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Anno IV° 2011 n° 40 Domenica 2 ottobre XXVII a durante l’Anno Settimanale della Comunità Parrocchiale di Bresega h LUNEDI 3 ottobre 2011 - san Dionigi Aeropagita - 18,00: ROSIN Agnese; DE NEGRI Cristiano; BERONI Antonio; ANDREOSE Erminia; MARIGO Maria; SANGUIN Angelo. h MARTEDI 4 ottobre 2011 - san Francesco d’Assisi - 8,30: CREMA Severino; FACCO Ada; GOLDIN Attilio; GAZZIERO Massimilla; FERRO Libania; PICELLI Teodolinda. h MERCOLEDI 5 ottobre 2011 - santa Faustina Kowalska - 16,00: Sacerdoti e Religiosi defunti di Bresega h GIOVEDI 6 ottobre 2011 - san Bruno - 18,00: BIZZO Giovanni B.; ROSSI Giuseppe; MAMARATO Sante; BRESSAN Elvira; BREGOLIN Domenico; GIAVARA Elisa. h VENERDI 7 ottobre 2011 - B.V. Maria del Rosario - 8,30: NASO Angelo; Luigi; Angelo; ROSSI Silvio (ann). h SABATO 8 ottobre 2011 - san Felice - 18,30: SANTA MESSA FESTIVA SIMONATO Angelo e Massimo (ann) h DOMENICA 9 ottobre 2011 - XXVIII a del Tempo Ordinario - 8,30: santa Messa Parrocchiale 10,30: BATTESIMO: SARTORI Jacopo di Vittorino e Stefania Pernumian ZANELLATO Eufemia (ann) e def. fam. 18,30: BUSATO Anna (30°); MILANELLO Faone; SIGOLOTTO Maria; Antonio e def. fam. La vigna è nella Bibbia un simbolo trasparente di Israele e della sua storia. Una storia di salvezza che si è ampliata fino a raggiun- gere i confini della terra. Anche di noi, uomini e donne del nostro tempo, il Signore ha fatto la sua vigna privilegiata: si prende cura di tutti e di ognuno e nulla tralascia perché portiamo frutti copiosi. Il profeta Isaia (I Lettura) esprime la delusione di Dio nei confronti del suo po- polo: scelto per un'alleanza d'amore, per debolezza è venuto meno al patto. Anche l'uomo di ogni tempo è solito rispondere negativamente alla fiducia che Dio ripone in lui. È la constatazione di un disagio che percorre la storia: con l'uva buona e ma- tura la vigna potrebbe dare anche uve selvatiche e acerbe. San Paolo (II Lettura) si augura che la comunità cristiana di Filippi risponda alle attese del Signore Ge- sù con fiducia, migliorando la propria condotta. Così potrà portare frutti copiosi di opere buone. La parabola dei vignaioli (Vangelo) fa riferimento agli eventi della passione e morte del Redentore. Ci viene proposta perché non ci facciamo illusioni, rivendicando diritti di proprietà sulla salvezza che è e resta un dono di Dio. PREGA CON IL VANGELO Da chi potevamo essere santi- ficati noi, prevaricatori ed em- pi, se non dal Figlio di Dio?… L'iniquità di molti viene cancel- lata da un solo giusto e la giu- stizia di uno solo giustifica molti. Così Dio, che in passato ci dimostrò l'incapacità della nostra natura di raggiungere la vita, nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di sal- vare tutti.Così Dio vuole che ci fidiamo della sua bontà e lo consideriamo nostro padre, maestro e medico. Lettera a Diogneto

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Anno IV° 2011 n° 40

Domenica 2 ottobre XXVIIa durante l’Anno

Settimanale della Comunità Parrocchiale di Bresega

h LUNEDI 3 ottobre 2011 - san Dionigi Aeropagita - 18,00: ROSIN Agnese; DE NEGRI Cristiano; BERONI Antonio; ANDREOSE Erminia; MARIGO Maria; SANGUIN Angelo. h MARTEDI 4 ottobre 2011 - san Francesco d’Assisi - 8,30: CREMA Severino; FACCO Ada; GOLDIN Attilio; GAZZIERO Massimilla; FERRO Libania; PICELLI Teodolinda. h MERCOLEDI 5 ottobre 2011 - santa Faustina Kowalska - 16,00: Sacerdoti e Religiosi defunti di Bresega h GIOVEDI 6 ottobre 2011 - san Bruno - 18,00: BIZZO Giovanni B.; ROSSI Giuseppe; MAMARATO Sante; BRESSAN Elvira; BREGOLIN Domenico; GIAVARA Elisa. h VENERDI 7 ottobre 2011 - B.V. Maria del Rosario - 8,30: NASO Angelo; Luigi; Angelo; ROSSI Silvio (ann). h SABATO 8 ottobre 2011 - san Felice -

18,30: SANTA MESSA FESTIVA

SIMONATO Angelo e Massimo (ann) h DOMENICA 9 ottobre 2011 - XXVIIIa del Tempo Ordinario - 8,30: santa Messa Parrocchiale 10,30: BATTESIMO: SARTORI Jacopo di Vittorino e Stefania Pernumian ZANELLATO Eufemia (ann) e def. fam. 18,30: BUSATO Anna (30°); MILANELLO Faone; SIGOLOTTO Maria; Antonio e def. fam.

La vigna è nella Bibbia un simbolo trasparente di Israele e della sua storia. Una storia di salvezza che si è ampliata fino a raggiun-gere i confini della terra. Anche di noi, uomini e donne del nostro

tempo, il Signore ha fatto la sua vigna privilegiata: si prende cura di tutti e di ognuno e nulla tralascia perché portiamo frutti copiosi.

Il profeta Isaia (I Lettura) esprime la delusione di Dio nei confronti del suo po-polo: scelto per un'alleanza d'amore, per debolezza è venuto meno al patto. Anche l'uomo di ogni tempo è solito rispondere negativamente alla fiducia che Dio ripone in lui.

È la constatazione di un disagio che percorre la storia: con l'uva buona e ma-tura la vigna potrebbe dare anche uve selvatiche e acerbe. San Paolo (II Lettura) si augura che la comunità cristiana di Filippi risponda alle attese del Signore Ge-sù con fiducia, migliorando la propria condotta.

Così potrà portare frutti copiosi di opere buone. La parabola dei vignaioli (Vangelo) fa riferimento agli eventi della passione e morte del Redentore. Ci viene proposta perché non ci facciamo illusioni, rivendicando diritti di proprietà sulla salvezza che è e resta un dono di Dio.

PREGA CON IL VANGELO

Da chi potevamo essere santi-ficati noi, prevaricatori ed em-pi, se non dal Figlio di Dio?… L'iniquità di molti viene cancel-lata da un solo giusto e la giu-stizia di uno solo giustifica molti. Così Dio, che in passato ci dimostrò l'incapacità della nostra natura di raggiungere la vita, nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di sal-vare tutti.Così Dio vuole che ci fidiamo della sua bontà e lo consideriamo nostro padre, maestro e medico.

Lettera a Diogneto

ISPIRATI DALLA PAROLA (1a parte)

1 Tessalonicesi 2,1-14 di don Carlo Broccardo

Per inquadrare la prima lettera ai Tessalonicesi Siamo agli inizi degli anni 50 d.C. quando Paolo, durante il suo secondo viaggio missionario, passa per la città di Tessalonica. Non è un luogo qualunque, nel quadro geo-politico del tempo: si trova sull’allora famosa via Egnatia, che col-legava il mare Adriatico con l’Egeo attraversando la Macedonia; basta prende-re una cartina geografica per rendersi conto della posizione strategica di que-sta via, che era tra le più frequentate dell’impero. Di conseguenza, si capisce anche l’importanza di Tessalonica, la prima grande città che si incontrava ve-nendo dall’Italia (cioè da Roma). Paolo aveva questo stile: non andava ad an-nunciare il Vangelo nei piccoli villaggi, ma nelle grandi città commerciali del tempo (dopo Tessalonica, sarà il turno di Corinto ed Efeso; e alla fine Roma), in modo che la notizia di Gesù risorto potesse circolare il più rapidamente possi-bile. Il cap. 17 del libro degli Atti ci dice che, purtroppo, la permanenza a Tessaloni-ca è stata molto breve. Per tre settimane Paolo ha libero accesso alla sinagoga, dove si reca di sabato ad annunciare che Gesù è il Messia atteso da Israele; il risultato è buono: molti della comunità ebraica e perfino alcuni pagani simpa-tizzanti accolgono il Vangelo. Sono loro, qualche decina di persone, che forma-no la comunità dei Tessalonicesi. Dopo meno di un mese, però, coloro che so-no contrari alla fede in Gesù mettono in piedi una sollevazione di popolo con-tro Paolo, costringendolo a lasciare la città. Uno sguardo alla geografia storica del tempo ci ha permesso di capire perché Paolo ha scelto di fermarsi a Tessalonica; il racconto degli Atti ci ha chiarito perché poi ha lasciato la città così presto. Rimane ancora una domanda, che ci avvicina maggiormente al testo che leggiamo noi: perché Paolo ha scritto una lettera ai Tessalonicesi? La risposta si trova nella lettera stessa ed è duplice. Un primo motivo: Paolo scrive per completare la formazione dei Tessalonicesi, che era stata interrotta prematuramente. Costretto a lasciare in fretta la co-munità appena nata, quando arriva ad Atene manda Silvano e Timòteo perché raccolgano notizie da Tessalonica; di ritorno, questi gli presentano alcuni dubbi di tipo teologico o difficoltà di altro genere che l’ancora giovane comunità non sa risolvere da sola. Per questo Paolo scrive: non potendo essere presente di persona, manda i suoi suggerimenti via lettera; ne sono pieni i capitoli 4­ e 5 di 1Ts, che affrontano questioni varie: la santificazione del corpo, l’amore frater-

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no, il destino dei morti, i tempi e i momenti della fine, ecc. Questo è il primo motivo per cui Paolo ha scritto la lettera, quello più ufficiale; l’altro motivo, più strettamente personale, ci è suggerito dai primi tre capitoli della lettera. Scorrendoli, vi troviamo un’alternanza continua: prima Paolo rin-grazia Dio per qualche aspetto bello della comunità, poi racconta qualcosa del tempo che vi ha trascorso; poi di nuovo ringrazia e quindi di nuovo racconta; il capitolo terzo finisce con un ultimo ringraziamento. Il breve tempo trascorso a Tessalonica è stato molto intenso, Paolo ha investito tutto se stesso in quella comunità e con gioia vede come il suo lavoro sta portando frutto. Scrive una lettera non solo per completare la formazione, ma anche per ringraziare Dio di questa comunità così bella; scrive perché, nell’annunciare il Vangelo, non è stato un funzionario: si è proprio affezionato a loro.