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delle risorse naturali e pone tra le sue finalità la lotta contro la povertà ed il progresso scientifico e tecnologico”. “In una società che troppo spesso pre- mia ed esalta l’individualismo, il cui principale aspetto è l’apparire, il ri- chiamare l’attenzione ad ogni costo; in una società dominata dalla “cultura del successo”, in cui il soggetto ha co- me leit motiv l’essere notato; in una ta- le società è importante mettere l’ac- cento sulla necessità di ricordarsi e ri- cordare che quello che conta davvero, quello che può dare la misura dello spessore morale di ogni individuo è il rispetto della persona umana. È – in una parola – il saper privilegiare co- stantemente l’essere sull’apparire; questa attitudine, ove vissuta nel quo- tidiano, diventa una vera e propria professione di fede che si traduce in impegno, serietà ed affidabilità. Di fat- to, trasformare l’italianità da fattore di 17 “F oedus è alleanza, interazione, una sorta di circolo virtuoso (suggerito anche dal logo) tra cultura, impresa e solidarietà, tre elementi che sono anche fattori essenziali di una vi- sione politica incentrata sui valori fon- damentali dell’individuo, della demo- crazia, del pluralismo e dei diritti del- l’uomo; una politica che prende posi- zioni per lo sviluppo e la protezione Accademico AEREC e già Sottosegre- tario di Stato presso il Ministero delle Attività Produttive nell’ultima legisla- tura, è stato presentato a Milano pres- so il Circolo della Stampa, accompa- gnato da una discussione moderata dal giornalista Renato Farina di “Libe- ro” e alla quale hanno preso parte, ol- tre all’autore, l’On. Rocco Buttiglione, Franco Abruzzo, Presidente dell’Ordi- ne dei Giornalisti della Lombardia, Mario Zanone Poma, Presidente Ban- ca Intesa Mediocredito e Sergio Iasi, Amministratore Delegato Italia Turi- smo. D.C. Il Sen. Mario Baccini alla Presentazione della sua Fondazione Foedus nel salotto milanese di Rosanna Acunzo. PRESENTATA A MILANO LA FONDAZIONE DEL SENATORE MARIO BACCINI, VICE PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E MEMBRO ONORARIO DEL SENATO ACCADEMICO AEREC Foedus, un’alleanza che esalta l’italianità Per la cultura, l’impresa e la solidarietà “L’ORO DEL SUD” È IL NUOVO LIBRO DELL’ON GIUSEPPE GALATI, SEGRETRARIO DI PRESIDENZA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E MEMBRO ONORARIO DEL SENATO ACCADEMICO AEREC Necessario investire nel futuro per far decollare il Mezzogiorno I l Sud è davvero un’area a sviluppo irrimediabilmente mancato? Un problema di difficile soluzione per qualunque governo? Una palla al pie- de per il Paese? No. Sono luoghi comu- ni che possono essere sfatati. Il Sud ha ricchezze enormi che può e deve far valere. Si chiamano giovani, donne, turismo, cultura e beni artistici, posi- zione geografica. Sono l’”oro del Sud” a cui fa riferimento l’On. Giuseppe Ga- lati, con il suo nuovo volume, un’anali- si attenta e appassionata che guarda con occhi nuovi a un problema antico. Cosa fare? Una sola cosa. Investire nel futuro. Ecco la condizione indispensa- bile per far decollare il Sud. E per cambiare occorrono nuove politiche, una visione strategica, risorse econo- miche, ma innanzitutto una nuova cul- tura di valorizzazione degli asset dis- ponibili. Risorse umane, nuovi flussi turistici, riformulazione dell’offerta in chiave di marketing territoriale, sono le armi vincenti di un Sud che vuole progredire e vincere. Si tratta di una sfida da raccogliere e da giocare fino in fondo, puntando anche sullo svilup- po infrastrutturale e su un nuovo con- testo di equilibri internazionali. Il suo essere un grande pontile a contatto con tre continenti e decine di Paesi ri- vieraschi, fa del Sud la cerniera inso- stituibile tra Europa e Mediterraneo e il punto d’incontro naturale di perso- ne, culture, civiltà e merci. Come è sta- to per secoli. L’Italia è un grande Paese che può guardare con fiducia e ottimismo al fu- turo. Il Sud può e deve rappresentare il grande valore aggiunto di quel pro- cesso di rilancio del Paese da tutti au- spicato e da tutti atteso. E per far questo può contare sulle sue ricchezze: gli “ori del Sud”. Per iniziativa della Fondazione Rub- bettino, “L’oro del Sud” di Giuseppe Galati, membro Onorario del Senato simpatia in garanzia di affidabilità, fa- re del modello italiano un esempio di qualità della vita è il filo che sottende ad ogni proposito o azione concreta che la Fondazione intende mettere in opera, in Italia come all’estero.” Mario Baccini, già Ministro della Fun- zione Pubblica nella precedente legis- latura, membro dell’Accademia Euro- pea per le Relazioni Economiche e Culturali e del suo Comitato d’Onore, ha costituito recentemente una fonda- zione, “Foedus” nella quale ha coin- volto imprenditori ed amici in un pro- getto comune finalizzato ad ottimizza- re lo scambio tra il mondo della cultu- ra e il mondo dell’impresa, nella con- sapevolezza che tale scambio può da- re risultati positivi ad entrambi. Il Sen. Baccini ha presentato la fonda- zione “Foedus” a Milano, nel salotto di Rosanna Acunzo, Accademica AEREC e imprenditrice tra le più conosciute ed apprezzate del panorama economi- co lombardo, ma anche attiva sosteni- trice di iniziative legate alla solidarietà e al sociale. Introdotto dal Presidente dell’AEREC Ernesto Carpintieri, Il Se- natore Baccini ha esordito con l’auspi- cio che la politica impari a parlare con lo stesso linguaggio della gente comu- ne, prendendo definitivamente atto che il modello di società attuale è mol- to diverso da quello che i politici im- maginano dalle stanze dei palazzi del potere. “Bisogna arrivare a restituire ai cittadini la politica e la Fondazione che ho creato si pone proprio di rag- giungere quegli obiettivi che attual- mente la politica non consente di rag- giungere”. Il Sen. Baccini è quindi pas- sato ad illustrare l’importanza e la va- lidità della “diplomazia preventiva”, termine con il quale si identificano in campo internazionale tutte le azioni volte a prevenire ogni possibile forma di violenza: da quella dei conflitti a quella “strutturale” di impatto socio- economico; dalla violenza culturale a quella psicologica. Tra gli obiettivi de- la Fondazione vi è quindi quella di pro- muoverne la validità. “La diplomazia preventiva la può fare soltanto un politico o un governo lega- to ai valori. Ed è una rete politica, cul- turale e di solidarietà nella quale ri- mane impigliata la pace. Vi è da dire che quando la diplomazia preventiva ha successo non fa notizia ed è quindi prerogativa di quelle persone che pos- siedono una forte motivazione.” Tra gli altri, molteplici obiettivi che si pone la Fondazione, vi è quindi quello della promozione dell’italia- nità che andrebbe trasformata da fattore di simpatia in garanzia di af- fidabilità. “L’idea è quella di creare un network – attualmente siamo presenti a Roma e a New York, pre- sto lo saremo anche a Miami e mi auguro qui a Milano – “per promuo- vere ovunque la cultura italiana, nella consapevolezza che ciò costi- tuirebbe il terreno nel quale l’im- presa italiana potrà raccogliere i suoi frutti”. E.C. Un momento della presentazione del volume “l’oro del Sud” dell’Onorevole Giuseppe Galati al Circolo della Stampa di Milano

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delle risorse naturali e pone tra le suefinalità la lotta contro la povertà ed ilprogresso scientifico e tecnologico”.“In una società che troppo spesso pre-mia ed esalta l’individualismo, il cuiprincipale aspetto è l’apparire, il ri-chiamare l’attenzione ad ogni costo; inuna società dominata dalla “culturadel successo”, in cui il soggetto ha co-me leit motiv l’essere notato; in una ta-le società è importante mettere l’ac-cento sulla necessità di ricordarsi e ri-cordare che quello che conta davvero,quello che può dare la misura dellospessore morale di ogni individuo è ilrispetto della persona umana. È – inuna parola – il saper privilegiare co-stantemente l’essere sull’apparire;questa attitudine, ove vissuta nel quo-tidiano, diventa una vera e propriaprofessione di fede che si traduce inimpegno, serietà ed affidabilità. Di fat-to, trasformare l’italianità da fattore di

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“Foedus è alleanza, interazione,una sorta di circolo virtuoso

(suggerito anche dal logo) tra cultura,impresa e solidarietà, tre elementi chesono anche fattori essenziali di una vi-

sione politica incentrata sui valori fon-damentali dell’individuo, della demo-crazia, del pluralismo e dei diritti del-l’uomo; una politica che prende posi-zioni per lo sviluppo e la protezione

Accademico AEREC e già Sottosegre-tario di Stato presso il Ministero delleAttività Produttive nell’ultima legisla-tura, è stato presentato a Milano pres-so il Circolo della Stampa, accompa-gnato da una discussione moderatadal giornalista Renato Farina di “Libe-ro” e alla quale hanno preso parte, ol-tre all’autore, l’On. Rocco Buttiglione,Franco Abruzzo, Presidente dell’Ordi-ne dei Giornalisti della Lombardia,Mario Zanone Poma, Presidente Ban-ca Intesa Mediocredito e Sergio Iasi,Amministratore Delegato Italia Turi-smo.

D.C.

Il Sen. Mario Baccini alla Presentazione della sua Fondazione Foedus nel salotto milanese di Rosanna Acunzo.

n PRESENTATA A MILANO LA FONDAZIONE DEL SENATORE MARIO BACCINI, VICE PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E MEMBRO ONORARIO DEL SENATO ACCADEMICO AEREC

Foedus, un’alleanza che esalta l’italianitàPer la cultura, l’impresa e la solidarietà

n “L’ORO DEL SUD” È IL NUOVO LIBRO DELL’ON GIUSEPPE GALATI, SEGRETRARIO DI PRESIDENZA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E MEMBRO ONORARIO DEL SENATO ACCADEMICO AEREC

Necessario investire nel futuroper far decollare il Mezzogiorno

Il Sud è davvero un’area a sviluppoirrimediabilmente mancato? Unproblema di difficile soluzione per

qualunque governo? Una palla al pie-de per il Paese? No. Sono luoghi comu-ni che possono essere sfatati. Il Sud haricchezze enormi che può e deve farvalere. Si chiamano giovani, donne,turismo, cultura e beni artistici, posi-zione geografica. Sono l’”oro del Sud”a cui fa riferimento l’On. Giuseppe Ga-lati, con il suo nuovo volume, un’anali-si attenta e appassionata che guardacon occhi nuovi a un problema antico.Cosa fare? Una sola cosa. Investire nelfuturo. Ecco la condizione indispensa-bile per far decollare il Sud. E percambiare occorrono nuove politiche,una visione strategica, risorse econo-miche, ma innanzitutto una nuova cul-tura di valorizzazione degli asset dis-ponibili. Risorse umane, nuovi flussituristici, riformulazione dell’offerta inchiave di marketing territoriale, sonole armi vincenti di un Sud che vuoleprogredire e vincere. Si tratta di unasfida da raccogliere e da giocare finoin fondo, puntando anche sullo svilup-po infrastrutturale e su un nuovo con-testo di equilibri internazionali. Il suoessere un grande pontile a contattocon tre continenti e decine di Paesi ri-

vieraschi, fa del Sud la cerniera inso-stituibile tra Europa e Mediterraneo eil punto d’incontro naturale di perso-ne, culture, civiltà e merci. Come è sta-to per secoli.L’Italia è un grande Paese che puòguardare con fiducia e ottimismo al fu-turo. Il Sud può e deve rappresentareil grande valore aggiunto di quel pro-cesso di rilancio del Paese da tutti au-spicato e da tutti atteso.E per far questo può contare sulle suericchezze: gli “ori del Sud”.Per iniziativa della Fondazione Rub-bettino, “L’oro del Sud” di GiuseppeGalati, membro Onorario del Senato

simpatia in garanzia di affidabilità, fa-re del modello italiano un esempio diqualità della vita è il filo che sottendead ogni proposito o azione concretache la Fondazione intende mettere inopera, in Italia come all’estero.”Mario Baccini, già Ministro della Fun-zione Pubblica nella precedente legis-latura, membro dell’Accademia Euro-pea per le Relazioni Economiche eCulturali e del suo Comitato d’Onore,ha costituito recentemente una fonda-zione, “Foedus” nella quale ha coin-volto imprenditori ed amici in un pro-getto comune finalizzato ad ottimizza-re lo scambio tra il mondo della cultu-ra e il mondo dell’impresa, nella con-sapevolezza che tale scambio può da-re risultati positivi ad entrambi.Il Sen. Baccini ha presentato la fonda-zione “Foedus” a Milano, nel salotto diRosanna Acunzo, Accademica AERECe imprenditrice tra le più conosciuteed apprezzate del panorama economi-co lombardo, ma anche attiva sosteni-trice di iniziative legate alla solidarietàe al sociale. Introdotto dal Presidentedell’AEREC Ernesto Carpintieri, Il Se-natore Baccini ha esordito con l’auspi-cio che la politica impari a parlare conlo stesso linguaggio della gente comu-ne, prendendo definitivamente attoche il modello di società attuale è mol-to diverso da quello che i politici im-maginano dalle stanze dei palazzi delpotere. “Bisogna arrivare a restituireai cittadini la politica e la Fondazioneche ho creato si pone proprio di rag-giungere quegli obiettivi che attual-mente la politica non consente di rag-giungere”. Il Sen. Baccini è quindi pas-sato ad illustrare l’importanza e la va-lidità della “diplomazia preventiva”,termine con il quale si identificano incampo internazionale tutte le azionivolte a prevenire ogni possibile formadi violenza: da quella dei conflitti aquella “strutturale” di impatto socio-economico; dalla violenza culturale aquella psicologica. Tra gli obiettivi de-la Fondazione vi è quindi quella di pro-muoverne la validità.“La diplomazia preventiva la può faresoltanto un politico o un governo lega-to ai valori. Ed è una rete politica, cul-turale e di solidarietà nella quale ri-mane impigliata la pace. Vi è da direche quando la diplomazia preventivaha successo non fa notizia ed è quindiprerogativa di quelle persone che pos-siedono una forte motivazione.”Tra gli altri, molteplici obiettivi chesi pone la Fondazione, vi è quindiquello della promozione dell’italia-nità che andrebbe trasformata dafattore di simpatia in garanzia di af-fidabilità. “L’idea è quella di creareun network – attualmente siamopresenti a Roma e a New York, pre-sto lo saremo anche a Miami e miauguro qui a Milano – “per promuo-vere ovunque la cultura italiana,nella consapevolezza che ciò costi-tuirebbe il terreno nel quale l’im-presa italiana potrà raccogliere isuoi frutti”.

E.C.

Un momento della presentazione del volume “l’oro del Sud” dell’Onorevole Giuseppe Galati al Circolo della Stampa di Milano

Giornale dell'Accademia 3-4.2006 17-10-2006 16:39 Pagina 17

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Presentato ufficialmente allastampa il 26 settembre scorsol’accordo tra il Salone Nautico

Internazionale di Venezia - Festivaldel Mare e Big Blu - Rome Sea Expo.Le due manifestazioni, che si svolge-ranno a Roma dal 9 al 12 marzo 2007alla nuova Fiera di Roma e a Veneziadal 17 al 25, hanno siglato un accordodi collaborazione per lo sviluppo delcomparto della nautica nazionale, at-traverso la creazione di sinergie ope-rative e comunicazionali, di eventi emanifestazioni. L’obiettivo è il posizio-namento dei due saloni come punti diriferimento per l’Adriatico e per il Tir-reno, come per la Mitteleuropea e iPaesi del Mediterraneo. L’accordo trai due saloni sarà un modo per rappre-sentare i comparti economici più si-gnificativi del mercato nautico nazio-nale, nonché di tutte quelle realtà im-prenditoriali che costituiscono veri epropri esempi di eccellenza della nau-tica italiana sugli scenari internazio-nali. Il Salone Nautico di Venezia e BigBlu collaboreranno direttamente allarealizzazione di un’area dedicata alTurismo Nautico da realizzare pressoRoma e Venezia. Con la denominazio-ne di “turismo nautico” si intendeesclusivamente il turismo effettuatocon charter di imbarcazione, portic-cioli, corsi di vela ed altre attivitàsportive legate al mare e comunquesempre dedicate al consumatore fina-li.A moderare la conferenza Paola Sa-luzzi, madrina della quinta edizionedel Salone Nautico di Venezia e gran-de amante del mare. Come lei, anchel’On. Giuseppe Galati, che per tre edi-zioni ha tagliato il nastro inauguraledi Venezia. “Il mare è una bellezza na-

turale, ma anche un’importante fonteeconomica. Sono 18 mila le personeimpiegate nel settore per un fatturatodi 3 miliardi di euro l’anno. Ricordia-mo inoltre che il Made in Italy è rico-nosciuto a livello mondiale per la co-struzione di imbarcazioni di lusso, dicui siamo leader indiscussi. Mare sen-za confini quindi non solo a livellogeografico, ma anche economico.”L’On. Sandra Cioffi, promotrice del-l’Intergruppo parlamentare “Amicheed Amici del Mare” racconta “Sonogià un centinaio i parlamentari dellaCamera dei Deputati che hanno aderi-to all’iniziativa. L’obiettivo del gruppodi lavoro è creare provvedimenti le-gislativi adatti, rispettando le esigenzedi chi lavora nel settore, tenendo inconsiderazione che il mare è una ri-sorsa naturale da preservare e salva-guardare”. Carlo Trevisan, ammini-stratore delegato del Salone Nauticodi Venezia, stringendo la mano ad An-tonio Bruzzese, Direttore Commercia-le della Fiera di Roma, ha presentatol’accordo siglato con Big Blu. “Il Salo-ne di Venezia ha trovato un partnercon il quale poter creare delle sinergieper lo sviluppo della nautica e delleattività ad esse legate. Il nostro Saloneè un Festival del Mare, che dà spazioanche agli sport acquatici e ai dibatti-ti, in modo da coinvolgere oltre aglioperatori del settore anche gli appas-sionati magari neofiti del settore.”L’accordo siglato tra il Salone Nauticodi Venezia e il Big Blu romano haquindi riscosso un grande consensotra le varie associazioni che operanonel settore, che sostengono l’iniziati-va ed augurano ad entrambi di esse-re momenti ludici, ma anche di rifles-sione. Roberta Bandiera

In che modo si può ridisegnareun sistema produttivo efficace emoderno che tenga conto del

grande contributo di creatività e diinnovazione che le donne sannoapportare ad una attività impren-ditoriale? Quali sono oggi le oppor-tunità e gli strumenti a disposizio-ne di una imprenditrice o di unadonna che desideri avviare una at-tività in proprio?Questi alcuni degli interrogativi aiquali intende rispondere la 2° edi-zione del Salone Nazionale dell’Im-prenditoria Femminile Gamma-Donna che si svolgerà a Torino trail 19 e il 21 ottobre presso il CentroFieristico Torino Esposizioni, sottol’Alto Patronato della Presidenzadella Repubblica e con il Patrociniodel Ministero per i Diritti e le PariOpportunità. Capofila, tra i sosteni-tori, la Regione Piemonte, insiemealla Provincia, al Comune e allaCamera di Commercio di Torino. L’iniziativa è stata presentata a lu-glio da Laura Gucci, PresidenteNazionale Aidda, Ente Promotoredel Salone, nel corso di una confe-renza stampa tenutasi a Romapresso la sede Unioncamere degliHorti Sallustiani, alla quale sonointervenute Giorgia Meloni, Vice-presidente della Camera dei Depu-tati, Barbara Pollastrini, Ministroper i Diritti e le Pari Opportunità,Mercedes Bresso, Presidente dellaRegione Piemonte. Presenti anche

gli Assessori alle Pari Opportunitàdella Regione Piemonte, della Pro-vincia e del Comune di Torino, Giu-liana Manica, Aurora Tesio, MartaLevi e il Presidente della Camera diCommercio di Torino, AlessandroBarberisi, oltre ad un folto gruppodi rappresentanti del mondo asso-ciativo e degli enti che sostengonoil Salone.“AIDDA è un’associazione trasver-sale, fondata nel 1961 per promuo-vere il ruolo della donna nell’im-presa e nella società nel senso piùampio del termine – ha dichiaratola Presidente Laura Gucci – Conquesta mission ha inteso promuo-vere GammaDonna per raccordaree consolidare un universo femmi-nile in continuo sviluppo, in unospirito di collaborazione e di valo-rizzazione congiunta delle risor-se”.Un Salone “aperto”, dunque: alconfronto con tutta l’imprenditoriadi cui la parte femminile costitui-sce un asset da valorizzare al me-glio; al mondo dei giovani, impe-gnati a costruire il proprio futuro;ai manager, che nella creazione diimpresa possono trovare una stra-da alternativa per migliorare lapropria carriera o per fronteggiarele crisi aziendali in atto; all’oppor-tunità di creare networking profes-sionale e contatti diretti con colle-ghe e interlocutori qualificati.

E.C.

La Conferenza Stampa di Presentazione dell’accordo tra il Salone Nautico Internazionale di Venezia-Festival del Mare eBig Blue-Roma Sea Expo presentata da Paola Saluzzi

n DUE IMPORTANTI SPAZI ESPOSITIVI PER UN SETTORE IN CRESCITA

Roma chiama Veneziaper il Salone Nautico

ROBERT STEINER E’ IL “CONTE DI MONTECRISTO”

La centenaria esperienza del musical non accenna a perdere il suo fasci-no su un pubblico che si lascia immancabilmente conquistare da unaperfetta integrazione tra il racconto e la sua espressione artistica e mu-

sicale. Da diversi anni, RobertSteiner, ben conosciuto agli Ac-cademici per il talento tantevolte manifestato nelle sue esi-bizioni in occasione delle Con-vocazioni Accademiche ma an-che a chi ne segue l’evoluzioneartistica, porta avanti un suopersonale discorso legato aduna forma di spettacolo insie-me antica e moderna. La suaultima “impresa” è un adatta-mento del capolavoro di Ale-xandre Dumas “Il Conte diMontecristo” in una ineditachiave musicale, con testi scrit-ti da lui stesso e partitura diAlessandro Marchetti. L’ante-prima del musical, in una ver-sione per il momento solo con-certistica, ovvero con la pre-sentazione degli interpreti, delle canzoni e dei recitativi, si è svolta in una af-follatissima serata al Teatro Tendastrisce di Roma, il 28 settembre. Lo spetta-colo, con la regia del Maestro Gino Landi, ha proposto una selezione delle ariedel musical ed ha confermato gli standard qualitativi internazionali insiti nelprogetto che è ora al vaglio di possibili partners, sponsors ed operatori del set-tore. C.S.

A TORINO, UN SALONE PER LE DONNE CHE SANNO FARE IMPRESA

Robert Stainer con il Maestro Gino Landi, regista di“il Conte di Montecristo”. In alto: la Compagnia.

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DIARIO DI VIAGGIO IN COSTA D’AVORIO

Il tormento infinito di un Paese,tra speranza e dignitàLa Costa d’Avorio, il paese ove Missione Futuro ONG sta sviluppando i suoiprogetti umanitari più ambiziosi, è un Paese tormentato, e non solo dalla po-vertà e dalla guerra civile. Pubblichiamo gli appunti di viaggio della più re-cente spedizione della Presidente Carmen Seidel, che testimonia le enormi dif-ficoltà che l’organizzazione sta incontrando per portare a compimento le ini-ziative intraprese.

di Carmen Seidel

7 SETTEMBREGiorno d’arrivo ad Abidjan. Un arrivo che si annuncia all’insegna dei pro-blemi: al ritiro dei bagagli, infatti, mi accorgo che ne manca uno. Vengo ag-gredita dallo sconforto: alla partenza, infatti, ero riuscita ad accordarmi conla compagnia aerea per poter imbarcare un bagaglio di ben 61 chili divisi intre borsoni. All’interno vi erano giocattoli, pennarelli, matite, borsellini, og-getti vari per i bambini, reggiseni per le donne, asciugamani per le suore,magliette – tutto pazientemente raccolto nelle ultime settimane ed in parteanche acquistato. Durante il volo, pregustavo il momento in cui avrei potu-to fare una bella festa per i bambini più poveri del villaggio in vista dell’ini-zio della scuola; pensavo anche di organizzare una lotteria, sapendo che co-munque il materiale non sarebbe bastato. Adesso tutto sembra sfumare.Sfiduciata, mi reco insieme ad un facchino che mi aiuta a trasportare gli al-tri due bagagli, all’ufficio reclami. Mentre l’impiegato sta raccogliendo i mieidati, mi sento chiamare al controllo dei bagagli in uscita. Qui trovo il borso-ne mancante, che un altro passeggero aveva ritirato per sbaglio e che è sta-to identificato grazie al cartellino. Ma i fastidi non sono finiti: i doganieri, infatti, impongono l’apertura delborsone, ciò che normalmente non accade più da diversi anni. Spiego loroche il contenuto è destinato ad aiuti umanitari. Una doganiera commenta:“Pennarelli così belli sarebbero aiuti umanitari secondo lei?” ed io le ri-spondo: “perché crede che i “vostri” bambini non se li meritino?”.Al parcheggio dell’aeroporto, insieme alle due suore con le quali avevoviaggiato insieme, vengo fermata da un energumeno non in divisa che so-stiene di dover fare un ulteriore controllo doganale. Mi infurio e gli dico cheho già passato tutti i controlli, ho già subito le perquisizioni ufficiali e chenon sono nata ieri anche se sono bianca, che sto trasportando aiuti umani-tari per il suo paese e che dovrebbe ringraziarmi e, alla fine, per tagliarecorto, gli dico pure che sono una novizia e che mi deve lasciare in pace emi allontano. Il traffico dall’aeroporto ad Abidjan è completamente bloccato, come sem-pre a quest’ora. E come sempre, il fumo degli scarichi dei camion, dei pull-man e delle macchine diesel avvolge tutto. Stavolta, però, è più insopporta-bile del solito. Sento che mi lacrimano gli occhi, mi brucia la pelle del viso,mi pizzica la testa e avverto un po’ di nausea. Apprendo che pochi giorni pri-ma una nave straniera ha scaricato al porto più di 580 tonnellate di rifiutitossici. Le notizie al riguardo sono frammentarie, ma pare che ci siano giàstati diversi morti e centinaia, forse migliaia di intossicati. Finalmente a casa delle suore, dopo cena ricevo le visite dell’Abbé Akwa-dan, nostro insostituibile punto di riferimento in Costa d’Avorio, il costrutto-re Bamba, che si sta occupando del nostro presidio sanitario a Songon e Jo-seph Dempa che sta curando le pratiche presso il Ministero della Salute.Facciamo una breve riunione, rinviando all’indomani un’analisi più appro-fondita della situazione.

8 SETTEMBREAl mattino presto viene a prendermiSuor Mireil con la macchina, prove-niente da Songon. Insieme, andiamoa fare la spesa per tutta la settimanain un supermercato moderno e benfornito, come quelli europei. Solo chei prezzi sono altissimi. Mi chiedo co-me faccia a sopravvivere la popola-zione con un stipendio medio di60.000 CFA (circa 90 euro)!Dopo la spesa mi reco in taxi dal Dr.Oddo dell’Ufficio della CooperazioneInternazionale dell’Ambasciata Ita-liana con il quale sono rimasto in co-stante contatto dall’ultimo viaggio eche conosce bene i nostri progetti.Parliamo del cantiere di Songon, do-ve lui è stato già diverse volte e deiproblemi che ci sono ancora da af-frontare con i vari permessi, con il ri-

conoscimento di Missione Futuro inCosta d’Avorio e dei containers che sitrovano ancora in dogana. Con il Dott. Oddo, poi andiamo a farevisita a Sua Eminenza il CardinaleBernard Agre, che è andato in pen-sione pochi mesi fa ma continua an-cora con passione a seguire alcuniprogetti umanitari, tra cui il nostro.Scopriamo che anche i containerscontenenti gli 800 letti che ha ricevu-to recentemente attraverso MissioneFuturo dall’Aeronautica Militare Ita-liana sono ancora fermi in dogana inquanto il direttore di quest’ultimo e ildirettore della dogana sono sotto in-chiesta per lo scandalo dei rifiuti tos-sici. Mi auguro che durante i giornidella mia permanenza, la situazionepossa sbloccarsi.Nel pomeriggio, riunione con il sig.Bamba, il costruttore, con il qualediscutiamo su ciò che è rimasto dafare per completare il presidio sani-tario. La raccolta delle piastrelle daparte di Antonio e Michele Baglio,nonostante le spese di trasporto deicontainers, ci hanno consentito di ri-sparmiare ben 11.000 Euro. In effet-ti la pavimentazione, insieme al rive-stimento murale, erano le voci piùonerose e proprio per questo, in atte-sa della donazione delle piastrelle,mi ero trovata costretta a sospende-re temporaneamente i lavori. Ades-so, però, dobbiamo riprendere e ter-minare entro l’anno, e in questo sen-so troviamo un accordo, sia operati-vo che economico.Poi partiamo per Songon. I posti diblocco sono meno numerosi dell’ulti-ma volta che sono stata qui. Ci fer-mano una volta sola ma ci fanno pro-seguire subito alla vista del velo diSuora Mireil.Le novizie della missione di Songon ci

MISSIONE FUTUROO N GO N L U S

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LEDONAZIONI

DESTINATE ALLE INIZIATIVEUMANITARIE

POSSONO ESSERE EFFETTUATE CON ASSEGNO

(NON TRASFERIBILE) INTESTATO A:

MISSIONE FUTURO ONLUS

ED INVIATO IN BUSTA CHIUSA A: VIA SEBINO, 11

00199 ROMA

OPPURE CON BONIFICO BANCARIO INTESTATO A

MISSIONE FUTURO ONLUSBANCA DELLE MARCHE

AG. 4 ROMAC/C N. 2939

COD. ABI 6055 CAB 03205

L’attesa dei bambini di Songon per ricevere i doni di Missione Futuro

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accolgono festose. Hanno già prontala cena e la mia stanza. Ma quest’ul-tima è rimasta disabitata per troppotempo, per cui è infestata da zanza-re. Dormo malissimo. Fra le zanzare,il vento forte, le onde della laguna, ipassi dei guardiani, i versi degli uc-celli e quelli degli animali.

9 SETTEMBREAl mattino, vado subito a fare un so-pralluogo al cantiere del presidio sa-nitario. Noto che i pavimenti sonostati preparati per la posa delle pia-strelle e che è stato predisposto unbagno esterno per i visitatori. Inizio asentirmi meglio, almeno moralmen-te.Mi viene incontro un anziano del vil-laggio, papa Henri, che mi porta la“mia bambina”, Sabin ed il suo fra-tellino. Ritrovarci ed abbracciarci èuna grande emozione: quanto è di-ventata bella, sembra una principes-sa! Parliamo anche della strada che èquasi impraticabile, piena di bucheanche di 50 cm, che quando piove ècompletamente sotto acqua e Henrimi informa che il consiglio degli an-ziani (l’organo decisionale, in Africa)sta decidendo se spianare questavecchia strada o se creare una ex-nuova lungo i pali della luce che staper arrivare. Mancano solo due pali eindagherò su questo ritardo.Nel pomeriggio, insieme alle suore,cataloghiamo ed etichettiamo tutti iregali che ho portato per i bambini.Sono tutte d’accordo con la mia deci-sione di fare una lotteria per asse-gnarli. Però dobbiamo distinguerefra maschi e femmine, piccoli, picco-lissimi e scolari. I doni che ho conme, però, non sono pochi: ben 315regali, più vestiario per neonati e ledonne.Decidiamo che faremo la festa qui al-la casa delle suore giovedì con i bam-bini più poveri scelti da papa Henri,anziché nella parrocchia che neavrebbe richiamati troppi.

10 SETTEMBREÈ festa grande nel villaggio di Son-gon-Te, uno dei cinque villaggi checompongono Songon. Si festeggia lanomina a vescovo di Yamassoukro, lacapitale politica della Costa d’Avorio,di Mons. Joseph Aké ma noi festeg-giamo anche l’anniversario di sacer-dozio del nostro Abbé Akwadan checoincide anche con il suo complean-no. Avevo già conosciuto Mons. Aké aRoma insieme al Cardinale Agre, esiamo entrambi felici di rivederci.La messa solenne si svolge nella pic-cola e malmessa chiesetta del villag-gio, concelebrata dal vescovo, da Ab-bé Akwadan e da altri due preti, ac-compagnata come di consuetudineda canti e balli. Quando Missione Fu-turo viene citata, si leva un forte ap-plauso e io provo una forte emozione.Durante il pranzo, si parla dell’inqui-namento causato dall’arrivo dei rifiu-ti tossici. Suor Mireil è preoccupataper la sua famiglia di Abidjan perché

tutti gli abitanti del suo quartiere so-no stati invitati ad abbandonare leabitazioni. Apprendo che sono arri-vati nel Paese dei tecnici francesi perfare dei prelievi e delle ricerche e chegli effetti nocivi sulle persone si ma-nifesteranno nei prossimi 10 anni. La situazione politica in Costa d’Avo-rio è in una situazione di stallo. Il Go-verno è stato sciolto interamente dapoco i dal Premier Ministro con l’ac-cusa di negligenza e il paese è in ri-volta. Durante la mia permanenza

avrei dovuto incontrare tre Ministri,ma dubito che la situazione si ricom-porrà in pochi giorni.Prima di addormentarmi (a lume dicandela- sì, perché la luce qui non èancora arrivata. Abbiamo un gene-ratore che viene acceso un ora lamattina per il frigorifero e due ore lasera almeno per poter cenare e stira-re qualche indumento e ovviamenteper ricaricare il cellulare. Purtroppoconsuma troppo gasolio ed il budgetè quello che è) - rifletto sulla vita e

sulla dignità di queste persone chesanno accettare le difficoltà, adattan-dosi a condizioni di vita durissime.Qui tutti si aiutano a vicenda. Quan-do una mamma muore, ci sono le al-tre donne del villaggio che si prendo-no cura dei piccoli.

11 SETTEMBREAl mattino, facendo la spesa al mer-cato, passiamo in farmacia per pren-dere qualche medicamento per SuorMireil, la quale ha quasi perso la vo-

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M issione Futuro

A FOMIGINE, PER LA VITA INCOSTA D’AVORIO

Il Presidio Sanitario a Songonnella Costa d’Avorio martoriatadalla povertà e dalle carenze

igienico-sanitarie sta per diventareuna realtà grazie al generoso con-tributo di tutti coloro che hanno so-stenuto negli ultimi anni l’opera diMissione Futuro Ong. Un contribu-to che si è recentemente arricchitodello spirito di iniziativa di Antonioe Michele Baglio, promotori dellaraccolta di quasi tremila metri qua-dri di mattonelle che, stipati in duecontainers, hanno già raggiunto ilporto di Abidjan e da qui verrannotrasportate fino a Songon, ove stan-no per terminare i lavori di costru-zione del presidio.Un avvenimento importante cheMissione Futuro ONG ha volutocondividere con tutti coloro che, inun modo o nell’altro, hanno contri-buito all’iniziativa. Così i due con-tainers, quando erano ancora inItalia e prima di raggiungere il por-to di Livorno, sono stati benedettida Don Pietro Forlini della “Pro-vincia Religiosa Don Orione” e daDon Alessio Cappelli Presidentedella Fondazione Don Orione ilquale ha passato diversi anni in Co-

sta D’Avorio, nel corso di una ceri-monia che si è svolta il giorno do-menica 23 luglio nella suggestivaPiazza Calcagnini d’Este nel centrostorico di Fomigine (MO) e alla qua-le hanno presenziato, oltre allaPresidente di Missione Futuro Car-men Seidel e al Presidente dell’Ac-cademia Europea per le RelazioniEconomiche e Culturali ErnestoCarpintieri, anche il Sindaco di Fo-migine Franco Richeldi, l’esponen-te politico Dott. Ennio Cottafavi,l’Avv. Vittorio Cazzella e l’Avv. Gian-paolo Verna.

Presenti, naturalmente, anche An-tonio e Michele Baglio, che sonostati ringraziati ufficialmente du-rante la simbolica cerimonia di Fo-migine, insieme ai generosi donato-ri delle piastrelle, la ditta Sassolno-va nelle persone dei titolari Giusep-pe Baroni e Vito Remigio, a Gino eLorenzo Capezzera, a Santo Ritoc-co, a Salvatore Campisi, alla ditta ditrasporti Montorsi Emillia e al figlioUber Benassi e a tutti coloro chehanno contribuito alla buona ri-uscita dell’evento.

E.C.

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ce e accusa mal di gola e di orecchio.Quando la farmacista apprende chesiamo stati ad Abidjan ci costringe aduna visita medica. Il medico ci di-chiara tutte e due intossicate e pre-scrive degli antistaminici, sciroppi ecolliri per arginare i sintomi. Mam-ma mia quanto costano! Mentre sia-mo in giro ci chiama Suor Lilia chie-dendoci se l’indomani possiamo re-carci ad Abidjan per prendere le duenovizie che stanno che lei e portarlea Songon. Ci informa anche che incittà l’aria è irrespirabile e che il nu-mero dei malati aumenta ogni gior-no. Io purtroppo non posso andaread Abidjan perché ho già fissato ap-puntamenti con il sindaco, il costrut-tore e gli anziani del villaggio.Quando torniamo a casa troviamouna novizia con un attacco di mala-ria. Non riesce neanche a guardare ilcibo per quanto sta male. Mireil le dasubito la medicina abituale ed ilparacetamolo che tiene sotto control-lo la febbre ed i dolori muscolari.

12 SETTEMBRESuor Mireil, nonostante il suo stato disalute, parte di buon ora per Abid-jan. Io vado nel cantiere, a rifletteresu quanto è rimasto da fare e perprepararmi per quando arriverà ilcostruttore. I fermi dei responsabilidel porto hanno rovinato i nostri pia-ni, poiché le piastrelle per la pavi-mentazione sono rimaste bloccate indogana, quando io avrei voluto assi-stere alla messa in posa. Dopo qualche ora vedo tornare SuorMireil, ma è sola. Mi informa che lesuore non hanno voluto lasciare SuorLilia.M. Bamba arriva all’ora di pranzo.Pianta alla mano, gli spiego dovemettere le prese, quali devono esserei passaggi per i malati e quelli per ivisitatori, la sala d’attesa, lo spazioper i parenti, la lavanderia esterna.Annullo qualche modifica preceden-temente decisa per risparmiare edaccelerare i tempi. Affrontiamo an-che il problema della sicurezza perquando arriveranno le piastrelle. Piùtardi, gli anziani del villaggio mi ga-rantiscono la sorveglianza di volon-tari 24 ore su 24.Alle 15 ho appuntamento con il sin-

daco. A lui chiedo ragione sul ritardocon il quale sta arrivando la luce, dalmomento che mancano appena duepali. Il sindaco chiama immediata-mente l’imprenditore che si dovevaoccupare dei lavori, mostrandomi idocumenti e le ricevute dei pagamen-ti già effettuati. Pochi giorni dopo ilmio rientro in Italia, Suor Mireil mitelefona per informarmi che stavanomettendo la luce nel cantiere. Missio-ne compiuta. Discutiamo anche dellastrada, ora che gli anziani hanno de-ciso di fare una nuova strada più cor-ta invece di spianare quella vecchia.Quando parlo di strada non mi riferi-sco a una strada asfaltata ma solospianata, ciò che può essere fatta inmeno di due giorni. Parliamo delpreventivo estremamente alto e deci-diamo di cambiare l’impresario, ilquale verrà domani mattina per il so-pralluogo. Comunque anche qui ot-tengo la promessa entro la fine delmese.Più tardi apprendo che gli altri “an-ziani del villaggio”, Barthelemy, Eu-gene, Jean Allali, Siméon che stava-no partendo da Abidjan per raggiun-germi, non riescono a trovare benzi-na in tutta Abidjan a causa dei recen-ti avvenimenti. È paradossale che leautorità invitino la popolazione adabbandonare le proprie case, manon facciano nulla perché ci sia ben-zina sufficiente a consentire l’eva-cuazione. Qui la benzina è ancoradisponibile, così penso che sia il casodi farne una scorta per consentircitutti gli spostamenti necessari; tral’altro venerdì dovrò essere ad Abid-jan per la costituzione di MissioneFuturo Cote d’Ivoire ed è meglio nonrischiare.

13 SETTEMBREAlle 8.30 esco con l’autista per pren-dere Papa Henri al villaggio che miaccompagnerà al comune dove miconcederanno la residenza onorariadi Songon. Sulla strada del ritorno, acquisto unpaio di stivali che mi permetterannodi attraversare a piedi la foresta evi-tando i serpenti (si fa per dire: piùtardi, apprendo che i serpenti si an-nidano anche in alto, tra gli alberi!).Dopo la pioggia incessante di questa

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M issione Futuro

Lo scandalo dei rifiutitossici ad Abidjan

Il distretto di Abidjan è in preda ad una catastrofeumanitaria senza precedenti in Costa d’Avorio. Dal20 agosto, le emanazioni dei prodotti chimici

scaricati dalla nave Probo Koala hanno intossicato piùdi 77.000 persone e sono costate la vita a 10 persone,in gran parte bambini. Moltissime persone, a distanzadi un mese, sono ancora ricoverate in ospedale.Dalla consultazione di alcuni quotidiani comeFraternité Matin, Le Patriote, Le Journal e Jeune Afrique abbiamo ricostruito i fattisalienti di uno scandalo che ha investito in pieno ilgoverno del Paese.La nave Probo Koala, battente bandiera panamense,pilotata da un’equipe russa e armata da unacompagnia greca, noleggiata da Trafigura, una societàolandese con sede a Lucerna, Amsterdam e Londra,proveniente dall’Europa via Estonia e Nigeria, il 19agosto getta l’ancora nel porto autonomo di Abidjan. Abordo neanche una goccia di petrolio, ma 580tonnellate di rifiuti altamente tossici provenientidall’Europa. Le autorità locali, accertati la conformità della nave, la validità deicertificati internazionali e la patente del capitano, non fanno alcuna obiezione econcedono l’autorizzazione ad attraccare. Verso le ore 19, quando la capitale economica della Costa d’Avorio viene avvolta dalbuio della notte, 12 camion-cisterne si allineano lungo il molo. I rifiuti vengonotrasbordati direttamente dal ventre della nave all’interno delle cisterne. Poco più tardi,quando la città dorme, i camion si avviano verso una dozzina di discarichenell’agglomerato di Abidjan e riversano i loro contenuti senza subire alcun controllo.La città si sveglia in un atmosfera nauseante e non respirabile. Solo il 22 agosto, tregiorni dopo che i rifiuti erano stati scaricati in porto, vengono analizzati dei campionidalla società ivoriana di raffinazione. Si scopre che si tratta di un misto di idrogenosulfurico e di residui tossici provenienti dalla raffinazione di petrolio (mercaptan).Dal 20 agosto migliaia di persone avevano già invaso gli ospedali, tutti con gli stessisintomi: mal di gola, sanguinamento dal naso, irritazioni cutanee e agli occhi,malesseri, diarrea, vomito e mal di testa, ma si presume che le vere conseguenze,ben più gravi, si manifesteranno solo nei prossimi dieci anni.Mentre la Probo Koala fa ritorno impunemente verso l’Europa, il primo ministro dellaCosta d’Avorio scioglie il governo incolpandolo di negligenza. Il direttore del porto edella dogana vengono sospesi dal loro incarico e la città è in rivolta; strade ed interiquartieri vengono bloccati, la circolazione è ferma, il ministro del trasporto vienelinciato per strada e la casa del direttore generale del porto viene saccheggiata. Il 15settembre, quando arriva in città una nuova nube tossica, forse dovuta ad un ulteriorescarico o forse al cambiamento del vento, la popolazione esasperata si ribella. Mentreil direttore del porto ed il direttore generale della dogana, il ministro del trasporto, ilministro dell’ambiente e per gli affari marittimi si incolpano a vicenda, il 17 settembrevengono bloccati all’aeroporto Felix Houphouet Boigny due personaggi di nazionalitàfrancese e responsabili della società Trafigura in procinto di partire verso la Francia. La gestione locale di questa operazione era stata affidata ad una società, la Tommy,costituita solo pochi mesi prima, forse appositamente per pilotare gli scarichi.Nonostante la sede della società occupasse un minuscolo appartamento, sembra chel’operazione abbia fruttato ai suoi titolari una somma stimata tra i 7 e 17 miliardi diCFA. Il fermo di coloro che sembrano essere i responsabili della tragedia non cancellail sospetto che esistano altre responsabilità più “in alto”.È stata istituita una commissione di inchiesta che, in attesa di individuare la catenadelle responsabilità politiche ed amministrative, devono apportare delle soluzionid’urgenza alla popolazione colpita. Una società francese, esperta in disinquinamento,ha iniziato a ripulire le zone con un costo che supererà 21 miliardi di CFA, tutti acarico dello stato ivoriano già duramente provato dalla crisi socio-politica.Il caso della nave piena di rifiuti tossici è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di unaserie di scandali che riguardano traffici illegali come quello delle armi. In ogni caso,non è la prima nave che utilizza il terreno africano per i rifiuti dei paesi ricchi.All’origine del caso, c’è l’inestricabile problema dei rifiuti chimici che i paesiindustriali producono in quantità enormi ogni anno. I regolamenti internazionali, lavigilanza e le pressioni dei movimenti ecologisti rendono l’eliminazioneestremamente onerosa in Occidente, spesso infattibile, stimolando l’appetito deitrafficanti illegali: perché pagare grosse somme per sbarazzarsi di prodottipericolosi quando si possono depositare discretamente da qualche parte in unpaese del Terzo Mondo, trasporto compreso? C.S.

Il Vescovo Mons. Joseph Akè con un gruppo di fedeli

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notte, la strada è ulteriormente peg-giorata. Le buche sono aumentate esono piene di acqua. Dobbiamo con-tinuamente procedere “a slalom” enonostante la 4x4 spesso restiamobloccati. La strada fra l’altro è anchemolto stretta, e al bordo iniziano su-bito le piantagioni. Preferisco davve-ro andare a piedi.Andiamo anche a prendere Sabinche oggi resterà per tutto il giornocon me. Accanto a lei c’è il piccolofratellino che ha gli occhi tristi. Nonme la sento di lasciarlo. Oramai hocapito che non ho solo una “figlia”ma anche il suo fratellino. Nel pomeriggio, giungono finalmentenel villaggio gli anziani che hannotrovato la benzina sufficiente per ilrientro a Songon. Insieme a loro, ri-percorriamo le tappe del nostro pro-getto di dotare il villaggio di un pre-sidio sanitario: i problemi affrontatiper ottenere il terreno ed il consensodei villaggi per l’assegnazione, l’a-pertura del cantiere, le nostre diffi-coltà a reperire i fondi, l’interruzioneper la guerra. Quindi discutiamo delfuturo, della gestione del presidio edella sicurezza.

14 SETTEMBREMentre le suore preparano i dolci peri bambini che parteciperanno alla fe-sta del pomeriggio, io mi reco al vil-laggio a piedi attraversando la forestae ammirando le coltivazioni di manio-ca, di pomodori e di banane. Quandoarrivo al villaggio, trovo una folla ra-dunata: è in corso il funerale di unaragazza e qui il rito funebre dura gior-ni interi coinvolgendo l’intera comuni-tà. So già che stanotte risuoneranno itamburi che accompagnano l’animasecondo la religione “animista”, prati-cata ancora da molti cristiani.Tornata alla missione, aiuto le suoreper gli ultimi preparativi. Alle 14, ilgiardino è già pieno di bambini. Sonooltre trecento, molti dei quali accom-pagnati dalle mamme. Una vera follache cerchiamo di mettere in ordinema è quasi impossibile, siamo sola-mente in sei. In qualche modo, co-munque, riusciamo a distribuire i do-ni, oltre a dolci e bibite. E alla fine, a

sera, la felicità e la soddisfazione han-no la meglio sulla stanchezza e la ten-sione.Il resto della serata la trascorriamomettendo in ordine i documenti ne-cessari per la costituzione di MissioneFuturo Cote d’Ivoire, l’indomani adAbidjan. È un passo molto importanteper noi, indispensabile per la futuragestione del presidio, per i permessi,per la licenza per l’acquisto e la som-ministrazione di medicinali, per potersdoganare, quando potremo, i contai-ners dal porto senza spese, per il pro-getto della cooperativa delle donneche stiamo portando avanti.

15 SETTEMBREAl mattino, siamo quasi sul punto dipartire per Abidjan quando ci telefo-na Suor Lilia avvisandoci che duran-te la notte la situazione è precipitatae che è pressoché impossibile entra-re in città. Nella zona dove avremmodovuto recarci sembra abbiano sca-ricato altri rifiuti tossici. La gente hafatto le barricate per strada per pro-testa. I miei impegni, ovviamente,vanno in fumo, compreso l’appunta-mento che avevo con l’Ambasciatoreitaliano, appena rientrato dal nostropaese. La giornata prosegue in cantiere, do-ve nel frattempo sono stati scaricatila sabbia e il cemento per la posadelle piastrelle. Do le istruzioni per

pulire e spianare il luogo ove an-dranno stoccate le piastrelle primadella messa in posa. Raggiungo alcu-ni anziani al villaggio, futuri membridi Missione Futuro, per individuare estilare la lista dei futuri membri del-l’associazione locale. Nel pomeriggio ci aggiorniamo sullasituazione ad Abidjan che resta con-fusa. Contiamo di poter comunqueraggiungere la città l’indomani. Nelfrattempo, in casa, è un continuo viavai di gente che viene a salutarmi.

16 SETTEMBREAl mattino partiamo per Abidjan. Al-l’ingresso in città l’aria è irrespirabi-le e non solo per i rifiuti tossici maanche per lo smog. Apprendo che lalegge prescrive l’obbligatorietà dellemarmitte catalitiche ma che la gentese le presta a vicenda solo per supe-rare la revisione, perché montarlecosterebbe troppo. Così praticamen-te nessuno rispetta le regole e nessu-no fa nulla per farle rispettare.Finalmente iniziamo ad occuparcidella costituzione della organizza-zione locale, inserendo criteri edobiettivi del nostro statuto italiano(scopo, patrimoni, cariche) nel for-mulario del Ministero. Passiamoquindi alla elezione dei componenti.Il Presidente sarà Marius Assemian,già console presso l’Ambasciata del-la Costa d’Avorio in Italia e che è sta-to ospite di alcune Convocazioni Ac-cademiche dell’AEREC. Le altre ca-riche vengono distribuite tra AbbéAkwadan, la suora Mireil, due rap-presentanti della procura, il presi-dente dei farmacisti, ed i rappresen-tanti dei villaggi di Songon. La Teso-riera è una donna molto energica,incorruttibile e che mi piace molto.Nella scelta degli altri membri, cer-chiamo di equilibrare le persone inbase alle professioni, assicurandocila presenza di un avvocato, di uncommercialista, di un farmacista, diun deputato, di un medico, di uncontabile, di un imprenditore, di uncommissario di polizia e così via. Lamia funzione sarà quella di coordi-natrice generale e di ispettrice, per-ché potendo essere poco presentenon posso assumere cariche di pre-sidenza, ma questa carica ci permet-

terà di controllare tutto e tutti anchedall’Italia. Oltre al Consiglio diretti-vo, avremo anche dei comitati dicompetenza.Il rientro a Songon avviene sotto unterribile acquazzone e dunque moltolentamente.

17 SETTEMBRELa messa della domenica è dedicataalle vittime e ai malati di quella cheormai è considerata una vera e pro-pria calamità. Durante la lunga mes-sa, come sempre allietata da canti eballi, avverto un forte malessere fisi-co, nausea e vertigini.Il pomeriggio e la serata passano trariunioni con gli anziani, una ultimaricognizione al cantiere, la prepara-zione per la partenza e i saluti.

18 SETTEMBREGiorno di partenza. In mattinata, adAbidjan, sono attesa dall’Ambascia-tore, dal Cardinale e dai membri diMissione Futuro di Cote d’Ivoire.Avrei voluto anche fare un salto almercato della città per fare alcunipiccoli acquisti ma le mie condizionifisiche sono peggiorate. Quando arri-vo alla casa delle suore di Abidjan misento svenire, tremo e scopro di ave-re la febbre alta. Ci guardiamo tutte e non abbiamo bi-sogno di dirlo apertamente. Ho lamalaria. Mentalmente ero già prepa-rata a questa eventualità e già datempo avevo acquistato le medicinenecessarie che prendo subito, insie-me al paracetamolo per la febbre edi dolori articolari e muscolari che midà la suora. Nonostante il forte stor-dimento, confermo i miei appunta-menti, certa di potercela fare in qual-che modo.In Ambasciata, sono a colloquio conil Dott. Oddo facendo il punto della si-tuazione e poi vengo ricevuta dal-l’Ambasciatore che mi assicura lasua presenza per l’inaugurazione delpresidio sanitario. Entrambi, mi dan-no alcuni utili consigli su come af-frontare la malaria, essendoci passa-ti tutti e due.Le mie condizioni non mi consentonodi salutare il Cardinale, come avreivoluto. Il forte traffico mi costringe apartire per l’aeroporto in grande an-ticipo. L’aereo parte in ritardo a cau-sa degli infiniti controlli.

19 SETTEMBREL’aereo non ha recuperato il ritardo eperdo la mia coincidenza da Bruxel-les per Roma. Il volo successivo haoltre 30 persone in lista di attesa, esono costretta ad una attesa di 6 ore.La lunga permanenza in aeroportomi vede vagare come una disperata,con la febbre alta e senza potermi li-berare del bagaglio poiché non ci so-no carrelli e le cassette di custodiasono rotte. Quando riesco finalmentea partire e il peggio sembra esserepassato mi aspetta ancora una lungaattesa a Roma al nastro dei bagaglidove il mio, neanche a farlo apposta,arriva per ultimo.

Alcuni dei doni portati dall’Italia per i bambini di Songon.

La prima Riunione del Consiglio Direttivo di Missione Futuro Cote d’Ivoire.

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Intervista a Giovanni Catanzaro, Amministratore Delegatodi Lombardia Informatica, partner tecnologicodella Regione Lombardiaper la gestione dell’e.government

mette la memorizzazione di dati amministrativi ( datianagrafici, medico curante, esenzioni) e di dati cliniciessenziali ( codice sanguigno, patologie gravi, incom-patibilità farmacologiche) del titolare per la gestionedelle emergenze.

La CRS contiene un certificato digitale per la firmaelettronica che consente di essere identificati con cer-tezza in rete e quindi di poter firmare on-line documen-ti, domande o istanze di valore legale.

La CRS nasce come strumento legato al SISS, ma, perle sue caratteristiche tecnologiche, è oggi utilizzatacome strumento di accesso ad una vasta serie di ser-vizi di e.governmentLa CRS è Carta Nazionale dei Servizi per l’accesso on-line ai servizi della Pubblica Amministrazione (come adesempio l’Inps, l’Inail, l’Agenzia delle Entrate), è Tesse-ra Europea di Assicurazione Malattia, per garantirel’assistenza sanitaria in tutta l’Unione Europea, secondole normative dei singoli Paesi e Tesserino di Codice Fi-scale”. E.C.

“L’e-government - ci dice Catanzaro - è una grossaopportunità per le Amministrazioni Pubbliche di offri-re servizi on-line ai Cittadini e alle Imprese, di condi-videre informazioni in tempo reale fra Amministrazioni,trasformando ogni ufficio pubblico in un terminale ditutte le Pubbliche Amministrazioni e di snellire sostan-zialmente la burocrazia e i processi interni.La prima priorità del Governo Regionale lombardo, at-traverso l’attività del suo braccio tecnologico Lombar-dia Informatica, è quella di operare per eliminare quel-lo che viene definito il divario digitale, digital divide,che implica da un lato l’esclusione dei soggetti più de-boli dalla conoscenza e dall’uso delle nuove tecnologiee dall’altro l’esclusione dalla distribuzione dei servizi diaree geografiche marginali a causa di carenze infra-strutturali. La sfida per la Pubblica Amministrazione re-gionale è riuscire a interpretare il ruolo istituzionale digarante per l’accesso di tutti i cittadini alla comuni-cazione e ai servizi procedendo all’effettiva messa inrete del sistema della Pubblica Amministrazione e ga-rantendo il diritto d’accesso a tutti gli utenti senza alcu-na discriminazione. Per la realizzazione del ‘governoelettronico’ la strategia che la Regione Lombardia sipropone, con il supporto organizzativo e tecnologico diLombardia Informatica, passa attraverso una serie diazioni, in particolare il Progetto Carta Regionale deiServizi.

La Carta Regionale dei Servizi/Tessera Sanitaria del-la Lombardia, che è la chiave per accedere ai serviziin rete, si pone proprio in quest’ottica: partendo dal-l’ambito socio-sanitario, dove già esiste un capillare si-stema informativo, prevede già da ora la possibilità diestendere i servizi agli altri settori della PA Locale, daiservizi comunali a quelli di trasporto e scolastici.Obiettivo finale del progetto è consentire al cittadino,collegato a internet da casa, di poter accedere ai servi-zi proposti in rete dalla PA attraverso il proprio PC ed unlettore di smart card”.“Inoltre – aggiunge Giovanni Catanzaro – la CartaRegionale dei Servizi, distribuita ai nove milioni di cit-tadini della Lombardia, è una card elettronica delle di-mensioni di una carta di credito, dotata di un micro-processore con memoria da 32 Kbyte, Questo per-

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