Premio Mascagni, la Ims

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•• 12 BOLOGNA ECONOMIA MARTEDÌ 17 LUGLIO 2012 I NUMERI 85 5 percento E’ la quota di produzione venduta all’estero: le macchine Ims sono distribuite in cinquanta paesi percento E’ la quota sul fatturato annuo investita in ricerca, per incrementare lo sviluppo del prodotto Giotto Tomo di MARCO GIRELLA NON TUTTI gli imprenditori riescono a fare soldi con la semplicità della O di Giotto, ma Bruno Toniolo c’è riuscito. Di più, la sua O di Giotto serve a diagno- sticare, curare e sconfiggere un flagello contemporaneo come il tumore al seno. L’azienda che ha fondato, la Ims di Pon- tecchio Marconi, è specializzata nella ide- azione, produzione e vendita di macchi- ne per le mammografie, che utilizzano sia le tecnologie digitali, con immagini tridimensionali, che l’ancor più avanzata tomosintesi. Ma la loro caratteristica fon- damentale,chelerendeunichetragliim- pianti diagnostici, è la forma combinata con la versatilità. Con un diploma da tecnico della radiolo- gia alle Aldini Valeriani, Toniolo iniziò la sua carriera di imprenditore in modo molto casuale, nella Libia degli anni Ses- santa, non ancora dominata dal fu colon- nello Gheddafi. Al tempo, lavorava per un’azienda francese, la Gcr, che lo utiliz- zava nel ramo vendite. Mentre era in al- bergo a Bengasi, ricevette una curiosa ri- chiesta dal direttore dell’ospedale di Ben- gasi, il dottor Abdul Madid. «Aveva sei impianti radiologici di una dit- ta inglese — ricorda Toniolo — tutti fer- mi. Mi chiese di dargli una mano». Ma lei lavorava per la concorrenza. «Lui voleva solo che le macchine funzio- nassero per curare i malati. Così di gior- no facevo il mio lavoro e di sera andavo in ospedale fino alle tre di mattina a ripa- rare i macchinari. Ne aggiustai cinque su sei e alla fine il direttore mi abbracciò». Congedato con onore. «Non solo. La sera dopo torno in albergo ericevolavisitadelgovernatorediBenga- si. Mi ringrazia per il lavoro svolto e alla fine mi consegna una busta gialla. Pensa- vo, ingenuamente, ci fosse dentro un sou- venir della Libia». Invece? «Quando la apro vedo che è piena di sol- di. Torno indietro e la restituisco al gover- natore, che cerca di farmela accettare in tutti i modi». Rifiutò? «Sì, ma il portiere dell’albergo che mi fa- ceva da interprete disse che così lo avevo offeso. Comunque, un anno dopo la mia aziendamimandaalCairoeauncongres- so ritrovo il direttore dell’ospedale di Bengasi, che nel frattempo è diventato ministro della Sanità». Oplà. «Sapeva che avevo rifiutato il compenso. Così mi dice che devo aprire una mia so- cietà, in modo da partecipare alle gare d’appalto per la Sanità libica, perché pre- ferisce trattare con gente onesta». Un bel modo di sdebitarsi. «Fondai la Ims, continuando a lavorare per la Gcr. Che mi lasciò fare, a patto che non trattassi la radiologia». Maadessol’aziendasioccupaqua- si esclusivamente di radiologia. «Sì, ma ricominciammo a occuparcene so- lo nel 1980, quando caddero le clausole del contratto con la Gcr». E Giotto da dove spunta? «Avevamo cominciato a vendere mam- mografi di una ditta romana, che saltò per aria. Pensandoci su, mi venne l’idea dicreareunamacchinafattacomeuncer- chio. Nell’89 riuscimmo a produrne una ed esporla al congresso mondiale di radio- logia di Parigi. La chiamammo Giotto». Piacque subito? «Vidi troppa attenzione, troppe doman- de e troppe fotografie. Mi affrettai a bre- vettarla». Ma qual è il vantaggio del cerchio? «Si può inclinare, consentendo un mi- glior rilassamento del muscolo pettorale. Così si visualizzano fino a 2 centimetri di seno in più. Barbara Bush, ex first lady americana, si salvò grazie a una delle no- stre macchine che permise di diagnosti- carle un tumore al seno molto vicino alla zona pettorale». Nient’altro? «Giotto è tuttora l’unica macchina al mondo con cui si può fare sia la mammo- grafiache la biopsia, agganciando un letti- no». E’ importante? «Sì, perché la lettura della eventuale lesio- ne da indagare non cambia. Le altre mac- chine usano un detector per fare la mam- mografia. Se il medico decide per la biop- sia, si usa un’altra macchina, con un altro detector. Nel trenta per cento dei casi ca- pitachelalesionechesivedevaconlapri- ma macchina non si veda più con la se- conda». Per la videointervista a Bruno Toniolo e le immagini della sua azienda vai all’indirizzo: VAI SUL NOSTRO PORTALE www.ilrestodelcarlino.it/bologna La cura per il seno è semplice come la O di Giotto Radiodiagnostica, la frontiera della Ims di Bruno Toniolo IMS è stata fondata nel 1965 da Bruno Toniolo. At- tiva nel campo delle fornitu- re sanitarie, nel ’90 l’azien- da ha deciso di specializzar- si nella produzione di mac- chinari per mammografie e biopsie.DaalloraIms.ècre- sciuta sempre di più, dive- nendo in pochi anni uno dei nomi di riferimento nel settore della mammografia a livello mondiale. Nel2003èstatoilprimoco- struttoreeuropeodimacchi- ne Full Field Digital Mam- mography, mentre nel 2004 èstatoilprimoalmondoad usarle per biopsie stereotas- siche. L’azienda di Pontecchio Marconi collabora con la ca- nadese Anrad. Il risultato di questa unione di forze è stato uno dei più avanzati detector per mammografie presenti sul mercato, con contrasti più alti che per- mettono la visibilità dei più piccoli dettagli con la mi- nor dose di radiazioni rila- sciata al paziente. Dal pri- mo gennaio del 2008 anche la Siemens ha acquistato questo detector. Nel 2009 Ims inizia gli studi di tomo- sintesi, ad oggi la tecnologia più avanzata applicata in campo mammografico, e nel 2011 avviene il lancio sul mercato mondiale di Giotto Tomo. Oggi l’attività di Ims è con- centratanellaricercaperpo- ter fornire ai clienti le più avanzate tecnologie a garan- ziadi migliori risultati clini- ci. L’azienda si occupa della progettazione dei compo- nenti elettronici, meccanici edelsoftware;assemblaisi- stemi seguendo tutti gli standards internazionali e procede ad attenti controlli- qualità seguendo le più re- strittive regolamentazioni. L’azienda investe molto in ricerca e sviluppo. Infatti ha coinvolto in Ims 10 fisici dell’Alma Mater oltre a ri- cercatori di Ferrara, della Stony Brook University di New York, della Dexla Re- searchers di Londra, dell’Università di Maastri- cht, di Udine e Milano. L’AZIENDA Anni Sessanta da pionieri All’avanguardia nel Duemila L’INNOVAZIONE «Una sola macchina per portare a termine mammografia e biopsia» IN UFFICIO Bruno Toniolo alla scrivania. In alto, Giotto, brevettata da Ims

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Intervista a Bruno Toniolo

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Page 1: Premio Mascagni, la Ims

•• 12 BOLOGNAECONOMIA MARTEDÌ 17 LUGLIO 2012

I NUMERI

85 5per cento

E’ la quota di produzionevenduta all’estero:le macchine Ims sonodistribuite in cinquanta paesi

per cento

E’ la quota sul fatturato annuoinvestita in ricerca,per incrementare lo sviluppodel prodotto Giotto Tomo

di MARCO GIRELLA

NON TUTTI gli imprenditori riesconoa fare soldi con la semplicità della O diGiotto, ma Bruno Toniolo c’è riuscito.Di più, la sua O di Giotto serve a diagno-sticare, curare e sconfiggere un flagellocontemporaneo come il tumore al seno.L’azienda che ha fondato, la Ims di Pon-tecchio Marconi, è specializzata nella ide-azione, produzione e vendita di macchi-ne per le mammografie, che utilizzanosia le tecnologie digitali, con immaginitridimensionali, che l’ancor più avanzatatomosintesi. Ma la loro caratteristica fon-damentale, che le rende uniche tra gli im-pianti diagnostici, è la forma combinatacon la versatilità.Con un diploma da tecnico della radiolo-gia alle Aldini Valeriani, Toniolo iniziòla sua carriera di imprenditore in modomolto casuale, nella Libia degli anni Ses-santa, non ancora dominata dal fu colon-nello Gheddafi. Al tempo, lavorava perun’azienda francese, la Gcr, che lo utiliz-zava nel ramo vendite. Mentre era in al-bergo a Bengasi, ricevette una curiosa ri-chiesta dal direttore dell’ospedale di Ben-gasi, il dottor Abdul Madid.«Aveva sei impianti radiologici di una dit-ta inglese — ricorda Toniolo — tutti fer-mi. Mi chiese di dargli una mano».

Ma lei lavorava per la concorrenza.«Lui voleva solo che le macchine funzio-nassero per curare i malati. Così di gior-no facevo il mio lavoro e di sera andavoin ospedale fino alle tre di mattina a ripa-rare i macchinari. Ne aggiustai cinque susei e alla fine il direttore mi abbracciò».

Congedato con onore.«Non solo. La sera dopo torno in albergoe ricevo la visita del governatore di Benga-si. Mi ringrazia per il lavoro svolto e allafine mi consegna una busta gialla. Pensa-vo, ingenuamente, ci fosse dentro un sou-venir della Libia».

Invece?«Quando la apro vedo che è piena di sol-di. Torno indietro e la restituisco al gover-natore, che cerca di farmela accettare intutti i modi».

Rifiutò?«Sì, ma il portiere dell’albergo che mi fa-ceva da interprete disse che così lo avevo

offeso. Comunque, un anno dopo la miaazienda mi manda al Cairo e a un congres-so ritrovo il direttore dell’ospedale diBengasi, che nel frattempo è diventatoministro della Sanità».

Oplà.«Sapeva che avevo rifiutato il compenso.Così mi dice che devo aprire una mia so-cietà, in modo da partecipare alle gared’appalto per la Sanità libica, perché pre-ferisce trattare con gente onesta».

Un bel modo di sdebitarsi.«Fondai la Ims, continuando a lavorareper la Gcr. Che mi lasciò fare, a patto chenon trattassi la radiologia».

Maadesso l’azienda sioccupaqua-si esclusivamente di radiologia.

«Sì, ma ricominciammo a occuparcene so-lo nel 1980, quando caddero le clausoledel contratto con la Gcr».

E Giotto da dove spunta?«Avevamo cominciato a vendere mam-mografi di una ditta romana, che saltò

per aria. Pensandoci su, mi venne l’ideadi creare una macchina fatta come un cer-chio. Nell’89 riuscimmo a produrne unaed esporla al congresso mondiale di radio-logia di Parigi. La chiamammo Giotto».

Piacque subito?«Vidi troppa attenzione, troppe doman-de e troppe fotografie. Mi affrettai a bre-vettarla».

Ma qual è il vantaggio del cerchio?«Si può inclinare, consentendo un mi-glior rilassamento del muscolo pettorale.Così si visualizzano fino a 2 centimetri diseno in più. Barbara Bush, ex first ladyamericana, si salvò grazie a una delle no-stre macchine che permise di diagnosti-carle un tumore al seno molto vicino allazona pettorale».

Nient’altro?«Giotto è tuttora l’unica macchina almondo con cui si può fare sia la mammo-grafia che la biopsia, agganciando un letti-no».

E’ importante?«Sì, perché la lettura della eventuale lesio-ne da indagare non cambia. Le altre mac-chine usano un detector per fare la mam-mografia. Se il medico decide per la biop-sia, si usa un’altra macchina, con un altrodetector. Nel trenta per cento dei casi ca-pita che la lesione che si vedeva con la pri-ma macchina non si veda più con la se-conda».

Per la videointervista a Bruno Tonioloe le immagini della sua aziendavai all’indirizzo:

VAI SUL NOSTRO PORTALE

www.ilrestodelcarlino.it/bologna

La cura per il seno è semplicecome la O di Giotto

Radiodiagnostica, la frontiera della Ims di Bruno Toniolo

IMS è stata fondata nel1965 da Bruno Toniolo. At-tiva nel campo delle fornitu-re sanitarie, nel ’90 l’azien-da ha deciso di specializzar-si nella produzione di mac-chinari per mammografie ebiopsie. Da allora Ims. è cre-sciuta sempre di più, dive-nendo in pochi anni unodei nomi di riferimento nelsettore della mammografiaa livello mondiale.Nel 2003 è stato il primo co-struttore europeo di macchi-ne Full Field Digital Mam-mography, mentre nel 2004è stato il primo al mondo adusarle per biopsie stereotas-siche.L’azienda di PontecchioMarconi collabora con la ca-nadese Anrad. Il risultatodi questa unione di forze èstato uno dei più avanzatidetector per mammografiepresenti sul mercato, concontrasti più alti che per-mettono la visibilità dei piùpiccoli dettagli con la mi-nor dose di radiazioni rila-sciata al paziente. Dal pri-mo gennaio del 2008 anchela Siemens ha acquistatoquesto detector. Nel 2009Ims inizia gli studi di tomo-sintesi, ad oggi la tecnologiapiù avanzata applicata incampo mammografico, enel 2011 avviene il lanciosul mercato mondiale diGiotto Tomo.Oggi l’attività di Ims è con-centrata nella ricerca per po-ter fornire ai clienti le piùavanzate tecnologie a garan-zia di migliori risultati clini-ci. L’azienda si occupa dellaprogettazione dei compo-nenti elettronici, meccanicie del software; assembla i si-stemi seguendo tutti glistandards internazionali eprocede ad attenti controlli-qualità seguendo le più re-strittive regolamentazioni.L’azienda investe molto inricerca e sviluppo. Infattiha coinvolto in Ims 10 fisicidell’Alma Mater oltre a ri-cercatori di Ferrara, dellaStony Brook University diNew York, della Dexla Re-searchers di Londra,dell’Università di Maastri-cht, di Udine e Milano.

L’AZIENDA

Anni Sessantadapionieri

All’avanguardianel Duemila

L’INNOVAZIONE«Una sola macchinaper portare a terminemammografia e biopsia»

IN UFFICIOBruno Toniolo allascrivania. In alto, Giotto,brevettata da Ims