PIP2 due lipidi: DAG e IP3 • IP3 porta all’efflusso di ioni Calcio dal reticolo endoplasmatico al

cytosol, e quindi apertura di canali del calcio (CRAC) di membrana che consentono ulteriore ingresso di Calcio nel cytosol

• DAG porta al reclutamento della Proteina chinasi C-delta e di proteine attivanti Ras alla membrana citoplasmatica

• Attraverso questi 3 pathways intracellulari • Ioni calcio • PKC-delta • RAS

• vengono attivati tre diversi pathway trascrizionali • Ioni Calcio: shuttling nucleare del fattore di trascrizione NFAT • RAS (attraverso una cascata di chinasi intracellulari) porta

all’attivazione del fattore di trascrizione AP1 • PKC-Delta porta all’attivazione di AP1 e del fattore di trascrizione

NF-kB • Questi pathway trascrizionali hanno numerosi target

• IL-2 integra I 3 segnali, dal momento che tutti questi fattori di tarscrizione legano elementi regolatori presenti nel promotore del gene

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IL-2

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Il ruolo di CD28 (recettore co-stimolatore)

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Il ruolo di CD28 (recettore co-stimolatore)

• IL legame dell’antigene al TCR non è sufficiente per l’attivazione linfocitaria delle cellule T naïve

• Le APCs esprimono sulla superficie cellulare delle molecole co-stimolatorie • Queste interagiscono con recettori co-stimolatori delle cellule T • Il legame ligando-recettore (insieme con il legame TCR-MHC/antigene) porta

all’attivazione linfocitaria • I co-stimolatori attivano un pathway intracellulare parallelo e necessario per

l’efficiente trasduzione del segnale mediata da TCR/antigene • Il risultato dell’attivazione di CD28 è l’attivazione della PI-3 chinasi che porta alla

produzione di PIP3, che porta a sua volta all’attivazione di Itk che attiva PLC-gamma • Anche la chinasi Akt è attivata •

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Anche il BCR si comporta come il TCR

• Il BCR si associa ad un eterodimero (legato attraverso un ponte disolfuro) di due molecole chiamate Ig-alfa ed Ig-beta, che presentano entrambe un dominio ITAM che viene fosforilato dopo legame del BCR all’antigene

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Anche il BCR si comporta come il TCR • Diverse chinasi fosforilano I domini ITAM presenti sulle

molecole associate al BCR (IG-alfa ed Ig-beta) • La chinasi Syk (come ZAP-70) si associa ai domani

fosforilati ITAM del BCR • Syk porta all’attivazione di vari pathway intracellulari

• Pathway e fattori di trascrizione coinvolti si sovrappongono in gran parte a quelli delle cellule T, ma l’outcome è diverso

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La risposta immune è regolata da recettori inibitori

• Molecole correlate a CD28 sono espresse dai linfociti T e legano molecole della famiglia di B7

• Tra queste molecole, alcune hanno attività inibitoria – Cellule T: CTLA-4 e PD-1 – Cellule B/T: BTLA

• Modelli animali: topi privi di CTLA-4 hanno proliferazioni linfocitaria incontrollata, a dimostrazione della necessità dei meccanismi di controllo

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Attività di CTLA-4 come bloccante il legame di CD28 a B7