Pratica Respiratoria Nell Aikido

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Pratica respiratoria nell’Aikido Questa pubblicazione ha, tra l’altro, uno scopo pratico. In un insegnamento collettivo come quello dell’Aikido, che non è diviso in anni scolastici, c’è sempre il problema dei principianti. Se ogni volta che un principiante entra in classe il professore ferma il normale svolgersi delle lezioni per presentare delle nozioni generali al nuovo venuto, gli altri allievi finiranno per stancarsi di ascoltare gli stessi discorsi ripetuti tutte le volte. Una soluzione sarebbe quella di creare una classe a parte per i principianti. La soluzione che vorrei adottare è la redazione di un testo che permettesse ai nuovi venuti di orientarsi, una specie di guida turistica che indicasse le grandi strade e i posti importanti. Questa soluzione ha qualche vantaggio. in primo luogo l’insegnante può mantenere l’attenzione sull’insieme degli allievi, invece di stornarla su un piccolo gruppo minoritario. I principianti hanno la possibilità, leggendo il testo, di penetrare il senso profondo di ogni movimento, cosa impossibile con delle spiegazioni brevemente accordate durante la seduta. Se il ruolo dell’insegnante fosse limitato a trasmettere messaggi impersonali e standardizzati, sarebbe inutile che venisse al dojo. Ciò vale anche per gli allievi. Basterebbe allora un sistema audiovisivo. li suo vero ruolo dovrebbe essere per l’appunto quello di influire sugli allievi con la sua presenza e la sua personalità per raggiungere il loro inconscio. insegna, e nello stesso tempo impara. Vede negli allievi il riflesso di ciò che è lui stesso. l’insegnamento non è unilaterale, è di fatto reciproco. Una parola sull’insegnamento esoterico come era praticato in Giappone all’epoca feudale e mantenuto fino a prima della seconda guerra mondiale. L’insegnamento, sia che si trattasse di un’arte marziale che di un mestiere tradizionale, era di due tipi: uno si rivolgeva ai dilettanti, l’altro a coloro che volevano farne la loro carriera. Cosa molto curiosa che scioccherebbe la nostra concezione basata sui

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  • Pratica respiratoria nellAikido

    Questa pubblicazione ha, tra laltro, uno scopo pratico.In un insegnamento collettivo come quello dellAikido, che non diviso in anni scolastici, c sempre il problema dei principianti.Se ogni volta che un principiante entra in classe il professore ferma il normale svolgersi delle lezioni per presentare delle nozioni generali al nuovo venuto, gli altri allievi finiranno per stancarsi di ascoltare gli stessi discorsi ripetuti tutte le volte. Una soluzione sarebbe quella di creare una classe a parte per i principianti. La soluzione che vorrei adottare la redazione di un testo che permettesse ai nuovi venuti di orientarsi, una specie di guida turistica che indicasse le grandi strade e i posti importanti.Questa soluzione ha qualche vantaggio. in primo luogo linsegnante pu mantenere lattenzione sullinsieme degli allievi, invece di stornarla su un piccolo gruppo minoritario. I principianti hanno la possibilit, leggendo il testo, di penetrare il senso profondo di ogni movimento, cosa impossibile con delle spiegazioni brevemente accordate durante la seduta.Se il ruolo dellinsegnante fosse limitato a trasmettere messaggi impersonali e standardizzati, sarebbe inutile che venisse al dojo. Ci vale anche per gli allievi. Basterebbe allora un sistema audiovisivo.li suo vero ruolo dovrebbe essere per lappunto quello di influire sugli allievi con la sua presenza e la sua personalit per raggiungere il loro inconscio. insegna, e nello stesso tempo impara. Vede negli allievi il riflesso di ci che lui stesso. linsegnamento non unilaterale, di fatto reciproco.

    Una parola sullinsegnamento esoterico come era praticato in Giappone allepoca feudale e mantenuto fino a prima della seconda guerra mondiale.Linsegnamento, sia che si trattasse di unarte marziale che di un mestiere tradizionale, era di due tipi: uno si rivolgeva ai dilettanti, laltro a coloro che volevano farne la loro carriera.Cosa molto curiosa che scioccherebbe la nostra concezione basata sui

  • principi delleducazione moderna che linsegnamento completo riservato solo ai dilettanti.E allora come facevano i veri apprendisti professionali? Costoro accudivano, da mane a sera, senza un minuto di tregua, ai lavori casalinghi, alla pulizia della casa e del giardino, al guardaroba del maestro, ai suoi pasti e al suo bagno, insomma tutto, e tutto come perfetti schiavi. Se cera la pi piccola mancanza in questi lavori, il maestro li sgridava severamente. E con tutto ci, essi non avevano accesso alle lezioni di cui godevano i dilettanti.Poteva essere pi irrazionale di cos? diametralmente allopposto dellinsegnamento moderno.Irrazionale, certo, per un verso, questo sistema non lo era per un altro.il fatto che questi schiavi-apprendisti bruciavano dal desiderio di conoscere linsegnamento del maestro, tanto pi quanto ne erano privati. Tutto quello che potevano ottenere era qualche parola sentita per caso, dei rimproveri, dei gesti e dei modi del maestro, briciole di dimostrazioni accordate ai dilettanti2e intravista attraverso uno spiraglio di porta etc.

    Col desiderio intensificato dalla privazione, essi diventavano spie, ladri dell'insegnamento. Assetati, non si lasciavano scappare un solo dettaglio che arrivava loro.il diamante prezioso perch raro. Se ce ne fosse in abbondanza li si brucerebbe nella stufa per scaldarsi.Tra maestro e dilettanti cera comunicazione. Tra maestro e apprendisti cera trasmissione inconscia, da anima ad anima. Cera un intenso lavoro di visualizzazione che formava questi ultimi. Tutto era imperniato sulla preparazione del terreno degli aspiranti il cui successo o insuccesso nella loro carriera era questione di vita o di morte, fattore inesistente per i dilettanti.In certi mestieri, al momento opportuno il maestro sceglieva un apprendista, organizzava un ricevimento in suo onore, gli si inchinava davanti scusandosi per la durezza degli anni passati e dichiarava che da quel momento non era pi apprendista ma maestro come lui. Lapprendista poteva benissimo restarne stupefatto, dato che durante quegli anni forse

  • non aveva imparato nulla di sostanziale.Oggi tutto cambiato. In tutto il mondo leducazione standardizzata. 11 dilettante prende lezioni per piacer suo. Lapprendista professionale segue corsi pi intensivi. Ma il problema del terreno resta.Luomo oggi diventato una specie di enciclopedia. Sa un po' di tutto. E ben informato, non per fare qualcosa, ma per comunicare e stendere rapporti. Potr studiare il nuoto, discutere della sua utilit, riferire sulla sua storia senza muoversi dalla poltrona, senza mai entrare in acqua.

    Ho cominciato l'Aikido a 45 anni, all'et in cui generalmente si rinuncia ad ogni movimento che rischi di essere violento. Per pi di dieci anni, tutte le mattine sono andato alle sedute delle 6.30, alzandomi alle 4, senza tregua, anche se andavo a letto alle 2 o anche se avevo la febbre a 40, e ci per il piacere di vedere questo maestro ottantenne camminare sui tatami.

    Dei compagni del dojo mi dicevano che avevo una volont di ferro. Io replicavo: no, ho una volont cos debole che non riesco a smettere di continuare. Ci provocava loro uno scoppio di risa gioviale, ma io ero sincero.

    Nel 1969 ho avuto un vago presentimento che il Maestro Ueshiba era sul punto di lasciare questo mondo. La vigilia della sua morte ottenni il permesso speciale della sua famiglia di rendergli visita al suo capezzale, dopo la seduta del mattino. Era gi in coma, disteso sul letto. Concentrai la respirazione sulla mia mano e gliela stavo passando sullincavo dello stomaco quando, allimprovviso, la sua mano afferr la mia con forza straordinaria. Compresi subito cosa significasse. Le persone che soffrono, sanno istintivamente cosa fa loro piacere. La mia mano differente da una qualunque mano di gente che non respira.

    Cos il mio ultimo incontro col Maestro fu senza parole. Ma mi sono sentito fortemente unito a lui. La sua morte era stata preceduta due mesi prima da quella di mio padre. Ho dunque perso, quasi contemporaneamente, due preziosi punti di riferimento che mi trattenevano in Giappone.

    Tuttavia non ho provato tanta tristezza quanta ci si aspetterebbe di provarne in simili occasioni. Da un lato dovuto al fatto che ero preparato un po prima, ma soprattutto al fatto che non pensavo alla sua sparizione

  • come definitiva.Al contrario, sentivo di poter ritrovare la sua vibrazione che, al posto di essere localizzata nella sua presenza fisica, sarebbe stata ovunque volessi, pronta a guidarmi.

    Qual stato lessenziale del suo insegnamento? lamore. In Occidente la parola amore indica sia un atteggiamento estremamente astratto, un rapporto spirituale tra s e qualcosa di esterno a s, sia un concreto atto sessuale, passando tuttavia attraverso un livello sentimentale daffetto.

    LAmore di cui parla il Maestro Ueshiba non rientra in queste categorie. Non si tratta di un amore solo spirituale, staccato da ogni supporto fisico, n di un amore concretamente sessuale.

    LAmore la respirazione, il soffio, invisibile e inafferrabile dai nostri cinque sensi, ma efficace. E il motore che imprime il movimento nel quale gli individui trovano la fusione. Non ci sono pi gli individui che, ciascun per s, rigidi e immobili, guardano il mondo esterno. Non c pi opposizione tra me e il mondo, tra il M. Ueshiba e lUniverso. LAikido unarte marziale in cui non c avversario.

    Nella sua concezione dellAmore, non c separazione tra anima e corpo. LAmore tuttuno con la respirazione, lazione, la fusione, lintuizione.

    C pericolo di controsensi nel tradurre un tale pensiero in una lingua in cui lanima lanima, il corpo il corpo, il pensiero il pensiero, separato dallazione, e tutto ci senza alcun rapporto con la respirazione.

    Daltronde fu proprio questa la reazione di alcuni intellettuali europei che hanno visto lAikido praticato dal M. Ueshiba. Per uno di loro si trattava di una tecnica violenta che non aveva niente a che fare con lamore. Per un altro, un vecchio di ottantanni di piccola statura non poteva avere abbastanza forza e i giovani si lasciavano proiettare per buona educazione, e niente di pi. Il loro razionalismo uneredit del 18 secolo e non si evoluto. Li ho invitati a provare loro stessi. No, non ne vale la pena, rispondevano.

    LAikido non pu essere spiegato con nozioni quali la forza fisica, la volont, lazione come esecuzione volontaria, etc.

    Vorrei ora spiegare brevemente come erano i corsi del M. Ueshiba.Una lezione durava unora: ma poich lanziano Maestro non riusciva

  • ad abituarsi allorario amministrativo, gli capitava spesso di superare lorario previsto.

    Si divideva grosso modo in due parti: la pratica respiratoria e la tecnica.

    Tralascio ora di discutere sui dettagli della tecnica, perch questo creerebbe solo confusione nello spirito di coloro che non vi intuiscono niente. Bisogna tenere conto dei progressi individuali, in Aikido come in tutto.

    Parler invece volentieri della pratica respiratoria. Questultima espressione di mia invenzione, dato che il grande Maestro non le ha dato un nome globale. Si tratta di una serie di esercizi che, in pratica, precede la tecnica. Molti la chiamavano esercizi preparatori o riscaldamento. Ma il grande Maestro era molto scontento, e a sentir dire cos andava perfino in collera. Che esercizio preparatorio? diceva furibondo.

    Nel suo spirito questi esercizi erano qualcosa di completamente diverso da un volgare riscaldamento muscolare. Per me rassomigliavano pi a un rito religioso che a dei movimenti ginnici. Cosa che non impediva ai giovani di continuare a chiamarli riscaldamento, poich erano interessati solo alla tecnica, proiezioni e immobilizzazioni, e tutto il resto era secondario.Io vi vedevo da parte mia un elemento non meno importante della stessa tecnica. Credevo di trovarvi il rapporto tra la sostanza e la forma.

    Comunque non era facile comprendere lo spirito del Maestro. Per la grande maggioranza degli allievi, lAikido era solo una tecnica. Per loro, ci che essi prendevano per riscaldamento durava troppo: 25 o 30 minuti, a volte 40. Avrebbero preferito un riscaldamento di 5 minuti, per dedicarsi subito alla tecnica.

    Ci che rendeva la cosa ancora pi imbarazzante erano i discorsi del Maestro. l suo vocabolario era pieno di figure mitologiche, di parole che non si sarebbero mai sentite nella vita corrente. l suo modo di esprimersi era estremamente intuitivo e le frasi sembravano sgorgare spontaneamente, senza preambolo o introduzione o causa. Per capirlo bene, una generica formazione intellettuale non bastava, ci a cui alludeva andava molto oltre.

    Dopo la sua morte stata adottata una formula pi semplificata chiamata esercizio preparatorio. Questa ha il vantaggio di essere alla

  • portata di tutti coloro che hanno gi una nozione concettuale di ginnastica.

    Da parte mia vorrei ricostituire il pi fedelmente possibile la pratica respiratoria tale e quale mi stata insegnata dal Maestro. Ecco dunque in grandi linee ci che succede nelle mie lezioni a proposito della pratica respiratoria.

    Entrata nel dojo

    Come gi detto, il dojo non un semplice spazio adibito a certi esercizi. E un luogo in cui lo spazio-tempo differente da quello di un luogo profano. Vi unatmosfera particolarmente intensa. Si saluta entrando per sacralizzarsi, uscendo per desacralizzarsi.

    Gli spettatori sono ammessi, a condizione di rispettare questa atmosfera, proprio come allinterno di un edificio religioso. Non devono parodiare gratuitamente la pratica con parole o gesti.

    Mi dicono che in Francia ci sono dei dojo che sono solo delle palestre, o club di sportivi. E sia. Ma in quanto a me voglio che il mio dojo sia un dojo e non un club con un gerente i suoi clienti abituali, per non importunare la sincerit dei praticanti. Questo non vuol dire che essi debbano avere un atteggiamento arcigno e smunto. Al contrario, bisogna mantenervi lo spirito di pace, di comunicazione e di gioia.

    Riscaldamento

    Prima e dopo la seduta ufficialmente aperta dallinsegnante, gli allievi possono allenarsi, facendo esercizi di loro gradimento. Ma bisogna che facciano attenzione, animati da un vano desiderio di prodezze e di ostentazione, a non creare incidenti.

    A Apertura della seduta

    Linsegnante, assicuratosi che tutti gli allievi hanno preso posto davanti allaltare, rappresentato da una foto del M. Ueshiba o da una calligrafia Aikido sinchina davanti ad esso insieme agli allievi.

    Tale inchino comprende, al contempo, concentrazione, respirazione

  • profonda, che comincia con una espirazione con cui ci si libera di ogni pensiero inutile e disturbante. Cos si comunica con il grande Maestro che ha voluto che tutto il mondo fosse una stessa famiglia.

    Questo saluto si accompagna a quattro battute di mani, gesto derivante dal rituale shintoista. Si inspira aprendo le mani e si finisce lespirazione quando le mani, descritto un cerchio, si ricongiungono.

    Linsegnante si gira verso gli allievi ed entrambi si salutano reciprocamente.

    B - Meditazione

    Seduti in ginocchio, si congiungono le mani allaltezza del viso. Il maestro d il segnale dicendo uno, due, tre e tutti respirano insieme. Dopo di ch ciascuno respira al suo ritmo abituale con gli occhi chiusi. Durata: due minuti.

    Si visualizza la respirazione che allinspirazione entra dalla punta delle dita fino al ventre e allespirazione esce dal ventre attraverso il palmo delle mani. Perseverando, nella respirazione, le mani si sensibilizzano. Si avranno sensazione di formicolio, di punture, di calore.

    Per meditazione intendo solamente la concentrazione sulla respirazione, e non qualsivoglia sorta di speculazione intellettuale. Se le idee sorgono, lascia tele, non inseguitele cercando di combatterle.

    La meditazione ha come scopo di calmare le agitazioni dello spirito, e apportare armonia nel cuore dei partecipanti. La coordinazione della prima inspirazione assicura la buona riuscita della meditazione. Questa pratica permette di evitare noiosi incidenti.

    Notiamo che lho mutuata dal Seitai. Lho integrata nel mio programma su espressa domanda degli allievi che hanno manifestato il desiderio di fare una meditazione per calmarsi, prima di iniziare qualsiasi movimento.

    C - Meditazione in piedi

    Ci si alza, con i piedi divaricati per essere stabili. Le mani descrivono un cerchio, cominciando dal basso dove si trovano a penzoloni ai lati delle anche , e risalendo verso lalto lungo lasse del corpo. Quando si trovano

  • allaltezza del viso, battono tra loro e continuano il loro cerchio verso lesterno. Si fanno in tutto quattro battiti. Una volta terminati, si piazzano le mani davanti al ventre, le dita incrociate, con i pollici che si toccano in punta. l semicerchio formato dalle dita copre una regione che il centro di gravit del corpo umano.

    Tale centro ha unimportanza capitale nellAikido. Ogni movimento di Aikido deve nascere da qui: alzare il braccio, alzare la mano, spostare un piede, etc. Se si alza il braccio, partendo dalla spalla come si ha labitudine di fare nella vita corrente ci non ha alcun valore tecnico.

    Ci si concentra su questo centro, gli occhi chiusi, e si regolarizza la respirazione perch penetri fino l.

    Si finisce questa pratica con lo stesso gesto dellinizio, battendo quattro volte le mani. Durata: da uno a due minuti.

    D - Funakogi Undo: movimento del remo

    Cos soprannominato per la sua somiglianza di forma, questo movimento consiste nel mettere un piede in avanti di fianco e a slanciare le mani in avanti, partendo dalle anche.

    Le mani, con i pugni chiusi alle anche, si aprono partendo e si chiudono arrivando in avanti al punto di impatto. Le braccia devono fare una rotazione su se stesse, mentre si spostano. Esse si muovono in avanti indietro partendo dalle anche come dei pistoni.

    Si comincia dal piede sinistro avanti. Dopo quindici-venti secondi di va e vieni delle braccia, si riporta il piede alla posizione iniziale, con i due piedi divaricati sulla stessa linea.

    In questa posizione si uniscono le mani portandole allaltezza della testa; le si fanno scendere molto dolcemente verso il basso per portarle davanti al ventre. A questo punto le si scuote davanti al centro di gravit, le palme luna sullaltra, la sinistra sopra, la destra sotto. E ci che il M. Ueshiba ha chiamato tamano-hireburi, cio la vibrazione dellanima. La si esegue ad occhi chiusi, le braccia rilassate ed allungate. Le scosse cos prodotte, si trasmettono alla settima cervicale e discendono lungo tutta la colonna vertebrale. Si possono sentire alla terza lombare, e ci buono. lo le sento ancora pi in basso, alla seconda sacrale. In effetti si trasmettono fino ai piedi. Si ripartiscono in tutto il corpo.

  • Questa ripartizione, tuttavia, non si ottiene che progressivamente. Nei principianti non ci sono che le mani che si scuotono. Mi capitato di fare una prova con un mio amico a Tokio. in sala da pranzo mi misi a praticare la vibrazione in piedi. l parquet, fatto di tavole, flessibile, si mise a tremare insieme alle finestre. l mio amico ha provato senza produrre alcun effetto.

    Questa pratica richiede una condizione molto importante: la si deve fare unicamente inspirando.

    Questa condizione ha creato molte difficolt nei principianti. Come si pu continuare a inspirare senza mai espirare? Ci richiede una spiegazione.

    Per i principianti cos come per coloro che non sanno respirare, la respirazione non che unoperazione polmonare. Ora, i polmoni possono inspirare da due a cinque litri daria a seconda delle capacit di ciascuno ed espirare altrettanto. Se si supera questo limite si soffoca. Ci si scontra con questo impasse e non impossibile che si abbandoni la pratica.

    Qui interviene una questione capitale: cos la respirazione? Avrei tutto linteresse a non rispondere a questa domanda, a cui solo la pratica pu dare risposta.

    Ma non posso evitare di tracciare a grandi linee ci che succede poich, negli occidentali, lintelligenza lha vinta sullintuizione. Bisogna tener conto di questa caratteristica e trarne profitto.

    Mano a mano che la vibrazione, invece di restare nella parte alta del corpo, penetra in basso fino al centro di gravit, si produce un cambiamento.

    La vibrazione si ripartisce allora armoniosamente nel corpo e si avvertir questo movimento, questo desiderio organico e pulsionale che precede latto reale di assorbire laria.

    In una respirazione poco profonda, questo desiderio-movimento non pu essere colto cos nettamente e indipendentemente da poterlo usare in modo controllato.

    Quando si parla qui di inspirazione, intendiamo con essa molto pi questo movimento di partenza che non linalazione daria, in effetti, durante la vibrazione, si assume molto poca aria.

    Si tratta dunque di attivare volontariamente questa pulsione che

  • resta sopita. Quanto allespirazione, non ci si pensa, la si lascia succedere da sola.Notiamo incidententalmente che questa pratica allopposto della respirazione Zen, nella quale laccento messo piuttosto sullespirazione.Avr occasione pi tardi di ritornare meglio su questa importante questione di inspirazione-espirazione; per il momento mi occupo unicamente dellinspirazione nellAikido.

    Sarebbe pi facile in questo caso procedere per immagini che con spiegazioni, per fare assimilare al corpo un movimento che va al di l del meccanismo del movimento volontario dei muscoli.

    Credo che tutti abbiano avuto occasione di vedere un secchio sotto un rubinetto. Lacqua limpida, riversandosi nel secchio, lo riempie e ne espelle le impurit. Lacqua del rubinetto linspirazione e le impurit sono lespirazione. Basta paragonarci al secchio, e se questa immagine non ci sembra abbastanza potente nulla ci impedisce di paragonarci ad una cascata. In ogni caso questa immagine descrive bene lazione unilaterale dellinspirazione al posto della azione alternativa di versare dellacqua (inspirazione) e di gettare le impurit fuori dal secchio (espirazione).

    Quando eseguo questa vibrazione-inspirazione provo la sensazione di planare nellaria analoga a quella che sento a bordo di un aereo che vola a 11.000 metri daltezza.

    Unaltra condizione non meno importante quella di sbarazzarci dellinfluenza degli assi convenzionali dello spazio-tempo omogeneo. Infatti, praticando la vibrazione, sentiamo di navigare in un mondo differente dal mondo quotidiano. Credo sia importante confermarlo, soprattutto per gli Occidentali, al fine di facilitar loro una migliore comprensione. Questa inspirazione che penetra nel nostro corpo carica di forze motrici che non hanno niente a che fare con la volont.

    Ricordiamo il precetto del Maestro: Mettetevi allorigine del Cielo e della Terra.

    Ci sganciamo cos dal nostro essere sociale, trascendiamo il quadro abituale dello spazio-tempo, per divenire noi stessi creatore, per identificarci in questo essere solitario da cui discende ogni movimento.

    Dar qui di seguito la sequenza delle componenti del movimento di remo.

    Movimento di remo a sinistra - vibrazione - remo a destra -

  • vibrazione - remo a sinistra - vibrazione. Dunque tre movimenti di remo seguiti da vibrazione.

    Per quanto riguarda i tre movimenti di remo, c da notare tre ritmi diversi:il primo a sinistra molto lento, il secondo a destra pi accelerato e normale, il terzo molto rapido.

    Ho osservato il grande Maestro eseguire questi movimenti a questo modo durante tutti gli anni che ho praticato con lui.

    Ho cercato, da parte mia, di penetrare nei segreti di questi tre movimenti e di questi tre tempi che formano un ciclo perfetto.

    Perch si comincia sempre a sinistra? La spiegazione data che la sinistra apparentata col Cielo, generatore di ogni movimento spontaneo.Perch tre tempi differenti? Per questa domanda devo basarmi sui miei venti anni di esperienza di teatro Noh. Prendevo lezioni di recitazione di teatro Noh alla scuola Kanze e assistevo almeno una volta al mese alle rappresentazioni. A forza di prendere confidenza col Noh, non potevo impedirmi di assimilare questo ritmo in tre tempi: jo-ha-kyu.Jo, che significa introduzione, un tempo molto lento. Ha, che vuol dire cambiamento, un tempo pi accelerato e normale. Kyu che vuol dire rapido, un tempo molto rapido per finire.Se confronto il Noh col teatro francese del 170 secolo dove la regola delle tre unit definisce il quadro degli avvenimenti, rilevo le seguenti differenze.l teatro francese comincia subito informando lo spettatore di che cosa si tratta, per coinvolgerlo nellintreccio che gi si svolge a pieno ritmo, l principio analogo a quello del giornalista che informa i suoi lettori.Il Noh, invece, ha una messa in scena molto lenta e graduata. Introduce lo 8spettatore nel paesaggio, piuttosto che collocarlo nellintreccio.Se il teatro francese colpisce prima il conscio per catturare lattenzione, il Noh penetra nellinconscio per preparare il terreno. Per questultimo tutta limportanza risiede nellatmosfera e non nellintreccio che, in generale, molto semplice.L ritmo jo-ha-kyu era alle base delle arti nella tradizione giapponese,

  • prima dellintroduzione dei diversi ritmi occidentali e del ritmo cadenzato della ginnastica.Credo che il ritmo jo-ha-kyu, al posto di essere intellettuale, sia molto consono al ritmo naturale del corpo umano.Quando ci si sveglia, non si esce dal letto con un balzo, non ci si precipita in bagno con passo vigoroso, e non si fa colazione a ritmo cadenzato. l movimento molto lento al risveglio, in transizione tra due mondi, e infine ci si decide ad alzarsi (io - introduzione). Da questo momento si prende un ritmo pi normale: ci s lava e si fa colazione (ha - cambiamento). Poi arriva il momento di andare a lavorare: si lascia lambiente familiare con determinazione e ci si chiude dietro la porta (kyu - rapido).Questo ritmo in tre tempi ha il vantaggio di penetrare in profondit nellinconscio.Oltre a questo ritmo, linsegnante deve curare la corretta esecuzione del movimento. Alcuni si chinano troppo in avanti quando allungano le braccia; altri eseguono il movimento partendo dalle spalle invece che dal centro di gravit, etc. Ma non bisogna intervenire troppo bruscamente, bisogna scegliere il momento adatto, poich gli allievi non si rendono nemmeno conto di cosa stanno facendo.(in altro punto importante il grido che si lancia facendo il movimento. Al primo movimento di remo si grida ei slanciando le braccia in avanti, e ho ritirandole. Al secondo movimento di remo il grido -ssa, e cos il terzo. Questo grido un elemento importante per facilitare la vibrazione del corpo. Bisogna che parta dal centro di gravit. 1 principianti lanciano un grido timidamente di gola, ma un po alla volta arrivano a lanciarlo da pi gi.Si finisce il funakogi con quattro battute di mani.

    E - Movimenti a mani giunte

    E - 1: i piedi divaricati, le mani giunte, la sinistra sopra, si descrive un cerchio orizzontale di lato, prima a sinistra, tre o quattro volte, e poi altrettante a destra, spingendo le mani avanti e riportandole verso lascella.E - 2: Si continua a descrivere cerchi, questa volta verticali, passando le mani giunte davanti alla parte superiore del corpo e poi a quella inferiore,

  • chinandosi.E - 3: Si incrociano le braccia e ci si curva profondamente avanti e indietroE - 4: Si sciolgono le mani e portandole verticalmente in alto le si scuotono.E - 5: Si ricongiungono di nuovo le mani e si fanno andare a sinistra e a destra allaltezza della cintura ( pratica del Tempio shinto lsonokami).Tutti questi movimenti sono fatti perch il corpo ritrovi il suo centro di gravit. Non sono esercizi per le braccia come si sarebbe tentati di credere a prima vista.

    F Turbine

    C tutta una nomenclatura per la tecnica. In quanto alla pratica respiratoria, certi esercizi non hanno neanche un nome, per quel che ne so io. Sono stato costretto, ad esempio per questo movimento, ad inventarne uno. Si portano le braccia penzoloni leggermente a destra inspirando, e poi senza angoli acuti ma descrivendo una curva arrotondata, le si dirige, risalendo, verso sinistra, questa volta espirando. Le palme, andando verso sinistra, devono essere rivolte al Cielo. Quando le mani arrivano alla fine si trovano dunque a sinistra, e il dorso, girato in basso, fa come se spingesse la Terra. l piede sinistro deve anche lui essere rivolto a sinistra, quasi perpendicolarmente al piede destro. l ginocchio sinistro deve essere flesso, cos che il corpo penda un po di lato. l viso e soprattutto lo sguardo sono rivolti a sinistra. Le anche sono rivolte nella stessa direzione.Si fa il movimento inverso verso destra e si continua alternativamente a sinistra e a destra.Questo turbine da farsi con tutta la forza dellespirazione partendo dal centro di gravit.

    G Cielo e Terra

    Anche questo nome di mia invenzione.

  • Si avanza il piede sinistro e contemporaneamente si levano entrambe le mani e le si abbassano verso le anche. i piedi sono piazzati quasi perpendicolarmente fra loro. Si fa dietrofront senza spostare i piedi dalla loro posizione reciproca e si ripete la stessa cosa. Poi si avanza il piede sinistro sul piede destro e si fa di nuovo la stessa cosa, seguita da un dietrofront etc. In questo modo si coprono le quattro direzioni. Poi si avanza il piede sinistro a 45 gradi e si continua come prima nelle altre quattro direzioni. Si coprono cosi otto direzioni.Si inspira levando le braccia, e si espira abbassandole. S fa cos il movimento verso il Cielo e la Terra; luomo, facendo da tramite, realizza la comunione tra i due.l grande Maestro, il cui senso di orientazione era preciso, si collocava nellUniverso e compiva un atto rituale rivolgendosi alle otto direzioni. Lo stesso gesto compiuto con spirito ginnico cambierebbe di senso.

    H - Esercizi seduti

    Dalla posizione seduta in ginocchio ci si rovescia allindietro.H -1: Si fanno girare le mani giunte appena sopra il capo coricato.H - 2: Si liberano i pedi da sotto le natiche e, con le ginocchia in alto, si inclinano le gambe successivamente a sinistra e a destra, facendo attenzione a non sollevare le spalle dai tatami. Questo movimento si pratica con una mezza rotazione del solo bacino; il busto rimane piatto con la schiena al suolo.H - 3: Si allungano le gambe e si esegue la coda di pesce, che il Maestro si divertiva a chiamare kingyo, pesce rosso. Si fa un cuscino con le mani giunte sotto la nuca e si scuote la testa. l movimento cos innestato si trasmette lungo tutto il corpo fino ai piedi. l corpo deve essere passivo e seguire le scosse provocate dalle mani. Bisogna che il movimento si propaghi naturalmente, senza sforzi e rigidit, come la coda di un pesce rosso. la flessibilit del corpo deve essere tale che, se un assistente ci scuote per i piedi, il movimento rimonti verso lalto fino alla testa, come se si trattasse di una molla.Ma molto pi difficile di quanto ci si immagini, l suddetto movimento si ferma al collo, o al petto, e la parte bassa del corpo si contrae in uno sforzo disperato. Chiamo pesci congelati le persone che fanno cos. Tutti i

  • principianti sono congelati e il disgelo a volte dura molto a lungo.H - 4: Ci si siede a gambe allungate. Si mette il piede sinistro sulla gamba destra e si fanno girare con cura tutte le dita. Si batte con entrambe le mani il sopra e il sotto del piede, soprattutto sulla zona del metatarso dellalluce, importante punto di appoggio per il mantenimento dellequilibrio del corpo umano. Si fa roteare la caviglia e tenendo il sopra della caviglia a due mani si scuote il piede. Si fa la stessa cosa con il piede destro.

    I Movimento libero

    Lo ho introdotto in guisa di movimento rigeneratore. A dire il vero, due o tre minuti non bastano a fare il movimento rigeneratore, soprattutto in unatmosfera differente come quella di unarte marziale. Ma sarebbe davvero peccato se lasciassi che i miei allievi non ne beneficiassero. 1 principianti lo assimilano lo stesso guardando gli altri muoversi in modo cos diverso gli uni dagli altri. Finiscono per avere unidea di un movimento che vada loro per il meglio. Sar un passo verso il movimento rigeneratore.

    J - Kin-hin

    una pratica Zen che ho introdotto nel mio programma, con lapprovazione e lincoraggiamento del M. Ueshiba.Si tratta di una marcia molto lenta eseguita lungo i muri in fila indiana in senso orario. Si fa un angolo retto quando si arriva agli angoli.La marcia si esegue cos. Ci si mette in piedi nel senso della marcia. Si forma un pugno con la mano sinistra, il pollice allinterno, e lo si mette allincavo dello stomaco. Lo si copre con la mano destra.Allinspirazione, che deve essere rapida come un sospiro di sollievo, si avanza prima il piede destro di mezzo passo, cio in modo che il tallone non superi le dita del piede sinistro. Non bisogna che la pianta del piede sfreghi i tatami, pur mantenendola raso terra. Bisogna mantenere con cura il centro di gravit in equilibrio per non pendere a destra e a sinistra. Lo sguardo deve essere ben dritto in avanti circa a tre metri, senza guardare niente in particolare.Si trattiene il respiro per qualche istante e poi si espira. Espirando si

  • spinge il Cielo con la testa e la Terra con il piede, il garretto teso, concentrandosi sulla radice dellalluce.Dopo lespirazione si passa subito allinspirazione e si avanza il piede sinistro. Cos di seguito alternativamente.Durante questa pratica, bisogna mantenere la tensione su cinque punti: il mento ben rientrato, i lombi ben inarcati, gli occhi ben fissi, la lingua incollata al palato e le mani concentrate sul pollice chiuso nelle altre dita.Per la sua riuscita, la visualizzazione della spinta verso il Cielo e la Terra importante.Durante zazen si fanno dai cinque ai dieci minuti di kin-hin, ma in Aikido siamo obbligati ad abbreviare i tempi.Linsegnante lo fa terminare, in mancanza di un gong buddista, battendo le mani. Si fa un inchino profondo, si distendono le mani e le si mettono sullincavo dello stomaco, la destra sopra la sinistra. Si cammina ad andatura normale, sempre lungo i muri, per andare al proprio posto.

    K - Corsa in tondo

    Si fanno tre giri del dojo a passo abbastanza rapido in senso antiorario. Questa corsa sviluppa il senso di orientamento dei praticanti.E facile riconoscere sulla carta che un cerchio differente da una esse o da uno zig-zag. Ma quando si tratta di descrivere un cerchio con il movimento fisico, si assiste ad una perdita di orientamento; questo perch nel primo caso il soggetto immobile rispetto alle figure, mentre nel secondo in movimento.

    Conclusione

    Di fronte alla grandezza del M. Ueshiba che ho avuto la fortuna di conoscere solo nei suoi ultimi anni, mi sento come una pozzanghera accanto allOceano. E non commetter mai lerrore di voler ripresentare la sua tecnica inimitabile.Agisco unicamente su richiesta di coloro che ritengono che una piccola candela pu essere di qualche utilit quando loscurit completa.Sar invece felice se limmaginazione dei praticanti sar tanto potente da cogliere, attraverso di me, il messaggio di quellAmore di cui parlava il

  • Maestro.LAikido si diffonde e linsegnamento si organizza dappertutto. Contemporaneamente lo spirito amministrativo si rinforza.Se questo aspetto una conseguenza inevitabile dello sviluppo, e se apporta innegabili facilitazioni, bisogna anche vedere il suo lato sfavorevole. Lamministrazione capace di soffocare liniziativa e di paralizzare lintuizione.Ricordiamoci che nel medio evo sia in Giappone che in Cina, sia si trattasse dellinsegnamento Zen che del tirocinio delle arti marziali, era lallievo a scegliere il Maestro, e non il contrario. Lallievo guidato solo dalla sua intuizione, partiva per il pellegrinaggio ai Maestri fino a che non ne trovasse uno rispondente alle sue aspirazioni. Questo pellegrinaggio era chiamato dai monaci zen henzan, il giro delle montagne.Oggi sento parlare di lotte tra organizzazioni, di prestigio, di sfere di influenza e mi sento rattristato.Che ne dellAmore universale predicato dal Maestro? E che ne del mondo come una sola famiglia?Lo mi auguro che lAikido porti lAmore e non il contrasto, che il maestro sia libero di insegnare nel modo che gli congeniale e che lallievo sia libero di scegliersi linsegnamento che gli piace.

    I T S U O T S U D A

    Appendice Promemoria Aikido di Itso Tsuda

    - LAikido una via che ci porta a uscire dalla nostra pelle, a staccarci dagli umani, col fine di conciliarci con luniverso.- Comunque, per staccarci dagli umani, dobbiamo metterci in contatto con gli umani. Senza di questo il distacco non sarebbe che una parola vana. la ragione dessere della tecnica.- All inizio, si imparano le forme insieme allavversario, senza opporre al difensore una vera resistenza.- Quando le forme sono assimilate, lattaccante far progressivamente pi resistenza. Ma il difensore non deve mai cercare una soluzione di forza. Bisogna trovarla unicamente nel ki (respirazione,

  • visualizzazione, postura, posizione).- Questa lista non completa: nessuna pu esserlo in materia di tecnica. Si scopriranno nuove possibilit via via che ci si sente pi liberi nel proprio movimento corporeo.- Comunque la moltiplicazione delle tecniche non in s lo scopo dellAikido. Praticare le forme aiuta a penetrare nello spirito di unione con lAmore universale. Ma la pratica pu portarci in direzioni ben diverse se in partenza le motivazioni sono differenti.- Il Maestro Ueshiba, quando lho conosciuto nei suoi ultimi anni, non aveva pi una tecnica definibile. Aveva raggiunto la Non-tecnica. Era la personificazione dellAmore universale.- Diceva di essere al suo primo anno di Aikido. Non essendo io che una pozzanghera in confronto allimmensit dellOceano, non ho pretese di insegnare lAikido Semplicemente ho accettato la richiesta di coloro che vogliono approfittare della mia esperienza nella loro ricerca personale.- Pratico per il solo piacere di praticare, senza alcuno scopo utilitaristico. La pratica mi permette d uscire dalla stagnazione mentale, di sganciarmi dalla societ materialista, di liberarmi della sua struttura e di navigare nel mondo del Ki, dove non vi che respirazione, movimento, spontaneit.- La respirazione diventer calma e profonda. Laggressivit interiore verr eliminata. Ciascuno sentir il proprio universo mentale espandersi.- I cambiamenti che spero si produrranno nei praticanti sono i seguenti:- aumento di flessibilit fisica e mentale- diminuzione dello scarto tra pensiero ed azione- continuit dazione- abbassamento delleccesso di attivit cerebrale- risveglio di facolt intuitive- allargamento dellottica mentale- adattabilit allambiente circostante- coesione e tolleranza con i membri della famiglia e del gruppol criterio di apprezzamento non sar la prodezza tecnica ma nel dispiegarsidella personalit.- Sconsiglio, invece, il mio insegnamento a coloro che aspirano ad altri

  • risultati pi tangibili: efficacit od altro.- La forma previamente convenuta per gli esercizi la seguente: lattaccante applica le prese spiegate qui di seguito e il difensore esegue la tecnica. Ma via via che la respirazione diverr pi profonda e intensa, il difensore che provoca tutto il movimento. Si far attaccare quando vuole e nel modo che avr scelto. l difensore fa corpo con lattaccante e dirige il tutto, come fossero mani e piedi propri. E la fusione tra i due. Lantagonismo sparisce.

    Il simbolismo Aiki del Maestro Ueshiba

    - Fuoco: Inspirazione; forza ascendente; orizzontale; quadrato; trama- Acqua: Espirazione; forza discendente; verticale; il cerchio; lordito.

    Queste pagine sono state scritte dal Maestro Tsuda all inizio degli anni settanta. Nel 1982 il Maestro iniziava la seduta con la respirazione attraverso il boken. La eseguiva in piedi di fronte alla calligrafia. Dopo si sedeva in seiza, salutava inchinandosi e respirava. Faceva Aiki con lUniverso.Poi batteva le mani due volte (shinto) e recitava il Norito; al termine ribatteva le mani. Di nuovo salutava, faceva le quattro battute di mani eseguendo i cerchi, risalutava e si voltava verso i praticanti.l movimento libero e la Kin-hin non cerano pi; nella sequenza degli esercizi cerano anche altre piccole aggiunte, come la distensione dei tendini di Achille e alcuni esercizi a terra.l Maestro tra questi ultimi e la corsa in cerchio lanciava il Kiai, seduto in seiza. Cos parlava.. .Morihei Ueshiba

    Ai vuol dire anche amore; ho deciso di chiamare il mio unico Budo Aikido perch Aiki sia un termine molto antico. Aiki non una tecnica per combattere o vincere il nemico. E il mezzo per riconciliare il mondo e per riunire gli esseri umani in una sola famiglia. Il segreto dellAikido di

  • armonizzarci con il movimento delluniverso stesso. Colui che ha scoperto il segreto dellAikido ha luniverso dentro di s e pu dire: Sono luniverso . Non vengo mai sconfitto qualunque sia la velocit dattacco del nemico. Non che la mia tecnica sia pi veloce della sua. Non questione di velocit. l combattimento finito prima di cominciare. Quando un nemico vuole battermi prima deve rompere larmonia delluniverso. Quindi nel momento in cui decide di battersi con me, gi sconfitto. Non c alcuna misura di tempo rapido o lento. LAikido la non-resistenza. Poich non-resistenza, essa sempre vincente.Coloro che hanno uno spirito pervertito, bellicoso, sono sconfitti fin dallo inizio. Allora, in che modo potete correggere il vostro spirito pervertito, purificare il cuore ed essere in armonia con tutte le attivit della natura? Dovete prima di tutto fare vostro il cuore di Dio. E un grande amore onnipresente in ogni luogo e in ogni tempo. Non c e ne discordia n nemici quando esiste lo amore. Coloro che non sono daccordo con ci non possono essere in armonia con la natura e luniverso. l loro Budo quello della distruzione. Non il Budo. Misurarsi, vincere o perdere, non il vero Budo. Il vero Budo non conosce sconfitta. Vincere vuol dire vincere sullo spirito di discordia.Non guardate gli occhi del vostro avversario o il vostro spirito sar catturato dai suoi occhi. Non guardate la sua spada o sarete uccisi dalla sua spada. Non guardatelo o il vostro spirito sar distratto. Il vero Budo acquisire la capacit di attrarre tutto il corpo dellavversario. Tutto ci che devo fare mantenermi su questa strada.Quando attaccher colpendo si ferir con la propria intenzione di colpire. lo sono unito con luniverso e nientaltro.Non c e ne avversario n nemico. Vi sbagliate se pensate che il Budo sia avere avversari o nemici, essere forti e sconfiggerli. il vero Budo lunione con luniverso.In Aikido bisogna desiderare la pace tra tutti gli esseri umani del mondo e non desiderare di essere forti e neppure allenarsi solamente per battere lavversario. Quando qualcuno mi chiede se i principi del mio Budo si ispirano alla religione, rispondo di no. I principi del mio Budo illuminano le religioni e aprono loro la strada. Essere calmi qualunque siano le circostanze in cui avviene lattacco. Non essere attaccati alla vita n desiderare la morte e avere uno spirito libero non solo quando si viene

  • attaccati ma anche nella vita quotidiana. l vero Budo lamore, dono della vita e non uccidersi n battersi contro gli altri. Lamore un dio protettore di tutte le cose. Niente pu esiste senza di lui. LAikido la realizzazione dellamore. Non mi faccio amici tra gli uomini, ma sono amico di dio.LAikido non definisce le cose buone o cattive. LAikido mantiene tutto in uno sviluppo e in un accrescimento costante e serve alla realizzazione delluniverso.

    In Aikido controlliamo lo spirito dellavversario prima di affrontarlo. Dobbiamo avere una visione completa del mondo. Leghiamo e unifichiamo gli avversari con la volont dellamore. Con lamore siamo capaci di purificare gli altri. Comprendete lAikido prima come Budo e poi come via che serve a costruire la famiglia del mondo. LAikido non per un solo paese o una sola persona. l suo unico scopo di compiere il lavoro di Dio.Il vero Budo uno spirito di riconciliazione tra gli esseri.La riconciliazione permette la realizzazione di ciascuno. Via significa essere uniti alla volont di Dio e praticarla. Se ce ne discostiamo anche di poco non sar pi la via. Possiamo dire che lAikido un mezzo per disperdere i demoni attraverso la sincerit del nostro Kokyo e di trasformare il mondo demoniaco in un mondo dello spirito. E la missione dellAikido. Lo spirito demoniaco sar sconfitto e lo spirito si innalzer vittorioso. LAikido porter i suoi frutti nel mondo.Senza il Budo una nazione va verso la sua rovina poich il Budo la sorgente di ogni azione. Coloro che si impegnano nellAikido dovranno aprire il loro spirito, ascoltare la sincerit di Dio attraverso lAiki per capire il ruolo purificatore dellAikido, praticano e migliorarsi senza traumi. Cominciate a colti vare il vostro spirito non per correggere gli altri, ma per correggere il loro spirito. Questo lAikido. E la missione dellAikido e questa deve essere la vostra.

    Traduzione e stampa a cura della Niten Ichi RyuVia Cesare da Sesto, 21 - MilanoTel. 8377769