PRESA VISIONERivista n.5on line · Racconto Un giorno d’estate ... C’era un salice piangente...

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Direttrice responsabileCatia Cicchetti RedazioneCatia Cicchetti Segreteria di direzione Paola Landi Amministrazione Studio Bussolari Art Director Grafica e impaginazione Piera Morselli

Addetto alle Pubbliche Relazioni Susanna Cicchetti

Direzione e Redazione Edicik Editrice - Via Lido 5940033 Casalecchio di Reno (Bo)P. Iva: 03540791203Iscrizione camera di Commercio CCIAA n.33672/2016 Pubblicità Ufficio stampa Edicik

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DistributoreEuroservizi S.R.L. Via Agucchi, 6, 40133 Bologna ® LA PennaDelDrago Dep. 636011588584795272ISSN n. 2531-7970ISBN n. 9788894249040 Registrazione Tribunale di Bologna n.8431 del 01/09/2016

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la Tua Opinione

L’editoriale risponde 4 - 5

Scrittore Junior

I Racconti della PennaDelDrago

Il filo d’Arianna - Silvana Aurilia 24Silenzio - Elisa Della Scala 31Il colore del vento - Stefano Borghi 35 Amor est mhi causa sequendi! - Giulia Faggioli 39 Incantesimo in alta quota - Norberto Mazzuccheli 45Sensazioni notturne - Emiliano Arcelli 50

Sulle ali delDrago

Poesie

Dj Fabo*- Carlo Giacobbi 54Ali d’oro - Elisa Tarroni 56Sopra la terra - Maria Cristina Biasoli 57E’ la luce della luna che inebria - Maria Grazia Vai 58 Nonostante tutto - Leoricardo 60

La sfida del Drago

Alieni e Terrestri

Matite colorate - Sara Cavallaro 63La ragazza dal cuore alieno - Aadya Bitassi 65 Terrestre - Camilla Galli 67

Il DragoInforma

Eventi culturali Dicembre - Marzo 78

Prossimi Anticipazioninumeri

Sfida: Odio e Amore - Uomini e Donne 62-69Speciale: Il DiversamenteDrago - Il DragoHorror 76

Spazio novità editoriali

Pubblicità dei libri in uscita nelle librerie 80

La nicchia del FavolaDrago

Il drago Sputaghiaccio - Beatrice TeldeschiIllustrazioni di Piera Morselli 12

Copertina e illustrazioni interne - Piera Morselli

Lo speciale IlRidiDrago

Titan Community - Pierluigi Costa 71

Racconto Un giorno d’estate - Chiara Coppo 6Poesia Noi bambini non ci arrendiamoLucrezia Nadalini 10

Il DragoVIP

Amintore Govoni, il divinatore - Andrea Mingardi 20

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Ben ritrovati miei cari lettori e appassionati della penna, questo nume-ro della rivista è un numero speciale. Lo è per la magnifica copertina, (come sempre d’altronde) ma lo è anche perché con il n. 5 abbiamo co-ronato un anno di grande lavoro per la realizzazione di queste raccolte letterarie. La rivista precedente, la n. 4, è stata arricchita con una nuova rubrica dedicata al “drago scribacchino VIP” (Very Important Pen) e il primo a donarci questo onore è stato Duilio Pizzocchi. In questo numero abbiamo invece il talento creativo di un altro grande personaggio: An-drea Mingardi.Questa speciale n. 5 che chiude l’anno 2017, è ancora più preziosa in quanto contiene i primi classificati del concorso letterario “La Penna del Drago”, cui la Premiazione si è svolta lo scorso 22 ottobre 2017.Buona lettura quindi e aspetto i vostri eventuali commenti, sempre mol-to graditi. Seguiteci sulla nostra pagina Fb: La Penna del Drago e sul canale You tube: Edicik

Catia Cicchetti

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Il piccolo drago si è messo alla prova

Chiara Coppo

C’era un salice piangente sulla piccola collina dietro casa. Aveva quindici anni, era stato piantato da papà il giorno stesso della mia na-scita. Mi piaceva sdraiarmi sotto le sue fronde per leggere o per riflettere, sul prato morbido di erba novella, sempre inumidito dalla rugiada. Da lì, potevo a scorgere il piccolo cam-po da calcio del paese. Le voci dei ra-gazzi erano chiassose, ma riuscivo ad annullarle completamente, come igno-ravo i palloni che spesso venivano cal-ciati poco distanti da me. Sapevo che mi consideravano noiosa e scorbutica, secondo loro incapace di divertirmi, ma non mi interessava.

UN GIORNO D’ESTATE

Sono Chiara Coppo, ho quindici anni e fre-quento il secondo anno del “Liceo Scien-tifico Tradizionale Volta” di Castel San Giovanni. La mia più grande passione è la scrittura, soprattutto di racconti in prosa. Il mio sogno è di diventare, un giorno, scrit-trice. Sono cresciuta in un piccolo paese di campagna, e per questa ragione la natura e le sue atmosfere hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nelle mie narrazioni. Da circa un anno presento brevi elaborati a concorsi letterari, vincendo il terzo pre-mio nel “Concorso Letterario Nazionale di Rivanazzano Terme” e nel concorso “Scrivi l’amore”.

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Era Salice il mio migliore amico, al quale avevo confessato tutto, l’unico con cui fossi davvero sincera. Non lo avevo mai rivelato a nessuno, però, nemmeno a mamma. Si sarebbe preoccupata, pensava che avessi problemi a relazionarmi con gli altri, solo perché non avevo mai giocato alle principesse con un gruppo di viziate, o perché mi ero sempre rifiutata di partecipare a sciocchi e faticosi giochi di gruppo. Non avevo paura, semplicemente non ne avevo bisogno. Quando chiudevo gli occhi, su quella collina, dal rumore delle foglie sospinte dal vento, capivo perfetta-mente se la pianta stava piangendo, sospirando, se fosse arrabbiata o felice. Il mio sangue e la sua linfa diventavano un’unica cosa, riuscivo a percepire le profondità della terra e la vastità del cielo.Non mi sentivo sola, non ero sola. Non più di quanto lo fossero tutti.Poi, un pomeriggio come tanti, arrivò lei, una bufera di maggio.Ero sulla collina, il volume tascabile di “Guerra e pace” in mano. Mi sedetti e cor-rugai la fronte con disappunto quando notai che avevo erroneamente piegato la pagina dell’undicesimo capitolo, forse nella premura di uscire di casa il prima pos-sibile.Era appena arrivato Davide, il fidanzato di mia madre, e ciò che meno desideravo era vederlo o parlare con lui. Lei e papà avevano divorziato tre anni prima.Davide non aveva nulla di sbagliato: alto ma non troppo, le folte sopracciglia scure, odiava i broccoli e adorava il rock. Sapevo che mamma aveva il diritto di essere felice, solo, forse, desideravo che io le bastassi per questo.Stavo per iniziare la lettura, quando fui distratta da un rumore, proveniente proprio dal ramo sopra di me. Alzai lo sguardo e sarebbe alquanto riduttivo dire semplice-mente che rimasi sbalordita da ciò che vidi.Una ragazza era appollaiata lassù. Aveva una folta chioma di capelli castani e ricci, tagliati appena al di sopra delle spalle. Il corpo era slanciato e agile e doveva avere all’incirca la mia stessa età, forse un anno in più.«Chi sei?!»«Gaia, piacere! Tu?»«Sofia … Perché sei lì?» La ragazza mi mostrò la logora palla da calcio che aveva sottobraccio.«L’ho preso ai ragazzi che giocano qui sotto. Mi sto nascondendo, se mi trovano sono finita. – guardò verso il campo – Mi hanno vista!» Con un’agilità felina, scese a terra e, senza darmi il tempo di oppormi, mi prese per il polso e iniziò a correre.Imboccammo un sentierino sterrato, che conduceva in aperta campagna. Solo dopo diversi minuti, quando ci rendemmo conto che i nostri inseguitori avevano rinunciato all’impresa di raggiungerci, iniziammo a rallentare. Ci fermammo accanto ad un va-sto campo di grano maturo.Ansimavamo, piegate sulle ginocchia per la fatica. Le esili spighe si piegavano dol-cemente, rilucendo sotto i caldi raggi del sole. Gaia, appena si riprese, guardò verso l’alto e poi, lontano, le montagne che tro-neggiavano sulla pianura. Si voltò ed indicò il sud, dichiarando soltanto: «Da quella

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Tutti dicono di volere la Pace

ma su tante guerre il mondo tace.

E’ più facile imbracciare un’arma

che tendere una mano

e riempir le proprie tasche

che illuminar di gioia gli occhi

del genere umano.

E’ meglio assecondare

la propria sete di grandezza

che concedere a tutti

una spensierata giovinezza.

Ma noi bambini non ci arrendiamo

anche se un lungo cammino

davanti abbiamo.

Azzurro sarà il nostro cielo

perchè solo fiori, baci e abbracci

doneremo,

e forte le nostre voci alzeremo

per portare la Pace

nonostante nel mondo

ci sia ancora chi tace.

Noi bambini non ci arrendiamo

Ciao! Sono Lucrezia, ho 13 anni e frequento la classe 3° A della Scuola Media Francesco Francia di Zola Predosa in provincia di Bolo-gna.Sono una ragazza solare, positiva e, an-che se può sembrare strano, non uso social network.Mi piace molto lo sport. Ho praticato nuoto dai 3 ai 12 anni e ginnastica ritmica dai 5 agli 11 anni, ma ora la mia grande passione è il Bea-ch Volley. Ho partecipato al mio primo torneo a 12 anni, ero la più piccola, e mi è piaciuto molto confrontarmi con persone più grandi e con più esperienza di me: adoro le sfide! Ho una sorella più piccola con cui trascorro una buona parte del mio tempo libero.Sono felicissima che la mia poesia sia stata scelta, decisamente non me lo aspettavo.

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Lucrezia Nadalini

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Beatrice TeldeschiSOMETHING ABOUT MEAmo leggere, viaggiare e ascoltare musica.Ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza rag-gomitolata in qualche angolo con un libro in mano, tra un viaggio e l’altro. I libri che mi sono rimasti nel cuore sono l’Occhio del Lupo di Da-niel Pennac, Matilda di Roald Dahl e il Bambino Sottovuoto di Christine Nöstlinger.Quando ero alle elementari ho composto la mia prima poesia ma poi non ho più scritto nulla per circa vent’anni. Del resto ho studiato Economia, la meno poetica delle discipline! Un paio di anni fa sono rinsavita, ho lasciato perdere i numeri e sono tornata alle parole.La mia passione è impastarle per creare ogni volta qualcosa di diverso, che sia uno slogan, una poesia, una canzone...E chi più ne ha, più ne metta!Ho studiato per un anno negli Stati Uniti quando ero alle scuole superiori e questo mi permette di leggere e scrivere anche in inglese. La mia fonte di ispirazione nonché primo banco di prova per il mondo dell’infanzia sono i miei nipotini. Per tutto il resto è mio marito, affettuo-samente ribattezzato “il Muso”.Dedico i miei pensieri su carta al mio papà che non è più tra noi ma so che tifa per me dal cie-lo.

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Illustrazioni di Piera Morselli

C’era una volta un drago di nome Fedro che viveva con il suo papà e la sua sorel-lina a Favilla, il regno dei draghi di fuoco. Questo regno era così chiamato poiché tutti i draghi che vi abitavano erano in grado di sputare fuoco. Tutti tranne Fedro. Nonostante tutti i suoi sforzi, il piccolo drago non era mai riuscito ad emettere neanche una timida fiammella. E pensare che suo padre Dragoberto era il più grande campione di tutti i tempi. A distanza di anni, i suoi record mondiali di sputo di fuoco più in alto e più in lungo alle olimpiadi draghesche, erano ancora imbat-tuti. Persino la sua sorellina più piccola, Scintilla, riusciva già a sputare lingue di fuoco ed era l’orgoglio del padre, che intravedeva in lei una futura campionessa.Disperato dopo l’ennesimo tentativo fallito, Fedro decise di chiedere aiuto a non-no Elio.

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Ed ecco, per la seconda edizione del DRAGO VIP, siamo lieti di presentarvi un’opera letteraria di un altro autore di grande fama, che si è prestato ad esprimere sé stesso, nella non facile arte della “penna”: Andrea Mingardi

“Andrea Mingardi” nasce a Bologna da padre bolognese e madre messinese. Inizia la sua carriera come cantante batterista di rock and roll e fonda i “Golden Rock Boys”.Appassionato di jazz, nel tempo si dedica al blues e al soul.Crea diverse orchestre che, prime in Italia, producono un ottimo rhythm & blues.Nel 1976, raccogliendo musicisti selezionati in tutta Europa, dà vita ad “Andrea Mingardi Su-percircus”, una band storica che si afferma nel panorama nazionale e internazionale per livello musicale e capacità spettacolari.Insieme a Morandi e Mogol, nel 1981 fonda la Nazionale Italiana Cantanti, squadra nella quale disputa, tra ufficiali e ufficiose, 550 partite.Nel 1999, alcuni giornalisti specializzati nel settore, gli consegnano il premio come miglior can-tante blues italiano.A Los Angeles, durante la settimana degli Oscar, si esibisce davanti ad attori di livello mondiale e fantastici vincitori di Award facendo un omaggio a Ray Charles.Scrive canzoni per Morandi, Califano, gli Stadio e per la grande Mina, con la quale duetta nello straordinario successo Mogol Battisti.Partecipa a cinque Festival di Sanremo e dopo un’edizione con i Blues Brothers intraprende con loro una collaborazione e una tournée.Nel 2012 e 2013, in due fortunati film interpreta la parte del papà di Fabio De Luigi: La peggior settimana della mia vita e Il peggior Natale della mia vita.Eclettico e appassionato di diverse discipline artistiche, dipinge, compone musica e scrive.

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Apro a fatica gli occhi e fisso il soffitto fosforescente di stelle con il medesi-mo stupore di quando ero bambino. Fu mia sorella, più grande di me di dieci anni, che compose la volta celeste con pazienza e competenza, invogliandomi a seguire la disposizione sul libro del-le “stelle e dei pianeti “che ella stessa mi aveva regalato insieme ai libri sugli animali, sui minerali, il corpo umano, al “piccolo chimico”, e tutto quanto di scientifico ci fosse adatto ad un bam-bino di otto anni. Era convinta che un giorno sarei diventato un genio, vista la mia abilità con i numeri e le mie capa-cità a fare calcoli, anche più complessi, già all’età di tre anni. Ora ho trentadue anni e le stelle sono ancora incollate al soffitto. Non sono uno scienziato né tanto meno sono un genio.Resistono attaccate al soffitto ingial-lito e screpolato avendo io proibito di staccarle durante le varie tinteggiature delle stanze e occupandomi io stesso di tenerle pulite.E’ il mio firmamento. Al buio, sia di not-te che di giorno, steso sul letto, accen-

Qui si apre il cuore della rivista6 Draghi mostrano l’arte della loro penna.

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Silvana Aurilia nata a Napoli il 18.10.50. Laureata in Pedagogia. Docente scuola supe-riore in pensione impegnata in volontariato per ragazzi disagiati. Si è occupata di laboratori di narrazione del sè per gli alunni e di progetti sulle pari opportunità con pubblicazioni in campo didattico.Numerosi riconoscimenti in premi letterari so-prattutto per la sezione narrativa, con assegna-zione di premi e menzioni speciali.

IL FILO D’ARIANNA

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Silvana Aurilia

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dono ancora le mie fantasie e mi infondono calore. Ecco la costellazione di Orione, quella dei Re Magi. Nell’angolo il Piccolo Carro. Al centro il Sole e i Pianeti. E laggiù quella del Sagittario…Il mio firmamento. La mia stanza ancora con i poster di ragazzino. I giocattoli e alcuni pupazzi sulle mensole. Alcuni libri scolastici. Qualche coppa di gare vinte. Una gondola. La torre Eiffel della gita dell’ultimo anno di liceo…. Il mio mondo e il mio firmamento.Mi alzo e accendo il computer. Mi sembra sempre lento e ho sempre paura che non funzioni. Sono subito su facebook. Alcune foto dei miei amici. Un mi piace. Qualche commento simpatico. Due mi piace. Un aforisma interessante, lo condi-vido. Vado al giochino. Anche stavolta non mi è riuscito. Guardo l’orologio sulla scrivania. Sono le undici. Tra poco il telefonino segnalerà che è arrivato un messaggio. Eccola la breve melodia. E’ il primo messaggio di Chiara. Pausa di lavoro. Uffa che noia. Odio il mondo tranne te. Tre cuoricini. Chiara lavora in un call center per quattro ore e pochi soldi. Il pomeriggio aiuta i genitori in negozio di biancheria ormai destinato alla chiusura. Maturità con pieni voti, laurea breve con centodieci e lode. Volenterosa e attiva. Si adatta a tutto. Anche ad essere la mia ragazza da otto anni. Se la mia inedia e la mia vigliacche-ria non mi fanno dire basta, il suo amore cieco e la sua voglia di vivere trascinano il nostro rapporto verso il miraggio della normalità… Un giorno troveremo un la-voro decente. La crisi passerà. Ci sposeremo. Compreremo una casa. Avremo dei figli…Il dolore allo stomaco. Forte sempre più forte. Io davanti allo specchio che mi tormento e mi odio.In casa nessun rumore. Sono fuori come ogni mattina. Mio padre, mia madre e il cane. Non ho fame ma vado a fare colazione. Lo faccio per il rito mattutino. Mia madre ha preparato tutto. Tazza, latte, caffè, cornetti, marmellata, dieci euro avvol-ti nel tovagliolo affinché mio padre non veda, e l’immancabile giornaletto offerte di lavoro del martedì. Le ho ripetuto più volte che è inutile consultare i giornali, basta andare su internet ed essere iscritti ai vari siti lavoro ed inviare curriculum online. Ma lei continua nella sua impresa. Consulta. Raffronta. Evidenzia. Lascia bigliettini con anno-tazioni. Tutti lavori non proprio lavori. Agenti di commercio non proprio agenti. Offerte per venditore di filtri acqua, prodotti biologici, olio o di cose assurde che nessuno compra, non solo per la crisi ma perché non servono a niente. Ovvia-mente nessuna retribuzione fissa ma solo fantomatiche provvigioni. Ho anche fatto vari colloqui e ho avuto qualche incarico rimettendoci le spese e senza concludere niente. Non riuscivo a vendere niente. Incapace, scettico, demotivato, incredulo. Ma lei insiste. Si accanisce. Non è possibile che suo figlio non abbia uno straccio di lavoro che gli consenta di essere autonomo…E quando io e il padre non ci saremo più? Come vivrà? Mica può cadere sulle spalle della sorella che ha due figli? E poi ho paura che gli venga un esaurimento nervoso a quel figlio mio. E quando si sposa di questo passo?...E’ la litania che

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Era ormai notte. Dopo aver trascorso una piace-vole serata a cena in compagnia di vecchi amici, in quel di Sasso Marconi, stavo facendo ritorno a casa lungo la strada panoramica che collega Bologna a Firenze.Avevo rincontrato persone che non vedevo da tempo, alcune addirittura da anni, e i cui sorri-si, maniere, espressioni idiomatiche, tic perfino, avevo collocato nei più riposti scomparti della memoria, senza però dimenticarli: forse era per questo che, mentre guidavo, provavo un sottile senso di melanconia, sì, ma meglio sarebbe dire – giacché questo era il sentimento predominante – di distensione e calma interiore, come di chi si rasserena ritrovando antiche consuetudini.L’auto scorreva liquida lungo la strada, sottile complice di un’intimità nella quale il tempo pa-reva arrestarsi. Sono questi i momenti che mi

SENSAZIONI NOTTURNE

la scrittura. Innamorato di Dino Buzzati, ha approfittato della scorsa estate per rileggere le principali opere dello scrittore bellunese e, complice la cornice suggestiva dell’appennino tosco-emiliano, tra un giro in bicicletta e un’escur-sione, ha iniziato a scrivere quello che nelle sue intenzioni voleva essere un altro racconto breve, che poi è diventato racconto, e poi ancora racconto lungo e ora, superate le cin-quanta pagine senza che l’inventiva venisse meno, chissà...Sullo sfondo di tutte queste attività v’è un minimo comun denominatore: l’ascolto dei moti impalpabili dell’animo e il tentativo di tradurre in parole sincere l’ineffabile, per restitui-re anzitutto a sé stesso un po’ di senso, tra le macerie di un mondo che pare scorrere senza più valori.

Emiliano Arcelli

E’ nato a Bologna il 15/10/1979, e qui ha compiuto gli studi sino alla laurea con lode in giurisprudenza. Abilitato all’esercizio della professione forense, primo classificato al concorso nazio-nale per Commissario di Polizia, già Vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, ha coronato il suo sogno di vincere il concorso in magistratura, e attualmente è magistrato ordinario in tirocinio presso la Procura della Re-pubblica del Tribunale di Bologna.Tra le sue passioni vi sono la moun-tain bike lo studio del pianoforte, la fotografia, la lettura e, naturalmente,

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piacciono di più: solo con me stesso, rilassato e sensibile alle suggestioni della mente finalmente lasciata libera di vagare, luoghi, colori, eventi, persone, profu-mi, momenti, frasi dette o mai pronunciate, si intrecciavano in un ordito per tutti incomprensibile e insensato, ma non per me.Le curve della strada, ritmicamente alternate, cullavano i miei pensieri nella bam-bagia dell’immota quiete notturna, che rendeva più fioche le luci dei lampioni che scandivano il mio passaggio senza che il loro barbaglio riuscisse a rifrangersi sull’asfalto.Che cosa avrei fatto l’indomani? La dolce immersione nel mare delle segrete sen-sazioni, nirvana della mente che mi rendeva incapace di provare preoccupazione per il futuro, mi faceva sentire distaccato dalle cure quotidiane, impegnato solo ad ascoltare il mio soffio interiore. Che poi era l’unica cosa che contava in quel momento.Dopo la calura e gli affanni del giorno, la città finalmente respirava. Quel po’ di vegetazione ai lati della carreggiata si era ormai diradato, di lì a poco avrei rag-giunto le mura del centro storico, cuore della vecchia Bologna, dove di giorno carismatici capiufficio tenevano briefing con colleghi e dipendenti, rampanti diri-genti d’azienda elaboravano business plan, spregiudicati imprenditori lanciavano offerte pubbliche d’acquisto, e si correva e si gridava e ci si consumava ahimè.Non so perché, sbagliai strada: anticipai di qualche centinaio di metri la svolta a destra che mi avrebbe condotto sui viali della circonvallazione. Lì vicino abitava Enrico – non potei fare a meno di notare –, amico d’infanzia, anzi mio primo ami-co, e una volta, quindi, unico. Non ci vedevamo più da tempo, ormai. Lui lavo-rava e aveva anche trovato la ragazza; quanto a me, beh, io ero sempre quello – pensavo – ma per quegli odiosi quanto apparentemente ineludibili giochi del quotidiano il richiamo dell’amicizia si era fatto vieppiù flebile, fino praticamente a scomparire. Gli è che, giunto in prossimità del quadrilatero di viuzze che circondano la sua abitazione, decisi di rallentare in corrispondenza del punto che costeggia il cortile su cui si affacciano due terrazzi di casa sua, tra loro collegati. Accostai e spensi il motore, dopodiché rimasi al buio per alcuni istanti, a nulla pensando.Scesi dalla macchina e rivolsi lo sguardo verso i due balconi: quello a destra della mia visuale dava sfogo al salotto, mentre l’altro era il terrazzo della camera di Enrico, spazio quadrato entro cui, bambini, avevamo recitato da protagonisti le storie più inverosimili e mirabolanti, proiezione limpida della fantasia inesausta

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5 Draghi mostrano la loro anima nelle liriche poetiche

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Carlo Giacobbi

Nato a Rieti l’11.08.1974. Nella città natale risiede e lavora. Ha manifestato, sin dalla pri-ma giovinezza, interesse per la poesia e la letteratura. Ha partecipato a numerosi con-corsi di poesia ottenendo diversi riconosci-menti, tra i quali, da ultimo: il primo posto al premio Liberolibro 2015 con la poesia <<Se il sangue in me torna a gridare>>; il primo posto al premio Salvatore Quasimodo 2016 con la poesia <<Da quali precipizi chiama>>; il pri-mo posto al premio Massimiliano Kolbe 2016 con la poesia <<Più folle del male, l’amore>>; il quinto posto al premio Borgognoni 2016 con

Dj Fabo*

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Eri o forse, ancora sei -solo più in sembianze eteree, negli occhidel serenoe nelle vene di lei, Valeria -che ora ti tiene nel silenzio del suo seno -quasi piuma del sollievosaperti nell’assenza eppure spinaogni santa mattina del risveglio.

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<<Elementi>>; il primo posto al premio Le Pieridi 2016 con la poesia <<Verrà nel luminoso abbrac-cio>>; il primo posto al premio Il Convivio 2016 per la silloge inedita <<Confidenze>>; il primo posto al premio Terra d’agavi 2017 con la silloge edita <<Confidenze>>; il primo posto al premio Le Pie-ridi 2017 con la poesia <<Emorroissa>>. Ha pub-blicato i seguenti libri di poesia: L’Angelo Dannato (Hobo Editore, 2006), Albe notturne (Serarcangeli Editore, 2015), Confidenze (Il Convivio Editore, 2016) e l’antologia poetica Essere qui (Il Convivio Editore, 2017).

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Qui si apre la Sfida che da sempre accompagna la razza umana, se ben guar-diamo al nostro passato, anche il più remoto. L’homo sapiens ha percorso la sua strada evolutiva probabilmente accompagnato da personaggi misteriosi: divinità, eroi, elfi, streghe e maghi, sirene e varie creature che magari provenivano dal-lo spazio, da altri mondi o da altre dimensioni. Quindi ecco come i nostri scritto-ri hanno espresso il loro sentire nei confronti di questa eterna contrapposizione. Per questa sfida, solitamente riservata ad autori adulti, abbiamo voluto premiare anche una scrittrice Junior, che ha partecipato con grande entusiasmo, ed è stata

ritenuta meritevole di essere pubblicata.

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La prossima sfida tocca argomenti molto profondi ed importanti per gli esseri umani. L’odio, causa di tante malvagità commesse dal genere umano nel corso della storia a livello globale ma anche nelle piccole realtà quotidiane personali. E, dall’altra parte, l’amore, che ha permesso allo stesso genere umano di evolversi, di sollevarsi spesso dalle proprie miserie e ha fornito sempre alle persone che ad esso si sono abbandonate, il sollievo e il conforto, e rinnovato la speranza e la gioia della vita.Inviate i vostri elaborati entro il 20/02/2018 a [email protected]

NEL PROSSIMO NUMERO

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Aadya BitassiCiao!Mi chiamo Aadya Bitassi, ho 13 anni e sono nata a Calcutta (India).A 3 anni sono stata lasciata in orfanotrofio dalle Missionarie della Carità, congregazione fondata da MadreTeresa, perché i miei genitori non riuscivano a prendersi cura di me.Nel 2010 sono stata adottata dai miei nuovi genitori e sono arrivata in Italia a settembre di quell’anno all’ età di 6 anni.Frequento la 3ª F delle Medie Francesco Francia di Zola Pre-dosa.I miei hobby sono vari: mi piace leggere molto, amo anche scrivere, amo l’arrampicata sportiva e sono una scout da quando avevo 8 anni.

LA RAGAZZA DAL CUORE ALIENOEra una mattina nuvolosa, non prometteva niente di buono.Mi alzai dal letto svogliatamente, perché lì era comodo, mi sentivo a mio agio. Ero di malumore anche perché, la sera prima avevo discusso con i miei genitori per un motivo banale, ma da un po’ di tempo, da quando ero diventata adolescente, succedeva sempre più spesso.Comunque, mi alzai e andai in cucina a cercarli, anche per chiarire il malinteso, ma i miei genitori e mio fratello non c’erano. Pensai che fossero andati a fare una passeggiata.La casa era immersa in un silenzio innaturale, provai un forte senso d’inquietudine che decisi di scacciare preparandomi la colazione, ma entrando in cucina la trovai stranamente già pronta sul tavolo e al primo assaggio insolitamente insapore…Andai allora a sedermi sul divano e accesi la televisione. Al telegiornale parlavano di un avvenimento stranissimo che stava accadendo da qualche ora sopra Firen-ze e che si stava spostando lentamente verso Bologna, quindi entro poco tempo sarebbe stato sopra di noi. Non feci in tempo a capire di che cosa si trattava che all’improvviso si sentì un boato e la televisione si spense inaspettatamente. Mi presi un colpo. Provai a riaccendere ma non avvenne niente.Solo allora mi resi conto del silenzio sempre più assordante che regnava in casa.

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Far ridere è senz’altro una delle arti più complesse: stabilire i tempi co-mici e trovare gli argomenti più idonei a strappare una risata richiedono pazienza, acutezza e una profonda capacità conoscitiva di ciò che ci cir-conda.Questo speciale che abbiamo voluto donarvi, è all’insegna del divertimen-to, del sorriso che sfocia nella risata. Vediamo come chi scrive, ha saputo esternare il proprio lato ludico e spensierato, la propria ironia e senso del comico che tutti abbiamo dentro.

Buon divertimento.

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Bologna 1964Fin da ragazzo ho preso l’abitudine di scrivere appunti, per conservare e ricordare meglio certe esperienze. Saltuaria-mente scrivo poesie, per fissare anche le emozioni e le im-magini di quello che mi succede intorno. Non ho fatto studi classici; scrivere per me non è affatto semplice. Per questo cerco di condensare in brevi annotazioni quello che voglio dire. A volte mi è successo di assistere a situa-zioni molto divertenti e ho pensato di condividerle con amici e conoscenti, costruendovi intorno racconti evidentemente surreali, ma che rimandano a realtà concrete che un po’ tutti incontriamo nella vita, spesso più serie di quanto possano sembrare!

Pierluigi Costa

Il Titan non è un bar, è un caffè. La differenza è fondamentale. Al bar ti chiedono cosa vuoi, al caffè lo sanno già. Al bar ci va chi ha fretta; il

caffè invece è un’oasi, un luogo dove cerchi un momento di tregua e di tranquil-lità. Il Caffè Pasticceria Titan è il luogo di ritrovo del mattino, gestito da Roberta e Michela, dalla loro mamma Isora e da Consuelo, figlia di Roberta; tutte donne. Si trova al centro della valle e da quest’anno si è dotato di un Dehor esterno, che pare una piazzetta coperta. Chi frequenta il Titan fa parte di una comunità, la Titan Community. Per farvi parte basta averci fatto colazione almeno una volta con la dovuta calma; non bisogna dunque commettere il fatale errore di credere di essere entrati in un semplice e comune bar.

BOSCO ARDENTESe vivi a Firenze non puoi non aver letto la Divina Commedia e se vivi nel bolo-gnese non puoi capire questo mondo se non conosci Bar Sport, di Stefano Benni. Chi siede al tavolo senza provare almeno un po’ di vergogna per non averlo an-cora letto, sappia che questo mitico libro apre così:

TITAN COMMUNITY

La Luisona Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è puramen-te coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi di artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po’ sciupata, oggi. Sarà il caldo». Oppure: «E’ ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella di duralluminio che sola con-

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Il DragoInforma Eventi culturali Dicembre - Marzo

Dal 04/10/2017- al 08/04/2018 “Van Gogh. Tra il grano e il cielo”presenta eccezionalmente un numero altissimo di opere del pittore olandese, 43 dipinti e 86 disegni. Con l’apporto fondamentale di quello scrigno vangoghiano che è il Kröller-Müller Museum in Olanda. Ricostruisce con precisione l’intera vicenda biografica, ponendo dapprinci-pio l’accento sui decisivi anni olandesi, che dall’autunno del 1880 nelle miniere del Borinage, per la verità in Belgio, fino all’autunno del 1885 a conclusione del fondamentale periodo di Nuenen, sono una sorta di stigmate infiammata e continuamente protratta. Una vera e propria via crucis nel dolore e nella disperazione del vivere. Sarà come en-trare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh, in quel luogo

Il DragoSpia ha dispiegato le sue ali e volteggiato nei cieli alla ricerca di informazioni su quello che accadrà da oggi fino al 31 Marzo 2018 nel Regno.Qui inseriamo gli eventi culturali, di spettacolo, sagre, fiere, incontri vari.

segreto, solo a lui noto, nel quale si sono formate le sue immagini. Spesso nella condivi-sione dei temi in primo luogo con Jean-François Millet e poi con gli artisti della cosiddetta Scuola dell’Aia, una sorta di versione olandese della Scuola di Barbizon.

• Luogo: BASILICA PALLADIANA• Indirizzo: Piazza Dei Signori - Vicenza - Veneto• Curatori: Marco Goldin• Orari: Apertura al pubblico dal 7 ottobre da lunedì a giovedì: 9 – 18 da venerdì a dome-nica: 9 – 20

Dal 04/10/2017- al 28/01/2018 Ora anche l’Italia, per la prima volta, rende omaggio a Kuniyoshi, maestro indi-scusso di inizio Ottocento dell’ukiyoe – genere di stam-pa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno – e che così tanta influenza ha avuto sulla cultura dei manga, degli anime (film di animazione giapponesi e non), dei tatuaggi e della cultura pop in generale contem-poranea. La mostra Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante, prodotta da MondoMostre Skira e curata da Rossella Menegazzo presenterà la produzione di Ku-

niyoshi nella sua interezza, evidenziando la strabiliante capacità tecnica e inventiva di questo maestro visionario attraverso una selezione di 165 silografie policrome, tutte provenienti dal Giappone.• Museo della Permanente di Milano• Orari: Tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30 (La biglietteria chiude un’ora prima)• Per info e prenotazioni: www.kuniyoshimilano.it•T. +39 02 99901905- www.vivaticket.it

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mondo dell’arte che hanno rivoluzionato il Novecento. Ol-tre duecento opere, tutte provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme.Duchamp, Magritte, Dalì, Ernst, Tanguy, Man Ray, Cal-der, Picabia e molti altri, tutti insieme per raccontare un periodo di creatività geniale e straordinaria.La determinazione a rivoluzionare l’arte, a rompere col pas-sato e inventare un mondo nuovo, è raccontata con grande ricchezza narrativa nella mostra attraverso le cinque sezioni tematiche: Accostamenti Sorprendenti; Automatismo e Subconscio; Biomorfismo e Metamorfismo; Il Deside-rio, La Musa, La Violenza; e Il Paesaggio Onirico.La mostra, curata da Adina Kamien-Kazhdan curator of Modern Art at The Israel Museum, presenta al pubblico nu-merosi capolavori, tra cui: Le Chateau de Pyrenees (1959) di Magritte, Surrealist Essay (1934) di Dalí, L.H.O.O.Q. (1919/1964) di Duchamp e Main Ray (1935) di Man Ray.L’allestimento è realizzato dal grande architetto Oscar Tu-squets Blanca, che in omaggio all’evento ha ricostruito a Palazzo Albergati la celeberrima sala di Mae West di Dalì e l’installazione 1.200 Sacks of Coal ideata da Duchamp per l’Exposition Internationale du Surréalisme del 1938.

Con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Ambasciata di Israele, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con l’Israel Museum di Geru-salemme.

tre duecento opere, tutte provenienti dall’

sato e inventare un mondo nuovo, è raccontata con grande

tematiche:

Dal 16 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018DUCHAMP, MAGRITTE, DALÍ.I Rivoluzionari del ’900Capolavori dall’Israel Museum di Gerusalemme

Palazzo Albergati di Bologna ospita una grande anteprima in-ternazionale, una straordinaria mostra dedicata a quei nomi del

Dal 19 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018 “GIUSEPPE ARCIMBOLDO”Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini - Roma

Prima monografica a dedicata al protagonista dell’Altro Rinascimento, Giuseppe Arcim-boldo. L’arte di Arcimboldo è figlia del suo tempo, soprattutto quando muove giocosa-mente verso la ricerca del significato nascosto delle cose, sia essa rivolta alla omogenia della parte e del tutto, alle corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo, oppure al senso enigmatico e nascosto delle cose (come nelle sue celebri Nature morte reversibi-li). Piuttosto evidente è il suo debito verso le deformazioni fisionomiche di Leonardo, ma ancor più palese è quello verso la straordinaria diffusione di enigmatiche decorazioni a grottesche e verso altre e più esplicite elucubrazioni alchemico-pittoriche del tempo.

Dal 19 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018 “GIUSEPPE ARCIMBOLDO

• Telefono per prevendita: +39 06 32810• Telefono per informazioni: +39 06 4824184• E-Mail info: [email protected] Sito ufficiale: • http://www.barberinicorsini.org/

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SpazioNovitàEditoriali

SOTTO LA SUPERFICIE

Marco Celli investigatore privato, giovane, pre-parato, duro all’occorrenza ma con un grande cuore, simpatico e un po’ sbruffone, ma deter-minato comunque nella lotta. Stefano Ricci giornalista, amico da sempre di Marco e uno che non si tira mai indietro ma che, in questo frangente, si trova ad affrontare qualcosa più grande di lui. Fabio Scalise poliziotto, uomo integerrimo, astuto e di poche parole. Un grup-petto di “cospiratori” che indagano su avveni-menti assurdi e inusuali. Una serie di cadaveri eccellenti disseminati per l’intero globo, assas-sinati tutti nello stesso incredibile e “impossibi-le” modo. Uno strano ragazzo con particolari poteri, cerca di farli desistere da ulteriori inda-

RIFLESSI

Il libro è una raccolta di 12 racconti vincitori di diversi premi letterari a livello nazionale. Rac-conti come riflessi di uno specchio o dell’anima dei personaggi che animano queste storie. Vi-cende di vita comune e meno comune, ritratti di uomini e donne, di società e di ideali. Tut-to questo è racchiuso tra le pagine di Paolo Pergolari, autore capace di dare voce e vita a personaggi calati nella realtà del loro vivere quotidiano.

Edito da La Ruota, 2017 (costo 12 euro - pagg. 237) e si può ordinare presso qualsiasi libreria o comperare direttamente, a prezzo inferiore, su Amazon.

gini, avvertendoli di quanto sarebbe stato pericoloso proseguire in quella direzione. Intrecci, collaborazioni più o meno volute, svolte inaspettate e una inaspettata storia d’amore che nasce in mezzo alla paura e alle incomprensioni, in mezzo alle lotte per risolvere una grande crisi a livello planetario.Edito da Edicik, 2017 - (costo 12 euro - pagg. 355) Progetto grafico e immagine di copertina Piera Morselli

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“Corso base di scrittura creativa”La casa editrice Edicik organizza un Corso Base di scrittura creativa per adulti di tutte le

età, e un laboratorio pratico di scrittura per ragazzi dai 12 ai 16 anni.

LE ISCRIZIONI SONO APERTELa data è da definirsi per il raggiungimento del minimo di 10 adesioni e con un massimo di 15.

I corsi si terranno a Casalecchio di Reno a cura di Gianluca Morozzi e si svolgeranno:in 8 lezioni di 2 ore serali per gli adulti

in 5 lezioni da 2,30 ore pomeridiane per i ragazzia cura di Massimo Vitali, una volta a settimana.

Per maggiori informazioni contattare la segreteria:

email: [email protected] - email: [email protected] cell: 329/2089325 - tel: 051/4855032